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BASEBALL PAOLO 2 R18
 

 

 

 

Player con home run da entrambi i lati in una partita

Il primo giocatore a battere un HR da entrambi i lati del piatto in una partita fu Wally Schang dei Philadelphia A's l'8 settembre 1916, contro gli Yankees.

Wally Schang

Eddie Murray detiene il record vita con 11 volte.

Eddie Murray

Mickey Mantle lo fece 10 volte.

Mickey Mantle

Ken Caminiti detiene il record della MLB con 4 volte in una stagione nel 1996, quando giocava con i Padres.

Ken Caminiti

Pinstripes

Le prime squadre ad indossare le uniformi a righe furono i New York Giants e i Philadelphia Phillies nel 1911.

Il pitching staff dei New York Giants del 1911: Da sinistra, Rube Marquard, Jeff Tesreau, Christy Mathewson, Red Ames, Hooks Wiltse e Doc Crandall

La divisa Home a righe dei Phillies nel 1911

Gli Yankees adottarono il loro famoso disegno gessato nella stagione successiva, anche se non indossarono più questa divisa nel 1913 e 1914. La ripresero nel 1915 e da allora rimase questa in ogni stagione.

Il manager degli Yankees Harry Wolverton nel 1912

Il primo numero di casacca ritirato

Il primo giocatore della Major League Baseball a cui fu ritirato il numero della casacca è stato Lou Gehrig (# 4). L'occasione fu il famoso doubleheader del 4 luglio 1939, quando fece il suo discorso d'addio "Luckiest man on the face of the Earth" (L'uomo più fortunato sulla faccia della Terra), dopo essere stato colpito dalla SLA.

Lou Gehrig

Il primo a cui fu ritirato il numero da due squadre è stato Casey Stengel. Gli Yankees e i Mets ritirarono il # 37 per onorare le sue carriere di manager con loro (anche se la sua unica distinzione con i Mets fu quella di essere stato il loro primo skipper). Per il completo elenco dei numeri ritirati, andate alla pagina "Maglie ritirate".

Casey Stengel

Il primo Play-by-Play radio

Il primo play-by-play via radio di una partita delle Major Leagues avvenne il 5 agosto del 1921 dalla stazione radio KDKA di Pittsburgh.

Harold Arlin

Harold Arlin, un ingegnere della Westinghouse Electric Corporation, utilizzò un telefono per descrivere il play-by-play di una partita tra i Philadelphia Phillies e i Pittsburgh Pirates con uno speciale collegamento alle tre stazioni: KDKA, WJZ a Newark nel New Jersey e WBZ a East Springfield nel Massachusetts.

"La migliore giocata all'esterno che abbia mai fatto"

Tratto da: A Legend in the Making: The New York Yankees in 1939, di Richard J. Tofel (2002)

Joe DiMaggio

Ai primi di agosto, appena otto giorni dopo aver colpito un home run di 450 feet (137 m) nelle tribune a sinistra dello Yankee Stadium - una prodezza in precedenza fatta solo da Hank Greenberg - Joe DiMaggio dimostrò ancora una volta l'ampiezza e la profondità del suo talento. Il primo giorno del mese, realizzò dieci putouts all'esterno centro, un piccolo record della League. Il giorno successivo sostituì qualità per quantità.

Spud Chandler

Anni dopo, la gente continuava ancora a parlare di quel pomeriggio. Spud Chandler ricordava questa conversazione fin dai primi anni '50:

"Ero seduto nel ballpark a Marysville, Tennessee, con uno scout dei Milwaukee Braves. Tre ragazzi del college entrarono e si sedettero a destra, accanto a noi. Pochi minuti dopo qualcuno colpì una lunga battuta al centro del campo. Era sopra la testa dell'esterno centro, che si voltò e corse facendo una presa in salto con le spalle al piatto. Fu una giocata eccezionale, per quanto mi riguardava, la migliore che avessi mai visto. Uno dei collegiali balzò in piedi e iniziò ad applaudire l'esterno centro, ma uno dei suoi compagni gli disse:

Qual'è l'emozione?

Beh, questa è la più grande giocata che abbia mai visto.

E l'altro disse: Questa era niente. Avresti dovuto vedere quello che ho visto io una sola volta.

