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Nel gioco del baseball, il trucco della palla nascosta è una giocata in cui la difesa inganna il corridore circa la posizione della palla, nel tentativo di eliminare il corridore per toccata. Il trucco della palla nascosta può avere due letture: E' una mossa che va contro ogni senso di sportività. Oppure, è una mossa intelligente per sfruttare il passo falso di un avversario o un errore di giudizio. E' stato effettuato sui diamanti delle Major Leagues, nelle partite delle high school, fino ai campionati amatoriali. A livello di Major League il trucco della palla nascosta è raro come una no-hitter. Sin dalla nascita della National League nel 1876, sono stati lanciati solo 281 no-no nella storia del baseball. Alcuni dicono che il trucco della palla nascosta è stato eseguito meno di 300 volte in 137 anni di Major League Baseball. Un difensore può utilizzare il trucco della palla nascosta quando un corridore è in base. Esistono delle varianti della giocata: tutte però coinvolgono un difensore in possesso della palla senza che il corridore ne sia a conoscenza, in attesa che questi si stacchi dalla base, e poterlo eliminare per toccata. Il pitcher deve essere completamente fuori e lontano dalla pedana di lancio. Nel baseball professionistico, ai sensi della regola 8.05 (i), viene chiamato balk quando il lanciatore è in piedi a cavallo o a contatto della pedana senza palla. Dopo un foul ball, battitore colpito, o chiamata di tempo, il gioco non riprende fino a quando il lanciatore non è sul monte di lancio a contatto della pedana in possesso della palla, gli interni non possono usare questi tempi per realizzare il trucco della palla nascosta. Perchè il trucco funzioni, il difensore (generalmente un interno) deve essere in possesso della palla, mentre la palla è viva in gioco, e un corridore non deve rendersi conto che il difensore ce l'ha. La variazione del trucco comprende anche la finta di un tiro al lanciatore, una volta che l'interno ha la palla, mentre attende in piedi nella sua posizione il corridore distratto. Le variazioni riguardano palle nascoste nel guanto o altrove. Almeno un giocatore ha ottenuto il successo con la tattica di non nascondere la palla né di aspettare: una delle variazioni implica che il difensore, dopo aver ricevuto un tiro alla sua base, mimi un tiro per poi ritoccare un corridore molto rapidamente, sulla mano o sul piede fuori dalla base dopo un rientro.
Il prima base può tentare il gioco dopo che un lanciatore, nel tentativo di pickoff, tira in prima. Il difensore di prima poi finge il tiro di ritorno al lanciatore, tenendo la palla nel guanto, e quando il corridore lascia la base, tocca il corridore. L'ex prima base, Dave Bergman, effettuò questa giocata in più occasioni. Il seconda base potrebbe tentare un gioco simile dopo una rubata di successo della seconda, appena ricevuto il tiro dal ricevitore.
L'ex seconda base Marty Barrett eseguì il trucco con successo più di una volta. Dopo che un corridore raggiungeva la seconda base su una palla battuta in campo esterno, e dopo aver ricevuto la palla dall'esterno, simulava un tiro al lanciatore, pur mantenendo la palla. Per facilitare l'inganno, Barrett prendeva il tiro con le spalle al corridore e posizionava la palla tra il retro del suo guanto e una delle sue dita: così, mostrava il suo guanto al corridore senza la palla, il che suggeriva che non ce l'aveva. Altri giocatori nascondevano la palla sotto l'ascella.
L'ex terza base Matt Williams usava una tecnica diversa. In più di una occasione, chiedeva al corridore di scendere dalla base per poterla pulire dallo sporco, poi toccava il corridore quando il corridore acconsentiva e si staccava. Questo funzionò due volte. Con i Giants nel 1994, Williams fece finta di dare la palla al lanciatore Dave Burba, poi tornò nella sua posizione e chiese al corridore, il rookie dei Dodgers Rafael Bournigal, se "poteva pulire la base". Il corridore gentilmente si fece da parte, e Williams immediatamente glielo fece rimpiangere. "L'intento non era quello di mettere in imbarazzo nessuno o di prendersela con nessuno", disse Williams dopo aver ripetuto il trucco contro il rookie dei Royals Jed Hansen tre anni dopo, "Ma si vuole vincere, e avevamo bisogno di vincere quella partita".
Anche l'ex terza base Mike Lowell mise in pratica il trucco due volte, ogni volta dopo un tiro dal campo esterno. La chiave del successo di Lowell era la recita, il posizionamento e l'attesa: agiva come se nulla fosse, in piedi fuori dal sacco, ma non troppo lontano da esso, e attendeva, almeno 10 secondi, fino a quando il corridore in terza faceva qualche passo. La palla nascosta di Lowell fu messa in atto il 10 agosto 2005, quando, come Florida Marlins, catturò Luis Terrero degli Arizona Diamondback, con il rilievo Todd Jones sul monte. Lowell aveva anche eliminato Brian Schneider dei Montreal Expos nel 2004. "Ho guardato in prima per vedere se Tony Clark era pronto per partire, poi ho guardato in terza base", racconta Lowell, "Entrambi i ragazzi avevano la testa verso il basso e così ho tenuto la palla per vedere cosa sarebbe successo". Nonostante l'assenza di qualsiasi segnale di Lowell, Todd Jones - che disse di aver visto questa giocata nel 1986, quando era al liceo - comprese quello che il suo compagno di squadra stava per fare. "Quando non ho avuto la palla di ritorno, ho capito il processo di eliminazione", racconta Jones, "Ho fatto appena un giro attorno al monte e ho cercato di guadagnare tempo. Ero a corto di cose da fare. Mi sono toccato le dita dei piedi". Proprio quando Jones si stava preparando a rinunciare alla sciarada, Terrero si staccò dalla terza base. Lowell si avvicinò lento e toccò il corridore stordito, che venne subito chiamato out dall'arbitro di terza base, Ed Rapuano, facendo esplodere in un boato di approvazione la folla di 20443 tifosi.
Mike Lowell elimina Luis Terrero con il trucco della palla nascosta L'8 giugno 2007, l'interbase Julio Lugo dei Boston Red Sox catturò Alberto Callaspo degli Arizona Diamondbacks. Ma, il terza base Lowell, compagno di squadra di Lugo, sostenne che non era un vero trucco della palla nascosta in quanto il lanciatore aveva effettuato la maggior parte del lavoro di inganno perchè la giocata andasse a buon fine. Prima che Lugo eliminasse Callaspo, Lowell rivendicò l'ultimo successo del trucco della palla nascosta mantenendo quel record per otto anni esatti.
Evan Longoria Nell'ultimo trucco della palla nascosta che ha avuto successo, Tampa Bay alla fine perse a Los Angeles, 5-0, ma non prima che Evan Longoria, terza base di Rays, effettuasse nel quarto inning la prodezza su un imbarazzato Juan Uribe il 10 agosto 2013 - esattamente otto anni dopo Mike Lowell. Il breve incontro di Uribe con la palla nascosta avvenne con le basi cariche e nessun out. A.J. Ellis colpì una volata al centro campo, Andre Ethier effettuò il pesta e corri andando a segnare, Uribe corse in terza e Skip Schumaker raggiunse la seconda. Il prima base di Tampa (ed ex Dodger) James Loney tagliò sul monte il tiro dell'esterno centro Wil Myers, e tirò all'interbase Yunel Escobar, che a sua volta tirò la palla al terza base Longoria in piedi parecchi metri dietro la terza base, fuori dalla vista di Uribe. Longoria se ne stette dietro il sacchetto con fare annoiato e calciando la terra rossa per diversi secondi prima che si presentasse la sua chance. "Stavo guardando, e non sapevo cosa fare per fermarlo", disse il lanciatore dei Dodgers, Zack Greinke, che era nell'on deck, "Non volevo urlare a Uribe, perché poteva staccarsi dal sacchetto di terza. Non sapevo cosa fare. Appena alzò il piede per un decimo di secondo, Longoria era pronto a toccarlo". Come Uribe spostò il peso staccando il piede dal sacchetto di terza base, Longoria furtivamente da dietro schiaffeggiò la coscia di Uribe con guanto e palla. Longoria guardò da sopra la spalla l'arbitro Angel Hernandez, che chiamò out Uribe per un doppio gioco 8-3-6-5. Dopo la partita i compagni di squadra di Uribe gli fecero trovare nello spogliatoio una scarpa da baseball legata con del nastro ad una base.
Due fotogrammi dell'eliminazione di Juan Uribe da parte di Evan Longoria sotto gli occhi dell'arbitro di terza Angel Hernandez che chiama l'out. Anche il coach di terza dei Dodgers, Tim Wallach, non si è accorto del trucco
Il prima base dei Dodgers, Adrian Gonzalez, a sinistra, con Juan Uribe, vittima della palla nascosta dei Rays, mentre gli regala la base con la scarpa legata con del nastro
Il terza base Bill Coughlin ha la fama di essere stato il maestro del trucco della palla nascosta. Anche se non verificato, Coughlin la mise in pratica con successo sette volte. La prima volta successe il 12 maggio del 1905 contro Hobe Ferris dei Boston Red Sox. Lo ripetè di nuovo il 3 settembre 1906, eliminando George Stone nel primo inning. Nel primo inning di Gara 2 delle World Series del 1907, Coughlin eliminò Jimmy Slagle con il trucco della palla nascosta, l'unico nella storia delle World Series fino a quando Dick Groat dei St. Louis Cardinals lo mise in pratica su Mickey Mantle dei New York Yankees nel terzo inning di Gara 4 delle World Series del 1964. Il trucco della palla nascosta iniziò dalla seconda base Germany Schaefer a Coughlin in terza.
Willie Kamm Willie Kamm è stato considerato un altro maestro del trucco della palla nascosta. Il 30 aprile 1929, in una partita contro i Cleveland Indians, Kamm fu coinvolto in un raro triplo gioco che contemplò il trucco della palla nascosta. Gli Indians avevano corridori in prima e seconda base quando Carl Lind colpì un groundout sull'interbase. Johnny Hodapp, che era in seconda base, cercò di segnare ma fu catturato in ballerina tra terza e casa base. Charlie Jamieson avanzò in terza. Kamm recuperò la palla e toccò entrambi i corridori, al che l'arbitro eliminò Hodapp. Kamm poi nascose la palla sotto il braccio e attese che Jamieson facesse un passo fuori dalla base. Quando lo fece, Kamm lo toccò per completare il triplo gioco.
Everth Cabrera (# 2) mentre tocca Pablo Sandoval con il trucco della palla nascosta, non convalidata perchè subito dopo la conquista della seconda base c'era stata la chiamata di tempo del corridore all'arbitro di seconda Il 12 luglio del 2013, l'interbase dei San Diego Padres, Everth Cabrera, tentò di eseguire il trucco della palla nascosta su Pablo Sandoval dei San Francisco Giants dopo che questi aveva colpito un doppio. Quando il lanciatore Sean O'Sullivan stava per andare sul monte, Sandoval prese il suo vantaggio, e Cabrera lo toccò con la palla nel guanto. Ma, Sandoval aveva chiesto e ottenuto tempo dall'arbitro di seconda base, Laz Diaz, subito dopo il doppio. Poichè O'Sullivan non aveva assunto la sua posizione sulla pedana di lancio con la palla, l'arbitro di casa base opportunamente non chiamò "Play" e l'eliminazione di Sandoval da parte di Cabrera non poteva essere legale. L'Umpire Ejection Fantasy League spiega che questo è il motivo per cui il trucco della palla nascosta non può mai essere eseguito dopo una valida, visita sul monte o altro evento in cui si chiama "tempo": per mettere la palla in gioco, il lanciatore deve posizionarsi in possesso della palla a contatto della pedana e se il lanciatore è senza palla, è un balk secondo la regola 8,05 (i). Il tentativo di Cabrera ricorda uno simile fatto dall'interbase dei Philadelphia Steve Jeltz nel 1986. Lui aveva la palla, la mostrò all'arbitro di seconda, e toccò il corridore, Curt Ford dei St. Louis Cardinals, fuori dalla seconda base. L'unico problema era che il catcher dei Phillies John Russell, ignaro di ciò che stava accadendo sul diamante, chiese tempo all'arbitro di casa base John McSherry che glielo concesse proprio mentre l'interbase andava a toccare il corridore. Poichè la palla non era più in gioco nel momento che Jeltz toccava Ford, il corridore, come Sandoval, non potè essere eliminato. Nel 1968, l'arbitro Emmitt Ashford si intromise in un tentativo di palla nascosta, inconsapevolmente chiamando tempo - di sua spontanea volontà, non perché qualcuno glielo avesse chiesto - proprio quando il prima base degli Orioles Boog Powell stava per prendere Joe Pepitone, degli Yankees, fuori dal sacchetto. Interrogato dagli Orioles arrabbiati per la sua chiamata, disse: "Boog nel prendere la palla e si era dimenticato di chiamare tempo. Stavo solo cercando di essere utile". Sul lato opposto, Ozzie Guillen e Jack Martin sono gli unici giocatori ad essere stati eliminati con il trucco della palla nascosta tre volte nella loro carriera.
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Il Commissioner of Baseball è il capo esecutivo della Major League Baseball e delle loro associate Minor League - Una costellazione di league e club conosciuti come il "baseball organizzato". Sotto la direzione del Commissioner, l'Ufficio del Commissioner of Baseball assume e mantiene le squadre degli umpire, tratta la vendita e il commercio dei beni e dei servizi offerti dalla MLB, le maestranze e i contratti televisivi. Il Commissioner è scelto da una votazione dei proprietari delle squadre. L'attuale Commissioner è Bud Selig, che è in carica dal 1998. Selig agì come Commissioner di fatto sotto il titolo di "Chairman of the Executive Council" dal 1992 al 1998, quando l'ufficio del Commissioner era vacante. Il titolo di "Commissioner", che è un titolo ora applicato ai capi di diverse altre major league sportive, nonché del baseball, deriva dal suo precedente ufficio, la National Commission. La National Commission era il corpo dirigente del baseball professionistico a partire dal National Agreement del 1903, che instaurò la pace tra la National League e l'American League. Era costituito da tre membri: i due presidenti delle League e un presidente della Commission, le cui responsabilità principali erano di presiedere le riunioni e di mediare le controversie. Storia dei Commissioner Kenesaw Mountain Landis (1920-1944) Dopo il Black Sox Scandal, forse il peggiore di una serie di incidenti del primo decennio del '900 che mise in pericolo l'integrità delle partite – i proprietari dei team decisero nel 1920 di riformare la National Commission con un inserimento di uomini non del baseball. Elessero il giudice federale Kenesaw Mountain Landis, un fervente appassionato di baseball, come presidente della Commission riformata. Il primo atto di Landis fu quello di affrontare lo scandalo Black Sox. Gli otto giocatori sospettati di coinvolgimento nella truffa furono assolti, tra cui Buck Weaver e la superstar Shoeless Joe Jackson. Ma, Landis espulse a vita tutti dal baseball. Spiegò che, anche se i giocatori erano stati tutti assolti in tribunale, a nessuno di loro poteva essere permesso di rientrare a giocare prima che la loro immagine fosse riabilitata verso il pubblico. Nel corso degli anni, trattò duramente tutti tutti quelli la cui colpa era stata di aver venduto singole partite, frequentato i giocatori d'azzardo o impegnati in azioni che offuscavano l'immagine del gioco. Tra gli altri banditi dal gioco ci furono i giocatori dei New York Giants Phil Douglas e Jimmy O'Connell, il lanciatore dei Philadelphia Gene Paulette, il manager dei Giants Cozy Dolan, e nel 1943 il proprietario dei Phillies William D. Cox. Formalizzò inoltre l'esilio non ufficiale di Hal Chase e Heinie Zimmerman. Nel 1921, bandì l'esterno centro dei Giants Benny Kauff, anche se fu assolto dall'accusa di coinvolgimento in un giro di furti d'auto. Ma, Landis era convinto che Kauff fosse colpevole e sostenne che i giocatori dalla "reputazione e dal carattere sgradevole" non avevano posto nel baseball. I proprietari avevano sperato che Landis si ritirasse in buon ordine da capo titolare del baseball. Invece, Landis governò il baseball con mano di ferro per i successivi 25 anni. Istituì fieramente l'indipendente Commissioner's Office che avrebbe spesso continuato a lottare con i giocatori e i miserabili proprietari sulle decisioni che lui sosteneva fossero le migliori nell'interesse del gioco. Lavorò per eliminare il teppismo che aveva offuscato la reputazione dei giocatori negli anni '20, e inserì il suo ufficio nelle trattative con i giocatori, dove riteneva opportuno, per far cessare alcune delle pratiche di lavoro dei proprietari come Charles Comiskey che avevano contribuito al malcontento dei giocatori. Inoltre approvò personalmente le trasmissioni delle World Series. Il solo significativo rivale di Landis nei primi anni fu il fondatore dell'American League e presidente Ban Johnson, che era considerato l'uomo più potente del gioco prima dell'arrivo di Landis. Johnson era risoluto come Landis, e uno scontro tra i due era inevitabile. Successe nelle World Series del 1924. Quando diversi Giants furono implicati in un piano per corrompere i giocatori dei moribondi Phillies alla fine della stagione, Johnson chiese che le Series venissero annullate, e ad alta voce criticò la gestione della vicenda da parte di Landis, a cui il Commissioner rispose minacciando di dimettersi. I proprietari dell'American League promisero di togliere di mezzo Johnson dall'incarico, se avesse fatto di nuovo un altro passo falso. Due anni più tardi, quando Johnson criticò la decisione di Landis di dare a Ty Cobb e Tris Speaker l'amnistia dopo che era emerso che avevano scommesso su una partita truccata nel 1919, Landis disse ai proprietari dell'America League di scegliere tra lui e Johnson. I proprietari prontamente diedero a Johnson un anno sabbatico dal quale non sarebbe mai veramente ritornato. Landis perpetuò la linea di colore e prolungò la segregazione del baseball organizzato. Il suo successore, Happy Chandler, disse: "Per 24 anni il giudice Landis non lasciò giocare un uomo di colore. Ho avuto le sue documentazioni scritte, e le ho lette, e per 24 anni Landis costantemente bloccò ogni tentativo di mettere i neri e i bianchi insieme in uno stadio delle Major Leagues". Bill Veeck rivendicò che Landis gli impedì di acquistare i Phillies quando apprese del suo piano di integrare la squadra. La firma del primo giocatore di baseball nero, in epoca moderna, Jackie Robinson, accadde meno di un anno dopo la morte di Landis con la gestione di Chandler e fu progettato da uno delle vecchie nemesi di Landis, Branch Rickey. Undici settimane dopo il debutto di Robinson con i Brooklyn Dodgers, Veeck diventò il primo proprietario dell'American League a rompere la linea del colore. Landis aveva cercato di frenare la crescita delle minor league farm system dagli innovatori come Rickey, in nome della tutela dei livelli più bassi della sfera professionale. Landis sosteneva che poichè la franchigia poteva unilateralmente richiamare i giocatori da squadre che erano coinvolte nella corsa al pennant, l'organizzazione stava ingiustamente interferendo con le minor leagues. La sua posizione era che i campionati di ogni minor leagues non erano di minore importanza rispetto ai campionati delle major leagues, e che i fans delle minor e i sostenitori avevano il diritto di vedere le loro squadre in gara come meglio potevano. Ma aveva anche impedito la formazione di una potente terza Major League quando bloccò Pants Rowland dal promuovere la Pacific Coast League nel 1940. Uno degli intrighi che combattè fu il tentativo delle squadre delle major leagues a "cover up" (coprire) i giocatori nascosti nelle loro farm systems. Il termine, non utilizzato nelle comunicazioni ufficiali della league o dai team ufficiali, si riferiva ai giocatori clandestinamente firmati da un team della major league per un contratto di minor league. Di tanto in tanto una squadra avrebbe casualmente trovato un giocatore nella trade di off-season, come in questo aneddoto tratto dal libro "Dodger