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Il Circo Volante di MacPhail
Larry MacPhail Nel gennaio del 1945, Del Webb e Dan Topping comprarono i New York Yankees dall'asse ereditario di Jacob Ruppert. Pagarono 2,8 milioni di dollari per la squadra, lo stadio e il farm system. Sostituirono immediatamente Ed Barrow, il GM dal 1920, con Larry MacPhail, appena congedato dall'esercito. Diedero anche a MacPhail un terzo del club. Larry era stato un innovatore, ma controverso general manager dei Reds (1934-1937) e dei Dodgers (1938-42). Queste erano state alcune delle sue innovazioni e successi: • In qualità di proprietario del club Columbus nel farm system dei Cardinals di Branch Rickey, nel 1932 attirò una folla più numerosa della squadra di major, 310000 contro i 279000 tifosi dei Cards. • Fece giocare la prima partita in notturna in major league (Cincinnati, 1935) e la prima partita in notturna dei Brooklyn (1938). • Realizzò la prima partita teletrasmessa (1939). • Iniziò il rinnovamento dei Reds che vinsero i pennant nel 1939 e nel 1940. • Cominciò a trasmettere tutte le partite dei Dodgers alla radio con Red Barber al microfono (MacPhail lo aveva assunto precedentemente per la cronaca play by play a Cincinnati). • Superò le presenze di pubblico degli Yankees e dei Giants nel 1939 (960000 contro 860000 a 700000). • Ingaggiò il manager Leo Durocher che portò Brooklyn nel 1941 al primo pennant dopo 21 anni. MacPhail immediatamente si avviò a cambiare la cultura degli Yankees: • Furono installati i fari allo Yankee Stadium (la prima partita in notturna avvenne la sera del 28 maggio 1946). • Ingaggiò Mel Allen per trasmettere tutte le partite alla radio. • Forzò le dimissioni di tre manager nel 1946, tra cui i futuri Hall of Famer Joe McCarthy e Bill Dickey. • Ingaggiò Bucky Harris come manager per il 1947, quando gli Yankees vinsero le World Series. La lamentela maggiore dei giocatori fu quella che chiamarono "McPhail's Flying Circus". Larry amava gli aerei e aveva cercato, per quanto possibile, di eliminare i viaggi in treno. Però, ai giocatori mancavano le partite a carte e il cameratismo dei viaggi in treno. Alcuni avevano paura di volare, mentre altri non apprezzavano lo spreco di ore di attesa negli aeroporti per le cancellazioni per il brutto tempo. Alcuni giocatori erano disposti a viaggiare a proprie spese in treno. Iniziarono anche il boicottaggio delle manifestazioni di beneficenza e le cene in cui dovevano volare con MacPhail. Alla fine, cedette e permise loro di viaggiare in treno. Peraltro, ricordò loro che nei loro contratti era richiesto di partecipare alle promozioni del club. Nel 1947, nella sua incessante ricerca di public relations, MacPhail ingaggiò una troupe cinematografica per scattare foto degli Yankees in posa con i soldati prima di una partita casalinga. La troupe arrivò dopo che era iniziato il batting practice. Joe DiMaggio, tra gli altri, disse loro di smammare. Larry multò due giocatori 50 $ ciascuno e DiMaggio 100 $ . Comunque, i fans in tutto il paese raccolsero la somma per pagare la multa allo Yankee Clipper. Ad esempio, un Boys Club di Buffalo inviò 1.03 dollari in centesimi con la promessa di inviarne più tardi altri. Le buffonate di MacPhail furono mal digerite da Topping e Webb. Quando Larry si ubriacò durante la celebrazione delle World Series del 1947, scatenò una raffica di insulti, picchiò un giornalista, e annunciò le sue dimissioni, i due co-proprietari acquistarono la sua parte e assunsero George Weiss come General Manager.
1950 - Del Webb (a sx) e Dan Topping (al centro)
Il ritorno dalla guerra dell'eroe della Louisiana
Jake Jones Il 14 giugno 1947, mentre i Chicago White Sox erano a Boston per una serie nel week-end, i Red Sox scambiarono il prima base Rudy York con Chicago per Jake Jones. Il giorno dopo, nel doubleheader della domenica, Jones colpì due palle al di là del muro a sinistra e battè a casa sette punti per aiutare a spazzare la sua vecchia squadra. Nella partita pomeridiana, il suo walk-off grand slam ruppe il pareggio di 4-4. Nel dugout dei Red Sox, il pitcher Tex Hughson predisse il colpo vincente di Jones mentre stava dirigendosi al piatto. "Colpirà un HR sul primo lancio". Ma, Jones rischiò di non ottenere il suo Grand Slam. Bobby Doerr, in prima quando Jones colpì, corse in seconda, toccò il sacco, e stava dirigendosi verso la clubhouse. Per sua fortuna, il coach Del Baker gesticolò in maniera evidente, e Doerr si rese conto che, anche se il punto vincente era stato segnato, l'HR del nuovo venuto doveva essere completato. Quindi riprese la sua corsa intorno alle basi. Il manager dei Red Sox Joe Cronin disse: "Credo che la trade sia andata bene per stasera, almeno". Quando qualcuno disse che Jones aveva avuto una giornata abbastanza buona, l'interno dei Boston Eddie Pellagrini rispose: "Giornata abbastanza buona! Questa è una settimana abbastanza buona". Considerando quello in cui era stato coinvolto negli ultimi cinque anni, era notevole che Jones stesse giocando in ogni modo, molto meno che colpisse slam. • Nato nei pressi di Monroe, Los Angeles, nel 1920, Jones giocò nella classe C della Cotton States Leagues subito dopo la high school. Nel 1940, giocò nella classe AA della Texas League con 24 fuoricampo a Shreveport. Mostrò anche una notevole capacità di giocare in prima base. L'Hall of Famer dei Detroit Harry Heilmann disse che Jones era uno dei prospetti più grandi in battuta che avesse mai visto. • Shreveport vendette Jake ai White Sox a fine agosto del 1941. Giocò tre partite in quella stagione per Chicago e sette di più all'inizio del 1942 prima di arruolarsi nella Marina degli Stati Uniti. • Selezionato per l'addestramento al volo, Jones fu mandato a Chapel Hill NC. La squadra di baseball della Marina includeva Ted Williams, Johnny Pesky, Johnny Sain, Joe Coleman, Ray Scarborough, Buddy Hassett, e Harry Craft. Tuttavia, Jake giocò soltanto per la squadra di basket. • Nel 1944-45, mentre prestava servizio come pilota sulla portaerei Yorktown nel Pacifico, Jones guadagnò quattro Air Medals, diversi Distinguished Flying Crosses e una Silver Star per il suo coraggio e l'efficienza nelle missioni di combattimento. Durante un volo, abbatté cinque aerei giapponesi. (La prima citazione della Air Medal di Jones venne firmata dal Vice Ammiraglio J.S. McCain, nonno del candidato presidenziale repubblicano del 2008, il senatore John McCain III).
