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Questa è una sintesi dell'evoluzione dei nicknames delle attuali squadre della Major League Baseball e anche della selezione di ex squadre della major e minor, i cui soprannomi sono stati influenti o di lunga durata. Le fonti dei soprannomi comprendono i nomi dei club, i colori del team e i simboli della città. I soprannomi sono stati talvolta dati dai media, altre volte attraverso il consapevole marketing da parte del team. Quadro generale Le squadre sportive hanno da tempo utilizzato colori e soprannomi come una forma di identità del team. Ciò conferma l'uso dei colori e soprannomi in altre attività come l'araldica, i militari e le bandiere delle nazioni. Le squadre di baseball hanno cominciato ad acquisire precocemente i soprannomi nell’evoluzione di questo sport. Non tutte le squadre sentirono il bisogno di un nickname. La prima presunta partita ufficiale di baseball ha avuto luogo tra due squadre chiamate "New York" e "Knickerbocker", a metà degli anni 1840. La sede di entrambe le squadre era a New York City. Dopo la Guerra di secessione americana, l'interesse per le partite altamente qualificate di baseball ha portato alla nascita di molti club organizzati, con i nomi che erano il nome ufficiale del club, ora spesso erroneamente adattati con il nickname. Tuttavia, tutti questi nomi dei club riportavano, di seguito, la dicitura "Base Ball Club". Esempi: New York
3 settembre 1859 - I Knickerbocker (a sinistra dell'arbitro, Dr. J.B Jones, al centro con il cilindro) e gli Excelsior Baseball Clubs (a destra dell'arbitro), allo Elysian Fields a Hoboken, New Jersey ● Mutual B.B.C.
Mutual Base Ball Club di New York, alias, "Green Stockings", 1870. In piedi (da sinistra a destra) - Jack Nelson, terza base; Al "Phoney" Martin, esterno destro; Marty Swandell, seconda base; Dave Eggler, esterno centro. Seduti (da sinistra a destra) - Everett Mills, prima base; John Hatfield, interbase; Charlie Mills, catcher; Rynie Wolters, pitcher; Dan Patterson, esterno sinistro Brooklyn
Atlantic Base Ball Club di Brooklyn, NY, "Campioni d'America", 1865. Da sinistra a destra - non identificato, Sid Smith, Dickey Pearce, Joe Start, Pete O'Brien (abito scuro), Charlie J. Smith, John C. Chapman, Fred Crane, John Galvin (seduto), Tom P. Pratt ● Eckford B.B.C.
Eckford Club del 1858 Philadelphia
1874 - Philadelphia Athletic Base Ball Club. In piedi, il secondo da destra, è Adrian Constantine Anson, conosciuto nelle sue prime stagioni come "Baby", poi come "Cap" e infine come "Pop" Cleveland
1867 - Forest City BBC Sebbene molti dei giocatori di questi club sono stati di fatto dei professionisti, la prima squadra pubblicamente professionale è stata quella dei Cincinnati Red Stockings, una squadra di dilettanti che divenne professionista e iniziò un tour di successo facendo esibizioni nel 1869. La fama di questa squadra significava la fine della versione dell'alto livello amatoriale del gioco. Anche l'uso dei colori della squadra serviva un doppio ruolo, come il soprannome della squadra. Esempi: ● Boston Red Stockings e Red Sox Sostenendo una consapevolezza del significato dei colori, nel 1882 la National League approvò una norma che imponeva dei colori specifici per ciascuna squadra (Frank G. Menke, The Encyclopedia of Sport, AS Barnes & Company, 1955, p.30): ● Boston: Red Quando i media (soprattutto giornali) iniziarono a coprire ampiamente le partite con l'assegnazione di specialisti per scriverne le cronache, l'inventiva dei giornalisti utilizzò i nomi stabiliti, oppure ne inventarono di nuovi. Inizialmente, si riferivano spesso ad un club nella sua forma plurale, sia con il nome della città o col nome del club. Esempi: ● Atletics Quando gli scrittori diventarono più eclettici, cominciarono a riferirsi alle squadre utilizzando qualche caratteristica che rendeva la squadra o la città unica al mondo. Esempi: ● Beaneaters (Boston) Quando due o più Major League sono esistite contemporaneamente in una sola città, gli scrittori, spesso accompagnavano il nome della League, e hanno avuto la possibilità di evolvere il nickname di un team. (The Encyclopedia of Sports, p.32). Esempi: ● Boston Nationals (poi "Braves"), Boston Americans (poi "Red Sox") ● New York Nationals (meglio conosciuti come "Giants"), New York Americans (evoluto in "Yankees") In alcuni casi, come ad esempio i Cleveland Indians, fu la squadra a sollecitare l'aiuto dei media per inventare un nuovo nickname. Alcuni di questi nicknames cambiarono nel corso del tempo perchè scomparsi con il team, mentre alcuni sono ancora in uso oggi. Quasi tutti i nicknames delle "16 classiche" squadre della MLB erano originariamente non ufficiali. Ma una volta che un soprannome diventava abbastanza popolare, poteva essere adottato dal team e diventare ufficiale. Alcune squadre vennero indicate con un nickname per molti anni e poi lo cambiarono in qualcosa d'altro. Altre squadre non cambiarono mai il loro nicknames. Alcuni team ebbero due popolari soprannomi simultaneamente per molti anni. Esempi: ● Brooklyn Dodgers/Robins Nell'era moderna dello sport e nell'espansione delle franchigie, i nicknames non vennero più assegnati in modo casuale dai mezzi di comunicazione, ma furono scelti, piuttosto, dal team per scopi di marketing. I nomi erano scelti al fine di stabilire una forte identità di squadra, e di avere un logo interessante per incentivare le vendite di merciandising ai fans, come cappellini e magliette. Cincinnati, Ohio Cincinnati è elencata qui per prima e seconda Boston, non in ordine alfabetico, a causa della cronologia tra i soprannomi delle squadre. Cincinnati Red Stockings
La prima squadra apertamente professionale è stata la famosa Cincinnati Red Stockings del 1869-1870. Iniziò come organizzazione amatoriale nella National Association of Base Ball Players nel 1866, crescendo notevolmente dopo la guerra civile americana. L'interesse per i Red Stockings crebbe in seguito all’impressionante striscia di vittorie, per la maggior parte nelle partite in giro per la nazione o dimostrative. I Red Stockings attraversarono il 1869 e parte del 1870 imbattuti, la loro striscia terminò il 14 giugno 1870. L'interesse per la squadra diminuì e mentre il club guadagnò molta fama e successo il margine di profitto del team si assottigliò. I dirigenti del club decisero di sciogliere la squadra nel 1871. Ma l'influenza di questa squadra fu notevole. Nel 1870, terminata l'era amatoriale, iniziò il primo campionato professionistico con la National Association of Professional Base Ball Players, che iniziò ad operare nel 1871. Con i Cincinnati Red Stockings sciolti, quattro dei suoi giocatori si riunirono a Boston per aderire alla nuova National Association (spesso brevemente chiamata NA, dagli storici moderni). Il manager Harry Wright e suo fratello George Wright (la versione baseball dei "Wright brothers"), insieme a Cal McVey e a Charlie Gould formarono i Boston Red Stockings, che alla fine si trasformarono negli Atlanta Braves. Cincinnati Reds Per l'influenza dei Red Stockings, quasi tutti i team di professionisti a Cincinnati, da allora, adottarono il rosso come colore primario. Le squadre di Cincinnati hanno avuto anche la tendenza ad associarsi come club nel 1869-70, ma non vi è alcuna connessione diretta diversa dal nome. Quando la NA chiuse, le squadre migliori e alcune nuove, formarono la National League nel 1876. Uno dei nuovi team si chiamò Cincinnati Red Stockings, reclamando il loro vecchio nome. Il team venne espulso dalla National League nel 1880 per aver venduto birra alle partite e per giocare di domenica. Nel 1882 venne fondata una nuova League, per sfidare la NL: L'American Association. Chiamata brevemente "AA", si differenziava dalla storica NL, per offrire prezzi più economici per il biglietto d’ingresso così come le bevande alcoliche, che a quel tempo erano vietate nei Ballparks della NL. Ironia della sorte, questa "AA" divenne nota come "The Beer and Whisky League" e venne criticata dalla dirigenza NL perchè molte delle squadre affiliate erano "città di fiume", popolate da cittadini di bassa classe: Pittsburgh, Cincinnati, Louisville e St. Louis.
Cincinnati Red Stockings del 1988 La nuova versione dei Cincinnati Red Stockings (poi abbreviata a Cincinnati Reds) prosperò. La squadra vinse il primo pennant dell'American Association e sopravvisse nelle prime otto stagioni dei dieci anni di esistenza dell'Association. Nel 1890, i Reds furono riammessi nella National League e continuarono a giocare a Cincinnati fino ad oggi. Nel 1905, la squadra utilizzò per la prima volta la lettera "C" sulle casacche. La parola "Reds" venne collocata all'interno del "C" per la prima volta nel 1911. Da allora, furono utilizzate molte varianti di questo stile negli anni.
Uniforme del 1905 dei Cincinnati Reds Dopo aver accorciato il loro nome ebbero qualche problema nel 1950, o più precisamente paura di guai. Il termine "Reds" in campo politico era stato a lungo sinonimo di "comunista". Durante l'era McCarthy, anche se non vi era alcun legame tra il baseball professionistico e il comunismo, la squadra era preoccupata che il loro tradizionale nickname del club fosse associato con la minaccia comunista e la guerra fredda, e ufficialmente cambiarono il loro nome in "Cincinnati Redlegs". Dal 1956 al 1960, il logo del club venne modificato per eliminare il termine "REDS" dall'interno del simbolo "C". "Reds" ricomparve sulle casacche nel 1961 e tornarono ad essere chiamati con il vecchio nomignolo.
Uniforme del 1956 dei Cincinnati Redlegs
Uniforme del 1961 dei Cincinnati Reds Il soprannome "Red Stockings" e le sue varianti è uno dei più antichi nicknames nel baseball, superato solo da Athletics, in origine di Philadelphia e ora di Oakland. Boston, Massachusetts Boston / Milwaukee / Atlanta Braves Quattro giocatori andarono dai Cincinnati Red Stockings, del 1869-1870, a Boston nel 1871(Robert Smith, Baseball in America, Holt, Rinehart & Winston, 1961, p.36), rimanendoci per le successive 83 stagioni. Nella neonata National Association of Professional Base Ball Players, i Boston Red Stockings avrebbero continuato a dominare come avevano fatto a Cincinnati, vincendo 4 dei 5 pennant della League e aderirono alla nuova National League nel 1876.
1888 - Boston Beaneaters Alcune fonti, dicono che furono rinominati "Red Caps", presumibilmente in ossequio ai Red Stockings di Cincinnati. In ogni caso, dal 1880 vennero chiamati "Beaneaters" più spesso di ogni altra cosa, un termine utilizzato per i Bostoniani, in generale, a causa della prevalenza sulle tavole del piatto di fagioli al forno. Boston è stata spesso chiamata "Beantown". Il nickname "Beaneaters", inventato dai media, era ancora in uso agli inizi del 1900, ed è stato usato anche nella neonata American League, di volta in volta. I National Leaguers hanno continuato ad adottare il colore rosso nelle loro divise fino al 1907, quando sono temporaneamente passati ad una divisa tutta bianca. La stampa prontamente li etichettò con il soprannome di "Doves" (colombe) , rafforzato dal nome dei loro proprietari che si chiamavano Dovey.
Uniforme del 1907 dei Boston Nationals
Uniforme del 1908 dei Boston Doves Nel 1908, gli Americans adottarono quei colori e divennero i Red Sox. I Nationals ritornarono al loro colore rosso e lentamente trovarono un nuovo nickname. Ne trovarono uno quando James Gaffney acquistò il club. "Braves è stato il primo soprannome dato al club su suggerimento di John Montgomery Ward, quando James E. Gaffney, della Tammany Hall, divenne presidente del club nel 1912. Precedentemente, il club era stato conosciuto come "Doves", un nome attribuito alla squadra quando George B. e John E. C. Dovey ne divennero proprietari; e anche "Red Caps" e "Beaneaters".
Uniforme del 1912 dei Boston Braves L'organizzazione politica Tammany Hall prese il nome da un capo degli indiani d'America e venne utilizzata un'immagine di un indiano come simbolo, da qui il nome "Braves". Nel corso degli anni il nome rimase, nonostante le occasionali polemiche sugli stereotipi dei nativi americani, e ha seguito la squadra in due spostamenti - a Milwaukee nel 1953 - e ad Atlanta nel 1966.
Mentre erano ancora a Boston, i Braves caddero in una grave crisi nel 1930, ed erano alla ricerca della maniera di reinventarsi. "Nel 1936, quando James A. Robert Quinn fu eletto presidente, venne scelto il nome "Bees" (api) con una votazione di giornalisti e tifosi. Tuttavia, dopo un nuovo direttivo, tra cui Quinn, eletto nell'aprile 1941, gli azionisti riadottarono il soprannome di "Braves".
Il nome "Bees" non fece nulla per migliorare le sorti della squadra, e fu abbandonato alla fine della seconda guerra mondiale. Nel 1935 sulle casacche dell’uniforme c'era scritto "Braves" e nel 1936 diventò "BOSTON" sia sulle casacche, per le partite casalinghe che per le trasferte. Passarono a una lettera "B" sulle casacche di casa l’anno successivo, che rimase molti anni fino a quando la scritta "Braves" riapparve nel 1945. In nessun momento apparve sulle loro uniformi, qualcosa che suggerisse la forma di un'ape. Nel 1946, sulla versione della scritta "Braves", fece la sua prima apparizione un tomahawk, che da allora rimase sulle casacche. Boston Red Sox Per molti anni la prima squadra di Boston dell'AL si chiamò "Pilgrims", "Puritans", "Plymouth Roc" o "Somersets", per il proprietario Charles Somers, o anche "Speed Boys". Una ricerca per SABR dello scrittore Bill Nowlin dimostrò che nessuno di questi nomi venne utilizzato molto spesso e che "Pilgrims" fu il nickname più utilizzato da tutti.
Uniforme del 1901 dei Boston Americans Nel 1901, l'American League guidata da Ban Johnson si dichiarò paritaria alla National League e istituì un club concorrente a Boston. Per sette stagioni, il team dell'AL indossò calze blu scuro e non aveva nessun nickname ufficiale. Erano semplicemente "Boston" o "the Bostons", o gli "Americans" o "Boston Americans" come "American Leaguers", Boston era una città che aveva due team. Dal 1901 al 1907 sulle loro casacche, sia di casa che nelle trasferte, c'era scritto "Boston", ad eccezione del 1902, quando sfoggiarono due grandi lettere "B" e "A", ossia "Boston" e "American". La decisione temporanea dei Boston National Leaguers di non utilizzare il colore rosso nelle loro uniformi portò ad una storica decisione: "I Red Stockings avevano avevano giocato nella National League fino al 1907 con le calze rosse. Fred Tenney, manager in quell'anno, secondo Peter F. Kelley - giornalista del Boston Journal - avrebbe abbandonato le calze rosse tradizionali a favore di calze bianche, a causa del pericolo che le calze colorate potessero causare infezioni agli arti inferiori. Kelley scrisse un articolo che condannava Tenney di allontanarsi dalla tradizione del club di Boston della National League. Il giorno dopo, John Irving Taylor, presidente dei Boston American League, disse al giornalista del Boston Journal: Ecco uno scoop per voi. Il club di Boston dell'American League prenderà il nome di Red Sox e indosserà le calze rosse". Il problema con una parte di questa storia è che i "Doves" giocarono tutta la stagione del 1907 vestiti di bianco (ad eccezione di una lettera "B" rosso antico inglese sulle casacche), mentre gli American Leaguers continuarono a portare i loro blu scuro, nella stessa stagione. Il 18 dicembre 1907, il proprietario Taylor annunciò che il club aveva adottato ufficialmente il colore rosso. Il nome Red Sox non è la forma inglese per "Red Socks", ma l'abbreviazione di "Red Stockings". Per la stagione 1908, le casacche del team dell'AL furono caratterizzate da una calza rossa sul davanti con la scritta "BOSTON". Avevano anche le calze rosse con le punte bianche. Nel frattempo, nel 1908, il team della NL tornò ad indossare calze rosse e berretto rosso, pur mantenendo il vecchio "B" in stile inglese. Così la principale differenza visiva tra le uniformi dei due team nel 1908 erano i berretti e le scritte sulle casacche.
La calza rossa sul davanti della casacca è stata una innovazione nell'anno prima di tornare alla scritta "BOSTON". Il familiare "RED SOX" fece la prima apparizione nel 1912, in coincidenza con l'apertura del Fenway Park. Nel corso degli anni, i Red Sox hanno continuato a vestire il colore rosso da qualche parte nelle loro divise. Dal 1930, venne utiilzzato anche il colore blu.
Spesso i giornalisti chiamarono la squadra "Bosox", in contrasto con i Chicago White Sox o "Chisox". Come nel caso di Chicago, quando i fans parlano della propria squadra, tendono a chiamarla semplicemente "The Sox". Atlanta, Georgia Per anni il team di Minor League di Atlanta è stato chiamato "Cracker". Atlanta Braves Gli Atlanta Braves si spostarono da Milwaukee nel 1966 e da Boston nel 1953. Il soprannome "Braves" nasce a Boston (vedi Boston). Baltimore, Maryland Baltimore Orioles Il nickname della squadra viene dal baltimore oriole (Icterus galbula) un piccolo merlo della famiglia dei passeriformi. L'uccello ricevette questo nome nel 1808 per il fatto che i colori del maschio somigliavano a quelli sulla stemma di George Calvert, Lord Baltimore, della famiglia Calvert, che fondò la colonia del Maryland nel 17° secolo. Il baltimore oriole è anche l'uccello dello stato del Maryland. La maggior parte delle squadre professionistiche di baseball a Baltimora sono state soprannominate "Orioles", con poche eccezioni.
Baltimore Orioles del 1896 Le prime squadre di Baltimora, nel 1870, furono chiamate, rispettivamente, "Lord Baltimore" e "Maryland". Questi club durarono poco. La squadra "Lord Baltimore" scelse il colore insolito giallo, e fu spesso chiamata "Canaries" o "Yellow Stockings". Il Maryland club fu semplicemente chiamato "Marylands". Il primo club ad essere chiamato Baltimore Orioles è dovuto ad un socio fondatore dell'American Association nel 1882. Quando l'AA cessò dopo la stagione 1891, quattro delle sue squadre, compresi gli Orioles, entrarono nella National League allargata. Questi Orioles diventarono una squadra dominante nei campionati degli anni '90, a causa della loro innovazioni e del loro duro e implacabile gioco. Il termine "Old Oriole" è talvolta usato per descrivere un giocatore il cui stile aggressivo si adatta all'eredità di quella squadra degli anni '90. Le fortune del team ebbero una recessione nel 1899, quando molte delle sue stelle passarono ai Brooklyn Dodgers, e Baltimora fu una delle quattro squadre che cessò di esistere nel 1900. La neonata American League si affrettò ad inserire, nel 1901, una nuova squadra a Baltimora. Il loro nickname "Orioles" fu riconosciuto in un modo insolito quell'anno, con una lettera "O" di colore arancio sulle casacche. Probabilmente fu l'unica squadra della Major League, da sempre nello sport, che utilizzò un simbolo che sembrava uno zero. Nel 1902 venne sostituito con una più convenzionale lettera "B". Nel 1903 il club si trasferì a New York ed è ora conosciuto come i New York Yankees.
Una versione di alto livello della minor league dei Baltimore Orioles sostituì il defunto club della Major League, e divenne una forza nelle minor per 50 anni, vincendo un certo numero di campionati dell'International League, fornendo il ragazzo Babe Ruth alle Major League. Un'altra squadra di Baltimora giocò nella Federal League dal 1914 al 1915, e si chiamava Terrapins Baltimora, dalla diamondback terrapin (tartaruga), che è un rettile tipico dello stato del Maryland, ora principalmente collegato con le squadre sportive dell'University of Maryland College Park. La Federal League Terrapins costruì il Terrapin Park dall'altra parte della strada dove sorgeva proprio il ballpark del club di minor league, che venne acquistato dagli Orioles, dopo che la FL chiuse i battenti. Da questo momento iniziarono una catena di eventi che riportò Baltimore nelle Major League.
Uniforme del 1914-1915 dei BaltimoreTerrapins Nel 1954, i St. Louis Browns si trasferirono a Baltimora, e la squadra adottò il tradizionale vecchio baseball nickname della città.
Uniforme del 1954 dei Baltimore Orioles Molti fans, e la squadra stessa, utilizza chiamare anche la squadra con "O's" o "Birds". Chicago, Illinois Chicago è l'unica nella Major League Baseball, in cui entrambe le squadre dei soci fondatori sono sempre rimaste nelle loro città originaria. Ci furono anche diversi altri club, dalla breve vita, nella Windy City. Con la nascita dell'Union Association, che durò solamente nell'anno 1884, si formò un team chiamato Chicago Browns. Il club durò una mezza stagione e poi si trasferì a Pittsburgh dove, continuando la loro combinazione di colori, furono chiamati "Stogies". La Players League (che durò un solo anno) fu creata nel 1890 dalla ribellione dei giocatori della National League. Fu creata una squadra nella Windy City, chiamata Chicago Pirates, guidata da Charles Comiskey, che sarebbe tornato nove anni dopo nel South Side della città in qualità di proprietario (Chicago White Sox), e con un atteggiamento decisamente più conservatore verso gli stipendi dei giocatori. Quando la Federal League iniziò la sua esperienza di due anni, piazzò una squadra a Chicago. Anche se la Fed era nota per i coloriti nickname, il migliore fu quello dato ai Federals di Chicago, nel 1914, che furono soprannominati "Chi-Feds". Nella seconda e ultima stagione della Fed, che si rivelò vincente per i "Chi-Feds" nella vittoria del pennant, il soprannome divenne "Chicago Whales" (balene), nonostante la mancanza di qualsiasi tipo di balena nel Lago Michigan. Le casacche furono caratterizzate da un'icona di balena all'interno della lettera "C" di grandi dimensioni, che ricordava il logo dei Cubs di quel tempo, una "C" di grandi dimensioni che circondava un cucciolo d'orso.
Chicago Cubs Nel 1870, la prima squadra apertamente professionistica a Chicago si chiamava Chicago White Stockings, in riferimento ai colori della squadra e in contrasto con i Cincinnati Red Stockings. La squadra continuò ad avere questo nickname con la NA nel 1871 e nella NL nel 1876.
I Chicago White Stockings del 1885 Dopo i successi della squadra nella prima metà del 1880, il club iniziò a perdere le sue stelle allettate da contratti più alti di altre formazioni, ed entro la fine del decennio la squadra era popolata da giovani giocatori, con l'eccezione, per lungo tempo, del player-manager Cap Anson. Prima della fine del 1880, i giornali locali avevano cominciato a chiamare la squadra "Anson's Colts", o semplicemente "Colts". Con l'avvento della Players League nel 1890, il soprannome, anche se non "ufficiale", divenne standard (The Golden Era Cubs: 1876-1940, Eddie Oro e Arte Ahrens, Bonus Books, 1985, p. 2), e "Charley Hoyt scrisse una commedia per Cap Anson, manager della squadra, chiamata "The Runaway Colt" e, successivamente, il team fu chiamato "Colts Anson's". In realtà, fu esattamente il contrario. La commedia venne scritta e prodotta nel 1895, e il suo nome era ispirato dal soprannome del club. (The National Pastime, Numero 25, SABR, 2005, "Anson on Broadway", p.74-81)".
I Chicago Colts del 1895 In ogni caso, il 1890 è la data per la sostituzione da "White Stockings" in "Colts", come nickname predominante del club. Il nome Colts rimase, per i successivi 15 anni. La squadra era stata rafforzata da molti giovani giocatori, in contrasto con il veterano Anson, che era diventato famoso con il nomignolo "Pop", dal 1890. Anson lasciò la squadra, dopo la stagione 1897, e sui giornali locali la squadra per un po’ fu chiamata "Orphans", perché avevano perso il loro "Pop". A quanto pare anche un pò "pop" nelle loro mazze, finendo quarti in un campionato di dodici squadre. "Un giornale di Chicago indisse un concorso per selezionare un nuovo nome. Fu scelto il nome "Cubs", anche se ignorato dai giornali in un primo momento, il nuovo soprannome poi entrò nell'uso generale. Fred Hayner, sport editore del Chicago Daily News, fu tra i primi ad utilizzare il nome Cubs". Il libro del 2007, della casa editrice Arcadia, "Chicago Cubs: Tinker to Evers to Chance", di Art Ahrens, contiene una serie di fatti che danno una spiegazione della transizione graduale da "Colts" a "Cubs": ● I giornali prevalentemente chiamarono il club "Orphans", durante gli anni 1898-1900.
I Chicago Orphans del 1902 ● Pochi giocatori promettenti del club andarono nella nuova American League nel 1901, inclusi alcuni agli White Sox. Un tempo gli "Orphans", aveva così pochi buoni giocatori rimasti che i giornali li chiamavano "Remnants" (resti), e il team concluse il campionato con una percentuale di 53-86, che rimase il minimo storico del club per i successivi 60 anni. ● Quando Frank Selee prese in mano le redini della gestione nel 1902, il suo giovane programma fece rivivere il soprannome più antico, e la squadra fu nuovamente chiamata dai giornali "Colts". ● Allo stesso tempo, anche in riferimento alla giovane squadra, alcuni giornalisti cominciarono a chiamarli "Cubs". ● Il soprannome "Cubs" si affermò per le successive quattro stagioni. Sporting Life utilizzò "Cubs", mentre The Sporting News preferì "Colts", e così fece il Chicago Tribune. Nel corso del 1905, "Colts" era ancora il più utilizzato, preferito anche da Selee. Ma quando Selee si ritirò per motivi di salute a metà della stagione 1905, Frank Chance divenne il nuovo manager. Dal 1906, con la nuova gestione e una emergente dinastia, il vecchio "Colts" vene sostituito da "Cubs" e divenne il nickname primario. ● Tra i vari soprannomi dalla vita brevissima, utilizzati dai media intorno al 1906, forse il più divertente fu "Murphy's Spuds" o semplicemente "Spuds", in riferimento al proprietario del team irlandese-americano Charles Murphy, e lo stereotipo che collega gli irlandesi con le patate (le patate irlandesi erano state chiamate familiarmente "Murphy's Spuds" o semplicemente "Murphys"). Nel momento in cui i Chicago della National League giocarono le World Series cittadine con gli White Sox nel 1906, il soprannome di "Chicago Cubs" era ben consolidato. In una vignetta apparsa su un giornale dopo le Series, era raffigurata una cabina con all'interno una figura sconosciuta, con solo i calzini bianchi visibili, su una pedana, con la pelle di un orso inchiodato alla parete esterna, e sei calze bianche appese ad una corda da bucato - i Sox avevano battuto i Cubs in sei partite (John Devaney e Burt Goldblatt, The World Series: A Complete Pictorial History, Rand McNally, 1975, p.27). Dal 1907, il nome dei "Cubs" compariva sugli scorecard della squadra. Il primo riconoscimento del soprannome arrivò nel 1908, quando un cucciolo d'orso in possesso di una mazza fu posto all'interno del lettera "C", che era già sulla casacca. Il familiare "C" che cerchiava la scritta "UBS" apparve per la prima volta l'anno successivo, sulle casacche per le trasferte. Con questo riconoscimento ufficiale, il vecchio soprannome dei "Colts" se n'era andato per sempre. Da allora il simbolo di un cucciolo d'orso o la parola "CUBS" comparve sulle casacche home/ road.
Nonostante gli sforzi della MLB Promotion Corporation, che iniziò alla fine del 1960, i Cubs non hanno il marchio di fabbrica di questo logo "C" con all’interno "UBS" (che è una costante per le uniformi e le pubblicazioni dal 1937) fino alla fine del 1970.
Il soprannome di "Cubbies", un diminutivo di qualcosa di già piccolo o giovane, guadagnò i favori in gran parte dovuto alla famosa esecuzione di "Take Me Out to the Game Ball" di Harry Caray. Invece di disegnare la singola sillaba "Cubs" in due sillabe al posto di "home team", Caray usò "cubbies" per migliorarne la scorrevolezza. Chicago White Sox "Gli Anson's National Leaguers erano conosciuti come White Stockings, e quando Charles Comiskey portò la sua squadra di St. Paul Saints nella sua città natale nel 1900, rivitalizzò il nome White Stockings". Con il nuovo ingresso, l'American League decise di abbandonare i colori e i nickname dei loro rivali della National League. Inizialmente erano chiamati "White Stockings", un soprannome rapidamente ridotto dalla stampa in "White Sox". Nel 1912, il team indossò la prima incarnazione del suo logo "SOX" sulle casacche.
Uniforme del 1912 dei Chicago White Sox Il team venne spesso chiamato sui giornali "Chisox", per distinguerlo da "Bosox". E' anche usato il sinonimo "Pale Hose". All'interno della città, come per Boston, la squadra è spesso chiamata semplicemente "Sox". Cleveland, Ohio Cleveland è conosciuta come "The Forest City", e il suo primo pro-Team, nel 1870, si chiamava "Forest City Base Ball Club" o semplicemente "Forest Citys".
I Cleveland Spiders del 1892 La squadra della National League del 1890 era soprannominata dalla stampa "Cleveland Spiders", presumibilmente a causa dei suoi longilinei giocatori. Un giocatore famoso nel periodo dal 1897-1899 fu Louis Sockalexis, un nativo americano. Cleveland Indians Dopo la debacle del 1899 di 20 vittorie e 134 sconfitte (record nella MLB), dal tempo in cui erano gli orgogliosi Spiders furono ribattezzati "Wanderers" e "Exiles". Furono relegati a giocare praticamente in trasferta, perché le altre squadre si rifiutavano di andare a giocare a Cleveland, e così la NL alla fine della stagione la eliminò. Una nuova squadra venne formata l'anno seguente nella giovane American League. Le uniformi furono caratterizzate dal blu scuro, e il team fu etichettato dai media i "Blues", tra gli altri soprannomi di breve durata. Una volta che il club cominciò ad essere guidato dal player-manager Nap Lajoie, la squadra divenne ben presto nota come i "Cleveland Naps". Durante il mandato del manager Deacon McGuire, il team è stato talvolta scherzosamente chiamato "Molly Maguires".
I Cleveland Naps del 1909 La squadra fu forte all'inizio del 1900, ma precipitò nel 1910 e "Naps" cominciò ad essere chiamata "sleeping" (dormiente). Quando Lajoie venne ceduto ai Philadelphia Athletics, alla fine della stagione 1914, il proprietario Charles Somers chiese ai giornali locali di elaborare un nuovo nome per la squadra. I giornali appurarono che la maggior parte dei soprannomi dei Team erano già stati utilizzati. La leggenda dice che la squadra volesse onorare Louis Sockalexis, quando assunse l'attuale denominazione nel 1915. Al contrario, i media e il team scelsero "Cleveland Indians" giocando sul nome dei Boston Braves, allora noti come i "Miracle Braves" dopo essere risaliti dall'ultimo posto il 4 luglio fino alla vittoria delle World Series, nel 1914. I fautori di questo nome ammisero che il club alla fine del 1890 era stato talvolta informalmente chiamato "Indians", durante la breve carriera di Sockalexis, un fatto che rafforzò il nuovo nome.
Con l'artefatta connessione ai Nativi Americani, i Cleveland Indians vengono anche spesso chiamati "The Tribe". Denver, Colorado Colorado Rockies I Colorado Rockies sono diventati un nuova franchigia della Major League Baseball nel 1993. Il soprannome di "Rockies" allude alle Rocky Mountains (Montagne Rocciose), che coprono gran parte della parte occidentale del Colorado.
Detroit, Michigan La prima squadra della Major League nella città furono i Detroit Wolverines, che giocarono nella National League dal 1881 al 1888. Il soprannome, che adesso è principalmente associato con la squadra dell'University of Michigan, proviene dal nickname del Michigan, "The Wolverine State".
I Detroit Wolverines del 1887 La proprietà dei Wolverines, un precursore dei New York Yankees, spese una grande quantità di denaro per portare un team vincente a Detroit. In quanto tale, la squadra vinse una delle prime World Series nel 1887. Tuttavia, Detroit non era ancora la Motor City, e non c'era una popolazione abbastanza numerosa da sostenere una franchigia della Major League, quindi il team chiuse i battenti dopo la seconda stagione. Molti club della minor league andarono e venirono negli anni successivi, la maggior parte di loro si chiamarono "Wolverines". Detroit Tigers La new entry nella minor league della Western League si chiamava Wolverines. Questo club era nato per rimanere. La league fu ribattezzata American League nel 1900, e la franchigia di Detroit era ancora nella League nella sua città di origine, aiutata dalla crescita del settore auto del 20° secolo. Ci sono varie leggende su come i Tigers ottennero il loro nickname. Una riguarda il fatto che indossavano le calze nere con una striscia arancione.
Uniforme del 1901 dei Detroit Tigers "Philip J. Reid, un editore di Detroit, soprannominò i giocatori Tigers prima della fine del secolo. George Stallings, manager di Detroit nel 1899-1901, sostenne sempre che il soprannome era cominciato dopo aver messo le calze a righe ai suoi giocatori, ma sono sempre stati Tigers nell'American League". Un'altra leggenda riguarda un giornalista sportivo che equiparò la vittoria del team nel giorno dell'apertura del 1901, con la ferocia della sua alma mater, i Princeton Tigers. La più antica utilizzazione della denominazione Detroit Tigers apparve in un articolo del Detroit Free Press del 16 aprile 1895. Nel libro di Richard Bak del 1998, A Place for Summer: A Narrative History of Tiger Stadium c'è la storia completa. Nel 19° secolo, la città di Detroit era un'unità militare chiamata Detroit Light Guard, conosciuti come "The Tigers". Avevano giocato un ruolo significativo in alcune battaglie della guerra civile e nella guerra ispano-americana. La squadra di baseball venne chiamata sui giornali sia "Wolverines" che "Tigers". Al momento dell'entrata nella major league nel 1901, il club chiese ed ottenne l'autorizzazione formale da parte della Light Guard di utilizzare il loro marchio di fabbrica, e da quel giorno in poi la squadra divenne ufficialmente "Tigers". In breve, i Tigers probabilmente indossarono le strisce perché erano già Tigers, piuttosto che il contrario, che era la storia convenzionale. In realtà, i Tigers portavano una striscia rossa sulle loro calze nel 1901 e poi la eliminarono, per reindossare le strisce arancioni, per un po', negli anni '20.
Uniforme del 1927 dei Detroit Tigers Houston, Texas Le squadre della minor league della prima Texas League e poi dell'American Association erano soprattutto note come "Houston Buffaloes", o spesso solo come "Buffs". Houston Astros Houston si iscrisse alla Major League Baseball nel 1962 quando la National League si ampliò e ammise, per la prima volta, una franchigia in Texas. Il nickname della squadra originale fu "Houston Colt .45s", un riferimento alla famosa società di armi da fuoco Colt. La squadra stessa utilizzò il logo "Colt .45s", ma venne spesso chiamata più semplicemente "Colts", un termine un pò ambiguo, che si applica anche ai giovani cavalli e rasentò le questioni legali che alla fine influenzarono l'abbandono del nome da parte del club.
Uniforme del 1962 degli Houston Colt .45s Nel 1965 il team cambiò il suo soprannome in Houston Astros, un nome che aveva più connotazioni futuristiche (astro in greco significa stella), come la città di Houston che dal 1961 è dove la NASA addestra ancora tutti gli astronauti americani. Il team aveva utilizzato il soprannome anche per la loro nuova casa, l'Astrodome, che fu inaugurato nel 1965.
Uniforme del 1965 degli Houston Astros Questo cambiamento di nome fu determinato in parte da considerazioni di carattere giuridico. The Sporting News Official Baseball Guide del 1965 spiegò perché la squadra venne ribattezzata: "Alla fine dell'anno 1964, l'Harris County Domed Stadium fu ufficialmente nominato Astrodome dopo che il club di Houston cambiò il suo nickname, il 1 dicembre, da Colt .45s ad Astros. Il cambiamento era dovuto alle obiezioni da parte della Colt Firearms Company alla vendita del club recante il vecchio soprannome". Anche il nickname "Stros" viene spesso usato. Kansas City, Missouri L'essere ai margini del vecchio West, e quindi collegati ai cowboys e al bestiame, ha condizionato molte le squadre di Kansas City che hanno avuto nicknames che riflettono questa cultura. Ci sono stati tre diversi gruppi di breve durata nella major league chiamati "Kansas City Cowboys" nel 1800, i Kansas City Cowboys dell'Union Association nel 1884, i National League Cowboys nel 1886, e l'American Association Cowboys dal 1888 al 1889.
I Kansas City Cowboys 1894 Il team della Minor League nella Western League (originale) alla fine del 1890 fu il primo ad utilizzare il nome Kansas City Blues, presumibilmente dal colore della squadra. La Western League divenne l'American League nel 1900, ancora una minor league. Quando l'American League divenne major nel 1901, la squadra di Kansas City fu abbandonata. Anche il club che rivisse nella minor league si chiamava Kansas City Blues e operò nell'American Association durante la prima metà del 20° secolo. La squadra diventò una farm dei New York Yankees nel 1930. Il team si trasferì a Denver nel 1955, quando i Philadelphia Athletics vennero in città diventando i Kansas City Athletics. Ironia della sorte, la situazione "Yankees Kansas City Club farm" continuò, con la proprietà degli A's che formò numerosi giocatori di qualità per gli Yankees fino al 1960 quando Charles O. Finley acquistò la squadra. Ben presto, Finley attirò anche l'ira dei tifosi di Kansas City, e trasferì il team a Oakland nel 1968.
Uniforme del 1955 dei Kansas City Athletics Forse la squadra più famosa di Kansas City fu i "Kansas City Monarchs", la più longeva delle varie squadre della Negro League di baseball, che operò nell'apartheid fino al 1947, quando un Monarch di nome Jackie Robinson venne integrato nella Major League. Continuando la tradizione di Kansas City, i Monarchs servirono efficacemente come una "farm club" per tutte le major league nei loro anni del declino, fornendo una serie di straordinari giocatori di colore per le major prima di chiudere nel 1960.
I Kansas City Monarchs del 1945 Kansas City Royals L'American League si ampliò nel 1969, e fece bene a restituire la major a Kansas City, con la creazione dei Kansas City Royals. Il magnate farmaceutico Ewing Kauffman vinse la gara per la nuova squadra di Kansas City, che fu chiamata "Royals" per ricordare l'American Royal Livestock Show tenutosi a Kansas City, ogni anno dal 1899. Alcune fonti hanno erroneamente riportato che il team era stato chiamato così in onore dei Kansas City Monarchs. A quanto pare era solo una felice coincidenza. In una possibile prosecuzione della tradizione, nelle divise dei Royals era presente il colore blu.
Uniforme del 1969 di Kansas City Royals Los Angeles, California area Le squadre della minor league erano conosciute come "Los Angeles Angels" dopo la fondazione della Pacific Coast League nel 1903, prendendo il nome dalla città stessa. Nome ridondante della squadra se completamente tradotto in inglese: "The The Angels Angels". Los Angeles Dodgers Il team di Minor League e il soprannome sono stati spazzati via quando i Brooklyn Dodgers della National League si spostarono da coast-to-coast nel 1958.
Uniforme del 1958 dei Los Angeles Dodgers Los Angeles Angels of Anaheim Quando la Major League Baseball ampliò le franchigie nel 1961, un nuovo team nell'American League fece rivivere il vecchio nickname. La squadra fu ribattezzata California Angels nel 1965, anticipando il loro trasferimento ad Anaheim.
Uniforme del 1961 dei California Angels Dopo 32 anni come "California", la squadra è diventata "Anaheim Angels" a partire dalla stagione 1997, a seguito di un accordo contrattuale collegato con lavori di ristrutturazione del loro stadio.
Uniforme del 1997 degli Anaheim Angels A partire dalla stagione 2005, il club cambiò di nuovo il suo nome per buone ragioni di marketing, nel verboso "Los Angeles Angels of Anaheim". Questo ha causato molti problemi legali con la città di Anaheim, e il profilo della posizione geografica è stata rimosso dalle casacche della squadra. Miami, Florida Florida Marlins Le squadre della minor league furono conosciute come Miami Marlins per diversi decenni, riferendosi al marlin, un pesce popolare. C'erano i Miami Marlins dell'International League (1956-1960) e il club di Miami della Florida State League a partire dal 1963, che era conosciuto come Miami Marlins durante il 1963-1970 e poi di nuovo nel 1982-1988. Quando la major league ampliò per la zona di Miami nel 1993, il vecchio nickname fu ripreso, ma attraverso l'identificazione con l'intero stato, invece della città, perdendo l'allitterazione del nome. Tuttavia, il team ha adottato ufficialmente il nome Miami Marlins l'11 novembre del 2011. Questo faceva parte di un accordo di finanziamento tra la squadra e la città di Miami per il nuovo stadio che è stato inaugurato nel 2012.
Milwaukee, Wisconsin Varie squadre professionistiche di Milwaukee, che risalgono al 1870, avevano nomi come "Cream Citys" e "Brewers", in riferimento, rispettivamente, all'industria locale di mattoni e l'industria della birra. In particolare, alcune famose birrerie inclusa Schlitz (La birra che ha reso famosa Milwaukee), Pabst e Miller Beer, quest'ultimo è lo sponsor dello stadio attuale. Ci fu una breve apparizione di una squadra nella major league, chiamata Milwaukee Grays, che giocò nella National League nel 1878. Milwaukee Brewers I Brewers della minor Western League del 1890 furono assorbiti nella stagione inaugurale dell'American League nel 1901, prima di essere spostati per diventare i St. Louis Browns. Il club rivisse nella minor league dell'American Association, che allora si chiamava Milwaukee Brewers, per circa 50 anni prima di essere sostituiti nel 1953 dai trapiantati Boston Braves. Il club della Major League mantenne il proprio nickname tradizionale di Milwaukee Braves durante il loro soggiorno a Milwaukee, prima di passare ad Atlanta nel 1966.
La città rimase per lo più senza baseball professionale per alcuni anni. Il futuro proprietario del team e poi Commissioner, Bud Selig, creò un gruppo di influenza per riportare in città una squadra, originariamente chiamata "Team, Inc." e poi rinominato "Milwaukee Brewers Baseball Club, Inc.". I Chicago White Sox giocarono alcune partite a Milwaukee durante tale intervallo. Gli attuali Milwaukee Brewers cominciarono come Seattle Pilots, nell'espansione dell'American League del 1969. Dopo un anno di importanti perdite finanziarie, il team fu trapiantato a Milwaukee, sotto la nuova proprietà di Selig, dopo di che fecero rivivere il nome tradizionale "Brewers". Il team è passato nella National League nel 1998 come parte dell'espansione e riorganizzazione della Major League.
Uniforme del 1970 dei Milwaukee Brewers Minneapolis / Saint Paul, Minnesota Le due città adiacenti hanno avuto ciascuna nella loro amichevole rivalità un alto livello di club di minor league, incluse le squadre dell'American Association, per cinque decenni. I club di Minneapolis erano generalmente chiamati "Minneapolis Millers", poichè Minneapolis era conosciuta come "Mill City". St. Paul, come capitale dello stato, evitò il consueto stereotipo delle squadre chiamate "Senators", "Solons" o "Capitals", e invece utilizzò uno stereotipo più diretto. Le prime squadre della città furono generalmente chiamate "St. Paul Saints" o "Apostles", comprese le squadre di breve durata dell'Union Association nel 1884. Successivamente il club della minor league adottò il soprannome, molto ridondante, di St. Paul Saints. Il club della Western League degli anni '90 si trasferì a Chicago nel 1900 e divenne i Chicago White Sox. I rinati Saints della minor league si unirono ai loro rivali, oltre il fiume, nell'American Association per gran parte della prima metà del 1900. Il nome Saints è stato ripreso da un club indipendente della minor league nel 1993. Minnesota Twins Minneapolis e St. Paul sono comunemente conosciute come "Twin Cities". Il nome ufficiale della squadra, che si trasferì da Washington, DC, nel 1961, fu inizialmente "Twin Cities Baseball Club", ora noto come Twins Sport, Inc. I cappellini avevano ricamata una "M", mentre quelli dei Saints avevano un "StP" intrecciato. Al fine di non offendere gli abitanti di St. Paul, il nuovo club Minnesota Twins usò un berretto con "TC" per "Twin Cities", invece di una "M". Le casacche avevano uno stemma sulla manica con un profilo dello Stato e due ballplayers che si stringono la mano tra il fiume Mississippi.