Daze and Knights" di Tommy Holmes: Tutti i proprietari delle squadre, i manager, e il Commissioner Landis, erano riuniti per procedere al draft. Un rappresentante di una squadra disse che "pretendeva il giocatore Paul Richards dei Brooklyn". "Non puoi farlo!" abbaiò un sorpreso Wilbert Robinson, manager dei Brooklyn Dodgers. "Perché no?" chiese Landis. "Perché Brooklyn 'him covered up' (lo coprì)" borbottò Robbie. La maggior parte degli altri si mise a ridere e anche Landis sorrise. Sia che le sue decisioni fossero elogiate o criticate, era soddisfatto di essere rispettato e temuto. Soprannominato "the baseball tyrant" (il tiranno di baseball) dai giornalisti del tempo, la sua legge era assoluta. Nel contesto di garantire l'integrità del gioco stesso, gli storici del baseball in generale lo considerarono l'uomo giusto al momento giusto quando fu nominato, ma anche un uomo che forse aveva tenuto l'incarico per troppo tempo. Venne eletto nella Hall of Fame del baseball nel 1944, in una speciale elezione che si tenne un mese dopo la sua morte, e il Most Valuable Player Award di ogni League è ufficialmente conosciuto come il Kenesaw Mountain Landis Award in suo onore. Happy Chandler (1945-1951) Quando morì nel 1944 il primo Commissioner of Baseball, il giudice Kenesaw Mountain Landis, John O. Gottlieb, un amico di Happy Chandler al Ministero della Guerra, lo suggerì come successore. I proprietari delle franchigie che avevano avuto paura che i loro giocatori venissero arruolati durante la guerra avevano deciso che il loro nuovo Commissioner dovesse avere le capacità e l'influenza di rappresentare gli interessi del baseball a Washington DC. Come senatore, Chandler aveva sostenuto le ragioni del baseball durante la guerra, accattivandosi le simpatie dei proprietari. Inoltre, i 50 mila dollari circa di stipendio annui del Commissioner che erano cinque volte quelli di un senatore degli Stati Uniti al tempo, si rivelarono una significativa lusinga, e Chandler accettò di essere preso in considerazione per il lavoro. Gli altri candidati che vennero considerati per la posizione includevano il presidente della National League Ford Frick , il presidente del Democratic National Committee Robert E. Hannegan, l'ex Postmaster General James Farley, il senatore statunitense John W. Bricker, il direttore dell'FBI J. Edgar Hoover, l'ex giudice federale Fred M. Vinson, il Governatore dell'Ohio Frank Lausche, e l'Undersecretary of War Robert P. Patterson. Dopo che i proprietari dei Cincinnati Reds, Warren Giles, e dei Chicago Cubs, Philip K. Wrigley, sollevarono una forte opposizione a Frick, l'ex favorito, co-proprietario dei New York Yankees Larry MacPhail, cominciò a sostenere Chandler. Quando i proprietari si incontrarono a Cleveland il 24 aprile 1945 per votare il nuovo Commissioner, il nome di Chandler non era nella rosa dei candidati; i candidati erano Frick, Farley, Hannegan, Vinson, Lausche e Patterson. Nessuno dei candidati ricevette i due terzi di maggioranza necessari, e dopo le pressioni di MacPhail e del proprietario dei New York Giants, Horace Stoneham, i proprietari effettuarono una votazione informale per vedere se qualcuno avesse la possibilità di essere eletto. Il nome di Chandler apparve tra i primi tre in ciascuna delle sedici schede elettorali, e così incoraggiati i proprietari tennero un'altra votazione formale. Dopo due scrutini, Chandler ottenne la maggioranza necessaria, una terza votazione fu fatta per rendere la scelta unanime. Chandler si scontrò con il manager dei Brooklyn Dodgers Leo "The Lip" Durocher sulle sue amicizie con giocatori d'azzardo e per il suo matrimonio con l'attrice Laraine Day, accuse mosse dall'ex marito della Day. Prima della partenza della stagione del 1947, Chandler sospese Durocher per l'intera stagione, citando "un comportamento dannoso per il baseball". I Dodgers vinsero il pennant in quella stagione sotto il sostituto manager Burt Shotton. Chandler divenne noto come "the players' commissioner" (Commissioner dei giocatori) per il suo lavoro a loro favore. Durante il suo servizio, presiedette la costituzione di un fondo pensionistico per i giocatori e supervisionò i primi passi verso l'integrazione delle Major Leagues, a cominciare dal debutto di Jackie Robinson con i Brooklyn Dodgers nel 1947. Questa mossa fu in polemica con i proprietari del team, che votarono 15-1 contro l'integrazione nello sport in una riunione segreta nel gennaio del 1947. I Dodgers di Branch Rickey incontrarono Chandler, che accettò di eseguire la mossa del team. La presa di posizione di Chandler fu accreditata da molti nella comunità sportiva con il suo fallimento nell'essere rieletto per un altro mandato come Commissioner dopo la scadenza del suo primo nel 1951. Chandler era pienamente consapevole che stava mettendo a rischio la propria posizione sovraintendendo il processo di integrazione. L'atteggiamento di Chandler era semplice e lo trasmise a Branch Rickey, come più tardi raccontò nella sua autobiografia: "Ho pensato molto a tutta questa situazione razziale nel nostro paese. Come membro della Commissione Militare Affari del Senato, ho avuto modo di conoscere molto dei nostri morti durante la guerra. Tanti ragazzi neri erano disposti ad andare a combattere e morire per questo paese. Era giusto dire loro quando sono tornati che non potevano giocare il passatempo nazionale? Sai, Branch, un giorno incontrerò il mio Creatore. E se mi chiede perché non ho lasciato giocare questo ragazzo, e io dico che il motivo è che lui è nero, potrebbe essere una risposta soddisfacente? Se il Signore ha fatto alcune persone nere, e un po' bianche e un po' di colore rosso o gialle, deve aver avuto una buona ragione. Non è il mio lavoro decidere quali colori possono giocare nella Major League Baseball. Il mio lavoro è vedere che il gioco sia equamente giocato e che tutti abbiano le stesse possibilità. Penso che se lo faccio, posso affrontare il mio Creatore con la coscienza pulita". Venne eletto nella Hall of Fame del baseball nel 1982 Ford Frick (1951-1965) Nel 1951, Ford Frick successe a Happy Chandler come Commissioner of Baseball. I critici di Frick lo accusarono di favorire nelle sue decisioni la National League (essendone stato il presidente dal 1934 al 1951), ad esempio quando furono inserite le squadre di espansione nel 1960. Nel 1957 durante il suo mandato, Frick prese di mira la campagna organizzata di "ballot stuffing" (quando una persona presenta più schede elettorali durante una votazione in cui è consentito un solo voto per persona) per l'All-Star Game di quell'anno, in cui la maggior parte dei voti provenivano da Cincinnati e avevano riempito il team della National League di giocatori dei Reds. In risposta, Frick annullò il voto dei fans, rimosse due giocatori dei Reds dalla formazione dei partenti e nominò due sostituti di altre squadre, e poi prese la decisione di revocare il voto a distanza dei tifosi e conservò questa sua decisione per il resto della sua permanenza in carica. Frick presiedette l'espansione dell'American e National League da 8 a 10 squadre. Di fronte a un Congresso che minacciava di revocare l'esenzione antitrust del baseball, Frick inizialmente favorì lo sviluppo di una terza major league (Continental League of Professional Baseball Clubs) all'interno del baseball organizzato, ma dovette cedere quando i proprietari delle franchigie esistenti si opposero e perseguirono i propri piani di espansione. Seguendo l'espansione, la stagione regolare fu estesa a 162 partite dalle 154 al fine di mantenere un programma equilibrato. La decisione più fortemente criticata di Frick come Commissioner fu quella di convincere i custodi dei record del baseball di elencare separatamente nel 1961 il record di home run nella singola stagione di Babe Ruth e quello di Roger Maris, in base alla lunghezza della stagione giocata. Più tardi, emerse che Frick aveva servito come ghostwriter per Ruth all'inizio della sua carriera. Nel 1991, l'asterisco (61*) venne cancellato dal libro dei record, poichè Frick non aveva alcuna reale autorità su come venivano registrati i record. Il record di Maris venne riconosciuto ufficialmente in seguito quando fu superato da Mark McGwire nel 1998. Venne eletto nella Hall of Fame del baseball nel 1970 e fu creato il Ford C. Frick Award nel 1978, che viene dato ogni anno ad un giornalista di baseball per i maggiori contributi al gioco. William Eckert (1965-1968) Più di 150 nomi apparvero sulla lista originale dei candidati per il posto di Commissioner dopo il ritiro di Ford Frick. I proprietari dei club inizialmente non erano in grado di decidere se il prossimo Commissioner dovesse provenire dalle file del baseball (ad esempio, il presidente dell'American o National League), o altrove. Quando finalmente decisero che il nuovo Commissioner avrebbe dovuto avere un forte background di business per affrontare i problemi che stavano emergendo in quel momento nel baseball organizzato. William Eckert diventò solo un serio candidato per l'incarico dopo che il collega generale Curtis LeMay lo raccomandò alla Major League Baseball. Il 17 novembre 1965, con voto unanime, degli allora 20 proprietari delle franchigie di major leagues, William Eckert diventò il quarto Commissioner della Major League Baseball. Quando diventò Commissioner, Eckert non aveva visto una partita in oltre 10 anni. Fu una scelta di compromesso per il lavoro, ed era così sconosciuto ai giornalisti sportivi che lo soprannominarono "the Unknown Soldier" (Milite Ignoto). Incorse nella pubblica ira, quando si rifiutò di annullare le partite dopo l'assassinio del senatore Robert F. Kennedy e del Rev. Martin Luther King Jr., e il disprezzo dei proprietari dei team perché rifiutò di affrontare con forza le sostanziali questioni di business. I proprietari prevedendo uno sciopero dei giocatori e non avendo fiducia nelle sue capacità di gestire la situazione, lo costrinsero a rassegnare le dimissioni al termine della stagione del 1968, anche se aveva ancora tre anni di contratto. Nonostante i suoi insuccessi e le carenze molto pubblicizzate, William Eckert sviluppò molti efficaci comitati di azione, metodi aziendali semplificati e contribuì a stabilizzare le franchigie con stadi più grandi e leasing a lungo termine. Inoltre, Eckert lavorò duramente per promuovere il gioco a livello internazionale, tra cui un tour in Giappone nel 1966 dei Los Angeles Dodgers. Bowie Kuhn (1969-1984) La permanenza in carica di Bowie Kuhn fu caratterizzata da scioperi (in particolare nel 1981), da proprietari disincantati e dalla fine della "reserve clause"* del baseball, ma il baseball organizzato godette guadagni senza precedenti di pubblico (da 23 milioni nel 1968 a 45,5 milioni nel 1983) e contratti televisivi durante lo stesso lasso di tempo. Kuhn sospese numerosi giocatori per il loro coinvolgimento con la droga e il gioco d'azzardo, e prese una posizione forte contro qualsiasi attività che percepì essere "non nel migliore interesse del baseball". Nel 1970, sospese la stella dei Detroit Tigers, il lanciatore Denny McLain, a tempo indeterminato (la sospensione venne successivamente fissata a 3 mesi) a causa del coinvolgimento di McLain in un'operazione di scommesse, e successivamente lo sospese per il resto della stagione per una pistola. Sospese entrambi Willie Mays (nel 1979) e Mickey Mantle (nel 1983) dallo sport a causa del loro coinvolgimento nella promozione di un casinò, nessuno dei due fu direttamente coinvolto nel gioco d'azzardo, ed entrambi furono reintegrati dal successore di Kuhn, Peter Ueberroth, nel 1985. Anche nel 1970 , Kuhn disse che il libro di Jim Bouton Ball Four era "dannoso per il baseball" e chiese che l'autore (ex lanciatore degli Yankees) ritrattasse. Il libro venne ripubblicato più volte ed è ora considerato un classico. Il 13 ottobre 1971, le World Series furono giocate per la prima volta di notte. Kuhn, che aveva pensato che il baseball potesse attirare un pubblico più vasto con le trasmissioni televisive in prima serata (al contrario di una trasmissione a metà pomeriggio, quando la maggior parte dei fans sta lavorando o frequentando la scuola), lanciò l'idea alla NBC. Si stima che circa 61 milioni di persone videro Gara 4 sulla NBC; gli ascolti televisivi per una partita di World Series durante le ore diurne non avrebbe mai avvicinato un tale record. La visione di Kuhn in questo caso fu ampiamente soddisfatta, come tutte le partite delle World Series che sono state trasmesse in prima serata. Curt Flood Il 7 ottobre 1969, i St. Louis Cardinals scambiarono Curt Flood, il catcher Tim McCarver, l'outfielder Byron Browne, e il pitcher mancino Joe Hoerner ai Philadelphia Phillies per il prima base Dick Allen, il seconda base Cookie Rojas e il pitcher di rilievo Jerry Johnson. Ma, Flood si rifiutò di andare ai moribondi Phillies, citando gli scarsi risultati della squadra e il fatto che avrebbe giocato nel fatiscente Connie Mack Stadium di fronte ai belligeranti e, secondo Flood, razzisti fans. Flood rinunciò al relativamente lucroso contratto di 100.000 $ con il suo rifiuto di essere ceduto ai Phillies. In una lettera a Kuhn, Flood chiese che il Commissioner lo dichiarasse free agent. Kuhn negò la sua richiesta, citando la correttezza della reserve clause, che sostanzialmente impediva a un giocatore di giocare con un'altra squadra anche dopo che il suo contratto era scaduto. In risposta, Flood intentò la causa contro Kuhn e la Major League Baseball, il 16 gennaio del 1970, sostenendo che le Major League Baseball avevano violato le leggi antitrust federali. Anche se Flood stava prendendo 90.000 $, al momento, paragonò la reserve clause alla schiavitù. Era un'analogia controversa, anche tra coloro che si erano opposti alla clausola di riserva. Il caso, Flood vs. Kuhn (407 US 258), alla fine arrivò alla Corte Suprema. L'avvocato di Flood , l'ex giudice della Corte Suprema Arthur Goldberg, aveva affermato che la reserve clause deprezzava i salari e limitava i giocatori a una squadra per tutta la vita. Il consiglio della Major League Baseball replicò che il Commissioner Kuhn aveva agito "per il bene del gioco". In definitiva, la Corte Suprema , si pronunciò per stare decisis (rimanere su quanto deciso), con votazione di 5-3 a favore della Major League Baseball, confermando la sentenza del 1922 del caso della Federal Baseball Club vs. National League (259 US 200). Charles O. Finley Anche se aveva una reputazione di "owners' commissioner" (Commissioner dei proprietari), Kuhn non evitò di affrontare i proprietari, quando lo ritenne necessario. Ad esempio, fu un grande avversario del proprietario degli Oakland Athletics, Charles O. Finley. Un grande imbarazzo per il baseball fu il comportamento e le azioni di Finley nel corso delle World Series del 1973. Finley costrinse il giocatore Mike Andrews a firmare una falsa dichiarazione giurata dicendo che era infortunato dopo che l'infielder di riserva aveva commesso due errori consecutivi nel 12° inning di Gara 2 con la conseguente sconfitta di Oakland contro i New York Mets. I compagni di squadra di Andrews, nonché il manager Dick Williams accorsero a difenderlo. Kuhn, in cambio, costrinse Finley a reintegrare Andrews. Nel 1976, quando Finley tentò di vendere diversi giocatori ai Boston Red Sox e ai New York Yankees per 3,5 milioni di $, Kuhn bloccò le offerte sulla base del fatto che avrebbero fatto male al gioco. Alcuni credono che le azioni di Kuhn fossero semplicemente una vendetta, contro Finley, dopo che questi aveva tentato di spingere i proprietari a votare per rimuovere Kuhn dal suo incarico nel 1975. Guerra di Kuhn alla droga Dopo essere stato in carica per più di dieci anni, crebbe la sua reputazione di duro con i giocatori che avevano abusato di droghe. Kuhn si prodigò a punire con pesanti multe e sospensioni i giocatori che avevano utilizzato farmaci. Il catcher dei Kansas City Royals, Darrell Porter, disse alla Associated Press che durante l'inverno del 1979-1980 divenne paranoico, convinto che Kuhn conoscesse il suo abuso di droga, tanto da cercare di intrufolarsi in casa sua in previsione di allontanarlo dal baseball per tutta la vita. Porter si ritrovò seduto di notte al buio a guardare fuori dalla finestra, in attesa dell'arrivo di Kuhn, stringendo delle palle da biliardo e un fucile da caccia. Ironia della sorte, quando Porter fu nominato il miglior giocatore delle World Series del 1982, mentre giocava per i Cardinals, Kuhn gli porse la mano per congratularsi con lui. Nel 1980, durante la crisi iraniana degli ostaggi, Kuhn sedeva a una partita di baseball con Jeremiah Denton, un ammiraglio della Marina ed ex prigioniero di guerra in Vietnam, che sarebbe stato eletto senatore degli Stati Uniti in quello stesso anno da parte dello stato dell'Alabama. Ricordando l'evento per il Washington Post, Kuhn era convinto che "quel pomeriggio ... avessero discusso dell'idea di un pass a vita per le partite di baseball", e al loro ritorno dall'Iran, a ciascuno dei 52 ostaggi fu dato uno di questi pass unici. Nel 1983, quattro giocatori dei Kansas City Royals - Willie Wilson, Jerry Martin, Willie Mays Aikens, e Vida Blu - furono trovati colpevoli di uso di cocaina. Inoltre, stelle affermate come Ferguson Jenkins, Keith Hernandez, Dave Parker e Dale Berra ammisero di avere problemi con la droga. Kuhn fu allo stesso tempo lodato e attaccato per la ferma posizione che tenne contro i trasgressori. Nel 1982, alcuni dei proprietari organizzarono un movimento per defenestrarlo. Nel 1983, Kuhn e i suoi sostenitori fecero un ultimo disperato tentativo di rinnovare il contratto, ma alla fine non riuscì. A Kuhn, però, fu permesso di rimanere per la stagione regolare 1984 prima di essere sostituito da Peter Ueberroth. * Reserve clause: Era una clausola nei contratti del giocatore che lo legava ad un unico gruppo per un lungo periodo, anche se i singoli contratti che aveva firmato nominalmente coprivano solo una stagione. Per gran parte della storia del baseball, il termine "riserva" è stata ritenuta sostanzialmente perpetua, in modo che un giocatore non aveva la libertà di cambiare squadra se non nel caso del suo rilascio incondizionato. Si credette che la clausola fosse stata ampiamente eliminata nel 1970, ma in pratica i giovani giocatori di oggi sono ancora vincolati per un massimo di 12 anni (6 nelle minor e 6 nelle major) prima di avere i diritti di free agent. Peter Ueberroth (1984-1989) Peter Ueberroth fu eletto a succedere Bowie Kuhn il 3 marzo 1984 ed entrò in carica il 1° ottobre dello stesso anno. Come condizione per la sua assunzione a Commissioner, Ueberroth ottenne l'autorità di poter aumentare le multe da 5000 a 250000 $. Il suo stipendio fu portato a 450000 $, quasi il doppio di quello che era stato pagato a Kuhn. Ueberroth, ansioso di risolvere i problemi legati alla droga delle league, disse nel corso di una conferenza stampa tenuta subito dopo la sua nomina: "Il baseball ha la responsabilità di combattere la droga, non di combattere i giocatori". Purtroppo, Ueberroth avrebbe presto scoperto che né la Major League Baseball Players Association, né i proprietari dei club condividevano il suo entusiasmo per risolvere il problema. Proprio quando Ueberroth stava assumendo l'incarico la Major League Umpire Union minacciò di scioperare la postseason. Ueberroth riuscì ad arbitrare il disaccordo e convinse gli arbitri a tornare al lavoro prima che le League Championship Series fossero finite. L'estate successiva, Ueberroth lavorò dietro le quinte per limitare uno sciopero dei giocatori un giorno prima che fosse elaborato un nuovo contratto di lavoro con la Players Association. Nel corso del suo mandato, Ueberroth reintegrò gli Hall of Famers Willie Mays e Mickey