Naturalmente, non potei fare a meno di fingere di non aver ascoltato tutto questo e dissi: Odio intervenire nella vostra conversazione, ma vuoi dire che hai visto una giocata migliore di questa?

Ci puoi scommettere che l'ho vista, mi disse.

E io: Beh, se l'hai vista, scommetto che posso dirti dove è stata fatta, chi la prese, chi lanciava, e che tipo di lancio era.

Il tizio mi guardò come se fossi un vero e proprio saggio.

Era allo Yankee Stadium?, gli chiesi.

Sì, signore, disse.

Fu DiMaggio a prenderla?

Sì.

Be', fu Greenberg a batterlo, non è vero?

Sì, disse.

Bene, dissi, io sono il ragazzo che la lanciò, ed era una palla veloce".

Era l'inizio del nono, con gli Yankees sotto di cinque punti. Chandler era entrato come rilievo ... Earl Averill dei Tigers era in prima quando Greenberg andò a battere con un out. Tutti allo stadio ricordarono poi di aver memorizzato i secondi successivi.

Tommy Henrich

Tommy Henrich stava giocando all'esterno destro, e ricordava quel momento così:

Greenberg aveva colpito una palla al volo lunga e profonda al centro del campo. DiMaggio era già in movimento sul contatto della mazza, forse anche una frazione di secondo prima. I buoni outfielders possono farlo perché conoscono le tendenze di ogni battitore e prestano anche molta attenzione a ciò che il lanciatore sta lanciando e dove il catcher chiede il lancio. Joe salpò per il muro esterno con la schiena al piatto, volando sopra l'erba e non guardando indietro finché non fu quasi fuori dello stadio.

DiMaggio fu come al solito umile quando scrisse di questo momento. Ma gli era rimasto molto vivo. Riprendendo il racconto di Henrich, fece notare che la palla era stata colpita "a circa 450 feet (137 m) verso il centro, direttamente in linea con il pennone davanti alle gradinate dello stadio". DiMaggio scrisse: "Come arrivai al pennone al centro del campo, mi ricordo di aver visto il cartello 461 feet".

Yankee Stadium 1939 - Il cerchiò identifica la zona all'esterno centro, vicino al pennone con la bandiera, in cui avvenne la straordinaria presa di Joe DiMaggio di questo racconto

Per fortuna, era abbastanza alta per inseguirla, anche se ho dovuto girare il mio sguardo sulla palla per tre volte, perché volevo essere sicuro di non schiantarmi o contro la recinzione o il pennone, ma alla fine la presi con la schiena al piatto.

Bobby Feller, dopo essere arrivato a New York in anticipo sui suoi Indians, la prossima squadra in programma allo Yankee Stadium, era in tribuna con la madre. Feller più tardi ricordò che DiMaggio prese la palla con una mano. Come Chandler ammise: "appena allungò la mano prese la palla".

Hank Greenberg

Greenberg, la vittima di questa impresa, era meno pieno di ammirazione, ma non poteva neanche dimenticare quello che era successo. "Come la colpii immaginai che stesse per colpire il muro", dichiarò Greenberg, "e forse avrei potuto realizzare un home run inside-the-park". Ma ricordava anche questo di DiMaggio.

Era sconvolto nell'aver preso la palla come lo ero io. Averill (che a detta di Henrich aveva già girato la seconda) dovette correre indietro verso la prima base mentre DiMaggio trotterellava verso il campo interno con la palla. Si era dimenticato che c'era un solo out quando prese la palla. Fu praticamente l'unica volta che lo vidi commettere un errore. Ero contento che fosse successo. Aveva appena dimostrato che era umano.

Il giorno dopo l'World -Telegram di New York lo definì "senza dubbio la più grande presa nella storia dello Yankee Stadium". Il più tranquillo New York Times disse che "probabilmente" lo era. Molti anni dopo Henrich definì "la più grande presa che avesse mai visto".

DiMaggio fu molto contento del momento. Nel 1937, Tris Speaker, che stava per essere soppiantato da DiMaggio come il più grande outfielder del gioco, aveva dato a Joe questo consiglio: "Ci sono due cose in cui sbagli. Sei meglio di quello che pensi di essere, e giochi troppo in profondità". Ma nel luglio del 1939, durante l'All-Star Game, Speaker aveva detto a un intervistatore che poteva elencare "almeno altri 15 esterni centro più buoni di DiMaggio". DiMaggio scrisse in seguito sulla presa di Greenberg: "Avvenne meno di un mese dopo che Speaker aveva fatto quella dichiarazione, e questo mi diede una grande soddisfazione personale ... Credo che sia stata la miglior giocata all'esterno che abbia mai fatto".