Cap dei Minnesota Twins del 1961 Uniforme del 1961 dei Minnesota Twins Nel 1987 i Twins usarono un berretto con una "M" per "Minnesota". Il logo "TC" migrò sulla manica in sostituzione dello stemma precedente. La squadra vinse le World Series quell'anno, quindi la "M" sul cappello era diventato un simbolo di successo e ha continuato ad essere utilizzato per un certo numero di anni. Il "TC" ricomparve alla fine del 1990, ed ora ha sostituito la "M" sul cap. "TC" di solito è usato come cappello della squadra nelle partite in casa, con la "M", per le partite fuori casa, anche se il cappellino, come con gli altri elementi della divisa della squadra, viene scelto in base al capriccio del lanciatore partente.
Cap dei Minnesota Twins del 1987
Uniforme del 1987 dei Minnesota Twins Un altro nickname utilizzato dai fans e giornalisti, ma non per la squadra, è "Twinkies", anche se questo nome viene utilizzato più come un insulto da parte dei tifosi delle squadre avversarie. Montreal, Quebec, Canada Prima che la Major League Baseball aprisse a Montreal nel 1969, i team di minor league di Montreal avevano di solito il nome "Royals", in riferimento al Mount Royal, la traduzione inglese del nome della città. Ma un'altra squadra dell'allargamento, a Kansas City, aveva il nickname Royals, quindi fu necessario un nuovo nome. Montreal Expos Gli Expos sono stati chiamati così in onore dell'Expo del '67, una Fiera Mondiale tenutasi due anni prima che gli Expos iniziassero a giocare. Gli Expos si trasferirono a Washington nel 2005, ed è stato ritirato il nome.
Uniforme del 1969 dei Montreal Expos New York City incluso Brooklyn, New York Come "culla" del baseball organizzato, New York City aveva molti club nell'era dei dilettanti tra il 1869 e il 1870, e dopo nell'era professionista. Le squadre si chiamavano "Mutual", "Atlantic" e "Eckford" e furono alcune delle più forti. Nella breve vita della Federal League a New York ci fu la squadra dei "Brooklyn Tip-Tops". Le squadre della Fed avevano alcuni nomi innovativi, e questo fu probabilmente l'unica squadra della Major League chiamata come una pagnotta di pane dal nome della panetteria del proprietario della squadra, "Tip Top Bakery". Brooklyn / Los Angeles Dodgers I Dodgers hanno avuto una serie di nicknames nel corso degli anni. Questa squadra iniziò come "Brooklyn Atlantics" nell'American Association del 1880, il suo nome si riferisce a una rinomata squadra di dilettanti del 1860, gli "Atlantic Base Ball Club". Gli Atlantic diventarono pro nel 1869 e divennero famosi a livello nazionale, per aver posto fine alla striscia vincente dei Cincinnati Red Stockings nel 1870. Nel 1888, sei membri della squadra si erano sposati durante la stagione, e la stampa rinominò il club, con "Bridegrooms" (sposi novelli) o semplicemente "Grooms". Nei primi anni del 1890, il club era passato alla National League. La città di Brooklyn aveva installato l'innovazione del sistema di trasporto denominato tram. I suoi cittadini diventarono così "trolley dodgers" per i giornalisti. Per associazione, la squadra stessa acquisì quel soprannome, così dopo diversi anni finì la luna di miele per i Grooms. Brooklyn era una città separata da New York fino al 1898, e il suo team mantenne il nome di "Brooklyn". Durante il 1890, quando Ned Hanlon divenne il manager e i Dodgers vinsero due pennant consecutivi (grazie al saccheggio del roster dei Baltimore Orioles), la squadra giocò in maniera spettacolare con esibizioni acrobatiche e venne soprannominata "Hanlon's Superbas". La stampa di New York, nel loro solito modo creativo, cominciò a chiamare i Dodgers di Ned Hanlon i "Superbas".
I Superbas del 1900 Intorno al 1910, il club venne brevemente soprannominato "Infants", da una frase del presidente Charles Ebbets, che aveva dichiarato in un discorso: "Il Baseball è nella loro infanzia". L'allora presidente della National League, Thomas J. Lynch, chiese ai giornalisti di baseball di accettare il nickname appena coniato.
I Brooklyn Robins del 1913 - 1920 Quando Wilbert Robinson divenne il manager amato e rispettato dei Dodgers, il team venne chiamato "Robins" sempre più spesso. Il soprannome "Dodgers" continuò ad essere usato ugualmente. Dopo che Robby si ritirò, la squadra tornò ad essere di nuovo solo "Dodgers". Il club finalmente riconobbe il proprio soprannome nel 1933, mettendo la scritta "Dodgers" sulle casacche per la prima volta, in lettere maiuscole. La famosa scritta "Dodgers" in corsivo fece la prima apparizione nel 1938.
Quando il club si trasferì nella costa occidentale nel 1958, portarono il loro soprannome con loro, anche se non aveva alcun significato particolare a Los Angeles. Il nickname "Bums" (vagabondi), nato dalle vignette di Willard Mullin, caratterizzava gli abitanti di Brooklyn in un modo poco lusinghiero, ma divertente. New York Mets L'originale "Metropolitan Baseball Club" fu un membro nel 19° secolo dell'American Association, un club che durò fino al 1887, ma che non poteva competere con i Giants. Erano normalmente indicati in classifica come "Metropolitan", e i giornalisti a volte usavano il plurale "Metropolitans" per distinguerli dai "New Yorks", i vicini della porta accanto. Metropolitan Baseball Club del 1882 Quando la Major League Baseball si ampliò nel 1962 inserendo nuove squadre, il vecchio nome dei Metropolitan Baseball Club di New York, altrimenti noto come i New York Mets, venne ripreso. "Met" è una forma comune abbreviata di "Metropolitan", come per "The Met" che è il Metropolitan Opera, "MetLife" per il Metropolitan Life Insurance Company, e così via. Uniforme del 1962 dei New York Mets New York / San Francisco Giants La squadra che nel 1883 entrò nella National League era semplicemente chiamata "New Yorks", e talvolta anche "Gothams", che è il sinonimo di New York City. Secondo la leggenda, il manager Jim Mutrie si vantava con i giornalisti circa la statura dei suoi giocatori: "I miei grandi compagni! I miei giganti!" e dal 1885 il nome rimase per sempre legato alla squadra. I New York Gothams 1883 Il club fu chiamato per la prima volta Giants all'incirca nel 1885. P.J. Donohue, giornalista di baseball del New York World, Harry Palmer di Chicago e Charles F. Mathison di Detroit, seguivano le loro squadre che avevano grandi uomini, ed erano orgogliosi di questo fatto e sottolineavano il peso e l'altezza dei loro atleti. I New York Nationals, dopo aver giocato una partita dimostrativa con Newark nel 1886, furono chiamati Giants; e quando andarono a St. Louis nello stesso anno, Joe Pritchard, esperto di Mound City, alludeva a loro come ai "Gotham Giants". I New York Giants del 1888 Anche se il soprannome "Giants" era ben consolidato dal 1900, il prosaico "New York", o il semplice blocco di lettere "NY", furono utilizzati sulle casacche fino al 1918 quando fece la prima apparizione "Giants". Uniforme del 1918 dei New York Giants Alla fine il nickname alternativo "Jints" (fa rima con "pints") venne utilizzato come una pronuncia colloquiale del nome della squadra. E li seguì, insieme con il loro nickname reale "Giants", quando la squadra si trasferì sulla costa occidentale nel 1958. La popolarità dei Giants ispirò diversi club della Negro League baseball ad adottare una variante di questo nome, come i Baltimore Elite Giants e i Chicago American Giants. New York Yankees Gli scrittori moderni tendono a fare riferimento al club di New York dell'AL come agli "Highlanders", nell'era dal 1903 al 1912, e come "Yankees", dal 1913 in poi. I due soprannomi effettivamente si svilupparono in parallelo a partire dal 1904, con "Highlanders" inizialmente più spesso utilizzato e "Yankees" che diventò il nickname predominante, quando nel 1913 "Highlander" fu completamente abbandonato. I New York Highlanders del 1903 Inizialmente la squadra era stata semplicemente chiamata "Greater New York Baseball Club", una denominazione imposta come parte del patto che permetteva al club di Baltimora il trasferimento a New York. I fans dei Giants li consideravano "Invaders", e l'editore William Randolph Hearst del New York Evening Journal inizialmente si riferiva al nuovo club con lo stesso nome del 1903. Entrambi "Highlanders" e "Yankees" sono stati anche inizialmente invenzioni della stampa. Il primo presidente della nuova squadra di New York, entrata nell'American League, fu Joseph Gordon, dal 1903 al 1906. Era stato un famoso militare britannico dell'unità chiamata "The Gordon Highlanders". Il nuovo team costruì il suo nuovo ballpark su un punto alto di Manhattan chiamato "The Hilltop" (da qui il soprannome informale "Hilltop Park" per l'American League Park), che contrastava in particolare con l'altitudine dei Giants, il cui Polo Grounds era in una zona bassa sotto Coogan Bluff. I creativi membri della stampa, a cui piaceva fare collegamenti artificiali tra elementi disparati della cultura popolare, soprannominò la squadra gli "Highlanders", e il nome rimase con loro per la maggior parte di un decennio. Non vi è alcuna prova che "Highlanders" sia mai stato ufficialmente adottato dalla squadra stessa. Le uniformi sfoggiavano solamente due grandi lettere "NY", che alla fine si è evoluta nella ben noto logo curvo degli Yankees.
La prima apparizione verificabile del soprannome alternativo "Yankees" apparse sulla stampa nel 1904. Il termine "Yankee" o "Yank" è sinonimo di "American". Il nuovo team era nell'American League, e le città con due squadre (come per Boston) spesso chiamavano le loro squadre "Nationals" e "Americans" per distinguerli. Il termine "Yankee" fu utilizzato frequentemente a quel tempo, soprattutto con il successo del musical di Broadway di George M. Cohan, Little Johnny Jones, e il suo numero centrale, "Yankee Doodle Dandy". Per gli scrittori creativi della stampa di New York, la connessione fu facile da fare. Il 7 aprile 1904, un articolo dello spring training a Richmond, Virginia riportava il titolo "Yankees Will Start Home From South To-Day". Il New York Evening Journal urlava: "YANKEES BOSTON BEAT". The Sporting Life per una partita del 4 aprile 1905, discutendo l'acquisizione di Hal Chase, si riferisce alla squadra come gli "Americans" e gli "Highlanders" nello stesso servizio. Come il decennio avanzò, il nickname "Yankees", cominciò ad essere utilizzato sempre più spesso. The New York Times nell'articolo della no-hitter di Cy Young del 30 giugno 1908, si riferisce al club esclusivamente come "Yankees" o "Yanks", senza alcun riferimento agli "Highlanders". Il Times faceva anche costantemente riferimento allo Hilltop con il suo nome ufficiale, "the American League Park". (The Complete Book of Baseball: A New York Times Scrapbook History, Arno Press, Bobbs-Merrill, 1980, p.8) The Philadelphia Inquirer per una partita del 21 aprile 1912, una dimostrazione tra i due club di New York, intitolò "Giants wallop Yanks", mentre in questo articolo si fa riferimento rispettivamente alle squadre con "Nationals" e "Giants", e "the American League team", "Americans" e "Highlanders". The New York Times per l'opening day del 1912 riferisce che "gli Yankees presentano un elegante aspetto nelle loro nuove divise bianche con strisce nere". Uniforme del 1912 dei New York Highlanders Nel 1913, gli American Leaguers lasciarono lo stadio Hilltop dopo dieci anni, e cominciò quella che divenne una sub-locazione con i Giants al Polo Grounds per dieci anni. A quel punto il termine "Highlanders" non aveva più alcun senso logico, e venne eliminato dalla stampa. Da allora in poi, il club fu esclusivamente "Yankees". Non è esattamente certo quando gli Yankees cominciarono a riferirsi a se stessi col loro soprannome popolare. Nel periodo prima dell'arrivo di Babe Ruth nel 1920, il soprannome "Yankees" era ben consolidato, ma il nome ancora non compariva sulle divise. In effetti, gli Yankees hanno raramente portato il loro nickname sulle loro uniformi. L'unica volta che avvenne fu durante il periodo 1927-1930, quando la parola "YANKEES" fece la prima apparizione, in sostituzione di "New York" - sulle casacche per le partite in trasferta. Questo continuò durante la stagione 1930, e poi "New York" fu reintrodotto nelle uniformi on the road. Uniforme del 1912 dei New York Yankees I popolari e vittoriosi Yankees acquisirono molti altri nicknames non ufficiali nel corso degli anni, come "Pinstripers" per ovvi motivi, e scherzosamente come "Evil Empire" (Impero del Male), un termine originariamente applicato a favore dell'Unione Sovietica dal presidente Ronald Reagan. Probabilmente il soprannome dalla più lunga durata fu "Bronx Bombers", che venne dato molti decenni fa, in riferimento alla potenza in battuta degli Yankees, risalente al periodo Ruth. Oakland, California La Pacific Coast League era tipicamente chiamata Oakland Oaks (PCL) e, talvolta, "Acorns" come variante non ufficiale. Oakland A's Gli Oakland Athletics, che cominciarono a Philadelphia e risiedettero a Kansas City per alcuni anni, si stabilirono sulla costa occidentale nel 1968. Il nickname "Athletics" è il più antico nel baseball, risalente al 1860.
Uniforme del 1968 degli Oakland Athletics Philadelphia, Pennsylvania A parte le squadre durature chiamate "Athletics" e "Phillies", le altre squadre di professionisti a Philadelphia, che ebbero breve vita, furono i "Philadelphia White Stockings" (talvolta chiamata anche "Pearls" o anche "Phillies") che giocavano nella National Association nel 1870 in diretta competizione con gli A's; e i "Keystone" che giocarono nell'anno dell’esperimento dell'Union Association nel 1884. Philadelphia / Kansas City / Oakland Athletics In cima all'era amatoriale del baseball negli anni 1860, la squadra più forte del Quaker State fu gli "Athletic Base Ball Club" di Filadelfia, o semplicemente "Athletic". Prima del 1900, questo club veniva sempre chiamato "Athletic" piuttosto che "Philadelphia". Quando venne chiamato "Athletics" fu usato il plurale, proprio come la squadra che era entrata nella National League sarebbe stata chiamata "Philadelphias". Già nel 1866, le casacche degli Athletics avevano evidenzata la lettera stilizzata "A" che tuttora viene utilizzato dai discendenti nominali del team. La squadra divenne professionista nel tardo 1860, e continuò a giocare attraverso il primo anno della National League nel 1876, prima di sciogliersi. Il nome della squadra "Athletic" venne ripreso dall'American Association, e ancora col nome Philadelphia entrò nell'American League nel 1901.
Uniforme del 1901 dei Philadelphia Athletics Il team dell'AL venne originariamente chiamato nel modo tradizionale, "Athletic", ma ben presto trasformato in "Philadelphia Athletics". Presto emerse un altro perenne simbolo del team: "Nel 1902, John McGraw, allora manager del New York Giants, e acerrimo nemico del presidente dell'American League, Ban Johnson, sminuì l'entrata di Philadelphia nell'American League, e con sarcasmo dichiarò, riferendosi al club di Ben Shibe e Connie Mack, che era come un "white elephant" (elefante bianco). Un giornalista di Philadelphia etichettò gli "Athletics" come "White Elephants" e andarono a vincere il primo di molti pennant". Uniforme del 1918 dei Philadelphia Athletics
Questa caratterizzazione, la prima apparizione risale intorno al 1940, era nel momento in cui gli A's erano ancora considerati dei vincitori. Il logo dell'elefante si era evoluto in un elefante da circo di vari colori, a seconda della decorazione scelta per l'uniforme in un determinato anno. Uniforme del 1920 dei Philadelphia Athletics La squadra indossava di solito una versione stilizzata della lettera "A" sia sulla casacca per le partite in casa che quelle in trasferta e, infine, sul cappello, venne ricamato il nickname "A's" . La prima rottura con la tradizione venne nel 1920, quando la squadra mise per la prima volta sulle casacche il logo degli elefanti, spostando la "A", di un blu scuro. L'elefante, indossato come un segno di sfida, a seguito delle osservazioni di McGraw, era precedentemente apparso solo sui giubbetti di riscaldamento e poi sulla manica della casacca. L'elefante divenne di colore bianco nel 1924 e nel 1928 la squadra tornò al tradizionale "A".
Uniforme del 1954 dei Philadelphia Athletics Nel 1954, l'ultimo l'anno del club a Philadelphia, la "A" venne sostituita per la prima volta con la parola "Athletics", su entrambi le casacche home/on the road. In nessun momento della loro permanenza, durata 54 anni, a Philadelphia la scritta "Philadelphia" apparve sulle casacche. Il team si trasferì a Kansas City nel 1955 e continuò ad indossare "Athletics", su entrambi le casacche. Il nome della città finalmente comparve sulle maglie on the road per la prima volta nel 1961, dopo che Charles O. Finley aveva acquistato la squadra. Finley iniziò una serie ben documentata di influenti innovazioni dell'uniforme che vanno oltre la portata di questo articolo. Trasferì gli A's a Oakland nel 1968, dove sono rimasti fino ad oggi. Philadelphia Phillies "Sono stati "Phillies" o "Quakers" fin dalla prima squadra iscritta alla National League nel 1883". I Philadelphia Phillies del 1883 "Phillies" o "Phils" è una forma breve di "Philadelphia", nello stile del 19° secolo, quando gli scrittori si riferivano ad una città in quel modo (Bostons, Chicagos, ecc). La città stessa è spesso chiamata brevemente "Philly". Altri usi del termine includono il Philly Cheesesteak e il popolare Phillie Blunt cigar. Bob Carpenter acquistò i Phillies nel tardo autunno del 1943. La primavera successiva, un nuovo nome, "Blue Jays", fu selezionato in un referendum di fan. Questo cambiamento non prese mai piede con il pubblico in generale, tanto più che le casacche continuarono ad avere la scritta "Phillies", anche se apparve una toppa dell'uccello blu jay sulla manica. L'esperimento fu abbandonato dopo un paio di anni.
Uniforme del 1944 dei Philadelphia Phillies Nel 1900, le casacche del team per le trasferte avevano ricamato "PHILA", una abbreviazione comune di "Philadelphia". Le uniformi dei Phillies ebbero per diversi decenni solo una semplice lettera stilizzata "P". La prima volta che la parola "Phillies" apparve fu il 1933, in uno stile che spesso ritornò negli anni successivi. Nel 1942, la parola "Phils" apparve sulle casacche per le trasferte e la lettera "P" riapparve sulle uniformi per le partite in casa, solo per una stagione. La scritta "Phillies" continuò fino al 1970, quando, in previsione del passaggio al Veterans Stadium, la squadra ritornò alla lettera stilizzata "P" sulle maglie. Nel 1992, la scritta "Phillies" fu reintrodotta sulle casacche.
Phoenix, Arizona Arizona Diamondbacks Il Diamondback, "crotalus atrox", è un serpente a sonagli, che è uno spettacolo molto comune nel deserto dell'Arizona e un simbolo temibile. Il club ha adottato il simbolo alla sua formazione nel 1998. Un campo da baseball è anche chiamato "diamond". Il team viene spesso chiamato brevemente "D-backs" e dal 2007 la squadra indossa casacche con la scritta "D-backs". Sulla manica sinistra c'è la versione stilizzata "db", che costituisce la testa di un serpente.
Pittsburgh, Pennsylvania Pittsburgh Pirates Il club originale di Pittsburgh, formato nel 1882, era nella città allora separata di Allegheny, in Pennsylvania, attraverso il fiume Allegheny a nord-ovest del centro di Pittsburgh. Così il club fu chiamato "Allegheny", e nello stile del tempo, gli "Alleghenys" (notare che non era "Alleghenies"). Gli Alleghenys giocarono nell'American Association durante il periodo 1882-1886, poi passarono nella National League nel 1887. Il team chiamò se stesso "Pittsburgh" (spesso scritto "Pittsburg") intorno al 1890, anche se Allegheny rimase una città separata fino a quando non venne annessa da Pittsburgh nel 1907. I Pittsburgh Alleghenys del 1896 Il club venne accusato di "pirateria" quando Lou Bierbauer della Player League fu assegnato a Pittsburgh dopo la stagione 1890, e questo portò al loro nickname. Questo fatto è un dettaglio della grande storia che stava accadendo nel baseball professionistico in quel periodo. Nel 1888, i proprietari di baseball stabilirono le regole per classificare i giocatori e pagare in base alla loro classe. Dal momento che i proprietari impostarono le categorie essi stessi, il loro nuovo sistema fu prima abbassato, e poi alla fine congelarono gli stipendi ai giocatori. Poco prima, nel 1885, John Montgomery Ward, un lanciatore della Major League e diplomato alla Columbia Law School, aveva fondato la "Brotherhood of Base Ball Players" (Confraternita dei Base Ball Players), un'associazione per tutelare e promuovere gli interessi dei giocatori. I proprietari avevano avviato le loro nuove norme in bassa stagione senza parlare con i giocatori, e questo portò ad una spaccatura tra loro e i giocatori. Nonostante gli sforzi per negoziare con i proprietari su queste nuove restrizioni per i giocatori, Ward non riusciva a contrattare o persino far accettare la Fratellanza. I giocatori si ribellarono e nel 1890 iniziarono un nuovo campionato denominato Players League. La Players League fu capeggiata da Ward, che non solo acquisì i finanziatori, ma sollecitò anche le star dei giocatori a saltare dalla National League e dall'American Association nel nuovo campionato. Con tre leghe professionistiche concorrenti, molte nella stessa città, non c'era abbastanza per tutti e ogni campionato perse soldi. Anche se la presenza del pubblico alla Players League fu la migliore delle tre Leagues, chiuse i battenti dopo un anno. L'emorragia finanziaria fece chiudere l'American Association un anno più tardi e la National League assorbì quattro delle sue squadre. Nel 1890, i giocatori dei Philadelphia Athletics Lou Bierbauer e Harry Stovey erano saltati nella Players League. Dopo il collasso della Players League, per un errore di trascrizione gli Athletics avevano omesso la prelazione di Bierbauer e di Stovey e Pittsburgh firmò un contratto con i due giocatori. Gli Athletics protestarono per non perdere questi giocatori e questo portò alla costituzione di una commissione imparziale di arbitrato, tra cui il Presidente Allan W. Thurman dell'American Association. La commissione deliberò a favore di Pittsburgh. Nonostante la sentenza, gli Athletics brontolavano ancora per la decisione, e ridicolizzarono i loro opposti rivali chiamandoli "Pirates" per aver rubato i loro giocatori. L'epiteto "Pirates" rimase appiccicato e infine il nome allitterativo fu adottato come nickname dal team ufficiale di Pittsburgh. Nelle World Series del 1903, il team era comunemente conosciuto come "Pirates", anche se il club non lo inserì nelle loro uniformi fino al 1912.
Alternativi nicknames come "Bucs" o "Buccos", abbreviazione di "buccaneer", sono stati utilizzati nel corso degli anni. "Buccaneer" è di solito usato come sinonimo di "pirate", anche se storicamente "buccaneer" è un termine più specifico che fa riferimento ai pirati che operavano nel Mar dei Caraibi, soprattutto lungo la costa Spanish Main. St. Louis, Missouri Nella National Association del 1875, St. Louis schierò due team, chiamati "St. Louis Brown Stockings" (o Browns) e "St. Louis Red Stockings" (o Reds). I Reds non sopravvissero alla stagione. I Browns erano meglio organizzati e furono riportati nella nuova National League nel 1876. Il club abbandonò il professionismo dopo la stagione 1877 a causa di uno scandalo scommesse. I St. Louis Brown Stockings del 1876 "St. Louis Maroons" dell'Union Association, nel 1884, e nella NL, nel 1885-1886, continuò lo schema del colore rosso durante la loro breve permanenza. "St. Louis Terrier" della Federal League, 1914-1915, è stata l'unica squadra della Major League di St. Louis, che evitò di essere chiamata per un colore. I St. Louis Terrier del 1915 St. Louis Cardinals Una nuova squadra professionistica si formò nel 1882 e fu un socio fondatore dell'American Association. Il team fece rivivere il soprannome di "St. Louis Brown Stockings", che a sua volta fu presto ridotto a "St. Louis Browns". Il team è stato uno dei più riusciti dei dieci anni dell'esistenza dell'AA, sotto la guida di Charles Comiskey, e venne portato avanti nel 1892 nella NL. I St. Louis Browns del 1888 Nel 1899, il club decise che era giunto il momento per una trasformazione. Ricostruirono il loro stand al Robison Field dopo un incendio; spogliarono i "Cleveland Spiders" dei loro migliori giocatori, sperando di fare un grande balzo in classifica, e, secondo molte fonti, cambiarono quell'anno il colore dell'uniforme, da marrone al rosso. La squadra rinnovata fu etichettata dalla stampa "Perfectos", forse un pò troppo ottimistica. Il team saltò dal dodicesimo al quinto posto, piuttosto lontano dal loro nobile obiettivo. La squadra fu anche chiamata "Cardinals" sul finire della stagione. Fu William McHale, scrittore di baseball per il St. Louis Republic, che nominò la squadra rosso bordata i "St. Louis Cardinals". Nel 1900, quel nome era universalmente in uso, e sono conosciuti con questo nickname fino ad oggi. Il termine "Cardinal", è attribuibile sia all'uccello che al colore originario dei tradizionali paramenti dei cardinali della Chiesa Cattolica Romana.
Le rosso bordate divise in un primo momento avevano solo la scritta "St. Louis", sia sulle casacche home che on the road, poi sostituito dal interblocco familiare "STL". La scritta "Cardinals" fece la prima apparizione su entrambe le casacche nel 1918. Il termine è passato dall'essere solo un colore anche un simbolo nel 1922, con la prima personificazione dei due uccelli Cardinal appollaiati su una mazza attraverso la parola "Cardinals". Uniforme del 1922 dei St. Louis Cardinals Il sinonimo "Redbirds" e l'abbreviazione "Card's" sono ancora oggi ampiamente in uso. St. Louis Browns Il nickname "St. Louis Browns" fu ripreso nel 1902 con l'entrata nell'AL della squadra che avevano trasferito da Milwaukee. Per il fatto che si spostavano da una città di grande produzione di birra ad un'altra, avrebbero potuto conservare il soprannome di "Brewers", ma per ragioni di marketing scelsero di adottare i colori recentemente abbandonati dai loro rivali. I Browns furono la migliore squadra di Mound City per i primi 25 anni, o giù di lì, della loro coesistenza, ma i Cardinals tornarono a vincere a metà degli anni 1920 e i Browns lottarono dopo questo periodo. Nei primi anni '50, il club era alla ricerca di una città per il trasferimento. Ritennero di tornare alle loro radici a Milwaukee, ma i Braves li avevano battuti sul tempo. Si stabilirono a Baltimora nel 1954, dove furono ribattezzati "Orioles", ponendo fine alla vita del nickname "Browns".
Sebbene fossero conosciuti fin dall'inizio come "Browns", e con addosso per la maggior parte del tempo il colore brown (ad eccezione del 1906, quando sperimentarono il colore nero), il club non indossò la scritta "BROWNS" sulle maglie fino al 1934. La squadra aveva vari loghi. Nei primi anni avevano una scritta intrecciata "STL", come i Cardinals. Nel 1930, iniziarono ad indossare una toppa con l'illustrazione della famosa statua della personificazione del Santo. Nel 1952 iniziarono ad indossare uno toppa sulla manica con la faccia da cartone animato del "Brownie". Uniforme del 1952 dei St. Louis Browns
San Diego, California San Diego Padres Il team di minor league chiamato "San Diego Padres" operò dal 1936 al 1968 nella Pacific Coast League. Il nome "Padre" era stato preso dalla traduzione spagnola della parola "Father", un termine di rispetto utilizzato per i missionari spagnoli. Quando la Major League Baseball si estese a San Diego nel 1969, il vecchio soprannome venne mantenuto per la nuova squadra. Uniforme del 1969 dei San Diego Padres Il team viene spesso chiamato "Pods" dai media, che fa rima con la prima sillaba di "PAHD-rays". San Francisco, California "San Francisco Seals" operò fin dalla nascita nella Pacific Coast League dal 1903 fino al 1957. Un secondo team, di più breve durata, fu "Mission Reds", che giocò a San Francisco dal 1925 al 1937. A volte erano chiamati "Missions". San Francisco Giants Gli ormai consolidati Seals, che una volta era stato il team di Joe DiMaggio, si trasferirono dopo la stagione 1957 per far posto all'arrivo dei New York Giants, che avevano seguito i Dodgers dalla costa orientale. I San Francisco Giants hanno vissuto sul loro nome, con sluggers come Willie Mays, Willie McCovey e Barry Bonds bombardando fuori le palline dal San Francisco ballparks come Mays e Mel Ott fecero a New York. Uniforme del 1969 dei San Francisco Giants Seattle, Washington L'originale club di minor league di Seattle nella Pacific Coast League, era inizialmente chiamato "Indians", a causa del retaggio dei nativi americani della zona. Il team è stato successivamente denominato "Seattle Rainiers", direttamente in riferimento alla Rainier Brewing Company, e, indirettamente, in riferimento al Monte Rainier, per cui il birrificio era stato chiamato. I Rainiers operarono fino al 1968, quando la Major League si espanse. Dopo l'esperimento di un anno nella Major League, un nuovo club Rainiers si era formato e giocò nel periodo dal 1972 al 1976, quando le major furono pronte a provare di nuovo a Seattle. I Seattle Rainer del 1906 I Seattle Rainers del 1952 Seattle Pilots Il team dell'espansione dell'America League nel 1969 venne chiamato "Pilots" in riferimento alla rilevanza delle attività marine nella zona di Puget Sound, come la pesca, sia di tipo industriale che ricreativo. Il cappellino metteva in evidenza sul frontino due foglie d'oro simbolo del capitano di una nave. L'ambizioso, ma sotto finanziato club, affondò in un mare di inchiostro rosso, e divenne la prima squadra della Major League dai Milwaukee Brewers del 1901 a passare ad un'altra città dopo un anno. Per coincidenza, i Pilots si trasferirono a Milwaukee, e divennero i nuovi Milwaukee Brewers. Uniforme del 1969 dei Seattle Pilots Cap dei Seattle Pilots Seattle Mariners L'American League si ampliò nuovamente a Seattle, nel 1977, con la formazione dei "Seattle Mariners". Il soprannome di nuovo allude alla pesca ed altre attività marine. I Mariners sono a Seattle da oltre 30 anni, senza nessun segnale di voler lasciare in qualunque momento la città. Uniforme del 1977 dei Seattle Mariners Tampa, Florida / St. Petersburg, Florida Tampa Bay Devil Rays / Rays Il club è un'espansione delle franchigie dell'American League del 1998. Il logo del team, include una illustrazione di una manta ray, chiamata anche devilfish o devil ray. Il team è stato chiamato anche "D-ray" o brevemente "Rays". A partire dal 2007, una versione delle loro casacche home riporta la scritta "Rays", e nessuna versione di "Devil Rays", anche se è stato utilizzata una toppa sulla manica che riporta una manta. L'8 novembre del 2007, il club annunciò che era stata eliminata la parola "Devil" al fine di identificare se stessi in primo luogo con i raggi del sole - la Florida è lo stato del sole - e il loro logo ridisegnato riflette tale tema. Il club ha dichiarato che avrebbe continuarto ad usare il logo della manta ray come riconoscimento della loro identità. Altresì, avrebbe anche mantenuto la sua mascotte pelosa, chiamata "Raymond", unicamente per motivi umoristici, dato che il nome non ha alcuna connessione etimologica al vecchio o al nuovo utilizzo di "ray".
Uniforme del 2008 dei Tampa Bay Rays Dallas, Texas / Fort Worth, Texas / Arlington, Texas Ci sono stati dei club di minor league a Dallas - Fort Worth, almeno dal 1888. Uno era "Dallas Rangers" della Pacific Coast League, e l'altro era "Fort Worth /Panthers" della Texas League. Nel 1965, il club di Dallas lasciò la città, e il Club di Fort Worth si trasferì ad Arlington, una città a metà strada tra le due città principali. Rinominato "Dallas-Fort Worth Spurs" operò per sette anni ad Arlington prima che la Major venisse a bussare. Texas Rangers Nel 1961 in seguito all'espansione gli "Washington Senators" si trasferirono ad Arlington, Texas, e nel 1972 prese il nickname "Texas Rangers". Il nome si riferisce al famoso Texas Ranger Division, il servizio di polizia che era stato creato da Stephen F. Austin nel 1823. Uniforme del 1972 dei Texas Rangers Toronto, Ontario, Canada L'originale club di minor league a Toronto è stato "Toronto Maple Leafs", che ha operato dal 1896 fino al 1967 nella International League. I Toronto Maple Leafs del 1907 I Toronto Maple Leafs del 1966 Toronto Blue Jays Dal momento in cui l'American League estese il numero di franchigie a Toronto nel 1977, la forte identificazione del club di NHL dei Maple Leafs precluse ogni possibilità di far rivivere quel nome per la squadra di baseball. Uniforme del 1977 dei Toronto Blue Jays La franchigia di Toronto fu originariamente di proprietà della Labatt Breweries, e l'Imperial Trust e la Canadian Imperial Bank of Commerce, come proprietari di minoranza. Il nome di Toronto Blue Jays arrivò quando l'ex premier dell'Ontario John Robarts, e membro del consiglio di amministrazione del team, raccontò di una routine del mattino: "Mi stavo facendo la barba questa mattina e ho visto un blue jay (ghiandaia blu) alla mia finestra". La forma breve "Jays" è stata utilizzata ampiamente per gran parte della storia della squadra. Casualmente, il nickname di "Blue Jays" è stato per un breve periodo quello dei Philadelphia Phillies (la squadra battuta da Toronto nelle World Series del 1993), dal 1944 al 1945. Washington, D. C. I Baseball club a Washington, DC, sono stati conosciuti per una varietà di soprannomi in quanto le prime squadre professionistiche apparvero nel 1870. Un team fu chiamato "Olympics", un altro "Nationals". Entrambi i nomi resistettero attraverso il 1870. In seguito le squadre del 19° secolo vennero chiamate "Nationals" e anche altri evidenti soprannomi di Capital City come "Statesmen" e "Senators". Dal 1890, "Senators" era comunemente utilizzato dai media per il team della National League. Washington Nationals / Senators Il nickname "Senators" entrò nella nuova American League nel 1901. La squadra era stata generalmente chiamata Senators dal 1901 al 1904, come era stato chiamato il vecchio club della National League. Il proprietario del quotidiano Washington Star, Thomas C. Noyes, insieme con un gruppo di proprietà del Benjamin Minor, Harry Rapley e altri acquistarono la squadra nel 1905.
Prima dell'inizio della stagione 1905, Noyes sollecitò i fans e i giornalisti per un nuovo nickname. Nel tentativo di rinominare il team di Noyes si decise che il nome ufficiale sarebbe stato "Nationals", tornando al vecchio nickname. Durante le stagioni dal 1905 al 1906, la squadra portava la scritta "Nationals" sulle loro casacche nuove, la prima squadra a farlo. Altrimenti, le casacche avevano scritto "Washington" o la lettera "W". I tifosi, a scrutinio, decisero che il club si doveva chiamare Nationals, invece che Senators. Questa scelta non fu vincolante per i titoli sui giornali. Pertanto, il club di Washington venne ancora e spesso chiamato Senators, come pure "Nat" e "Griffs", il nickname di quest'ultimo derivavava dal nome del proprietario Clark Calvin Griffith. Una certa riluttanza poteva essere dovuta all'ambiguità intrinseca del nome. I giornalisti spesso facevano riferimento alle singole squadre di Major League come "Americans" o "Nationals" in base alla loro affiliazione al tipo di campionato - e gli Washington Nationals erano nell'American League. Gli articoli dei giornale per decenni hanno utilizzato il nome "Senators" e "Nationals" (o "Nats") in modo intercambiabile, spesso all'interno dello stesso articolo. Le guide di baseball dicevano anche "Nationals o Senators", quando elencavano dei nickname. Questo fu fatto molto tempo prima che i nickname delle squadre avessero dei marchi registrati per scopi di marketing. Così il club di Washington fu conosciuto con due soprannomi per la maggior parte della sua storia, prima di spostarsi in Minnesota. Anche se ci sono state altre squadre con due soprannomi, come i Brooklyn "Robins" / "Dodgers", o i New York "Highlanders" / "Yankees", la longevità di questo duplice soprannome fu unico. Il soprannome di "Senators", è stato tenuto in vita soprattutto dai giornalisti che non erano della capitale. Il programma delle World Series nello stesso anno, si riferisce alla squadra con diversi nomi: Nel 1933, il programma per le partite giocate a New York City pubblicizzava "Giants vs Senators", mentre i programmi per le partite giocate a Washington, inclusa una foto del manager di Washington, Joe Cronin, nella didascalia appariva "National's Manager". Anche se "Nationals" e "Nat", era ancora utilizzato sulle figurine di baseball pubblicate da Topps non più tardi del 1956, negli anni '50, il nome di "Nationals" era sfiorito da molto tempo. Ad esempio, la popolare commedia di Broadway del 1955 "Damn Yankees" si riferiva principalmente al primo club, se non esclusivamente, come ai "Senators".
Dopo la stagione del 1956, il proprietario Calvin Griffith decise ufficialmente di cambiare il nome dei Senators, ma solo nel 1959 la scritta "Senators" comparve finalmente sulle casacche. Nel 1971 insieme con la loro expansion-replacement (trasferimento a Minnesota, come Twins) sarebbero rimasti ufficialmente Senators, anche se per economia di spazio nei titolo i giornalisti hanno continuato spesso a chiamarli "Nat". Washington Nationals Gli Washington Nationals della National League, trapiantati dai Montreal Expos nel 2005, ripresero il vecchio nome di Nationals, e dalle moderne tecniche di marketing sembra che il nome, questa volta, si sia veramente incollato al club. Anche l'abbreviazione "Nat" è stata ripresa. Ogni possibilità di utilizzare la denominazione "Washington Senators" è stata inibita dai Texas Rangers che ancora possiedono i diritti di tale marchio. Uniforme del 2005 degli Washington Nationals |
Nella Major League Baseball, il Rookie of the Year Award viene dato ogni anno ad un giocatore di ciascuna League, votato dalla Baseball Writers Association of America (BBWAA). Il premio fu istituito nel 1940 dal settore di Chicago della BBWAA, che selezionò un vincitore annuale dal 1940 fino al 1946. Il premio divenne nazionale nel 1947, Jackie Robinson, prima base dei Brooklyn Dodgers, vinse il premio inaugurale. Un premio venne consegnato per entrambi i campionati nel 1947 e nel 1948, dal 1949 l'onore è stato dato, rispettivamente, a un giocatore della National e dell’American League. In origine, il premio era conosciuto come il "J. Louis Comiskey Memorial Award", dal nome del proprietario dei Chicago White Sox del 1930. Il premio è stato ribattezzato il "Jackie Robinson Award" nel luglio 1987, 40 anni dopo che Jackie Robinson ruppe la barriera razziale nel baseball. Dei 17 giocatori nominati Rookie of the Year, 13 sono stati eletti nella National Baseball Hall of Fame (Robinson, sei giocatori dell'AL e altri dieci della NL). Il premio fu condiviso due volte: una volta da Butch Metzger e Pat Zachry della National League nel 1976, e una volta da John Castino e Alfredo Griffin dell’American League nel 1979. I membri dei Brooklyn e dei Los Angeles Dodgers hanno vinto più premi di qualsiasi altra franchigia (con 16), il doppio del totale dei New York Yankees (otto), che hanno prodotto la maggior parte dei premiati dell’American League. Fred Lynn e Ichiro Suzuki sono gli unici due giocatori che sono stati nominati Rookie of the Year e Most Valuable Player nello stesso anno, e Fernando Valenzuela è l'unico giocatore ad aver vinto il Rookie of the Year e il Cy Young Award nel corso dello stesso anno. Sam Jethroe è il giocatore più anziano ad aver vinto il premio all'età di 32, 33 giorni più vecchio del vincitore del 2000, Kazuhiro Sasaki (anche lui trentaduenne). Gli ultimi vincitori sono Luis Gil dei New York Yankees e Paul Skenes dei Pittsburgh Pirates. Dal 1947 al 1956, ogni elettore BBWAA utilizzò come metro la propria discrezione per qualificare un rookie. Nel 1957, il metro stabilito era che un giocatore avesse come minimo 75 AB o 45 inning lanciati in qualunque precedente stagione di Major League. Questo orientamento è stato successivamente modificato a 90 AB, 45 inning lanciati, o 45 giorni su un roster della Major League prima del 1 settembre dell'anno precedente. La norma attuale di 130 AB, 50 inning lanciati o 45 giorni nel roster attivo di un club di Major League (escluso il tempo nel servizio militare o nell'elenco disabili) prima del 1 settembre, è stata adottata nel 1971. Dal 1980, ciascun elettore nomina tre rookies: al primo posto scelto vengono dati cinque punti, al secondo posto tre punti, e al terzo posto un punto. Il premio va al giocatore che riceve il maggior numero di punti complessivi. Edinson Volquez ricevette tre voti da secondo posto nel ballottaggio del 2008, nonostante non fosse più un rookie nella definizione del premio. Il premio ha attirato critiche negli ultimi anni, perché diversi giocatori con esperienza nella Nippon Professional Baseball (NPB) hanno vinto il premio, come Hideo Nomo nel 1995, Kazuhiro Sasaki nel 2000, e Ichiro Suzuki nel 2001 e Shohei Ohtani nel 2018. L'attuale definizione dello status di rookie per l'assegnazione si basa solo su esperienze Major League, ma alcuni ritengono che i giocatori dal passato NPB non è vero che sono debuttanti, perché il loro è un passato di esperienza professionale. Altri, tuttavia, ritengono che non dovrebbe fare alcuna differenza dal momento che il primo destinatario e omonimo del premio ha giocato per le Negro League prima della sua carriera in MLB e quindi non potrebbe nemmeno essere considerato un "vero debuttante". Questo problema sorse nel 2003, quando Hideki Matsui meticolosamente perse il premio dell’AL per Angel Berroa. Jim Souhan del Minneapolis Star Tribune disse di non vedere Matsui come un rookie nel 2003, perché "sarebbe un insulto per la Japanese League di far finta che l'esperienza non conta". The Japan Times pubblicò un articolo nel 2007 sull’etichettatura di Daisuke Matsuzaka, Kei Igawa e Hideki Okajima come rookies, dicendo: "questi ragazzi non sono debuttanti". Vincitori del passato come Jackie Robinson, Don Newcombe, e Sam Jethroe avevano avuto esperienza professionale nella Negro Leagues. Award winners Legenda: † Membro della National Baseball Hall of Fame and Museum ^ Indica il giocatore che è ancora in attività * Indica l'anno in cui il premio è stato condiviso § Selezione unanime + Indica il leader della MLB in quella categoria Major Leagues combinata (1947–48)
American League winners (1949–2024)
National League winners (1949–2024)
Vittorie per squadra Ogni franchigia MLB ha avuto un Rookie of the Year. I Brooklyn/Los Angeles Dodgers hanno vinto più di qualsiasi altra squadra con 18.