Mantle, a cui era stato vietato di lavorare per la Major League Baseball da Kuhn a causa delle loro attivita con i casinò. Inoltre, Ueberroth sospese numerosi giocatori a causa del consumo di cocaina, negoziò un contratto televisivo di 1,2 miliardi dollari con la CBS, e avviò l'indagine contro le abitudini di scommettere di Pete Rose. Nel 1985, primo anno completo di Ueberroth in carica, le League Championship Series aumentarono il numero delle partite della serie passando delle cinque al meglio delle sette. Su sua sollecitazione, i Chicago Cubs scelsero di installare le luci al Wrigley Field, piuttosto che rimborsare le league per i ricavi perduti nelle partite notturne. Ueberroth poi trovò una nuova fonte di reddito convincendo le grandi aziende a pagare per il privilegio di avere i loro prodotti omologati dalla Major League Baseball. Tuttavia, Ueberroth con l'assistenza dei proprietari, facilitò anche la "collusion" (E' un termine commerciale che descrive una situazione in cui i pochi proprietari artificialmente limitano gli stipendi dei lavoratori del settore attraverso l'azione concertata), una violazione illegale del contratto collettivo delle leagues con i giocatori, nel corso delle off-seasons del 1985, 1986 e 1987. Dopo la stagione 1985, sotto l'impulso di Peter Ueberroth, i proprietari stipularono un accordo non scritto di non competere l’uno con l'altro sui servizi dei free-agents, e di ridurre in modo significativo la durata dei contratti che avrebbero offerto. Come risultato, i free-agents furono costretti a firmare nuovamente con le loro squadre originali per poco o nessun aumento di paga, a meno che la loro squadra avesse indicato che non era interessata a loro servizi. Così, i giocatori che avrebbero dovuto essere molto ricercati, come l'outfielder dei Detroit Tigers, Kirk Gibson, che aveva battuto 29 home run e 97 RBI nel 1985, scoprì che nessuna squadra era apparentemente interessata ai suoi servizi e dovette restare. Ai giocatori che diventarono free-agents fu impedito di firmare contratti equi ed entrare in un team scelto da loro in questo periodo, una strategia che il dirigente sindacale Marvin Miller così sintetizzò: "Equivale a decidere, non solo le partite, ma intere corse al pennant, incluse le post-season Series". La MLBPA sporse denuncia di collusion, sostenendo che Ueberroth e i proprietari delle squadre avevano violato l'accordo di contrattazione collettiva nelle stagioni del 1985, 1986 e 1987. La MLBPA vinse le cause, con conseguente free agents "second look" ("second-look, o, new-look, o free-look free agents" è quando ai free agents vengono date tre opzioni: possono rimanere con le loro attuali squadre con i loro contratti esistenti, possono rimanere con le loro squadre attuali dopo aver negoziato nuovi contratti, oppure possono firmare con altre squadre), e più di 280 milioni di dollari in multe ai proprietari. Fay Vincent, che fu successore di Ueberroth, ritenne che gli anni di collusion costituirono un furto ai danni dei giocatori. Sotto Ueberroth, la Major League Baseball godette un aumento di presenze di pubblico (record di presenze in quattro stagioni consecutive), una maggiore consapevolezza del controllo della folla e la gestione di alcol all'interno dei ballparks, una riuscita e attenta campagna anti droga, un significativo miglioramento nell'impiego del personale, e un significativo miglioramento del quadro finanziario globale della MLB. Quando Ueberroth entrò in carica, 21 dei 26 club stavano perdendo soldi; nella penultima stagione piena di Ueberroth (1988) tutti i club o pareggiarono o finirono senza debiti. Nel 1987, per esempio, il baseball come industria realizzò un utile netto di 21,3 milioni dollari, il primo anno proficuo dal 1973. Ciò nonostante, dopo l'annuncio del primo dei tre grandi risarcimenti ai giocatori a seguito dei risultati della collusion, Ueberroth si dimise da Commissioner prima dell'inizio della stagione regolare del 1989; il suo contratto avrebbe dovuto correre fino alla fine della stagione. Gli successe il presidente della National League A. Bartlett Giamatti. A. Bartlett Giamatti (1989)A. Bartlett Giamatti aveva interessi nel baseball che duravano da tutta una vita (era un ostinato fan dei Boston Red Sox). Divenne presidente della National League nel 1986, e in seguito Commissioner of Baseball nel 1989. Durante il suo periodo come presidente della NL, Giamatti pose l'accento sulla necessità di migliorare l'ambiente per i fans nei ballparks. Inoltre obbligò gli arbitri ad applicare rigorosamente la regola del balk, e sostenne la "social justice" (giustizia sociale) come unico rimedio per la mancanza di presenza di manager delle minoranze, coach o dirigenti di ogni livello nella Major League Baseball. Mentre era ancora presidente della National League, Giamatti sospese Pete Rose per 30 partite dopo che il manager dei Reds spinse l'arbitro Dave Pallone il 30 aprile 1988. Nello stesso anno, Giamatti sospese anche il pitcher dei Los Angeles Dodgers Jay Howell, che fu sorpreso con pine tar nel guantone durante il campionato della NL. Giamatti, la cui forte relazione con Yale impressionò favorevolmente i proprietari della Major League Baseball, fu eletto all'unanimità per succedere a Peter Ueberroth come Commissioner l'8 settembre 1988. Giamatti era il nuovo Commissioner il 24 agosto 1989, quando Pete Rose volontariamente accettò l'ineleggibilità permanente dal baseball in seguito al Dowd Report. Come risulta dalla convenzione con Pete Rose, Giamatti era determinato a mantenere l'integrità del gioco durante il sua breve commissariato. Il Dowd Report è il documento che descrive le trasgressioni del giocatore di baseball Pete Rose circa le scommesse sul baseball, che fece precipitare all'accordo per la sospensione a vita dal baseball negli Stati Uniti. Il rapporto di 225 pagine fu preparato dal consulente speciale del Commissioner, l'avvocato John M. Dowd, e presentato a Bart Giamatti a maggio del 1989. La relazione era accompagnata da sette volumi di reperti, che comprendevano le registrazioni telefoniche, presunte ricevute di scommesse, perizie e trascrizioni di interviste con Rose e altri testimoni. Mentre era nella sua casa a Martha Vineyard in vacanza, Giamatti, un grande fumatore per molti anni, morì improvvisamente per un attacco cardiaco all'età di 51 anni, appena otto giorni dopo che aveva bandito Rose e 154 giorni dal suo inizio mandato di Commissioner. Divenne il secondo Commissioner of Baseball a morire mentre era in carica, il primo fu Kenesaw Mountain Landis. I proprietari di baseball elessero alla carica Fay Vincent, amico di Giamatti e il primo in assoluto vice Commissioner of Baseball. Fay Vincent (1989-1992) Fu Bart Giamatti a volere l'amico di lunga data Fay Vincent come vice nel momento del suo insediamento. Diventò l'ottavo Commissioner of Baseball dopo la morte di Giamatti il 1° settembre 1989 e presiedette le World Series del 1989, che furono interrotte dal terremoto di Loma Prieta; la serrata dei proprietari durante lo spring training della stagione 1990, e l'espulsione di George Steinbrenner nel suo primo anno. Prima di accettare il lavoro di Commissioner, Vincent si consultò con la vedova di Bart Giamatti, Toni, per assicurarsi che lei pensasse che fosse adatto all'incarico. Nel 1990, il presidente della National League, Bill White, era disposto a sospendere l'arbitro Joe West per aver spinto a terra il lanciatore di Philadelphia Dennis Cook, ma Vincent intervenne e non fu imposta nessuna azione disciplinare. Durante il suo commissariato, Vincent rese noto (mentre veniva intervistato da Pat O'Brien durante la trasmissione della CBS di Gara 4 delle World Series del 1991), che se avesse avuto la possibilità, si sarebbe sbarazzato della regola del battitore designato. Vincent fu collegato anche all'esilio a vita dal baseball di Pete Rose, ma l'espulsione iniziò mentre Giamatti era in carica (anche se Vincent condusse le indagini e fu coinvolto nei negoziati). Vincent disse pubblicamente che non avrebbe supportato il ripristino di Rose. World Series 1989 Il 17 ottobre del 1989, Vincent si sedette in poltrona dietro il dugout a sinistra al Candlestick Park di San Francisco. Alle 05:04, poco prima di Gara 3 delle World Series tra i San Francisco Giants e gli Oakland Athletics, si scatenò il terremoto di Loma Prieta (7.1 della scala Richter). Verso le 17:35, dopo essere arrivato alla conclusione che l'elettricità non poteva essere ripristinata prima del tramonto, Vincent ordinò che la partita fosse rinviata. Vincent, che aveva già preso la decisione di rinviare Gara 3, non disse nulla a nessuno. Come risultato, gli arbitri presentarono una protesta formale alla decisione di Vincent. Tuttavia, la partita dovette essere rinviata a causa di problemi con le linee del gas, nonché i collegamenti elettrici. Le World Series ripresero dopo dieci giorni di rinvio (e qualche conflitto iniziale tra Vincent e il sindaco di San Francisco, Art Agnos, che riteneva che le World Series avrebbero dovuto essere ritardate più a lungo) il 27 ottobre 1989. Mentre consegnava il trofeo delle World Series agli Athletics, che avevano vinto con una sweep in quattro partite, Vincent riassunse l'esito del Fall Classic del 1989 come: "Per molti aspetti una notevole World Series". Lockout 1990 Nel febbraio del 1990, i proprietari annunciarono che lo spring training non sarebbe iniziato come da programma. Ciò era avvenuto dopo che il direttore esecutivo della MLBPA, Donald Fehr, aveva avuto conferma che i proprietari avrebbero istituito un salary cap (tetto salariale). Fehr credeva che il tetto salariale potesse limitare il numero delle scelte dei free agents e che l'introduzione di una scala di pay-for-performance avrebbe eliminato i contratti pluriennali. La serrata, che era il settimo sciopero nel baseball dal 1972, durò 32 partite e spazzò via tutto lo spring training. Vincent lavorò con i proprietari e la MLBPA, e il 19 marzo del 1990 fu in grado di annunciare un nuovo accordo di base (il salario minimo della MLB passò da 68000 a 100000 $ e istituì una commissione di studio di sei uomini per il revenue sharing). In conseguenza della serrata, il giorno di apertura della stagione 1990 fu spostato indietro di una settimana al 9 aprile, e la stagione venne prorogata di tre giorni per accogliere il normale programma di 162 partite. George Steinbrenner Il 30 luglio del 1990, Vincent espulse a vita dal baseball il proprietario dei New York Yankees, George Steinbrenner, perché aveva pagato 40000 $ a Howie Spira, un piccolo giocatore d'azzardo, per "infangare" il suo esterno Dave Winfield dopo che questi lo aveva citato per non aver pagato la sua fondazione i 300000 $ garantiti nel suo contratto. Steinbrenner fu ripristinato nel 1993 (un anno dopo che Vincent aveva finito il suo mandato). Steve Howe Il 24 giugno del 1992, Vincent sospese definitivamente il lanciatore Steve Howe per ripetuti reati di droga. Vincent si infuriò quando il management degli Yankees (Buck Showalter, Gene Michael e Jack Law) accettarono di testimoniare a favore di Howe, e minacciò di espellerli: Ironia della sorte, i tre uomini furono influenzati dall'iperbole di Vincent, testimoniando per Howe come promesso, e rimasero attivi nel baseball. Tre mesi dopo, Vincent fu rimosso dal suo incarico. Un arbitrato annullò la sospensione di Howe l'11 novembre 1992. Espansione del 1993 Nel giugno del 1991, Vincent dichiarò che l'American League avrebbe ricevuto 42 milioni dei 190 milioni di dollari di fatturato dell'espansione della National League e che l'AL avrebbe fornito i giocatori al progetto di espansione della NL (che coinvolgeva i Colorado Rockies e i Florida Marlins). Nel tentativo di ottenere il sostegno dell'American League e bilanciare il voto, Vincent decretò che i proprietari delle franchigie dell'AL avevano diritto al 22 per cento dei 190 milioni di dollari. Questa decisione stabilì, per la prima volta nella storia delle espansioni, che le League erano tenute a condividere le entrate dell'espansione che avrebbero fornito i giocatori per il draft di espansione di un'altra league. Vincent disse che i proprietari ampliarono il numero di franchigie per raccogliere fondi per pagare il loro debito di collusion. Riallineamento Poco prima di lasciare l'incarico, Vincent aveva in programma di riallineare la National League. Vincent voleva che i Chicago Cubs e i St. Louis Cardinals si spostassero dalla Eastern alla Western Division. Parte dell'impulso per il riallineamento era dovuto all'anomalo posizionamento geografico, sin dal 1969, dei Cincinnati Reds e degli Atlanta Braves nella West Division e dei Cubs e dei Cardinals nella East Division. Il presidente della National League, Bill White, aveva avvertito Vincent che riallineare senza l'approvazione della League sarebbe stata una violazione della National League Constitution. Molti pensavano che questo piano sarebbe stato vantaggioso per la League nel suo complesso, in particolare con la costruzione di una rivalità regionale tra la nuova franchigia di Miami e gli Atlanta Braves. I Cubs, tuttavia, si opposero allo spostamento, perchè i fans della Central Time Zone sarebbero stati costretti a guardare molte partite giocate sulla West Coast con tempistiche di trasmissione più tardive (Il riallineamento includeva l'uso di un calendario equilibrato, i Cubs avrebbero effettivamente giocato più partite contro squadre al di fuori della loro division). Il 17 luglio 1992, i Chicago Cubs citarono Vincent e chiesero alla Corte Distrettuale degli Stati Uniti a Chicago un'ingiunzione preliminare per impedire l'attuazione, che fu concessa due settimane più tardi. Dopo che gli avvocati di Vincent si appellarono, il dibattimento venne programmato per il 30 agosto dello stesso anno. In definitiva, Vincent si dimise prima che il contenzioso fosse programmato e il risultato fu che i Cubs interruppero la loro azione legale. Anche se la visione di Vincent non venne mai veramente realizzata, la Major League Baseball riallineò le League nel 1994, sia pure in forma di tre division, con l'aggiunta di un un nuovo formato di playoff espanso. Relazione di Vincent con i proprietari Il suo rapporto con i proprietari fu sempre molto difficile e si dimise nel 1992 dopo il risultato di una votazione, 18 contro 9, senza voto di fiducia. I proprietari erano ancora arrabbiati con Vincent per il suo intervento durante la serrata del 1990. Rimasero delusi anche dalla diminuzione degli ascolti televisivi alla luce di un accordo da 1,2 miliardi in quattro anni con la CBS (che alla fine sarebbe costato alla rete 500 milioni di dollari) a partire dal 1990 (prima stagione completa di Vincent come Commissioner) e gli stipendi aumentati in modo incontrollabile (E' anche importante notare che la CBS stessa contribuì a diminuire gli ascolti, grazie alla citata programmazione casuale della trasmissione Game of the Week durante la stagione regolare al punto che i fans si stancarono di sintonizzarsi sul baseball il sabato d'estate). Lo accusarono anche di aver agito in modo prepotente, soprattutto nella vicenda Howe. I leader del movimento per cacciare Vincent erano membri di quello che The Sporting News più tardi soprannominò "The Great Lakes Gang": - Bud Selig, presidente dei Milwaukee Brewers; Nel suo saluto di addio, Vincent disse: Fu sostituito dal proprietario dei Milwaukee Brewers, Bud Selig, la cui famiglia ha continuato a mantenere la proprietà dei Brewers. Fay Vincent non fu in grado di completare il mandato di cinque anni, che aveva ereditato da Bart Giamatti. Vincent sostenne che la Major League Baseball fece un errore enorme a non nominare il suo vice Steve Greenberg - il figlio dell'Hall of Famer Hank Greenberg - come Commissioner. Bud Selig (1992 - 2015) Bud Selig servì come Executive Council Chairman nel periodo dal 1992 al 1998, in qualità di Commissioner, e poi venne nominato ufficialmente nel 1998. Selig diresse il baseball attraverso lo sciopero del 1994, l'introduzione della wild card, il gioco inter league, e la fusione della National e American League sotto l'Ufficio del Commissioner. Fu determinante nell'organizzazione delle World Baseball Classic nel 2006. Selig ha anche introdotto la compartecipazione alle entrate. E' accreditato del "turnaround" (E' il processo che permette di passare da un periodo di perdite o bassa redditività a un palcoscenico più redditizio) finanziario del baseball durante il suo mandato, con un aumento del 400 per cento delle entrate della MLB e il superamento del record annuale delle presenze di pubblico. Durante il periodo di Selig, l'uso di steroidi e di altri farmaci dopanti è diventato una questione pubblica. Il "Mitchell Report", commissionato da Selig, concluse che i Commissioner MLB, i clubs, la Players Association, e i giocatori avevano tutti contribuito "in una certa misura alla responsabilità per l'era degli steroidi". In seguito alla pubblicazione del Rapporto Mitchell, il membro del Congresso Cliff Stearns chiamò Selig perché si dimettesse da Commissioner, citando la sua "risposta glaciale" al "crescere della macchia sul baseball". Selig si è impegnato in numerose occasioni per liberare il baseball dai farmaci dopanti, supervisionando tanti cambiamenti regolamentari e istituendo a tal fine le sanzioni. Bud Selig ha contribuito a introdurre le seguenti modifiche alla Major League Baseball: - Riallineamento delle squadre in tre division per ogni League, e l'introduzione delle squadre wild card nei playoff: una per ogni League a decorrere dal 1994, e due per League a partire dal 2012 - Partite di inter league ( 1997) - Quattro nuove franchigie: Colorado Rockies e Florida Marlins (nel 1993), seguiti dagli Arizona Diamondbacks e Tampa Bay Rays (nel 1998). - Una formula di calendario sbilanciato che favorisce fortemente il gioco inter divisionale (2001) - Abolizione degli uffici e le presidenze della National e American League, e l'inclusione di tutte le squadre umpiring in un pool comune per le partite dell'AL e della NL, invece di avere pool separati per ogni league - Vantaggio del fattore campo nelle World Series concesso al vincitore dell'All-Star Game nella stessa stagione 2003 (Dal 2017 è stato cambiato e il vincitore dell'All-Star Game non influisce più sul vantaggio in casa nelle World Series). - Trasferimento della franchigia dei Montreal Expos a Washington DC, diventando gli Washington Nationals (2004) - Severe regole per la lotta alla droga nella Major League Baseball - Major League Baseball performance-enhancing drug testing policy (2005) - World Baseball Classic (2006) - Instant replay usato dalle squadre umpiring per rivedere le chiamate degli home run contestati (2008). Esteso a tutte le chiamate (eccetto balls e strikes) a partire dal 2014. Durante gli anni di servizio di Selig, sono stati aperti nuovi stadi ad Atlanta, Cincinnati, Cleveland, Colorado, Detroit, Houston, Miami, Milwaukee, Philadelphia, Phoenix, Pittsburgh, San Diego, San Francisco, Seattle, Arlington, St. Louis, Washington, DC, Queens, The Bronx e Minneapolis. Inoltre, le sedi ora conosciute come Angel Stadium ad Anaheim, Fenway Park a Boston e Kauffman Stadium a Kansas City hanno subito importanti lavori di ristrutturazione e lavori simili sono iniziati al Wrigley Field a Chicago. Selig si è ritirato dalla carica dopo la stagione 2014, cedendo ufficialmente al suo successore il 25 gennaio 2015, e diventando il Commissioner Emeritus of Baseball. Rob Manfred (2015-oggi) Rob Manfred Rob Manfred è stato eletto decimo Commissioner of Baseball il 14 agosto 2014. Manfred, che ha lavorato a tempo pieno per la Major League Baseball dal 1998, è stato eletto al terzo scrutinio dopo aver perso un voto in meno della soglia dei 23 voti (3/4 