Jake Jones ( a destra) con l'ex lanciatore della Major League • Come risultato, Jones ritornò negli Stati Uniti dopo la guerra come un eroe. Durante il congedo si fermò una settimana a New York, e apparve nel programma radiofonico di Kate Smith. Il famoso giornalista sportivo Grantland Rice elogiò l'abilità di volo dell'ex giocatore di baseball. "Fu sopra Tokyo che tre aerei si unirono contro di lui e lui li prese tutti e tre". Jake ritornò ai Chicago White Sox per la stagione 1946. Anche se era tornato indenne dalla seconda guerra mondiale, non ebbe tanta fortuna sul diamante. Si fratturò il polso e il gomito sinistro, quando Eddie Lake dei Detroit corse contro il suo braccio teso durante una giocata in prima. L'intervento chirurgico e un lungo periodo di terapia fisica rimisero in forma Jones per giocare nel 1947 e preparare il terreno al suo debutto impressionante con i Red Sox. Purtroppo, il primo giorno di Jake, con Boston diede un quadro fuorviante della sua produzione. "Jones poteva essere di alterne qualità, era in grado di trascinare la squadra quando la sua mazza era calda, ma quando non lo era poteva essere il congelamento". Colpì solo .237 assieme per le due squadre Sox nel 1947. Tuttavia, realizzò 96 RBI e 19 fuoricampo. Era nata anche una forte amicizia con Ted Williams a causa del loro comune interesse per la pesca e il volo. Quando Cronin divenne GM nel 1948, assunse Joe McCarthy come manager. Joe spostò Stan Spence in prima e in platoon con Jones. Ma, quando nessuno dei due era in condizione di sostenere la posizione, McCarthy utilizzava Billy Goodman. Jones colpì .200 e 1 HR in soli 105 at-bat. Dopo la stagione, i Red Sox lo liberarono, e concluse la sua carriera di baseball con Louisville in AAA e San Antonio in AA nel 1949 prima di ritirarsi nella sua fattoria di cotone di 400 acri nella sua città natale. "Ace: The Jake Jones Story" di Dick Thompson, The National Pastime: A Review of Baseball History (SABR)
Quasi un altro doppio No-Hitter dei Reds Johnny Vander Meer è famoso come l'unico lanciatore nella storia della Major League a lanciare back-to-back due no-hitters (1938). Meno noto è che a un altro lanciatore di Cincinnati, Ewell Blackwell, mancarono due out per ripetere l'impresa di Vander Meer. Johnny Vander Meer • Il 18 giugno del 1947, Blackwell, alto 1.98 per 86 kg., chiamato"The Whip" per il suo malvagio rilascio sidearm, realizzò una no-hit contro i Boston Braves, 6-0, davanti a 18137 spettatori al Crosley Field. Ewell Blackwell • Poi, il 22 giugno nella prima partita di un doubleheader di domenica con 31204 tifosi di casa, Ewell tenne i Brooklyn Dodgers, che avrebbero vinto il pennant quell'anno, senza valide per otto innings. • Lasciamo che sia Ewell a raccontare i suoi ricordi della partita. "All'inizio del nono eravamo in vantaggio 4-0, e avevo ancora la no-hitter in ballo. Sai, guardando indietro, è stato interessante vedere quante coincidenze fossero al lavoro. L'unico uomo nella storia della major league che aveva lanciato consecutivi no-hitters aveva anche lanciato per Cincinnati - Johnny Vander Meer. Li aveva lanciati nello stesso mese che stavo per realizzare i miei - giugno. E non solo, ma lui li aveva lanciati contro gli stessi club e nello stesso ordine, come speravo di fare - Braves e Dodgers. E per coronare il tutto, Johnny Vander Meer era ancora con Cincinnati e si era seduto sul gradino più alto del dugout, in attesa di uscire e stringermi la mano". • Il primo battitore nella parte inferiore del nono, il pinch hitter Gene Hermanski, andò al volo sull'esterno sinistro. • Il prossimo era il fastidioso seconda base Eddie Stanky. Blackwell ancora: "Prese un lancio per un ball. Poi il lancio successivo lo colpì verso di me. Ho pensato che avesse colpito la palla più forte di quello che in realtà era; quando colpiscono dritto verso di voi a volte è difficile giudicare quanto velocemente si muove la palla. Ma non era stata colpita così duramente come pensavo - in realtà aveva rotto la mazza nel contatto - e feci la mia mossa troppo in fretta. Andai giù per prenderla e mentre si avvicinava pensavo che avevo la palla. Beh, io non ce l'avevo. Andò sotto il mio guanto diritta in mezzo alle mie gambe, rotolando attraverso l'infield e morì al centro-campo sull'erba, una ventina di metri fuori dal diamante. Io stavo in piedi a guardare la palla, quella pallina bianca sdraiata sull'erba. Come mi sono sentito? Beh, ho pensato che 100000 dollari erano andati giù per lo scarico, e mi sentivo di conseguenza". • Jackie Robinson ottenne un altro singolo prima che Blackwell chiudesse la partita con la vittoria per 4-0. • Queste due partite facevano parte delle 16 vittorie consecutive di The Whip, tutti complete game con cinque shutouts. Fu leader in quella stagione della National League con 22 vittorie . Baseball between the Lines: Baseball in the Forties and Fifties as Told by the Men Who Played It, di Donald Honig (1976)
L'evento più visto nella storia La prima partita delle World Series del 1947 tra i Brooklyn Dodgers e i New York Yankees "fu vista dal maggior numero di persone di qualsiasi evento nella storia" fino a quel momento. • La più grande folla pagante di sempre per vedere una partita delle World Series (73365 tifosi) imballati all'inverosimile allo Yankee Stadium. Game 1 delle World Series - 30 settembre 1947 • Circa 25000 tifosi guardarono dai tetti vicini. • La partita fu il primo Fall Classic ad essere trasmesso in televisione. Il network NBC abbracciava New York, Washington, Philadelphia, e la contea di Schenectady. Gli annunciatori stimarono che 3,9 milioni di persone videro la partita, anche se questa è probabilmente un'esagerazione. Anche così, in quell'autunno lo sport era entrato in una nuova era. World Series, quinto inning con Joe DiMaggio che corre a casa - 30 settembre 1947 La prospettiva di guardare le World Series in TV diede vita ad alcune notizie interessanti. • Circa il 15% dei televisori a New York erano nei bar. Un bar a Brooklyn installò due set, uno per gli appassionati dei