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LA STORIA Con la fine del 1942, molte squadre della minor league si sciolsero a causa della guerra e i giovani, dai 18 anni in su, venivano arruolati nelle forze armate. Il timore che questo problema potesse continuare e che gli stadi della Major League Baseball, in tutto il paese, fossero in pericolo di collasso era ciò che tormentava Philip K. Wrigley, magnate del chewing-gum che aveva ereditato da suo padre la franchigia dei Chicago Cubs, ed era alla ricerca di una possibile soluzione a questo dilemma. Wrigley chiese a Ken Sells, assistente del General Manager dei Chicago Cubs e messo a capo di una commissione, di elaborare delle idee. Il comitato raccomandò che venisse istituito un campionato di softball ragazze per essere pronti ad andare negli stadi della Major League nel caso il pubblico diminuisse a causa della perdita dei giocatori di qualità delle franghigie per attirare le folle. Con la dedizione di un gruppo di imprenditori del Midwest e il sostegno finanziario di Mr.Wrigley, l’All-American Girls Softball League nacque nella primavera del 1943. La League fu formata come una organizzazione non-profit. Venne costituita una commissione di fiduciari tra cui Philip K. Wrigley, Branch Rickey, Presidente e General Manager dei Brooklyn Dodgers, Paul V. Harper, avvocato di Chicago e amministratore per l'Università di Chicago e avvocato dei Chicago Cubs, e Ken Sells, che fu nominato Presidente della League. A metà della prima stagione di gioco, il consiglio di amministrazione cambiò il nome della League in All-American Girls Baseball League (AAGBBL) per renderlo distintivo dalle leghe esistenti di softball e perché le regole del gioco erano quelle della Major League Baseball. Tuttavia, il mantenimento delle distanze più corte del diamante e del lancio del pitcher da sotto causarono alcune controversie nei media su "Baseball" nel nome della League. Così, alla fine della stagione 1943, il nome ufficiale della League fu nuovamente modificato al più descrittivo All-American Girls Professional League Ball (AAGPBL). Questo titolo fu mantenuto fino alla fine della stagione 1945, quando venne nuovamente adottato e mantenuto fino al 1950 la denominazione All-American Girls Baseball League (AAGBBL). Fu durante questo periodo che adottarono il lancio del pitcher da sopra e le dimensioni più piccole delle palle. Quando un gruppo di proprietari indipendenti acquistarono la League al termine della stagione 1950, il nome ufficiale del campionato venne cambiato in All-American Girls Baseball League (AGBL), ma popolarmente continuò ad essere identificato come l'All-American League o l’All-American Girls Baseball League (AAGBBL). Attraverso l'organizzazione della Players Association nel 1986, e attraverso i loro sforzi per ottenere il riconoscimento da parte della National Baseball Hall of Fame nel 1988, la league venne riconsciuta come quello che era in realtà: All-American Girls Professional Baseball League (AAGPBL). Il primo grosso problema che i fiduciari dovettero affrontare fu quello di stabilire con quali nuove regole si doveva giocare. Lo scout dei Chicago Cubs, Jack Sheehan, ex giocatore e scout part-time per i Cubs, e Vern Hernlund, supervisore della ricreazione del Parks Department di Chicago, lavorarono con Ken per scrivere la nuova serie di regole per la League. Dal momento che il solo gioco della palla organizzata per le donne nel paese era il softball, crearono un gioco che comprendeva sia il softball che il baseball. C’erano team di donne semi-pro di softball con giocatrici di qualità a Chicago e in molti altri centri urbani degli Stati Uniti e Canada. L'abilità di queste squadre fornì il principio logico per usare una palla da 12 pollici da softball e il lancio da sotto. Volevano, però, vivacizzare il gioco. Nel tentativo di incrementare la battuta e di mettere in luce la corsa e la difesa, estesero la distanza tra le basi e della pedana di lancio. Essi inoltre incorporarono il regolamento della corsa sulle basi degli uomini permettendo ai corridori di staccare e rubare. Il softball al momento includeva 10 giocatori. Questo nuovo gioco del baseball sarebbe stato parallelo a quello degli uomini nel numero dei giocatori (9) e per il tipo di equipaggiamento e attrezzature. La seconda questione importante che dovettero affrontare era quello di trovare delle donne di talento che giocavano a softball o a baseball in tutto il paese. Jim Hamilton, 30 anni, giocatore veterano, manager, proprietario e scout dei Chicago Cubs, fu assunto come capo delle assunzioni per individuare e far firmare le donne provenienti da ogni parte degli Stati Uniti e Canada. In Canada la forza motrice era Johnny Gottselig, ex difensore dei Chicago Blackhawks National Hockey Team nel 1920 e 1930. Gottselig, nativo di Regina, Saskatchewan, aveva diretto la farm team dei Blackhawks di Kansas City nel 1942. Aveva avuto molti contatti con le figure sportive nelle province, uno dei quali era uno scout di hockey con base a Regina di nome Hub Bishop. Bishop fu responsabile della firma di Maria "Bonnie" Baker, catcher All-Star dei South Bend Blue Sox, e di altre giocatrici altamente qualificate provenienti da molti campionati di softball che esistevano in Canada. Johnny Gottselig divenne il primo manager delle Racine Belles nel 1943, e diresse la sua squadra al primo World Championship riconosciuto della recente organizzazione AAGPBL. Wrigley aveva già una consolidata rete di reclutamento in movimento, i cui diritti erano di proprietà dei Cubs, e aveva collegamenti nello sport in tutto il Nord America. Jim Hamilton, con vari assistenti, fu il responsabile per il reclutamento delle giocatrici dalla California a New York. Molte giocatrici furono ingaggiate dalla Chicago Softball League e da altri campionati di softball esistenti in tutto il paese. Bill Allington, ex giocatore di minor league e poi coach nella California League, divenne anche uno scout attivo per l’All-American League. Allington divenne il manager per le Rockford Peaches nell'estate del 1944 e vi rimase per tutta l'esistenza della League. Con l'invio degli scout e la creazione di try-out in decine di grandi città, Wrigley aveva attirato centinaia di donne provenienti da tutta l'America e dal Canada, che erano desiderose di giocare in questo nuovo campionato professionale. Di queste, solo 280 furono invitate a provare l’ultimo try-out a Chicago, dove 60 vennero scelte per diventare le prime donne a giocare a baseball professionale. LE SQUADRE Wrigley originariamente aveva immaginato che gli stadi della Major League baseball potessero trarre profitto dall’avere le donne che giocavano nei giorni in cui le squadre degli uomini avrebbero dovuto andare in trasferta. Aveva calcolato che questo avrebbe sfruttato al massimo l'uso degli stadi, che erano utilizzati solo al 50% del tempo. Parlò con gli altri proprietari delle franchigie della Major League, ma l'idea non fu ben accolta. Furono selezionate quattro città non di Major League che si trovavano in prossimità del quartier generale della League a Chicago e vicine tra di loro. Le città scelte furono Racine e Kenosha Wisconsin, Rockford, Illinois e South Bend, Indiana. Ad Arthur Meyerhoff, direttore pubblicitario di Wrigley, fu assegnata la responsabilità di coordinare le operazioni con le autorità cittadine e i dirigenti civici delle comunità. Fu sviluppato un budget preventivo. Wrigley accettò di finanziare la metà del costo della gestione di ogni squadra e tutte le spese di bilancio. Gli amministratori della città ospitanti accettarono di pagare l'altra metà dei costi di esercizio previsti. I team erano composti da quindici giocatrici, un manager, un uomo d'affari e un accompagnatrice donna. Si credeva che con l'acquisizione di importanti uomini sportivi come manager delle squadre delle ragazze, ci sarebbe stata una maggiore curiosità e interesse da parte del pubblico. I primi manager selezionati furono Johnny Gottselig; Bert Niehoff, ex giocatore di Major League e allenatore di minor league, Josh Billings, ex giocatore di Major League, e Eddie Stumpf, ex catcher dei Milwaukee Brewers. Lo spring training venne fissato per il 17 maggio 1943, al Wrigley Field di Chicago. Tutte le giocatrici rimaste erano alloggiate al Belmont Hotel vicino al Wrigley Field. Il processo di selezione finale iniziò il primo giorno. Funzionari della League sistematicamente esaminarono ogni giocatrice. Vennero testate nella loro posizione in campo, tiro, presa, corsa, scivolata e battuta. Alla fine della giornata, nessuna voleva rispondere al telefono per paura di essere stata scartata, perché avrebbe dovuto far le valigie e tornare a casa. Coloro che sopravvissero al taglio firmarono i contratti della League professionistica in cui si affermava che non dovevano avere alcun altro impiego durante la stagione di baseball. Gli stipendi erano alti per molte di queste giovani giocatrici, alcune di soli 15 anni. In molti casi ricevevano più dei loro genitori che avevano occupazioni qualificate. Gli stipendi variano da $ 45 a $ 85 a settimana. Coloro che avevano firmato, non solo dovevano essere soggetti altamente qualificati, ma dovevano anche rispettare elevati standard morali e norme di comportamento imposte dalla League. Inoltre, la femminilità era una priorità elevata. Wrigley stipulò un contratto con il Beauty Salon di Helena Rubenstein per incontrare le giocatrici dello spring training. Dopo le loro pratiche quotidiane, le donne erano tenute a frequentare i corsi serali di bellezza della scuola di Rubenstein. Venne insegnato a tutte le giocatrici la giusta etichetta per ogni situazione, ogni aspetto dell’igiene personale, manierismi e codici di abbigliamento. Nel tentativo di rendere ogni giocatrice fisicamente il più attraente possibile, ricevette un kit di bellezza e le istruzioni su come usarlo. La signora Wrigley, Art Designer di Wrigley, Otis Shepard, e Ann Harnett collaborarono alla progettazione di uniformi speciali per la League. Ann Harnett, star di softball di Chicago fu la prima ragazza a firmare un contratto con la League, è divenne la modella per le nuove uniformi. La divisa era un unico pezzo di tunica con corta gonna svasata molto alla moda usata anche nel pattinaggio di figura, hockey su prato, tennis e costumi del periodo. Shorts in raso, gambaletti alti e cappello da baseball completavano l'uniforme. Ogni città aveva una divisa di colore diverso e il suo stemma simbolico campeggiava sul petto delle uniformi. CAMPIONATO - 1943 L'Ufficio della League aveva assegnato manager, giocatrici e accompagnatori di squadre. Il loro intento era di bilanciare il talento della squadra di ogni città, per fare giocare un campionato altamente competitivo. Le giocatrici vennero spesso scambiate a metà stagione per mantenere l'equilibrio. Il campionato iniziò ufficialmente il 30 maggio del 1943 con il South Bend che giocò a Rockford e Kenosha a Racine. Vennero giocate nella stagione regolare un totale di 108 partite, da metà maggio ai primi di settembre. La squadra che aveva vinto il maggior numero di partite durante la stagione regolare fu dichiarata vincitrice del pennant. I top team poi gareggiavano in una serie di play-off per determinare i campioni della League. Alla fine della stagione 1943, le Kenosha Comets giocarono una serie di 5 partite contro le Racine Belles per il titolo. Racine vinse e diventò i primi Campioni del Mondo della All-American Girls Baseball League. La valutazione del primo anno di gioco fu incoraggiante. Le squadre erano state ben accolte dai tifosi delle quattro città promotrici. La partecipazione del pubblico arrivò a 176612 tifosi per la stagione 1943. Funzionari della National League, la stampa e gli appassionati di baseball in tutto il paese furono sorpresi per come giocassero bene le donne e dell'entusiasmo e il sostegno che le squadre avevano ricevuto nelle loro città ospitanti. Diversi fattori avevano contribuito a questo successo. La maggior parte della nazione era stata coinvolta in un modo o nell'altro nello sforzo bellico. Donne, che erano in precedenza casalinghe, lasciarono le loro case per sostenere la guerra occupando posti di lavoro nelle fabbriche, che erano state convertite nella produzione di munizioni e altre macchine militari. Questo cambiamento della tradizionale attività delle donne rese l'ambiente molto più favorevole ad accettare delle donne come giocatrici professionali di baseball. Un altro fattore fu la serie di limiti che la guerra inevitabilmente aveva imposto al popolo americano. Alcuni alimenti, gli oggetti di lusso, gomme e benzina erano razionati. Persone furono costrette a trascorrere il loro tempo libero vicino a casa. Andare al ballpark era una forma popolare di intrattenimento. Wrigley era riuscito anche a capitalizzare lo stato d'animo patriottico del paese. I giovani americani erano fuori a combattere per il loro paese e si erano lasciati alle spalle il sogno delle ragazze. Giocando sul tema della "All-American Girl", promossero l'immagine che le giocatrici erano i simboli della "ragazza della porta accanto" con gli spikes. All'inizio di ogni partita, le due squadre formavano una "V", in segno di vittoria, da casa base verso la prima base e la terza mentre veniva suonata Star Spangled Banner. Le giocatrici svolsero un ruolo ancora maggiore nell’esaltare il patriottismo giocando delle partite dimostrative a sostegno della Croce Rossa e delle forze armate, così come la visita ai veterani feriti negli ospedali militari. Il talento nella League era copioso, e fu ben presto evidente che l’alto calibro del gioco delle donne stava per diventare la carta principale del traino per i tifosi. ESPANSIONE DELLA LEAGUE Dal 14 Maggio al 25 maggio 1944, si svolse il secondo spring training camp per la AAGPBL. Si disputò a Peru, Illinois, e centoventi ragazze, sei dirigenti e tutto il personale della League furono ospitati presso l'Hotel Peru e il St. Francis Hotel nella città gemella di Peru, LaSalle. Da qui si poteva accedere ai tre diamanti, piscine e alla palestra. Fu contattata la Ruth Tiffany School per la scuola serale di bellezza. L'enfasi era quella di rendere delle "stelle luminose" ciascuna giocatrice, integrando una mente sana e un corpo sano. L'arte nel camminare, nel sedersi, nel parlare, la scelta degli abiti, il make-up e le competenze sociali furono ancora una volta parte del programma. L'importanza di essere femminili e di proiettare l'immagine della "All-American Girl Next Door", insieme con eccezionali doti atletiche, continuò ad essere in cima all'elenco delle priorità di Wrigley. Come risultato del successo della League nel suo primo anno, i gruppi della società civile in ciascuna delle quattro città decisero di finanziare la loro franchigia. Questo diede l'opportunità a Wrigley di provare il suo sogno di mettere le squadre delle ragazze negli stadi della Major League. Lui, Paul Harper, e Branch Rickey deciseso di finanziare due squadre addizionali per giocare negli stadi dell’American Association a Minneapolis e Milwaukee. La League pianificò che per la stagione 1944 si giocasse negli stadi della Minor League di queste due città durante i periodi in cui le squadre degli uomini erano in trasferta. L'ex Major League Hall of Fame, Max Carey, divenne il manager per la neonata Milwaukee Chicks, e Bubber Jonnard, è stato scelto per gestire la Minneapolis Millerettes. CAMPIONATO - 1944 Le due nuove squadre erano entusiaste di poter giocare negli stadi dell’American Association League. Tuttavia, le differenze erano evidenti rispetto alle squadre che giocavano negli stadi più piccoli nelle piccole cittadine di Racine, Kenosha, Rockford, e South Bend. La copertura mediatica fece una grande differenza. Le città più piccole ricevettero ampio sostegno dai media. Come per le squadre degli uomini, tutte le partite venivano raccontate con degli articoli, i box score e talvolta anche con documentazioni fotografiche. Nelle grandi città, le partite non erano spesso nemmeno menzionate o ricevevano una pubblicità negativa. Nelle città più piccole, i tifosi sedevano molto vicino al campo e ai dugout e instauravano una sorta di amicizia con le giocatrici. Negli stadi di grandi dimensioni, le distanze tra i tifosi e le giocatrici non davano questo vantaggio. Anche le dimensioni del campo stesso è stato un handicap per le donne che non potevano colpire la palla oltre la recinzione per homeruns. Questo netto contrasto tra gli uomini che giocavano un baseball più veloce, e le donne che in fondo riproducevano di fatto un softball fast pitch modificato, non favorirono le giocatrici. Anche se le grandi città offrivano un numero superiore di popolazione, per contro, c’erano anche una varietà maggiore di opportunità di intrattenimento per cui le persone potevano scegliere di trascorrere il loro tempo libero in maniera diversa. Il tentativo di aggiungere degli intrattenimenti di ogni tipo nel pre-partita, compresi nuovi spettacoli di sinfonia, non riuscirono ad aumentare la partecipazione. Un altro fattore di fallimento delle squadre di Minneapolis e di Milwaukee poteva essere stata la decisione di Wrigley di "andare da soli" in queste città o la sua incapacità di assumere garanti locali per sovvenzionare lì le squadre. In ogni caso, non aveva avuto il nucleo di importanti uomini d'affari di Minneapolis e di Milwaukee per sostenere e promuovere le loro squadre AAGPBL, come era stato realizzato nelle città più piccole. All'inizio della stagione 1944, divenne evidente che la guerra non avrebbe avuto la forza di sciogliere la Major League baseball, e Wrigley perse interesse nella League delle ragazze. Nonostante la scarsa presenza nei due parchi dell’American Association, la frequenza della AAGPBL era aumentata complessivamente. Dopo la stagione, Wrigley vendette la Lega al suo esecutivo pubblicitario di Chicago, Arthur Meyerhoff. Fu sotto Meyerhoff che l'espansione e la pubblicità della League raggiunse l'apice. Il 15 novembre 1944, Meyerhoff si incontrò con i rappresentanti delle quattro città originali e riorganizzarono il campionato in modo che ogni franchigia sarebbe stata governata attraverso un consiglio di amministrazione della League formato dai rappresentanti di ciascuna franchigia. Ogni club ora aveva voce in capitolo per l'adozione di norme e regolamenti e la direzione di questo sport. Tutti i beni furono consegnati ai nuovi direttori e Wrigley non era più coinvolto con la League. Ken Sells si dimise da presidente della Lega e Max Carey venne nominato nuovo presidente. CAMPIONATO - 1945 Meyerhoff intraprese una rigorosa campagna pubblicitaria per promuovere la League nel 1945. Tutto stava andando bene, con la guerra e per la League. I patriottici tifosi assicurarono che la League avrebbe avuto un futuro. Le famiglie si stavano avvicinando in gran numero in tutti i Ballparks. Le Milwaukee Chicks si trasferirono a Grand Rapids, Michigan, e le Minneapolis Millerettes andarono a Fort Wayne, Indiana. Meyerhoff continuò a proiettare l'immagine che lui e Wrigley avevano immaginato per queste donne. Erano ormai profondamente coinvolte nel mostrare le loro abilità sul campo di gioco. L'enfasi cambiò e la Charm School venne interrotta. Meyerhoff organizzò delle partite dimostrative per le ragazze che vennero giocate in 13 campi militari e ospedali per veterani nel corso degli ultimi cinque giorni dello spring training. Le giocatrici andarono negli ospedali e parlarono con i soldati feriti prima e dopo le partite. Le giocatrici della League ardentemente sostennero lo sforzo bellico. Molte delle giocatrici avevano avuto mariti e fratelli oltremare e molte avevano parenti ancora in servizio. Queste attività portarono alla League un sacco di pubblicità positiva dalla stampa nazionale. Le All-American, celebrarono la fine della seconda guerra mondiale il 14 agosto 1945, al campo di baseball. La guerra finì, ma l'All-American Girls Professional Ball League era in pieno svolgimento. Entro la fine della stagione, raggiunse le 450313 presenze. GLI ANNI DEL DOPO GUERRA Le città ospitanti le All-American organizzarono una Junior League per ragazze di 14 anni. Le squadre viaggiavano in luoghi esotici per lo spring training: Pascagoula, Mississippi nel 1946, Avana, Cuba nel 1947, e Opalocka, in Florida nel 1949. Le regole vennero modificate ogni anno, per allungare le distanze del campo e approvare il primo side-arm pitching (1946) e overhand pitching (1948). La League acquisì ancora franchigie per due squadre a Peoria, Illinois e Muskegon, Michigan, e quattro squadre di Minor League furono costituite a Chicago, come Chicago Girls Baseball League (CGBL). Furono organizzati, nel contesto di un piano per creare un campionato internazionale di Baseball Girls, dei tour ambiziosi nella post-season a Cuba e in America del Sud. Le Springfield (Illinois) Sallies e le Chicago Colleens furono aggiunte al roster della League nel 1948, ma persero le franchigie entro la fine di quella stagione. Per i successivi due anni, le Colleens e le Sallies divennero le squadre rookie che giocavano partite dimostrative per reclutare nuovi talenti, come avevano fatto attraversando il South e l’East. Gli highlights di questi tour inclusero partite al Griffith Park di Washington DC e allo Yankee Stadium di New York. Nei primi tre anni dopo la Seconda Guerra Mondiale, le squadre spesso attiravano tra i due e i tremila tifosi per singola partita. Uno degli apici della League si verificò quando si stimò che 10000 persone avevano presenziato il quattro luglio del 1946 a un double-header a South Bend, Indiana. Il picco massimo dell’ AAGPBL per le presenze fu durante la stagione 1948, quando dieci squadre attirarono 910000 tifosi paganti. Tuttavia, la partecipazione diminuì negli anni successivi. Uno dei motivi della diminuzione della frequenza e una conseguente diminuzione dei ricavi fu dovuto al decentramento della League. Alla fine della stagione 1950, i direttori dei team avevano votato per l'acquisto della AAGBBL da Arthur Meyerhoff e per gestire le loro squadre in modo indipendente. Max Carey rassegnò le dimissioni da Presidente della League e venne sostituito dal suo assistente, Fred Leo. Senza alcun controllo centralizzato della pubblicità, promozione, reclutamento giocatrici, e il bilanciamento delle giocatrici di talento, la League cominciò a crollare. La situazione finanziaria dei proprietari dei team individuali precipitò, ostacolando la loro capacità di operare sul deficit di spesa derivante dalla diminuzione delle presenze. La diminuzione dei fans era dovuto in parte all'aumento di altre forme di svago e divertimento e l'avvento della televisione nelle partite della Major League nel primi anni del 1950. Inoltre, a questo punto il gioco dell’All-American era puramente baseball e le giocatrici di baseball di talento non erano facili da trovare. Le giocatrici di talento del softball necessitavano di formazione ed esperienza per aver successo nell’All-American baseball con le sue distanze delle basi più lunghe, le palle piccole, e il lancio da sopra. Come i ricavi scesero, i singoli gruppi non erano più in grado di sostenere le rookie training teams come le Colleens e le Sallies, e i fondi limitati servirono per pubblicizzare a livello nazionale il reclutamento di talenti vari del baseball. Nel 1952, solo sei squadre giocarono il campionato dopo che Kenosha e Peoria sono stati sciolti. Nel 1953, il team di Battle Creek fu trasferito a Muskegon, e chiuse i battenti alla fine della stagione. La stagione del 1954 si concluse con solo cinque squadre rimaste: Fort Wayne, South Bend, Grand Rapids, Kalamazoo e Rockford. The All-American Girls Professional Baseball League diede a più di 600 atlete la possibilità di giocare a baseball professionale e ad un livello mai raggiunto prima. La League operò dal 1943 al 1954 e rappresenta uno degli aspetti più singolari della storia del baseball americano. Squadre stagione 1943
Squadre stagione 1944
Squadre stagione 1944
Squadre stagione 1945
Squadre stagione 1946
Squadre stagione 1947
Squadre stagione 1948
Squadre stagione 1949
Squadre stagione 1950
Squadre stagione 1951
Squadre stagione 1952
Squadre stagione 1953
Squadre stagione 1954
Campioni della League 1943 Racine Belles In piedi da sx a dx: Charlotte Smith, Sophie Kurys, Eleanor Dupkus, Mary Nesbitt, Jeanne Winter, Margaret Danhauser, Dorothy Hunter 1944 Milwaukee Chicks In piedi da sx a dx: Dorothy Hunter (Chaperone), Emily Stevenson, Connie Wisniewski, Josephine Kabick, Betty Whiting, Thelma Eisen, Doris Tetzlaff, Max Carey (Manager) In prima fila sedute da sx a dx: Viola Thompson, Dorothy McAlpin, Alma Ziegler, Dolores Klosowski 1945 Rockford Peaches In piedi da sx a dx: Carolyn Morris, Margaret Wigiser, Marie Timm (Chaperone), Bill Allington (Manager), Mildred Deegan, Alva Jo Fischer, Jean Cione Sedute al centro da sx a dx: Dorothy Kamenshek, Kay Rohrer, Dorothy Harrell, Dorothy Green, Betty Carveth, Amy Applegren, Iren Kotowicz In prima fila seduteda sx a dx: Rose Gacioch, Dorothy Ferguson, Helen Filarski, Olive Little, Jo Lenard (Doris Calacurcio e Nancy Manne, Bat Girl, assenti da questa foto) 1946 Racine Belles In piedi da sx a dx: Mildred Wilson (Chaperone), Doris Barr, Anna Mae Hutchison, Margaret Danhauser, Joanne Winter, Betty Russell, Eleanor Dapkus, Thelma Walmsley, Leo Murphy (Manager) Sedute al centro da sx a dx: Irene Hickson, Lavonne Paire, Betty Trezza, Sophie Kurys, Edythe Perlick, Betty Emry, Ruby Stephens In prima fila seduteda sx a dx: Madeline English. Heather Black (Bat Girl), Claire "Clara" Schillace 1947 Grand Rapids Chicks Players, Managers, Coaches & Chaperones: Charlene Barnett (Barney), Audrey Haine Daniels (Dimples), Elsie Wingrove Earl (Windy), Mildred Earp (Mid), Annabelle Lee Harmon (Lefty), Ruth Kramer Hartman (Rocky), Alice Haylett (Al), Dorothy Hunter (Dottie) - Chaperone -, Marilyn Jenkins (Jenks), Beverly Leach, Ruth Lessing (Tex), Dorothy Montgomery (Monty), Ernestine Petras (Teeny), John Rawlings (Johnny) - Manager -, Ruth Richard (Richie), Doris Satterfield (Sadie), Twila Shively (Twi), Jane Stoll (Jeep), Doris Tetzlaff (Tetz), Eulah Elizabeth Tucker (Betty), Inez Voyce (Lefty), Connie Wisniewski, Philomena Gianfrancisco Zale (Frisco), Alma Ziegler (Ziggy) 1948 Rockford Peaches
In piedi da sx a dx: Bill Allington (Manager), Dorothy Ferguson, Mary F. Moore, Margaret Holgerson, Dorothy Green (Chaperone) In ginocchio al centro da sx a dx: Melba Alspaugh, Elenaor Callow, Rose Gacioch, Helen Fox, Betty Warfel, Lois Florreich In prima fila sedute da sx a dx: Jean Lovell, Alice Pollitt, Dorothy Doyle, Dorothy Kamenshek, Margaret Stefani, Ruth Richard 1949 Rockford Peaches
In piedi in alto da sx a dx: Dorothy Kamenshek, Dorothy Harrell Doyle, Eleanor Callow, Rose Gacioch, Doris Neal In piedi al centro da sx a dx: Ruth Richard, Alice Pollitt, Jean Lovell, Jacquelyn Kelley, Louise Erickson, Betty Warfel, Helen Nicol Fox Seduti in prima fila da sx a dx: Dorothy Ferguson Key, Melba Alspaugh, Bill Allington (Manager), Lois Florreich, Dorothy Green (Chaperone), Charlene Barnett, Amy Applegren (Susan Swanson Bat Girl assente nella foto) 1950 Rockford Peaches
In piedi da sx a dx: Dorothy Green (Chaperone), Marilyn Jones, Dorothy Harrell Doyle, Alice Politt, Carl Glans (General Manager) Ruth Richard, Jacquelyn Kelley, Lois FLorreich, Bill Allington (Manager) In ginocchio da sx a dx: Irene Applegren, Helen "Sis" Waddell, Helen "Nickie" Nicol Fox, Dorothy Kamenshek, Charlene Barnett, Eleanor Callow, Marie Mansfield, Dorothy Ferguson Key, Louise Erickson. Susan Swanson (Bat Girl assente nella foto) 1951 South Bend Blue Sox
In piedi da sx a dx: Jean Faut (Player/Chaperone), Janet Wiley, Barbara Hoffman, Elizabeth "Lib" Mahon, Janet Rumsey, Sue Kidd, Dorothy "Dottie" Mueller, Lillian "Lil" Faralla, Arlene "Riley" Kotil, Mary Dailey, Joan Martin, Mary "Wimp" Baumgartner, Karl Winsch (Manager) In ginocchio da sx a dx: Audrey Bleiler, Gertrude "Gertie" Dunn, Mary Froning, Georgette "Jette" Vincent, Jane "Jeep" Stoll, Betty Wagoner, Charlene "Shorty" Pryer, Beatrice "Beatty" Kemmmerer, Lou Arnold, Senaida "Shoo-Shoo" Wirth , Rose "Monty" Montallbano, Shirley Stovroff 1952 South Bend Blue Sox Players, Managers, Coaches & Chaperones: Louise Arnold (Lou), Mary Baumgartner (Wimp), Ruth Davis (Ruthie), Gertrude Dunn, (Gertie), Jean Faut, Barbara Hoffman (Barb), Glenna Sue Kidd (Sue), Veronica Josephine Lenard (Jo), Elizabeth Mahon (Lib), Charlene Pryer Mayer (Shorty), Rose Montalbano (Monty), Georgette Vincent Mooney, Dorothy Mueller (Sporty), Mary Froning O'Meara, Janet Rumsey, Janet Wiley Sears (Pee Wee), Audrey Bleiler Seitzinger (Audie), Lois Sheffield, Jane Stoll (Jeep), Shirley Stovroff (Stovie), Elizabeth Wagoner (Betty), Margaret Wenzell (Marge, Margie), Joyce Hill Westerman, Karl Winsch (Hap) - Manager - 1953 Grand Rapids Chicks
In piedi da sx a dx: Elwood "Woody" English (Manager) Katherine "Katie" Herring, Dolores "Dee" Moore, Eleanor "Ellie" Moore, Marie Zeigler, Joyce Ricketts, Marilyn Jenkins, Ruby Stoykovich, Dorothy Hunter (Chaperone) Sedute da sx a dx: Jean Smith, Doris Satterfield, Marilyn "Corky" Olinger, Jaynie Krick, Earlene "Beans" Risinger, Mary Lou Studnicka, Inez Voyce, Alma "Ziggy" Ziegler, (Jeneane "Jeanie" DesCombes e Annie Gosbeeand Sandra Stover - Bat Girl - assenti nella foto) 1954 Kalamazoo Lassies
In piedi da sx a dx: Barbara Liebrich Chaperone, Jane Stoll, Jean Lovell, Kay Blumetta, Jenny Romatowski, Carol Habben, Nancy Warren, Chris Ballingall, Dorothy Schroeder, Mitch Skupien (Manager) In ginocchio da sx a dx: June Peppas, Fern Shollenberger, Elaine Roth, Mary Taylor, Jean Marlowe, Nancy Mudge, Gloria Cordes LA CANZONE Il tema della canzone resa celebre nel film del 1992 "A League of Their Own" era la canzone ufficiale della All-American Girls Professional Baseball League, scritta da Lavonne "Pepper" Davis Paire e Nalda "Bird" Phillips (anche se nel film, la parola "Irishmen" è stato cambiato in "Irish ones") VICTORY SONG Batter up! Hear that call! We are the members of the All-American League Each girl stands, her head so proudly high, Our chaperones are not too soft,
Questa incredibile storia è stata magistralmente descritta nel bellissimo film "Ragazze Vincenti" (A league of their own) di Penny Marshall di cui troverete ogni notizia nella pagina dedicata ai film. Sito Ufficiale della All-American Girls Professional Baseball League |
La Little League Baseball & Softball è un'organizzazione non-profit con sede a South Williamsport, Pennsylvania, Stati Uniti, che organizza il baseball giovanile locale e i campionati di baseball & softball negli Stati Uniti e nel resto del mondo. La Little League Baseball fu fondata nel 1939 da Carl Stotz, appassionato di baseball e residente a Williamsport, Pennsylvania. Iniziò a sperimentare la sua idea, nell'estate del 1938, quando raggruppò in una squadra i suoi nipoti, Jimmy e Major Gehron, e dei loro amici di quartiere. Vennero provate varie dimensioni del campo nel corso dell'estate e la squadra giocò diverse partite informali. L'estate seguente Stotz sentì che era arrivato il momento di stabilire che cosa era diventata la Little League Baseball. Il primo campionato a Williamsport aveva appena tre squadre, ognuna sponsorizzata da un business differente. Le prime squadre, Jumbo Pretzel, Lycoming Dairy e Lundy Lumber erano gestite da Carl Stotz e da due suoi amici George e Bert Bebble. Gli uomini, assieme alle loro mogli e ad un'altra coppia, formarono il primo Consiglio di Amministrazione della Little League. Il sogno di Stotz di creare un campionato di baseball per i ragazzi per insegnare il fair play e il lavoro di squadra si era avverato. La prima partita della Little League ebbe luogo il 6 giugno 1939. Lundy Lumber sconfisse Lycoming Dairy, 23 a 8. Lycoming Dairy tornò a rivendicare il campionato e sconfisse Lundy Lumber, in un’interminabile serie di un campionato diviso in tre parti. L'anno successivo vide la luce una seconda League a Williamsport, e da lì la Little League Baseball passò da tre squadre in una piccola cittadina della Pennsylvania ad una organizzazione internazionale di quasi 200000 squadre in tutti gli Stati Uniti e in oltre 80 paesi in tutto il mondo. Dal 1951 al 1974, la Little League fu solo per i ragazzi. Nel 1974, furono riviste le norme della Little League per consentire la partecipazione alle ragazze in seguito al risultato di una causa intentata dalla National Organization for Women, a nome di Maria Pepe che fu la prima ragazzina a giocare nella Little League. Secondo le statistiche della Little League Baseball sulla partecipazione in riferimento alla stagione 2008, ci sono stati quasi 2,6 milioni di giocatori nella Little League Baseball in tutto il mondo, di cui 400000 giocano a softball. Ai fini del torneo, la Little League Baseball è divisa in 16 regioni geografiche; 8 nazionali e 8 internazionali. Ogni estate, la Little League gestisce altri sette tornei di World Series in varie località degli Stati Uniti (Little League Softball e Junior, Senior, e Big League di baseball e softball). I primi anni 1938: Williamsport, PA, il residente Carl E. Stotz raccoglie i bambini del quartiere durante l'estate e individua le prime regole e le dimensioni del campo per il suo programma di baseball per ragazzi. 1940: Viene utilizzato un nuovo sito per giocare nei pressi del campo originale. Nasce una seconda league a Williamsport, sul modello del programma pilota di Carl Stotz. Delle linee guida limitano i rosters che definiscono la zona dalla quale le leghe possono attingere i giocatori, un processo che continua ancora oggi. 1943: Viene eretto un recinto per i fuoricampo, all’Original Little League Field. Fino a quel momento, i fuoricampo erano tutti “inside-the-park”. 1945: Mac McCloskey costruisce il primo tabellone segnapunti con telecomando elettronico per l’Original Little League Field. Il 14 Agosto 1945, viene sospesa una partita all’Original Little League di Williamsport dopo che è stato annunciato sul campo che la seconda guerra mondiale è finita. 1946: La Little League si amplia in 12 campionati, tutti in Pennsylvania. 1952: Peter J. McGovern diventa il primo Presidente a tempo pieno della Little League Baseball. Connie Mack immortale del baseball presenzia alle World Series. La Little League si espande a più di 1500 campionati. 1957: Angel Macias lancia un perfect game e Monterrey, Messico, diventa la prima squadra al di fuori degli Stati Uniti a vincere le Little League World Series. 1958: Monterrey, Messico, diventa la prima squadra a vincere due Little League World Series consecutive. Hector Torres, che in seguito giocherà nella Major League, gioca per Monterrey. Rick Wise, che giocherà anche lui nella Major League, gioca per Portland, Oregon, nelle World Series. 1965: Il Venezuela e la Spagna sono presenti per la prima volta nelle World Series della Little League. 1966: La prima sede regionale della Little League Baseball, la Southern Region Headquarters, apre a St. Petersburg, Florida. Per la pioggia durante le World Series viene sospesa una partita per un'ora e trentatre minuti. Il gioco è trasmesso a colori per la prima volta su ABC Wide World of Sports. 1968: Le gradinate vecchie di legno del Howard J. Lamade Memorial Field vengono sostituite con il calcestruzzo, e il luogo viene rinominato Howard J. Lamade Stadium. Nasce la Big League Baseball per i giocatori dai sedici ai diciotto anni. Turk Schonert, futuro quarterback NFL, è un membro della formazione Garden Grove, California, che gioca le Series. 1972: Taiwan per la seconda volta consecutiva vince le World Series per la Far East Region. E’ firmata la legge Titolo IX dal Presidente Richard M. Nixon
che dà alle donne e alle ragazze maggiori opportunità nello sport ai livelli di high school. 1976: I baseball Hall of Famer Joe DiMaggio, Ernie Banks e Bob Gibson sono ospiti delle Series con Chofu, Giappone, che vince il terzo campionato del paese, guidato da Kiyoshi Tsumura, che lancia un perfect game in semifinale contro l'Europa. 1977: Il futuro Major Leaguer Charlie Hayes gioca nelle Series per Hattiesburg, Mississippi. 1979: Viene creata la Junior League Baseball per i tredici anni. Futuri Major Leaguers Dwight Gooden, Youmans Floyd e Vance Lovelace giocano per Belmont Heights di Tampa, Florida, squadra nella Senior League Baseball World Series a Gary, Indiana. 1981: Dan Wilson, che diventerà un Major Leaguer, gioca per Barrington, Illinois, nelle World Series. Derek Bell torna con Belmont Heights, ma la sua squadra perde di nuovo con Taiwan. Bell diventa il primo giocatore della Major League ad aver giocato in due Little League World Series. 1985: Per la prima volta, la ABC-TV trasmette le WS della Little League in diretta su Wide World of Sports. Per la prima volta nella storia del baseball, la ABC monta una micro camera sulla maschera dell’arbitro di casa base Frank Rizzo. 1986: Il Commissioner del baseball Peter Ueberroth fa la sua prima visita alle Little League World Series. Bill Shea, presidente della Little League Foundation e omonimo dello Shea Stadium New York, lancia la cerimoniale prima palla. 1987: I vincitori delle World Series della Little League del 1947, i Maynard Midgets di Williamsport, si ritrovano sul campo prima della partita di finale. 1990: La Little League Baseball lancia la prima stagione completa della Challenger Division per bambini fisicamente e mentalmente disabili. La Little League è ora in trentanove nazioni. Taiwan torna a vincere le World Series della Little League battendo per 9-0 Shippensburg, Pennsylvania. 1994: Dopo un record di tre ore e sei minuti di sospensione per pioggia, Coquivacoa di Maracaibo, Venezuela, diventa la prima squadra latino americana a vincere le Little League World Series dal 1958. Stephen D. Keener diventa il primo giocatore della Little League ad essere nominato presidente della Little League Baseball, succedendo al Dr. J. Creighton Hale. 1996: La Little League celebra le cinquantesime World Series. Viene aperta la prima sede regionale della Little League al di fuori degli Stati Uniti, a Kutno, in Polonia. Viene lanciata La Little League Education Program per dirigenti e allenatori. La John W. Lundy Little League Conference Center è dedicata alla Little League Baseball International. Taiwan vince il titolo per la deciassettesima volta. 1998: La Little League si espande e include novantacinque paesi. Toms River, New Jersey, vince le World Series, sconfiggendo Kashima, Giappone, per 12 a 9 in una partita di campionato con undici fuoricampo e 41200 fan. Si annuncia che la Little League World Series si espanderà da otto squadre a 16 nel 2001 e che verrà costruito un secondo stadio. 2002: La Little League lancia il programma “Honoring Our Hometown Heroes” in omaggio del personale delle forze dell'ordine, vigili del fuoco, militari e eroi locali in migliaia di comunità di tutto il mondo. Debutta la Little League Parent Orientation Program. Nella Junior League Softball Division, la formazione di Utrecht, Paesi Bassi, diventa la prima squadra europea a vincere una World Series. In una delle sole tre partite di finale nella storia Little League Baseball World Series terminate per 1 a 0, Valley Sports Louisville, Kentucky, vince contro Sendai Higashi, Giappone. 2003: Nell'ultima fase della Little League Child Protection Program, le Little League locali sono ora tenute ad effettuare controlli del background sui volontari. Una squadra dell’Africa (Cape Town, Sud Africa) è la prima di questo continente a passare ad una World Series , guadagnandosi un posto nella Big league Baseball World Series a Easley, South Carolina.