supermaggioranza) nei primi due scrutini. È stata la prima elezione di un Commissioner del baseball contestata in 46 anni quando il proprietario dei Chicago White Sox Jerry Reinsdorf e il proprietario dei Los Angeles Angels Arte Moreno hanno guidato un gruppo a sostegno del presidente dei Boston Red Sox Tom Werner, che ritenevano avrebbe preso una posizione più dura contro gli attori nelle trattative sindacali. Manfred è subentrato a Bud Selig il 25 gennaio 2015. "Colpo di stato" dei Proprietari Le tensioni tra i Commissioner e i proprietari delle franchigie che li avevano eletti, aggravati da cronici conflitti di lavoro con la Major League Baseball Players Association cominciati nel 1970, vennero al pettine nel 1992, quando i proprietari di baseball votarono la sfiducia al Commissioner Fay Vincent con una votazione di 18 a 9. I proprietari rivendicarono numerose lamentele contro Vincent, in particolare la percezione che fosse stato troppo favorevole ai giocatori durante il lockout del 1990. A differenza del Commissioner attuale, Vincent aveva dichiarato che i proprietari avevano utilizzato la collusion contro i giocatori. Vincent si espresse così: "L'Union fondamentalmente non si fida della proprietà perché la collusion fu un furto di 280 milioni di dollari di Selig e di Jerry Reinsdorf, proprietario dei Chicago White Sox, ai giocatori. Voglio dire, hanno truccato la firma di free agent. Se li sono presi. Hanno pagato 280 milioni di dollari per i giocatori. Ed io credo che ci sia un rapporto di lavoro inquinato nel baseball da quando è successo. Penso che sia la ragione principale per cui il capo del sindacato, Donald Fehr, non ha alcuna fiducia in Selig". Vincent si dimise il 7 settembre del 1992. Selig, proprietario di lunga data dei Milwaukee Brewers, venne nominato presidente del Consiglio Esecutivo del baseball, rendendolo di fatto il Commissioner de facto (tra i potenziali candidati per la posizione di Commissioner permanente discussi dai media c’erano il futuro presidente George W. Bush, che fu socio dei Texas Rangers 1989-1994, e George J. Mitchell, allora leader della maggioranza del Senato degli Stati Uniti). Mentre recitava da Commissioner, Selig diresse la Major League Baseball durante lo sciopero dei giocatori del 1994, che portò alla cancellazione delle World Series. Selig continuò ad agire da Commissioner fino all'8 luglio del 1998, quando i proprietari lo nominarono ufficialmente. Essendo stato un proprietario per 30 anni, Selig ha legami più stretti con i proprietari delle squadra della MLB rispetto ai Commissioner precedenti. L'amministrazione di Selig ha conseguito molti successi, quali l'espansione e il gioco inter league, ma molti ancora vedono la sua mancanza di indipendenza dai proprietari come un problema. Nel maggio del 2008, Bud Selig superò Bowie Kuhn come secondo Commissioner con maggiore anzianità di servizio (incluso il suo tempo come "acting commissioner" dal 1992 a metà del 1998), dietro Kenesaw Mountain Landis, che morì in carica dopo 24 anni di servizio. A partire dal 2006, Selig a volte dichiarò la sua intenzione di ritirarsi alla fine del suo contratto nel 2009. Tuttavia, il 17 gennaio 2008, fu annunciato che Selig aveva accettato una proroga di 3 anni per tutta la stagione 2012. Le sfide attuali Una questione di primo piano attualmente affrontata dalla Major League Baseball riguarda l'utilizzo di farmaci dopanti, tra cui gli steroidi anabolizzanti, dai giocatori di baseball alla fine del 1990 fino al 2009. Affrontando la questione se Selig avesse dovuto prendere azioni alternative, l'ex Commissioner Fay Vincent aveva scritto il 24 Aprile del 2006, pubblicato da Sports Illustrated, che con la maggior parte dei problemi ufficiali di Barry Bonds che erano fuori dal campo, e con la forza della Major League Baseball Players Association, c'era poco che Selig potesse fare al di là di nominare un comitato di studio. Vincent aveva detto che Selig era in gran parte "un osservatore di un forum al di là della sua portata".Un'altra sfida per l'Ufficio del Commissioner è lo squilibrio concorrenziale e la lotta delle presenze di pubblico nei piccoli mercati. Nel 2010, solo 2 squadre (Boston Red Sox e Philadelphia Phillies) esaurirono ogni partita e molte squadre non riuscirono a racimolare 2 milioni di fans. Il "Blue Ribbon Panel" sull'economia del baseball (Blue Ribbon Panel è un termine informale generalmente usato per descrivere un gruppo di persone speciali, incaricato di indagare o studiare o analizzare una determinata questione e formulare conclusioni o raccomandazioni che possono poi essere utilizzati da chi ha il potere decisionale di agire) presso l'Ufficio del Commissioner, ha constatato che la luxury tax (tassa sul lusso) non riusciva a correggere l'equilibrio competitivo della league e sono stati necessari diversi passaggi per correggere l'attuale stato di generazione delle entrate e dividendi. |
Speciali patches (stemmi) e armbands (fasce) sono state da sempre parte della divisa da baseball, ma la pratica è molto più comune di quello che si può pensare. Oggi, quasi tutte le divise della major league presentano una sorta di stemma per commemorare l'anniversario, promuovere un imminente evento, o onorare la memoria dei membri della comunità del baseball o altri che sono morti. Il lutto di Miller Le fasce commemorative e i contrassegni di un tipo o di un altro sono stati una tradizione nel baseball dal 19° secolo. Il primo utilizzo noto di un contrassegno commemorativo su una divisa delle major leagues fu nel 1876, l'anno inaugurale della National League. A fine maggio di quella stagione, Tom Miller, catcher dei St. Louis Brown Stockings, morì per una malattia ai reni. Anche se Miller aveva giocato la stagione precedente con un altro club, i suoi compagni di squadra adottarono la risoluzione dichiarando: "che noi, i suoi recenti colleghi, indosseremo una fascia a lutto per trenta giorni in segno di rispetto per la sua memoria". Nastro nero a Boston Il 28 marzo 1907, Chick Stahl, manager dei Boston Americans (più tardi conosciuti come Red Sox), si suicidò. Tre giorni dopo, in una partita di spring training, sia Boston che i loro avversari, i Cincinnati Reds, indossarono nastri neri di tessuto al braccio in memoria di Stahl, che fu sepolto quel giorno. Anche se tre giocatori chiave dei Boston saltarono la partita, al fine di partecipare al funerale di Stahl, il club sconfisse i Reds 3-0 . Appena un giorno dopo la morte prematura di Stahl, i Boston Doves (più tardi conosciuti come Braves) della National League persero il loro compagno di squadra Cozy Dolan per febbre tifoidea. Nell'opening day del 12 aprile 1907, i giocatori dei Boston indossarono uniformi con la "B", nel carattere old english, sulla parte frontale sinistra della casacca ornata di una striscia nera. La morte di Pulliam Un uso precoce della fascia commemorativa si verificò in seguito alla morte del presidente della National League, Harry Pulliam, il 29 luglio 1909. Pulliam, che aveva combattuto con la malattia mentale ed era stressato dalle sollecitazioni del suo lavoro, si sparò alla testa il 25 luglio, anche se morì quattro giorni dopo. Il 2 agosto, il giorno del funerale di Pulliam, tutte le partite di campionato furono rinviate (per la prima volta nella storia del gioco). In memoria dell'ex presidente della League, ogni club della NL indossò la fascia nera sulla manica sinistra della casacca per il resto della stagione. Il prima base Fred Tenney dei New York Giants nel 1909 Tributo dei Tribe L'unico giocatore di major league a morire per un incidente sul campo fu l'interbase Ray Chapman, stella dei Cleveland Indians. Il 16 agosto 1920, Chapman fu colpito alla testa da un lancio effettuato dal lanciatore dei New York Yankees, Carl Mays. Il colpo fratturò il cranio di Chapman, e il giorno dopo morì. Per il resto della stagione e durante la loro trionfale apparizione nelle World Series, gli Indians indossarono una fascia nera sulla loro manica sinistra in memoria del loro amato compagno di squadra.
Il pitcher Stan Coveleski dei Cleveland Indians nel 1920Anche se il lutto al braccio è stato a lungo il metodo più comune per rendere omaggio a una persona recentemente scomparsa, le divise da baseball hanno anche utilizzato altri simboli come segni commemorativi. Il numero dell'uniforme di un giocatore all'interno di uno stemma circolare è stata usato come simbolo per onorarne la memoria in numerose occasioni. Il primo caso di un tale stemma si è verificato nel 1973, quando sulla manica sinistra della casacca dei Pittsburgh Pirates venne applicato il numero "21" in un cerchio bianco con bordo nero. La "patch" fu indossata in memoria dell'esterno destro del club, Roberto Clemente, che era rimasto ucciso in un incidente aereo il 31 dicembre 1972. Il catcher dei Pirates Jerry McNertney nel 1973 Due anni più tardi, gli Houston Astros onorarono la memoria del lanciatore Don Wilson, indossando una patch nera circolare con il # "40" bianco sulla manica sinistra della divisa. Wilson, autore di due no-hit e di una performance con 18 strikeout, si era suicidato il 5 gennaio 1975. Il pitcher degli Astros Dave Roberts nel 1976 Le iniziali di un individuo recentemente deceduto sono spesso usate come simbolo commemorativo per onorare la persona che non ha mai indossato una divisa della major league. Dopo la morte del proprietario dei San Diego Padres, Ray Kroc, prima della stagione 1984 , il club scelse di cucire la scritta "RAK" sulla manica sinistra della divisa. L'interbase dei Padres Mario Ramirez nel 1984 La patch fu indossata per tre stagioni. Quando il broadcaster di lunga data dei St. Louis Cardinals, Jack Buck, morì durante la stagione 2002, il club aggiunse un rettangolo nero con le iniziali bianche "JFB" sulla manica destra delle loro maglie. Altre patch appositamente progettate hanno anche servito come segni commemorativi. Per la stagione 1988, i Milwaukee Brewers onorarono la memoria del loro ex coach e manager Harvey Kuenn indossando una patch commemorativa caratterizzata dalle iniziali "HK" divise dall'immagine di una mazza da baseball. Quando Willie Stargell morì all'inizio della stagione 2001, i Pirates resero omaggio all'amato slugger dei Pittsburgh indossando una patch speciale sul lato sinistro della loro casacca. La patch era caratterizzata dalla lettera "S" all'interno di una stella d'oro, che ricordava le "Stargell Star" distintive al merito donate ai compagni di squadra da Stargell come capitano della squadra verso la fine della sua carriera. Il terza base dei Pirates Aramis Ramirez nel 2001 Di seguito è riportato un elenco parziale dei contrassegni commemorativi indossati dai club di major league per tutta o parte di una stagione (aggiornato a marzo del 2014):
La National Patch-Time Le patch sulle uniformi sono utilizzate da tempo per commemorare o promuovere eventi speciali. La prima patch usata su un'uniforme della major league è stata indossata dai Chicago White Sox del 1907 sulla manica sinistra delle loro casacche per le trasferta. La patch circolare commemorava la vittoria del club delle World Series del 1906 sui loro rivali crosstown, i Chicago Cubs. Dieci anni più tardi, dopo l'entrata degli Stati Uniti nella prima guerra mondiale, alcuni club di major league indossarono una patch patriottica sulle loro casacche e maniche. Nel corso degli anni, numerosi club hanno adottato delle patch speciali per una sola stagione, ma la pratica divenne frenetica a cominciare dal 1980, quando i club iniziarono ad indossare patch molto più frequentemente. I Colorado Rockies, per esempio, indossarono patch commemorative o celebrative in ognuno dei primi sette anni di esistenza. Ruptured Duck Nel 1945, i giocatori che avevano combattuto nella seconda guerra mondiale come Hi Bithorn, Peanuts Lowrey, Paul Gillespie e Mickey Livingston dei Chicago Cubs, e Aaron Robinson e Red Ruffing dei New York Yankees, ognuno indossò una speciale patch di "congedato con onore", affettuosamente conosciuta come "ruptured duck" sulle maniche delle loro casacche. Anche se altri club valutarono l'idea, apparentemente nessun altro giocatore indossò queste patch. Red Ruffing dei New York Yankees Abbondanza di patch
Di seguito è riportato un elenco parziale delle patch celebrative indossate dai club della major league dal 1907 attraverso il 1970.
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Nella Major League Baseball, lo spring training è incentrato su allenamenti e partite di esibizione che precedono l'inizio della regular season. Lo spring training permette ai nuovi giocatori di provare ad entrare nel roster, e dà ai giocatori titolari della squadra il tempo per entrare in forma. Lo spring training in genere dura circa sei settimane, a partire da metà febbraio per finire poco prima dell'opening day (e spesso proprio alla fine dello spring training, alcune delle squadre continuano a giocarci mentre nello stesso giorno altre squadre aprono la regular season), tradizionalmente la prima settimana di aprile. Lanciatori e ricevitori arrivano allo spring training per primi perché i pitchers beneficiano di un periodo di allenamento più lungo. Pochi giorni dopo, arrivano i giocatori di posizione e inizia la preparazione di squadra. I membri dei teams normalmente indossano le loro uniformi di batting practice per la durata dello spring training e indossano le divise normali a partire dal giorno di apertura. Non c'è niente di più magico come lo spring training per un appassionato di baseball del nord degli Stati Uniti: quell'improvvisa ventata di aria calda che ti accoglie dopo il viaggio in aereo di tre ore, realizzare che il limite delle nevi perenni è fermamente nello specchietto retrovisore della tua auto e la temperatura esterna che si sta avvicinando rapidamente al territorio delle maniche corte. Lo spring training è quasi vecchio quanto il baseball stesso. Secondo le documentazioni reperibili i primi spring training risalgono al 1870. In tutti i casi, le radici della storia dello spring training vanno in profondità, e le origini specifiche in realtà non contano. Nel 1900, lo spring training si è saldamente affermato come un rituale del baseball, con la maggior parte dei team dell'American e della National League che partivano dalla città per trasferirsi in zone calde dove i giocatori potevano allenarsi e i managers potevano valutare. Piccole comunità della Florida e dell'Arizona furono improvvisamente conosciute in tutta la nazione a causa del fascino offerto dalla major league baseball: St. Petersburg, Fort Lauderdale, Tucson, Sarasota, Bradenton. La storia dello spring training può essere suddivisa in tre epoche distinte: - I primi anni della storia dello spring training: 1886-1910 - La storia dello spring training durante la IIa Guerra Mondiale: 1943-1945 - Nascono le Cactus e Grapefruit Leagues: 1946 - presente Per comodità, d'ora in avanti lo spring training verrà indicato con l'abbreviazione ST. I primi anni della storia dello spring training: 1886-1910 Le origini dello ST si perdono nell'ombra, come la maggior parte della storia del baseball precoce. Si dice che durante un barnstorming tour dei Chicago White Sox nel 1886 a sud, si fossero fermati a Hot Springs, nell'Arkansas, principalmente per smaltire la sbornia prima dell'inizio della stagione. La prova più sicura, però, indica che il primo ST si svolse nel 1870, quando i Cincinnati Red Stockings e i Chicago White Stockings organizzarono il baseball camp a New Orleans. Altri storici di baseball sostengono che gli Washington Capitals della National League furono i pionieri dello ST nel 1888, con un baseball camp di quattro giorni a Jacksonville. In una ben documentata argomentazione sullo ST, Gus Schmelz , quando era il manager dei Cincinnati Red Stockings nell'originale American Association nel 1888, richiese al proprietario del team, Aaron Stern, di consentire alla squadra di allenarsi al sud. Fu una proposta eccezionale: i giocatori e la squadra si sarebbero divisi i costi degli allenamenti, ed entrambi avrebbero anche condiviso eventuali utili. Anche se venne lanciato più come un tour barnstorming che come una sessione di allenamento intenso, Stern diede l'approvazione per il piano sulla base del fatto che era un modo economico per capire quali veterani erano sacrificabili e quali giovani meritavano di essere tenuti. Eppure, la maggior parte delle squadre non vedevano lo ST come un'attività che giustificava il viaggio fuori città fino a quando il barnstorming divenne parte integrante dell'equazione. La maggior parte delle squadre si allenavano a livello locale (all'esterno quando gli elementi lo permettevano), perchè più conveniente per i proprietari. Quando le squadre effettuavano le trasferte, univano gli allenamenti con le partite di esibizione, e molti di questi tour attraversavano l'Arkansas, Mississippi e Georgia, dove vedere dei giocatori di baseball professionisti era ancora una novità. Allora lo ST non era il grande business che è oggi. Questi furono successivamente istituiti per portare i giocatori in forma prima della stagione. In genere la maggior parte dei giocatori di baseball non poteva vivere tutto l'anno del solo stipendio che derivava dal baseball ed avevano altri posti di lavoro che potevano o non potevano tenerli in forma. Il baseball camp fu anche un modo per costruire l'unità di squadra anche se, per il temperamento scontroso di molti giocatori di baseball in quel periodo, diventa difficile sostenere che l'unità di squadra sia stato un fattore enorme. Nel 1890 la maggior parte delle squadre si allenava in trasferta, anche se non c'erano spring training league organizzati nei primi tempi. I training camp erano sparsi a Sud e a Ovest, e le squadre spendevano tantissimo tempo sulla strada del ritorno a casa. Un programma tipico vedeva i giocatori viaggiare tra le fermate ferroviarie di notte e le partite nel corso della giornata. Queste partite venivano giocate contro college locali, squadre semi-pro o un'altra squadra di major league. Nel 1910 lo ST diventò un'istituzione di marketing, con la maggior parte delle squadre che si accampavano ad est del Mississippi. Fu in questo momento che la Grapefruit League diventò un campionato ufficiale. I vecchi centri di allenamento vedevano ubicati i St. Louis Cardinals a Hot Springs, Arkansas, e a Tulsa, Oklahoma; i New York Yankees a New Orleans e dopo a Phoenix, in Arizona, quando la squadra era di proprietà di Del Webb; i Chicago Cubs a Los Angeles quando erano di proprietà di William Wrigley Jr.; i St. Louis Browns e dopo i Kansas City Athletics a San Diego come pure gli A's a West Palm Beach, in Florida; i Pittsburgh Pirates a Honolulu. Altre squadre si unirono dai primi anni '40. I Detroit Tigers sono accreditati per essere la prima squadra a condurre lo ST in Arizona. Si allenavano a Phoenix al Riverside Park nel 1929. I Philadelphia Phillies furono la prima delle attuali squadre di major league ad allenarsi in Florida, quando trascorsero due settimane a Jacksonville, in Florida, nel 1889. Lo ST in Florida iniziò nel 1913, quando i Chicago Cubs giocarono a Tampa, ed i Cleveland Indians a Pensacola. Un anno dopo, altre due squadre si spostarono in Florida per lo ST, il vero inizio della Grapefruit League. Alcuni dei pitchers dei Red Sox allo spring training a Little Rock, Arkansas, nel 1907. Da sinistra a destra: Tom Railing, Killian, Ralph Glaze, Tex Pruiett, Michael T. McGreevey, Cy Young, Rube Kroh. Seduto, Charlie Green (trainer) I Brooklyn Dodgers allo spring training a Hot Springs, Arkansas, nel 1912 Da sinistra: Bill Carrigan, Jake Stahl, Boston, Cy Young, e Fred Anderson dei Boston allo spring training a Hot Springs, Arkansas, nel 1912 Babe Ruth durante una partita di spring training a Miami, Florida, nel 1920 I Cleveland Indians allo spring training a Lakeland, Florida, tra il 1924 e 1927 I giocatori dei Chicago Cubs all'arrivo a Avalon, Catalina Island California, nel 1930 per l'inizio dello spring training I giocatori dei New York Giants al Gran Stadium Cervecería Tropical a L'Avana, Cuba, durante lo spring training nel 1937 I Chicago Cubs durante lo spring training a Catalina Island nel 1939 Da sinistra: il proprietario dei Cleveland Indians, Alva Bradley, il vicepresidente Slapnicka Join e il manager Oscar Vitt durante lo spring training a New Orleans nel 1939 Jimmie Foxx, a sinistra, e Bobby Doerr durante lo spring training dei Boston Red Sox nel 1941 a L'Avana, Cuba, per una serie di partite di esibizione contro i Cincinnati Reds