Storie sui Red Sox

Tratto da: Tales from the Red Sox Dugout, di Jim Prime e Bill Nowlin (2001).

La superstizione è sempre stata una grande parte del baseball. Quando una squadra sta andando bene, nessuno vuole essere il responsabile della rottura dell'incantesimo. Nel 1938, i Red Sox stavano realizzando una striscia vincente, e i giocatori arrivarono a misure estreme pur di proseguire con questa performance. Durante la corsa di otto partite, la squadra aveva mangiato costolette di agnello ogni giorno.

Joe Cronin

Joe Cronin masticò la stessa gomma per tutta la striscia, e gli altri giocatori avevano cercato di mantenere le loro normali abitudini alimentari.

"Broadway" Charlie Wagner

Forse fu "Broadway" Charlie Wagner, che fece il più grande sacrificio per la squadra. "Avevo bevuto succo di prugna per otto giorni di fila", raccontò poi, "Sono stato contento che abbiamo perso".

Bob "Steamer" Stanley

Nel 1986, il rilievo Bob "Steamer" Stanley stava attraversando un periodo difficile. Maledetto da una sinkerball che non affondava, fu fischiato senza pietà dai tifosi dei Red Sox, ma riuscì comunque a mantenere il suo senso dell'umorismo. Aveva detto ai compagni di squadra che il suo vero nome era Lou Stanley e che in realtà i fans cantavano "Lou, Lou", quando saliva sul monte. Stanley fu molto attivo per il Jimmy Found e fece del suo meglio per rallegrare la vita dei bambini colpiti da varie forme di cancro. "Una volta, andai a visitare un ragazzo che non sarebbe mai più uscito dalla sua stanza perché gli avevano diagnosticato un cancro all'occhio. Gli portai una delle mie casacche della stagione 1983, quando stabilii il record per i Red Sox con 33 salvezze. Gli diedi anche una mazza e una palla e parlammo per un po'. Quando tornai a casa, il medico mi chiamò: Io non so quello che hai fatto, ma sta correndo lungo il corridoio con la tua casacca come una camicia da notte. Aveva solo 10 anni, e la casacca gli arrivava fino ai piedi. Un paio di settimane più tardi, incontrai suo padre, che era una guardia di sicurezza all'ippodromo. Chiesi di suo figlio, e mi disse che era morto. Lo avevano seppellito con la mia casacca". Dopo che Stanley si ritirò nel 1989, a suo figlio di nove anni, Kyle, fu diagnosticato un simile tipo di cancro. Kyle guarì grazie ai progressi fatti in quei pochi anni e in piccola parte per il meraviglioso lavoro del Jimmy Found.

George "Boomer" Scott

Il prima base dei Red Sox, George "Boomer" Scott, introdusse un nuovo nome nel già ricco lessico del baseball. Chiamò il fuoricampo "taters". E rapidamente prese piede e fu adottato da giocatori del calibro di Reggie Jackson e altri. Scott indossava una strana collana con oggetti bianchi di varie forme. Quando un curioso compagno di squadra gli chiese che cosa erano gli oggetti, Boomer minaccioso rispose: "I ​​denti dei lanciatori dell'American League". Bill Lee su George Scott: "Mi ricordo che George Scott andò in doccia, e Eddie Kasko fece lo stesso. George si stava insaponando con lo shampoo Head & Shoulders, e aveva fatto una grande schiuma sui suoi capelli. Kasko, che era completamente calvo, lo guardò e disse: Ragazzo, ho utilizzato quel prodotto un po' troppo! George in un attimo si risciacquò i capelli". Quando Scott fu ceduto ai Milwaukee Brewers, per poco non vinse la Triple Crown. Quando venne scambiato di nuovo con Boston nel 1977, aveva perso molta della sua velocità in battuta. Il coach Harvey Haddix, che lanciava il batting practice di Red Sox, gli lanciò una sfida. "Boomer", disse, "ti posso lanciare nove fastballs di seguito, nella zona dello strike e vicine a te". Scott sorrise: "Sì, certo". Haddix, che si stava avvicinando ai sessanta, ne lanciò sette di fila prima che Scott ne battesse finalmente una in foul. Boomer disse trionfante: "Vedi, ti avevo detto che non si poteva fare!".