2010: il torneo World Series viene riorganizzato, eliminando il pool play e adottando la doppia eliminazione fino a quando i vincitori delle categorie sono definiti. La Little League annuncia piani per aggiungere una division pilota nel baseball per età dai 12-13 per aiutare i piccoli giocatori al passaggio alle dimensioni regolamentari della Junior League Baseball. 2012:
Il Middle East and Africa producono la prima squadra del continente africano nella Little League World Series: i giovani della Lugazi Little League dell'Uganda. 2013:
Davie Jane Gilmour è diventata la prima donna a guidare il consiglio di amministrazione della Little League. 2014: Il 15 agosto 2014, Mo'ne Davis è stata la prima ragazza nella storia della Little League World Series a lanciare una partita intera e vincerla per i Taney Dragons, ed è stata anche la prima ragazza a lanciare una shutout nella storia di postseason della League. Davis è anche diventata la prima Little Leaguer ad apparire sulla copertina di Sports Illustrated (nel numero del 25 agosto 2014). La copertura di ESPN della partita delle semifinali in cui Davis giocava il 20 agosto ha portato a 3.4 il punteggio durante la notte, che è il massimo storico per Little League su ESPN. 2018: Little League cambia le regole relative all'età, spostando la scadenza del compleanno dal 1° maggio al 31 agosto. Questo permette ai tredicenni di giocare a livello maggiore quest'anno contro gli 11 anni, ma quelli di 11 anni nati tra maggio e agosto verranno derubati della loro possibilità di giocare l'anno prossimo. 2019: In agosto, gli organizzatori hanno annunciato che il torneo si sarebbe esteso a 20 squadre nel 2021, aggiungendo due partecipanti statunitensi e due partecipanti internazionali. Tuttavia, l'espansione è stata posticipata al 2022 a causa della pandemia di COVID-19. "Per la prima volta nella storia della Little League due formazioni italiane rappresentano l’Europa alle World Series. Si tratta della Selezione Emilia Romagna per il baseball e della Lombardia per il softball. La storica quadra dell’Emilia Romagna è composta dai seguenti giocatori e tecnici: Filippo Agretti e Luca Bortolotti (Fortitudo), Simone Federici (Castenaso), Mirco Bannini e Lorenzo Fabbri (Rimini), Giovanni Fuso (Parma 2001), Giacomo Bassi (Sala Baganza), Matteo Salvarani e Gianmarco Spagnoli (Collecchio), Matteo Lanfranchi, Guido Gerali, Matteo Bocchi (Crocetta), Nicolò Cereti (Godo) , Simone Campazzi (Modena) e Fossa Matteo - Tecnici: Vanes Nottoli, Andrea Bettati e Piero Fabbri. Aggiudicandosi il titolo europeo a Kutno staccano il biglietto per le WS di Williamsport, Pennsylvania. Gli italiani vengono sconfitti 6 a 7 da Guam, 0 a 12 da Matamoros (Messico) e 1 a 14 da Pabao (Willemstad, Curacao) - (2008 Little League World Series). La storica squadra della Lombardia è composta dalle seguenti giocatrici e tecnici: Serena Boniardi, Elisa Cecchetti, Benedetta Coccetti, Sara Cozzi, Rebecca Ferraris, Giorgia Fumagalli, Simona Lazzarini, Alice Nicolini, Giorgia Perricelli (S.C. Bollate); Anastasia Marzi, Antonella Micalizzi, Beatrice Salvioni (S.C. Caronno); Erika Pizzi (S.C. Saronno), Greta Turati (Milano '46) - Tecnici: Riccardo Locati, Flavio Minari e Simona Panno. Aggiudicandosi anche loro il titolo europeo per la categoria Under 12 a Kutno, staccano il biglietto per le WS di Portland, Oregon. Le italiane vengono sconfitte da Bacolod West (Asia Pacific) per 4 a 5, 1 a 9 da Sterling (Central), 0 a 16 da Grand Terrace (West) e 0 a 12 Simpsonville (South) - (2008 Little League Softball World Series)". 2009 - Little League International ha completato la costruzione e altri lavori di ristrutturazione presso l'Administration Building in Williamsport, Pa., aggiungendo circa 12.000 square feet (1115 metri quadrati) di spazio aggiuntivo per uffici. La città di Warner Robins, Ga., è stata scelta come sede della Little League’s Southeastern Region Headquarters, che è stata trasferita da San Petersburg, Fla. La Little League International e la National Professional Fastpitch (NPF) Softball League stabiliscono una partnership con formazione addizionale e istruzione risorse per ampliare la consapevolezza e le opportunità per le ragazze che giocano nelle varie division della Little League Softball. La sede legale della Little League’s Southwest Region Headquarters a Waco, in Texas, è stata rinominata in onore del presidente George W. Bush, primo presidente degli Stati Uniti ad aver giocato nella Little League. La Little League International e Baseball Factory hanno formato un partenariato per offrire ai giovani giocatori in tutto il mondo un maggiore sviluppo dei giocatori e opportunità di collocamento all'università. Una capsula del tempo, contenente vari elementi dei tempi attuali, tra cui un cartiglio che elenca l'attuale Consiglio di Amministrazione della Little League e membri dello staff e messaggi da giocatori della Little League e volontari, è stato posta nella pietra angolare dell'edificio della sede amministrativa. "Per la seconda volta nella storia della Little League ben quattro formazioni italiane rappresentano l’Europa alle World Series. Si tratta di due squadre Junior e Senior della selezione Friuli per il baseball e delle selezioni Little e Junior della Lombardia per il softball. Le storiche squadre del Friuli sono composte dai seguenti giocatori e tecnici. La squadra Junior: Bazzarini Simone, Bortolotti Pierpaolo, Deotto Alessandro, Domini Alberto, Furlan Daniele, Massa Lorenzo, Mineo Alberto (New Black Panters), Bertoldi Davide (Europa Bagnaria Arsa), Di Giusto Gabriele, Dose Diego (White Sox Buttrio), Le Rose Andrea, Mari Marco (Tigers Cervignano), Tonzar Alessandro, Varin Enrico (Rangers Redipuglia) - Tecnici: Minin Diego, Furlan Sergio, Team manager Massa Marcello. Aggiudicandosi il titolo europeo a Kutno, Polonia, staccano il biglietto per le WS di Taylor, Michigan. Gli italiani vincono 9 a 8 (al 9° inning) con Coquitlam, British Columbia (Canada) e perdono 2 a 13 con Saipan, CNMI (Asia Pacific), 1 a 4 con Yabucoa, Puerto Rico e 1 a 23 con Oranjestad, Aruba (Latin America) - (2009 Junior League Baseball World Series). La squadra Senior: Ainger Luca, Marusig Thomas, Avancini Carlos Alberto, Ugrin Federico (Alpina Trieste), Pontoni Francesco, Nunin Giacomo (White Sox Buttrio), Berini Andrea, Gheno Marco, Gheno Pietro, Miceu Fabio (New Black Panters), Opare Phil, Orso Gabriele (Europa Bagnaria Arsa), Varin Alberto (Rangers Redipuglia), Volpi Gabriele (Drag Bear S. Lorenzo) - Tecnici: Da Re Paolo, Zorzenon Stefano, Team manager Schina Diego. Aggiudicandosi il titolo europeo a Ramstein, Germania, staccano il biglietto per le WS di Bangor, Maine. Gli italiani vincono 11 a 8 con Madison, Wisconsin (Central) e perdono 6 a 11 con Vineland, New Jersey (East), 3 a 6 con Houston, Texas (Southwest) e 0 a 11 San Nicolas, Aruba (Latin Central) - (2009 Senior League Baseball World Series). Le storiche squadre della Lombardia sono composte dalle seguenti giocatrici e tecnici. La Squadra Little League: Laura Bigatton (Bollate), Giorgia Fumagalli (Bollate), Melanie Sheldon (Caronno), Serena Boniardi (Bollate, Giorgia Perricelli (Bollate, Beatrice Salvioni (Caronno), Sara Brioschi (S.C. Bollate), Giulia Cicala (Bollate), Linda Leonesio (Bollate), Giulia Meli, Lisa Soldi (Bollate), Greta Turati (Milano 46), Giulia Fiorentini (Caronno) - Tecnici: Marco Pasqualini, Flavio Minari, dirigente accompagnatore Giovanni Toffaletti. Aggiudicandosi il titolo europeo per la categoria Little League a Castelfranco Veneto, Italia, staccano il biglietto per le WS di Portland, Oregon. Le italiane si comportano bene e vincono 9 a 2 con Guam (Asia Pacific) e 7 a 4 con Anchorage, Alaska (West) ma perdono 0 a 10 con Croswell, Michigan (Central) e 1 a 4 con Warner Robins, Georgia (Southeast). Nella partita di consolazione delle terze classificate vincono 5 a 4 contro Beaverton, Oregon (Oregon District) - (2009 Little League Softball World Series). La Squadra Junior: Giulia Bollini, Andrea Cattani, Elisa Cecchetti, Laura Costa, Sara Cozzi, Silvia D'Autorio, Greta Frigerio, Elda Ghilardi, Alice Nicolini (Bolate), Irene Emanuele, Sara Meroni, Adele Silvia Monopoli (Caronno), Giulia Tenconi (Saronno) – Tecnici: Francesco Borgonovo, Paolo Boniardi e Giovanni Toffaletti. Aggiudicandosi il titolo europeo per la categoria Under Junior a Ramstein, Germania, staccano il biglietto per le WS di Kirkland, Washington. Le italiane vengono sconfitte 4 a 8 da Santa Clara, Utah (West), 2 a 4 da Elyria, Ohio (Central), 6 a 9 da Makati City, Philippines (Asia Pacific) e 4 a 8 da Nanticoke, Pennsylvania (East) - (2009 Junior League Softball World Series)". 2010 - Viene presentato un programma di baseball pilota, 50/70 Program, per i ragazzi di 12 e 13 anni che presenta una distanza di lancio di 50 piedi (15,24 m) e lunghezza delle basi di 70 piedi (21,34 m). Il formato per il gioco nel primo turno della Little League Baseball World Series è stato cambiato dalla fase a gironi alla doppia eliminazione. Invece di avere l'annuale Little Urban League iniziativa Jamboree a South Williamsport, Pa., Quattro stati Jamborees di grande successo sono stati tenuti a Newark, NJ, Houston, Chicago e Atlanta. La destinazione del Southeastern Region Headquarters a Warner Robins si terrà il 12 giugno, al culmine di un anno della costruzione del sito. I regolamenti del lancio per il baseball sono cambiati in modo che le regole del torneo e della stagione regolare siano con lo stesso numero di giorni di riposo aumentati. L'istant replay della Little League Baseball World Series è aumentata - ci sono state 16 verifiche (15 richieste dai managers / 1 giudizio umpire) con otto delle chiamate originali sul campo confermate e otto chiamate annullate con una media di tempo di revisioni dell'ordine di 52 secondi (dal momento che il manager / umpire richiede la replica video, alla decisione del video replay ufficiale). Il Giappone interrompe la sequenza di cinque anni di vittorie da parte delle squadre statunitensi vincendo il titolo della Little League Baseball World Series contro Hawaii per 4-1. Un centro di risorse per umpire è stato sviluppato dando agli arbitri un posto sul sito della Little League dove trovare risorse informative e di formazione. "Per la terza volta nella storia della Little League altre due formazioni italiane rappresentano l’Europa alle World Series. Si tratta della squadre Junior della selezione Friuli per il softball e della selezione Senior del Lazio per il baseball. La storica squadra del Friuli è composta dalle seguenti giocatrici e tecnici: Ainger Kate; Ballarin Nadia; Casetta Francesca; Cernecca Teresa; Comar Veronica; De Conti Ilaria; Gasparotto Marta; Gerzely Larissa; Guatto Michelle; Malalan Sara; Orso Valentina; Pontoni Veronica; Santin Martina; Trapa Silvia. Tecnici: Battigelli Anna; Gasparotto Bruno; Zanetti Deborah. Aggiudicandosi il titolo europeo a Cairo Montenotte, staccano il biglietto per le WS di Kirkland, Washington. Le ragazze vincono 13 a 11 con Guam (Asia Pacific) e perdono 6 a 5 (al 10 ° inning) con Gilroy (California), 18 a 5 con South Bend (Indiana) e 12 a 0 con Greensburg (Pennsylvania) - Vincono la Consolation Game 3 per 9 a 1 con Bellevue, (Washington). Alla squadra italiana va comunque il Good Sportmanship Award. Il Friuli Venezia Giulia è la seconda selezione italiana (dopo la Lombardia nel 2009) a conquistare un premio votato dagli arbitri e dagli organizzatori e che, come importanza, è secondo solo alla Coppa per i primi classificati - (2010 Junior League Softball World Series). La squadra Senior del Lazio è così formata: Mario Trinci, Roberto Colaianni, Mattia Mercuri, Alessandro Grimaudo, Fabrizio Brignone, Matteo D'Auria, Valerio Lucini, Paolo Taschini, Federico Cozzolino, Edoardo Ferranti; Mario Romei e Giacomo Recchioni. Tecnici: Fabrizio Piraino, Fernando Ricci. Aggiudicandosi il titolo europeo a Novara, staccano il biglietto per le WS di Bangor, Maine. Gli italiani vincono 13 a 6 con Edmonton (Alberta) e perdono 3 a 1 con Houston (Texas), 13 a 0 con Bangor (Maine) e 11 a 6 con Vineland (New Jersey) - (2010 Senior League Baseball World Series)". 2011 - Il programma Pilota 50/70 è stato ampliato per includere una seconda opzione per gli 11 e i 12 anni. Una moratoria è stata posta sulle mazze composite in tutte e quattro le categorie del baseball. La Little League Urban Initiative espande il suo programma Jamboree, tenendo sette eventi regionali in tutto il paese per dare opportunità a più giocatori del programma di partecipare a un torneo. Con molti dei pezzi prestati dalla Pro Football Hall of Fame, il Little League Museum presenta una mostra di circa un anno che è caratterizzata da memorabilia dei giocatori della NFL che hanno partecipato alla Little League. ESPN 3D manderà in onda le partite di baseball della Little League Baseball World Series per la prima volta. Uno studio durato cinque anni sull'uso della palla di curva e le lesioni del braccio per i giocatori di baseball giovanili dell'University of North Carolina ha concluso che la causa principale delle lesioni al braccio è un uso eccessivo e non hanno trovato alcuna prova che il lancio della palla curva sia più pericolosa di qualsiasi altro lancio. Una donazione da parte della Yawkey Foundations ha reso possibile lo studio. "Le partecipazioni alle World Series della Little League sono diventate una routine per l'Italia. Quest'anno rappresenta l'Europa con ben 5 squadre: tre di softball e due di baseball. Per il softball si tratta delle squadre: Junior della Lombardia/Piemonte che ha partecipato alla Big League (dai 14 ai 18 anni) World Series a Kalamazoo (Michigan) dal 4 al 10 agosto senza disputare una fase di qualificazione, in quanto nessuna squadra della zona EMEA si è iscritta al torneo che era in programma a Castelfranco Veneto. La squadra guidata da Ivan Parise, Mirella Quagliotti e Lilly Rossetti è composta da: Giulia Bollini, Lara Cecchetti, Serena Chirico, Linda Comin, Laura Costa, Alesia Di Maio, Elda Ghilardi, Giulia Marocchino, Alice Parisi, Bibi Pedote, Alba Pizzoni. Le italiane perdono con Michigan (8-1), Delaware (9-2), di misura con San Juan-Puerto Rico (2-1) e California (10-9), Philippines (12-0), Kalamazoo-Michigan (15-1), Alice-Texas (8-6), Clearwater-Florida (16-0) e vincono con Windsor, Ontario (18-6) - (2011 Big League Softball World Series). La squadra delle Cadette dell'Emilia Romagna che ha vinto a Ramstein (Germania) il titolo EMEA della categoria Senior, battendo in finale le olandesi del Noord Brabant, stacca il biglietto per le World Series a Lower Sussex (Delaware) dal 7 al 13 agosto. E’ la prima volta che una squadra italiana compete in questa categoria che comprende atlete nate fra gli anni 94/97. Il team, guidato da Carlo Ferrari, Stefano Filippini e Daniele Lottici, è composto da cinque giocatrici del Forlì, Onofri Carlotta, Callozzo Sonia, Mazzoni Manuela, Laghi Martina e Matilde Zanotti, da Rimini Brolli Linda, da Parma Lottici Chiara, Ghillani Alice e Radice Margherita, Langhirano è rappresentato da Ugolotti Sandra, Bologna da Bruno Laura ed infine Sala Baganza con Menozzi Maria Chiara, Mazzoni Melissa e Padovani Arianna. Le italiane perdono con Maunabo, Puerto Rico (3-1), Laurel-Delaware (14-1), El Campo-Texas (5-1), Pawcatuck-Connecticut (7-2) e nella gara di consolazione con Butte-Montana (8-5) - (2011 Senior League Softball World Series). La selezione Lombardia della categoria Ragazze prende il volo per Portland (Oregon), sede delle World Series Little League Softball dal 11 al 17 agosto, dopo avere conquistato il titolo EMEA a Castelfranco Veneto con un percorso netto di 4 vittorie e nessuna sconfitta. Questo il roster a disposizione del manager Minari e del coach Longino Bertuzzo, con Simona Panno team manager: Chiara Arnaboldi (Caronno); Mirella Basile, Giulia Bertani, Andrea Alessia Zavatta (Bsc Legnano); Sara Brugnoli, Irene Costa, Selene D'Angelosante, Gloria D'Autorio, Sara Zambelan (Bollate); Anita Minari, Sara Francesca Riboldi (Sc Legnano). Le ragazze perdono con New City-New York (7-1), Portland-Oregon (3-1), Wilkes County-North Carolina (10-1), Muntinlupa-Philippines (18-8) - (2011 Little League Softball World Series). A rappresentare l'EMEA per il baseball sono le squadre Allievi dell'Emila Romagna e Cadetti del Friuli Venezia Giulia. La formazione dell'Emilia Romagna dopo aver conquistato a Kutno il titolo europeo sconfiggendo in finale l'Olanda per 8 a 2, è volata a Taylor-Michigan per disputare le Junior League Baseball World Series dal 14 al 20 agosto. La squadra, guidata dal manager Dimes Gamberini e dai coach Federico Bassi e Eros Reggiani, è composta da Pietro Adorni, Simone Astorri, Davide Azzali, Matteo Bocchi, Alberto Fossa, Matteo Friggeri, Guido Gerali, Federico Monti, Michele Paganelli, Manuel Piazza, Gian Marco Pizzurro, Samuel Silvestri, Carlo Tanara e Luca Tesselli. Alcuni di questi giocatori hanno fatto anche parte della prima storica squadra di baseball dell'Emilia Romagna che nel 2008 disputò le Little League World Series. La formazione emiliana viene sconfitta da Maracaibo-Venezuela (11-0), Taoyuan-Chinese Taipei (4-0), vince con Surrey-British Columbia (4-2) e perde con Yabucoa-Puerto Rico (6-0) - (2011 Junior League Baseball World Series). I Cadetti del Friuli Venezia Giulia hanno vinto la finale di Novara della Senior League, battendo 5-4 la base Nato di Stoccarda. Arriva così il pass per le World Series di Bangor-Maine, in programma dal 14 al 20 agosto. Questo il roster a disposizione del manager Diego Minin e del coach Sergio Furlan, con Marcello Massa team manager: Simone Bazzarini, Pierpaolo Bortolotti, Alberto Domini, Daniele Furlan, Sergio Miceu (New Black Panthers Ronchi); Davide Bertoldi (Europa Bagnaria Arsa); Alex Ceccotti, Andrea Le Rose, Marco Mari (Tigers Cervignano); Alessandro Deotto, Lorenzo Massa, Alessandro Tonzar, Enrico Varin (Rangers Redipuglia); Diego Dose (White Sox Buttrio). I ragazzi perdono con Tyler-Texas (11-2) ma vincono consecutivamente con Brewer-Maine (7-6), Montreal-Quebec (13-7) e Talbot County-Maryland (9-8) arrivando per la prima volta nella storia del baseball europeo tra le prime quattro del torneo. Le semifinali delle Junior World Series si giocano venerdì 19 agosto e il Friuli V.G. si scontra con Hilo-Hawaii. Purtroppo la squadra americana ha la meglio e seppur sconfitti 10-0 il Friuli V.G. esce dal torneo a testa alta ottenendo il migliore piazzamento in classifica di sempre - (2011 Senior League Baseball World Series)". 2012: La Regione MEA vede accedere alle Little League World Series la prima squadra dal continente africano: la formazione Ugandese di Lugazi. Il 29 agosto la Little League annuncia una profonda riorganizzazione dei raggruppamenti internazionali, effettivi con le LLWS 2013: L'Australia sarà scorporata dalla ex regione Asia-Pacifico e avrà un proprio posto nelle LLWS. Ciò riflette l'ascesa dell'Australia che diventa il quarto paese più grande, e il più grande al di fuori del Nord America, nella partecipazione alla Little League. "Anche quest'anno, numerose come sempre le rappresentative Italiane alle World Series, dopo aver vinto i rispettivi titoli EMEA (Europe-Middle East - Africa): una di softball e tre di baseball. Unica squadra italiana qualificata a partecipare alle World Series per il softball è stata la Lombardia che si era imposta sulle Vipers olandesi nella finalissima di domenica 15 luglio a Caronno Pertusella con il risultato finale di 2 – 1, staccando così il biglietto per le World Series negli Stati Uniti. La rappresentativa biancoverde guidata da Attilio Buila, Paolo Boniardi e Guido Ballarini ha disputato dal 5 all'11 agosto a Lower Sussex nel Delaware le World Series della Senior League. Ecco i nomi delle atlete lombarde: Laura Bigatton, Serena Veronica Boniardi, Sara Cozzi, Rebecca Ferraris, Giorgia Fumagalli, Simona Lazzarini, Melany Sheldon (S.C. Bollate), Roberta Colombo, Giulia Fiorentini, Anastasia Marzi, Erika Pizzi, Beatrice Salvioni, Greta Turati (Rhea Vendors Caronno), Beatrice Zappa (Marcheno). Le ragazze perdono 2 a 5 con South Bend-Indiana, 2 a 8 con Maunabo-Puerto Rico, di misura 5 a 6 con Vidalia-Louisiana, e 0 a 9 con Cape Coral-Florida - (2012 Senior League Softball World Series). A rappresentare l'EMEA per il baseball sono le squadre del Friuli Venezia Giulia per la Big League, dell'Emilia per la Senior League e del Lazio per la Junior League. La formazione del Friuli V.G. di Big League conquista la terza partecipazione alle World Series per una selezione friulana, dopo quella del 2009 di Taylor nella Junior League e quella del 2011 di Bangor nella Senior League. Nel concentramento per il titolo EMEA a Buttrio, la selezione friulana sconfigge, 3 a 0, in finale la rappresentativa del South Africa. L'avventura del team guidato dal manager Diego Schina e dai coach Diego Minin e Sergio Furlan inizia il 25 luglio e finisce il 1 agosto a Easley, South Carolina. Questo il roster a disposizione: Carlos Avancini, Alberto Domini, Marco Gheno, Thomas Marusig, Gabriele Volpi, Pietro Gheno, Sergio Miceu, Davide Bertoldi, Alex Ceccotti, Marco Mari, Giacomo Munin, Alessandro Tonzar, Enrico Varin, Pier Paolo Bortolotti, Diego Dose, Daniele Furlan e Andrea Le Rose. I ragazzi perdono 3 a 5 con Maracaibo-Venezuela, vincono 9 a 1 con Windsor-Ontario, perdono 0 a 7 con San Juan-Puerto Rico e con Muntinlupa-Philippines per 5 a 13 - (2012 Big League Softball World Series). La formazione dell'Emilia Romagna accede alle World Series della Senior League vincendo 9 a 0 nella finale per il titolo EMEA a Novara contro il South Africa. Questo il roster: Pietro Adorni, Filippo Agretti, Simone Astorri, Mirco Bannini, Matteo Bocchi, Luca Bortolotti, Matteo Carola, Edoardo Draghetti, Lorenzo Fabbri, Alberto Fossa, Giovanni Fuso, Guido Gerali, Matteo Lanfranchi, Manuel Piazza, Fabio Riccò Pancirolli e Samuel Silvestri. Lo staff tecnico formato dal manager: Sandro Rizzi, e dai coach Stefano Landuzzi e Daniele Frignani, e il Dirigente Eros Reggiani. Dal 12 al 18 agosto a Bangor, Maine, i nostri portacolori hanno perso con Huston-Texas per 3 a 15, vinto per 2 a 0 con Auckland-New Zealand, perso di misura per 4 a 5 con Lemon Grove-California e perso 2 a 15 con Brevard County-Florida - (2012 Senior League Softball World Series). Il Lazio vince a Kutno il titolo EMEA della Junior League, sconfiggendo in finale, 11 a 8, la squadra ceca South Moravia e accede alle World Series a Taylor, Michigan, che si disputano dal 12 al 18 agosto. Questa la formazione che sbarca negli Stati Uniti: Gabriele Orefice (capitano), Andrea Sellaroli, Manuel Ricci, Francesco Novaga, Mel Marocchini, Marco Caporale, Federico Pecci, Giorgio Bressi, Miki Calisi, Leonardo Ceppari, Gabriele Vincenti, Federico Pavone, Alessandro Castagnetti e Federico Proietti. Lo staff tecnico e così composto: manager Fernando Ricci e i coach Angelo Burla e Mauro Cinti. La squadra del Lazio inizia alla grande sconfiggendo 14 a 1 Calgary-Alberta, poi viene sconfitta in successione da Oranjestad, Aruba (1 a 13), Tainan City-Chinese Taipei (3 a 18) e da San Nicholas de Los Garza-Nuevo Leon (1 a 13) - (2012 Junior League Softball World Series)". 2013: Davie Jane Gilmour diventa la prima donna a guidare il Consiglio di Amministrazione della Little League. Come nel 2011 ben 5 formazioni Italiane sono arrivate alle World Series dopo aver vinto il rispettivo titolo EA di categoria. Unica squadra italiana qualificata a partecipare alle World Series per il baseball è stata l'Emilia Romagna che si era imposta sulla Gran Bretagna nella finalissima di venerdì 12 luglio a Novara con il risultato di 7 a 2, staccando così il biglietto per le World Series negli Stati Uniti. La rappresentativa Emiliana guidata dal manager Chiuri S., con i coach Piazza P. e Servidei S. e il bench coach Bertoni G., ha disputato dall'11 al 17 agosto a Bangor, Maine, le World Series della Senior League. Ecco i nomi degli atleti Emiliani: Alberto Fossa, Alessandro Giacobbi, Carlo Tanara, Davide Azzali, Davide Ziveri, Gianmarco Pizzurro, Giona Ruggeri, Luca Tesselli, Ludovico Coveri, Manuel Piazza, Matteo Bocchi, Matteo Friggeri, Michele Paganelli, Pietro Adorni, Simone Alfinito Montecchi e Simone Astorri. La nostra formazione perde 1 a 11 con Kennett Square - Pennsylvania, 0 a 3 con Chitre Herrera - Panama, 3 a 5 con Martinez, Georgia, e vince 8 a 4 con Chicago - Illinois - (2013 Senior League Baseball World Series). A rappresentare l'EA per il softball sono le squadre della Lombardia per la Little League, l'Emilia Romagna per la Junior League, ancora la Lombardia per la Senior League e il Friuli Venezia Giulia per la Big League. Per la prima volta si centra l'ambizioso traguardo di vedere tutte e quattro le categorie giovanili softball alle World Series rappresentate da squadre italiane. Le squadre della Lombardia della Little League e della Senior League conquistano l'ennesima partecipazione (ad oggi 7) alle World Series portandosi in testa nella classifica delle regioni Italiane (Al secondo posto il Friuli V.G. con un totale - baseball/softball - di 6; Al terzo l'Emilia Romagna con 5; Al quarto il Lazio con 2). Nel concentramento per il titolo EA della Little League di Caronno la selezione Lombarda sconfigge, 4 - 0, in finale la rappresentativa Ceca di Praga. L'avventura del team guidato da Alberto Olgiati, Luca Migliorini e Rinaldo Dossena inizia l'8 e finisce il 14 agosto a Portland - Oregon. Questo il roster a disposizione: Arianna Pizzo, Chiara Marazzi, Iris Dabraio, Lara Lanzi, Marta Paparone, Rachele Figini, Rebecca Caldon, Rossana Lucini, Sabrina Monti, Sara Camisasca, Stefania Colombo e Veronica Cea. Le ragazze perdono 0 a 18 con Elyria - Ohio, 1 a 7 con Tualatin - Oregon, 1 a 10 con McLean - Virginia e 2 a 4 con Victoria - British Columbia - (2013 Little League Softball World Series). La squadra dell'Emilia Romagna stacca il biglietto per le Junior Softball World Series vincendo il titolo EA a Caronno nella tiratissima finale con la Lombardia per 4 a 3. Il team guidato dal manager Borghi C. e dai coach Balestracci D. e Filippini S. vola a Kirkland - Washington dall'11 al 17 agosto per disputare un buon torneo. Questa la formazione che sbarca negli Stati Uniti: Anna Ruggeri, Chiara Bassi, Chiara Bernardi, Chiara Lombardi, Cinzia Reverberi, Elena Aroldi, Federica Tagliavini, Laura Brivio, Luna Oliveti, Margherita Giovanardi, Maria Caterina Perilli, Stella Diluca, Veronica Onofri e Viola Gasparotto. Le nostre Junior perdono 1 a 4 con Mexicali BC - Mexico, vincono 2 a 1 con Gilroy - California, vincono 9 a 7 con Columbus -Texas e perdono 0 a 6 con Cumberland County - New Jersey - (2013 Junior League Softball World Series). La formazione Senior della Lombardia conquista il titolo EA a Caronno vincendo, 14 a 2, contro la squadra Polacca di Wroclaw e il diritto di giocarsi le World Series a Lower Sussex nel Delaware dal 4 al 10 agosto. La squadra lombarda darà vita ad un torneo spettacolare arrivando a contendersi la semifinale, ottenendo il miglior risultato italiano di sempre per l'Europe & Africa Region. La squadra, guidata da Argenis Blanco, Tamara Zappa e Livio Emanuele era così composta: Beatrice Salvioni, Beatrice Zappa, Bianca Messina Garibaldi, Elisa Tavian, Giorgia Fumagalli, Giorgia Perricelli, Giulia Canzi, Giulia Cicala, Giulia Meli, Greta Turati, Laura Bigatton, Melany Sheldon, Roberta Colombo, Simona Lazzarini e Valeria Petrosino. La Lombardia vince 3 a 2 con British Columbia District 7, vince 4 a 1 con Louisiana District 5, perde 1 a 3 con South Bend - Indiana, perde 3 a 5 con Honaker - Virginia, vince 1 a 0 con Laurel - Delaware approdando alle finali. Sfortunatamente perde 1 a 5 con South Bend - Indiana che si aggiudicherà le World Series. I risultati confermano la crescita positiva del movimento giovanile del softball lombardo ma anche la validità della formula "Little League", che ormai da sette anni consente al vivaio del softball italiano di confrontarsi ai massimi livelli, incrementando il bagaglio di esperienza e tecnica di giocatrici ed allenatori. - (2013 Senior League Softball World Series). La squadra del Friuli V.G. vince di forza il titolo EA della Big League superando in finale, con il punteggio di 13 a 1, a Staranzano la formazione della Croazia. Sotto la guida dello staff tecnico formato da Federico Pizzolini, Battigelli Anna e Bosdachin Marino, il team friulano stacca il biglietto per le World Series a Lower Sussex nel Delaware dal 4 al 10 agosto. Questo il roster delle giocatrici per la trasferta americana: Elena Vanzella, Francesca Ainger, Francesca Casetta, Frederica Bon, Ilaria De Conti, Kate Ainger, Kersevan Nicole, Mariel Bertossi, Marta Gasparotto, Nadia Ballarin, Silvia Trapa, Teresa Cemecca, Veronica Comar. Il team friulano perde 0 a 10 con Puerto Rico District 1, 3 a 14 con Seguin - Texas, 1 a 6 con District 51 - California e 4 a 7 con District 9 - Florida - (2013 Big League Softball World Series). 2014: Mo'ne Davis, di Philadelphia, è diventata la prima ragazza afro-americana nella storia delle Little League World Series a lanciare una partita vincente e guadagnare la vittoria ed è stata anche la prima ragazza a lanciare una shutout nella storia della Little League postseason. Davis è diventata anche la prima Little Leaguer ad apparire sulla copertina di Sports Illustrated (nel numero datato 25 agosto 2014). La copertura della ESPN della partita di semifinale che la Davis ha lanciato il 20 agosto ha registrato un'indice d'ascolto di 3.4 durante la notte, che è il più alto per la Little League sulla ESPN di tutti i tempi. Great Lakes (Jackie Robinson West LL - Chicago, Illinois) è diventata la prima squadra all-afro-americana della Little League a vincere le U.S. championship. Per la terza volta nella nostra breve storia della Little League (i precedenti 2008 e 2010) solo due formazioni Italiane hanno rappresentato l'Europa/Africa alle World Series. Si tratta delle Selezioni Senior dell'Emilia, per il baseball, e della Junior della Lombardia, per il softball. L'Emilia battendo la Lituania nella finale a Novara (10-1) vince il concentramento di Europa e Africa categoria Senior della Little League. Il successo vale la partecipazione alle World Series di categoria, che si disputano a Bangor (Maine, Stati Uniti) a partire dal 10 agosto. Questa la rosa a disposizione dello staff tecnico composto da Stefano Chiuri (Manager), Cappiello Fabio (Coach) e Perazzini Simone (Coach): Edoardo Acerbi (lanciatore-prima base, Oltretorrente PR); Simone Alfinito Montecchi (interbase-lanciatore, Crocetta); Cesare Astorri (ricevitore-terza base, Oltretorrente PR); Davide Azzali (esterno-lanciatore, Junior PR); Giulio Cianci (terza base-interbase, Rimini Riviera); Luca Coffrini (lanciatore-terza base, Oltretorrente PR); Marco Corsino (lanciatore-esterno, Ravenna); Anthony Falanga (seconda base-esterno, Ravenna); Matteo Friggeri (seconda base-lanciatore, Poviglio); Michele Pomponi (lanciatore-terza base, Oltretorrente PR); Carlo Tanara (lanciatore-seconda base, Sala Baganza); Davide Trolli (esterno-lanciatore, Oltretorrente PR); Filippo Valenti (interbase-ricevitore, Junior PR); Villanueva (lanciatore-prima base, Athletics BO) Filippo Tomassoni (lanciatore, Torre Pedrera Falcons Baseball Club). Il team perde 1 a 0 con East (Edgewood LL - Bristol, Connecticut), 11 a 3 con Southwest (West University LL - Houston, Texas), 14 a 4 con Latin America (Pariba LL - Curacao) e vince 1 a 0 contro Central (Western LL - Grand Rapids, Michigan) - (2014 Senior League Baseball World Series). La formazione U14 della Lombardia conquista il titolo EA (Europa-Africa) di Junior League a Brzeg, Polonia e si qualifica per le World Series in programma nello stato di Washington dal 10 al 16 agosto. Dopo aver battuto nettamente 10-1 in semifinale la Germania, la Lombardia si aggiudica il titolo contro la Repubblica Ceca. Sotto di 6 punti, la formazione Lombarda prima recupera e poi si aggiudica con un definitivo 11-7 il biglietto per gli Stati Uniti. Questo il roster a disposizione dello staff tecnico composto da Olgiati Alberto (Manager), Zarini Carlo (Coach) e Nucibella Luana (Dirigente Accompagnatore): Brugnoli Sara (Saronno), Camisasca Sara (Bollate), Chiodaroli Marta (Bollate), Colombo Stefania (Rheavendors Caronno), Costa Irene (Bollate). D'Angelosante Nicole (Bollate), D'Autorio Gloria (Bollate), Micheloni Maida (Bollate), Migliorini Giorgia (Bollate), Minari Anita (Saronno), Nicolini Arianna (Saronno), Rotondo Alessandra (Saronno), Soldi Susanna (Saronno), Villa Laura (Rheavendors Caronno). Tre vittorie consecutive delle Cadette della Lombardia e una sconfitta nell'ultimo incontro del loro girone contro la diretta rivale per il primo posto, la fortissima compagine di Greensburg (Pennsylvania) che rappresenta l'East America. Dopo 3 incontri giocati con una determinazione degna di una squadra di altissimo rango le Cadette Lombarde pagano l'emozione di giocarsi il primato e, pur giocando allo stesso livello delle rivali, commettono un paio di errori di troppo. Questo il percorso delle Lombarde: Latin America (Mexico - Liga Peq. de Softbol Femeil Mexicali - Baja California) - Italia (Lombardia) 1 - 5; Italia (Lombardia) - West (Sunnyside LL - Tucson, Arizona) 6 - 5; Southeast (Eagle Pass Softball LL - Eagle Pass, Texas) - Italia (Lombardia) 2 – 7; Italia (Lombardia) - East (West Point LL - Greensburg, Pennsylvania) 3 - 10. Da seconde del Pool B affrontano Host (Kirkland American/National Little League, Kirkland, Washington) dell'altro girone per il posto in semifinale. Con grande determinazione vincono 2 a 1 e approdano alla storica semifinale. Ma purtroppo la corsa delle nostre ragazze si ferma contro Mexicali (Latin America), battute all'esordio, che si impone per 9 a 3. Per la Lombardia c'è la finale per il terzo posto contro West (Sunnyside LL - Tucson, Arizona). Questa volta le ragazze Lombarde non sbagliano e vincono di forza per 12 a 4. Il Softball Lombardo si conferma ai vertici anche quest'anno nelle World Series confermando la positiva tradizione iniziata dalle Ragazze che giocarono la Little League nel 2009 e che vinsero le prime storiche partite per una formazione dell'allora EMEA (Europe, Middle East, Africa) e che era proseguita in crescendo fino all'esaltante finale giocata lo scorso anno nella categoria Senior - (2014 Junior League Softball World Series). 2015: Purtroppo per la quarta volta nella nostra breve storia della Little League (i precedenti 2008, 2010 e 2014) solo due formazioni Italiane hanno rappresentato l'Europa/Africa alle World Series. Si tratta delle Selezioni Cadetti del Lazio, per il baseball, e delle Under 19 della Lombardia, per il softball. I Cadetti del Lazio accedono battendo 9-4 la selezione belga delle Fiandre, in una finale piuttosto combattuta a Novara, staccano il biglietto per la Senior League World Series che si giocano negli Stati Uniti (Bangor, Maine) dal 2 all'8 agosto. Questa la squadra che rappresenta L'Europa-Africa sotto la guida dello staff tecnico composto dal manager Fabrizio Piraino, dal coach Alessio Monachini e con l'ausilio del dirigente, Consigliere Regionale Mario Colaianni: Federico Proietti, Gabriele Vincenti, Lorenzo Gentili, Andrea Bressi, Francesco Faccendini, Yuri Sarrocco, Leonardo Ceppari, Marco Dente, Leonardo Lanzi, Leonardo Bulfone, Simone Fontana, Andrea Campagna, Piero Cianfriglia, Lorenzo Olivieri, Alessandro Castagnetti. I Cadetti del Lazio debuttano domenica 2 agosto contro la rappresentante di Taiwan nelle Senior League World Series di baseball, che si giocano a Bangor (Maine). E' il settimo anno consecutivo che l'Italia rappresenta l'Europa-Africa a Bangor e tra le varie partecipazioni c'è anche una semifinale nel 2011, conquistata dal Friuli Venezia Giulia, che perse contro Hilo (Hawaii), che poi avrebbe vinto il torneo. La Lazio League (alla seconda partecipazione: debuttò nel 2010) è inserita nel girone B, con Saipan (isola delle Marianne, Asia Pacific), i canadesi Kiwanis di Prairies e gli statunitensi East Holmes (Ohio, USA centro) e Old Town (rappresentante dello stato del Maine). Il tabellone è basato sul concetto della double elimination, quindi solo i risultati stabiliranno il calendario. Nella prima gara i nostri portacolori soccombono con Saipan 12 a 5. Si riscattano contro i canadesi per 6-3. Ma una nuova sconfitta con Saipan per 8-4 li relega nel girone di consolazione dove si battono strenuamente fino all'ottavo inning per poi soccombere di misura, 6-5, con U.S. West Nogales Arizona - (2015 Senior League Baseball World Series). La formazione U19 della Lombardia conquista il titolo EA (Europa-Africa) della Big League sul diamante di Bariola a Caronno Pertusella e si qualifica per le World Series in programma a Roxana nel Delawere dal 2 al 9 agosto. La formazione Lombarda riesce nell'impresa imponendosi per 9-4 in finale sulle spagnole della Catalunya. Questo il roster a disposizione dello staff tecnico composto dal manager Liliana Rossetti e dai coachs Dante Di Lauro e Thomas Fontana: Sofia Allevi, Francesca Barcellini, Gloria di Lauro, Velria Petrosino, Bianca Messina Garibaldi, Erika Masetti, Giulia Fiorentini, Beatrice Zappa, Alice Pozzi, Tiziana Casamassima, Chiara Ambrosi, Valeria Bettinsoli, Elisa Tavian, Giulia Canzi, Cecilia Capria e Chiara Vanzù. La selezione Under 19 della Lombardia debutta nelle Big League World Series lunedì 3 agosto contro il District Five della Louisiana (USA sud est) perdendo 12-0. Martedì 4 contro Milford (USA est) le Italiane vengono ancora sconfitte 12 a 4. Contro le padrone di casa del Terzo Distretto del Delaware, mercoledì 5, le nostre ragazze lottano ma soccombono 5-2. Giovedì 6, la nostra squadra cede contro il Portorico, rappresentante dell'America Latina, 8-1. L'ultima partita che sarebbe stata in calendario venerdì 7 agosto non viene disputata per il ritiro del Canada - (2015 Big League Softball World Series). 2016: Quest’anno l’Emilia Romagna ragazzi è stata l’unica partecipazione italiana alle Little League World Series. Battendo (5-1) nella finale di Kutno (Polonia) la selezione di Brno della Repubblica Ceca del Sud, l'Emilia Romagna Ragazzi vince la fase di Europa e Africa e conquista il diritto a partecipare alle Little League World Series, in programma a Williamsport (Pennsylvania, USA) dal 18 al 28 agosto. Questo il roster a disposizione dello staff tecnico composto dal Manager Marco Bortolotti e i coaches Yurij Montanini e Cristian Tosini (Crocetta): Samuele Gamberini (Fortitudo), Tommaso Adorni (Crocetta Parma), Alessandro Ercolani (San Marino), Alessandro Beccari (San Marino), Filippo Laghi (Ravenna), Elia Sartini, Simone Ioli (Torre Pedrera), Gabriele Persici (Fortitudo), Tommaso Ghidoni, Michele Ghidoni, Federico Tiburtini e Federico Segreto (Crocetta), Leonardo Zambernardi (Collecchio) e Oussema Bouraoui (Oltretorrente). Purtroppo il percorso della nostra rappresentativa alla manifestazione americana è breve: La selezione Italiana esordisce giovedì 18 contro la squadra australiana di Hills, Sydney, perdendo di misura 3 a 1. Il 20 agosto affronta la formazione messicana di San Nicolas e incassa la seconda sconfitta per 12 a 7. Il 22 incrocia le mazze con Bend North, Oregon, nell'ultima partita che la vede in gara, e perde 6 a 2. - (2016 Little League Baseball World Series). 2017: Quest'anno, solo due rappresentative Italiane, tutte e due dell’Emilia Romagna Little League e Senior League baseball, sono riuscite a vincere la division Europa/Africa e partecipare alla Little League World Series. Le altre vincenti del Torneo delle Regioni 2017 nelle altre categorie per il baseball e il softball si sono fermate nei concentramenti europei per assegnare il biglietto per gli USA: La rappresentativa Junior dell'Emilia Romagna ha perso la finale a Kutno contro la Repubblica Ceca; la Little League Softball rappresentata dalla Lombardia ha perso la finale a Kutno contro la Repubblica Ceca; la Junior League Softball rappresentata dalla Lombardia si è qualificata terza in Olanda. La formazione della Senior League dell'Emilia Romagna battendo la squadra della Catalunya, Spagna, per 4 a 3 in finale a Novara l'8 luglio, stacca il biglietto per le World Series che si sono disputate a Easley, South Carolina, dal 29 luglio al 5 Agosto. Questo il roster a disposizione dello staff tecnico composto dal manager Finetti Ettore e i coaches Cavazzini Francesco e Giovanelli Cristian: Aiello Tommaso, Baggio Morano Alex, Baldi Michael, Boni Luigi, Bonvini Francesco, Casalini Gabriele,Dallatana Federico, Fazio Andrea, Infante Carreno Juan Carlos, Ioli Nicolò, Irimescu Alin, Quercioli Gianluca, Ruzzu Giovanni, Tognacci Gianluca, Trevisan Nicolas, Viloria Serda. Purtroppo il percorso della nostra rappresentativa alla manifestazione americana è stata breve: La selezione Italiana esordisce il 30 luglio contro la squadra di Villa Blanca Boys and Girls Baseball, Caugus di Puerto Rico, perdendo 12 a 2. Il 31 luglio affronta la formazione Canadese di Whalley, Langley and Coquitlam del Surrey, British Columbia, e incassa la prima vittoria e shutout per 12 a 0. Il 2 agosto incrocia le mazze con Southern Adelaide Districts, Australia, e perde di misura in una partita tiratissima con gli Australiani che segnano l'unico punto nel terzo inning. - (2017 Little League Baseball World Series). La formazione della Little League dell'Emilia Romagna che si era imposta sulla London Youth Baseball di Londra nella finalissima del 25 luglio a Kutno con il perentorio risultato di 12 a 2, stacca il biglietto per le World Series negli Stati Uniti a Williamsport, Pennsylvania, dal 17 al 27 agosto. La rappresentativa Emiliana, guidata dal manager Tulli Andrea e dai coaches Puelli Fabio e Tosini Cristian, è formata da Bacci Lorenzo, Borella Jacopo, Casadio Antonio, Catellani Sebastiano, Gerali Matteo, Giovanelli Matteo, Ioli Simone, Laghi Cristian, Monda Manuel, Montanari Lorenzo, Nepoti Riccardo, Ravegnani Riccardo, Spagnolo Nicola, Tiburtini Federico. Il nostro team perde il 17 agosto contro White Rock-South Surrey, British Columbia, per 12 a 2. Il 19 agosto incontra la squadra di Guadalupe Treviño Kelly Reynosa, Mexico, e subisce la seconda sconfitta per 13 a 0. Il 21 agosto si conclude l'avventura contro la squadra americana di Grosse Pointe Woods-Shores, Michigan, con una sconfitta per 11 a7. - (2017 Little League Baseball World Series). 