L'interbase dei Brooklyn Dodgers Pee Wee Reese al Gran Stadium Cervecería Tropical a L'Avana, Cuba, durante lo spring training del 1942 La storia dello spring training durante la IIa Guerra Mondiale: 1943-1945 Durante la seconda guerra mondiale il baseball era saldamente radicato come il passatempo nazionale, e i proprietari dei team erano molto consapevoli delle loro responsabilità di leaders nazionali, pur riconoscendo la necessità di continuare a fare soldi. Nel momento in cui la maggior parte degli americani riduceva le spese, utilizzando razioni di latte e gas e la creazione dei Victory Gardens (chiamati anche giardini di guerra o orti per la difesa, erano le coltivazioni di ortaggi, verdure e frutta prodotte nei giardini privati e nei parchi pubblici negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale per ridurre la pressione sulla catena alimentare pubblica causata dallo sforzo bellico), il baseball fu probabilmente un lusso che un cittadino in tempo di guerra non poteva permettersi. Il baseball durante questo periodo comportò una serie di compromessi. La maggior parte delle minor league si fermarono. E mentre le major leagues continuavano a giocare - con l'approvazione personale del presidente Franklin Roosevelt, che lasciò che continuassero per il fatto che aiutava il morale patriottico - lo fecero in circostanze ridotte. I giocatori di baseball furono esentati dall'arruolamento, e molte stelle servirono nella loro contea in tempo di guerra. Un importante compromesso, fu elaborato tra il Commissioner Kenesaw Mountain Landis e Joseph B. Eastman, direttore dell'Ufficio federale della Difesa dei trasporti, stabilendo che gli ST si sarebbero tenuti vicino alle loro sedi, a nord dei fiumi Potomac e Ohio e a est del Mississippi (i Cardinals, gli White Sox e i Cubs limitarono lo ST al Missouri, Indiana o Illinois). Durante la guerra i treni erano pieni di rifornimenti e di truppe, e in tale contesto il trasporto dei giocatori di baseball e dei loro fans era un uso frivolo delle preziose risorse. Questo confine - noto come Landis - Eastman Line o Potomac Line - garantì che lo ST delle squadre fosse vicino alla loro sedi. I New York Yankees fecero lo ST a Asbury Park, NJ, mentre i Red Sox lo fecero al Tufts College vicino a Medford, Massachusetts. Nascono le Cactus e Grapefruit Leagues: 1946 - presente Quando gli interessi attirarono i Giants e gli Indians in Arizona per lo ST nel 1947, l'allenamento primaverile era diventato un processo diverso in termini di economia e di programmi. Le squadre si erano allenate nel West molte volte prima della seconda guerra mondiale - in particolare i Chicago Cubs, che per primi si allenarono a Santa Monica nel 1905 e poi a Catalina Island, California, tra il 1922-1942 e di nuovo nel 1950-1951 - e non era raro per le squadre di allenarsi in California e Arizona e poi fare un barnstorming tour sulla via del ritorno a casa. La Cactus League diventò una realtà nel 1947, quando i New York Giants di Horace Stoneham e i Cleveland Indians di Bill Veeck presero residenza, rispettivamente, a Phoenix e a Tucson. Che Veeck finisse a Tucson non era stata una sorpresa, dato che possedeva un ranch nel sud-ovest e anche nei pressi di Tucson. Stoneham era di casa a Phoenix quando sviluppò interessi commerciali nella zona. Secondo l'autobiografia dell'ex proprietario dei Cleveland Indians, Bill Veeck, una delle ragioni della nascita della Cactus League fu l'intento di evitare il razzismo. Nel 1947, Veeck era il proprietario della squadra di minor league dei Milwaukee Brewers che si allenava a Ocala, in Florida. Un giorno, Veeck inavvertitamente si sedette nella parte nera delle tribune segregate ed era impegnato in una conversazione con un paio di tifosi. Secondo il libro di Veeck, la polizia locale gli disse che non poteva stare in quella sezione, e poi chiamarono il sindaco di Ocala quando Veeck iniziò a protestare. Il sindaco finalmente fece marcia indietro quando Veeck minacciò di portare la sua squadra altrove per lo ST e promise di far sì che il paese sapesse quello che era successo. Il racconto di Veeck fu oggetto di dibattito tra i giornalisti sportivi dopo che la sua autobiografia venne pubblicata, ma poi le indagini rivelarono che la sua storia era attendibile. Veeck vendette i Milwaukee Brewers nel 1945 e si ritirò nel suo ranch a Tucson, in Arizona, ma ben presto acquistò i Cleveland Indians nel 1946. Decise di invertire la tradizione e di portare gli Indians a Tucson e convinse i New York Giants ad andare ad allenarsi a Phoenix. Così nacque la Cactus League. Veeck poi firmò Larry Doby agli Indians. Doby fu il secondo afro-americano a giocare nella MLB nel 20° secolo, e il primo nell'American League. Mentre la Florida e l'Arizona ora ospitano tutte le squadre della Major League Baseball per lo ST, questo non è sempre stato così. I Brooklyn Dodgers si allenarono a L'Avana, Cuba, nel 1947 e nel 1949, e nella Repubblica Dominicana nel 1948. Anche i New York Yankees si allenavano nei primi anni '50 a Cuba e nella Repubblica Dominicana. ST e partite si sono svolte anche nelle Hawaii, Porto Rico e nelle città del nord del Messico, negli anni '50 e '60. Prima e poco dopo che la MLB raggiungesse la costa occidentale, un numero di squadre fecero il loro ST nello stato della California o lungo il confine di stato. I Chicago Cubs si allenarono a Catalina Island nel 1920, '30 e '40. Ad esempio, all'inizio della loro storia, gli allora California Angels tennero lo ST a Palm Springs, California, dal 1961 al 1993, i San Diego Padres a Yuma dal 1969 al 1993, gli Oakland Athletics a Las Vegas nel 1970, e altri team della MLB si erano allenati a Riverside, San Bernardino e El Centro, vicino al confine con il Messico. In questo periodo, lo ST diventò un'organizzazione formale. Le squadre si resero conto che si poteva fare soldi con lo ST, e nel corso degli anni, molti team cercarono di combinare una sorta di sviluppo immobiliare con la formazione primaverile. Horace Stoneham finì per costruire un resort di lusso nella zona dello ST dei San Francisco Giants - più recentemente, i Kansas City Royals detennero una partecipazione nel parco a tema Boardwalk and Baseball nella Florida centrale: i Royals si sono allenati nel Baseball City Stadium adiacente ad un parco nello stile di baseball fine secolo. Negli ultimi anni, la Cactus League in Arizona ha attirato squadre provenienti dalla Florida, portando a una situazione in cui 15 squadre si allenano in Florida e 15 squadre si allenano nella zona di Phoenix. Ci furono alcuni tentativi di spostare lo ST dalla Florida / Arizona: recentemente dei funzionari di Las Vegas avevano corteggiato diverse squadre, nel tentativo di attirare quattro di loro perchè andassero ad allenarsi nella loro città, ma gli sforzi fallirono. Nel moderno training, le squadre che si allenano in Florida giocano con altre squadre della Florida nelle loro partite di esibizione, indipendentemente dalle affiliazioni delle League nella regular season. Allo stesso modo, le squadre dell'Arizona giocheranno con altre squadre presenti in Arizona. Questi sono stati soprannominati Grapefruit League e Cactus League, rispettivamente, dalle piante tipiche dei rispettivi stati. Le squadre possono giocare con dei colleges (Atlanta vs Georgia Tech, Detroit vs Florida Southern, Arizona Diamondbacks contro Arizona State, oppure i Boston Red Sox vs Boston College), club di minor league, intra-squad games (membri della stessa squadra giocano in due formazioni una contro l'altra), split-squad games (quando una squadra ha in programma due partite in un giorno, la squadra si divide in due e ogni squadra gioca in una delle partite), e B Games (partite non ufficiali di spring training in cui le statistiche e le classifiche non vengono conteggiate). Negli anni in cui si gioca il World Baseball Classic, le squadre nazionali del torneo si preparano giocando contro squadre della Major League. Il concetto di spring training non è limitato al Nord America, le squadre della Japanese professional baseball utilizzano per lo ST della preseason siti in tutta l'Asia orientale, come la Corea del Sud, Filippine e Taiwan, le isole del Pacifico (in particolare nelle Hawaii), e attualmente due città del Nord America di Salinas, California, e Yuma al confine messicano.
Veduta aerea di La Palma Park di Anaheim, dove i Philadelphia Athletics dal 1940 al 1942 e poi il St. Louis Browns nel 1946 effettuarono il loro spring training. Nel 1950, il campo da baseball fu trasformato in uno stadio polifunzionale per ospitare partite di football ed è oggi conosciuto come Glover Veduta aerea dello spring training degli White Sox a Pasadena, California, nel 1942 con il Rose Bowl sullo sfondo I Chicago White Sox durante lo spring training al Brookside Park di Pasadena, California, nel 1942 Dal 1922 al 1951, con l'eccezione di tre anni durante la IIa Guerra Mondiale, i Chicago Cubs effettuarono sempre il loro spring training a Catalina Island, California Jackie Robinson, prima base dei Brooklyn Dodgers, firma autografi per i fans de L'Avana, Cuba, durante lo spring training del 1947La corsa dei giocatori dei Dodgers durante lo spring training a Ciudad Trujillo, Repubblica Dominicana, nel 1948 Il batting practice dei Brooklyn Dodgers allo spring training a Vero Beach, Florida, nel 1949 Roy Smalley, a sinstra, interbase dei Chicago Cubs, e Wayne Terwilliger, seconda base, durante l'allenamento per il double play allo spring training del 1951 a Avalon, Catalina Island, California Marilyn Monroe posa con il terza base dei Chicago White Sox, Hank Majeski, a Pasadena durante lo spring training del 1951. Dopo aver visto le foto di questo servizio nella rivista Esquire, lo slugger degli Yankees Joe DiMaggio cominciò ad interessarsi alla Monroe. I due si incontrarono poi in un appuntamento al buio e si sposarono tre anni dopoIl Francisco Casa Grande ballpark vicino all'hotel omonimo, fatto costruire dal proprietario dei NY Giants Horace Stoneham a Casa Grande, Arizona nel 1961 I Los Angeles Angels, durante lo spring training al Polo Grounds di Palm Springs, California, nel 1961 Una partita dello spring training a Lakeland, Florida, nel 1967 |
Nel mese di Gennaio 2014, i 30 club della Major League Baseball hanno approvato all'unanimità l'ampliamento dell'instant replay, che sarà in vigore dalla regular season e postseason 2014. Sia la Major League Baseball Players Association che la World Umpires Association hanno dato il loro consenso ai nuovi protocolli per l'instant replay. Si tratta di una rivoluzione epocale nella MLB che arriva finalmente dopo svariati errori arbitrali con conseguenze a volte pregiudizievoli per il risultato, sconvolgendo in alcuni casi anche dei record. L'errore più grave fu l'errata chiamata di salvo dell'arbitro Jim Joyce in prima base il 2 giugno del 2010, che privò il pitcher dei Detroit Tigers, Armando Galarraga, di un perfect game. Dal 2008 l'instant replay riconosciuto e applicato dalla MLB utilizzava un sistema simile a quello della National Hockey League. Questo fu applicato nell'ultimo mese della stagione 2008 e fu attuato il 28 agosto 2008. Il sistema permetteva di utilizzare l'instant replay per rivedere le sole chiamate di home run al limite del campo per determinare: Il nuovo sistema di instant replay della MLB impone che le giocate siano soggette a riesame, quando l'instant replay sarà richiesto dai managers in campo, e stabilisce come verrà condotto il processo di revisione. Come parte dell'allargamento dell'instant replay, sarà ora consentito ai club di mostrare tutti i replay sul tabellone del campo, indipendentemente dal fatto che la giocata sia stata rivista. "Sono molto lieto che l'instant replay si sia ampliato per includere ulteriori giocate di grande impatto", ha detto il Commissioner Bud Selig, "Il nuovo sistema darà ai manager una preziosa risorsa in potenziali situazioni di cambiamento della partita. L'opportunità per i nostri tifosi di vedere altri replay nei nostri campi è anche una modifica importante che io e i club abbiamo favorito. Ringrazio i giocatori della Major League e gli arbitri per la loro collaborazione con questo cambiamento, che servirà per condividere al meglio il nostro gioco. Estendo anche la mia gratitudine a John Schuerholz, Joe Torre, Tony La Russa, Peter Woodfork and Chris Marinak, i quali hanno lavorato molto duramente per rendere una realtà questo compito molto complicato". I managers avranno almeno un challenge da usare. Se una particolare giocata sarà ribaltata, poi il manager che aveva chiesto il cambiamento della giocata manterrà la possibilità di avere un altro challenge durante la partita. Nessun manager può contestare più di due giocate in una partita. Una volta che il manager ha esaurito la sua change di modificare la giocata durante la partita e dopo l'inizio del settimo inning, il capo equipaggio umpires può scegliere di invocare l'instant replay in qualsiasi chiamata riesaminabile. L'home run e altre chiamate ai bordi del campo rimarranno riesaminabili in base alle procedure in atto sin dal 2008. Sarà presente in tutti i 30 ballparks della MLB una postazione designata di comunicazione vicino a casa base. Lì, il capo equipaggio umpires e almeno un altro arbitro avranno accesso mediante un auricolare collegato al Replay Command Center, che è sito a New York, nel quartiere generale della MLB Advanced Media. Gli arbitri saranno in comunicazione con i funzionari presso il Replay Command Center. Dopo la visualizzazione del video, il Replay Official prenderà la decisione finale se ribaltare la chiamata, se ci sono prove chiare e convincenti. L'instant replay sarà già utilizzato durante alcune partite dello spring training 2014 ai fini di educare il personale sul campo sulle regole del nuovo sistema. Altri protocolli del nuovo sistema di instant replay sono i seguenti: TIPI DI GIOCATA Saranno soggetti a revisione i seguenti tipi di azione: Tutti gli altri giochi non saranno rivedibili, tuttavia, gli arbitri possono comunque consultarsi sul campo in qualsiasi momento per discutere la giocata. AVVIO DELL'INSTANT REPLAY • I managers possono avviare l'instant replay su una giocata rivedibile per partita, indicando verbalmente la loro intenzione di contestare, in modo tempestivo, al capo equipaggio umpires. Saranno stabilite le linee guida per determinare se una richiesta di challenge è tempestiva. • Il manager può chiedere che gli umpires rivedano più porzioni della stessa giocata, ma deve specificare esattamente per quali parti del gioco richiede l'instant replay. • Se una parte di una giocata contestata è ribaltata, il manager manterrà la possibilità di un altro instant replay durante la partita. Nessun manager può contestare più di due giocate in una partita. • Una volta che il manager ha esaurito il suo bonus di istant replay durante la partita e dopo l'inizio del settimo inning, il capo equipaggio umpires può scegliere di invocare l'instant replay in qualsiasi chiamata rivedibile. In tale circostanza, il capo equipaggio non è obbligato a chiamare l'instant replay se richiesto dal manager. • Le chiamate di home run che sono attualmente oggetto di revisione immediata continueranno ad essere riviste a discrezione del capo equipaggio. I managers possono chiedere che l'arbitro riveda una chiamata di home run, ma i managers non possono contestare le chiamate di home run. PROCESSO DI REVISIONE • Una volta che viene richiesto l'instant replay (sia dal manager o dal capo equipaggio), il capo equipaggio segnalerà allo scorer ufficiale che il gioco è in fase di revisione. • Il capo equipaggio e almeno un altro umpire poi andranno nella postazione designata vicino a casa base, dove tramite auricolari verranno collegati al Replay Command Center di New York. • Gli arbitri della MLB saranno messi in comunicazione con i funzionari presso il Replay Command Center, situato presso la sede centrale della MLB Advanced Media, per tutte le partite di Major League. • Il Command Center Replay avrà accesso diretto ai video di tutte le telecamere presenti sul campo in tempo reale, indipendentemente dal fatto che vengano visualizzati sulla trasmissione in diretta. • Il Replay Official esaminerà i video e determinerà se vi sono prove chiare e convincenti per ribaltare la chiamata sul campo. Se il Replay Official ribalta una chiamata sul campo, sarà anche a suo giudizio stabilire dove collocare adeguatamente i corridori se il gioco fosse stato chiamato correttamente sul campo. • Gli arbitri in campo non avranno un monitor per rivedere la giocata e non potranno lasciare in qualsiasi momento il campo. • Il Replay Official farà la valutazione finale se ribaltare la chiamata. • Le persone sul campo non potranno discutere con la decisione del Replay Official. ACCESSO AI VIDEO DA PARTE DEI CLUB • Per determinare se richiedere l'istant replay di una giocata, il personale in panchina sarà autorizzato a comunicare con uno specialista video nella Clubhouse che ha accesso allo stesso video che è disponibile per il Replay Official. La comunicazione avverrà tramite il telefono del dugout. • Sia le squadre di casa che gli ospiti dovranno avere una tecnologia standardizzata per garantire che ogni Club abbia parità di accesso a tutti i video. • Non saranno ammessi in panchina monitor o apparecchi elettronici supplementari. REPLAY SUL TABELLONE • I club avranno ora la facoltà di visualizzare i replay di tutte le giocate chiuse sul proprio tabellone maxi shermo del campo, a prescindere dal fatto che il gioco sia stato rivisto. |
I pantaloni sono una parte spesso ignorata della divisa da baseball. A differenza del cap e della casacca, i pantaloni non sono commercializzati come un prodotto di vendita al dettaglio per i fans di baseball. Eppure, gli stili dei pantaloni attraggono una notevole quantità di attenzione da parte dei giocatori di baseball e dei tifosi. Le dimensioni e la lunghezza dei pantaloni, indossati dai giocatori di major league variano molto più oggi che nel passato. Resta da vedere se le nuove disposizioni in materia di pantaloni da baseball frenino alcuni degli eccessi della moda. Problemi con pantaloni La prima divisa ufficiale da baseball, quella indossata dai Knickerbocker Base Ball Club di New York alla fine degli anni 1840, includeva dei pantaloni blu di lana o, come venivano chiamati all'epoca, "pantaloons". Sebbene i pantaloni lunghi rimasero in voga attraverso gli anni 1860, molti club di baseball, nel tentativo di eliminare il disagio e migliorarne la mobilità, fecero degli esperimenti con i loro pantaloni. Al fine di prevenire che le gambe dei pantaloni non si impigliassero sulle scarpe o interferissero in altro modo con le azioni del giocatore, alcuni club adottarono pantaloni con bottoni sui lati delle estremità delle gambe, creando una vestibilità aderente, a forma conica in alto sulla scarpa. Altri club misero dei cinturini sulle estremità del pantalone per impedire che interferissero con il gioco.