La prima World Series trasmessa in tv

La prima trasmissione televisiva di una World Series si verificò nel mese di ottobre del 1947. La NBC trasmise le partite tra i New York Yankees e i Brooklyn Dodgers a New York, Washington, Philadelphia e Schenectady. Gli annunciatori erano Bill Slater, Bob Stanton e Bob Edge. Gillette e Ford sponsorizzarono le trasmissioni televisive.

Il primo tabellone elettronico

Il primo ballpark ad avere un tabellone elettronico fu lo Yankee Stadium nel 1959. In precedenza, tutti i tabelloni erano azionati a mano.

Scoreboard originale Yankee Stadium 1922

Scoreboard elettronico dello Yankee Stadium 1959

Il primo stadio in acciaio e cemento

Il primo stadio interamente in acciaio e cemento fu lo Shibe Park, casa dei Philadelphia Athletics, nel 1909. Il ballpark prese il nome da Ben Shibe, proprietario del 50% degli A's e partner della A.J. Reach & Company, produttori di attrezzature di baseball.

Shibe Park nel 1909

Il Baker Bowl, casa dei Phillies a pochi isolati di distanza, aveva una tribuna in acciaio e cemento ma le gradinate di legno.

Baker Bowl

Veduta aerea dello Shibe Park e del Baker Bowl a Philadelphia

Il Forbes Field di Pittsburgh, un altro stadio in acciaio e cemento, fu inaugurato undici settimane dopo lo Shibe.

Forbes Field a Pittsburgh

Il primo esperto di statistiche di squadra

Alan Roth

Il primo esperto di statistiche assunto a tempo pieno da un club di major league fu Alan Roth nel 1947 per i Brooklyn Dodgers. Roth, nativo di Montreal, aveva lavorato come esperto di statistiche per i Canadiens della National Hockey League, quando avvicinò Branch Rickey, presidente dei Dodgers, con una proposta: Non avrebbe aiutato un manager sapere che un certo battitore colpiva .220 contro i lanciatori destri e .300 contro i mancini? Incuriosito, Rickey assunse Roth, che in tutta la sua carriera registrò ogni lancio e fece conteggi nella sua testa o con una semplice calcolatrice. Con Rickey, Roth promosse l'idea che l'on-base percentage era più importante della media battuta. Spesso lavorava nella sala commentatori, trasmettendo i dati pertinenti agli annunciatori dei Dodgers, Vin Scully e Jerry Doggett, che furono tra i primi annunciatori a prestare attenzione al conteggio dei lanci dei pitcher partenti. Si trasferì con i Dodgers a Los Angeles nel 1958 e rimase con il club fino al 1964, quando lasciò per lavorare per le trasmissioni della NBC e poi della ABC. Roth fu anche direttore per molti anni di "Who's Who in Baseball".

Knicks, no Dodgers!

Al liceo, il sogno di Sandy Koufax era quello di giocare per i New York Knicks. Buon saltatore con grandi mani (che potevano tenere il pallone nel palmo), riempì le pagine sportive del Brooklyn Eagle (come Caufax, Kaufox o Kofax) per le sue imprese con la squadra di basket della Lafayette High School.

Sandy Koufax (# 16)

Il team della Lafayette High School del 1953 con Sandy Koufax (# 16), il secondo da sinistra nella fila in piedi

"Era un giocatore di basket incredibilmente armonioso", disse Alan Dershowitz , un altro ragazzo del quartiere che diventò famoso, "Fintava un tiro a canestro, per poi correre verso il fondo del campo, andare sotto il tabellone girarsi e schiacciare. Non eravamo abituati a questo". Dopo la laurea a Lafayette, Koufax ricevette una borsa di studio per il basket alla Cincinnati University.

Fall Classic al Fenway senza i Red Sox

La squadra di Boston della National League del 1914, soprannominata "Miracle Braves", mise in scena una delle più grandi rimonte di qualsiasi sport. Il 19 luglio, i Braves risiedevano in ultima posizione, a 15 partite e 1/2 dietro i New York Giants. Poi ne vinsero 51 delle loro successive 67 per una sorprendente percentuale di vittorie di .761!