Dodgers e uno per gli appassionati Yankees. • Il Park Avenue Theatre mise una TV nella hall in modo che gli spettatore del film Frieda potessero dare un'occhiata alle azioni della partita. • La giuria in un processo che si svolgeva al Kings County, di un tassista accusato di stupro, minacciò di uscire perché non voleva perdere la partita d'apertura. Così il giudice chiamò un'interruzione, e mandò un membro dello staff ad acquistare un televisore, e posizionarlo nella sua biblioteca in modo che tutti, eccetto l'imputato, potessero guardare la partita. • Alla domanda dei giornalisti se avesse assistito alla partita, il presidente Harry Truman disse che non aveva tempo, ma che avrebbe cercato di vedere qualche innings alla televisione. Pochi giorni dopo fece il primo discorso televisivo presidenziale dalla Casa Bianca, chiedendo agli americani di fare sacrifici per contribuire ad alleviare la scarsità mondiale di viveri che continuava ad affliggere i paesi coinvolti dopo la seconda guerra mondiale. Yogi Berra con Babe Ruth durante le World Series 1947 Le World Series del 1947 furono anche le prime in cui giocava un afro-americano. Jackie Robinson ruppe un'altra barriera del colore quando mise piede nel box di battuta nel primo inning. Con sua madre Mallié in tribuna dopo il viaggio dalla California, Jackie prese una base su ball. Poi rubò la seconda al rookie catcher Yogi Berra. Jackie Robinson dei Brooklyn Dodgers scivola in seconda nella rubata del primo inning della partita di apertura delle World Series del 1947. Phil Rizzuto, interbase degli Yankees, in attesa della palla tirata dal ricevitore Yogi Berra. L'arbitro è Ed Rommel Le serie, una delle più interessanti mai giocate, furono vinte dagli Yankees alla settima partita. Opening Day: The Story of Jackie Robinson's First Season, di Jonathan Eig
Joe Earley Night La corsa al pennant dell'American League del 1948 fu una delle più grandi della storia. • Il pubblico era aumentato in questo periodo tra la seconda guerra mondiale e la diffusione della televisione e quasi in ogni casa, negli anni '50, c'era un televisore. • I Cleveland Indians stabilirono un record con 2.620.627 spettatori. Ciò era dovuto al grande baseball e, in più, alla genialità del marketing del loro vulcanico proprietario Bill Veeck. Una delle idee di Veeck fu ispirata da una lettera sul Cleveland Press. Lo scrittore della lettera, ispirato dalla "Ken Keltner Night" in onore del terza base dei Tribe, ebbe una nuova idea. "Ora vogliamo avere il Bill Veeck Night. E' una buona idea, ma ecco un altro suggerimento. Facciamo un 'Joe Earley Night'. Pago l'affitto e il padrone di casa li spende per cose che stimolano il business. Continuo a tenere il benzinaio in affari con il regolare acquisto di gas. Tengo il lattaio nel lusso con l'acquisto di latte. Egli usa camion e pneumatici e il risultato è che la grande industria continua ad andare. Lo strillone consegna i giornali, consumando occasionalmente un paio di scarpe e il calzolaio vince. Mia moglie tiene un negozio di alimentari e una macelleria ... pure lei nel mondo degli affari e dei grandi magazzini. Un sacco di persone dipendono da me (e da voi) quindi cerchiamo tutti insieme, di inviare i vostri contributi per questa nuova auto per "Good Old Joe Earley Night". (Firmato) Joe Earley, 1380 Westlake Avenue Earley aveva scritto la lettera in una maniera sottilmente ironica, ma a molte persone piacque l'idea, chiamarono Joe e inviarono lettere e anche donazioni, che la signora Earley annunciò sarebbero andate al Cancer Fund in onore all'eroe dell'infanzia di Joe, Babe Ruth, che era morto un mese prima per un cancro alla gola. • Veeck propose il 28 settembre del 1948 come "Good Old Joe Earley Night" per onorare tutti i comuni fans. Ben 60405 fans si riversarono allo stadio la notte di martedì. • Veeck distribuì orchidee Princess Aloha, fatte arrivare dalle Hawaii con un United Airlines DC-3 munito di aria condizionata, operazione del costo di 30000 dollari, per le prime 20000 donne che entravano al Municipal Stadium. • In una cerimonia prima della partita, Bill chiamò i fortunati fans a casa base per ricevere i regali, tra cui quattro conigli bianchi e un cavallo decrepito.
Veeck mentre annuncia i premi per i fans selezionati in modo casuale Infine, introdusse Joe Earley stesso.
Mr. e Mrs. Joe Earley con alcuni dei loro regali • Veeck presentò il veterano di guerra dicendogli che avrebbe ricevuto una casa costruita nello stile dell'architettura americana. Solo che entrò in campo un furgone Ford Modello T Circus con un piccolo rimorchio (simile alla roulotte dei nostri giorni) pieno di belle ragazze appese sui bordi che immediatamente caddero.
Ford Modello T Circus • Ma poi arrivarono i premi reali: una nuova convertibile e un camion pieno di elettrodomestici donati dai commercianti locali. • Joe ricevette anche un pass a vita per qualsiasi park dell'American League. La partita che fu giocata di seguito contro Chicago, all'ultimo posto, fu tutt'altro che deludente perché gli Indians mantennero due partite di vantaggio su Boston e New York, con cinque partite ancora da giocare. • I White Sox avevano battuto Cleveland in cinque degli ultimi sei incontri. Tuttavia, la serata di gala appartenne agli Indians.
Gene Bearden • Gene Bearden, il rookie mancino di knuckleball che era diventato un top pitcher dei Cleveland, lanciò con due giorni di riposo. I battitori dei Tribe fecero il loro facile lavoro di colpire valido i lanciatori dei Sox per la 18a vittoria di Gene, per 11-0. Cleveland sperperò i due giochi di vantaggio terminando la regular season alla pari con i Red Sox. Tuttavia, gli Indians vinsero al Fenway in una sola partita di playoff prima di incontrare l'altra squadra di Boston, i Braves, nelle World Series. Gli Indians vinsero il Fall Classic per 4 partite a due. Epic Season, The 1948 American League Pennant Race, di David Kaiser - "Fan of Fans" di Scott Pitoniak - Memories and Dreams: The Official Magazine of the Hall of Fame, Spring 2012
L'anno super di un battitore?