2018: Come è successo negli ultimi due anni l’Emilia Romagna è l'unica regione che dopo aver vinto il Torneo delle Regioni è riuscita a passare le forche caudine della Division Europa/Africa e ad accedere alle tanto agognate World Series di categoria. Infatti sono tre le formazioni Emiliane che hanno rappresentato l'Italia alle Little League World Series: la Junior League softball, la Junior e la Senior League baseball. Le altre rappresentative che hanno vinto il Torneo delle Regioni si sono fermate nei rispettivi concentramenti che davano l'accesso alle World Series: il Friuli Venezia Giulia per la Little League baseball a Kutno ha vinto una partita e perse due; purtroppo l'Emilia Romagna della Little League softball ha perso in Olanda la finale contro la Repubblica Ceca. La formazione della Senior League baseball dell'Emilia Romagna ha vinto il titolo dell'Europa/Africa battendo in finale a Novara la squadra olandese di Rotterdam per 1 a 0 con un percorso netto di cinque vittorie e zero sconfitte e volo assicurato a Easley, South Carolina, per le World Series che si sono giocate dal 28 luglio al 4 di agosto. Questo il roster a disposizione dello staff tecnico composto dal manager Finetti Ettore e i coaches Bertoni Giacomo e Giovanelli Cristian: Leonardo Alfieri, Kevin Betti, Michele Ghidoni, Tomas Canuti, Alessandro Cantelli, Jacopo Fava, Samuele Galli, Juan Carlos Carreno Jr, Giovanni Ruzzu, Francesco Pomponi, Matteo Lombardi, Fabio Sorrentino, Tommaso Muccini, Francesco Ridolfi, Pietro Perilli e Riccardo Bigliardi. Inizia bene la formazione italiana sconfiggendo la squadra canadese di Edmonton 2 a 1. Perdono di misura, 11 a 10, contro Curaçao. Tornano alla vittoria contro il team australiano di Sidney per 2 a 1. Completano il loro percorso nuovamente vittoriosi contro la squadra venezuelana dei Cardenales imponendosi per 9 a 4. A dividere la formazione emiliano-romagnola dalla finale ci sarà ancora la squadra di Willemstad (Curacao), l'unica a battere l'Emilia Romagna nella prima fase grazie ad una rimonta ad un out dalla sconfitta. In precedenza, dopo una lunghissima attesa causa condizioni atmosferiche avverse in quel di Easley, l'Emilia Romagna aveva concluso la sua partita col Canada con il punteggio di 8 a 1, rimanendo di fatto in corsa. L'Emilia Romagna paga un secondo inning da nove punti subiti e conclude la sua avventura alla Senior League Baseball World Series in semifinale per via della sconfitta per 9-5 contro Pariba LL, rappresentativa di Curaçao. Sono dunque i caraibici ad affrontare il Naamans LL di Wilmington (Delaware) nella finalissima e a vincere il titolo. La selezione regionale dell'Emilia Romagna, categoria Senior League Baseball, ha realmente riscritto la storia del baseball europeo ed italiano alle World Series. Infatti, nessuna squadra europea o italiana, dal 1997 ad oggi, ha mai vinto quattro partite (contro una sola sconfitta); inoltre, solo il Friuli Venezia Giulia, nel 2011, ha raggiunto la semifinale; peraltro con uno score di 3 partite vinte e 2 perse. - (2018 Little League Baseball World Series). La formazione della Junior League sofball dell'Emilia Romagna ha vinto il titolo dell'Europa/Africa a Moergestel, Olanda, imponendosi 7 a 1 sulla Repubblica Ceca, con un tabellino di marcia di cinque vittorie consecutive che non lascia dubbi sulle qualità della formazione Emiliana. Il team è partito alla volta di Kirkland, Washington, per le World Series che si sono tenute dal 29 luglio al 4 agosto. Questo il roster a disposizione dello staff tecnico composto dal manager Filippo Colonna e dai coaches Luca Capelli e Armanni Elide: Giulia Andreucci, Federica Bonfiglioli, Sarah Bortolotti, Alice Carotti, Martina Colonna, Sarah Fattori, Virginia Mambelli, Alessandra Mavilla, Francesca Mavilla, Maya Milano, Charlie Montgomery, Beatrice Nannetti, Margherita Ricci, Francesca Rizzo. Nella prima gara contro Cranston, Rhode Island, la squadra italiana ha ceduto all'ottavo inning per 3 a 2. Il giorno successivo supera Keystone, West Tampa, 10 a 8. Ma in gara tre contro Snow Canyon, Santa Clara, viene sconfitta 18 a 4 al sesto inning. Nello stesso giorno si riscatta batendo Coamo, Puerto Rico, 7 a 2. Grazie al successo per 2 a 0 sulle filippine di Bacolod City, la rappresentativa italiana dell'Emilia Romagna è fra le prime quattro nella Junior League Softball World Series. Accede così alle semifinali della kermesse mondiale per affrontare nuovamente Snow Canyon (Utah). Con la squadra statunitense, rappresentante la West Region, perde di misura 8 a 6 ma si riscatta prontamente e conquista un prestigioso terzo posto superando Cranston, Rhode Island, per 4 a 3. Brave! - (2018 Little League Baseball World Series). La squadra della Junior League baseball dell'Emilia Romagna accede alle World Series vincendo 21 a 4 nella finale per il titolo Europa/Africa a Kutno contro la rappresentativa tedesca della KMC American di Ramstein. Anche per loro un percorso netto di cinque vittorie che li lancia nell'avventura delle World Series a Taylor, Michigan, dal 12 al 19 agosto. Questo il roster a disposizione dello staff tecnico composto dal manager Dimes Gamberini, Gilberto Zucconi e Sandro Rizzi: Ercolani Alessandro, Tommaso Adorni, Alessandro Beccari, Sebastiano Catellani, Cristian Laghi, Matteo Giovanelli, Elia Sartini, Filippo Laghi, Lorenzo Lambertini, Francisco Moronta, Davide Pedrazzi, Gabriele Persici, Francesco Segreto, Nicola Spagnolo. L'Emilia Romagna è iniziata con una bruciante sconfitta per 7-5 contro la selezione australiana proveniente da Sydney. Inizia così in salita l'avventura dell'Emilia Romagna che, nella formula della double elimination, si trova già ad un punto di non ritorno nella giornata di martedì, quando affronta la perdente del match fra la squadra della Asia-Pacific (da Taoyuan, Taiwan) e quella dalla zona latinoamericano (da Aruba). Il team italiano resta in gara con un successo per 9-3 sulla selezione latinoamericana e superato il secondo ostacolo, l'Emilia Romagna deve giocarsela con la Guadalupe Trevino Kelly LL (da Reynosa, Messico) in un'altra sfida ad eliminazione diretta. L'Emilia Romagna lotta con grinta, ma è costretta a lasciare la Junior League Baseball World Series a causa della sconfitta contro la rappresentativa messicana per 8-5. Termina la sua presenza in terra americana vincendo il consolation game contro la selezione della Pennsylvania per 8-6. Con questo risultato, la squadra allenata da Dimes Gamberini, vincitrice del Torneo delle Regioni e della fase Europa/Africa tra giugno e luglio, torna a casa con un paio di vittorie in quattro partite e soprattutto con un'esperienza importante in prospettiva futura. (2018 Little League Baseball World Series). 2019: Come era già successo nel 2011 e 2013, cinque squadre regionali italiane sono approdate alle LLWS: due per il softball, della Lombardia, e tre per il baseball dell'Emilia Romagna. Sono trascorsi 11 anni dalla prima volta (2008) in cui l'Italia partecipava alle LLWS, con due formazioni della Lombarda e dell'Emilia Romagna, e anno dopo anno le nostre rappresentative hanno sempre più dominato i concentramenti di Europa/Africa. A troneggiare il Torneo delle Regioni, organizzato quest'anno dalla Regione Marche, prima, e i vari concentramenti di baseball e softball Europe-Africa Region, poi, sono state le selezioni regionali della Lombardia e dell'Emilia Romagna a cui va il merito di essere le portabandiera del movimento giovanile italiano. Purtroppo manca a questo prestigiosissimo avvenimento una formazione Senior softball italiana. L'ultima apparizione è stata nel 2013 con il Team della Lombardia per la categoria Senior e del Friuli V.G. per la Big League. Dopo questo exploit, dal 2014 nel nostro Torneo delle Regioni non c'è più stata la categoria Senior softball e l'augurio è che il movimento riesca a riportare al più presto anche questa fascia d'età. Cominciamo con la formazione della Little League baseball dell'Emilia Romagna che nel concentramento di Kutno, giocato dal 19 al 26 luglio, ha letteralmente sbaragliato gli avversari compiendo il percorso netto e aggiudicandosi la finale per 1 a 0 sui pari età olandesi. La formazione così composta approda a Williamsport, PA, dove dal 15 al 25 agosto hanno giocato le prestigiose LLBWS: Francesco Lamanuzzi (manager), Giulio Gamberini (coach), Enrico Zbogar (coach), e i giocatori Giulio Bissa, Christian Sberlati, Claudio Di Ronza, Leonardo Delfrate, Gabriele Cirinà, Alessio Ingraito, Davide Lugli, Manuel Metalli, Elia Di Carlo, Giovanni Gregorini, Federico Tamburini, Alex Giovanardi, Tommaso Metalli Grisetti, Cristian Sberlati, Federico Tamburini, Elia Zaccarini. Sconfitti nella prima giornata dal Giappone (Chofu City, Japan) per 20 a 0, si sono poi arresi al Canada (Coquitlam, British Columbia) per 10 a 0 e hanno perso di misura, 4 a 3, con la Northwest Region (Salem, Oregon) (2019 Little League Baseball World Series). La selezione della Junior League baseball dell'Emilia Romagna ha staccato il biglietto per le JLBWS giocate a Taylor, Michigan, dall'11 al 18 agosto dopo aver vinto il concentramento a Kutno. Anche per la formazione junior emiliana è stata una cavalcata vincente in Polonia, dal 29 giugno al 6 luglio, superando tutte le avversarie e battendo in finale la Repubblica Ceca per 4 a 3. Sotto la guida dello staff tecnico composto da Massimo Desii, manager, e dai coaches Stefano Tamburini e Salvatore Palazzolo ecco il roster dei giocatori che hanno intrapreso l'avventura statunitense: Filippo Baroni, Alessandro Boschi, Emanuele Carima, Antonio Casadio, Edoardo Giacobbi, Matteo Giovannelli, Francesco Greco, Simone Ioli, Cristian Laghi, Lorenzo Martignoni, Filippo Merolla, Riccardo Ravegnani, Nicola Spagnolo, Riccardo Squarcia. I nostri portacolori hanno incontrato Guayama, Puerto Rico, nel loro primo incontro perdendo per 15 a 4. Purtroppo con la seconda sconfitta ad opera di Perth, Australia, con il risultato di 6 a 0, è terminata l'esperienza della nostra compagine nelle JLBWS (2019 Little League Baseball World Series). Il team della Senior League baseball dell'Emilia Romagna ha fatto man bassa nella SLB Europe-Africa Region sconfiggendo in cinque incontri tutte le avversarie e ha staccato il visto per le WS con un perentorio 8 a 2 sull'Olanda in finale. Dal 27 luglio al 3 agosto la nostra formazione ha disputato ad Asley, South Carolina, gli incontri per il titolo. Questo il roster a disposizione di Alessandro Flisi, manager, Claudio Vecchi e Simone Perazzini, coaches: Tommaso Adorni, Kevin Betti, Enrico Cianci, Giovanni Cortesi, Alessandro Ercolani, Samuele Gamberini, Lucio Giovannini, Ettore Giulianelli, Filippo Laghi, Moreno Loconte, Tommaso Mancini, Elia Sartini, Francesco Segreto, Fabio Sorrentino, Andrea Storci. Nel primo incontro affrontano la fortissima formazione caraibica di Willemstad, Curacao, perdendo 12 a 0. Nella gara successiva si riscattano vincendo contro la squadra australiana di Perth per 7 a 1. Bissano la performance del giorno prima imponendosi contro i canadesi di Mirabel, Quebec, per 5 a 1 e la strada sembra spianata per poter continuare a raggiungere un prestigioso risultato. Ma ad incrociare le mazze dei nostri portacolori c'è ancora Curacao che si impone per 10 a 0. Purtroppo questa sconfitta stoppa definitivamente le ambizioni dei nostri prodi ma rimane l'orgoglio di essere terminati secondi nel girone dell'International Team sconfitti solo dalla formazione caraibica che poi ha sfidato nella finale per il titolo Wailuku, Hawaii, perdendo per 5 a 0 (2019 Little League Baseball World Series). Nella LLSB Europe-Africa Region giocata a Moergestel, Olanda, dall'11 al 14 luglio, la Lombardia Little League Softball vince cinque partite su cinque e in finale supera la Repubblica Ceca per 14 a 1 staccando il biglietto per le WS a Portland (Oregon), dal 7 al 14 agosto. La formazione diretta da Dante Di Lauro, manager, e dai coaches Sara Dall'Alpi e Tiziana Rombi è così composta: Alessandra Biffi, Caterina Binetti, Eleonora Casena, Erika DeBellis, Chiara DiLauro, Cristina Fenici, Ludovica Garavello, Sveva Mariotti, Giulia Orini, Lucia Polini, Ceciia Rovaslo, Emma Silvia, Carlotta Villa, Matilde Del Col Balletio. Nell'opening day vengono sconfitte da Portland, Oregon, per 12 a 4. Il giorno successivo si scontrano con la corazzata di Salisbury, North Carolina, perdendo 12 a 2. Ma il team lombardo non si scoraggia e punisce le canadesi di Victoria, British Columbia, con un sonoro 10 a 0 e accedono ai quarti di finale. Sulla loro strada trovano River Ridge, Louisiana, e subiscono la terza sconfitta per 10 a 0, comunque ininfluente ai fini della classifica e della qualificazione ai quarti. A questo punto la partita decisiva per poter sperare di continuare il cammino è contro Honolulu, Hawaii, imbattuta in quattro incontri e vincitrice del girone A. La vincente andrà a disputare la semifinale, con la possibilità di accedere alla finale. La Lombardia Little League Softball di Dante Di Lauro riesce nell'impresa di centrare l'accesso alla semifinalegrazie alla vittoria per 4-1. Per la Lombardia Little League Softball adesso c'è l'appuntamento in semifinale con le ragazze di River Ridge, Louisiana, già affrontate nell'ultima partita del girone B (VIDEO DELL'INCONTRO). Il sogno della Lombardia si interrompe bruscamente in semifinale, dove la squadra viene sconfitta per 9-1. Ora la Lombardia deve affrontare, nella finale di consolazione, le beniamine di casa di Portland, già affrontate al debutto. Dopo il passo falso in semifinale contro Southwest Region, Chiara Di Lauro torna in pedana più forte che mai e lancia il suo quarto complete game del torneo, risultando determinante ai fini del successo per 1-0 della Lombardia che sconfigge le padrone di casa di Oregon e chiude con uno storico terzo posto la Little League Softball World Series (2019 Little League Baseball World Series). La formazione della Lombardia Junior vince il concentramento JLSB Europe-Africa Region giocato a Moergestel, Olanda, dall'11 al 14 luglio, battendo in finale la Repubblica Ceca per 6 a 3. Percorso esemplare delle nostre portacolori che pur perdendo durante la fase di qualificazione una sola partita di misura, delle cinque giocate, proprio contro La Cechia, 10 a 3, staccano il pass per le JLSBWS a Kirkland, Washington, dal 28 luglio al 3 agosto. Questo il roster delle giocatrici che sotto la guida dello staff tecnico composto da Luca Girotto, manager, Giulia Canzi e Stefano Bronzati (coaches) hanno difeso i colori italiani: Elisabetta Cesena,Silvia Franzoni, Gaia Amato, Irene Viola, Giulia Lionello. Fabiana Addari, Giulia Tonetti, Ueida Aliu, Katia Longhin, Alessia Canzi, Beatrice Dusi, Tatiana Valverde, Delia Manera, Camilla Giamminola. Nel primo incontro le nostre portabandiera affrontano Haverstraw/Nanuet, New York, e vengono sconfitte 11 a 0. Il giorno successivo trovano un'altra formazione americana della Columbus, Texas, e la sconfitta è ancora pesante 13 a 2. Nella terza giornata incrociano le mazze con Mesa, Arizona, ma le statunitensi hanno la meglio per 17 a 9. Nella stessa giornata il secondo incontro, che potrebbe regalarci qualche speranza di poter ritornare in corsa, ci vede affrontare la formazione latina di Willemstad, Curacao, che come noi non ha ancora vinto una partita. Le Lombarde passano in vantaggio al primo inning e mantengono l'esile distacco fino alla parte alta del 4° in cui Curacao pareggia e allunga al 5° con altri tre punti e al 6° con un punto. A nulla vale la reazione delle nostre ragazze che segnano solo due punti e vengono sconfitte 5 a 3. Nel girone di consolazione affrontiamo Elnora, Alberta, e riusciamo a rimanere in partita fino al terzo inning ma poi le canadesi prendono il largo e chiudono l'incontro 9 a 4 (2019 Little League Baseball World Series). 2020 Little League World Series La Little League World Series del 2020 si sarebbe dovuta svolgere dal 20 al 30 agosto 2020, presso il complesso della sede della Little League a South Williamsport, in Pennsylvania. È stato annullato il 30 aprile 2020 a causa della pandemia di COVID-19. In un'intervista del 15 aprile con l'Associated Press, il presidente e CEO della Little League Stephen Keener aveva parlato della difficile decisione in merito alle World Series e al coronavirus. Una delle risoluzioni più importanti per la situazione sarebbe stata di spostare le World Series e giocare più tardi in autunno, forse alla fine di settembre, ottobre o addirittura novembre. Tuttavia, Keener rigettò quell'idea sostenendo che "Se dovessimo farle in autunno, praticamente ogni squadra che sarebbe qui dovrebbe essere sradicata dalla scuola. Non sono così sicuro che sarebbe nel migliore interesse dell'educazione di un bambino, dopo aver perso probabilmente già un paio di mesi di scuola, allontanarli dalla scuola in autunno per venire a giocare in un torneo di baseball". Il 30 aprile 2020, Stephen D. Keener annunciò la cancellazione delle World Series 2020 e dei suoi tornei regionali di baseball e softball. Little League aveva dichiarato in un comunicato stampa: "Dopo un'approfondita valutazione dell'impatto che la devastante pandemia di COVID-19 ha avuto su 6500 programmi Little League in 84 paesi e sulla base della direttive delle autorità sanitarie pubbliche e governative e in accordo con i professionisti medici e il nostro Consiglio di amministrazione, la Little League International ha preso la difficile e deludente decisione di annullare i suoi sette tornei World Series e i rispettivi eventi di qualificazione regionali". "Questa è una decisione straziante per tutti alla Little League International, ma lo è ancora di più per quei milioni di Little Leaguers che hanno sognato di giocare un giorno in uno dei nostri sette eventi delle World Series. Dopo aver esaurito tutte le opzioni possibili, siamo giunti alla conclusione che, a causa della significativa incertezza sulla salute pubblica che esisterà ancora tra diversi mesi, e con la direzione del governatore della Pennsylvania Tom Wolf e del Segretario alla Salute Dr. Rachel Levine, nonché di un nutrito consesso di alto livello di funzionari sanitari e leader governativi delle località in cui si svolgono le nostre altre sei World Series, così come i loro tornei regionali di qualificazione, non sarà possibile procedere con i nostri tornei che abbiamo ospitato per quasi 75 anni". L'edizione 2020 della partita MLB Little League Classic al BB&T Ballpark di Williamsport all'Historic Bowman Field tra i Boston Red Sox e i Baltimore Orioles era previsto per il 23 agosto. Il matchup è stato mantenuto nel programma per entrambe le squadre nella stessa data, ma è stato giocato a Baltimora. 2021 Little League World Series A causa della pandemia di COVID-19, l'evento è stato limitato alle sole squadre con sede negli Stati Uniti sia per il softball che per il baseball. L'ultima edizione precedente del torneo disputato senza squadre internazionali era stata nel 1975. La Little League Softball World Series ha visto 10 squadre, vincenti i tornei regionali, divise in due gironi: Jennie Finch Pool Teams e Jessica Mendoza Pool Teams. Le World Series sono state disputate sul diamante dello Stallings Stadium a Greenville, N.C. dall'11 al 18 agosto. La finale ha visto primeggiare la squadra di Muskogee Oklahoma su Chesterfield Virginia per 9 a 1 (2021 Little League Softball World Series) . Tutte le altre categorie di baseball e softball sono state annullate. La Little League World Series 2021 si è svolta dal 19 al 29 agosto presso il quartier generale della Little League a South Williamsport, in Pennsylvania. Le 16 squadre che hanno disputato le World Series erano il risultato delle prime due squadre di otto tornei regionali, giocati nei mesi di luglio e agosto. Le otto squadre che appaiono sullo sfondo grigio sono state inserite nel girone del campionato Tom Seaver, mentre le altre otto squadre sono state inserite nel girone del campionato Hank Aaron. Ella Bruning Ella Bruning della squadra di Abilene, Texas, è diventata una delle poche ragazze che hanno gareggiato nella Little League World Series. Nella finale, Taylor North Little League di Taylor, Michigan, ha sconfitto la West Side Little League di Hamilton, Ohio, con il punteggio di 5-2. È stato il primo titolo per una squadra del Michigan dal 1959 (Little League Baseball World Series). Il 13 agosto era stato annunciato che i biglietti non sarebbero stati distribuiti al pubblico a causa delle preoccupazioni sulla variante Delta, con spettatori limitati agli amici invitati, ai familiari delle squadre e ad altri sostenitori di alto livello. 2022 Little League World Series Le formazioni vincenti le International Region sono state riammesse dopo due anni di assenza a causa della pandemia mondiale. Come di consueto tre squadre italiane di baseball e softball hanno avuto l'onore di rappresentare la Europe-Africa Region distinguendosi con le loro performaces nella conquista dei rispettivi concentramenti e nelle World Series. Andiamo a vedere le nostre formazioni che hanno staccato il biglietto per gli USA. Cominciamo con la formazione della Little League Baseball dell'Emilia Romagna che nel concentramento di Moergestel, Olanda, giocato dal 16 al 23 luglio, ha accusato una sola sconfitta dalla squadra della Repubblica Ceca per 1 a 0. Nella finale però i ragazzi emiliani-romagnoli si sono rifatti contro i Cechi per 4 a 1. La formazione così composta approda a Williamsport, PA, dove dal 17 al 28 agosto hanno giocato le prestigiose LLBWS: Stefano Tamburini (manager), Luca Centorino (coach), Fabio Abetini (coach), e i giocatori Alberto Guglielmi, Mattia Canali, Emanuele Arceri, Thomas Giovanardi, Giacomo Menarini, Leonardo Perracino, Francesco Carlini, Simone Giorgi, Luca Tadei, Cristopher Zafferani, Mattia Agosti, Daniel Tomassini, Jacopo Bussolati, Pablo Suarez. Percorso degno di nota per i ragazzi di Tamburini che si sono battuti da leoni contro formazioni che sono andate molto avanti: sconfitti nella prima giornata da Fu-Lin di Taiwan, in rappresentanza della Asia-Pacific Region, per 2 a 0, hanno vinto contro la selezione australiana di Brisbane per 12 a 7 e hanno perso di misura, 1 a 0, con Curacao in rappresentanza della Carribean Region. Per la cronaca le due sconfitte sono maturate contro Fu-Lin e Curacao che sono arrivate in semifinale, la prima, e in finale la seconda a testimonianza dell'alto valore tecnico della nostra rappresentativa (2022 Little League Baseball World Series). A rappresentare l'Italia alla Senior League Baseball World Series è approdato il Lazio che ha vinto a Modena il concentramento per la SLB Europe-Africa Region giocato dal 12 al 16 luglio. Anche i Laziali hanno subito un'unica sconfitta a opera della squadra Ceca (13 a 3) per poi rifarsi in finale ribaltando l'esito dell'incontro, vincendo 2 a 0, e staccando il biglietto per le World Series giocate a Easley, South Carolina dal 30 luglio al 6 agosto. Questa la formazione a disposizione di Trinci Guglielmo (Manager), De Franceschi Roberto (Coach) e Sabatini Claudio (Dirigente Accompagnatore): Riccardo Mazzanti, Francesco Gallo, Matteo Mautone, Filippo Sabatini, Marco Ricci, Federico Porcari, Lorenzo Orlandi, Daniele Di Persia, Lorenzo Barbona, Antonio Caiazzo, Giacomo Maria De Donno, Valerio Thomas Festa, Gabriele Ercolino, Simone Leonardi, Gabriele Cotogno. Nella prima partita la nostra rappresentativa ha subito la sconfitta da parte di Guayama, Puerto Rico, per 8 a 3 (finalista e vincitrice della World Series) e nella seconda Mirabel, Quebec, ha avuto la meglio per 6 a 0. Per la formula della doppia eliminazione, con due sconfitte la formazione Laziale ha detto addio al Torneo con il desiderio di riprovarci il prossimo anno (2022 Senior League Baseball World Series). A rappresentare il movimento del softball italiano alla World Series ci ha pensato l'Emilia Romagna con la categoria ragazze che si è aggiudicata il titolo della LLS Europe-Africa Region giocata a Moergestel, Olanda, dal 6 al 10 luglio. Una sola sconfitta non ha macchiato l'ottima prestazione delle nostre atlete che prima della finale sono state superate dalla formazione Ceca (una realtà in costante crescita a livello europeo) nella seconda giornata per 8 a 3, dopo averle battute nell'opening day per 11 a 5. Ma le nostre ragazze si sono rifatte nella finale vincendo per 6 a 2. Così le bravissime ragazze emiliane-romagnole sono volate a Greenville, North Carolina, per disputare le LLSWS dal 9 al 15 agosto. La formazione alla guida del manager Stefano Cenci e dei coaches Riccardo Soglia e Stefania Vitaliani è così composta: Caterina Turci, Blue Berto, Sofia Cenci, Vittoria Monti, Martina Fantinati, Martina Canali, Alyssa Piovani, Elena Bonserio, Giulia Calzolari, Elisa Casadio, Giorgia Frascaroli, Sofia Mancini, Sofia De Pasquale, Syria Masotti. Anche qui vige la formula della doppia eliminazione e le nostre ragazze non sono state molto fortunate perchè hanno affrontato Bacolod City, Philippines, (arrivata in finale) perdendo più che onorevolmente per 4 a 1 e la Columbia, Missouri, che si è imposta per 12 a 0 (2022 Little League Softball World Series). 2023 Little League World Series Quest'anno l'unica squadra a rappresentare l'Italia alle World Series è stata la formazione Little League Softball della Lombardia. Le ragazze lombarde hanno vinto il titolo della Europe-Africa Region battendo in finale a Chomutov, Republica Ceca, la Boemia per 6 a 3 (riscattando il 3 a 1 accusato proprio contro la stessa formazione nella giornata inaugurale del Torneo). La squadra della Lombardia è volata a Greenville, North Carolina, negli Stati Uniti per disputare Le World Series dal 6 al 13 agosto. Il roster alla guida del manager BREDA Stefania e del coach PALAIA Laura era così composto: BARDELLA Maddalena, CASATI Nicole Ludovica, COLINO Giorgia, FRANZOSINI Vittoria, GANZER Iris, GIUPPONI Aurora Sofia, LORENZETTI Maddalena, MASINI Viola, METTA Alessandra, MINGRONE Manuela, NARDINI Vittoria, PETRELLI Marta, SERVIDIOGiada e SOMASCHINI Giorgia. La formula della doppia eliminazione non ha certo aiutato le bravissime ragazze lombarde perchè hanno incontrato nella prima giornata la squadra di Milford, Connecticut, rappresentante il New England, per 11 a 1. Pronto riscatto nella seconda gara contro Bend, Oregon, Northwest, vinta per 9 a 5. Purtroppo nella partita decisiva, di nuovo contro Milford, le notre ragazze hanno subito la seconda sconfitta per 9 a 5. L'avventura delle giovani della Lombardia alla Little League Softball World Series di Greenville si chiude con un prestigioso riconoscimento. Poco prima della finale, infatti, le ragazze lombarde sono state premiate con il "Girls with Game Team Sportsmanship Award", un riconoscimento introdotto nel 2021 che onora la squadra che dimostra il maggior spirito di sportività dentro e fuori dal diamante. A votare sono stati membri dell'organizzazione del torneo, volontari, manager delle varie compagini presenti, media e le atlete professioniste di Athletes Unlimited che, in parallelo al torneo, hanno giocato alcune partite sui diamanti del Nord Carolina (2023 Little League Softball World Series). 2024 Little League World Series Quest'anno l'unica squadra a rappresentare l'Italia alle World Series è stata la formazione Little League Softball dell'Emilia Romagna. Le ragazze emiliano-romagnole hanno vinto il titolo della Europe-Africa Region sul diamante di Kutno, in Polonia, battendo in finale la Boemia, Republica Ceca, per 7 a 1 (con uno straordinario percorso netto di 5 vittorie e 0 sconfitte). La squadra dell'Emilia Romagna è volata a Greenville, North Carolina, negli Stati Uniti per disputare Le World Series dal 4 all'11 agosto. Il roster alla guida del manager Delli Carri Francesco e del coach SilimbaniElisa era così composto: Alberini Linda, Amoroso Sophie, Beghelli Stefania, Benelli Linda, Casadio Elisa, Fabbri Aurora, Fanfoni Gaia, Frignani Gaia, Golinelli Caterina, Morini Greta, Panara Ludovica, Suarez Valladares, Paola Alejandra, Vietta Martina e Zinelli Beatrice. La formula della doppia eliminazione non ha certo aiutato le nostre bravissime ragazze perchè hanno incontrato nella prima giornata la squadra della North Carolina (vincitrice poi delle WS) perdendo 16 a 0 e nella giornata successiva sono state superate di misura da Mid-Atlantic con uno strettissimo 2 a 1. Ma L'avventura delle giovani ragazze emiliano-romagnole alla Little League Softball World Series di Greenville si chiude con un prestigioso riconoscimento che segue quello ottenuto lo scorso anno dalla Lombardia. Poco prima della finale, infatti, le ragazze dell'Emilia Romagnasono state premiate con il "Girls with Game Team Sportsmanship Award", un riconoscimento introdotto nel 2021 che onora la squadra che dimostra il maggior spirito di sportività dentro e fuori dal diamante. A votare sono stati membri dell'organizzazione del torneo, volontari, manager delle varie compagini presenti, media e le atlete professioniste di Athletes Unlimited che, in parallelo al torneo, hanno giocato alcune partite sui diamanti del Nord Carolina. Queste le parole di Ashlea Miller, Direttrice dello sviluppo del softball della Little League e Direttrice del torneo Little League Softball World Series: "Durante l'intera Little League Softball World Series, la squadra italiana ha rappresentato i valori del programma Little League e ha veramente esemplificato cosa significhi essere Girls with Game" (2024 Little League Softball World Series). Baseball Little League Intermediate (50/70) DivisionJunior League Senior League Softball La Little League per il softball è così divisa in base all'età:Little League SoftballJunior League SoftballSenior League SoftballBig League SoftballHoward J. Lamade Stadium Regions USA Regions: International Regions: Little League Baseball Divisions
Little League Softball Divisions
Note storiche: Fino al 2008, invece di due diverse regioni geografiche Europa e Medio Oriente-Africa c'erano due regioni che coincidevano: - Europa-Medio Oriente-Africa (EMEA) - Transatlantic Le regioni Transatlantic ed EMEA erano geograficamente identiche. Le squadre della regione Transatlantic in genere erano costituite prevalentemente da bambini figli di espatriati americani, tipicamente personale delle forze armate, membri delle organizzazione internazionali e operai delle compagnie petrolifere (come la squadra che rappresenta la Saudi Aramco Residential Camp di Dhahran, che avanzò alle World Series per 19 volte fino al 2007, compresi tutti i tornei dal 2001 al 2007). Le squadre all'interno della regione "EMEA" erano formate da giocatori locali del paese di provenienza. Le squadre rappresentative della regione Transatlantic dovevano avere almeno il 51% dei giocatori di nazionalità Canadese, degli Stati Uniti o del Giappone, mentre le squadre della regione EMEA potevano avere non più di tre giocatori provenienti da questi tre paesi. Le squadre nelle regioni riorganizzate Europa e MEA non hanno più restrizioni di nazionalità, come evidenziato dalle serie del 2009. In quello stesso anno, entrambe le regioni sono state vinte da squadre composte principalmente da figli di espatriati americani. L'Europa era rappresentata da un team dell'Air Base di Ramstein, una United States Air Force di base in Germania, mentre la MEA è stata rappresentata per la seconda volta nei suoi due anni di esistenza dal team dal campo Saudi Aramco. |
La rivalità tra gli Yankees e i Red Sox è una delle più antiche, più famose e più feroci negli sport professionistici americani. Per oltre 100 anni, questa fortissima rivalità ha contraddistinto le due franchigie della Major League di baseball. La rivalità è talvolta così polarizzante che spesso è un acceso argomento tabù, come la religione o la politica, negli Stati Uniti del nord-est. Dopo l'introduzione della squadra "wild card" e l'aggiunta di una Division Series, l’American League East, i due rivali si sono affrontati nell’American League Championship Series per tre volte, con gli Yankees che vinsero due volte nel 1999 e nel 2003 mentre i Red Sox si aggiudicarono il pennant nel 2004. Inoltre, i team si sono incontrati due volte nell'ultima serie della stagione regolare di un campionato che decideva il titolo della League, nel 1904 (quando vinsero i Red Sox) e nel 1949 (quando vinsero gli Yankees). Le squadre finirono prime alla pari anche nel 1978, e gli Yankees vinsero lo spareggio con il più alto profilo in una partita per il titolo della division. Il 1978 è memorabile per il recupero degli Yankees indietro di 14 partite dai Red Sox, a più di metà della stagione. Dal 7 al 10 settembre, New York battendo in una sweep di quattro partite i rivali dei Boston andarono per la prima volta in testa alla classifica. La debacle dei Red Sox fu soprannominata "Boston Massacre". Questo antagonismo è considerato da alcuni la miglior rivalità nello sport americano. LA STORIA Ancora prima dell'inizio della Rivoluzione Americana, Boston e New York hanno condiviso un'intensa rivalità come città. Per più di un secolo, Boston è stata senza dubbio il centro del potere educativo, culturale, artistico ed economico degli Stati Uniti. La posizione di Boston, con il porto americano più vicino all’Europa e la sua concentrazione di scuole d'élite e centri produttivi avevano permesso di mantenere questa immagine per diversi decenni. Durante questo periodo di tempo, New York era spesso guardata dall'alto in basso come il parvenu, sovrappopolato, e sporco cugino per l’aristocratica e pulita Boston. Presto il potere economico di New York superò quello di Boston nel 1800 a causa della rapida crescita della popolazione e diventando il capolinea del Canale Erie, insieme ad una massiccia crescita nel settore manifatturiero, dei trasporti marittimi, assicurazioni e nei servizi finanziari alle imprese. Con l'inizio del 20° secolo questa dinamica si spostò completamente a New York che diventò il centro del capitalismo americano (in particolare Wall Street), e il cambiamento si rifletté nel nuovo passatempo nazionale. I Red Sox furono una delle squadre di maggior successo nel baseball dal 1901 al 1918. Vinsero la prima edizione delle World Series nel 1903 (come Boston Americans, cambiando il loro nome in Red Sox nel 1908) e altre quattro tra il 1912 e il 1918. Durante questo periodo, gli Yankees furono spesso chiamati gli Highlanders, in riferimento al fatto che giocavano le loro partite nel quartiere di Washington Heights di Manhattan. Nel 1904, gli Highlanders, guidati dal lanciatore Jack Chesbro che aveva vinto un record di 41 partite, incontrarono i Boston Americans nella partita finale della stagione per decidere il pennant dell’AL. Chesbro con un lancio pazzo permise ai Boston di vincere il pennant, ma non ci furono le World Series quell'anno, perchè i Giants si rifiutarono di giocare. Questa sarebbe stata l'ultima volta in cento anni che i Red Sox sconfiggevano gli Yankees in una partita che decideva il titolo. Nel 1916, Harry Frazee acquistò i Red Sox per 500000 dollari. Anche se la squadra vinse le World Series nel 1918, Frazee era in difficoltà a pagare i prestiti da lui maturati per l'acquisto del team e la produzione di spettacoli di Broadway. Dopo che i Red Sox finirono sesti nell’American League nel 1919, Frazee, avendo bisogno di denaro per finanziare un musical di Broadway, “No, No Nanette”, vendette diversi giocatori, tra cui il lanciatore-outfielder Babe Ruth, agli Yankees. Frazee ricevette 125000 $ e un prestito di 300000 $ - garantito dal Fenway Park, lo stadio di casa dei Red Sox - per Ruth. L’arrivo di Ruth a New York lanciò simultaneamente la dinastia yankee mentre devastò i Red Sox. Mentre i cinque titoli delle World Series furono un record fino a quel momento, il 1918 sarebbe stato l’ultimo titolo della squadra per 86 anni. Nel frattempo, la bravura di Ruth nel battere fuoricampo trascinò il line-up degli Yankees, diventando noti come "Murderers' Row" alla fine del 1920. Gli Yankees arrivarono alle World Series sette volte nel corso degli anni di Ruth a New York, vincendone quattro. Questa brusca inversione di fortuna per i Red Sox segnò l'inizio della presunta "Curse of the Bambino". Ma non fu solo l'affare di Ruth che invertì le sorti di entrambe le squadre. Il giornalista sportivo Robert W. Creamer disse che “il prestito era stato fatto e le relazioni tra i due club continuarono ad essere cordiali, con Frazee che cedette giocatori dopo giocatori agli Yankees nel corso delle successive stagioni in cambio di altri contanti. I Red Sox divennero ben presto un’area disastrata del baseball, finendo mortalmente ultimi nove volte in undici stagioni”. Tra gli altri, Wally Schang, Everett Scott, Carl Mays, Waite Hoyt, Joe Jones e Sam Bush passarono dai Sox agli Yankees nei successivi 3 anni, con Ed Barrow, l'ex manager dei Red Sox che divenne general manager e costruttore dell’impero per il primo quarto di secolo della dinastia Yankees. Dal 1920 al 2003, gli Yankees vinsero 26 World Series e 39 pennant, rispetto ai solo quattro pennant dei Red Sox. A peggiorare le cose, ogni anno che i Red Sox vincevano il pennant - 1946, 1967, 1975 e 1986 - perdevano le World Series per quattro giochi a tre, lasciandoli senza titoli del Fall Classic. Durante questo tempo, i Red Sox finirono secondi in classifica dietro agli Yankees in dodici occasioni, nel 1938, 1939, 1941, 1942, 1949, 1978, e ogni anno dal 1998 al 2003. Durante il periodo di 84 anni, gli Yankees finirono con un miglior record nella regular season rispetto ai Red Sox per 66 volte, e restò famosa la battuta di un giornalista che disse che la rivalità tra i Red Sox e gli Yankees era molto simile alla rivalità "tra un martello e un chiodo". La stagione 1949, su cui è stato scritto molto, vide un drammatico finale tra le due squadre. Gli Yankees erano dipinti con i favori del pronostico. Una vignetta di Willard Mullin mostrava un giocatore Yankees rotto e malandato che cercava di "sbarrare la porta" della casa "First Place". All'interno era già seduto un giocatore dei Red Sox che indossava una bombetta, in possesso di un "avviso di sfratto", e che diceva allo Yankee: "stai aspettando qualcuno, Bub?". I Red Sox si trovavano avanti di un gioco, con due partite da giocare, contro gli Yankees allo Yankee Stadium. Gli Yankees vinsero entrambe le partite, il pennant e poi le World Series, iniziando una corsa record con cinque titoli consecutivi del Fall Classic. Nel 1978, i Red Sox, guidati da Jim Rice, Carl Yastrzemski, Fred Lynn e il catcher Carlton Fisk, sembravano destinati a viaggiare verso il Fall Classic per la seconda volta in dieci anni. Erano davanti agli Yankees in classifica di 14 partite e ½ alla metà di luglio, con meno di tre mesi per finire la stagione regolare. Tuttavia, gli Yankees girarono al meglio la loro stagione proprio quando i Red Sox sembrarono crollare. Prima del 7 settembre gli Yankees avevano ridotto il deficit di 14 partite e ½ a solo quattro partite, giusto in tempo per una serie di quattro al Fenway Park di Boston. Gli Yankees vinsero tutte e quattro le partite della serie con un punteggio totale di 42-9. Questa serie divenne nota come il "Boston Massacre". Il 16 settembre, gli Yankees erano in vantaggio di 3 partite e ½ sui Red Sox, ma Boston vinse 12 delle loro successive 14 partite (e le ultime otto di fila) per superare questo svantaggio e finire in parità al primo posto con gli Yankees . Fu programmata a Boston una partita di playoff per determinare chi avrebbe vinto il Pennant dell’AL East per il 1978. Boston aveva ingaggiato nel 1978 l’ex lanciatore degli Yankees Mike Torres che venne opposto al vincitore del Cy Young Award degli Yankees, Ron Guidry, che aveva un record di 24-3. I Sox stavano battendo Guidry 2-0 nella parte alta del settimo inning quando l’interbase degli yankees Bucky Dent colpì, con due out, un fuoricampo da tre punti sul Green Monster del Fenway Park passando in vantaggio per 3 a 2 . Era solamente il suo quinto fuoricampo della stagione. Gli Yankees si portarono sul 5 a 2 e poi vinsero 5 a 4, quando Yastrzemski colpì un pop con corridori in seconda e terza, ponendo fine alla stagione dei Red Sox. New York continuò sconfiggendo i Kansas City Royals nell'ALCS e poi i Los Angeles Dodgers nelle World Series per il loro secondo titolo consecutivo. Il 1980 fu il decennio in cui né gli Yankees né i Red Sox vinsero una World Series, anche se entrambe le squadre arrivarono al Fall Classic una volta durante questo periodo, ma furono sconfitte (Yankees nel 1981, Red Sox nel 1986). Nelle due volte, entrambe le squadre avevano vinto le prime due partite nelle rispettive World Series, e tutte e due le persero a New York (i Red Sox persero le World Series allo Shea Stadium). Per gli Yankees, la sconfitta nel 1981 segnò l'inizio della caduta della squadra che durò dagli anni ‘80 all'inizio del ‘90 e il 1986 fu una "serie dolorosa" per i fan degli Yankees, perché i Red Sox giocarono con i rivali cittdini dei Mets . Sia il Newsday che The Boston Globe riferirono che c’erano delle T-shirt dei Mets su cui era stampato "Steinbrenner's nightmare", riferendosi al proprietario degli Yankees George Steinbrenner. Newsday lo definì "woeful days for Yankee fans" (giorno triste per i tifosi yankee). John Powers del Globe citò Claire Smith, che aveva seguito gli Yankees per The Hartford Courant, dicendo "this really is the World Series of the nightmares" (queste sono davvero le World Series da incubi). Come risultato, Steinbrenner scrisse articoli delle World Series sul The New York Post. Nel 1990, l’editorialista del Boston Globe, Dan Shaughnessy, scrisse un libro intitolato The Curse of the Bambino, che puniva i Red Sox, per la vendita di Babe Ruth, e pubblicizzava la maledizione. Quando i Red Sox andarono allo Yankee Stadium durante un fine settimana nel settembre del 1990, i fans degli yankee iniziarono a provocare i Red Sox scandendo l’anno "1918", in ricordo dell’ultima volta che Boston aveva vinto le World Series. Shaughnessy disse anche che i Red Sox, ogni volta che andarono allo stadio, furono scherniti con cartelli con su scritto "Curse of the Bambino". Nel 1999, gli Yankees e i Red Sox si affrontarono per la prima volta nella ALCS. Gli Yankees difendevano il titolo delle World Series e nel bel mezzo di una serie di tre consecutivi Campionati del Mondo, mentre Boston era apparsa per l’ultima volta nell’ALCS nel 1990. Nonostante l’intenso lancio pubblicitario che precedette questo storico incontro post season per la prima volta tra i due rivali di lunga data, le serie si rivelarono alquanto deludenti, con i New York che vinsero per quattro giochi a uno. L’unico brillante exploit dei Red Sox successe in gara 3 al Fenway Park di Boston, in quella che era la tanto attesa sfida di lanciatori tra l’ex star dei Red Sox Roger Clemens, che ora lanciava per gli Yankees, e l’asso di Boston Pedro Martínez. Martinez mise strikeout dodici battitori e non concesse un solo punto attraverso i sette inning lanciati; Clemens fu duramente colpito, concedendo cinque punti e smontando al terzo inning per la vittoria dei Red Sox per 13 a 1. Tuttavia, gli Yankees ritornarono a vincere le gare 4 e 5, aggiudicandosi il pennant dell’American League e avanzando alle World Series, dove spazzarono gli Atlanta Braves. La sconfitta ad opera di Martinez fu la sola nella post season degli Yankees, con il team che ottenne un record di 11-1. Nel 2003, le due squadre si fronteggiarono nell’ALCS per la seconda volta. L'intensità delle serie fu evidenziata da un lungo contenzioso che si protrasse in gara 3 e che si trasformò in un alterco tra il coach degli Yankees Don Zimmer e l’asso dei Boston Pedro Martínez, il primo dei quali finì rovinosamente sull'erba. Con tre vittorie a testa dopo sei estenuanti e infuocate partite, Boston era in vantaggio di 5 a 2 all'ottavo inning di gara 7 allo Yankee Stadium di New York, con Martinez sul monte di lancio. Gli Yankees con un out iniziarono il recupero battendo tre valide consecutive e riducendo il deficit a 5-3, con corridori in seconda e terza. Sembrava che Martinez fosse stanco, ma il manager dei Boston, Grady Little, decise di lasciarlo sul monte. Questa decisione immediatamente si ritorse contro quando il battitore successivo, il catcher dei New York Jorge Posada, colpì un doppio al centro del campo facendo segnare entrambi i corridori e pareggiando la partita. Nella parte bassa dell’undicesimo inning, il terza base Aaron Boone, con una media battuta di .161 nella post season fino a quel momento, colpì un fuoricampo a sinistra, portando alla vittoria gli Yankees nel loro 39° pennant dell’American League. L’impronta di cosa sarebbe stato il 2004 fu data dal nuovo lanciatore dei Red Sox, Curt Schilling, che aveva confuso gli Yankees nelle World Series del 2001 con gli Arizona Diamondback, quando apparve ad una partita di hockey dei Bruins a Boston indossando un cap del "nemico yankee". Nello stesso anno, i Red Sox vinsero un’intensa serie di partite contro gli Yankees. Il 1° luglio, New York vinse dopo 13 inning e l’epilogo fu caratterizzato da una straordinaria presa di Derek Jeter, che correndo volò in tribuna a piena velocità e ne uscì con delle lacerazioni al viso. I Red Sox ebbero il loro riscatto proprio nella memorabile vittoria del 24 luglio, innescata da una zuffa tra Alex Rodriguez e Jason Varitek e una successiva rissa tra le due panchine. Nonostante il loro successo nelle serie della rivalità, i Red Sox finirono ancora secondi dietro agli Yankees nell’AL East per la settima stagione consecutiva. Entrambe le squadre arrivarono alla finale dell’ALCS per il secondo anno consecutivo. Gli Yankees iniziarono forte, vincendo le prime tre partite, e mettendo un punto esclamativo sulla 3a gara con una vittoria per 19-8. Nessuna squadra nella storia del baseball aveva mai vinto una serie al meglio delle sette dopo essere stata sotto tre giochi a zero. Nella parte bassa del nono inning di gara 4 al Fenway, il rilievo degli Yankees Mariano Rivera entrò per chiudere una vittoria per 4 a 3 e una serie sweep. Ma dopo una base su ball al leadoff, il pinch-runner Dave Roberts rubò la seconda e segnò su un singolo RBI di Bill Mueller. I Red Sox avrebbero vinto la partita nella parte inferiore della 12° inning su un home run di David Ortiz. Gara 5 fu vinta anche questa su un'altra rimonta extra-inning dei Boston, i Red Sox pareggiarono la partita nell’ottavo inning, vincendolo al 14°. In gara 6, Curt Schilling, che aveva strappato il rivestimento del tendine della caviglia destra durante la precedente American League Divisional Series, tornò a lanciare sette inning concedendo un solo punto. Il tendine di Schilling venne suturato alla caviglia per alleviare il disagio e gli fu iniettato dell’anestetico locale e antidolorifici per la partita. Durante la partita il calzino iniziò ad assorbire il sangue dalla caviglia appena suturata che da allora venne soprannominato "the bloody sock" e si trova ora nella Hall of Fame. I Red Sox completarono la loro rimonta senza precedenti, vincendo gara 7, e continuarono spazzando via i St. Louis Cardinals in quattro partite per il primo titolo delle World Series della franchigia dopo 86 anni. Con il trionfo nelle World Series dei Red Sox, molti dissero che la cosiddetta "maledizione del Bambino" era morta e sepolta. Poiché l'American League aveva il vantaggio del campo dopo aver vinto l'All-Star Game, il Busch Memorial Stadium divenne noto come "il campo in cui morì la maledizione del Bambino". Nel commentare la vittoria nelle World Series, Joe Buck della Fox, disse, "Assistenza di Foulke. I fan dei Red Sox vogliono sentire: I Boston Red Sox sono campioni del mondo!" I giocatori dei Red Sox dissero che i fans di Boston non avrebbero mai più sentito "1918!" allo Yankee Stadium. Quando i Red Sox parteciparrono alla parata per la vittoria delle World Series, fu consegnato a Manny Ramírez un cartello da uno dei tifosi che diceva: "Oggi Jeter è a giocare a golf. Questo qui è meglio!". Tenne questo cartello per il resto del corteo. La scritta sul cartello di Ramírez ha ricordato a molti quello che disse Tug McGraw nel 1980 ai fans, dopo che i Philadelphia Phillies avevano vinto le loro prime World Series dopo 97 anni della nascita della franchigia: "Per tutta la storia del baseball, Philadelphia ha dovuto prendere una posizione dietro a New York City. Beh, New York City può prendere questo campionato del mondo e attaccarselo! 