South End Grounds

I Braves ospitarono i Giants in un doubleheader nel giorno del Labor Day, con le squadre in parità per il primo posto. Poiché il campo di casa dei Braves, il South End Grounds, aveva solo 11000 posti a sedere, il club ottenne il permesso dai cugini Red Sox di giocare il doubleheader al Fenway Park, al suo terzo anno di utilizzo e spesso chiamato in quel periodo "American League Park", con 35000 posti disponibili.

Fenway Park 1912

Fenway Park anni '30

Il doubleheader attirò 74163 fans. Boston vinse la partita del mattino, 5-4. Tuttavia, i Giants ebbero la meglio nel pomeriggio vincendo 10-1 e ritornando in parità. Il giorno dopo, una traboccante folla di 17000 fans vide i Braves vincere 8-3 sul loro campo di casa per riprendere il primo posto, che da quel momento non mollarono mai più. Vinsero il pennant con un vantaggio di 10 partite e ½!

I Red Sox decisero di ospitare le partite casalinghe delle World Series dei Braves (I Red Sox avevano giocato le World Series del 1912 nel loro nuovo stadio). Dopo aver battuto gli Athletics nelle prime due partite a Philadelphia, i Braves vinsero Gara 3, 5-4, in 12 inning davanti a 35520 tifosi al Fenway. Un'altra folla di 34365 tifosi vide la squadra Miracle completare la sweep di quattro partite, 3-1.

Braves Field 1915

Braves Field anni '30

Dopo la stagione, i Braves iniziarono la costruzione di un nuovo stadio. In attesa del suo completamento, giocarono le loro partite casalinghe al Fenway fino al 18 agosto 1915, quando fu inaugurato il Braves Field, primo stadio di 40000 posti. I Braves vi giocarono fino al 1953, quando la franchigia si trasferì a Milwaukee. Questo periodo includeva anche una World Series nel 1948, quando Boston perse con i Cleveland in sei partite (I Braves si trasferirono di nuovo nel 1966 ad Atlanta). Parti dello stadio sono ancora oggi utilizzate nel Nickerson Field, sede delle squadre di football e soccer della Boston University.

Nickerson Field negli anni '60

Nickerson Field oggi

La prima donna proprietaria di una squadra di Major League

Helene Britton allo stadio con i suoi figli, Maire e Frank DeHaas Britton, nel 1912

La prima donna a possedere una squadra di Major League fu Helene Britton dei St. Louis Cardinals dal 1911 al 1917. Ereditò la proprietà quando morì lo zio Stanley Robison. Lo zio aveva a sua volta ereditato la squadra dal padre di Helene, Frank Robison, alla sua morte nel 1908. "Anche se incontrò resistenza da buona parte della maggioranza dei proprietari di sesso maschile, dimostrò di essere un dirigente capace e supervisionò le operazioni del club giorno dopo giorno" (Tratto da: Baseball’s Most Wanted: The Top 10 Book of the National Pastime’s Outrageous Offenders, Lucky Bounces, and Other Oddities” by Floyd Conner).

L'irruzione di "Sullivan"

Eddie Collins

L'Hall of Fame e seconda base Eddie Collins fece irruzione nell'American League in circostanze insolite.

Il 17 settembre del 1906, giocò impeccabilmente all'interbase e colpì un singolo contro Ed Walsh dei White Sox con la casacca dei Philadelphia Athletics di Connie Mack. Tuttavia, sul box score degli A's l'interbase risultava chiamarsi "Sullivan". Mack aveva dato a Collins questo pseudonimo per evitare di mettere in pericolo il suo status di QB titolare della squadra di football della Columbia University.

Ma, lo stratagemma non funzionò. Quando Collins tornò alla Columbia per la chiusura del semestre, scoprì che aveva perso la sua eleggibilità al college, ma non a causa delle sei partite che aveva giocato con gli A's. Era stata invece scoperta la sua precedente attività come giocatore di una squadra di baseball semipro. Collins aveva usato i suoi guadagni per finanziare la sua istruzione.

