6/1/2012 GIANNI DONA' PER LA QUARTA VOLTA ALL'ACADEMY DEI METS Ho incontrato alcuni giorni fa l’amico e tecnico trevigiano Gianni Donà di ritorno dalla Instructional League dell’Accademia di Boca Chica dei Mets. Questa è la quarta volta che Gianni si reca per una decina di giorni nella Repubblica Dominicana a seguire le attività dell’Accademia in veste di osservatore esterno ma a tutti gli effetti, nel momento in cui mette piede nella struttura, viene considerato alla stregua dei coach che vi lavorano. L'accademia, che occupa 37 acri ed è costata 8 milioni di $, è stata inaugurata il 29 luglio 2008 e i Mets hanno fatto questo gigantesco investimento per creare un bacino di nuovi talenti dominicani e dell'America latina, ma non solo, che andranno a rinfoltire le squadre della franchigia newyorkese. L'Academy è anche la casa della formazione dei Mets che partecipa alla Dominican Summer League. Ecco cosa ha risposto Gianni alla sequela di domande per saziare la mia curiosità: “Quando sono arrivato mi è sembrato di ritornare a casa. Non ho riscontrato differenze, rispetto alle mie esperienze precedenti, mi sento a mio agio, ed il rapporto con lo Staff (vecchi e nuovi) è sempre fantastico! La giornata è scandita da un’organizzazione perfetta che non lascia nulla al caso. Si inizia con la sveglia alle 7.00 e poi: 07:45 - 07:45 Breakfast TEAM # 1 TEAM # 2 02:30 - 04:00 PM Pitchers Workshops with Psychologist Rispetto agli anni precedenti non ci sono stati cambiamenti nelle metodologie di insegnamento, solo qualche piccolo dettaglio, ma sostanzialmente la routine è invariata rispetto allo scorso anno. All' ITALIAN ACADEMY di Tirrenia la metodologia è similare. Io come al solito seguivo, prendendo appunti e riprendendo con la telecamera. La tecnologia però mi ha abbandonato dopo due ore e ½ di riprese. Ad ogni modo un lavoro sufficiente. In quei giorni abbiamo avuto la visita della TCU (Texas Christian University). Hanno vinto due games su tre! Baseball semplice come da manuale, ma con una velocità ed una esasperazione dei fondamentali fenomenale! La ciliegina sulla torta in questo tipo di esperienza è che hai modo di incontrare e parlare con giocatori o ex giocatori che hanno fatto la storia del baseball a stelle e strisce. Quest’anno ho avuto il piacere di fare la conoscenza con il grande MOISES ALOU, che è attualmente il GM dei Leones di Escogido della Dominican Winter League, e ALBERTO CASTILLO, quest'ultimo nuovo coach dell’ACADEMY. Escogido è stata per una settimana la squadra di Liddi. Il livello è un AAA. Ho rivisto diversi coachs e scouts , che ora collaborano per altre franchigie della MLB, e alcuni si ricordavano chiamandomi Giovanni ma per la maggior parte sono “l'Italiano”. Per noi che amiamo il baseball a 360°, da buoni malati cronici, questi incontri hanno una valenza incalcolabile. Inspiegabile a parole …. forse il concetto più appropriato per descriverlo è che ti riempiono il cuore. Questa è la sensazione che hai. Anche quest’anno in Accademia c’erano tantissimi ragazzi con un buon pronostico di crescita, che riuniscono tutte le condizioni ideali per essere atleti di alto rendimento ... un tale nato nel 1991 lanciava la fast a 99/101 miglia! Qui i giorni volano e arrivi purtroppo alla fine che stai preparando le valigie e già ti manca: LO SPIRITO, L'ESSENZA, LE VOCI del BASEBALL! Sarei rimasto......!”. Gianni Donà in piedi e da sx: Alberto Castillo (manager di una delle due squadre) Manny Martinez (coach) e Leo Hernandez (coach) Gianni Donà in Accademia L'articolo è apparso anche su Baseball.it 9/3/2012 I miei eroi sportivi Scott Simon autore de "Il mio nome è Jakie Robinson" ha scritto: "Un uomo, una donna, possono infilare un canestro, colpire una palla da baseball o brillare davanti all’obiettivo di una macchina da presa. Sono talenti di indubbio valore. Ma i veri eroi rischiano la vita per gli altri". Spesso vengono chiamati così, con disinvolta leggerezza, atleti, attori, imprenditori e celebrità di ogni genere. Tutti noi abbiamo dei personaggi che ammiriamo e a volte li abbiamo assurti a eroi per le loro prestazioni