Stan Musial Nel 1948, Stan Musial dei St. Louis Cardinals ebbe senza dubbio il migliore anno, che ogni battitore abbia mai avuto. Musial fu leader della Major League in otto categorie (che elenchiamo qui di seguito anche per mostrare fino a che punto primeggiò in alcune statistiche): • media battuta: .376; Ted Williams (Boston Red Sox) .369 • Valide: 230; Bob Dillinger (St. Louis Browns) 207 • Doppi: 46; Williams 44 • Tripli: 18; Tommy Henrich (New York Yankees) 14 • Percentuale slugging: .702; Williams .615 • OPS (On-base più Slugging): 1.152; Williams 1.112 • Basi Totali: 429, Joe DiMaggio (New York Yankees) 355 • Extra-Base Hits: 103; Henrich 81 Inoltre, Stan guidò la National League in altre quattro categorie (per confronto affianchiamo i leader dell'American League): • RBI: 131; DiMaggio 155 • Punti: 135; Henrich 138 • Tempi di base*: 312; Williams 317 • Percentuale arrivi in base: .450; Williams .497 * Tempo in base: Valide + Basi su ball + HBP, non comprende il raggiungimento in caso di errore o per interferenza del catcher. Tirando le somme, Musial fu leader del Senior Circuit in dodici categorie offensive nel 1948 (anche se alcuni, come la OPS, non erano ancora stati inventati). E' una sorpresa che abbia vinto il premio MVP della NL? E' anche interessante notare che Ted Williams fu leader dell'AL in sei categorie. Niente di tutto questo era nuovo per Musial. Nel 1943, il primo anno che la seconda guerra mondiale mietè molte vittime nel baseball, Stan condusse la league in 9 categorie offensive. Nel 1946, la prima stagione completa dopo la guerra, primeggiò ancora nel Senior Circuit in 9 categorie offensive (più partite, presenze al piatto, e at-bat).
Seminick vs Giants Andy Seminick I Philadelphia Phillies, leader della League, ospitarono allo Shibe Park il 12 agosto 1950, davanti a 14955 tifosi, i New York Giants, al quinto posto. Secondo il manager Eddie Sawyer, un giocatore chiave per il successo dei Phils era il trentenne catcher Andy Seminick, uno dei veterani dei "Whiz Kids": "Da mediocre, comune ricevitore, Andy è diventato un vero capo e si è preso carico del nostro giovane pitching staff". L'esterno centro Richie Ashburn ricordò in seguito Seminick come "un ragazzo alla mano", ma "un duro Russo. Non dovevi mai farlo irritare". Andy mostrò la sua natura di capo sabato pomeriggio contro i Giants di Leo Durocher. • Nel secondo inning, Seminick raggiunse salvo la prima base. Poi, su una valida, Andy "urtò duro" il terza base Hank Thompson, facendogli perdere i sensi, e segnò sul tiro sfuggito. Bill Rigney sostituì Thompson. Hank Thompson • Nel quarto, il seconda base Eddie Stanky iniziò ad agitare le braccia, mentre Seminick era nel box di battuta. "The Brat" l'aveva fatto contro i Phillies e in precedenza con i Boston Braves, ma, prima della partita, Stanky aveva annunciato che non avrebbe rinunciato alla tattica fino a quando non fosse stata presa una decisione in merito dal presidente della NL, Ford Frick. Tuttavia, quando Stanky si rifiutò di cessare il movimento di disturbo, venne espulso. I Giants giocarono la partita sotto protesto, sostenendo che non c'era nulla nelle norme che vietasse quello che Stanky faceva. Rigney si spostò in seconda mentre Lucky Lohrke andò in terza.
• Quando il gioco riprese, Seminick raggiunse la prima sull'errore del prima base Tookie Gilbert. Il battitore successivo, Mike Goliat, colpì una rimbalzante sull'interbase Alvin Dark, che passò la palla a Rigney per eliminare Seminick. Andy scivolò duro con gli spike alzati su Rigney, e i due cominciarono a darsele di santa ragione. I giocatori di entrambe le squadre si precipitarono fuori, e ci vollero i quattro umpires e quattro agenti di polizia per ristabilire l'ordine. La polizia minacciò di arrestare Gilbert per "uso di linguaggio blasfemo" fino a quando l'arbitro Lee Ballanfant lo dissuase dal continuare. I combattenti che avevano iniziato la rissa furono mandati sotto le docce. Entrambi vennero multati di 25 $ dalla League. • La partita finale della serie, del giorno successivo, si chiuse senza scontri. Ma, Thompson non fece ritorno nel lineup. I Giants si vendicarono con Seminick l'ultima settimana della stagione. • Il 27 settembre, i Phillies giocarono con i Giants un doubleheader al Polo Grounds. La squadra di Sawyer aveva visto il suo primato, che era stato di 7 partite e 1/2 di vantaggio il 20 settembre, diminuire a 5 sugli inseguitori Brooklyn Dodgers. • La prima partita rimase in parità, 7-7, in fondo al 10° con l'asso dei Phils, il rilievo Jim Konstanty sul monte. Monte Irvin era in seconda quando Dark colpì un singolo al centro. Irvin scivolò duro su Seminick al piatto per battere il tiro e vincere la partita. Monte Irvin • Seminick rimase ferito sulla giocata. Il referto originale parlò di una distorsione alla caviglia, e il medico della squadra dei Giants rilevò che l'infortunio non era grave. • Andy saltò la seconda partita, un'altra sconfitta che ridusse il vantaggio a 4. Si rivelò poi che l'infortunio a Seminick era grave - una caviglia rotta. • I Phillies dovevano giocare un altro doubleheader contro i Giants il giorno successivo. • Seminick saltò entrambi i giochi, con iniezioni di novocaina sulla caviglia per i dolori. • New York vinse ogni partita 3-1 e ridusse il vantaggio dei Phillies a 3 giochi sui Dodgers e i Braves. Andy perse anche le ultime due partite della stagione contro i Dodgers ma i Phillies riuscirono a vincere il pennant di una partita. Poi prese il suo posto, con la caviglia rotta, dietro il piatto in tutte e quattro le partite delle World Series, perse per mano degli Yankees. Seminick trascorse poi otto settimane ingessato.