Eddie continuò la più lunga carriera di major league del 20° secolo - 25 anni (dal 1906 al 1930). Mack finalmente chiamò Collins "il più bell'infielder di tutti i tempi". Eddie servì Connie come membro dei "$100,000 infield" (*) degli A's, che vinsero quattro pennant in cinque anni (1910-1914) e tre World Series nel 1910, 1911 e 1913.

(*) "$ 100.000 infield" (2531 milioni dollari di oggi) era il nome dato ai famosi interni dei Philadelphia Athletics nei primi anni della seconda decade del '900. I "$ 100.000 infield" comprendevano il prima base Stuffy McInnis, il seconda base Eddie Collins, l'interbase Jack Barry e il terza base Frank Baker.

Riferimento: Baseball's Hall of Fame, Where the Legends Live Forever, di Lowell Reidenbaugh.

Bobo mantenne la sua valigia sempre pronta

Bobo Newsom nel 1938

Bobo Newsom fu il primo giocatore di major league ad indossare il numero "00". Lo fece durante il suo quarto ritorno con i Senators nel 1946/1947. Già perchè era il suo quarto soggiorno nella capitale della nazione (ma non l'ultima). Bobo, il cui vero nome era Louis Norman Newsom, è meglio conosciuto per la sua carriera itinerante. Di seguito è riportato l'elenco delle sue fermate.

Bobo Newsom con la sua casacca # 00

Le migliori stagioni di Newsom furono il 1940 (20-5 per Detroit), 1939 (20-11 con i Browns e Tigers), e nel 1938 (20-16 per i Browns). Giocò nelle World Series con Detroit nel 1939 e nel 1940 e per gli Yankees nel 1947. Bobo terminò la sua carriera con un record di 211-222 e 3.98 di ERA.

1929-1930: Brooklyn Dodgers / 1932: Chicago Cubs / 1934-1935: St. Louis Browns / 1935-7: Washington Senators / 1937: Boston Red Sox / 1938-9: St. Louis Browns / 1939-1941: Detroit Tigers / 1942: Washington Senators / 1942-3: Brooklyn Dodgers / 1943: St. Louis Browns / 1943: Washington Senators / 1944-6: Philadelphia Athletics / 1946-7: Washington Senators / 1947: New York Yankees / 1948: New York Giants / 1952: Washington Senators / 1952-3: Philadelphia Athletics.

Umpiring Staff

Il primo umpiring staff fu creato nel 1879 dal presidente della National League, William A. Hulbert. Le squadre potevano scegliere gli arbitri da un gruppo di 20 uomini. In precedenza, i due capitani concordavano per un arbitro, che invariabilmente era di provenienza locale. Questo creò sospetti di parzialità a favore dei padroni di casa e, in alcuni casi, di collusione con i giocatori d'azzardo. Agli arbitri, che erano pagati 5 dollari a partita a partire dal 1878, fu anche data l'autorità di imporre ammende per cattiva condotta.

20 punti a partita back-to-back

Il 7 giugno del 1950, i Boston Red Sox sconfissero al Fenway Park i St. Louis Browns 20-4. Il giorno successivo i Bosox ripeterono l'impresa battendo lo stesso avversario 29-4.

• Nella prima partita, i Sox bersagliarono i tre lanciatori dei Browns con 23 valide. Tutti i 20 punti furono guadagnati.

• Sei dei primi sette battitori del potente lineup di Boston avevano almeno tre valide ciascuno.

Clyde Vollmer

◦ Clyde Vollmer - CF- 3 su 5 con 2 HR, 5 RBI e 3 punti;

◦ Johnny Pesky - 3B - 4 su 6 con 0 RBI e 3 punti;

Ted Williams

◦ Ted Williams - LF - 3 su 5 con 3 RBI e 2 punti;

Vern Stephens

◦ Vern Stephens - SS - 4 su 6 con 2 HR, 5 RBI e 3 punti;

Al Zarilla

◦ Al Zarilla - RF - 3 su 4 con 1 RBI e 3 punti;

◦ Bobby Doerr - 2B - 3 su 5 con 1 RBI e 1 punto.

Joe Dobson

• Solo il pitcher Joe Dobson non riuscì a realizzare una valida (0 su 5).

• In quella partita, l'immortale Williams realizzò solo la sesta miglior media battuta della squadra, .333. Vollmer fu il leader con .383, Walt Dropo .372 , Al Zarilla ,358, Johnny Pesky .343 e Birdie Tebbetts .339.