'PERCHÉ SIAMO I NUMERO UNO!". Nella stagione 2005, i Red Sox avevano aperto la loro stagione a New York contro gli Yankees. Una settimana dopo, quando ricevettero i loro anelli e alzarono la bandiera delle World Series nella prima della loro partite casalinghe, gli Yankees erano la squadra ospite. Durante la stagione 2005, l’outfielder Gary Sheffield degli Yankees fu coinvolto in un alterco con un tifoso dei Red Sox al Fenway Park. Il fan venne espulso e gli fu impedito di andare allo stadio per tutta la stagione, mentre Sheffield non fu punito, poiché la MLB stabilì che il tifoso aveva istigato l'alterco. Entrambe le squadre conclusero la regular season con l’identico record di 95-67. Tuttavia, gli Yankees vinsero la division per aver sconfitto i Red Sox nella partita testa a testa (10-9). Entrambi furono eliminati nelle serie separate dell’ALDS. Durante l’off-season, gli Yankees furono ossessionanti dai ricordi del loro sconfitta nelle World Series del 2003 quando i Florida Marlins scambiarono Josh Beckett, che li aveva chiusi nella partita decisiva della serie, con i Red Sox. Nel 2006, gli Yankees vinsero l'AL East per la nona volta di fila, mentre i Red Sox finirono dietro ai Toronto Blue Jays per il terzo posto, in gran parte dovuta a una sweep di cinque partite contro gli Yankees alla fine della regular season. Era la prima volta dal 1997 che i Red Sox non finivano secondi nella division. Il 28 settembre del 2007, i Boston vinsero l’AL East dopo una vittoria contro i Minnesota Twins e una sconfitta dei New York Yankees contro i Baltimora Orioles. Questo fu il primo titolo dell’AL East Championship dal 1995 per i Sox, facendo cessare il regno di nove anni degli Yankees nella division. I Red Sox andarono finalmente a vincere le World Series 2007, spazzando i Colorado Rockies in quattro partite consecutive. Il 23 settembre 2008, i Red Sox sconfissero i Cleveland Indians, aggiudicandosi contemporaneamente un posto ai playoff ed eliminando gli Yankees dalla post season per la prima volta dal 1993. (Nel 1994, gli Yankees erano primi nell’AL East e avevano il miglior record dell'American League, ma caddero vittima dello sciopero). Gli Yankees sarebbero rimbalzati l'anno successivo vincendo le World Series sui campioni in carica dei Philadelphia Phillies. I Red Sox e gli Yankees si sono affrontati nell’opening day per 30 volte, e il bilancio pende per gli Yankees con un record di 18-11-1. MOMENTI CHIAVE 1901 - 1920: I giorni di gloria dei Red Sox ● 26 Aprile 1901: Nell'anno inaugurale dell’American League come major league, Boston e Baltimora giocarono la prima partita nella storia di entrambe le franchigie, a l’Oriole Park di Baltimora, nel Maryland. La squadra di Boston non aveva ancora un soprannome ufficiale, ma venne spesso chiamata "Americans" dai media cittadini per distinguerli dall’entrata in Beantown della National League. Il club di Baltimora, conosciuto come gli "Orioles", si trasferirono a New York due stagioni dopo. I media di New York soprannominarono la squadra "Highlanders", così come "Americans" (per lo stesso motivo i media di Boston), e poi "Yankees" (sinonimo di "Americans"). ● 7 Maggio 1903: Nella prima partita tra i New York Highlanders, nel loro primo anno a New York, e i Boston Americans all’Huntington Avenue Grounds, un corridore dei New York colpì il lanciatore di Boston George Winter, provocando una rissa e il primo incidente rilevante tra queste due squadre. Boston vinse la partita 6 a 2. Gli Americans andarono a vincere la prima World Series, battendo i Pittsburgh Pirates. ● 14 Aprile 1904: Gli Americans di Boston e gli Highlanders giocarono il loro primo opening day. Boston vinse per 8 a 2. ● 10 Ottobre 1904: Gli Americans sconfissero gli Highlanders nella prima partita di un doubleheader nell'ultimo giorno della stagione a Hilltop Park, vincendo il pennant dell’American League, dopo che il lanciatore di New York, Jack Chesbro, che aveva un record di 41 vittorie nella stagione, fece un lancio pazzo che permise al corridore di segnare il punto vincente dalla terza base. Tuttavia, i New York Giants, che avevano già conquistato il pennant della National League, si rifiutarono di giocare le World Series del 1904 perché non desideravano giocare con gli Highlanders. Pertanto, quell'anno non fu giocata alcuna World Series. ● 20 Aprile 1912: Boston, ora nota come Red Sox (a partire dal 1908), inaugurò il Fenway Park con una partita contro gli Highlanders (da adesso chiamati più spesso "Yankees"). Tris Speaker colpì un singolo RBI nella parte bassa dell’undicesimo portando i Red Sox alla vittoria per 7 a 6. La vittoria non sarebbe stata così memorabile poiché il tragico affondamento del Titanic sostituì la partita nelle prime pagine dei giornali. La squadra avrebbe vinto un record di 105 partite e il loro secondo titolo delle World Series, sconfiggendo i New York Giants. ● 9 Settembre 1918: I Chicago Cubs segnarono due punti contro Babe Ruth in gara 4 delle Series, rompendo l’allora record delle World Series della striscia di 29 inning e ⅔ senza punti. Tuttavia, i Red Sox vinsero la partita per 3 a 2, e andarono a catturare il loro quinto titolo di campioni del mondo, il terzo negli ultimi quattro anni, e il quarto negli ultimi sette anni. ● 3 gennaio 1920: Il proprietario dei Red Sox e produttore di Broadway, Harry Frazee, vendette Babe Ruth ai New York Yankees per dei contanti e un prestito del Fenway Park, nonostante Ruth avesse ottenuto il record di 29 home run nel 1919. Con questa vendita iniziò una serie di accordi con gli Yankees che si tradurranno in un lungo periodo di mediocrità per i Red Sox mentre gli Yankees inizieranno la loro dynasty. 1921 - 1940: Il Bambino va a New York ● 5 Ott 1921: Dopo che Babe Ruth aveva ottenuto il record della stagione - statisticamente, uno dei più grandi nella storia della Major League per un battitore - gli Yankees arrivarono alle loro prime vere World Series. Sfortunatamente, Ruth si infortunò durante la serie, e gli Yankees alla fine caddero nelle ultime tre partite, perdendo le serie per cinque giochi a tre con i New York Giants, nell’ultimo Fall Classic al meglio delle nove partite. ● 18 Aprile 1923: 74200 spettatori videro gli Yankees sconfiggere i Red Sox per 4 a 1, nella partita giocata per la prima volta allo Yankee Stadium. Babe Ruth colpì il primo fuoricampo nel nuovo stadio, e finì l'anno con una media battuta di .393, nonostante avesse ricevuto un record di 170 basi su ball. Gli Yankees si scontrarono per il terzo anno consecutivo nelle World Series con i New York Giants, ma questa volta finalmente da campioni, vincendo il loro primo Fall Classic. ● 6 Maggio 1930: Il pitcher Red Ruffing venne scambiato a metà stagione dai Red Sox agli Yankees. Ruffing, che aveva avuto un limitato successo con i Red Sox, avrebbe continuato entrando nella Hall of Fame con gli Yankees e vincendo con loro 6 World Series . ● 19 Agosto 1934: 46766 fans, la più grande folla nella storia del Fenway Park fino a quel giorno, assistette all’ultima partita di Babe Ruth con la divisa degli Yankees. Alla fine la partita arrise ai Red Sox. ● 22 Settembre 1935: Un nuovo record per la più grande folla nella storia di Fenway, 47627, assistette alla sconfitta dei Red Sox in un doubleheader con gli Yankees. Come specificato sulla pagina ufficiale dei Red Sox, queste grandi folle non potranno più essere eguagliate al giorno d'oggi a causa delle leggi più severe e alle norme imposte dalla league dopo la seconda guerra mondiale. ● 30 Maggio 1938: Davanti a una folla record di 83533 allo Yankee Stadium, l’esterno di New York Jake Powell e il player-manager Joe Cronin dei Red Sox si azzuffarono sul campo e sotto le tribune. Entrambi i giocatori furono multati e sospesi per 10 partite. I Red Sox arrivarono secondi dietro agli Yankees, che spazzarono i Chicago Cubs nelle World Series. ● 8 Ottobre 1939: Gli Yankees sconfissero i Cincinnati Reds con una sweep nelle World Series, vincendo poi un record di quattro titoli mondiali consecutivi e le loro ottave World Series totali. I Red Sox arrivarono ancora secondi dietro agli Yankees. 1941 - 1960: Teddy Ballgame e The Yankee Clipper ● 1941: Gli Yankees vinsero le World Series, ma la rivalità si intensificò quando Ted Williams dei Red Sox battè .406 (l'ultimo giocatore a battere più di .400 in una stagione), ma perse la gara per l’MVP dell’AL con Joe DiMaggio degli Yankees, che aveva ottenuto una striscia di 56 partite con valide. Williams ricordò DiMaggio dicendo "(Joe) DiMaggio era il più grande e completo giocatore che abbia mai visto. La sua carriera non può essere riassunta nei numeri e premi. Sembrerà banale, ma ha avuto un impatto profondo e duraturo nel Paese". ● 6 Ottobre 1946: I Red Sox giocarono nelle loro prime World Series dal 1918, essendo finiti davanti al Yankees nell’American League per la prima volta dal trading di Babe Ruth. Dal loro ultimo pennant nel 1918, gli Yankees avevano vinto 14 pennant e 10 World Series. Boston avrebbe poi perso le serie per quattro giochi a tre con i St. Louis Cardinals. ● 1948: L'ex leggendario manager degli Yankees, Joe McCarthy dopo essersi ritirato a causa di una faida con la proprietà dei New York Yankees, firmò con i Red Sox portandoli al 1° posto dell’American League assieme ai Cleveland Indians, con i quali perse la partita di playoff. Chiuse la sua carriera manageriale a Boston. ● Ottobre 1948: Sia gli Yankees che i Red Sox e i Cleveland Indians furono coinvolti nella corsa al pennant fino all’ultimo weekend. I Red Sox eliminarono gli Yankees nella serie finale al Fenway Park, nonostante le quattro valide di Joe DiMaggio nell’ultima partita, terminando la regular season primi con i Cleveland. Questa situazione costrinse per la prima volta allo spareggio con una partita secca nella storia dell’AL, che gli Indians vinsero per 8-3 al Fenway Park. La città di Boston mancava l’appuntamento con le loro prime World Series, mentre gli Indians andarono a vincerle contro i Boston Braves, l'ultimo titolo degli Indians fino ad oggi. ● 2 Ottobre 1949: I Red Sox, che erano ad un passo per vincere la regular season andarono allo Yankee Stadium. Bastava una sola vittoria contro gli Yankees per passare alle World Series, ma persero 5 a 3 nell'ultimo giorno della stagione dopo essere caduti 5 a 4 il giorno precedente, con New York che conquistò il sedicesimo pennant dell’American League. Gli Yankees sconfissero i Brooklyn Dodgers per le loro 12° World Series, iniziando una striscia di cinque titoli mondiali consecutivi dal 1949 al 1953 e distruggendo la loro striscia precedente di quattro titoli consecutivi dal 1936 al 1939. ● 17 Aprile 1951: Gli Yankees sconfissero i Red Sox nell’opening day allo Yankee Stadium. Il public address announcer (PA) Bob Sheppard fece il suo debutto. Sheppard avrebbe continuato a servire allo Yankee Stadium per altri 56 anni. ● 24 maggio 1952: L ’outfielder dei Red Sox Jimmy Piersall e il seconda base degli Yankees Billy Martin si scambiarono insulti prima della partita a Boston, e finirono per azzuffarsi nel tunnel sotto le tribune. La rissa fu interrotta dai coach degli Yankees Bill Dickey e Oscar Melillo, e dal lanciatore partente Ellis Kinder dei Boston. Piersall si cambiò rapidamente la sua casacca insanguinata con il compagno Maury McDermott per rientrare in partita. I Red Sox vinsero per 5 a 2 con Piersall espulso. 1961 - 1980: Fisk vs. Munson e Bucky Dent Game ● 1 ottobre 1961: L'ultimo giorno della stagione, Roger Maris colpì il suo 61° fuoricampo dell'anno contro il pitcher rookie dei Red Sox ,Tracy Stallard, allo Yankee Stadium, infrangendo il precedente record di 60 fuoricampo in una stagione di Babe Ruth nel 1927. Gli Yankees vinsero la partita 1 a 0 e si aggiudicarono il loro 26° pennant dell’American League, sulla strada per il loro diciannovesimo titolo delle World Series. ● 14 aprile 1967: Il lanciatore rookie dei Red Sox, Billy Rohr, era ad un solo strike per aggiudicarsi una no-hitter allo Yankee Stadium, prima che Elston Howard colpissse un singolo nel nono con due out e due strike. Rohr completò la one-hitter, ma finì la sua carriera con solo tre vittorie, di cui due contro gli Yankees. ● Giugno 1967: Nella prima di una serie di due partite allo Yankee Stadium, il terza base dei Red Sox Joe Foy colpì un grand slam. Nella seconda partita, il lanciatore degli Yankee Thad Tillotson lanciò due brushback a Foy prima di colpirlo sul caschetto. Nell’inning successivo, il lanciatore dei Rex Sox Jim Lonborg colpì Tillotson. Entrambi i lanciatori urlarono a vicenda, e poi iniziò la rissa. Durante la lotta, l’outfielder dei Red Sox, Reggie Smith, colpì Tillotson mandandolo al tappeto. ● 29 Agosto 1967: Gli Yankees e i Red Sox furono coinvolti nella partita più lunga (di innings) mai giocata allo Yankee Stadium. New York, dopo 20 innings, vinse 4 a 3. ● 1967: Carl Yastrzemski diventa l'ultimo giocatore a vincere la triple crown di battuta, portando i Red Sox al pennant. Tuttavia, perderanno le Series con i St. Louis Cardinals per quattro giochi a tre. ● 6 Aprile 1973: All'apertura della stagione al Fenway Park, Ron Blomberg degli Yankees diventerà il primo battitore designato nella storia della Major League. Il lanciatore Luis Tiant dei Red Sox diede la base su ball a Blomberg nella sua prima apparizione al piatto. ● 1 Agosto 1973: In una partita al Fenway Park, con il punteggio di 2 a 2 nella parte alta del 9°, il catcher degli Yankees, Thurman Munson, tentò di segnare dalla terza base su un bunt mancato da Gene Michael. Si schiantò contro il catcher dei Red Sox Carlton Fisk e scoppiò una rissa, con cazzotti in in faccia tra Fisk e Munson. Thurman Munson (di schiena) contro Carlton Fisk ● Settembre 1974: In una partita al Fenway Park, il prima base degli Yankees Chris Chambliss venne colpito al braccio destro da un oggetto lanciato dagli spalti dopo aver battuto un triplo. ● 20 Maggio 1976: L’outfielder degli Yankees Lou Piniella scivolò sui piedi del catcher dei Red Sox Carlton Fisk in un tentativo di segnare nel sesto inning di una partita allo Yankee Stadium. Le due panchine uscirono mentre Piniella e Fisk lottavano a casa base. Dopo che la lotta era apparentemente terminata e l'ordine sembrava essere stato ripristinato, Bill Lee dei Sox e il terza base degli Yankees Graig Nettles iniziarono uno scambio di insulti, e partì un'altra rissa. Lee subì una lesione alla spalla sinistra e perse una parte significativa della stagione 1976. Avrebbe continuato a lanciare fino al 1982, ma le sue prestazioni non furono più come prima della rissa. Carlton Fisk e Lou Piniella La rissa tra Bill Lee dei Sox e il terza base degli Yankees Graig Nettles ● 18 Giugno 1977: A metà della partita, di quella che si sarebbe rivelata essere una sweep di una serie di tre gare dei Red Sox al Fenway, il manager Billy Martin degli Yankees tirò fuori Reggie Jackson a metà inning per non aver corso velocemente su una palla colpita in campo esterno. L’arrabbiatissimo Martin fu trattenuto dai coach Yogi Berra e Elston Howard perchè voleva entrare a malmenare Jackson in panchina, il tutto ripreso dalle telecamere della partita televisiva del sabato pomeriggio trasmessa a livello nazionale. ● 10 Settembre 1978: Gli Yankees completano una sweep di quattro partite al Fenway Park agganciando i Red Sox in cima all’AL East, completando una rimonta di 14 partite nel corso di due mesi. New York segnò 42 punti e ne subì 9 contro i Boston nel corso della serie, che diventerà noto come il "Boston Massacre". ● 2 Ottobre 1978: I Red Sox e gli Yankees, che finirono entrambi con un record di 99-63, giocarono una partita di playoff al Fenway Park per il titolo dell’American League East. Bucky Dent colpì un fuoricampo da tre punti sul Green Monster portando gli Yankees in vantaggio nel settimo inning. Gli Yankees vinsero il loro 32° pennant e il 22° titolo delle World Series. 1981 - 2003: Il dominio Yankee e la prima partita di post-season ● 4 Luglio 1983: Il mancino Dave Righetti degli Yankees lancia un no-hitter contro i Red Sox allo Yankee Stadium. Uno dei più grandi battitori della partita, Wade Boggs, andò strikeout alla fine della partita. ● 1990: Dan Shaughnessy del Boston Globe scrisse e pubblicò The Curse of the Bambino, che puniva i Red Sox per la vendita di Babe Ruth agli Yankees. ● 21-23 Settembre, 1990: Durante una partita tosta tra i Red Sox e Yankees allo Yankee Stadium, i tifosi cominciarono a scandire in coro la data "1918!" che ricordava ai Red Sox l'ultima volta che avevano vinto le World Series. ● 27 Maggio 1991: Mel Hall battendo un fuoricampo da tre punti al nono inning diede la vittoria agli Yankees nel drammatico Memorial Day contro i Red Sox. L’annunciatore John Sterling accentuò l’articolo "the" quando dice "the Yankees win!" Questa accentuazione sarebbe diventato il marchio caratteristico di Sterling per il resto della sua carriera di radiocronista. ● 15 Dicembre 1992: Per lungo tempo beniamino dei fans dei Red Sox, Wade Boggs andò a giocare con gli Yankees, dopo undici stagioni con Boston. Nel 1996, avrebbe vinto il titolo delle World Series che gli era sfuggito a Boston, avendo giocato nelle World Series del 1986, quando furono sconfitti dai New York Mets. ● 18 Settembre 1993: Gli Yankees sconfissero Boston allo Yankee Stadium con una giocata dell'ultimo momento. Gli Yankees inseguivano 3 a 1, Mike Stanley colpì un apparente fly out con due out nel nono che fu annullato perchè un fan era entrato e aveva corso sul campo prima che venisse effettuato il lancio. L'arbitro aveva chiamato tempo e quando il gioco riprese, Stanley colpì un singolo. Gli Yankees avrebbero recuperato segnando tre punti e vincendo con un singolo di Don Mattingly. ● 18 Febbraio 1999: Gli Yankees scambiarono David Wells con i Toronto Blue Jays per Roger Clemens, che aveva giocato con i Red Sox tra il 1984 e il 1996. Clemens aveva giocato due stagioni consecutive con i Blue Jays dove aveva vinto sia la triple crown che il Cy Young Award nel 1997 e nel 1998. Sarebbe andato a vincere due World Series con gli Yankees nel 1999 e 2000. Per Clemens, la vittoria delle World Series del 2000 fu un senso di redenzione, contro la stessa squadra con cui i Red Sox persero nel 1986: New York Mets. In realtà, egli era stato il lanciatore partente in gara 6, la partita che avrebbe potuto dare la vittoria ai Red Sox, in vantaggio per tre gare a due. ● 18 Maggio 1999: Il manager degli Yankees Joe Torre tornava al Fenway Park per la sua prima partita dopo la battaglia con il cancro alla prostata. Al momento dello scambio dei lineup la folla di Boston gli tributò una lunga standing ovation e in segno di ringraziamento Torre si tolse il cap e lo puntò verso il pubblico. ● 13 luglio 1999: L’All-Star Game del 1999 si giocò al Fenway Park. Joe Torre degli Yankees era il manager del team dell’American League. Nomar Garciaparra dei Red Sox fu l’interbase partente per l’American League e venne poi sostituito da Derek Jeter, interbase degli Yankees. Quando i due giocatori si abbracciarono ricevettero una standing ovation da parte dei fans. Più avanti nella partita andò a battere Jeter, e rese omaggio a Garciaparra imitando la sua carratteristica posizione in battuta. ● 10 Settembre 1999: Il fuoricampo di Chili Davis al secondo inning è l'unica valida degli Yankees contro Pedro Martínez, che mise strike out 17 battitori – il maggior numero di strikeout di sempre contro una squadra yankee. ● 13 Ottobre 1999: Gli Yankees vinsero una partita dell’ALCS contro i Red Sox al decimo inning con lo walk-off home run di Bernie Williams contro il rilievo Rod Beck. La partita fu il primo incontro postseason effettivo fra i rivali perché i playoff del 1978, tecnicamente sono considerati come una partita di regular season. ● 16 ottobre 1999: Gara 3 dell’ALCS fu un matchup, in gran parte prevedibile, tra l’asso dei Red Sox (e vincitore del premio Cy Young) Pedro Martínez e l'ex asso dei Red Sox Roger Clemens. Clemens uscì nel terzo inning e i fan dei Red Sox cominciarono a cantare "Where is Roger?" e poi continuarono "In the shower". I Red Sox vinsero 13 a 1. ● 18 Ottobre 1999: Gli Yankees sconfissero i Red Sox 6 a 1 dopo due giorni, vincendo quattro partite dell’ALCS a una, che chiuse la prima serie di post-season tra i due rivali. La vittoria diede agli Yankees il 36° pennant dell’American League, e la squadra avrebbe continuato a vincere il loro venticinquesimo titolo delle World Series. ● 19 Giugno 2000: Al Fenway Park, gli Yankees sconfissero i Red Sox 22 a 1, assicurando ai Boston la sconfitta in casa più squilibrata di sempre. New York segnò 16 punti nell’8° e 9° inning. Gli Yankees andarono a vincere la loro terza consecutiva World Series e la 26a, in totale. ● 23 maggio 2001: David Cone, uno dei giocatori chiave della più recente dinastia yankee, iniziò per i Red Sox contro gli Yankees allo Yankee Stadium e venne accolto da una standing ovation. Era il primo ritorno di Cone allo Yankee Stadium dopo aver lasciato la squadra. ● 2 Settembre 2001: Mike Mussina era ad uno strike per coronare una partita perfetta contro i Red Sox al Fenway Park. Carl Everett al nono inning, con due out e due strike, colpì un singolo per la sola base concessa da Mussina nella vittoria degli Yankees per 1 a 0. Casualmente, David Cone, l’ultimo lanciatore yankee a lanciare un perfect game, nel 1999, era il partente dei Red Sox. ● Settembre 2001: In seguito agli eventi dell'11 settembre, i tifosi di Boston esibirono dei cartelli con scritto "Boston Loves New York" in un raro momento di pace tra i due rivali. Il 23 settembre, ebbe luogo sul campo degli Yankees la funzione commemorativa "Prayer for America". ● 26 Dicembre 2002: Il presidente dei Red Sox Larry Lucchino etichettò gli Yankees con questo epiteto "Evil Empire", dopo che il free agent cubano José Contreras optò per firmare con gli Yankees invece che i Red Sox. ● 11 Ottobre 2003: Nella parte alta del quarto inning di gara 3 dell’ALCS al Fenway Park, il lanciatore partente dei Red Sox Pedro Martínez colpì il battitore degli Yankees Karim Garcia, provocando una discussione tra i due giocatori, che si concluse con entrambe le squadre fuori dai dugout. Nella parte bassa dell’inning, un lancio di Roger Clemens andò vicino a Manny Ramírez ed entrambi le panchine uscirono e scatenarono una rissa. Il bench coach Don Zimmer caricò Martinez che a sua volta lo afferrò sulla testa gettandolo a terra. Più tardi, alla metà del nono inning, Garcia e il lanciatore yankee Jeff Nelson innescarono una rissa nel bullpen con un giardiniere del Fenway Park. Roger Clemens e Manny Ramirez Don Zimmer carica Pedro Martinez ● 16 ottobre 2003: In vantaggio 5 a 2 all'ottavo inning di gara 7 allo Yankee Stadium, il manager dei Red Sox Grady Little decise di lasciare il partente Pedro Martínez sul monte. Martinez concesse quattro valide e tre punti nell’inning, permettendo agli Yankees di pareggiare. In fondo all’undicesimo inning, il leadoff Aaron Boone colpì un fuoricampo sulla sinistra del campo contro Tim Wakefield, chiudendo la partita e la serie, dando agli Yankees il 39° pennant dell’AL. ● 18 Dicembre 2003: un potenziale accordo che avrebbe portato l’MVP in carica dell’AL, Alex Rodriguez, ai Boston Red Sox in cambio dello slugger Manny Ramírez ai Texas Rangers svanì. Rodriguez disse che non sarebbe andato contro il sindacato giocatori, che si opponevano a una proposta di rinegoziazione che gli avrebbe potenzialmente ridotto i guadagni degli ultimi anni del suo contratto. ● 15 febbraio 2004: Alex Rodriguez, dopo essere stato corteggiato dai Red Sox per quasi tre mesi, fu ceduto dai Texas Rangers agli Yankees. 2004 - 2008: Red Sox vincitori nella metà del decennio ● 16 Aprile 2004: Il primo matchup Yankees-Red Sox dalla ALCS del 2003 venne trasmesso in una insolita trasmissione in prima serata sulla Fox con i Red Sox che vinsero in casa contro gli Yankees per 6 a 2. ● 1 Luglio 2004: Gli Yankees sconfissero i Red Sox per 5 a 4 in una partita durata 13 inning allo Yankee Stadium. La vittoria Yankees coronò una sweep di 3 partite che sembrò essere un’interruzione della stagione per Boston. L'immagine simbolo della partita fu quella di Derek Jeter, che prese una palla al volo correndo alla massima velocità con 2 out e corridori in base prima di schiantarsi in tribuna alla sinistra del campo in territorio foul ed emergere, con una ferita sul viso. L'unico giocatore dei Boston che non giocò fu la controparte di Jeter, Nomar Garciaparra, una volta il preferito dai fan e ora tormentata star, che rimase in panchina per tutta la partita e in seguito fu ceduto ai Chicago Cubs. John Flaherty, l'ultimo giocatore di posizione degli Yankees, entrò come pinch-hitter per il lanciatore Tanyon Sturtze, colpendo un singolo a sinistra nel 13° inning portando alla vittoria New York. ● 24 Luglio 2004: Dopo una lunga sospensione per pioggia iniziò la partita, Alex Rodriguez e il catcher Jason Varitek dei Red Sox iniziarono una rissa dalla panchina dopo che Rodríguez venne colpito da un lancio di Bronson Arroyo. Entrambi i giocatori vennero espulsi dal gioco. Anche gli esterni Gabe Kapler e Trot Nixon vennero espulsi per la loro partecipazione alla rissa con il lanciatore degli Yankees Tanyon Sturtze. Più avanti nel gioco, il terza base dei Red Sox Bill Mueller colpì un walk-off home run contro il closer Yankee Mariano Rivera. Alex Rodriguez e Jason Varitek alle mani La rissa tra Tanyon Sturtze e Gabe Kapler ● 16 Ottobre 2004: Gli Yankees sconfissero 19 a 8 i Red Sox al Fenway Park in gara 3 dell’ALCS, conducendo per 3 a 0 nella serie dopo il più lungo nono inning di una partita della postseason nella storia. Sul punteggio, Dan Shaughnessy del Boston Globe affermò che "il punteggio finale ... poteva ... essere stato 19-18". ● 17 ottobre 2004: Gli Yankees entrarono nel nono inning a soli tre outs di distanza dal loro 40° pennant dell’American League. Il closer Mariano Rivera concesse una base su ball a Kevin Millar e una base rubata al pinch-runner Dave Roberts permettendogli di segnare su un singolo di Bill Mueller, che pareggiò la partita nel nono. David Ortiz mantenne in vita i Red Sox nella serie con due punti grazie al walk-off home run nella parte inferiore del dodicesimo inning, permettendo ai Red Sox di vincere 6 a 4. ● 18 Ottobre 2004: David Ortiz chiuse la partita più lunga nella storia dell’ALCS (rompendo il record stabilito due notti prima) con un walk-off homerun nella parte bassa del quattordicesimo inning in gara 5. I Red Sox superarono un deficit di due punti segnandoli nell’ottavo inning, uno proveniente da un fuoricampo di David Ortiz contro Tom Gordon, l'altro da una volata di sacrificio di Jason Varitek su Rivera, che registrava la sua seconda salvezza sprecata in altrettante partite. ● 19 Ottobre 2004: Curt Schilling lanciò sette inning per i Red Sox nello Yankee Stadium e vinse, 4 a 2, pur avendo dei punti di sutura nella caviglia destra, che provocavano sanguinamento sul calzino visibilmente bagnato. I tifosi degli Yankees protestarono per il cambio della chiamata dell’arbitro di base - Alex Rodriguez venne chiamato out in prima base dopo che aveva schiaffeggiato la palla fuori dal guanto del pitcher dei Boston Bronson Arroyo - tirando oggetti in campo con la polizia in assetto antisommossa che prese posizione vicino alle linee di foul. I Red Sox diventarono la prima squadra nella storia della Major League a pareggiare una serie dopo essere stati sotto 3 giochi a zero. ● 20 Ottobre 2004: I Red Sox sconfissero gli Yankees 10-3 in gara 7 allo Yankee Stadium, diventando la prima squadra nella storia del baseball (e solo la terza di quattro squadre negli sports di major league) a vincere una serie di sette game dopo aver perso le prime tre partite. I Boston vinsero il loro 11° pennant dell’American League, e per la prima volta in 100 anni sconfiggevano New York rivendicando il titolo dell’AL. ● 27 Ottobre 2004: I Red Sox vinsero la loro prima World Championship Series dopo 86 anni, con una sweep sui St. Louis Cardinals. ● 3 Aprile 2005: Gli Yankees e i Red Sox si affrontarono per la prima volta da quando i Red Sox avevano battuto gli Yankees nellALCS del 2004, vincendo le World Series. Si giocò allo Yankee Stadium e gli Yankees sconfissero i Red Sox 9 a 2. Comunque, i fan degli Yankees inneggiarono nuovi insulti cantando: "La maledizione del 1918 è finalmente finita (86 anni). Lasciate che inizi la nuova maledizione 2090". ● 11 Aprile 2005: I Red Sox ricevettero i loro anelli delle World Series al Fenway Park prima di giocare con gli Yankees. In una dimostrazione di classe, rispetto e sportività tutti gli Yankees salirono sul gradino più alto del dugout per applaudire l’impresa dei Red Sox. Durante l'annuncio delle formazioni, i fan dei Red Sox ricambiarono tributando al closer Yankee Mariano Rivera (che aveva lottato contro i Red Sox) una vigorosa standing ovation. Rivera ridendo si tolse il cap. Tuttavia, fischiarono Alex Rodriguez. I Sox vinsero la partita per 8 a 1. ● 14 aprile 2005: L’esterno destro degli Yankees Gary Sheffield venne colpito sul berretto da un tifoso dei Red Sox mentre cercava di raccogliere una palla in campo buono al Fenway Park. Per tutta risposta, Sheffield spinse il fan. La rissa venne rapidamente fermata dalle guardie di sicurezza. Il fan venne espulso per aver interferito con il gioco e, infine, non gli fu più permesso di entrare allo stadio per tutta la stagione. Gary Sheffield con il tifoso dei Boston ● Settembre 2005: Entrambe le squadre, già con i playoff garantiti, giocarono tra di loro per la prima posizione nella division nell'ultimo giorno della stagione in una partita che vide gli Yankees arrivare in vetta. Entrambe le squadre persero l’ALDS, gli Yankees dagli Anaheim Angels e i Red Sox dai futuri campioni delle World Series di quell'anno, i Chicago White Sox. ● 20 dicembre 2005: L’outfielder dei Red Sox Johnny Damon, uno dei favoriti dai fans durante i suoi quattro anni a Boston, il cui fuoricampo da lead-off in gara 4 delle World 2004 Series estinse la maledizione del Bambino, firmò un contratto quadriennale di 52 milioni dollari con gli Yankees. Il ben rasato Damon sarebbe tornato a Fenway Park nel maggio successivo accolto da un mix di applausi e fischi quando si tolse il casco per ringraziare i tifosi. Alcuni tifosi gli gettarono dei biglietti da un dollaro all’esterno centro. Altri tifosi avevano dei cartelli con la scritta "Sembra che Gesù agisca come Giuda e tiri come Maria", citando il look di Damon quando era con Boston, il suo tradimento firmando con la sua vecchia squadra rivale e la sua notoria mancanza di forza del braccio. ● 24 Novembre 2005: La rivalità rivive la sconfitta degli Yankees con i Florida Marlins nelle World Series del 2003 quando i Marlins cedetterò Josh Beckett, che aveva chiuso le Series con una shutout e complete game, ai Red Sox. ● 18-21 Agosto 2006: Gli Yankees sconfissero i Red Sox, 2 a 1, al Fenway Park, completando una sweep di cinque giochi nella prima serie di cinque partite tra le due squadre in 33 anni, evocando i ricordi del "Boston Massacre" del 1978. Gli Yankees segnarono 49 punti subendone 26, spingendo il loro vantaggio sui Red Sox a 6 partite e ½. L’editorialista del Boston Globe, Dan Shaughnessy, lo ribattezzò il "Son of Massacre". Il secondo gioco della serie, che gli Yankees vinsero 14 a 11, durò quattro ore e 45 minuti, diventando la più lunga partita di nove inning nella storia della Major League Baseball. Gli Yankees tornarono a rivendicare il titolo della division, mentre i Red Sox non si ripresero dalla sconfitta della serie, finendo terzi dietro agli Yankees e ai Toronto Blue Jays. Questa fu la prima volta dal 1997 che i Red Sox terminavano sotto il secondo posto nell’AL East. ● 2006: In un'intervista a Sports Illustrated, Alex Rodriguez affermò che avrebbe preferito andare ai Red Sox, prima di essere ceduto agli Yankees. ● 22 Aprile 2007: Durante il terzo inning di una partita al Fenway Park, Manny Ramírez, JD Drew, Mike Lowell (un prospetto ex-yankee) e Jason Varitek colpirono quattro fuoricampi consecutivi contro il lanciatore Yankee, Chase Wright, rimontando i tre punti di differenza e completando per la prima volta dal 1990 una sweep di tre partite al Fenway Park. ● Maggio 2007: Dopo la lunga speculazione con quale squadra avrebbe rigiocato dopo il ritiro, Roger Clemens scelse di tornare agli Yankees in contrasto con i Red Sox (dove aveva iniziato la sua carriera) o gli Houston Astros (sua città natale e l’ultima squadra in cui aveva giocato). ● 28 Ottobre 2007: I Red Sox spazzarono i Colorado Rockies nelle World Series, vincendo il loro secondo titolo in quattro anni. Josh Beckett, che aveva chiuso fuori gli Yankees nella partita decisiva delle World Series del 2003, iniziò gara 1 per i Red Sox. Il commento dell’MVP delle Series Mike Lowell, dopo aver ricevuto il suo trofeo, fu "i Red Sox erano attesi alla vittoria". Scoppiò la polemica nel corso dell’ottavo inning della partita finale, quando l'agente di Alex Rodriguez, Scott Boras, annunciò che Rodriguez aveva deciso l’opposizione del suo contratto, in quello che era visto da molti come un tentativo da parte di Boras di mettere in ombra le Series. Dopo il raggiungimento della post season, ma non riuscendo a vincere le World Series per la settima stagione (pur raggiungendo le Series due volte nel corso di tale intervallo), gli Yankees si separarono dopo lungo tempo dal manager Joe Torre, che diventò manager dei Los Angeles Dodgers, sostituendo Grady Little, una volta manager dei Red Sox. ● Novembre 2007: Venne presentato il “Mitchell Report” dall'ex senatore degli Stati Uniti George Mitchell sull'uso di sostanze vietate nella Major League. Diversi importanti Yankees erano elencati nel rapporto, tra cui Roger Clemens, Andy Pettite e Jason Giambi, mentre non c'erano giocatori primari dei Red Sox nell’elenco. Mitchell venne accusato di conflitto di interessi poichè era stato nel consiglio di amministrazione dei Red Sox, prima della nomina investigativa. ● 27 Febbraio 2008: In contrasto con i suoi giocatori, il GM di Boston, Theo Epstein, chiamò il lanciatore Yankee Mike Mussina "bad apple" lamentandosi del viaggio del 2004 degli Yankees in Giappone. Epstein sosteneva che Mussina l'aveva usato come una stampella durante la stagione. Mussina ribattè dicendo "Sì, l'abbiamo usata come scusa per vincere la division". ● 29 Febbraio 2008: Hank Steinbrenner, l'uomo attualmente responsabile degli Yankees, aveva risposto in maniera altezzosa alla popolarità dei Red Sox Nation nel supplemento Play Magazine del The New York Times: "Red Sox Nation? Che razza di gruppo (imprecazione) è. E 'stata una creazione dei Red Sox e della ESPN, che è piena di fan dei Red Sox. Vai ovunque in America e non vedrete cappelli e casacche dei Red Sox, ma vedrai cappelli e casacche degli Yankees. Questo è un paese Yankee. Stiamo per mettere gli Yankees di nuovo al top e ripristinare l'ordine dell'universo". Per tutta risposta, il principale proprietario dei Red Sox John Henry W. si iscrisse alla Red Sox Nation, con tanto di tessera che gli dava accesso a una vasta gamma di opzioni, tra cui le newsletter del gruppo, adesivi, spille, posti sul Green Monster e un cappello personalmente autografato da David Ortiz. Steinbrenner continuò a elogiare la gestione di Henry dicendo che i Red Sox sarebbero sempre stati competitivi sotto di lui. ● 6 Luglio 2008: Il manager degli Yankees, Joe Girardi venne espulso per aver contestato i ball e gli strike. Gli Yankees vinsero la partita 5 a 4 contro i Red Sox. ● 23 settembre 2008: Con una vittoria contro i Cleveland Indians, i Red Sox si aggiudicarono un posto nei playoff ed eliminarono gli Yankees dalla contesa, mettendo fine alla striscia di 13 presenze consecutive nella postseason dei “Bombers” che risaliva al 1995. ● 23 dicembre 2008: Mark Teixeira firmò il contratto per otto anni con gli Yankees per 180 milioni dollari. Precedentemente i Red Sox erano stati sul punto di accapparrarsi il fortissimo prima base e All-Star. Tony Massarotti del Boston Globe riassunse questa notizia definendola un "calcio nel sedere". Teixeira era stato effettivamente arruolato dai Red Sox nel 1998, ma non se ne fece nulla quando scelse di giocare a baseball nel college di Georgia Tech. 2009 - presente: Gli Yankees tornano alla ribalta ● 4 Maggio 2009: I Red Sox visitarono il nuovo Yankee Stadium per la prima volta nella storia vincendo la prima partita di un set di due, rimanendo imbattuti contro gli Yankees nel corso della stagione 2009. ● 07-08 Agosto 2009: Alex Rodriguez interruppe la sua battuta d’arresto dopo 15 innings con un fuoricampo da due punti contro la prima apparizione di Junichi Tazawa. Era il primo fuoricampo di Rodriguez in 74 apparizioni alla battuta. La partita era iniziata alle 19:07 e terminò alle 24:43. Il lanciatore partente per i Red Sox fu Josh Beckett, che continuava a perseguitare gli Yankees dalla loro sconfitta nelle World Series del 2003. ● 9 agosto 2009: Con i Red Sox in vantaggio, 2 a 1 nella parte inferiore dell'8°, Johnny Damon colpì un fuoricampo pareggiando subito, seguito da Mark Teixeira con un altro homer che portò avanti gli Yankees e rompendo il record della MLB per il maggior numero di fuoricampo back-to-back battuti da una coppia di giocatori in una stagione. Gli Yankees si aggiudicarono il primo sweep contro i Red Sox dal 2007. ● 21 Agosto 2009: Gli Yankees avevano battuto 23 valide contro le 12 dei Red Sox, vincendo per 20 a 11. Il totale dei punti segnati (31) è il maggior numero mai raccolto da entrambe le squadre nella storia della loro rivalità. ● 27 Settembre 2009: Gli Yankees completarono una sweep di tre partite contro i Red Sox con una vittoria per 4 a 2, conquistando il loro primo titolo dell’AL East dal 2006. Gli Yankees tornarono a pareggiare le serie contro i Red Sox portandosi sul 9 a 9, dopo aver iniziato con un record negativo di 0-8. Il seconda base degli Yankees Robinson Cano colpì la sua 200a valida della stagione, diventando assieme all’interbase Derek Jeter il primo duo centrale ad ottenere 200 valide in una stagione (204 valide di Cano e 212 Jeter alla fine della regular season). ● 4 Novembre 2009: Gli Yankees sconfissero i Phillies nelle World Series del 2009 e guadagnarono il loro 27° titolo del Fall Classic. ● 2010: Gli Yankees e i Red Sox hanno iniziato e finito la stagione al Fenway Park. Questa è la prima volta che succede dal 1950. Durante la stagione, Joe Torre giocò partite contro entrambe squadre per la prima volta da quando era diventato manager dei Dodgers. I Red Sox e gli Yankees iniziarono e terminarono la stagione, come nel 2005, scontrandosi tra loro. La stagione era iniziata allo Yankee Stadium e si concluse al Fenway Park. ● 5 Aprile 2010: La rivalità continua a ricordare agli Yankees la loro sconfitta nelle World Series del 2003, quando i Red Sox e Josh Beckett si sono accordati per il prolungamento del contratto di altri quattro anni, a 68 milioni dollari. ● 8 Maggio 2010: Il bullpen dei Red Sox concede a Mark Teixeira 3 home-run nella vittoria degli Yankees per 14 a 3. La prima volta che uno yankee batte tre home run in una partita da quando Alex Rodriguez lo fece nel 2005 contro i Minnesota Twins e solo la seconda volta che uno Yankee ne colpisce tre contro i Red Sox in una partita. Josh Beckett colpisce sia Robinson Cano al ginocchio, ed è costretto a lasciare la partita, che Derek Jeter con le basi piene. Concede tanti punti e colpisce al capo sia Nick Swisher che Francisco Cervelli. Nella successiva partita, CC Sabathia reagisce colpendo Dustin Pedroia al primo lancio. ● 11-13 Luglio 2010: Un momento di pace nella rivalità è venuto con la morte dell’ex annunciatore dei New York Yankees, Bob Sheppard, l’11 luglio all'età di 99 anni nella sua casa di Long Island, New York, che precede di due giorni la scomparsa dell’ex proprietario dei New York Yankees, George Steinbrenner, all'età di 80 nella sua Tampa, in Florida nello stesso giorno dell’All-Star Game 2010. Entrambe le squadre hanno aperto la seconda metà della stagione con un momento di silenzio per Steinbrenner e Sheppard nei loro rispettivi stadi. ● 8 agosto 2010: Entrambe le squadre giocano allo Yankee Stadium in una partita che ha visto Derek Jeter passare Babe Ruth sulle valide di tutti i tempi così come Alex Rodriguez che eguaglia sia Barry Bonds che Willie Mays come gli unici giocatori a battere 600 home run e a rubare 300 basi. Gli Yankees vincono la partita 7 a 2. ● 3 ottobre 2010: I Red Sox battono gli Yankees, scalzandoli dal primo posto nell’American League East, relegandoli alla wild-card per la stagione 2010. I Tampa Bay Rays vincono l'American League East superando i Kansas City Royals. Giocatori con entrambe le organizzazioni
Giocatori scambiati e free agent Anche se i due rivali non sono affettuosi l'uno con l'altro, spesso hanno fatto scambi di giocatori e passaggi di free agency che sono stati impiegati dal rivale l'anno precedente. Oltre a Babe Ruth, gli Yankees hanno preso giocatori come Wade Boggs, Johnny Damon, Kevin Cash, Doug Mientkiewicz, e Alan Embree, mentre i Red Sox hanno preso, tra gli altri, David Cone, Danny Cater e Ramiro Mendoza. L'ultima operazione tra i due club si è verificata il 17 agosto 1997, quando i Red Sox hanno scambiato con gli Yankees, Mike Stanley e il minor leaguer Dave Brown per Tony Armas Jr. e un giocatore nominato successivamente (Jim Mecir). La rivalità al di fuori di baseball ● Durante la celebrazione della vittoria nel Super Bowl XXXVI, il linebacker dei New England Patriots, Larry Izzo, aveva riscaldato la folla che festeggiava cantando "Yankees suck!". ● L'ex bench coach e prima base degli Yankees Don Mattingly apparve in una serie di annunci di servizio pubblico trasmessi dalla rete televisiva Spike TV a sostegno della campagna "True Dads" per incoraggiare gli uomini ad assumere un ruolo attivo nella vita dei loro figli. Alla fine dello spot, Mattingly scherzando sull'impazienza di uno dei personaggi lo chiamava "Red Sox fan". ● Fine ottobre 2007: L'ex sindaco di New York Rudolph Giuliani, un convinto fan yankee, disse durante la sua campagna presidenziale che stava andando a tifare per i Red Sox durante la loro apparizione alle World Series contro i Colorado Rockies. Giuliani giustificò il suo sostegno ai Red Sox, proclamando che era un fan dell’American League baseball. Il giorno dopo, il New York Post e il New York Daily News stamparono in copertina la foto ritoccata di Giuliani come un tifoso dei Red Sox con i titoli (Daily News) e "RED COAT" (Post). Una parodia delle famose figurine Topps ritrarrebbe in una carta del 2008, Giuliani assieme alla squadra dei Red Sox mentre celebrano la loro World Championship Series del 2007. ● Novembre 2007: Nel corso del dibattito presidenziale repubblicano di YouTube gestito dalla CNN, a Giuliani fu chiesto, in una delle interrogazioni, del suo supporto ai Red Sox. L'ex governatore del Massachusetts Mitt Romney, che era in carica durante la vittoria dei Red Sox del 2004, commentando la risposta del sindaco disse che tutti gli americani sono uniti nell'odio contro gli Yankees. ● Febbraio 2008: La grande rivalità è dimostrata ancora una volta anche nel football dopo il Super Bowl XLII, tra i New York Giants e i New England Patriots. I Giants sconfissero i Patriots in quello che era considerato uno dei più grandi sconvolgimenti nella storia del Super Bowl. Mentre i fan dei Giants dichiararono che questa era la rivincita per la rimonta dei Red Sox nel 2004, i giocatori di New York, durante la loro sfilata, celebrarono la vittoria cantando "Red Sox suck!" e invitando i fans Yankees a fare altrettanto con i tifosi dei Red Sox e dei Patriots. ● 13 Aprile 2008: Le voci che un operaio aveva seppellito la maglia dei Red Sox nel calcestruzzo del nuovo Yankee Stadium furono verificate dopo che una soffiata anonima aveva portato alla localizzazione della maglia. Il lavoratore, identificato come Gino Castignoli, aveva sepolto una maglia di David Ortiz in quello che sarebbe diventato un corridoio di servizio, nella speranza di maledire il nuovo stadio. Dopo aver estratto la maglia da sotto due metri di cemento, il presidente degli Yankees, Randy Levine, dichiarò che la maglia sarebbe stata donata al Jimmy Fund, a lungo associata con i Red Sox, per metterla all'asta per beneficenza.