Fu solo nel 1868 che un club decise di risolvere il problema dei pantaloni a gamba lunga semplicemente eliminando del tutto il fondo dei pantaloni e indossando knickers o calzoni alla zuava. Il primo club ad adottare i knickers come parte della loro divisa da baseball furono i Cincinnati Red Stockings nel 1868, che presero in prestito l'idea dal cricket. I pantaloni al ginocchio si dimostrarono sia confortevoli che convenienti, ma mostrarono un'altra caratteristica della divisa dei Cincinnati: le calze rosse. Riguardo alle cinture Anche se lo scopo pratico di una cintura è quello di tenere i pantaloni in vita, le prime cinture da baseball vennero utilizzate anche per decorazione. Le larghe cinture degli anni 1850 e '60 erano generalmente fatte di cuoio, pelle colorata o di lana, ed erano spesso ornate con i nomi delle squadre o motivi colorati. Sebbene questi strani modelli furono venduti in gran parte del 19° secolo, dal 1870 gli stili e i colori delle cinture, indossate nelle major leagues divennero piuttosto tradizionalisti. Assortimento di cinture da baseball dal catalogo di Snyder del 1875 La pubblicità delle cinture da baseball come si trova nella DeWitt’s Base Ball Guide del 1876 Infatti, nell'ultimo decennio del secolo, la cintura diventò una mera aggiunta della divisa da baseball. Con rare eccezioni (i Cardinals del 1926, per esempio, che indossavano cinture rosse), il marrone, il nero e il blu scuro furono gli stili dominanti delle cinture della prima metà del 20° secolo. Il primo moderno cambiamento di questo triste schema di colori avvenne quando furono ridisegnate le uniformi dei Phillies nel 1950 che introducevano una cintura di colore rosso brillante. Il pitcher dei Phillies, Robin Roberts, nel 1950 I Cincinnati Reds e i St. Louis Cardinals, i club più comprensibilmente associati con il rosso, ben presto adottarono cinture dello stesso colore. Il pitcher dei Kansas City Athletics, Jim Nash, negli anni '60 La colorata uniforme dei Kansas City Athletics del 1963, fu caratterizzata da una cinture verde, ed entro la fine degli anni '60 quasi la metà dei club delle major leagues indossavano cinture colorate. Senza cinture Quando i Pittsburgh Pirates si trasferirono nel loro nuovo campo da baseball, il Three Rivers Stadium, a metà stagione del 1970, furono i primi in assoluto ad utilizzare dei pantaloni senza cintura, sostituendola con una fascia elastica che teneva comodamente i pantaloni in vita. La divisa dei Pittsburgh Pirates del 1971 con i pantaloni con la fascia in vita al posto della cintura Il look senza cintura infine fu adottato da quasi tutti i team delle major leagues, con solo cinque club dell'epoca (i Dodgers, Expos, Mets, Yankees e Phillies), che scelsero di non adottare questo stile. L'era senza cintura "ufficialmente" si concluse nel 1993, quando i Reds diventarono l'ultimo club a tornare alla divisa in stile più classico. Aggiunta dell'imbottitura Lo stile aggressivo del gioco che era entrato in voga nel corso del 1880 provocava molti danni sul corpo del giocatore di baseball. Non è sorprendente che a causa dell'aggressività della corsa sulle basi dell'epoca, fosse stata incorporata l'imbottitura nei pantaloni nelle uniformi. I pantaloni imbottiti rimasero popolari per un paio di decenni, ma l'imbottitura separata, specificamente indossata sotto i pantaloni, divenne alla fine il mezzo di protezione preferito. La pubblicità dei pantaloni imbottiti come si trova nel Spalding’s Official Base Ball Guide del 1903
Pantaloni da baseball imbottiti del 1900 Passanti coperti In una partita tra Indianapolis e Boston nel 1887, il giocatore dei Boston, King Kelly, era in terza base quando una palla al volo venne colpita abbastanza profonda per permettergli di segnare dopo la presa. Mentre Kelly cercava di lasciare la terza base, però, si rese conto che non era in grado di muoversi. Voltandosi, Kelly vide che il terza base di Indianapolis, Jerry Denny, lo teneva per la cintura per farlo rallentare. Denny lo lasciò andare prima che l'arbitro potesse notare la tattica illegale, e lo stratagemma salvò un punto. Alcune versioni del racconto continuano con un episodio che si verificò più tardi, in cui Kelly si trovava ancora una volta in terza in una situazione simile, ma questa volta, quando Denny tentò di farlo rallentare, il terza base si trovò con nient'altro che una cintura in mano. Sembra che Kelly avesse semplicemente slacciato la cintura prima di fare il pesta e corri. Anche se queste storie sono molto probabilmente apocrife, questo mise in evidenza un difetto nella divisa da baseball. L'aggiunta di un secondo arbitro cambiò di molto questo genere di trucco, ma un'altra soluzione fu l'introduzione di una protezione intorno alla vita che copriva le parti altrimenti esposte della cinghia. Solo nel 1910, tuttavia, gli innovativi passanti a tunnel per la cintura furono aggiunti alle uniforme da baseball. Entro il 1920, i passanti a tunnel vennero utilizzati da quasi tutti i club delle major league, e rimangono in uso a tutt'oggi.
I Pantaloni da danza Per tutto il 19° secolo e nei primi decenni del 20° secolo, i giocatori di baseball indossavano i pantaloni sotto il ginocchio in modo che le loro calze fossero in bella mostra. Ma la tendenza ad abbassare la gamba dei pantaloni si insinuò nella moda del baseball. Uno dei primi giocatori di baseball ad adottare i cosiddetti pantaloni in stile "low-roll" fu il pitcher dei New York, Carl Hubbell.
Più tardi, Ted Williams ne adottò lo stile. Questi giocatori di alto profilo resero popolare questa tendenza e ben presto tutto il baseball organizzato abbassò il bordo dei pantaloni. Sorsero dei problemi imprevisti in conseguenza della nuova moda. Nei primi anni '50 , l'arbitro di lunga data Bill Stewart chiese di porre fine ai pantaloni lunghi, citando la difficoltà nel determinare la posizione del ginocchio di un battitore, e quindi la parte bassa della zona di strike. La denuncia di Stewart fece poco per fermare il trend dell'abbassamento dei pantaloni. Dal 1950, la maggior parte dei giocatori indossavano i pantaloni quasi a metà strada fra le ginocchia e il bordo degli spikes. Nel frattempo, i pantaloni delle uniformi divennero sempre meno larghi, e negli anni '70 la maggior parte dei giocatori indossavano dei pantaloni attillati. Il pitcher dei New York Mets, Tom Seaver, negli anni '70 con il pantalone attillato Il 1980 vide la prima sperimentazione della gamba del pantalone estremamente lunga, quando giocatori come l'outfielder dei St. Louis Cardinals, George Hendrick, iniziarono ad adottare questo stile radicale. George Hendrick Durante il decennio degli anni '90, la lunghezza della gamba dei pantaloni scese precipitosamente, con alcuni giocatori, che infilavano le estremità dei pantaloni nelle loro scarpe. Le Star moderne come Barry Bonds, Manny Ramirez e Cliff Floyd adottarono il look "no-sock", utilizzando dei speciali elastici nel fondo dei loro pantaloni per assicurare che rimanessero al loro posto. E molti dei giocatori di oggi evitano il look attillato a favore dei pantaloni baggier. Barry Bonds con i pantaloni lunghi fissati con un elastico sugli spikes Manny Ramirez con i pantaloni baggier Il 2002-2006 Collective Bargaining Agreement (CBA) è il primo ad includere una sezione sulle norme delle uniformi (nell'allegato 19). Il CBA ha disposto sette regolamenti in materia di pantaloni, limitando la lunghezza del pantalone che non deve essere inferiore alla parte superiore del tallone della scarpa e che scoraggia il look dei pantaloni larghi. |
Molti dei più significativi cambiamenti ed esperimenti con l'uniforme da baseball si verificarono nel corso del 19° secolo: l'era formativa del baseball. Tuttavia, i cambiamenti più significativi per le calze da baseball si verificarono nel 20° e 21° secolo. Furono introdotte nel 1900 calze a righe e multi colori, mentre ben presto seguirono le calze a staffa e i tubolari sanitari visibili. Gli stili a staffa più estremi raggiunsero il picco negli anni 1980 e 1990, mentre oggi molti giocatori indossano pantaloni così lunghi che le calze sono completamente nascoste. Calzettoni scioccanti Quando i Cincinnati Red Stockings nel 1868 introdussero i knickers (pantaloni alla zuava) nell'uniforme da baseball, rivelarono al pubblico improvvisamente e un po' scandalosamente un pezzo di gamba dei giocatori. Infatti, il soprannome del team di Cincinnati era il risultato delle calze molto colorate e ben visibili indossate dal club. Come ricordò in seguito il presidente del club Aaron Champion: "La proiezione della gamba virile nel tubolare di vario colore ... [era] inaudito, e quando [capitano] Harry Wright occasionalmente apparve con le calze scarlatte, i volti delle giovani signore arrossivano come il rosso, e molti membri nobili del club denunciarono l'innovazione come immorale e indecente". Mentre alcuni possono aver contestato il nuovo look, i giocatori abbracciarono velocemente lo stile, e l'audace cambiamento dei pantaloni di baseball portò a un nuovo importante elemento della divisa: le calze. I membri dei Cincinnati Red Stockings Tutti i tipi di strisce La rapida adozione dei knickers dette il via ad un mercato in forte espansione di calze da baseball. Gli annunci pubblicitari di calze con strisce e a quadri erano all'ordine del giorno per gli ultimi decenni del 1800, ma i club della massima serie scelsero di indossare i calzini più conservatori in tinta unita. Assortimento di calze da baseball dal catalogo di Ward B. Snyder del 1875 In realtà, l'unico club di major league noto per aver indossato le calze a righe nel 19° secolo furono i National League Baltimore Orioles del 1895. In quella stagione, il club indossò calze nere con sottili strisce arancioni. Baltimore Orioles del 1901 Nel corso degli anni 1870 e 1880, le calze più popolari dell'epoca erano fatte di diverse qualità di lana, disponibili in bianco, blu, rosso, grigio, verde, oro antico e marrone, e il prezzo variava da 6 a 12 $ alla dozzina. A metà degli anni '90, erano disponibili calze di materiali più costosi come quelle di lana scozzese e irlandese, con prezzi che raggiungevano i 4 dollari al paio. Il primo utilizzo di calze a righe nel 20° secolo si verificò nel 1901. Nell'American League, i Detroit Tigers indossavano calze marroni con una sola striscia rossa, mentre i Baltimore Orioles indossavano calze con alternanza di strisce arancioni e nere. Detroit Tigers del 1901 Nella National League, i Pittsburgh Pirates indossavano calze blu scuro con una sola striscia rossa. Pittsburgh Pirates del 1901 Le strisce presero piede rapidamente, ed entro la fine del decennio oltre la metà di tutti i club di major league indossavano il tubolare rigato. Per tutto il 20° secolo, i club sperimentarono diversi modelli di calze, alternando le larghezze delle bande e l'utilizzo di più colori, mentre a volte abbandonarono del tutto lo stile. Storia delle calze a staffa L'inizio del 20° secolo portò un'altra innovazione strettamente associata con la divisa da baseball: le calze a staffa. Nei primi giorni del baseball, i coloranti usati nelle calze non erano indelebili, quindi una ferita da spike poteva facilmente infettarsi con la tintura colorata. Indossare una calza bianca sotto il tubolare colorato aiutava ad eliminare il problema, ma il doppio spessore delle calze faceva sì che la scarpa del giocatore non calzasse correttamente. La soluzione, introdotta durante il primo decennio del 20° secolo, fu la calza a staffa colorata. La calza innovativa consentiva uno strato protettivo di materiale attorno alla gamba, ma un unico spessore del materiale nella scarpa. Dal momento che le calze bianche indossate sotto le calze a staffa fornivano una protezione sanitaria, furono soprannominate "SANITARIE". Il pitcher Walter Johnson dei Senators nel 1912 con calze a staffa sopra i tubolari bianchi Durante gli anni 1910 e '20, giocatori cominciarono a tirare le calze a staffa in modo che un piccolo arco delle calze sanitarie sottostanti fossero visibili, sia davanti che dietro. Mentre i giocatori continuavano a tirare le calze a staffa queste si allungarono sempre di più facendo vedere buona parte delle calze sanitarie. Alla fine, gli archi bianchi e le staffe colorate furono un tutt'uno come un nuovo stile. Nel 1940, i club di major league integrarono il look della staffa nella progettazione delle loro calze. Il pitcher Tom Seaver dei Mets negli anni '70 con le calze a staffa allungate Le staffe continuarono ad allungarsi per tutto il secolo, con un picco negli anni 1980 e '90, con molti giocatori che mostravano solo le linee verticali delle loro calze a staffa colorate. Il catcher Bob Boone degli Angels nel 1982 con le calze a staffa super allungate Oggi, con le tinture colorate che non sono più una preoccupazione per la salute e la recente moda dei giocatori ad indossare i pantaloni lunghi sulla gamba, le calze a staffa sono raramente esposte. Quando le calze sono visibili, sono molto spesso una calza colorata in tinta unita. Il pitcher Stephen Strasburg dei Nationals nel 2013 con le calze in tinta unita Sanitari non sanitari? Nel 1966, i Kansas City A's introdussero per la prima volta le calze sanitarie colorate: calzini color oro che complementavano i profili dorati delle uniformi. Kansas City A's del 1966 Mentre apparentemente poteva sembrare un ossimoro, le calze SANITARIE colorate erano in realtà sicure, dato che le calze colorate erano indelebili e quindi non pericolose per il giocatore. Altri club di major league indossarono SANITARI colorati tra cui i Chicago White Sox del 1969-1970 (blu), i San Diego Padres dal 1972 al 1984 (oro), i Milwaukee Brewers dal 1974 al 1977 (giallo) e i San Francisco Giants del 1980 (arancione). Chicago White Sox del 1969
Milwaukee Brewers del 1974 San Francisco Giants del 1980 Sox e calzini Oggi, due club di major league sono chiamati per il loro colore dei calzettoni: i Boston Red Sox e i Chicago White Sox. Entrambi i club furono soci fondatori dell'American League nel 1901, ma all'epoca il club di Boston era conosciuto semplicemente come Boston Americans. In realtà, il loro colore primario, compreso quello delle loro calze, era il blu. Boston Americans del 1901 Fu solo nel 1908 che il club indossò i tubolari rossi e si soprannominarono "Red Sox", una comoda abbreviazione di "Red Stockings", dal famoso club di Boston dei primi anni 1870. Boston Red Sox del 1908 Il club di Chicago aveva iniziato come "White Stockings", un nome preso in prestito dal potente club della National League di Chicago del 1880, ma fu presto abbreviato in "White Sox". Chicago White Sox del 1901 Per oltre un quarto di secolo, i Red Sox indossarono calze opportunamente colorate, anche se a volte arricchite con strisce rosse o bicolori, calze rosse e bianche piuttosto che calzini in tinta unita. Ma nel 1934 il club sperimentò le calze rosse, bianche e blu e, ad eccezione di un breve ritorno al solo colore rosso nel 1935, indossarono i calzini patriottici a strisce per il resto del secolo. Boston Red Sox del 1934
Boston Red Sox del 1935 A partire dal 2003, i Red Sox decisero di rottamare le calze multicolori e tornare al loro stile originale in tinta unita rosso. Chicago White Sox del 1946 Chicago White Sox del 1953 Chicago White Sox del 1959 Chicago White Sox del 1969 Chicago White Sox del 1971 Chicago White Sox del 1990 |
Le primitive scarpe da baseball e la pelle di canguro Poco si sa delle primissime scarpe da baseball. Molto probabilmente erano identiche alle scarpe da ginnastica del tempo: Alte, con semplici tomaie in tela e senza spikes. Poichè la tela tendeva a rompersi quando si formavano delle pieghe, le scarpe da baseball del 1870 cominciarono ad incorporare porzioni di pelle. Le "Chicago Club Shoe" della Spalding furono le prime scarpe da baseball con inserti in pelle sulla parte superiore, e l'azienda di articoli sportivi sosteneva che la scarpa era la "stessa usata dai Chicago e da altri club della League". Il pitcher capitano J.D. McBride, dei Philadelphia Athletic B.B.C., nel 1873 indossa le scarpe da baseball con inserti in pelle sulla parte superiore Il prima base Sid Farrar, dei Philadelphia Quakers, nel 1885 indossa le scarpe da baseball tutte in pelle La prima scarpa tutta in pelle della Spalding fu la "League Club Shoe" in pelle di vitello venduta nel 1882 per 6 dollari al paio. Entro la fine del decennio, Spalding aveva introdotto una scarpa in pelle di canguro disponibile per 7 $ al paio. Forte, morbida, e notevolmente resistente, la pelle di canguro rimase un materiale popolare per le tomaie delle scarpe da baseball per gran parte del 20° secolo. Annuncio pubblicitario della scarpa da baseball inserito nello Spalding Official Base Ball Guide del 1889 Annuncio pubblicitario della scarpa da baseball inserito nello Spalding Official Base Ball Guide del 1889 Spikes e simili Anche se è probabile che non furono utilizzati spikes sulle prime scarpe da baseball, dalla fine degli anni '60 degli spikes simili a quelli che si trovano sulle scarpe da golf moderne furono utilizzati dai giocatori di altissimo livello. Gli spikes erano rimovibili e un set completo costava 1.50 $. Quelli che sono oggi riconosciuti come i più tradizionali tacchetti da baseball di metallo, le piastre a tre angoli indossati sotto la punta e il tallone, furono introdotti nel 1870. Questi spikes in acciaio a placca erano molto meno costosi (il prezzo era di 30 centesimi alla coppia come pubblicizzato dalla Spalding) rispetto alle singole punte e, secondo la Spalding Base Ball Guide del 1880 "la maggior parte dei giocatori di baseball professionisti utilizzavano queste piastre, sia sul tallone che sotto la punta". L'introduzione della piastra a tre spikes sulla scarpa diede inizio alla scomparsa delle singole punte, ma fu solo dal 1976 che il regolamento di baseball esplicitamente metteva fuori legge dal campo da baseball le punte come quelle che si trovano sulle scarpe da golf e sulle scarpe da atletica. I Boston Red Stockings indossano gli spikes sulle scarpe nel 1874 Assortimento di scarpe da baseball dal catalogo di Snyder del 1875 L'annuncio pubblicitario per gli spikes sciolti e per il parapunta del lanciatore nello Spalding Base Ball Guide del 1888, un anno dopo al lanciatore fu richiesto di indossare il parapunta Scarpe di colore rosso, bianche e blu Cominciando con l'introduzione della scarpa da baseball tutta in pelle nel 1880, le scarpe rimasero di colore nero o marrone scuro fino alla metà degli anni 1960. I Kansas City A's ruppero questa lunga tradizione nel 1967 quando introdussero scarpe bianche alle loro già rivoluzionarie divise verde e oro. Anche se i componenti del club furono derisi dai giocatori avversari per il nuovo look, gli A's da allora indossarono sempre le scarpe di colore bianco. I Clubs iniziarono ad adottare le scarpe di altri colori a partire dalla fine degli anni '60, e il rosso e il blu divennero le tinte favorite. La divisa completa dei Kansas City Athletics del 1967 con le particolari scarpe bianche L'interbase dei Kansas City Athletics, Bert Campaneris, con le scarpe da baseball bianche nel 1967 Lo strano caso del falso colore Il 4 luglio del 1973, il lanciatore mancino dei Texas Rangers, Jim Kremmel, fece il suo debutto in major league. A un certo punto durante la partita, Kremmel effettuò un lancio pazzo contro l'interbase Eddie Leon, dei Chicago White Sox, che sostenne di essere stato colpito sulla scarpa e che quindi aveva diritto alla prima base. Leon chiese all'arbitro di casa base Larry Barnett di ispezionare la palla, affermando che la macchia nera sulla sua superficie era in realtà il lucido da scarpe. Barnett fu d'accordo con Leon e lo premiò con la prima base. Casi analoghi di palle sporcate con il lucido da scarpe non erano nulla di nuovo, ma Barnett trascurò un indizio per quanto riguardava l'affermazione di Leon: gli White Sox indossavano scarpe rosse! La divisa completa dei Chicago White Sox del 1973 con le particolari scarpe rosse Carlos May dei Chicago White Sox con le scarpe rosse nel 1973 Multi tacchetti sulle scarpe da baseball L'introduzione del tappeto erboso artificiale (turf) a metà degli anni '60 ebbe un effetto significativo sul gioco di baseball. Groundball sull'erba erano spesso base hit sul tappeto artificiale, i rimbalzi cattivi sul diamante erano una cosa del passato, e migliorare il drenaggio significava che forti piogge causavano solo ritardi, non cancellazioni. L'erba sintetica portò anche a un cambiamento della scarpa da baseball. Molti giocatori abbandonarono gli spikes di metallo in favore delle scarpe a fondo piatto, e alcuni addirittura accorciarono le lame in acciaio. Entro la fine del 1970, le aziende cominciarono la produzione di scarpe appositamente per la nuova superficie. Le suole avevano centinaia di piccoli dossi in gomma che fornivano un'eccellente trazione, ma non danneggiava la superficie artificiale. Scarpe da baseball con tacchetti in plastica sono state introdotte nei primi anni '80. I vari tipi di spikes in uso attualmente