Walt Dropo
Birdie Tebbetts

Il giorno dopo, i Red Sox ne segnarono 9 in più.

• Colpirono 28 valide, tra cui 7 home run. Tre dei 29 punti non furono guadagnati.

• Doerr condusse l'assalto con 8 RBI, grazie a un singolo e 3 fuoricampo in 6 at-bats.

• Pesky realizzò 5 valide in 7 at-bats.

• Dropo realizzò 7 RBI con 4 su 6, di cui 2 HR.

• Ted andò "solo" 2 su 5, entrambi HR, ma mise a segno 5 RBI.

Sid Schacht

• Il pitcher destro dei Browns, Sid Schacht, sostenne il peso dell'attacco di Boston. Il suo score parla di 13 valide, 12 punti (9 guadagnati) in soli 3 innings e 2/3.

Clarence "Cuddles" Marshall

• Un altro destro, Clarence "Cuddles" Marshall subì 9 punti in 1 inning e 2/3.

Joe McCarthy

• Il manager dei Red Sox, Joe McCarthy, non fece una sola sostituzione in entrambe le partite.

I Red Sox completarono la stagione con un record di 94-60, buono per il terzo posto dietro agli Yankees e ai Tigers.

• Furono leader dell' AL in battuta con una media di .302, 20 punti in più rispetto alle due squadre che finirono davanti a loro in classifica.

• Boston segnò 1027 punti, il quarto più alto totale nella storia del baseball e 113 oltre gli Yankees, i loro concorrenti più vicini.

• I Red Sox segnarono 15 o più punti sei volte e vinsero un'altra partita con oltre 20 punti, 22-14 a Philadelphia il 29 giugno.

• Il pitching staff di McCarthy realizzò una ERA di 4.88 nella stagione, che era la sesta nell'America League a otto squadre. Come potete immaginare, i Browns erano una delle due squadre con una ERA superiore, anche se i St. Louis ebbero un record migliore rispetto ai Philadelphia Athletics.

La guerra prese il suo pedaggio

Solo per la sesta volta nelle 40 World Series giocate fino a quel momento, i St. Louis Cardinals incontravano i New York Yankees per il secondo anno consecutivo nel Fall Classic del 1943.

Il contrasto nei lineup delle due squadre ben illustra gli effetti della seconda guerra mondiale sul baseball.

St. Louis Cardinals

1942 Starters (106-48)
 
1943 Starters (105-49)
Players
Avg./
Record
Position
Avg./
Record
Players
Walker Cooper
.281
C
.318
Walker Cooper
Johnny Hopp
.258
1B
.280
Ray Sanders
Jimmy Brown
.256
2B
.287
Lou Klein*
Marty Marion
.276
SS
.280
Marty Marion
Whitey Kurowski
.254
3B
.287
Whitey Kurowski
Stan Musial
.315
LF
.275
Danny Litwhiler
Terry Moore
.288
CF
.284
Harry Walker*
Enos Slaughter
.318
RF
.357
Stan Musial
Mort Cooper
21-7
P
21-8
Mort Cooper
Johnny Beazley
21-6
P
15-7
Max Lanier
Max Lanier
13-8
P
10-5
Harry Gumbert*

I nomi in rosso nel 1942 non erano più con il club l'anno successivo, sostituiti dai nomi in rosso nella colonna '43. I giocatori con * nella colonna '43 non erano con i Cardinals Campioni del Mondo del '44. Così in due anni a partire dal '42 al '44, il club aveva perso sei giocatori di posizione e due pitcher titolari (Hopp non c'era a causa di un'infortunio, non per il servizio militare).

Walker Cooper

Marty Marion

Whitey Kurowski

Stan Musial

New York Yankees

1942 Starters (103-51)
 
1943 Starters (98-56)
Players
Avg./
Record
Position
Avg./
Record
Players
Bill Dickey
.295
C
.351
Bill Dickey
*Buddy Hassett
.284
1B
.271
Nick Etten
Joe Gordon
.322
2B
.249
Joe Gordon
Phil Rizzuto
.284
SS
.233
Frankie Crosetti
*Frankie Crosetti
.242
3B
.280
Billy Johnson
Charlie Keller
.292
LF
.271
Charlie Keller
Joe DiMaggio
.305
CF
.245
Johnny Lindell
Tommy Henrich
.267
RF
.261
Bud Metheny
*Tiny Bonham
21-5
P
20-4
Spud Chandler
Spud Chandler
16-5
P
15-8
Tiny Bonham
*Hank Borowy
15-4
P
14-9
Hank Borowy

L'asterisco accanto ai nomi nella colonna '42 indica che il giocatore non era un titolare con gli Yankees Campioni del Mondo del 1941. Così nel corso delle due stagioni dal '41 al '43, il club aveva perso cinque giocatori di posizione e due pitcher titolari.