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Il Most Valuable Player Award (MVP) è l’annuale premio della Major League Baseball (MLB), assegnato ad un giocatore eccezionale dell’American e National League. Dal 1931, viene assegnato dalla Baseball Writers Association of America (BBWAA). Il vincitore riceve la Kenesaw Mountain Landis Memorial Award Baseball, che è chiamato così in onore del primo commissioner MLB, che rimase in carica dal 1920 al 1944. A partire dal 2020, il nome di Landis non è più apparso nel trofeo MVP dopo che la BBWAA ha ricevuto lamentele da diversi ex vincitori di MVP sul ruolo del defunto Commissioner contro l'integrazione della MLB. La votazione per l’MVP avviene prima della postseason, ma i risultati non sono annunciati fino a dopo le World Series. La BBWAA cominciò nel 1938 con la votazione di tre giornalisti in ogni città delle Leagues, riducendo il numero a due per ogni città nel 1961. La BBWAA non offre una definizione chiara di cosa significhi "Most Valuable", lasciando invece il giudizio ai singoli elettori. In primo luogo, i prima base hanno vinto più MVP, con 35 vincitori, tra gli infielders, seguiti dai seconda base (16), terza base (15), e shortstops (15). Dei 25 lanciatori che hanno vinto il premio, quindici sono destri mentre dieci sono mancini. Walter Johnson, Carl Hubbell e Hal Newhouser sono gli unici lanciatori che hanno vinto più volte, con Newhouser che ha vinto consecutivamente nel 1944 e nel 1945. Hank Greenberg, Stan Musial, Alex Rodriguez, e Robin Yount hanno vinto in differenti posizioni, mentre Rodriguez è l'unico giocatore a vincere il premio con due squadre differenti in due posizioni diverse. Rodriguez e Andre Dawson sono gli unici giocatori a vincere il premio mentre facevano parte di una squadra all'ultimo posto, rispettivamente i Texas Rangers del 2003 e i Chicago Cubs del 1987. Barry Bonds detiene il maggior numero di titoli, avendone vinti sette, e anche il maggior numero di titoli consecutivi (2001-2004). Jimmie Foxx è stato il primo giocatore a vincerlo più volte. Dieci giocatori hanno vinto tre volte e diciannove lo hanno vinto due volte. Frank Robinson è l'unico giocatore a vincere il premio in entrambe le Leagues. L’unico pareggio del premio si è verificato nella National League nel 1979 quando Keith Hernandez e Willie Stargell ricevettero un numero pari di punti. Ci sono stati 19 vincitori unanimi, nel senso che hanno ricevuto tutti i voti per il primo posto. I New York Yankees hanno il maggior numero di giocatori che hanno vinto il premio con 23, seguiti dai St. Louis Cardinals, con 21 vincitori. Il premio non è mai stato assegnato a un membro delle seguenti tre squadre: Arizona Diamondbacks, New York Mets e Tampa Bay Rays. Negli ultimi decenni, i lanciatori hanno raramente vinto il premio. Quando Shohei Ohtani ha vinto il premio dell'AL nel 2021, è diventato il primo lanciatore in entrambi le League a essere nominato MVP da Clayton Kershaw nel 2014 e il primo nell'American League da Justin Verlander nel 2011. Ohtani è diventato anche il primo a vincere questo premio sia come lanciatore che come battitore. Dalla creazione del Cy Young Award nel 1956, è l'unico lanciatore a vincere un premio MVP senza vincere un Cy Young nello stesso anno (Don Newcombe, Sandy Koufax, Bob Gibson, Denny McLain, Vida Blue, Rollie Fingers, Willie Hernández, Roger Clemens, Dennis Eckersley, Justin Verlander e Clayton Kershaw hanno tutti vinto un premio Cy Young nelle loro stagioni di MVP). Legenda
Chalmers Award (1911-1914) Prima della stagione 1910, Hugh Chalmers della Chalmers Automobile annunciò che avrebbe regalato alla fine della stagione un’auto Chalmers modello 30 al giocatore con la più alta media battuta in Major League Baseball. La corsa del 1910 per la migliore media dell’American League fu tra l’antipatico Ty Cobb dei Detroit Tigers e Nap Lajoie dei Cleveland Indians. L'ultimo giorno della stagione, Lajoie superò la media in battuta di Cobb con sette bunt validi contro i St. Louis Browns. Il presidente dell’American League, Ban Johnson, disse che dopo un riconteggio era emerso che Cobb aveva vinto la gara, e Chalmers, alla fine, regalò l’auto ad entrambi i giocatori. La stagione seguente, Chalmers creò il Chalmers Award. Un comitato di giornalisti di baseball furono convocati dopo la stagione per determinare il "giocatore più importante e utile al club e alla Lega". Dal momento che il premio non era stato così efficace per la pubblicità come Chalmers aveva sperato, si interruppe dopo il 1914. Ty Cobb
League Award (1922-1929) Nel 1922 l’American League creò un nuovo premio per onorare "il giocatore di baseball più grande e più completo che aveva servito il suo club". I vincitori, votati da una commissione di otto scrittori di baseball presieduta da James Crusinberry, ricevettero una medaglia di bronzo e un premio in denaro. Agli elettori era stato chiesto di scegliere un giocatore per ogni squadra e i giocatori- allenatori erano stati dichiarati inammissibili a priori. Babe Ruth non fu ammissibile per l'assegnazione nella sua famosa stagione del 1927 in base alle regole del premio dell'American League, perché aveva già vinto nel 1923. Questi difetti comportarono la caduta dell'assegnazione del premio dopo il 1928. Il premio della National League, senza tali restrizioni, durò dal 1924 al 1929.
I primi due vincitori del League Award
Baseball Writers Association of America's Most Valuable Player (1931–present) Baseball Writers Association of America's Most Valuable Player (1931-oggi)
Note (a) Un giocatore è considerato inattivo se ha annunciato il suo ritiro o non ha giocato per una stagione completa. (b) Una vittoria unanime indica che il giocatore ha ricevuto tutti i voti possibili del primo posto. (c) Torre è un membro della Hall of Fame, ma non come giocatore. È stato inserito nel 2014 come manager. (d) Hernandez e Stargell entrambi hanno ricevuto 216 punti nella votazione del 1979. |
Il Major League Baseball All-Star Game Most Valuable Player (MVP) è l’annuale premio della Major League Baseball. Premio assegnato ogni anno al miglior giocatore dell’All-Star Game. Il premio viene assegnato in ogni stagione dal 1962, e originariamente si chiamava “Arch Ward Memorial Award” in onore di Arch Ward, l'uomo che ha ideato l’All-Star Game. Il nome del premio venne cambiato in “Commissioner's Trophy” nel 1970, ma questo cambio di nome fu revocato nel 1985, quando il trofeo delle World Series fu ribatezzato Commissioner's Trophy. Infine, il trofeo è stato ribattezzato “Ted Williams Most Valuable Player Award” nel 2002, in onore dell'ex giocatore dei Boston Red Sox Ted Williams, che era morto prima di quell'anno. Nessun premio venne assegnato per l'All-Star Game del 2002, che terminò in un pareggio. Così, Garret Anderson degli Anaheim Angels è stato il primo a ricevere il nuovo Ted Williams Award nel 2003. L'All-Star Game Most Valuable Player riceve anche un'auto Chevrolet, scegliendo tra due modelli. A partire dal 2023, i giocatori della NL hanno vinto il premio 28 volte (incluso un premio condiviso da due giocatori) e i giocatori dell'AL hanno vinto 33 volte. I giocatori dei Baltimore Orioles hanno vinto il maggior numero di premi per un singolo franchigia (con sei); i giocatori dei Cincinnati Reds, dei Los Angeles Dodgers e dei San Francisco Giants sono i migliori nella NL con cinque ciascuno. Cinque giocatori hanno vinto il premio due volte: Willie Mays (1963, 1968), Steve Garvey (1974, 1978), Gary Carter (1981, 1984), Cal Ripken Jr. (1991, 2001) e Mike Trout (2014, 2015), diventando l'unico giocatore a vincere il premio in anni consecutivi). Il premio è stato condiviso da più giocatori una volta; Bill Madlock e Jon Matlack hanno condiviso il premio nel 1975. Due giocatori hanno vinto il premio per una partita in cui la loro League ha perso: Brooks Robinson nel 1966 e Carl Yastrzemski nel 1970. Una coppia di vincitori erano padre e figlio (Ken Griffey Sr. e Ken Griffey Jr.), e un'altra erano fratelli (Roberto Alomar e Sandy Alomar Jr.). Tre giocatori hanno vinto il premio MVP in una partita giocata nello stadio di casa (Sandy Alomar Jr. nel 1997, Pedro Martínez nel 1999 e Shane Bieber nel 2019). Derek Jeter è l'unico giocatore a vincere l'All-Star Game MVP e l'MVP delle World Series nella stessa stagione, nel 2000. Jarren Duran dei Boston Red Sox è il più recente MVP All-Star Game della MLB, vincendo il premio nel 2024. Solo cinque giocatori hanno vinto il premio MVP nella loro unica apparizione all'All-Star Game; LaMarr Hoyt, Bo Jackson, JD Drew, Melky Cabrera e Eric Hosmer. Solo i Chicago White Sox, i Detroit Tigers, gli Arizona Diamondbacks, i St. Louis Cardinals e i Washington Nationals (a parte il loro predecessore, i Montreal Expos) non hanno mai avuto un giocatore premiato con l'All-Star Game MVP.
Arch Ward (Redattore sportivo del Chicago Tribune)
I primi due vincitori del MVP del 1962 Legenda
Note (a) (b) Furono giocate due partite nell’All-Star del 1962. (b) Nel 1975 il premio è stato condiviso da due giocatori. (c) Ripken fu eletto come terza base dell’American League All-Star nel 2001, ma aveva passato la maggior parte della sua carriera all’interbase. Ripken aveva annunciato in precedenza che quell’anno si sarebbe ritirato e Alex Rodriguez, interbase titolare dell’AL, volle invertire le posizioni in campo con Ripken nel primo inning per rendergli omaggio. (d) Non venne scelto nessun vincitore nel 2002, quando la partita terminò in parità. I commentatori dell’emittente Fox, Joe Buck e Tim McCarver, indicarono che se la National League avesse vinto, Damian Miller sarebbe stato nominato MVP. Per contro, se l’American League avesse vinto, sarebbe stato Paul Konerko il vincitore dell’MVP. e) Il premio non è stato assegnato in quanto il gioco è stato annullato a causa della pandemia di COVID-19. |
C'è stato un tempo nella storia del gioco, quando i clown del baseball si esibivano prima, durante o dopo le partite. Molti di essi erano ex giocatori che per vari motivi avevano interrotto la loro carriera nel baseball professionistico. Forse i clowns più famosi furono Al Schacht, soprannominato “The Clown Prince of Baseball”, e Nick Altrock, che formarono una partnership per buona parte della loro carriera. Max Patkin è stato un notevole baseball clown dal 1940 fino al 1990. I clowns erano comuni anche in altri campionati delle Major Leagues - Spec Bebop e King Tut erano molto popolari nella Negro Leagues durante lo stesso periodo che Schacht e Altrock erano attivi, mentre Country Brown era conosciuto come "Al Schacht the second" per il suo repertorio buffonesco dal box dei coach. Un pietra miliare nella storia dei clown del baseball è stato Emmett Kelly che impersonò la mascot dei Brooklyn Dodgers “Weary Willie” negli anni '50. Dopo questi straordinari artisti si passò ad una nuova razza di clown del baseball nell'ultimo quarto del 20° secolo, nelle vesti delle mascot caricaturali come “San Diego Chicken” o “Phillie Phanatic” e molti altri (Vedere pagina Mascot). Al Schacht Alexander "Al" Schacht "The Clown Prince of Baseball" Nato: 11 novembre 1892 a New York, NY
Al Schacht in riscaldamento Anche se aveva realizzato un record di 14-10 (con un ERA di 4.48) nella sua carriera di soli tre anni come lanciatore della MLB, fu considerato più come coach di terza base. La sua capacità di imitare gli altri giocatori e la sua routine di comicità con il compagno coach degli Washington, Nick Altrock, gli valse il soprannome di "The Clown Prince of Baseball". Ironia della sorte, al culmine della loro collaborazione, Schacht e Altrock svilupparono una profonda animosità personale e smisero di parlarsi fuori dal campo. Durante la loro famosa rievocazione comica del match di box del campionato del mondo tra Dempsey e Tunney, molti ipotizzarono che non avevano fintato di tirarsi dei pugni mentre piovevano dei veri colpi. L'allenatore della sua High School pensava che Al fosse troppo piccolo (in realtà era effettivamente gracile e malaticcio e soffrì per molti anni di forti dolori allo stomaco derivanti da un'ulcera) per lanciare, così andò a giocare nei sandlots. In seguito ritornò nella squadra di baseball della scuola ma gli fu vietato dal Board of Education per le sue apparizioni nelle squadre semipro. Questo lo portò ad abbandonare la scuola. Firmò con un team semipro a Walton, NY, e rimase con il club dal 1910 al 1911. Fu a Walton che Schacht si esibì nelle prime scenette clownesche. Prima delle partite della squadra di Walton venivano ospitati degli eventi sociali, e Al iniziò la sua attività di clown. Avrebbe impersonato un famoso attore, poi un lanciatore che veniva subissato dalle valide e che si rifiutava di andare a farsi la doccia quando il manager usciva per sostituirlo. I tifosi lo amavano, e Schacht continuò la sua pantomima ogni volta che c'era un evento sociale. Dopo una bella prova contro il cubano Jose Mendez dei Cuban Stars alla presenza dello scout dei Cincinnati Mike Kahoe, venne richiesto da Clark Griffith, skipper dei Reds, alcune settimane dopo. Griffith rimase impressionato dalle dimensioni di Schacht (Al aveva indossato degli indumenti extra large durante la partita contro Mendez per farsi vedere più grande) e si offrì di mandarlo a Fort Wayne, un club nella Central League, ma Schacht rifiutò e tornò a giocare nelle squadre semipro. 1929 - Al Schacht Il manager degli Eire Sailors, Billy Gilbert, lo ingaggiò nel 1912 ma ancora una volta lo lasciarono andare a causa delle preoccupazioni circa il suo peso. Al si trasferì a Cleveland in una squadra della United States League (precursore della Federal League) e andò 5-0 prima che la league chiudesse. Tornò ancora una volta nelle semipro. Quell'anno, Schacht affrontò Cy Young e sconfisse l’Hall of Famer, in una partita. Schacht iniziò a lavorare come allenatore di boxe e perse il suo amato padre a causa della polmonite. Gli fu fatta un'offerta dagli Newark Indians nel 1913 e si unì a loro, andando 4-6. La squadra terminò con un record di 91-51. Accettò un contratto dai St. Louis Terriers per giocare nella Federal League, ma tornò indietro quando Ed Barrow dei Newark lo convinse che avrebbe ottenuto un lavoro nelle major. Al spese tutto il 1914 a Newark, ottenendo un record di 12-10, secondo dietro al compagno di squadra Cliff Curtis. Nel 1915, Newark si trasferì a Harrisburg, e diventarono gli Harrisburg Senators. Per Newark-Harrisburg, Al andò 13-13, sempre secondo nella squadra (questa volta dietro Johnny Enzmann). Schacht scivolò a 2-6, con 4.45 nel 1916 e realizzò 1.64 di WHIP. Era afflitto da un forte dolore al braccio e fu lasciato andare agli Indians. John McGraw lò ingaggiò per New York ma non lanciò mai per i Giants. Nel 1917, Schacht andò 12-21 con una ERA di 4.00 per i Rochester Hustlers e concese 296 valide in 268 innings. Guidò l’Internazional League nelle sconfitte e Rochester ottenne un record di 60-61. Al trascorse la prima parte del 1918 lavorando per la Bethlehem Steel Company, poi fu arruolato nell'esercito degli Stati Uniti, nonostante un deficit uditivo che pensava lo avrebbe escluso dal servizio. Trascorse negli Stati Uniti l’anno successivo e giocò a baseball per tutto il tempo. Tornò nell’Internazionale League per il 6° anno è andò 19-17 per una squadra orribile di Jersey City che terminò 37-76. Fu leader della League con nove shutouts e il suo 1.95 di ERA gli valse il 4° posto. Lanciò 318 innings e diede la base su ball a soli 59 battitori quell'anno. Al inviò in forma anonima i ritagli di giornale dei suoi successi a Clark Griffith per cercare di ottenere una chance nella Major League. Griffith andò a vedere Schacht e gli piacque quello che vide, facendolo firmare.
“The Clown Prince of Baseball” Schacht lanciò per i Senators ottenendo un record di 2-0 con una ERA di 2.40 in due partenze alla fine della stagione del 1919. Nel 1920, Al realizzò un record di 6-4, con una salvezza, e un 4.44 di ERA. Quando Walter Johnson non riuscì a iniziare una partita a causa di un infortunio, Schacht prese il suo posto quando nessuno degli altri pitcher si offrì di lanciare, ottenendo la vittoria davanti a una folla che era arrabbiata per non aver visto giocare “The Big Train”. Al si ruppe una spalla quell’anno, quando l’interbase dei Detroit, Donie Bush, gli si schiantò contro dopo esser saltato per prendere una palla. Durante i suoi giorni a Washington, iniziò a mettere in scena le gags da clown con Nick Altrock, ma i due non andavano d'accordo in termini di personalità. Nel 1921, iniziò anche a fare il coach di terza e andò 6-6, con una salvezza, ottenendo un’ERA di 4.90 per concludere la sua carriera di lanciatore nella big league.
1939 - Prima della seconda partita delle Worl Series tra Yankees e Cincinnati, Al Schacht in una gag con Joe DiMaggio allo Yankee Stadium Nei suoi giorni in Major League, ottenne un record di 14-10 in 197 innings, con un’ERA di 4.48. Secondo il metodo “similarity scores”, il giocatore più simile a Schacht era il suo compagno di squadra, José Acosta. A Schacht piaceva vantarsi di non aver mai subito un fuoricampo da Babe Ruth. All'età di 29 anni e con una storia di infortuni, Schacht ottenne un lavoro nel 1922 con i Reading Aces. Andò 5-6 con una ERA di 3.20, secondo dietro al giocatore-allenatore Chief Bender. Spencer Abbott sostituì come manager Bender nel '23 e non gli piacquero le buffonate di Al, così lo licenziò dopo solo due partite. Schacht si trasferì ai Binghamton Triplets e andò 9-4 nel suo ultimo anno come pitcher regolare. La sua pagliacciate era molto popolari a Binghamton. Concluse la sua carriera da giocatore con i New Haven Prof nel 1924, ma lì fu soprattutto coach e clown. Schacht dal 1925 lavorò con i Senators come coach di terza base e vi rimase per un decennio. Continuò le sue gags con Altrock durante questo periodo. Era un uomo popolare, e le sue pagliacciate non gli impedirono di ricoprire il ruolo di manager ad interim per i Senators nel 1934 (Nota: questo ruolo non è elencato dal Baseball-Reference.com in quanto non si può dire che fosse stato ufficializzato, ma è descritto nella biografia SABR e si verificò per un mese in cui Joe Cronin si era rotto il polso e se ne andò in viaggio di nozze). Dopo quella stagione, Cronin e Schacht furono scambiati con i Boston Red Sox per Lyn Lary e 225 mila dollari e la partnership clownesca con Altrock finì. Al allenò per altri due anni a Boston. 1948 - Al Schacht pubblicizza il tabacco per pipa Edgeworth Schacht continuò le sue perfomance da clown dopo aver concluso la sua carriera da allenatore. Aveva intrattenuto 25 World Series dal 1927 al 1952, 18 All-Star Games, varie esibizioni per l'USO nella seconda guerra mondiale in Europa, Asia e Africa e in numerose altre partite di baseball. Al dichiarò che era stato visto da così tante persone più di qualsiasi altro precedente giocatore di major league. Tra le sue scenette c’erano i finti matrimoni a casa base, l’ombra del terza base, leggere i giornali mentre sedeva sulle corsie tra le basi e le imitazioni.
1 ottobre 1944 - Schacht in Nuova Guinea con le truppe mentre recita le World Series con i giocatori della major league Hugh Mulcahy, Ken Silvestri, Al Flair, Al Kozar, George Byam, Irv Dusak e Louis Rosen Nel 1946, gli fu assegnato il "Bill Slocum Memorial Award". Il Premio era stato creato nel 1929 dal New York Baseball Writers Association e veniva dato annualmente a una persona giudicata meritevole per essersi lungamente impegnata per il baseball. La sua attività comica gli portò una meritata ricompensa. Dopo la seconda guerra mondiale, Schacht entrò in attività nella ristorazione. La sua omonima steakhouse al 102 E della 52nd Street (a Park Avenue) di Manhattan fu popolare per decenni, catering per una clientela di stelle dello sport, del teatro e celebrità dello schermo. I menu di Al Schacht erano rotondi, modellati come palle da baseball di grandi dimensioni, e i piatti consigliati si chiamavano col nome dei giocatori di un tempo. Di tanto in tanto, Schacht saliva sul piccolo palco del ristorante e si lanciava nella sua vecchia routine, per la gioia degli avventori. Si ritirò definitivamente dai suoi palcoscenici a forma di diamante nel 1969. Il buffone di corte che attraverso i travagli della sua vita aveva conquistato le sue paure e aveva anche aiutato gli altri a vedere le assurdità della vita era ormai un ristoratore rispettato e di successo. Aveva affrontato la morte, sia nella sua personale malattia e sul campo di battaglia mentre divertiva le truppe. Ha combattuto per arrivare nella major league per poi subire un infortunio che concluse la sua carriera di giocatore. Ma il suo senso dell'umorismo e dell'assurdo lo ha portato nella vera essenza di chi fosse. Al primo acchito, uno veniva colpito dal suo forte contegno, ma poi si rivelava un uomo di buon cuore. La sua ilarità di fronte alle assurdità della vita lo aveva trasportato in modo sicuro attraverso momenti difficili e aveva aiutato le persone a dimenticare le pressioni della vita anche se solo per pochi istanti. Anche se si soffre per le sconfitte e i fallimenti, a volte possiamo gettarle alle spalle e ridere di tutte le follie della vita. Al non risolveva i problemi, come faceva suo nonno rabbino, ma raggiungeva lo scopo attraverso la mediazione della commedia umana. Schacht, scrisse: "Si parla che io sono ebreo - solo perché mio padre era ebreo, mia madre è ebrea, io parlo yiddish, e una volta studiai per diventare rabbino e cantore. Beh, è così che le voci iniziano a circolare.." Nel 1955 pubblicò la sua autobiografia, My Own Particular Screwball e scrisse altri tre libri, tra cui Clowning Through Baseball. La copertina del suo libro Clowning Through Baseball Nicholas Altrock Nicholas "Nik" Altrock Nato: 15 Settembre 1876 a Cincinnati, OH 1912 - Nick Altrock Per tre anni a cavallo del secolo scorso Nick Altrock è stato senza dubbio il miglior lanciatore mancino del gioco. Il suo talento e la capacità di lanciare con intelligenza furono straordinari e lo aiutarono a vincere 62 partite per i Chicago White Sox dal 1904 al 1906 e a battere Mordecai Brown in Gara 1 delle World Series del 1906. Tuttavia, la prodezza di Altrock è stata oscurata dalla sua seconda carriera come uno dei clown del baseball più popolari e più longevi di tutti i tempi. Al suo picco di clown, Altrock potè godere di uno stipendio che rivaleggiò con quello di Babe Ruth. 1912 - Nick Altrock Boston era stata la migliore squadra della League nel 1903, ma il suo manager Collins preferiva gli assi veterani Cy Young e Bill Dinneen al giovane Altrock. Collins cedette Nick agli White Sox nel corso della stagione 1903. Sebbene il trade gli fosse costato la possibilità di lanciare quell'anno nelle World Series, Altrock entrò rapidamente nella rotazione di Chicago, terminando con un record di 4-3 e un'ERA di 2.15. L'anno successivo fu ancora meglio, registrò un record di 19-14 in 307 innings, posizionandosi al secondo posto nel pitching staff. Gli White Sox, sotto l’ardente Fielder Jones, furono una delle migliori squadre della nuova American League e nel 1905 persero per poco il pennant. Nick realizzò un record di 23-12 con un 1.88 di ERA, il miglior quinto pitcher dell’American League. Altrock lanciò 315 innings e 2/3, il maggior numero in carriera, e Chicago finì al secondo posto, quattro partite dietro i Philadelphia Athletics. 1924 - Nick Altrock con un guanto gigante L'anno seguente Chicago prese d'assalto la vetta della classifica, vincendo 93 partite e tenendo a bada un tardivo ritorno degli Highlanders di New York per vincere il pennant dell’American League. Altrock fu ancora una volta un fattore chiave per il successo del club, terminando la regular season con un record di 20-13 e 2.06 di ERA in 287 innings e 2/3. Grazie alla loro media battuta squadra di .230, pochi osservatori diedero agli "Hitless Wonders" molto più di una chance in quell'anno nelle World Series contro la potenza dei Chicago Cubs, ma il manager Fielder Jones era fiducioso nelle capacità di lottare della sua squadra. In qualsiasi situazione topica, disse Jones, "Vorrei mandare Nick Altrock sul monte, e qualcuno mi mostri qualsiasi lanciatore del campionato che è meglio di lui in simili emergenze". Nick premiò la fede di Jones lanciando, concedendo solo quattro valide, per battere l’asso dei Cubs, Mordecai Brown, nella prima partita vinta per 2 a 1. Brown si rifece nel re-match di gara 4 per 1 a 0, ma Nick ottenne un’ERA di 1.00 nelle Series. Nella seconda partita Altrock stabilì un record di 11 opportunità nelle Series per un lanciatore in una partita, di cui 8 assist e 3 eliminazioni. Nick inoltre stabilì un record per il maggior numero di opportunità in una serie di sei partite con 17. Hippo Vaughn poi pareggiò il record nelle World Series del 1918, ma Vaughn lanciò tre partite contro le due di Nick. Nick Altock (nella parodia del ricevitore/umpire) e Honus Wagner Era un risultato dell’allenamento, poichè Altrock aveva la reputazione di essere uno dei migliori lanciatori difensori della sua o di qualsiasi altra generazione, in gran parte grazie a una movimento di pickoff straordinariamente ingannevole. Nel 1901, mentre Altrock lanciava per Los Angeles nella California League, concesse sette basi intenzionali e ne eliminò sei. Altrock detiene ancora il record per il maggior numero di opportunità di un lanciatore in una partita di nove inning. 1922 - Babe Ruth, il manager McGraw, Nick Altrock, alla macchina da scrivere, e Al Schacht che funge da sedia prima di gara uno delle World Series del 1923 al Polo Grounds di New York La disattenzione di Nick per l’allenamento può avere contribuito alla sua cattiva stagione del 1907. Si fece male al braccio e il suo record scese a 7 vittorie e 13 sconfitte e i Sox scesero al terzo posto. Nel 1908, il record di Altrock era solo 5-7, e i Sox persero il pennant l'ultimo giorno della stagione vinta dai Tigers. Nel maggio del 1909 il proprietario dei Chicago, Charles Comiskey, scambiò Altrock, l’outfielder Gavvy Cravath e il primo base Jiggs Donahue con i Senators di Washington per Bill Burns. Nick non lanciò bene a Washington, e nello stesso anno si ritrovò nelle minor a giocare per i Minneapolis Millers. La carriera di Nick, come lanciatore di Major League poteva dirsi chiusa nel 1909, ma la sua seconda carriera era solo all'inizio. Altrock rimase appeso nelle minor per tre anni come lanciatore e coach. Poi un giorno, nel 1912, quando Nick era coach di terza base per Kansas City nell'American Association, decise di imitare un film che aveva visto la sera prima con un'esibizione di shadowboxing del campione dei pesi piuma Johnny Kilbane. Altrock aprì con un gancio destro al suo mento e cadde a terra. Poi si rialzò e andò contro se stesso ancora una volta, mentre la folla perplessa urlava di gioia. Nick finì mettendo knockout se stesso tra gli applausi del pubblico. Purtroppo, la comica scenetta di Nick non fece divertire il proprietario dei Kansas City, Patsy Tebeau. Altrock successivamente raccontò la storia di come Tebeau lo avesse chiamato nel suo ufficio per dirgli che lo esonerava. "Non preoccuparti per me, signor Tebeau", disse Nick al proprietario. "Perché, con la mia faccia, potrei sempre irrompere nel cinema". E che faccia aveva. Con un largo grande naso che dilagava tra le guance e due orecchie a sventola, la sua faccia sembrava schiacciata da un ferro da stiro. Con il suo berretto messo lateralmente e leggermente di traverso sulla testa e di solito con un gran sorriso sul viso, Altrock sembrava un comico nato. Aveva sempre amato scherzare, e ora Nick stava per fare una carriera su tutto questo. Spring training degli Washington a Biloxi, Mississippi. Moe Berg, al centro, sta facendo un tentativo per insegnare a Nick Altrock, a sinistra e Al Schacht, a destra, alcuni dei costumi del Giappone. Berg era ritornato negli Stati Uniti solo pochi giorni prima dal Giappone, dove aveva trascorso l'inverno insegnando il baseball in una delle principali università. Nick prese la sua cacciata da Kansas City nel migliore dei modi perché aveva già avuto un'offerta dal manager Clark Griffith per unirsi agli Washington Senators come un "comedy coacher". I Senators già usufruivano di tali servizi da Germany Schaefer, uno dei più coloriti eccentrici che mai avessero giocato a baseball. Tuttavia, nei suoi primi giorni con il club, Nick venne sepolto in fondo alla panchina. Poi un giorno i Senators stavano perdendo con un forte lanciatore dei Cleveland di nome Vean Gregg e Griffith si rivolse al suo acquisto dalla faccia di gomma e gli disse: "Che stai bene?" Nick rispose serio: "Sono il giullare del re". Poi gli chiese: "Vuoi davvero vincere questa partita?" Griffith disse: "Con i tuoi lanci suppongo?" Altrock rispose: "No. Con il mio suggeritore". Altrock convinse Griffith a mandarlo nel box del coach di prima base. La volta successiva che Griffith guardò fuori sul campo, vide Nick su un mucchio di terra che terminava una pantomima di un uomo che inchiodava se stesso con la sua scarpa. Gregg rise così forte che cominciò a lanciare la palla in mezzo al piatto ed i Senators cominciarono a battere. Altrock trasformò la routine in una pantomima di wrestling, afferrando se stesso e torcendosi, combinandone di tutti i colori. Infine, a casa base l’arbitro Silk O'Loughlin, che si era scompisciato dalle risate, gli ordinò di fermarsi. 1930 - Altrock (a dx) e Schacht (a sx) al Shibe Park recitano una delle loro scenette prima della prima partita delle World Series del 1930. Questa volta si tratta di una bizzarra partita di badminton. L'America era nella Grande Depressione e la folla quasi certamente aveva bisogno di qualche risata per dimenticare problemi economici del paese Naturalmente i giornali segnalarono questo strano comportamento e molti tifosi cominciarono ad affluire alle partite dei Senators. Il presidente dell’American League, Ban Johnson, presenziò ad uno dei primi giochi di Nick, e decise di permettere le sue buffonate solamente nei momenti di pausa. Nick era abbastanza divertente lui stesso, ma la sua routine realmente cominciò a volare quando si aggiunse un partner. In un primo momento fece coppia con Schaefer, fino a quando firmò con Newark della Federal League nel 1915. Poi Altrock inscenò le sue gags con la riserva Carl Sawyer per due stagioni, e successivamente lavorò da solo per due stagioni fino al 1919, quando i Senators presero un altro lanciatore dal breve futuro, Al Schacht. Nel 1918, con molti giocatori fuori dalla squadra a causa della coscrizione militare, Altrock, a 42 anni, lanciò in cinque partite, con un record di 1-2. Queste furono le sue ultime decision come major leaguer. Altrock e Schacht divennero Dean Martin e Jerry Lewis della commedia del baseball. Crearono una serie di pantomime esibendosi in games, tra cui il bowling, giochi di prestigio, trucchi di golf, tennis, barche a remi durante i ritardi dovuti alla pioggia, beffeggiando gli arbitri e altre facezie. I due con le loro scenette da vaudeville divennero parte del tanto atteso divertimento nelle World Series e negli All-Star Game. Altrock fece più soldi, al suo picco nel 1920, di quasi qualsiasi altro giocatore di baseball. Il suo stipendio dovuto alle sue varie apparizioni si dice abbia raggiunto di 180000 $. Nel 1927, ironia della sorte, nel bel mezzo di questo successo Altrock e Schacht smisero di parlarsi. Benché Altrock non abbia mai parlato della motivazioni specifiche, la loro spaccatura fu spesso attribuita a una routine di un falso incontro di pugilato che divenne un po' troppo reale. La storia è che Schacht pensava che sarebbe stato più divertente se avesse effettivamente colpito Nick e così colpì il comico più anziano in modo imprevisto e lo mandò a terra. Altrock si vendicò pochi giorni dopo, durante una routine, dove normalmente tirava una palla da baseball dura a Schacht la schivava e a seguire una palla da baseball morbida che Schacht prendeva in testa. Altrock scambiò le palle da baseball, e Schacht prese un duro colpo al cranio e finì steso sul tappeto erboso. 1933 - Nick Altrock Continuarono con la loro partnership di successo a recitare fino al 1934, quando Al Schacht fu scambiato con i Red Sox. Nick continuò come coach e clown per i Senators fino al 1957, quando aveva 81 anni. Fino al 1930, i Senators avevano lasciato spesso che Nick giocasse in una delle partite di fine stagione. Altrock resta il giocatore più anziano nella storia a battere un triplo, nel 1924, quando aveva 48 anni. I racconti dei giornali sostennero che gli outfielders non furono molto veloci nel correre dietro alla palla, ma Nick corse velocemente. Colpì un singolo nel 1929 all'età di 53 anni, e fece la sua ultima apparizione nel 1933, a 57 anni. Questo rende Nick il terzo giocatore più vecchio a comparire in una partita della Major League, e gli unici altri giocatori più anziani sono stati Satchel Paige, 59, e Minnie Minoso, 57. Altrock è anche uno dei pochi major leaguer a giocare in 5 decadi differenti. Rimane uno dei sei giocatori nella storia della Major League a giocare una partita dopo i 50 anni. Gli altri sono Satchel Paige, Minnie Minoso, Jim O'Rourke, Charley O'Leary e Jack Quinn. 1934 - Nick Altrock e Al Schacht Nick trascorreva la sua stagione di baseball a Washington, e i suoi inverni a Sarasota, in Florida. Morì il 20 gennaio 1965 a Washington all'età di 88 anni. Dopo la morte di Nick, Al Schacht disse del suo ex compagno, "Nick era un grande comico ... non ho mai visto nessuno con migliori espressioni facciali. E dovremmo tutti ricordare che era un bel lanciatore di major league e un intrattenitore eccezionale". Max Patkin "The Clown Prince of Baseball II" Nato: 10 gennaio 1920 a Philadelphia, PA Max Patkin era una di quelle rare persone - veramente divertenti di natura.Se avete visto il film Bull Durham, avrete sicuramente familiarizzato con lui. E' quel personaggio dall'aspetto goffo che indossa un'uniforme da baseball, che è chiaramente troppo grande, e che ha un punto di domanda sul dorso, con il suo berretto da baseball di traverso, e che balla come un pollo mentre 'Rock Around the Clock' di Bill Haley viene suonata durante la scena in cui le squadre sono in fase di riscaldamento prima di una partita. Si alza anche per ballare con Annie (Susan Sarandon), quando Crash (Kevin Costner) e Nuke (Tim Robbins) cominciano a litigare tra di loro. Piuttosto che interpretare un personaggio immaginario Max Patkin stava interpretando se stesso in Bull Durham, e come un clown del baseball ha giocato quel ruolo per 50 anni. In realtà, Max si stima abbia fatto oltre 4000 esibizioni, come un clown del baseball senza perdere una partita, fino a quando è scivolato sui gradini della panchina al Fenway Park il 1 agosto 1993, rompendosi una caviglia. 1948 - Max Patkin Max Patkin nacque il 10 gennaio 1920 a Philadelphia, e come tanti giovani ragazzi americani del tempo sognava di diventare un giocatore di baseball, mettendo il berretto da baseball e il guantone sotto il cuscino ogni notte prima di andare a dormire. Iniziò a mostrare il suo talento come lanciatore mentre frequentava la West Philadelphia High School. Dopo la scuola giocò in una locale squadra di minor league, per poi arruolarsi nella US Navy e combattere nella Seconda Guerra Mondiale. Max giocò per squadre di baseball della Marina e spesso inseriva un po' di comicità se il gioco stava diventando noioso. Di stanza alle Hawaii nel 1944, Patkin era il pitcher per una squadra di servizio. Joe DiMaggio colpì un fuoricampo sulla spenta palla diritta del lanciatore destro, e fingendosi arrabbiato Patkin gettò il guanto per terra e poi inseguì DiMaggio attorno alle basi, per la gioia dei fan, e così nacque la sua carriera di clown. Fu in uno di questi giochi che venne notato da Bill Veeck, che era a quel tempo proprietario della squadra dei Cleveland Indians, e lo assunse per incrementare le presenze alle partite a Cleveland. Gli Indians in quel momento stavano attraversando una crisi che durava da un paio di anni. Con un fisico allampanato (2 m per 84kg), la faccia di gomma, un naso enorme, e l'apparente ipermobilità, Max era fatto su misura per fare il clown. Bill Veeck disse a Max che era stato messo insieme da qualcuno che non aveva letto le istruzioni molto bene, mentre Joe Garagiola lo descrisse come un fenicottero sui carboni ardenti. Un giornalista scrisse che: "Qualcuno aveva iniziato dall’alto e aveva finito nel mezzo. Per prima cosa, si sono dimenticati di metterci le ossa. Sembrava che lo avessero trovato su un manico di scopa in un campo di grano" Dopo alcune stagioni, gli Indians cominciarono a vincere di nuovo, e anche se aveva catturato la folla, Bill Veeck decise che i suoi servizi non servivano più, e Max iniziò la sua lunga corsa di clown nelle leghe minori. Rivelò allora che, a quel punto della sua vita, avrebbe preferito tornare a lanciare ma venne incoraggiato da molti, compreso il grande Joe DiMaggio a continuare nella clownerie. Così iniziò una vita solitaria e peripatetica per Max, in costante movimento da un campo da baseball ad un altro, soggiornando in miseri hotel, viaggiando sui treni, ma facendo ridere il pubblico ogni sera della stagione. Si era esibito davanti a 80000 tifosi a Cleveland e a solo quattro in un ballpark del Montana la notte in cui Neil Armstrong scese sulla superficie della luna. Era anche apparso in più di un'occasione con le leggende del basket degli Harlem Globetrotters. "Ho dormito in stanze così piccole che dovevo uscire per cambiare idea" La tecnica comica preferita di Max era quella di fare la caricatura dei giocatori e dei manager (e volatili da cortile), a volte imitando il battitore durante la suo warm-up, a volte fingendo di essere uno dei coach di base, inseguendo anche il battitore attorno alle basi, come fece quella volta con Joe DiMaggio. Indossava una divisa cascante con un punto interrogativo (?) sulla parte posteriore al posto di un numero e un cap che era sempre di traverso. Mentre alcuni deridevano le sue rappresentazioni come banali, divenne una figura amata negli ambienti del baseball, soprattutto dopo un'apparizione nel film Bull Durham. Anche se era riuscito a risparmiare qualcosa come 50000 $ fino al 1951, perse costantemente tutto nel bere e nel gioco d'azzardo. La sua strada fu attraversata da due matrimoni, uno dei quali è stato quello con una ragazza che vendeva sigarette in un locale notturno e che aveva 17 anni meno di lui: "Una bionda alta con delle grandi bazooms". Bill Veeck impiegò Max in altre due occasioni quando divenne proprietario di due diverse squadre. La seconda passione di Max, dopo il baseball, era il ballo e fatti i dovuti conti c’erano pochi ballerini dotati come lui. Quando non faceva il clown allo stadio di baseball si esibiva in gare di ballo. Insegnò a Susan Sarandon un ballo frenetico per la scena di Bull Durham. Nel 1982 Max assunse il titolo di The Clown Prince of Baseball II in seguito alla morte del precedente titolare, Al Schacht. Durante gli anni ’80, Max osservò con amarezza come somme sempre crescenti di denaro avessero cambiato il suo amato baseball da un gioco popolare in un business da miliardi di dollari. Osservò come molti club avesssero chiuso, citando l'aria condizionata come una delle ragioni, così come la copertura televisiva. Egli diceva spesso che prima che l'aria condizionata fosse diventata così comune, l'unico modo per restare al fresco nelle calde serate estive era quello di uscire, così la gente andava a vedere una partita di baseball. Dopo l'incidente al Fenway nel 1993, Max decise che era tempo di appendere la divisa, e fece la sua ultima stagione. Si stabilì con la figlia in Pennsylvania, e morì di un aneurisma il 30 ottobre 1999, all'età di 79 anni. Mentre non è ancora stato inserito nella Hall of Fame del baseball a Cooperstown, Max Patkin ha già il suo posto nel Philadelphia Jewish Sports Hall of Fame, e nei ricordi di milioni di appassionati di baseball nel Nord America.