Mickey Mantle I - "Vai ad ovest, giovanotto"
Mickey Mantle Un giovane fan una volta infastidì Al Kaline dicendogli di non essere "la metà del giocatore che è Mickey Mantle!" La stella dei Tigers rispose: "Figlio, nessuno è la metà del giocatore che è Mickey Mantle". Vi racconterò una serie di storie sulla carriera di Myckey. I New York Yankees spostarono il loro spring training in Arizona nel 1951 per la prima e unica volta, scambiando il loro tradizionale sito a St. Petersburg con la location a Phoenix dei New York Giants. Casey Stengel, manager per il terzo anno e vincitore di due su due World Series, invitò un gruppo di 25 rookies all'instructional school a Phoenix prima dell'arrivo dei veterani. Casey Stengel Avendo il lusso di mettere in campo sempre squadre di talento, gli Yankees tradizionalmente inserivano lentamente i giovani giocatori. A Stengel non ci volle molto tempo per pensare che il diciannovenne Mickey Mantle da Commerce, Oklahoma, potesse essere un'eccezione a questa regola. Mick era già stato pubblicizzato come "the number one kid player in organized baseball" (il giocatore ragazzino numero uno nel baseball organizzato) e "the apple of Casey Stengel's eye" (la luce degli occhi di Casey Stengel). Giocando interbase per Joplin, Missouri, nella classe C della Western Association nel 1950, Mantle fu leader della league nelle valide (199 in 137 partite), basi totali (331), punti (141), e media battuta (.383). Aveva anche realizzato 136 RBI nel suo secondo anno di baseball pro. All'inizio del 1951, gli Yankees ricevettero la buona notizia che il giovane fenomeno era stato classificato 4-F dalla sua commissione di leva locale. Il motivo? Osteomielite acuta, l'infiammazione di un osso della caviglia sinistra. La prima indicazione che Mantle era il vero affare arrivò quando i giocatori furono cronometrati nella corsa da casa in prima. Coprì la distanza dei 90 feet (27,43 m) in un sorprendente 3,1 secondi. Workman Hank, un prospetto prima base, ricordava: "Nessuno si accorse di Mantle fino a quel momento. Era molto tranquillo e molto timido. Si era tirato il berretto fin giù sulla fronte che si poteva a malapena vedere la sua faccia. Poi corse. E giuro che andava così veloce che si poteva ancora vedere gli sbuffi di polvere in aria dalle sue orme un paio di metri dietro da dove si trovava". Stengel esclamò: "Dio mio, il ragazzo corre più veloce di Cobb". Mantle fece anche una forte impressione nella prima partita tra i rookies. Workman: "La prima volta che Mantle andò a battere, ne colpì una a un miglio fuori dal campo di baseball. Circa tre inning più tardi arriva di nuovo. Il lanciatore è cambiato, e ne batte fuori un'altra un miglio da un'altra parte e tutto quello che fa dopo è trotterellare verso l'interbase nel suo modo non ostentato e con il cappello tirato giù". Non ci volle molto a Casey per spostare il suo purosangue all'esterno. Lo skipper degli Yankees probabilmente sapeva di un'altra statistica in cui era leader Mickey nel 1950: 55 errori. Da quando il vecchio Casey lo spostò nel campo esterno per 14 stagioni della ML, istruì lui stesso il suo prezioso allievo. Ma, il commissioner Happy Chandler fece cessare il camp di Stengel come una violazione della data di approvazione dell'inizio dello spring training, ma Mantle venne invitato allo spring training ufficiale degli Yankees a Phoenix. Ma, quando il camp cominciò, Mickey non c'era. Gli Yankees non gli avevano mandato un biglietto del treno, e lui non poteva permettersi la spesa perché aveva ricevuto il bonus di firma due anni prima. Il biglietto gli venne rapidamente inviato. Il management del club non aveva intenzione di fare le corse per portarlo in major, e il ragazzo non aveva aspettative di entrare nel roster. Nessun giocatore nel sistema degli Yankees era mai saltato dalla classe C alla major dopo solo due anni di baseball pro.
Joe DiMaggio Il 2 marzo, Stengel annunciò che aveva spostato Mantle all'esterno. Il giorno dopo, l'anziano esterno centro Joe DiMaggio rivelò che aveva previsto che il 1951 sarebbe stata la sua ultima stagione. Il magazziniere diede a Mickey l'uniforme # 6, mettendolo in una grande sequenza: Ruth # 3, Gehrig # 4 e DiMaggio # 5. Era evidente che Mantle fosse l'erede dello Yankee Clipper. I veterani Yankees si meravigliarono del grezzo talento del rookie.
Tommy Henrich Tommy Henrich, che Stengel nominò per trasformare Mickey in un esterno, parlò del braccio. Dopo che Mantle, giocando all'esterno destro, eliminò il corridore, autore di un doppio, in terza, dopo che questi si era allontanato dalla base, "Old Reliable" disse questo: " Best throw I've ever seen"(Il miglior tiro che abbia mai visto).
Tommy Byrne Il pitcher Tommy Byrne dopo aver visto Mantle nella gabbia di battuta: "Era come se battesse palline da golf".
Yogi Berra Il catcher Yogi Berra: "Chi diavolo è questo ragazzo?". A suo modo inimitabile, Casey opinò: "He has more speed than any glugger and more slug than any speedster - and nobody has ever had more of both of 'em together. This kid ain't logical. He's too good. It's very confusing" (tentativo di tradurre la folcloristica e unica parlata di Stengel: "Ha più velocità rispetto a qualsiasi bevitore e picchia di più di qualsiasi macchina velocissima - e nessuno ha mai avuto più di tutte e due queste insieme. Questo ragazzo non è logico. E' troppo buono. E' molto confuso"). Nessuno poteva capire come questo ragazzo, alto 1,78 per 84 kg., generasse così tanta potenza, ma si rivelò il segreto vedendo il suo corpo muscoloso negli spogliatoi. Disse il pitcher Eddie Lopat: "Quel bambino diventa più grosso più si toglie i vestiti". Tutti i giornalisti volevano scrivere di Mickey. In realtà, il loro collega Stan Isaacs a New York si lamentava: "Fin dall'inizio dello spring training, i tasti delle macchine da scrivere fuori dai training camps hanno martellato un nome alle persone a casa. Non importa quale sia il giornale che hai letto, o che giorno, avrai Mickey Mantle, ancora Mickey Mantle e ancora di più Mickey Mantle. Mai nella storia del baseball il gioco ha conosciuto eguale meraviglia di questo rookie Yankee. Ogni giorno c'è qualche altra frase gloriosa con gli scrittori di baseball che si superano nel tentativo di descrivere gli scherzi di questa meraviglia: "E' più veloce di Cobb ... colpisce con potenza da entrambi i lati della piastra come Frankie Frisch utilizzava per ... non si fa distrarre dalla pubblicità, un ragazzo incontaminato ... sicuramente ricordato come uno dei reali grandi del baseball". Gli Yankees volarono in California per undici giorni di partite di esibizione.