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Gli Stati Uniti avevano visto molti momenti difficili nella loro breve storia. Avevano visto ribellioni contro gli inglesi, furono attraversati da una guerra civile e un paio di guerre mondiali, e furono colpiti da molte varie depressioni grandi e piccole. Ma mai il paese vide una depressione come quella che accadde nel 1929 con il crollo del mercato azionario. Causò la chiusura di migliaia di banche e milioni di persone persero il posto di lavoro. Ma una cosa sopravvisse a molte di questi tribolazioni: il baseball. I disoccupati fuori della City Hall a Cleveland in cerca di posti di lavoro durante la Grande Depressione La fila per il pane all'estrno della Rescue Society a New York City nel 1929 Il baseball è stato etichettato come "America’s Pastime" e merita l'etichetta sulla base dei tempi difficili che dovette affrontare e i momenti difficili che il paese attraversò. La Major League Baseball sopravvisse alla Grande Depressione grazie alla sua base di fedeli fans e la sua capacità di aiutare il popolo americano a dimenticare la loro vita e le difficoltà per alcune ore speciali. Il baseball vide gli inizi a partire dalla metà del XIX secolo. A metà del 1800 il baseball cominciò ad essere giocato. Anche se c'erano poche squadre in quel momento, il baseball era sulla buona strada per diventare uno dei giochi più conosciuti al mondo. La prima partita fu giocata a Hoboken, New Jersey, nel 1846. Le due squadre che giocarono furono i New York Nine contro i Knickerbockers che persero 23-1. La partita fu giocata il 19 giugno e al tempo entrambe le squadre erano dilettanti. Furono introdotte le regole del gioco da Alexander J. Cartwright, un funzionario di banca e atleta dilettante che fu anche l'arbitro per quella prima partita. Alexander J. Cartwright Le origini del baseball sono difficili da rintracciare prima di questo evento. Ci sono state speculazioni che il gioco avesse origini fin dagli antichi egizi, ma ciò non è stato provato. Ci sono anche racconti che ogni cultura che si succedette ebbe un effetto sul gioco. Ma solo con Cartwright il gioco assunse il suo nuovo look. Harry Wright Il baseball che è stato inventato in America si è evoluto dalla versione inglese del gioco "rounders". Con un po' di modifiche del regolamento il baseball vide la sua nascita. Nel corso dei successivi 23 anni il baseball venne giocato dai dilettanti. La città di Cincinnati fu la prima a pagare i suoi giocatori per i loro servizi. Harry Wright, un gioielliere, fu pagato 1200 $ per giocare esterno centro e dirigere anche il team. Questo fu il primo pagamento di un giocatore per giocare le partite. In quella stagione i Cincinnati Red Stockings accumularono cinquantasei vittorie e un solo pareggio. Il presidente di quella squadra nel 1869 disse che avrebbe preferito essere il presidente di quella squadra di baseball piuttosto che il presidente degli Stati Uniti. William A. Hulbert Durante l'ultima parte del secolo il baseball iniziò ad avere i suoi problemi con le guerre tra le League. Ci furono tre diverse League in lotta tra di loro per i giocatori, tifosi e il denaro. Nel febbraio del 1876 fu creata la National League da William A. Hulbert. Nel 1880 Cincinnati fu espulsa dalla League per giocare di domenica e permettere che si consumasse alcol durante le loro partite. Un anno dopo essere stati espulsi dalla National League un uomo d'affari di Cincinnati e uno di Pittsburgh fondarono una League rivale chiamata American Association. Copertina del Reach's Official American Association Base Ball Guide, 1884 La National League non li riconobbe e iniziò una battaglia tra le due, soprattutto per i giocatori e i tifosi. La competizione per i giocatori a sua volta indebolì entrambe le Leagues e i livelli di abilità e di talento si abbassarono troppo. L'American Association ridusse anche i prezzi dei biglietti per guadagnare più presenze alle loro partite. I prezzi dei biglietti della National League erano di 50 centesimi mentre l'American Association faceva pagare solo 25 centesimi. L'American Association in calendario prevedeva che si giocasse la domenica e questo aiutò a guadagnare più fans che non erano in grado di andare a vedere una partita durante la settimana di lavoro. Brooklyn Bridegroom BBC vincitori dell'American Association nel 1889. Gli sposi, così chiamati in quanto quattro dei loro giocatori si sposarono dopo la stagione 1887, vinsero il pennant dell'A.A.nel 1889 con due partite sui St. Louis Browns. Furono sconfitti dai campioni della National League, i New York Giants, sei partite a tre, nelle prime World Series tra club di New York. Brooklyn era avanti tre vittorie e una sconfitta nella serie prima di perdere cinque partite di fila. I giocatori sono: In piedi da sinistra: Germany Smith, SS; Pop Corkhill, CF; Adonis Terry, P; Dave Foutz, 1B; Darby O'Brien, LF; Doc Bushong, Sub; Joe Visner, C. Seduti da sinistra: George Pinkney, 3B; Bob Caruthers, P; Hub Collins, 2B; Bill McGunnigle, Manager; Oyster Burns, RF; Bob Clark, C; Tom Lovett, P. Seduto: Mickey Hughes, P. Durante la stagione del 1889 i Brooklyn dell'American Association realizzarono un record di presenze su tutto il baseball. Il team potè contare su un totale di 353.000 persone in quella stagione. La National League attribuì questo al fatto che si vendeva alcol durante le partite dell'A.A. La nuova League si guadagnò il soprannome di "the beer league" dal suo rivale perché tutti i proprietari erano proprietari di saloon o produttori di whisky e birra. Le principale spese che i proprietari dovettero affrontare in entrambe le Leagues furono gli stipendi dei giocatori. I giocatori prendevano dovunque da 1.500 a 2.500 $ dollari alla fine del 1880 e l'inizio del 1890, ma c'erano alcuni giocatori che prendevano fino a 6.000 $. Questo era contro le regole che stabilivano che il massimo che un giocatore poteva ricevere erano 2.000 $. Alla fine del secolo il baseball stava guadagnando popolarità in tutto il paese. Le Leagues si erano fuse e fu un momento redditizio per i proprietari. La partecipazione era raddoppiata nei ballparks delle grandi città, dove c'erano i più grandi nomi mentre le piccole città, con squadre medie, stavano ancora lottando per sbarcare il lunario. A titolo di esempio, nel 1901 la media sulle presenze delle squadre della National League fu di circa 3.500 spettatori. Questo numero era più alto del 50% dei dieci anni precedenti. Il baseball a questo punto della storia era principalmente uno sport operaio. Molti dei giocatori venivano da ambienti urbani e non erano in nessun modo ricchi. Molti dei giocatori di questo tempo furono attirati dagli alti stipendi che potevano ricevere. Secondo Reiss nel suo libro City Games (1989) la fine del secolo fu quando il gioco cambiò e cambiò l'estrazione dei giocatori. Se prima i giocatori provenivano da modeste origini delle aree urbane, dove avevano un sacco di spazio per giocare, ora i giocatori erano ricchi e venivano da famiglie con pedigree facoltosi. Attraverso i primi anni del 1900 il baseball guadagnò slancio e iniziò a fare grosse somme di denaro. La partecipazione fu sempre più grande e i giocatori erano ad un livello molto più elevato di talento. Prima che la League permettesse le partite di domenica, la classe degli spettatori era principalmente formata da colletti bianchi. Quando si cominciò a giocare di domenica la classe operaia iniziò a partecipare. La programmazione delle partite non era in favore delle persone della classe operaia. Molte delle partite erano programmate durante il giorno a causa della mancanza di illuminazione nei ballparks. Solo nel 1935 ci furono le luci in uno stadio. Una volta che la classe operaia fu coinvolta nel baseball, la partecipazione aumentò.
1919 Chicago White Sox Il baseball ebbe successo fino al 1919, quando un altro scandalo lo colpì. Erano le World Series e i Chicago White Sox stavano giocando contro i Cincinnati Reds. I Reds avevano vinto la serie, ma fu perché sette dei giocatori White Sox vennero pagati per perdere le Series. Erano stati corrotti con il denaro e lo fecero anche perchè detestavano il proprietario del team Walter Comiski. Avevano pensato che fosse ingiusto e crudele con i giocatori. I sette giocatori concordarono di lasciare vincere i Reds così il loro proprietario non avrebbe vinto il titolo. Babe Ruth Nello stesso anno che i "Black Sox" vendettero le World Series, c'era un giocatore fenomenale con i Boston Red Sox che aveva colpito 24 homerun in quella stagione, il suo nome era George Herman Ruth (Babe Ruth). Questo fu il nuovo record del tempo e praticamente sconosciuto nel baseball. Nel 1920, il Commissioner decise di cambiare la palla che era stata utilizzata durante le partite con una palla molto più vivace. La nuova palla sarebbe andata più lontana e più veloce rispetto al vecchio modello. Questo era tutto quello che era necessario a Ruth e nella stagione successiva, dopo essere stato venduto ai New York Yankees, realizzò un record incredibile con 54 homeruns. L'articolo del The World New York del 6 gennaio 1920 che annuncia l'acquisto di Babe Ruth dai Boston Red Sox Ruth era arrivato in un grande momento per il baseball perché aveva spostato l'attenzione dallo scandalo delle World Series dell'anno precedente e l'aveva focalizzata sull'impressionante persona conosciuta come The Babe. Uno storico scrisse che fu "l'eroe ideale per il mondo del consumo", quali furono gli anni '20. Attraverso gli anni '20 il baseball continuò a diventare sempre più grande. Il gioco ebbe un pubblico sempre più ampio e si estendeva da costa a costa. Le folle furono sempre più numerose e gli stipendi dei giocatori aumentarono sempre di più. Il gioco crebbe così rapidamente che creò posti di lavoro per il paese con la costruzione di nuovi ballparks per contenere sempre più tifosi in aumento. Nel 1929 il baseball fu visto da enormi folle. Alcune delle squadre potevano contare su più di 30.000 persone per le partite del fine settimana. Poi il crollo della borsa avvenne nel mese di ottobre del '29 e il paese entrò in una spirale verso il basso e il baseball, non fu esente da diventare uno dei crash causati. Uno dei motivi principali per cui il baseball divenne così grande negli anni '20 fu la radio. Le trasmissione delle partite alla radio creò un nuovo pubblico per il baseball. Moltissime persone non potevano ancora permettersi di andare alle partite e così le ascoltavano alla radio. All'inizio ci fu un sacco di apprensione da parte dei proprietari di baseball perché pensavano che sarebbero scese le vendite dei biglietti. Ma ci fu l'effetto opposto sulle vendite dei biglietti. Molte di queste persone sentivano parlare di Babe Ruth e Lou Gehrig alla radio, ma ora volevano vederli di persona. Poi potevano risparmiare e comprare il biglietto per andare a vedere questi grandi di cui avevano sentito tanto parlare. La prima partita che fu trasmessa alla radio fu nel 1921 e le prime World Series furono quelle del 1922. Harold Arlin Il 5 agosto del 1921 a Pittsburgh, il 25enne annunciatore Harold Arlin, si ricavò un posto nella storia del baseball, commentando dal Forbes Field la prima partita di baseball trasmessa dalla KDKA, prima stazione radio commerciale della nazione. Utilizzando solo un telefono convertito a microfono, Arlin seguì la partita tra i Pittsburgh Pirates vs. Philadelphia Phillies (Pirates 8 - Phillies 5) L'introduzione delle radiocronache delle partite di baseball avvicinò un pubblico più eterogeneo rispetto ai più accaniti fans. Le squadre erano entusiaste delle partite trasmesse alla radio. I proprietari erano ottimisti circa le persone che da casa ascoltavano la radio, e poi vendettero i diritti delle loro partite al popolo della radio. Riess scrive nel suo libro che nel 1939 tutte le squadre avevano contratti radiofonici e il più redditizio era quello dei New York Giants che venivano pagati 110 mila dollari l'anno per i diritti radiofonici delle loro partite. Il crollo del mercato azionario ebbe un enorme impatto sul paese e sul baseball. Le banche chiudevano in tutto il paese e gli uomini e le donne perdevano il posto di lavoro ad una velocità indicibile. Si dice che uno su quattro operai avesse perso il posto di lavoro. Se così era e il baseball faceva affidamento sulle vendite di biglietti, allora che cosa sarebbe accaduto al loro pubblico? La gente era ormai senza lavoro e salvare il loro denaro era la loro priorità. Il ceto medio non poteva più permettersi di andare alla partita di baseball. In alcuni casi in cui una persona poteva permettersi di andare alla partita ci pensava perchè avere un nichel in più voleva dire comprare un hot dog che poteva essere il suo unico pasto della giornata. I prezzi dei biglietti durante il primo anno della Grande Depressione erano in media tra i 75 centesimi e un dollaro. Molti dei proprietari stavano cominciando a introdurre speciali promozioni alle partite per cercare di aumentare la partecipazione. Alcune delle promozioni che furono utilizzate presero il nome di "ladies day", perchè le donne avevano l'entrata libera. I proprietari avevano dovuto trovare un modo per richiamare la persone alle partite, anche se nel paese si era diffuso il panico per la situazione bancaria e la straordinaria quantità di persone che erano senza lavoro. I proprietari pensavano che se le donne entravano senza pagare, avrebbero comunque acquistato cibo e bevande contribuendo in quel modo agli incassi. Avevano anche ideato dei concorsi in cui il vincitore avrebbe vinto dei soldi o del cibo. I proprietari stavano vedendo che i loro ricavi dalle biglietterie scendevano costantemente e cercavano qualsiasi tipo di espediente per attirare le persone. Il fatto era che i proprietari delle squadre non volevano perdere soldi e cercavano di riempire i loro ballparks con il maggior numero di persone possibile. Se le promozioni speciali attiravano la gente allo stadio, allora questo sarebbe stato ciò che avrebbero fatto. Il crollo del mercato azionario del 1929 avvenne tre settimane dopo che la stagione '29 si era conclusa. Le squadre erano ora nella loro pausa invernale. I proprietari e i giocatori rimasero vittime del crash come il resto del paese. Solo perché erano giocatori di baseball non significava che fossero immuni dai problemi del paese. Dovevano usare le banche per avere i loro soldi come tutti gli altri. Dovevano anche affrontare i problemi occupazionali che il paese stava attraversando. Alcuni dei giocatori delle Leagues dovettero fare un ulteriore lavoro durante i mesi di offseason per provvedere alle loro famiglie. Anche se avevano incassato un onesto stipendio giocando, dovevano lavorare per sostenere la loro famiglia. Non tutti i giocatori di baseball erano in questa situazione, ma alcuni dovettero impegnarsi a cercare un secondo lavoro. Il presidente Herbert Hoover effettua il lancio cerimoniale nell'opening day del 1930 al Griffith Stadium. A destra il manager dei Senators Walter Johnson Nel giorno di apertura della stagione di baseball del 1930, il primo dopo il crollo del mercato azionario, non si sarebbe detto che ci fosse la depressione in corso. Il presidente Hoover era a Washington ad effettuare il primo lancio nella partita tra Washington e i Red Sox. Quella partita fu la prima della stagione e il resto del campionato fu la replica dell'opening day. La partecipazione alle partite fu stupefacente. Secondo il New York Times al Polo Grounds, a New York, i Giants stavano affrontando i Braves di fronte a 40.000 persone; a Detroit c'erano altre 40.000 persone a vedere i Tigers contro i Browns; a Cincinnati c'erano 30.000 persone, così come a St. Louis dove si giocò davanti a 30.000 fans. La dimostrazione di sostegno alle Leagues in questo momento critico era difficile da capire. Il paese stava crollando velocemente e il presidente Hoover era andato a lanciare la prima palla e centinaia di migliaia di persone stavano riempiendo gli stadi per guardare ciò che alcuni chiamavano "un gioco da ragazzi interpretato da uomini adulti". Biglietto per il settore privilegiato relativo a Gara 1 delle World Series del 1930 Questo certamente non rifletteva i tempi difficili in cui versava il paese e dove si stava dirigendo. Per le World Series del 1930 i prezzi dei biglietti furono gli stessi del 1929. I posti a sedere nel settore privilegiato costavano 6,60 dollari, le tribune 5,50, il posto non numerato 3,00 e il costo delle gradinate 1,00 $. Anche se i prezzi dei biglietti sembravano ragionevoli furono venduti solo per un pacchetto di tre partite. L'unica eccezione erano i posti sulle gradinate che erano in vendita con un biglietto per una sola partita. I prezzi delle partite erano probabilmente estremamente troppo alti per un sacco di persone che avevano perso il lavoro, ma i colletti bianchi della classe medio alta avevano ancora le risorse per essere in grado di permettersi di andare alle partite. Alla partita di apertura delle World Series del 1930 tra il Philadelphia Athletics e i St. Louis Cardinals partecipò il presidente Hoover e cinquanta dei suoi collaboratori. Egli fece parte delle 33.000 persone presenti a Gara 1. Il presidente doveva fare un discorso a un gruppo di banchieri a Cleveland e le World Series erano lungo il suo percorso. Le Series ritornavano quasi ad un anno dal crollo della borsa e c'erano ancora migliaia di persone che volevano presenziare alle partite. La depressione sembrava avesse poco effetto sul baseball. St. Louis ebbe 100.000 richieste per i biglietti e il loro stadio poteva contenere solo 39.000 persone, così ci furono senza dubbio alcuni tifosi dal cuore spezzato per non poter vedere la loro squadra. Tuttavia, la serie venne trasmessa alla radio e così la gente potè seguire gli eventi. La depressione mostrò qualche effetto sulla serie perché rispetto alla precedente, prima del collasso, c'erano oltre 50.000 persone ad assistervi, mentre in questa partita d'apertura cen'erano solo 33.000. All'inizio della stagione del baseball del 1931 il paese era ancora in depressione e non c'erano segni di miglioramento. Erano passati circa diciotto mesi dal crollo del mercato azionario e il baseball si stava preparando a iniziare la propria stagione e il The New York Times pubblicò un articolo che ci sarebbero state 70.000 persone che avrebbero presenziato alla gara inaugurale della stagione tra i New York Yankees e i Boston Red Sox. New York aveva una grande varietà di persone e culture e molte di loro erano state colpite duramente dalla depressione. Molte persone non avevano da mangiare ed erano senza casa e molti erano disoccupati. Allora, chi frequentava queste partite? E' difficile immaginare che 70.000 persone fossero in grado di permettersi di andare alla partita di baseball. Alcuni andarono alla partita per dimenticare momentaneamente i tempi duri che stavano attraversando fuori dalle mura dello stadio. Hoover effettua il lancio cerimoniale il 14 aprile 1931 al Griffith Stadium nell'opening day. A destra il manager dei Senators Walter Johnson Nelle World Series del 1931 c'erano le stesse squadre dell'anno precedente, Philadelphia contro St. Louis. Le Series venivano giocate a quasi due anni dal crollo del '29 e le persone stavano ancora riempiendo i ballparks. Alla Gara di apertura partecipò di nuovo il presidente Hoover come aveva fatto per le due precedenti World Series. Per Gara 1 della serie si aspettavano 40.000 persone. Si trattava di circa 7000 in più rispetto l'anno precedente. Questo poteva essere un segno che l'economia stava ripartendo, ma bisogna ricordare che le persone in questo paese prendevano il baseball sul serio e che non avrebbero mancato di andare a vedere giocare la loro squadra a causa di un po' di "vecchia depressione". Gran parte delle ragioni per cui le persone frequentavano ancora le partite era che si prendevano una pausa dalla realtà della loro vita quotidiana. Le loro vite erano state così consumate dai problemi che il paese stava attraversando che il baseball era una via di fuga. Molte di queste persone infatti mangiavano il loro unico pasto al campo da baseball durante la partita. Sembrava quasi che la gente avesse una spinta in più per alzare il morale quando potevano vedere i loro giocatori preferiti come Babe Ruth e Joe DiMaggio. La fantasia che accompagnava i tifosi quando erano alla partita faceva loro dimenticare la dura realtà di essere senza casa, disoccupati, o in alcuni casi affamati. Questo è come il baseball aiutò il popolo americano. Nel 1932 il baseball teneva ancora forte e continuò a richiamare le persone nei ballparks. C'era stato un tempo prima del 1932 in cui la gente voleva che le squadre di baseball riducessero i prezzi dei biglietti per risparmiare, ma il baseball non recepì la richiesta. I funzionari delle Leagues risposero che non avevano mai alzato i prezzi, nemmeno durante il suo momento di boom, e perciò non li avrebbero abbassati adesso. In un'intervista al New York Times il presidente dell'AL, William Harridge, disse: "Qualsiasi suggerimento di abbassare i prezzi dei biglietti a causa delle condizioni predominanti, trascura