Bill Dickey

Joe Gordon

Frankie Crosetti

Charlie Keller

Altre osservazioni circa la transizione dal '42 al '43:

• Ogni squadra aveva realizzato un turnover del 50 % tra gli otto giocatori di posizione.

• Ovviamente la più grande perdita di entrambe le squadre era DiMaggio. Il suo sostituto, Lindell, era stato un pitcher l'anno prima!

• Per i Cardinals la più grande perdita fu Beazley che aveva avuto una stagione da rookie sensazionale nel '42, tra cui due vittorie nella serie. Johnny si infortunò il braccio durante il servizio di leva e ne vinse solo 9 in più quando tornò nelle major.

I risultati della Serie furono invertiti.

• I Cards avevano vinto nel '42 per quattro partite a una.

• Gli Yankees conquistarono il Classic del '43 con lo stesso conteggio.

Dall'Opening Day del '44, gli Yankees persero Dickey, Gordon, Johnson, Keller e Chandler per il servizio di leva. Affondarono al terzo posto e gli umili St. Louis Browns sfruttarono il pool impoverito di talenti per vincere il loro unico pennant nella storia della franchigia.

I Cardinals giocarono la stagione del '45 senza i fratelli Cooper, Musial, Litwhiler e Lanier. Così il loro regno di tre pennant consecutivi della NL si concluse quando i Cubs catturarono quella che fino ad oggi rimane la loro ultima corona del Senior Circuit.

I managers HOF che non hanno mai giocato in MLB

Due sono i managers Hall of Famers che non hanno mai giocato una sola partita nelle Major Leagues: Joe McCarthy e Earl Weaver.

Joe McCarthy

• McCarthy si ritirò nel 1950, con una percentuale vittorie di .614 (che era la migliore di tutti i tempi al momento) con i Cubs (1926-1930), Yankees (1931-1946), e i Red Sox (1948-1950). Vinse pennants con Chicago nel 1929 e New York nel 1932, 1936-9, 1941 e 1943. Vinse le World Series nel 1932, 1936-9, 1941 e 1943. Le sue squadre finirono anche al secondo posto sette volte (in particolare Boston nel 1948 e nel 1949). Non finì mai oltre il quarto posto.

Earl Weaver

L'intera carriera manageriale in MLB di Weaver fu spesa con i Baltimore Orioles (1968-82 e 1985-6). Le sue squadre vinsero quattro pennants (1969-1971, 1979) e una World Series (1970). La sua percentuale di vittorie è di .583. Purtroppo, Earl è meglio conosciuto per essere stato espulso da più partite rispetto a qualsiasi manager nella storia dell'AL: 97 (Bobby Cox ora detiene il record della MLB). Earl aveva giocato per i New Orleans Pelicans prima di iniziare la sua carriera di manager nelle minor league nel 1957.

Anello di battuta

Elston Howard

Elston Howard, per lungo tempo catcher degli Yankees, inventò l'anello di battuta, ufficialmente chiamato "Elston Howard's On-Deck Bat Weight".

Il brevetto venne rilasciato nel 1967, nella sua 13a e penultima stagione da giocatore in MLB. Il battitore nell'on-deck inserisce l'anello di metallo nella mazza, che si ferma sul barrel, per aggiungere peso e sentirla più leggera quando si entra nel box di battuta. I St. Louis Cardinals furono il primo club ad acquistare l'invenzione di Howard. Il dispositivo rapidamente prese piede e finì l'abitudine dei giocatori di sventolare due o tre mazze nell'on-deck circle. Howard e i suoi sostenitori non riuscirono a fare i guadagni attesi sull'invenzione in quanto le società produttrici di mazze la fecero propria, inondando il mercato. Howard e company non avevano i soldi per impugnare la violazione del brevetto in tribunale.