senza mai addentrarci nel profondo valore che assume la parola eroe. Eroi sono quelli che rischiano e spesso perdono la vita per gli altri e chiaramente, stando così le cose, il campo dei nostri archetipici eroi si restringe notevolmente. Anch'io ho i miei eroi nel baseball che sono soprattutto antichi e che con il passare degli anni e la conoscenza della storia di questo sport sono notevolmente aumentati tanto da abbracciare i moltissimi giocatori della Negro League che la vita l'hanno veramente rischiata contro la peggiore segregazione sportiva e umana nella storia dello sport. La vita la mettevano a repentaglio ogni volta che cozzavano con l'ottuso e ignorante mondo bianco fatto di soprusi e angherie. Questo non accadeva solo sul campo ma in ogni luogo vigesse la supremazia della razza bianca. Jakie Robinson fu il cuneo che fece saltare questa spietata barriera ma per molti anni ancora dopo di lui si continuò a vessare i giocatori di colore minacciandoli di morte. Nel 1973, Hank Aaron fu minacciato con la propria famiglia durante la sua corsa per battere il record di fuoricampo di Babe Ruth. La statura di tutti questi eroi fu quella di andare avanti tra mille tormenti e stabilire dei nuovi record sportivi e umani. Il mio eroe per eccellenza del baseball rimane il grandissimo Roberto Clemente che morì per portare aiuti alle vittime del terremoto in Nicaragua nel 1972. Sono eroi anche coloro che colpiti dalle traversie della vita riescono lottando contro l'avversità e con il loro comportamento a infondere negli altri la speranza di vivere un futuro nonostante quello che ti riserva l'esistenza. Qui contemplo tutti gli atleti normodotati e disabili, il cui elenco sarebbe lunghissimo, ma come immagine simbolo ho nel mio cuore la mia concittadina Francesca Porcellato, che non ha certo bisogno di presentazioni. Nella mia collezione di veri eroi, l'ultimo in ordine di tempo ma non di importanza è Alex Zanardi di cui conservo una sua foto della maratona di New York del 2011. Il loro esempio mi apre il cuore e mi piacerebbe credere che dopo questa lettura diventassero anche i vostri eroi. Abbiamo bisogno di eroi positivi perché da molti anni lo spettacolo sportivo che abbiamo tutti sotto gli occhi non è certo edificante. Spesso nella mia vita ho avuto bisogno di questi riferimenti e spero sarà così anche per voi.
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15/04/2012 Sessantacinque anni fa, Jackie Robinson Sessantacinque anni fa: il 15 aprile 1947, all'Ebbets Field di Brooklyn, debuttava nei Dodgers Jackie Robinson: il primo nero nello sport professionistico americano. Da quel 15 aprile di 65 anni fa lo sport americano non è più stato lo stesso. Grazie al coraggio e alla pazienza di Jackie, l'America non è più stata la stessa. Tutti gli devono un ringraziamento e un tributo, non solo gli atleti neri che oggi sono maggioranza nel basket e nel football. Nel baseball nessuno indossa più il suo numero. Tutte le squadre hanno ritirato il 42. L'unica eccezione è Mariano Rivera, degli Yankees, che lo portava già prima che fosse intrapresa l'iniziativa del ritiro collettivo. Quando andrà in pensione lui, anche gli Yankees lo ritireranno. Eppure oggi, su tutti i campi, come ogni 15 aprile, centinaia di giocatori, anche della stessa squadra lo indosseranno, anche solo per un giorno. Per onorare il coraggioso e leggendario Jackie. 24/5/12 Il primo grand slam di Alex Liddi Aspettavo con ansia di vedere una partita dei Mariners su SKY con il nostro Alex Liddi tra i titolari e ieri sera finalmente è successo. Sembra quasi un gioco del destino che Liddi, consapevole di essere visto da una marea di tifosi italiani in diretta alle 21.30, abbia tributato a tutto il baseball italiano una grandissima performance che lo rende ancora più unico. Alex Liddi, il nostro portabandiera in MLB, alla sua prima stagione ha colpito un grand slam che di fatto ha contribuito alla vittoria dei Mariners. La prima domanda ad Alex Liddi nel post partita è stata: Come si dice "grand slam" in italiano? Ha stretto le spalle e ha risposto: "Lo stesso. Proprio