Gil McDougald Mantle colpì un "mammut HR" contro gli Hollywood Stars al Wrigley Field (versione di Los Angeles). Il rookie Gil McDougald ricordava: "Mickey colpì due valide d'acciaio, e il difensore era corso oltre l'esterno centro pensando che stava per prenderle. Si alzò di scatto, e la palla è decollata come un aeroplano sopra la recinzione. L'esterno centro era in uno stato di shock". Il giorno dopo, Mickey fece rimanere senza fiato i tifosi con la sua velocità dalla prima alla terza. Il 19 marzo, il giornalista del New York Daily News sgorgava: "Molto bene Mantle, potrebbe essere la chiave per il pennant". Quando il tour Yankee si spostò a nord verso la Bay Area, nel distretto di DiMaggio, Mantle colpì un fuoricampo da 122 m contro un vento forte che soffiava dall'esterno destro al Seals Stadium. Un accenno dell'atteggiamento di Joe verso il suo presunto successore fu quando un ospite ad una cena privata, a cui era stato invitato, gli chiese se avrebbe preso in considerazione di trasferirsi all'esterno sinistro per fare spazio a Mantle, "Non c'è nessuno che può prendere il mio posto al centro fino a quando io non ci rinuncerò" rispose DiMaggio. Tornando a Los Angeles, gli Yankees affrontarono la USC Trojans. Mantle colpì un fuoricampo e la palla viaggiò molto oltre la recinzione atterrando al centro del campo adiacente dove i Men of Troy di football tenevano il loro spring training. La palla rimbalzò nella calca e colpì il piede di un giovane di nome Frank Gifford. Mickey non aveva ancora finito, colpì un altro lancio alto sopra la recinzione a sinistra e un triplo nella parte più profonda dell'esterno centro. Per mostrare la sua versatilità, colpì anche un infield hit, una semplice rimbalzante che venne giocata pulita dall'interbase. Il coach dei Trojans Ron Dedeaux, spesso raccontò di aver visto Mickey Mantle colpire fuoricampo da 152 m da entrambi i lati del piatto nel marzo del 1951, e li chiamò "The greatest show in history" (Il più grande spettacolo della storia). I reporters ipotizzarono che gli Yankees non avrebbero potuto mandare nelle farm un tale talento. Ma la notizia improvvisa che Mickey doveva tornare a casa in Oklahoma interruppe la sua magica primavera. To be continued ...
Mickey Mantle II - "Il prossimo grande giocatore di baseball" Quando gli Yankees tornarono al loro spring training camp del 1951 a Phoenix, Arizona, dopo il soggiorno in California, Mickey Mantle trovò una lettera di suo padre che gli diceva che la commissione di leva locale intendeva riesaminarlo entro i prossimi dieci giorni. • Dopo che il medico militare stabilì la sua incapacità di servire lo stato come era stato confermato a Tulsa, Mantle prese il volo da Kansas City per New York, venerdì 13 aprile. • "Generalmente salutato come il più grande rookie che arrivava dopo Joe DiMaggio" (James Dawson in The New York Times), Mickey si unì agli Yankees per la loro annuale serie dimostrativa con i Giants e Dodgers. Dopo aver mostrato come giocava il suo fenomeno nell'angolo difficile dell'esterno destro all'Ebbets Field, il manager Casey Stengel mise Mickey titolare nel lineup. Andò 4 su 4 con un HR a un metro oltre il tabellone segnapunti all'esterno destro.
Mickey Mantle e Casey Stangel nel 1951 • Di conseguenza, il GM George Weiss diede a Stengel quello per cui aveva fatto pressione. Mise Mickey nel roster nell'opening day. Ma, lo stesso ragazzo preferì andare in doppio A a Beaumont per allenarsi maggiormente. • Weiss aveva programmato di far giocare Mantle nelle minor per un anno e di prenderlo nel '52 dopo che DiMaggio si era ritirato. Entrambi avevano creato nel roster qualche tensione tra di loro.
Mickey Mantle e Joe DiMaggio nel 1951 • DiMaggio aveva indicato il fenomeno a un giornalista sul campo prima della partita di apertura contro Boston allo Yankee Stadium: "Questo è il prossimo grande giocatore di baseball". • Crescendo in Oklahoma, l'eroe di Mickey era stato Stan Musial, dei vicini Cardinals. Tuttavia, Weiss aveva incaricato Mantle quasi dal giorno in cui aveva firmato di dire alla stampa che Joe DiMaggio era il suo idolo.
Mickey Mantle e Stan Musial Il diciannovenne Mick da Commerce non era a suo agio nella Grande Mela. • "Ero timido, spaventato", ammise decenni più tardi. • Hank Bauer e il suo compagno di stanza, Johnny Hopp, aiutarono Mickey ad ambientarsi. Curarono l'acquisto di un nuovo guardaroba e lo introdussero alla conoscenza del cibo di New York. Il rookie guadagnò 9 kg. (da 77 a 86) nella prima stagione.
• Un pezzo sul Times su Mickey del 3 giugno 1951, scritto da Gilbert Millstein, diceva questo: Dopo essere diventato una leggenda prima ancora di diventare adulto e un prodotto commerciale di notevole valore speculativo in meno di sei mesi, Mantle è stato sottoposto ad una serie di pressioni, sia dentro che fuori il campo da baseball, per le quali nulla nella sua vita, sia professionale o privata, lo aveva preparato. ... è stato intervistato e fotografato quasi ogni giorno, invitato tutte le sera cena e, chiesto di comparire in programmi radiofonici e televisivi (che ha fatto con moderazione), interrogato da vicino sul suo stato di salute ..., e avvicinato molto assiduamente da promotori di vario tipo cercando di fare soldi per lui e solo incidentalmente per se stessi, dicevano tutti ... Il suo aspetto fisico serve per evocare l'immagine, tradizionale e cara agli americani, del ragazzo di campagna perbene alle prese, in grande svantaggio ma alla fine in trionfo, con la grande città e i suoi pericoli ... Quando sorride, anche su richiesta, come continuamente i fotografi gli chiedono di fare, sembra abbia un bel po' meno dei 19 anni e altrettanto vulnerabile. E' possibile che questa immagine sia stata nella mente di Stengel un paio di settimane fa, quando ha parlato di Mantle con un conoscente ... "Questa pubblicità non è troppo buona per lui. Gli ha dato fastidio come a qualsiasi altro ragazzo. Eccolo con tutte quelle interviste, mentre cerca di spiegare se stesso alle altre persone piuttosto che tendere al business del baseball. Non penso che si faccia del male. Non credo che lo farà, ma se si legge tutti gli articoli pubblicati sarà lui a rovinasi la vista". Ma tutto gli fece male. • Il 18 maggio, Mantle andò 3 su 5 con un triplo per aumentare la sua media a .316. Colpì quattro fuoricampo, due da ogni lato del piatto, e stava conducendo l'American League con 26 RBI. • Non registrò nessun'altra valida nel circuito fino al 19 giugno quando ne colpì una in ciascuna partita di un doubleheader. La sua media era scesa a .259. • Non colpì un altro fuoricampo fino al 7 luglio al Fenway quando ne battè uno come pinch-hitter per alzare la sua media a .264. • In data 14 luglio, Mickey ruppe il tentativo di Bob Feller di realizzare la sua seconda no-hitter in due settimane con un doppio nel sesto inning. Fu l'ultimo hurrah di Mick per un po'. Il 15 luglio, gli Yankees presero il lanciatore mancino Arte Schallock da Hollywood della Pacific Coast League. Per fare spazio nel roster, mandarono Mantle in AAA a Kansas City con un preavviso di 24 ore. • Stengel sentì che lo spostamento poteva aiutare Mickey. "Questo ragazzo è buono e non mi sbaglio su questo. E' venuto come un interbase, ma lo abbiamo trasformato in un esterno destro e durante la notte mi ha dimostrato di poter fare tutto, corsa, difesa, tirare e battere la palla lunga. Non può crescere più velocemente. Tuttavia, ha un punto debole, in quanto ha battuto troppo spesso, ma sono certo che sarà lui a vincere e che tornerà". • Mantle compilò una media di .260 in 69 partite con sette fuoricampo, nove doppi, cinque tripli, e 41 RBI. • Mickey pianse quando Casey gli diede la notizia. "Dispiace più a me che a te", disse il manager. Lo slump di Mick continuò a KC. • Nella sua prima partita, colpì un bunt a sorpresa per la sua unica valida. Il manager George Selkirk gli fece capire senza mezzi termini che lui era lì per riconquistare il suo swing, non per fare bunt. Passarono tredici giorni prima che colpisse il suo primo HR. Lo fece solo tre volte durante le prime 18 at-bat.