il fatto che durante il periodo del boom del baseball non si è fatto alcun tentativo di sfruttare soldi facili". E aggiunse che le spese di gestione delle squadre erano troppo alte per tagliare i prezzi dei biglietti. Questo era anche l'anno delle elezioni presidenziali e il presidente Hoover era alla fine del suo mandato. Fu ancora una volta il presidente durante la stagione del baseball, ma sarebbe stato l'ultimo. Le elezioni di novembre diedero al paese un nuovo presidente. Franklin D. Roosevelt fu eletto alla Casa Bianca e una nuova era stava per iniziare. Le World Series del 1932 furono le prime in cui il presidente Hoover non partecipò, perché era troppo occupato alla Casa Bianca. Tuttavia, anche se il presidente non c'era le Leagues si aspettavano l'arrivo allo Yankee Stadium di circa 70.000 tifosi. Quando la serie si spostò a Chicago si prevedevano altre 45.000 perone. Le Leagues prevedevano che se la serie fosse andata a Gara 7 avrebbero partecipato più di 400.000 persone, rompendo il precedente record. Le Leagues si aspettano anche di battere i record di fatturato. New York e Chicago erano due delle città che erano state colpite più duramente dalla depressione, ma non si sarebbe mai pensato se si guardava a quanta gente andava alle partite di baseball. Franklin D. Roosevelt effettua il lancio cerimoniale nell'opening day del 12 aprile 1933 al Griffith Stadium. A destra, il manager dei Senators Joe Cronin L'anno 1933 portò al paese un nuovo presidente e una nuova stagione di baseball. Come il suo predecessore, il nuovo presidente Franklin D. Roosevelt era lì per effettuare il primo lancio della partita degli Washington Senators. Questa fu la prima stagione di baseball che Roosevelt presiedette come comandante in capo del paese e ce ne sarebbero state molte altre a venire. Nel corso degli anni Roosevelt avrebbe amato il baseball, ma non potè presenziare alle partite così tanto quanto avrebbe voluto perché la poliomielite rendeva difficile salire e scendere le scale degli stadi. L'affluenza agli opening day di quella stagione fu in linea con l'anno precedente. Molti dei ballparks erano esauriti alla loro partita di apertura della stagione. Le World Series di quell'anno non poterono contare sulla presenza di Roosevelt perché era in viaggio. La partecipazione alle Series non deluse i proprietari. Le squadre si aspettavano ancora 50.000 fans a partita. Gli Washington Senators quell'anno cercarono qualcosa di nuovo con la loro vendita di biglietti per la serie. Per la prima volta i fans sarebbero stati in grado di acquistare i posti per i singoli giochi per la sezione dei posti a sedere riservati. In passato gli unici posti che erano stati venduti per il singolo gioco erano i sedili non riservati che venivano messi in vendita il giorno della partita. Questo nuovo sistema di vendita dei biglietti contribuì ad incrementare l'affluenza alle partite e diede a più persone l'opportunità di vedere la partita dai posti migliori. I New York Giants continuarono a vendere i loro biglietti nella formula del pacchetto di tre partite ed esaurirono tutte le loro gare. Le persone erano ancora attirate dal baseball a tre anni dal crollo del mercato. Franklin D. Roosevelt effettua il lancio cerimoniale nell'opening day del 24 aprile del 1934 al Griffith Stadium. A destra, il manager dei Senators Joe Cronin e il manager dei Red Sox Bucky Harris L'anno successivo quando la stagione del baseball stava per iniziare, gli Washington Senators volevano, una volta ancora, che il presidente Roosevelt lanciasse la prima palla all'opening day. Andarono dal presidente all'inizio di gennaio del 1934 per chiedergli se volesse farlo e lui disse che ci sarebbe stato. Ma subentrò un problema per un improvviso appuntamento proprio nel primo giorno della stagione di baseball e così Roosevelt non sarebbe stato presente. Il proprietario della squadra di Washington andò dal Commissioner del baseball ed ottenne il permesso di cambiare il loro programma in modo di poter avere la presenza del presidente alla prima partita. Roosevelt era più che felice di presenziare alla partita, se avessero cambiato la data. Così nel secondo anno della sua presidenza il programma della MLB cambiò affinché potesse essere presente. Negli anni successivi il baseball continuò ad avere gli stessi numeri di presenze degli anni precedenti. Gli stadi erano ancora tutti esauriti e i fans stavano andando nei ballparks. Il presidente Roosevelt stava lavorando sulle politiche del New Deal e su come trascinare questo paese fuori dalla depressione. Stava creando posti di lavoro attraverso la Works Progress Administration e vennero costruiti ballparks e aree ricreative perchè ci andassero le persone. Nel 1936 il mondo del baseball vide la più grande affluenza all'opening day dal 1931. Il giorno di apertura, tutti i vari stadi che erano aperti attirarono un totale di 205.500 tifosi. Questo poteva essere un segnale che l'economia del paese stava cominciando a girare. Si potrebbe anche dire che fu una bella giornata per andare allo stadio e la gente aveva bisogno di uscire di casa dopo un lungo inverno chiusa dentro. Nell'inizio della stagione del baseball del '35 alcune partite furono rinviate perché c'era ancora troppo freddo per giocare e le temperature avrebbero tenuto i tifosi lontani. Il 24 maggio del 1935, dopo aver ricevuto il segnale dalla Casa Bianca, il GM dei Reds Larry MacPhail gira l'interruttore, e 632 fari illuminano per la prima volta nella storia uno stadio delle Major Leagues Un momento della prima partita giocata sotto le luci dei fari il 24 maggio del 1935 tra i Cincinnati Reds e i Philadelphia Phillies al Crosley Field. I Reds vinsero 2 a 1 Una panoramica del Crosley Field sotto i fari il 24 maggio 1935 Fu anche nel 1935 che il mondo del baseball aprì le sue porte a sempre più persone per la prima partita in notturna. La partita venne giocata a Cincinnati il 24 maggio e fu un grande successo. Il presidente Roosevelt era alla Casa Bianca e pigiò un interruttore che accese le luci a Cincinnati per la prima partita della Major League di baseball mai giocata con i fari. Il presidente accompagnò idealmente i 25.000 fans che videro il baseball di notte per la prima volta nella storia. Non sapevano che 70 anni dopo, le partite in notturna avrebbero dominato mentre le partite di giorno sarebbero diventate rare, l'esatto contrario di questo momento. Le partite di notte aprirono, però, le porte a molte più persone in grado di partecipare. Il baseball avrebbe continuato a fiorire negli anni di Roosevelt con una crescita della base dei fans. Le persone preferivano guardare una partita di baseball che fare qualsiasi altra cosa. Nel 1935, Babe Ruth stava facendo il suo tour di addio al baseball ed era in Texas. Attirò una folla di quasi 70.000 persone per vederlo giocare un'ultima volta. Con persone che pagavano per andare a vedere l'anziano Ruth e con il gioco che cresceva ogni anno era impossibile poter pensare che la depressione avesse avuto un impatto negativo sul gioco del baseball. Il baseball ebbe un effetto enorme sulle persone e ora le persone volevano il loro gioco e non importava cosa fosse successo. Negli anni a venire la devozione che la gente aveva mostrato verso le loro squadre e il gioco verrà messa in questione. Durante i primi anni della presidenza, Franklin D. Roosevelt ricevette il primo pass del baseball che gli permitteva di andare a vedere qualsiasi partita che voleva in ogni stadio. Era l'aprile del 1935 e il presidente stava effettuando il primo lancio alla partita inaugurale della stagione a Washington. Aveva ricevuto il pass per se stesso e per la moglie Eleanor. Questa era la prima volta che un presidente aveva il privilegio di ricevere questo pass e Roosevelt lo prese come un grande complimento per essere stato il primo. Quando scoppiò la seconda guerra mondiale il baseball fu una delle cose su cui la gente potè contare. Durante la prima guerra mondiale, la stagione del baseball del 1918 venne accorciata per consentire alle persone di lavorare o di andare a combattere. Nella seconda guerra mondiale fu diverso. Il presidente Roosevelt pensava che mantenere la stagione del baseball in corso avrebbe "contribuito notevolmente al morale del paese". Il presidente ritenne che la continuazione della stagione del baseball avrebbe aiutato le persone a superare questo momento difficile. Molte delle stelle del baseball andarono in guerra, ma quelli che erano troppo vecchi o troppo giovani continuarono a giocare attraverso questo difficile momento del paese. Il baseball non fu l'unico sport che venne giocato nel paese durante questo periodo. Ma c'era un grande punto negativo contro il baseball perchè era ancora l'unico gioco di soli bianchi. Non c'erano afroamericani che giocavano nelle Majors. Non solo gli afro-americani non erano ammessi a giocare, ma anche i giocatori ebrei non erano visti di buon occhio nel gioco. Hank Greenberg Non lo furono fino a quando una superstar di nome Hank Greenberg mise a segno così tanti homerun da diventare il miglior giocatore del baseball e così gli ebrei vennero riconosciuti come giocatori nelle Big Leagues. Alcuni giocatori di origine ebraica arrivarono a cambiare i loro nome. Greenberg fu il Jackie Robinson per la comunità ebraica nel baseball. Nel 1956 Greenberg venne eletto nella Baseball Hall of Fame. Durante la segregazione nelle Major League c'era un'altra League che stava giocando. Era la Negro League. Il campionato era stato creato per gli afroamericani che volevano giocare e anche per i loro tifosi di colore che volevano vedere le partite senza alcuna discriminazione nei loro confronti. Nel 1900 c'erano cinque squadre afroamericane stipendiate che formavano la loro League. Molte partite venivano giocate di domenica, quando la maggior parte della gente di colore non lavorava. Il baseball fu uno degli sport più importanti per la comunità afroamericana racconta Steven Riess nel suo libro City Games. La popolarità della Negro League fu influenzata dalla migrazione degli afroamericani dal sud - dove le loro libertà erano molto più limitate - al nord. Nel 1920 fu creata la National Negro League con otto squadre che erano prevalentemente del Midwest. Le squadre giocavano ben 200 partite all'anno nei ballparks in affitto. Il costo dei biglietti per entrare era di venticinque centesimi e la presenza media a partita era di circa 1.700 tifosi. La League affrontò problemi per rimanere a galla in questi tempi difficili. Mentre le Major Leagues di baseball si riempivano di fans, la Negro League appena sopravviveva. La maggior parte delle squadre era di proprietà di uomini d'affari afroamericani, e solo una, delle originali otto squadre, vi rimase dall'inizio alla fine nella League. La National Negro League chiuse nel 1931 e una nuova League, gestita da un certo numero di banchieri, venne costituita nel 1933. La vecchia League chiuse in gran parte per gli affitti dei ballparks. Nessuno dei ballparks delle Major Leagues rinunciò a dei giorni perchè vi giocasse la Negro League, quindi con nessun posto per giocare non potevano giocare. Dopo gli incerti anni '30, la Negro League iniziò ad affittare i grandi ballparks delle Big Leagues e in alcuni casi iniziarono a costruirne di propri. Nel 1940, i New York Yankees incassarono un extra di 100.000 $ affittando il loro campo alle squadre della Negro League. Con l'inizio della seconda guerra mondiale la Negro League cominciò a svilupparsi ancora di più. Satchel Paige, a sinistra, e Josh Gibson Con l'incremento dei posti di lavoro a causa della guerra molti di loro ora avevano i soldi per vedere una partita. Il talento che c'era nella Negro League era altrettanto buono di tutte le loro controparti bianche. Con grande nomi come Josh Gibson, Satchel Paige e Jackie Robinson, la League aveva le proprie all-stars per attirare le folle. Jackie Robinson Nel 1937 qualcuno chiese all'all-star dei New York Yankees Joe DiMaggio, chi fosse il miglior lanciatore che avesse mai affrontato e la sua risposta fu senza esitazione: Satchel Paige. La Negro League continuò a crescere fino a quando Branch Rickey dei Brooklyn Dodgers firmò Jackie Robinson, rompendo la barriera del colore nel baseball professionistico. C'era voluta una Guerra Mondiale e un uomo coraggioso come Jackie Robinson per abbattere la barriera nel 1947. Fu solo un peccato che il presidente Roosevelt non fosse in giro per vederlo. Mentre il baseball stava ancora avanzando c'erano anche altri sport su cui il paese nutriva interessi. Uno dei più popolari fra loro era il football. Teddy Roosevelt, che era un grande fan del gioco, salvò il football quando era presidente nel 1900 dai presidi dei college che volevano proibirlo per problemi di sicurezza. Il football fu meno colpito dalla depressione secondo un articolo che venne pubblicato sul New York Times il 23 dicembre del 1932. Anche se la depressione continuava da solo un paio di anni, il sondaggio condotto in questo articolo si chiedeva quale sport fosse stato colpito meno dalle condizioni attuali? Gli elettori avevano votato il football con 85 voti e secondo il baseball con 48 voti. Il sondaggio era stato fatto molto presto nella fase della depressione e la fonte dei votanti non era abbastanza affidabile per fare ipotesi che il football fosse stato colpito di meno. Richard Davies scrive nel suo libro Sports in American Life, che tra gli anni 1931-1933 il baseball perse il quarantuno per cento del suo pubblico pagante. Questo può essere vero, ma ciò che avevano perso in numero di presenze lo avevano compensato con il pubblico radiofonico. I fans potevano aver smesso di andare alle partite ma non avevano smesso di ascoltare i risultati e le classifiche delle loro squadre del cuore. I numeri non mentono quando si tratta delle perdite delle Leagues in quegli anni. L'importo in dollari che le Big Leagues persero in quegli anni fu di 2,8 milioni di $. Questo fu sicuramente un'enorme quantità di denaro e alcune squadre erano sul punto di chiudere. I tifosi però non potevano stare lontano per molto tempo. Nel 1934 le vendite dei biglietti furono di nuovo in aumento e il baseball era ancora una volta di nuovo in via di guarigione. Il baseball vide una miscela di alti e bassi. Lo scandalo dei Black Sox aveva scosso il mondo del baseball e aveva lasciato dubbiosi i tifosi. E la discriminazione, che il baseball aveva mostrato verso gli afroamericani e tutti gli altri gruppi etnici fino agli anni '40, quando la barriera del colore fu rotta, rese il baseball meno di successo. I ruggenti anni '20 avevano aiutato il gioco a riguadagnare un po' di rispetto, e quando il mercato crollò nel 1929 la gente almeno poteva contare ancora sul baseball. La radio aiutò decisamente il gioco e le persone, facendoli diventare inseparabili. Questo diede ai tifosi che non potevano andare alla partita la capacità di seguire ancora il baseball. I proprietari erano coscienti che la gente non sarebbe andata alle partite, perché poteva ascoltarle da casa, ma la gente tornò ancora. Subito dopo il crollo la partecipazione diminuì ma aumentò costantemente nel corso degli anni '30 e fino alla seconda guerra mondiale con il sostegno di Franklin Roosevelt. Il gioco consentì alle diverse classi sociali di riunirsi in un unico posto e anche se non avevano niente altro in comune che l'amore per il baseball, questo era abbastanza per legarli insieme. L'etichetta di "America’s Pastime" è un soprannome meritato per un sport che aveva aiutato così tante persone in un momento difficile della loro vita. "Baseball During the Great Depression", di Dan Sullivan, 08/04/2011 |
L'High Five è un gesto celebrativo con la mano che si verifica quando due persone contemporaneamente alzano ciascuno la mano aperta, sopra la testa, e spingono, scorrono, o schiaffano il loro palmo contro il palmo dell'altra persona. Il gesto è spesso preceduto dalla frase "Give me five" o "High Five". Il suo significato varia a seconda del contesto, ma può essere interpretato come un saluto, congratulazioni o festeggiamento. Ci sono molte storie sull'origine dell'High Five, ma i primi due candidati, sorretti da molte prove documentali, sono stati Dusty Baker e Glenn Burke, della squadra dei Los Angeles Dodgers, che lo fecero in Gara 2 delle NLCS nel 1977. Glenn Burke Il 5 ottobre del 1977, all'interno del Dodger Stadium, nacque la gioiosa storia sociale di uno stile e di una moda che durerà per sempre. Secondo la leggenda, l'High Five è nato dal colorito outfielder dei Dodgers Glenn Burke e dal suo compagno Dusty Baker. Quelli che erano lì lo ricordano vividamente. "Non l'avevamo mai visto prima", disse il prima base dei Dodgers Steve Garvey. "E' stato come l'onda. Qualcuno doveva avviarla, e riteniamo che siano stati Glenn e Dusty". Dusty Baker L'High Five ebbe origini dalle emozioni che aleggiavano sulla prima squadra di Tommy Lasorda che riuscì a recuperare il deficit contro i Phillies e vincere le NLCS con tre vittorie consecutive. Nelle World Series, i Dodgers persero in sei partite contro Reggie Jackson e gli Yankees. Gara 2 delle NLCS del 1977 fu la resa dei conti con i Phillies, campioni della NL East, giocata al Dodger Stadium il 5 ottobre di fronte a 55.973 fans. I Phils ammutolirono lo stadio dei Dodgers, tutto esaurito, vincendo la gara di apertura, 7-5, con un paio di punti nel nono inning, nonostante il drammatico grand slam di Ron Cey contro Steve Carlton. Il pareggio 1-1 in Gara 2, nel duello tra Jim Lonborg dei Phillies e il futuro Hall of Famer Don Sutton, rimase inalterato fino alla parte bassa del quarto. I Dodgers caricarono le basi per Baker, che colpì un lancio sul conteggio di 1-2 mandandolo fuori dello stadio per colpire un enorme muro del suono. Il primo ad uscire fuori dal dugout per salutare Baker fu Burke, un outfielder di riserva, con il palmo della mano destra alzata al cielo. Baker incontrò il braccio steso di Burke con la mano destra in una esplosione di emozioni che scosse il Dodger Stadium. Il momento storico in cui Glenn Burke, a sinistra, sta per dare inizio al primo High Five nella storia dello sport con Dusty Baker (# 12), autore del grand slam in Gara 2 delle NLCS del 1977 Qui nacque, e tutti gli storici dello sport in generale sono d'accordo, il primo High Five su un palco del grande sport. In realtà, come riferisce Baker, l'originale High Five venne ideato e realizzato tre giorni prima, senza che tutto il mondo dello sport lo notasse. "Fu tutto merito di Glenn", disse Baker, "Non mi prendo nessun merito. Mi è capitato di essere lì. Non sono certo se fosse il primo, ma questo è quello che mi è stato detto". L'ultimo giorno della stagione, i Dodgers stavano cercando di realizzare un'impresa senza precedenti. Garvey, Reggie Smith e Cey avevano tutti raggiunto o eclissato la barriera dei 30 homers. Baker era sotto di uno per raggiungere i 30. Il suo compito quel giorno era scoraggiante: James Richard Rodney, il lanciatore più intimidatorio della League, stava lanciando per gli Astros. I quattro giocatori dei Dodgers che realizzarono 30 e più fuoricampo nella stagione regolare del 1977. In piedi a sinistra, Steve Garvey, Dusty Baker (# 12), Reggie Smith (# 8) e Ron Cey, inginocchiato a destra Nel sesto inning, in quello che sarebbe stato il suo ultimo at-bat della stagione, Baker colpì un lancio di Rodney, sul conteggio di 1-2, oltre il muro a sinistra. Burke, nell'on-deck circle, incontrò il suo compagno di squadra a casa base con quel braccio destro steso in alto. Baker - "Dr. Scald" per i compagni di squadra - lo colpì con la mano destra. Burke, con la sua adrenalina alle stelle, lo seguì con un homer solitario. "Glenn era come [Yasiel] Puig", ha detto Garvey recentemente, "Aveva una personalità cinetica. Questo è quello che in altre parole ho usato per Steve Sax". Subito dopo il gesto tra Burke-Baker, Magic Johnson, componente del gruppo di proprietà dei Dodgers, rese popolare l'High Five nel basket alla Michigan State University. Burke, un magnifico atleta, fu scambiato con Oakland la stagione successiva senza poter dimostrare il suo potenziale con i Dodgers. Divenne una figura tragica, morendo all'età di 42 anni di AIDS nel 1995. Giocò la sua ultima partita nella Major League a 26 anni nel 1979. "Glenn amò come fece l'High Five", disse Baker. "Era la linfa vitale di ogni party. Nessuno poteva ballare come Glenn. Faceva sempre le sue performance, dalle strade di Berkeley, sul bus e sull'areo della squadra. Glenn manteneva tutti rilassati e sorridenti. Si ha bisogno di quel tipo di ragazzo nella tua squadra in una lunga stagione". "Glenn Burke era unico nel suo genere, una personalità unica", disse Davey Lopes. Il primo NLCS Most Valuable Player Award nella storia della NL fu assegnato nel 1977 a Baker. Aveva battuto .357, colpendo 8 RBI e due fuoricampo, tra cui uno da due punti contro Carlton nel decisiva vittoria di Tommy John in Gara 4. L'High Five, la creazione di Burke, simboleggiò la formidabile forza vitale di quei Dodgers. Da allora è diventato un gesto globale, raggiungendo ogni angolo del pianeta. |