King Tut Richard King Nato 1905 King Tut fu originariamente un prima base della Negro League e giocò anche negli Indianapolis Clowns, ma era noto soprattutto come animatore per le varie squadre "clowns" del baseball nero. Era un uomo alto e magro, e collaborò con il nano Spec Bebop in molte routine comiche, tra cui la più famosa era quella della remata nella barca. King Tut (a sx), il manager Oscar Charleston e Connie Morgan (la prima donna nel baseball) degli Indianapolis Clowns Si vestiva con abiti eleganti e impersonava un "cafone borioso". Si esibì in molte partite tra l’Est e l’Ovest degli Stati Uniti ed era noto per il suo guanto di grandi dimensioni. Country Brown Elias Bryant (Country Brown, Al Schacht the second) Elias Bryant Country Brown fu un giocatore della Negro League per 16 anni, noto per la sua velocità e la battuta di contatto. Brown si afflosciò a .146 quando tornò ad Atlantic City nel 1926. Era a 2 su 11 nelle Negro World Series del 1926, che il suo club perse. Cambiò squadra nel 1927, firmando con i Brooklyn Royal Giants. Giocò per lo più in seconda base, battendo .286. Dopo aver scambiato le posizioni con l’outfielder Chino Smith nel 1928, Brown colpì .317, al secondo posto tra i Giants Royal. Brown rimase con Brooklyn fino al 1933 con una qualità ridotta in una delle peggiori squadre della Negro League. Nel corso della sua carriera, Brown divenne famoso per le sue pagliacciate, mentre era nel box del suggeritore. Di tanto in tanto si presentava alla battuta inginocchiato. Aveva una routine molto dettagliata in cui mimava i giochi d'azzardo, togliendosi l’abbigliamento e gettandoli in pegno. Sarebbe poi svenuto dopo aver visto i risultati di un immaginario lancio dei dadi. Brown, una volta entrò in campo con una pala per scavare una fossa per l’arbitro. Ebbe un alterco con suo fratellastro, Raymond Terrell, la mattina di Natale del 1937 e a causa di un colpo Brown si fratturò il cranio. Morì, nonostante fosse stato trasportato rapidamente all'ospedale di Harlem, che si trovava a poca distanza dalla casa. Articolo sul New York Amsterdam News de 1 gennaio 1938
Emmett Kelly Emmett Leo Kelly Leo Emmett Kelly nacque il 9 dicembre del 1898 a Sedan, Kansas, e divenne un grandissimo artista del circo americano. Creò il memorabile personaggio del clown "Weary Willie", basato sui vagabondi dell'epoca della Depressione. Suo padre lavorava nelle ferrovie, sua madre dirigeva una pensione a conduzione familiare ed egli crebbe in una fattoria del Missouri rurale. Dopo aver fatto svariati lavori, Kelly divenne un fumettista per una società di film muti a Kansas City e fu qui che delineò inizialmente il personaggio del clown barbone, che poi avrebbe interpretato. Kelly aveva sognato di unirsi al circo da quando era un ragazzino, e da giovane decise di trasformare questo sogno in realtà con l'acquisto di un trapezio e imparando come diventare un trapezista del circo. Il suo primo lavoro da circense fu come trapezista con il Great London Circus di Howe. Nel 1923, mentre lavorava con il suo numero al circo di John Robinson, Kelly incontrò e sposò Eva Moore, un'altra trapezista. Si esibivano insieme come gli "Aerial Kellys" e Emmett impersonava di tanto in tanto un clown dalla faccia bianca. Nel 1924, Eva rimase incinta e Emmett cercò di aumentare il suo stipendio interpretando un nuovo clown basato sugli sketches del suo "Weary Willy". Il boss dei clown, comunque, non credeva che il personaggio del vagabondo fosse appropriato per il circo, e così Emmett dovette continuare con il suo numero al trapezio e il clown dalla faccia bianca. Kenneth Hahn, Los Angeles County Supervisor; Walter O'Malley, Presidente dei Dodgers; Duke Snider; il sindaco di Los Angeles Norris Poulson e il clown Emmett Kelly. I politici di LA sono allo spring training dei Dodgers per discutere il trasferimento dei Dodgers a Los Angeles. Iniziò a lavorare come clown a tempo pieno nel 1931, e fu solo dopo anni di tentativi per convincere il management che egli fu in grado di passare da una faccia bianca al clown vagabondo che aveva abbozzato dieci anni prima. "Weary Willie" era una figura tragica: un clown, che di solito si poteva vedere spazzare le piste del circo dopo gli altri attori. In una scena indimenticabile provava a spazzare tra mille difficoltà l’anello di luce di un riflettore, e alla fine con grande genialità riusciva nel suo intento. Emmett Kelly "Caught sweeping up the light" from Walter Patrick Smith, AIA LEED A on Vimeo. La sua routine era rivoluzionaria a quel tempo: tradizionalmente il clown indossava la faccia bianca ed eseguiva scherzi e acrobazie per far ridere la gente. L’era della Grande Depressione, però, rese improvvisamente visibile a tutti la figura del barbone e del vagabondo che fu accettata dal pubblico americano. Kelly a Vero Beach, Florida, in una foto datata 27 giugno 1957 Nel 1933, Kelly apparve nelle vesti dell'ormai famoso Weary Willie, il personaggio che avrebbe interpretato per il resto della sua vita. Lasciò il circo di John Robinson, e passò, prima, all’Hagenbeck-Wallace Circus, per poi andare, nel 1935, al Cole Brothers & Clyde Beatty Circus, e infine si al Mills Circus in Inghilterra alla fine degli anni 1930. Emmet Kelly ascolta il giocatore Dick Groat, dei Pirates, e il manager Walter Alston (# 24), dei Dodgers, mentre conferiscono con gli arbitri Fu mentre era con il circo Mills che Kelly attirò l'attenzione di John Ringling North, il quale, nel 1942, lo reclutò per il Ringling Brothers Barnum & Bailey Circus. Dal 1942 al 1956 Kelly lavorò per il Ringling, dove divenne una grande attrazione, anche se quando prese il via la stagione del baseball nel 1956 iniziò ad esibirsi come la mascot della squadra dei Brooklyn Dodgers. I tifosi ricordavano amorevolmente il Sad Tramp Clown che vagava in giro per il diamante da baseball e sulle tribune esibendo la sua comica genialità. I tifosi amavano vedere le sue buffonate che spesso si ritorcervano contro di lui: imitando i giocatori, negli inseguimenti dentro e fuori dal campo, e nella pulizia del suo piatto - il piatto di casa base! Emmett Kelly pulisce il piatto - piatto di casa base in questo caso - durante una partita tra i Dodgers e i Braves il 15 aprile 1962, al Dodger Stadium Recitò anche a Broadway (Please Keep Off the Grass) e comparve in alcuni film (The Greatest Show on Earth di Cecil B. DeMille e The Clowns di Fellini). A partire dal 1957, lavorò con il Shrine Circus e fece apparizioni personali in tutto il mondo. Emmett Kelly allo stadio dei Dodgers con un piccolo fan L’11 marzo 1956, Kelly fu il “mystery guest” nella trasmissione What's My Line?, rispondendo alle domande con dei grugniti, piuttosto che parlare dicendo sì o no.
Kelly è raffigurato in una famosa fotografia, ancora in costume da clown, mentre cerca di spegnere le fiamme che devastarono, durante la performance del pomeriggio, il Ringling Brothers Barnum & Bailey Circus a Hartford, Connecticut, il 6 luglio 1944, in cui morirono 167 persone. Secondo i testimoni oculari, fu una delle poche volte in cui Kelly fu visto piangere. La famosa foto di Emmett Kelly durante l’incendio del circo - 'The Day the Clowns Cried' Emmett Kelly morì a 80 anni per un attacco cardiaco il 28 marzo 1979, nella sua casa di Sarasota, in Florida. E' sepolto nel Rest Haven Memorial Park, a Lafayette, Indiana. L’Emmett Kelly Museum si trova a Sedan, Kansas. Emmett Kelly, con il governatore della California Ronald Reagan in una foto pubblicata l'8 settembre 1967 Kelly venne eletto nel 1989 nell’International Clown Hall of Fame e, nel 1994, nell'Internazional Circus Hall of Fame. Dal 1998, Kelly è stato inserito nella Hall of Famous Missourians, e un suo busto in bronzo è stato eretto nella rotonda del Campidoglio dello Stato del Missouri. "Dem Bums" Verso la fine del 1930, i Dodgers si erano guadagnati la fama di adorabili perdenti. Un giorno del '39, il vignettista sportivo Willard Mullin del New York World Telegram chiese a un tassista cosa stavano facendo i Dodgers. Il tassista rispose, "Dem Bums, are bums". L'incontro diede a Mullin un'idea, che ben presto sviluppò in un personaggio dei fumetti, il "Brooklyn Bum", a simboleggiare la squadra. Sia i tifosi che i giornali spesso definirono la squadra di Brooklyn come "Dem Bums". Anche il clown del circo Emmett Kelly, che aveva creato il personaggio del vagabondo "Weary Willie", e al quale Mullin si era ispirato, prese parte apparendo spesso all’Ebbets Field come mascot non ufficiale dei Dodgers. I tifosi dei Brooklyn abbracciarono l'informale soprannome e il disegno. Divenne così popolare che molte guide dei Dodgers tra gli anni 1951 e il 1957 furono caratterizzate dall'illustrazione di Willard Mullin del famoso Brooklyn Bum. |
L’antagonismo tra i Dodgers e i Giants è di lunga data ed è una delle maggiori rivalità storiche del baseball. L’ostilità tra i Los Angeles Dodgers e i San Francisco Giants ebbe inizio nel tardo 19° secolo, quando entrambe le squadre risiedevano a New York City, con i Dodgers che giocavano a Brooklyn e i Giants che giocavano al Polo Grounds di Manhattan. Dopo la stagione 1957, il proprietario dei Dodgers, Walter O'Malley, decise di spostare la squadra a Los Angeles, anche per motivi finanziari. Lungo la strada, era riuscito a convincere il proprietario dei Giants, Horace Stoneham (interessato a trasferire la sua squadra a Minnesota) che per conservare la rivalità, portasse pure lui la sua squadra in California. I fans di New York, rimasero storditi e il loro cuore si spezzò per il trasferimento. Dato che le città di Los Angeles e San Francisco erano state a lungo concorrenti economiche, culturali e politiche, la nuova sede in California, diventò terreno fertile per il loro trasferimento. La capacità di ciascuna squadra di essersi sopportate per oltre un secolo, mentre saltavano attraverso un intero continente portò alla rivalità che è considerata uno delle più grandi nella storia dello sport. A differenza di molti altri storici confronti del baseball, in cui una squadra rimane dominante per la maggior parte della loro storia, la rivalità Dodgers-Giants ha esibito un persistente equilibrio nei rispettivi successi delle due squadre. Mentre i Giants hanno più vittorie nella storia della franchigia, entrambe le squadre hanno vinto ciascuna 18 pennant della National League, più di ogni altra franchigia, e sei titoli delle World Series. La vittoria nelle World Series del 2010 è stato il primo titolo dei Giants dopo il trasferimento in California, mentre l'ultimo titolo dei Dodgers risale alle World Series del 1988. Nel 1880, a New York giocavano una serie di squadre di baseball professionistiche nella National League e nell'American Association. Nel 1889, ogni League aveva un solo rappresentante a New York - i Giants e i Dodgers - e le squadre si incontrarono in una prima versione delle World Championship Series, in cui i Giants sconfissero i Dodgers per 6 partite a 3. Nel 1890, i Dodgers si trasferirono nella National League e la rivalità entrò ufficialmente in vita. Anche se le due squadre erano naturalmente rivali (geograficamente vicine e tutte e due della National League) in ogni caso, l'animosità tra le due squadre andava più in profondità della semplice competitività. I fans dei Giants erano visti come l’élite di Manhattan, mentre i fans dei Dodgers tendevano ad essere più proletari con molti immigrati, appena arrivati, nel clima della classe operaia di Brooklyn. Il proprietario dei Giants Andrew Freedman nel 1900 tentò di far sì che la National League dividesse equamente tutti i profitti nonostante i successi delle squadre. Questo avvenne lo stesso anno che i Dodgers vinsero il pennant e i Giants finirono ultimi. Agli inizi del 1900, la rivalità aumentò a causa di un odio personale di lunga data (inizialmente una differenza di business) tra Carlo Ebbets, titolare dei Dodgers , e John McGraw, manager dei Giants. I due usarono le due squadre come surrogato per la loro lotta, che causò incidenti tra i giocatori sia sul campo che fuori, e infiammò gli animi dei tifosi locali, a volte a livelli mortali. Nel 1940, l’ arbitro George Magenkurth venne brutalmente picchiato durante una partita da un fan arrabbiato dei Dodger apparentemente per aver fatto una chiamata pro Giants, e la rivalità si dice sia stato il motivo per almeno un omicidio fan contro fan, nel 1938, e un altro nel 2007 nelle immediate vicinanze di AT & T Park. Il futuro manager dei Dodgers Joe Torre ha ricordato come si sentiva minacciato di essere un fan dei Giants nelle Series essendo cresciuto a Brooklyn. Durante gli ultimi anni per entrambe le squadre di New York, i giocatori furono spesso impegnati in propositi aggressivi e alterchi fisici. Nel 1965, il lanciatore dei Giants Juan Marichal colpì il catcher dei Dodgers John Roseboro in testa con una mazza. Una lunga ed equilibrata storia Dal 1901, i Dodgers e i Giants giocarono più partite testa a testa di ogni altra coppia di squadre della Major League Baseball. Nei loro 2158 incontri (stagioni dal 1901 al 2010), i Giants ne hanno vinto 1171 e i Dodgers 1149. In proporzione St. Louis Cardinals, Pittsburgh Pirates e i Chicago Cubs (nelle partite giocate tra di loro) sono alle spalle del record delle due squadre originarie di New York dal 1901 in poi. In totale (dal 1890 al 2007), hanno giocato 2283 partite una contro l'altra. I risultati del 2010 hanno continuato a riflettere l'equilibrio esistente con i Dodgers e i Giants che si sono divisi le serie della stagione, rispettivamente, con 8 partite contro le 10 di San Francisco. Se si ordinano per numero di vittorie le franchigie di tutti i tempi della MLB, i Giants (10436 vittorie) e i Dodgers (10135 vittorie) sono primi e terzi, rispettivamente, mentre la piazza d’onore spetta ai Chicago Cubs (10240 vittorie). La cosa che è degna di nota circa la rivalità non è solo l'equilibrio tra le squadre, ma anche come entrambi hanno spesso giocato in modo significativo verso la fine dell'anno. Dal 1951, i Dodgers e i Giants terminarono primi e secondi undici volte, e in altri 3 anni sono stati entrambi primi per diverse partite. Altrettanto importante è il ruolo che svolse una squadra nel dare disturbo all’altra negli anni in cui non erano direttamente concorrenti alla corsa al pennant. I New York Giants hanno vinto in 68 anni di serie contro i Brooklyn Dodgers, 722 partite e perse 671. Ma dal momento che si trasferirono nella West Coast nel 1958, i Dodgers sono più avanti nelle 927 partite giocate tra le due squadre fino al 2010, con 478 vinte e 449 sconfitte. Le drammatiche corse al pennant ● Una delle più famose corse al pennant della storia è quella del 1951. I Dodgers avevano un vantaggio di 13 partite e ½ sui Giants, l’11 agosto, quando il manager dei Brooklyn Chuck Dressen disse la celebre frase: "I Giants sono morti!". Guidati dal rookie Willie Mays, tuttavia, i Giants suonarono la carica e tra la fine d’agosto e settembre presero e superarono i Dodgers. I Dodgers recuperano vincendo la partita finale della stagione, affiancando i Giants al primo posto e fu necessario un playoff di tre partite per il pennant. I Giants vinsero la prima partita, i Dodgers la seconda. I Giants vinsero la terza partita dello spareggio con un drammatico fuoricampo al nono inning battuto da Bobby Thomson, nella giocata conosciuta come "Shot Heard 'round the World". Una famosa vignetta sulla rivalità tra Giants e Dodgers di Willard Mullin Flash dei disegni di Mullin sulla rivalità tra Giants e Dodgers ● Nel 1959, i Giants erano davanti ai Dodgers di tre partite il 6 settembre. Ciò nonostante, una sweep di tre partite alla fine della stagione a favore dei Dodgers eliminò dalla contesa San Francisco e permise a Los Angeles di catturare i Braves al primo posto. I Dodgers li sconfissero in due partite, nei playoff al meglio delle tre, in corsa per vincere le World Series. Questo inaugurò le gare chiuse per il pennant tra le due squadre degli anni ‘60, in cui i Giants e Dodgers finirono a non più di 11 partite tra di loro e primi per quattro volte fino al 1966 (tre volte i Dodgers e una i Giants). Nel 1965, i Giants ottennero una striscia di 14 vittorie consecutive a inizio settembre con un vantaggio di 4 partite e mezzo, ma i Dodgers risposero con una striscia di 13 vittorie consecutive e vinsero 15 delle loro 16 partite finali, per battere i Giants di due gare. Nel 1966, una corsa a tre tra i Dodgers, Giants e Pirates si snodò fino all'ultimo giorno della stagione. I Dodgers giocarono la seconda partita di un doubleheader con i Phillies davanti ai Giants di una gara. Se avessero perso i Dodgers, i Giants sarebbero stati eliminati per ½ partita e avrebbero dovuto volare a Cincinnati a giocare una partita rinviata per la pioggia all'inizio della stagione. Se i Giants avessero vinto quella partita, avrebbero poi incontrato i Dodgers in un playoff. Ma i Dodgers vinsero la seconda partita a Philadelphia per poi vincere il pennant di 1 partita e ½. Nel 1971, i Dodgers recuperarono un deficit di 6 partite e ½ a settembre portandosi ad una gara dai Giants, leader della National League West, con una partita da giocare. Ma mentre i Dodgers venivano sconfitti dagli Houston Astros, i Giants vinsero sui San Diego Padres per vincere la division. ● La conclusione più stretta accadde nel 1962, quando i Dodgers, combattendo contro gli infortuni e una crisi che li colpì, bruciarono lo svantaggio, raggiungendo i Giants in cima alla classifica della National League al termine della stagione regolare, proprio come nel 1951. Nei successivi playoff di tre partite per il pennant, si arrivò alla terza e decisiva. I Giants in svantaggio al nono inning (questa volta come squadra ospite), per 4 a 3 e con due out, misero a segno altri tre punti vincendo la partita, i playoff e il pennant. Questo fu l'ultimo playoff al meglio dei tre tie-break, in entrambe le League, ora invece viene utilizzata un’unica partita di spareggio. Come nel 1951, la vittoria dei playoff si rivelò essere ad ogni costo il marchio della stagione per i Giants, perché poi persero le World Series con i New York Yankees in entrambe le occasioni. Durante la stagione, il fan dei Dodgers e nativo di Brooklyn, Danny Kaye, lanciò una canzone comica chiamata "DODGERS" che raccontava una fantasiosa partita tra i due club, con una rimonta miracolosa dei "Flatbush Refugees". Nell'ultima riga, Kaye chiedeva: "Credi davvero che vinceremo il pennant?" La risposta risultò essere "No", anche se avrebbero vinto le World Series l'anno successivo. ● I Dodgers brutalmente restituirono il favore nel 2004. Dopo aver praticamente utilizzato ogni relievo del bullpen, i Giants tentarono di mantenere il vantaggio di 3 a 0 nella parte bassa del nono, ma le basi su ball ed un errore gettarono i presupposti per il drammatico grand slam di Steve Finley contro Wayne Franklin, che diede il titolo della division ai Dodgers. Anche con la wild card ancora in palio, questo passo falso si rivelò disastroso per i Giants - nonostante la bella prestazione dell’asso Jason Schmidt nella disfatta per i Dodgers del giorno seguente per 10 a 0 - perché gli Astros vinsero e, per una partita di vantaggio nella Central Division, eliminarono i Giants dalla contesa dei playoff. Se i Giants avessero vinto anche la partita precedente, avrebbero costretto alla gara di playoff i Dodgers a San Francisco per la corona della division. Ironia della sorte, Finley avrebbe giocato per i Giants nel 2006. Spoilers (Elementi di disturbo) Quando non furono in parità per il primo posto durante gli ultimi giorni della stagione, entrambe le squadre diedero vita ad una lunga e complessa storia di eliminazioni dei loro rivali dalla contesa dei playoff. ● Nel 1980 i Dodgers erano in vantaggio all'ottavo inning a San Francisco, nell'ultima partita della seconda e ultima serie dell'anno. Questa sconfitta, maturata al nono, lasciò cadere i Dodgers a tre partite dietro gli Astros e costò loro la possibilità di vincere la National League West Division. Riuscirono ad agganciare Houston con una sweep nella serie di tre gare giocate a Los Angeles, le ultime tre dell'anno. Furono costretti a giocare contro gli Astros una partita di playoff che persero. ● Nel 1982, i Dodgers e i Giants erano in parità al secondo posto nella NL West, ad una partita dietro gli Atlanta Braves, affrontandosi l'un l'altro nelle ultime tre partite dell'anno. I Dodgers vinsero le prime due partite 4-0 e 15-4 per eliminare i Giants, ma poi San Francisco sconfisse i Dodgers, fuori dalla corsa scudetto nell'ultimo giorno della stagione con un homer al settimo inning da tre punti di Joe Morgan, vincendo la partita per 5 a 3. Così, i Braves finirono primi su tutti di una partita. ● I Giants lo fecero di nuovo nel 1991, quando i Dodgers finirono ad una partita dietro i Braves dopo averne lasciate due, delle tre, a San Francisco durante il weekend finale. Trevor Wilson lanciò una complete game shutout il giorno in cui i Dodgers furono eliminati. ● I Dodgers risposero con la stessa moneta nel 1993, con due home run di Mike Piazza e un complete game di Kevin Gross sconfiggendo i Giants per 12 a 1 nell'ultima giornata della stagione che li tenne fuori (nonostante le 103 vittorie) dai playoff in quello che molti considerano l'ultima vera corsa al pennant (prima della wild card del 2010). Fedeli allo spirito equilibrato della rivalità, pur vincendo le prime tre partite di questa serie di quattro gare a Los Angeles, i Giants non furono in grado di effettuare una sweep sui Dodgers nel loro stadio in una serie di quattro partite per la prima volta dal 1923, e i Braves vinsero la division per una gara. Casualmente, gli eroismi di Piazza del 1993 avvennero il 3 ottobre, una data che fino ad allora aveva caratterizzato le due vittorie per il pennant dei Giants sui Dodgers (1951 e 1962) ed una drammatica eliminazione del loro arci nemico (1982). ● Nel 1997, alla fine di settembre i Giants ottennero una sweep di due gare sui Dodgers al Candlestick Park caratterizzato dal volteggio di Barry Bonds dopo un home run nella prima partita e l’eroico fuoricampo di Brian Johnson, in fondo al 12° inning nel secondo, agganciando i Los Angeles al primo posto e proiettandoli alla fine ai playoff. L'impatto sulle due organizzazioni fu significativo; Fred Claire, che era allora general manager dei Dodgers, disse che "quei due giorni rimarranno con me per gli ultimi 10 anni", e l'editorialista sportivo del Los Angeles Times, Bill Plaschke, sostenne che "questo aveva portato a uno sconvolgimento organizzativo ... che avrebbe richiesto ai Dodgers quasi un decennio per recuperare". Al contrario, i Giants, dal 1997 al 2003, ottennero più apparizioni ai playoff dagli anni '30. ● I Dodgers però fecero del loro meglio per ricambiare il favore. Nel 2001, i Giants finirono due giochi dietro agli Arizona Diamondbacks, con i Dodgers che vinsero due delle ultime tre partite dell'anno a San Francisco, nonostante il record di 73 fuoricampo di Barry Bonds nella stagione. Nella prima partita della serie, Bonds colpì il 71° fuoricampo, rompendo il suo record, della stagione contro Chan Ho Park, ma i Dodgers vinsero la partita, consentendo così agli Arizona di aggiudicarsi il titolo della division. Tutti questi eventi e le loro associate stranezze e simboli furono apprezzati dai tifosi delle due squadre. In un unico caso la rivalità giocò una eliminazione "indiretta". Parecchi fans dei New York Mets, che erano stati tifosi dei Brooklyn negli anni passati, nel loro campionato vincente del 1969, provarono un piacere indiretto quando i Mets buttarono fuori i Chicago Cubs dalla corsa allo scudetto, dopo che erano stati primi per gran parte dell'estate. I Cubs erano allenati da Leo Durocher, che come manager dei Giants aveva eliminato i Dodgers nel 1951, mentre i Mets erano allenati dal vecchio beniamino dei Dodgers, Gil Hodges. Pennant e Campionati del mondo I Dodgers hanno vinto 9 pennant a Brooklyn, e altri 9 a Los Angeles. I Giants hanno vinto 14 pennant a New York e 4 a San Francisco. Quando le squadre erano a New York, i Giants vinsero 5 World Series, mentre i Dodgers ne vinsero solo una. Dopo il trasferimento in California, avvenne il contrario, i Dodgers ne vinsero 5, e i Giants una. Sia a New York che in California, una squadra precedette l'altra nella vittoria delle World Series solo una volta in due anni consecutivi. A New York, i campioni del mondo dei Giants precedettero i Dodgers vincitori delle uniche WS a Brooklyn, nel 1955. Mentre in California, i campioni del mondo dei Dodgers precedettero i Giants per primi nel 1959. Più recentemente, i Giants avanzarono dai playoff al pennant nelle stagioni 2002, 2003 e nella loro ultima stagione vincente del 2010. I Dodgers andarono ai playoff nel 2004, 2006, 2008 e 2009, ma non riuscirono a vincere un pennant dalle loro ultime World Series del 1988. La reazione dei fans Gli ardenti tifosi di ogni club sono inclini a considerare gli altri come i loro "più odiati" rivali, godendo delle sventure dell'altrui squadra quasi quanto del successo della propria. Un tipico fan dei Giants sarebbe pronto a chiedere "Che fanno i Dodgers perdono?" come se chiedessero "Che fanno i Giants vincono?" e viceversa. Questa visione è sostenuta dai costanti solidi numeri di spettatori alle partite dei Giants vs. Dodgers in entrambi i campi, e anche ad una maggiore copertura mediatica. Un buon esempio di questo è che durante le finali di 3 partite delle serie Dodger vs. Giants nel 1991, i Giants richiamarono più di 150000 fans. La presenza di pubblico in questi 3 giochi rappresentava quasi 1/10 dei loro fans totali (1.7 milioni) per l'intero programma di 81 partita in casa, e spinse almeno un reporter su ESPN a chiedersi se l'euforia nella Bay Area a seguire le partite riflettesse l’illusione che i Giants avrebbero vinto le World Series, piuttosto che semplicemente eliminare i Dodgers. Nel 2009, Forbes ha valutato che la rivalità Giants-Dodgers è la più intensa nel baseball grazie alla sua duratura competitività, attraverso il 20° secolo e la propensione di entrambi i fanbases di vedere sovraccaricati i biglietti per le partite Dodgers-Giants (con un ricarico del 44% per la stagione 2008). La rivalità si estende oltre i tifosi, ai giocatori. Jackie Robinson si ritirò dopo essere stato ceduto dai Dodgers ai Giants nel dicembre del 1956. Secondo la leggenda, e il suo compagno di squadra Tommy Lasorda, lo fece perché odiava i Giants dopo dieci anni di Dodger Blue. Questa concetto è stato contestato, per il fatto che Robinson avrebbe avuto 38 anni quando sarebbe iniziata la nuova stagione, e semplicemente decise di ritirarsi. In ogni caso, in un gesto che trascende questa rivalità riscaldata, il numero '42', della divisa dei Dodgers di Robinson che è stata ritirata, è appeso nel ballpark dei Giants, AT & T Park, così come avviene in tutti gli altri ballparks della MLB in memoria della sua rottura della barriera razzista nel baseball. Così come Robinson, Willie Mays si rifiutò di firmare con i Dodgers dopo la stagione 1972, e fu ceduto ai New York Mets, i successori sia dei Giants che dei Dodgers a New York. Entrambe le squadre giocano nella National League Western Division, e grazie al calendario ponderato, giocano 18 partite testa a testa ogni anno. Questo è paragonabile alle 22 partite che hanno affrontato, ogni anno, l'una contro l'altra a New York e a Brooklyn. Incidenti tristemente noti Forse l'incidente più noto tra questi due club si verificò il 22 Agosto del 1965. In una partita al Candlestick Park, il lanciatore dei Giants Juan Marichal aveva colpito due battitori dei Dodgers con lanci brushback. Il lanciatore dei Dodgers Sandy Koufax non gradendo per rappresaglia lanciò solo una palla molto alta sopra la testa di Willie Mays. Quando arrivò dopo Marichal a battere, Koufax apparentemente non aveva alcun interesse a rivalersi direttamente contro di lui. Ma Marichal sentiva che il catcher dei Dodgers Johnny Roseboro era interessato, come egli sostenne. Roseboro stava restituendo le palle a Koufax pericolosamente vicino alla testa di Marichal e gli sfiorò l'orecchio con un tiro dopo aver preso una palla caduta a terra. Come Marichal e Roseboro cominciarono a discutere, Marichal (# 27) colpì il catcher dei Dodgers sulla testa con la sua mazza. Si accese subito una rissa tra le due panchine. L’infielder dei Giants Tito Fuentes (# 26) impugnando una mazza minacciò gli avversari, ma non la usò. La rissa fu sedata dai due pacificatori Willie Mays dei Giants e da Koufax dei Dodgers. Mays aiutò l’insanguinato (ma non gravemente ferito) Roseboro a uscire fuori dal campo di San Francisco. Marichal alla fine divenne amico di Roseboro e gli rimase vicino fino alla sua morte nel 2002 e parlò anche al suo funerale. L'attore e performer Roger Guenver Smith mise in scena il suo one-man show sulla vicenda intitolato "Juan e John", al Public Theater di Manhattan nel dicembre del 2009. Marichal e la figlia di Roseboro, Morgan Fouch Roseboro, presenziarono al debutto. Nella stagione 1981 un membro dei Dodgers, Reggie Smith fu insultato da un fan dei Giants Michael Dooley, e gli lanciò contro l’elmetto di battuta. Smith poi saltò in tribuna al Candlestick Park e iniziò a prenderlo a pugni. Venne espulso dal gioco, e Dooley fu arrestato. Cinque mesi dopo, Smith andò ai Giants come free agent. |
"Whiz Kids" fu il nickname dato ai Philadelphia Phillies nel 1950. Questa squadra, con una età media di soli 26,4 anni di età, vinse il pennant della National League. Dopo che il proprietario R.R.M. Carpenter Jr. aveva costruito un roster baby, il team vinse per la maggior parte della stagione 1950, andando, però, in slump verso la fine e consentendo ai Brooklyn Dodgers, detentori del titolo della National League, di guadagnare terreno nelle ultime due settimane. La serie finale della stagione era contro i Brooklyn, e nell’ultima partita schierarono le due stelle, Opening Day starting pitchers, i destri Robin Roberts e Don Newcombe, uno contro l'altro. I Phillies sconfissero i Dodgers negli extra innings, con un fuoricampo da tre punti di Dick Sisler in cima al decimo inning. Nelle World Series che seguirono, gli Whiz Kids furono spazzati via dai New York Yankees, alle loro seconde World Series delle cinque consecutive. Il fallimento degli Whiz Kids, dopo aver vinto un altro pennant e dopo una stagione condotta in solitario, venne attribuito a molteplici teorie, la più importante delle quali fu la riluttanza di Carpenter di integrare la sua squadra con giocatori di colore, dopo aver vinto il titolo della NL con una squadra di soli bianchi. Whiz Kids 1950 Prima del 1950 L’ultima apparizione nelle World Series dei Phillies era stata nel 1915, che fu la sola incursione della franchigia nella postseason fino al 1950. In tali Series, furono sconfitti dai Boston Red Sox, quattro giochi a uno. Dal 1933 al 1948, i Phillies finirono per 16 stagioni consecutive penultimi o ultimi, un record della Major League che rimase fino al 2009 (interrotto dai Pittsburgh Pirates). Ben Chapman, che aveva allenato i Phillies 1945-1948, lamentò la perdita del general manager Herb Pennock, morto durante la stagione finale di Chapman. Bob Carpenter, il nuovo proprietario della squadra, sostituì Chapman dopo le sue esternazioni ai media che Pennock doveva essere sostituito con "un altro forte uomo di baseball". Il nuovo manager, Eddie Sawyer, arrivò nella stagione 1948 e trascinò i Phillies a un record vincente nel 1949 (81-73). L’approccio della costruzione del team di Carpenter si fondò sull’ampio approvvigionamento di giocatori secondo il bonus rule. Il bonus di firma per i giocatori nella squadra del 1950 variava da 3000 (27370 dollari attuali) a 65000 $ (593024). I Dodgers, nel frattempo, erano apparsi nelle World Series del 1947 e 1949, perdendole entrambe contro i New York Yankees. L’apparizione dei Phillies contro gli Yankees nelle World Series del 1950 fu l'unica volta nel conseguimento dei cinque scudetti consecutivi degli Yankees (1949-1953) in cui non affrontarono un’altra delle squadre di New York City (i Dodgers o i Giants). La stagione 1950 I Phillies aprirono la stagione con una vittoria per 9-1 contro i Dodgers il 18 aprile. I partenti della partita furono Robin Roberts per Philadelphia e Don Newcombe, vincitore di 17 partite nella stagione precedente, per Brooklyn. Dopo aver perso gara due con i Dodgers, i Phillies giocarono quattro partite contro i Boston Braves, perdendone due, pareggiandone una, e vincendone una; il rilievo Jim Konstanty guadagnò la sua prima vittoria nell’ultima partita della serie. Tre partite a New York contro i Giants e Dodgers non migliorarono il record della squadra, ma vinsero tre delle successive quattro contro Boston. Nel mese di maggio, il team accumulò la sua più lunga striscia vincente della stagione, quando vinsero sei partite consecutive, quelle contro i St. Louis Cardinals, una sweep di tre partite con i Redlegs Cincinnati, una contro i Pittsburgh Pirates, e l'ultima contro i Giants. Konstanty guadagnò un'altra vittoria contro New York, i Phillies ottennero due vittorie nella serie di tre partite, e alla fine di maggio i Phillies andarono al massimo, con una striscia di cinque vittorie contro Pittsburgh e Giants. Due doubleheaders contro Giants e Brooklyn portrono tre sconfitte per finire il mese.
Robin Roberts Giugno-Luglio Nei mesi centrali della stagione, gli Whiz Kids giocarono con forza, intagliando un record vincente di 14-11 in giugno e 21-13 in luglio. Ai primi di luglio, i Phillies misero insieme una striscia di quattro vittorie contro le due squadre della Lega Nazionale di New York, spazzando i Giants in una serie di due gare e vincendone due delle tre con Brooklyn. Nel 1950 l’All-Star Game venne giocata l’11 luglio, con quattro Phillies selezionati per il roster. Willie Jones iniziò in terza base e leadoff della partita, mentre Roberts fu selezionato come il lanciatore partente. Konstanty e Dick Sisler furono nominati come riserve per il bullpen e in campo esterno rispettivamente. I Phillies giocarono dodici doubleheaders nel mese di giugno e luglio, tra cui tre set in giorni consecutivi (il 16 luglio e il 18 contro i Chicago Cubs e il 19 luglio contro Pittsburgh). Agosto-Settembre: corsa al Pennant Agosto fu il mese più forte degli Whiz Kids, con un record di 20-8 e una percentuale di vittorie di .714. Nel mese di agosto e settembre, i Phillies misero insieme due strisce di cinque vittorie e una di quattro. Entro il 20 settembre, i Phillies avevano un vantaggio di sette partite e mezza su Boston e nove sui Brooklyn. Tuttavia, gli infortuni cominciarono a montare, e con questi arrivarono le perdite dei giocatori e dei giochi. Tra le vittime c’erano il lanciatore Bob Miller, che si infortunò alla schiena scivolando sulle scale bagnate e l’outfielder Bill Nicholson, con una diagnosi di diabete, rimase fuori per il resto della stagione. Nell'ultima settimana della stagione, con il loro vantaggio sui Dodgers di quattro partite, i Phillies caddero nei doubleheaders back-to-back con i Giants, e persero la partita successiva a Brooklyn entrando nel loro più lungo slump della stagione, avviati a giocare la partita finale all’Ebbets Field. Un'altra sconfitta con i Dodgers avrebbe costretto i Phillies ai playoff al meglio delle tre partite per il pennant della National League. Finale contro Brooklyn Nessuno nella clubhouse Phillies sapeva chi avrebbe lanciato l'ultima partita della stagione contro i Dodgers, tranne Sawyer, fino a un'ora prima della partita, quando il manager consegnò la palla a Roberts. Opposto a Roberts c’era Newcombe, che aveva aperto la stagione contro i Phillies perdendo 9-1. Roberts concesse una base su ball nella parte bassa del primo inning, ma nessun’altro corridore dei Brooklyn andò in base fino al quarto inning. I Phillies, contro Newcombe, avevano messo quattro corridori in base grazie a tre singoli e una base su ball, ma nessuno avanzò oltre la prima base. Nella parte inferiore del quarto, Pee Wee Reese colpì un doppio per i Dodgers, ma Roberts mise strikeout i successivi tre battitori. Nel sesto inning, Sisler era in base, dopo aver colpito un singolo all’esterno destro nel buco tra il prima base Gil Hodges e il seconda base Jackie Robinson. Willie Jones mise a segno un singolo a sinistra, spingendolo a casa per il primo punto della partita, la sua valida venne definita "la più importante nella storia Phillies per quel punto". I Dodgers pareggiarono il gioco su un home run di Reese nella parte bassa del sesto. La palla colpì lo schermo che faceva da muro sull’esterno destro. Se batteva sullo schermo, sarebbe stato un doppio per regola, ma la palla si fermò senza cadere su una sporgenza e lì rimase. Reese che conosceva le strane regole del suo stadio, sapendo che la palla era ancora in gioco, corse a tutta velocità facendo il giro delle basi per un homer che pareggiò la partita. I Phillies misero degli uomini sulle basi nel settimo, ottavo e nono, mentre Roberts concesse una sola valida al catcher dei Dodgers, Roy Campanella, nella ottavo, ma il punteggio rimase in parità, 1-1. In fondo al nono inning, Roberts diede la base a Cal Abrams, che avanzò in seconda su un singolo di Reese e corse a casa base su un forte singolo al centro di Duke Snider. Richie Ashburn tirò la palla al catcher Stan Lopata dalla sua posizione al centro del campo, e il catcher eliminò Abrams al piatto. Con corridori in seconda e terza, Roberts diede la base intenzionale a Robinson per caricare le basi, poi costrinse Carl Furillo a un foul ball per la presa di Eddie Waitkus.
Dick Sisler (a sinistra) autore del fuoricampo al 10° inning con il manager Eddie Sawyer dopo la vittoria Dopo che Roberts ebbe eliminato l'ultimo battitore, si andò agli extra inning. Newcombe concesse valide a Roberts e Waitkus, che avanzarono in seconda e terza quando Ashburn mise a terra un bunt di sacrificio. Sisler si presentò alla battuta e colpì una fastball alta oltre il muro a sinistra del campo, danzando in prima base come la vide volare fuori. Confortato, di nuovo sul monte di lancio con un vantaggio di 4-1, Roberts eliminò i battitori nel decimo inning, assicurandosi la vittoria, il complete game e il pennant, il secondo dei Phillies nella storia della franchigia.
La gioia dei Phillies dopo l'ultimo out nella partita vinta 4 a 1 contro i Dodgers World Series Sawyer ribaltò la rotation di tutto il campionato nominando Konstanty, il suo closer, partente in Gara 1; aveva poche opzioni senza Roberts, che aveva giocato quattro partite in otto giorni, il rookie Bubba Church, che era stato colpito a un occhio con un line drive e Curt Simmons, chiamato per il servizio militare il 10 settembre. Konstanty perse la partita; pur consentendo un solo punto e cinque valide in otto inning lanciati, mentre lo starter degli Yankees Vic Raschi realizzò una shutout e complete game, con cinque strikeout. Roberts ritornò sul monte per affrontare Allie Reynolds nella seconda partita, ma concesse un punto non potendo vincere la partita per i Phillies, quando Joe DiMaggio colpì un home run nella parte superiore del decimo inning mettendo gli Yankees avanti nella partita per 2-1, e nelle Series per 2-0. Con Ken Heintzelman sul monte di lancio in Gara 3, i Phillies colpirono meglio degli Yankees, ma non riuscirono a segnare abbastanza punti. Gli “Whiz Kids” persero, 3-2. Bob Miller era l'ultima speranza dei Phillies per una vittoria, ma il rookie non entrò mai in partita contro il ventunenne Whitey Ford, e persero l'ultima partita, 5 a 2, diventando la prima squadra a subire una sweep nelle World Series dai Cincinnati Reds del 1939. Records e l'eredità Jim Konstanty diventò il secondo Phillie a vincere il Most Valuable Player Award, dopo Chuck Klein (1932); con le sue 22 salvezze e 16 vittorie da rilievo, entrambi record della National League. Del Ennis fu leader della squadra nella media battuta, fuoricampo e RBI, mentre Roberts con le 20 vittorie nel 1950 diede inizio a sei stagioni consecutive con 20 o più vittorie. La leadership del veterano catcher Andy Seminick trascinò la squadra e contribuì a guidare il giovane pitching staff. Roberts disse di Seminick: "Se dovessi scegliere un ragazzo che fosse il nostro leader nella clubhouse in quell’anno, sarebbe Andy. Ha sempre giocato duro, ed è stato il suo migliore anno in assoluto". Sei giocatori furono eletti membri del Philadelphia Baseball Wall of Fame: l’outfielder Ashburn, i lanciatori Roberts, Konstanty, Simmons, e gli infielders Hamner e Jones. Gli Whiz Kids eletti nella National Baseball Hall of Fame and Museum comprendono Roberts, entrato nella Hall nel 1976, e Ashburn, eletto nel 1995. Il nome "Whiz Kids" ritornò per i Phillies negli anni ‘80, quando nel 1983, con una squadra di giocatori esperti, affrontarono i Baltimore Orioles nelle World Series, e venne coniato il nome "Wheeze Kids". Conseguenze ed integrazione Molti pensavano che gli Whiz Kids, con un nucleo di giovani giocatori di talento, sarebbero stati una forza nella League negli anni a seguire. Tuttavia, così non fu, quando la squadra finì con un record di 73-81 nel 1951, e non finirono di nuovo oltre il terzo posto nella National League fino al 1975. Diversi giocatori dei Phillies attribuirono il declino della squadra a molteplici fattori. Roberts credeva che i Phillies fossero: "buoni, ma mai abbastanza buoni come le squadre che ci sconfissero". Ashburn, però, era di diverso parere: "Siamo stati gli ultimi ad avere qualche giocatore nero. Eravamo ancora abbastanza buoni, ma dovevamo solo migliorare". I Phillies, furono l'ultima squadra nella National League ad integrarsi, esibendo in varie occasioni comportamenti razzisti. Quando Jackie Robinson ruppe la “color line” del baseball nel 1947, il manager Ben Chapman incitò i suoi giocatori a scivolare con gli spikes contro Robinson e a lanciargli alla testa. Queste attività e atteggiamenti continuarono per tutto il periodo Whiz Kids e oltre. Carpenter tendeva a non voler utilizzare giocatori afro-americani, i suoi Whiz Kids avevano vinto il pennant mentre schieravano una squadra completamente bianca, e lui, come altri proprietari, preferiva ignorare tutti i giocatori non bianchi che non avessero un talento da superstar. I Phillies non si integrarono fino al 1957, dieci anni dopo l'entrata in major di Robinson, e non ebbero la loro prima vera star afro-americana fino all'arrivo di Richie Allen.
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