Mickey Mantle e George Selkirk nel 1951 • Naturalmente, era depresso e sfiduciato. Quando il compagno di squadra Johnny Blanchard fu retrocesso in AA, Mickey gli disse: "Fammi spazio, Blanch, sto scendendo". E quando un amico della minor league lo andò a trovare, Mantle disse: "Io non tonerò mai più lassù". • Mickey aveva già iniziato a bere e purtroppo l'alcolismo lo afflisse per tutta la sua vita.
Elvin "Mutt" Mantle con il piccolo Mickey • Chiamò suo padre e gli disse che voleva tornare a casa. Mutt Mantle immediatamente andò a KC. Mickey in seguito disse: "Pensavo che sarebbe venuto a farmi un discorsetto. Si avvicinò, entrò nella camera d'albergo, e cominciò a buttare tutta la mia roba in un sacchetto. Dissi: Qual è il problema?. Mi rispose: ho pensato che avevo cresciuto un uomo. Non sei altro che un maledetto codardo.... vieni a lavorare con me nelle miniere. Non ho cresciuto un uomo. Ho allevato un bambino". Gli chiesi un'altra possibilità. Mutt mi disse: "Me ne vado. Se non vuoi giocare, prendi un autobus e torna a casa".
Mickey Mantle, con la sua famiglia nell'aprile del 1951, quando era il diciannovenne rookie degli Yankees • Mickey riflettè a lungo sul fatto che quella sera voleva restare nel baseball. Ovviamente, decise di intraprendere il futuro che suo padre aveva sempre immaginato per lui. • Alla fine cominciò a battere: quattro valide in una partita, undici fuoricampo in un mese con 52 punti segnati e 60 RBI. Gli Yankees lo richiamarono alla fine di agosto, dopo 40 partite a KC. • In primo luogo, dovette fare i conti di nuovo con il Selective Service System. Un portavoce di Washington disse che era la "procedura standard" richiamare le nuove potenziali reclute che erano state classificate 4-F per nuovi esami fisici. Tuttavia, ammise che la speciale attenzione era dovuta al fatto che era Mantle. Presumibilmente, la Casa Bianca aveva ricevuto lettere infuriate che si lamentavano che un tale atleta di talento fosse considerato disabile. • Ma dal momento che la sua osteomielite rimaneva, il suo status non venne rettificato e ritornò agli Yankees per trovare la casacca # 7 appesa nel suo armadietto. Il responsabile della clubhouse aveva dato via in sua assenza il suo precedente # 6.
• Mickey finì la stagione con queste statistiche: Stengel incluse il suo prezioso rookie nel roster delle World Series, e disgraziatamente Mickey riportò un importante infortunio che pesò sulla sua carriera. • Mutt era venuto a New York per le Series, e lui e Mickey furono spettatori della famosa Gara 3 di playoff della NL in cui Bobby Thomson colpì il fuoricampo, "shot heard 'round the world", che diede ai Giants il pennant. • Mickey, leadoff in Gara 1, se ne andò 0 su 3 con i Giants che vinsero 5-1. I Giants furono impressionati dalla sua velocità. "L'uomo bianco più veloce che abbiamo mai visto correre in prima", disse l'interbase Al Dark. • Il giorno dopo, giocò ancora come leadoff, piazzando un bunt singolo nel primo e segnando sulla valida di Gil McDougald, due battitori più tardi. Larry Jansen lo mise strikeout nel terzo. Due inning più tardi avvenne il gioco fatale. • Willie Mays, il rookie sensazionale dei Giants, alzò un flyball sull'esterno centro. Dal momento che Casey gli aveva detto di cercare di prendere quanto più poteva, perché DiMaggio era diventato lento, Mickey caricò, ma, quando vide Joe portarsi sotto la palla, cercò di fermarsi rapidamente. "Non bisogna scontrarsi con Joe DiMaggio all'esterno centro nello Yankee Stadium", Mickey spiegò anni dopo. Purtroppo, i suoi spikes si impigliarono in uno scarico di gomma e, come egli raccontò negli anni successivi, "il mio ginocchio andò proprio fuori dalla parte anteriore della gamba". Cadde così velocemente che DiMaggio e molti tra la folla pensarono che Mickey era stato ucciso. Altri pensarono ad un attacco di cuore. Lo misero su una barella e lo portarono nel dugout, dove il padre lo aspettava.
Quattro foto che ritraggono il momento dell'infortunio di Mickey Mantle, i soccorsi, il trasporto nella clubhouse
• Quando gli Yankees trionfarono 3-1, trovarono Mickey nella clubhouse con la gamba destra racchiusa con stecche e bende.
• Il titolo del Times il giorno dopo titolava: "La gioia del trionfo è attenuata dalla perdita di Mantle per le partite da giocare". La mattina dopo, il ginocchio era così gonfio che Mickey non poteva camminare. • Suo padre lo portò con un taxi al Lenox Hill Hospital per le radiografie. Quando arrivarono, Mutt scese per primo e Mickey si issò su suo padre mentre scendeva. Questo causò la caduta di Mutt sul marciapiede. • Quindi l'ospedale ricoverò entrambi. La diagnosi di Mutt fu il morbo di Hodgkin. Aveva solo pochi mesi di vita. Guardarono le restanti quattro partite della serie nella loro stanza d'ospedale.