grand slam". In qualsiasi lingua, lo swing di Liddi al quinto inning la dice lunga, ed i Mariners sono stati abbastanza concreti, mercoledì 23/05/12, nella loro vittoria per 5-3 sui Texas Rangers al Safeco Field. Dopo che il partente dei Rangers, Scott Feldman, aveva concesso la base intenzionale a Dustin Ackley per caricare le basi, Liddi ha spedito un secco line drive a sinistra oltre la recinzione. E' stato il primo grand slam di Liddi, prontamente soprannominato "salami" in italiano. Solo un altro giocatore di origine italiana, ma di scuola americana, ne aveva colpito uno - Reno Bertoia dei Tigers nel 1958. Improvvisamente, un risultato stretto, 1-0, è diventato 5-0, e Liddi ha guadagnato un'altra prima in carriera: un curtain call (uscita per ricevere gli applausi). Justin Smoak lo ha spinto fuori del dugout, mentre i 23097 tifosi del matinee hanno continuato ad urlare e applaudire. "E' stato un ottimo momento", commenta Alex Liddi al Seattle Times nel dopo gara, "vedi fare queste azioni ai grandi giocatori e quando sei tu che le riesci a fare, vuol dire che è una buona cosa". A Liddi, che stava facendo la sua seconda partenza da titolare all'esterno sinistro (un ruolo inusuale per il nostro terza base), gli è stato chiesto quando sarebbe diventato uno di quei "grandi giocatori". "Non lo so ... cerco di dare sempre il meglio di me in campo e se continuerò a mostrare cosa sono in grado di fare, un giorno forse". Liddi aveva fallito una volata altissima nell'angolo sinistro di Torrealba permettendogli di arrivare in seconda sul suo errore all'inizio del terzo. Ma il partente dei Mariners, Millwood, è riuscito a uscire indenne da questa situazione e Liddi ha poi compensato il suo errore nel quinto. Infine ecco arrivare l'ultima domanda "come hai vissuto la base su ball intenzionale che è stata data ad Ackley per poi giocarti? E' un buon duello, tu vuoi fare bene perchè hanno appena mandato in base il compagno prima di te. Mi hanno sempre caricato queste situazioni, non importa se ci sono riuscito o meno". Questa volta, lo ha fatto. Non c'era dubbio che la palla battuta avesse la distanza, ma c'era il mistero se aveva l'altezza per superare la recinzione. Il manager dei Mariners Eric Wedge ha detto della battuta di Liddi: "La palla si stacca dalla sua mazza così bene, se non meglio di chiunque altro che abbiamo". Penso di esprimere l'unanime pensiero di tutti gli sportivi italiani dicendo che siamo al settimo cielo per questo nostro giocatore che con grande umiltà giorno dopo giorno porta lustro al nostro paese facendoci conoscere per meriti sportivi e allontanando lo stereotipo degli italiani solo "maccaroni e mandolino", che in un passato anche recente altri ci avevano fatto precipitare. Grazie Alex non potremo mai sdebitarci per le emozioni che ci stai regalando! Liddi, durante l'intervista in tv a fine partita riservata al migliore in campo, ha provato un altro rito del baseball Usa: lo scherzo della torta in faccia dai compagni di squadra, a sorpresa e in diretta 26/09/2012 HAPPY BIRTHDAY fieldofdreams.it compie oggi tre anni. Io continuo con la passione del fanatico ad arricchire questo almanacco di notizie, storie, aneddoti, biografie e tanto altro ancora sul mondo del baseball, spinto anche dalle testimonianze ed apprezzamenti che mi arrivano da più parti. In tre anni gli argonauti del web hanno sfogliato il sito quasi settemila volte ed è decisamente un bel numero di amici per questo sito che non ha grandi casse di risonanza, se non il vostro passaparola. Per la mia felicità, che spero sia anche la vostra, continuo a scovare giorno dopo giorno delle storie che più mi appassionano e che spero continuino a toccare le corde della Vs. curiosità. La sola pretesa di questo sito è quella di dare a tutti la possibilità di leggere la storia del baseball. Come è buona regola quando si scrivono delle storie può succedere che, nonostante ogni sforzo di accuratezza, ci siano degli errori che sono da ascrivere esclusivamente alla mia responsabilità. Vi aspetto sempre più numerosi e rinnovo i ringraziamenti a tutti Voi!
21/12/2012 |