Mickey Mantle mentre guarda Gara 3 al Lenox Hill Hospital • La scienza medica non sapeva molto di infortuni al ginocchio in quel momento. La diagnosi fu una distorsione al ginocchio - senza il necessario intervento chirurgico. • Nella biografia del 2010 di Mickey, Jane Leavy si consultò con dei medici per individuare quello che era successo a Mickey. La loro conclusione fu che si ruppe il menisco, il legamento crociato anteriore e il legamento collaterale mediale. • Come scrisse: "Quel pomeriggio di ottobre [Gara 2 del 1951] fu l'ultimo che Mantle stette in piedi su un campo da baseball senza dolore". A posteriori, i tifosi Yankees, come pure tutti gli appassionati di baseball, hanno sempre ipotizzato quanto grande sarebbe stato Mickey Mantle se non avesse fatto quel passo nello scarico. The Last Boy: Mickey Mantle And the End of America's Childhood, di Jane Leavy (2010)
Durocher su Mays Uno dei libri più belli di sempre sul baseball è Nice Guys Finish Last di Leo Durocher con Ed Linn. Leo racconta tante storie interessanti che si potrebbe fare una serie intitolata "Durocher su ...". Leo "The Lip" Durocher era il manager dei Giants di New York, quando Willie Mays giunse nella National League durante la stagione 1951.
1951- La baseball card di Leo Durocher (Bowman) • Eddie Montague, uno scout dei Giants, andò a Birmingham, Alabama, a visionare un prima base di colore. Tornò entusiasta dell'esterno centro e, secondo le sue parole, era: "il miglior giocatore di baseball che io abbia mai visto. Faresti meglio a mandare qualcuno laggiù con un barile di soldi e prendere questo ragazzo".
1951- La baseball card di Willie Mays (Bowman) • I Giants acquistarono Mays per 13000 $ e mandarono il diciannovenne a Trenton nella Interstate League per la stagione 1950. Uno scout della minor league fornì a Durocher lo stesso lusinghiero rapporto di Montague.
1951 - Leo Durocher e Willie Mays • Di conseguenza, Leo volle Willie allo spring training dei Giants nel 1951. Tuttavia, il front office disse che non era pronto. Dopo aver visto il ragazzo esibirsi in una partita in primavera con i Minneapolis di triplo A, The Lip chiese al proprietario Horace Stoneham di portare Mays ai Giants. Stoneham rispose che il fenomeno avrebbe dovuto prestare il servizio di leva al più presto (La guerra di Corea causò il ripristino del draft).
1951 - Willie Mays con la casacca dei Minneapolis Millers Dopo 35 partite a Minneapolis, Mays stava battendo .477. Nel frattempo, i Giants erano 13-15, al quinto posto, a 4 partite e ½ dalla prima. • Willie si unì al club di Leo il 25 maggio a Philadelphia. I Philadelphia Phillies si stavano scaldando a bordo campo per entrare in campo per il riscaldamento in difesa quando Willie entrò nella gabbia di battuta per la prima volta, e ogni giocatore si fermò di botto e lo guardò. Colpì le palle in cima al tetto, sul ponte superiore, sul ponte inferiore, in tutto lo stadio, e tutto ciò che colpì fu una cannonata. • Leo poi disse: "L'unico problema fu che lui non colpì in partita". • Contrariamente alla famosa storia di Durocher che disse che Willie andò hitless nei suoi primi 24 at-bat, Mays andò 0 su12 a Philadelphia prima che i Giants tornassero a New York per affrontare Boston. • "Dopo l'ultima delle partite hitless, che avevamo perso, 1-0 (i Giants in realtà vinsero la terza partita a Philadelphia, 2-0), sono tornato nel mio ufficio, ho buttato via le scarpe e meditato sui vari modi di commettere un suicidio". • Due coach di Leo interruppero il suo sogno a occhi aperti per dirgli: "Faresti meglio a fare qualcosa per il tuo ragazzo. Lui è davanti al suo armadietto, e sta piangendo". • Leo si affrettò ad andare da Willie e ingaggiarono uno dei dialoghi più celebri nella storia del baseball. Leo: Che succede, figliolo? • Nella sua prima partita al Polo Grounds, contro il futuro Hall of Famer Warren Spahn, Mays colpì un fuoricampo nel suo primo at-bat, ma i Giants persero la partita 1 a 4.
1951- La baseball card di Warren Spahn (Bowman) • Willie poi non colpì nessuna valida nelle successive tre partite, arrivando a 1 su 24. A questo punto è possibile che Leo si dimenticò dell'HR contro Spahn, rendendo la storia più drammatica, ma non del tutto corretta. La finestra di dialogo di cui sopra può essersi anche verificata quando Willie era 1 su 24, e non 0 su12. • In ogni caso, spostato all'ottavo posto nell'ordine di battuta, Mays andò 2 su 4 (singolo e triplo) il 2 giugno contro i Pirates all'ultimo posto. • La partita successiva, contro St. Louis, Mays battè settimo e colpì due doppi in 3 at-bat. • Entro la fine della stagione, Willie alzò la media battuta a .274 con 20 HR e 68 RBI. • I Giants, naturalmente, recuperarono le 13 partite e ½ di distacco e finirono alla pari con i Dodgers per poi sconfiggerli nei playoff, al meglio delle tre partite, con il famoso HR di Bobby Thomson. • In tutto questo, l'esterno centro Mays giocò meglio di chiunque altro avesse mai fatto. Vinse a valanga il Rookie of the Year Award della NL. I giocatori dei Giants accettarono Mays all'istante. "Willie non è stato solo la stella della squadra, era il beniamino di tutti", disse Leo. Aveva tirato fuori il suo portafoglio nell'autobus e, con la sua voce acuta aveva detto: "Uomini, sono vuoto". Poi l'aveva consegnato al ragazzo dietro di lui dicendo: "Ragazzi, mettete un po di soldi dentro". Beh, gli sputarono e misero dei mozziconi di sigaretta nel portafoglio, e quando glielo ritornarono c'erano tre centesimi e un disordine indescrivibile. Willie la prese allegramente, e con quel suo grande sorriso solare disse: "Tutto aiuta un po' ." • Willie aveva quello che Leo chiamava "magnetismo ... che contagiava tutti attorno a lui con la sensazione che quello era l'uomo che li avrebbe portati alla vittoria. Babe Ruth ce l'aveva, e così Dizzy Dean, Jackie Robinson e Pepper Martin ... E ciò che rendeva Willie ancora più interessante era che non lo sapeva".
L'incredibile "The Scooter"
Phil Rizzuto Phil Rizzuto ebbe una carriera memorabile, avendo giocato e vinto con gli Yankees sette World Series. Terminò con una media battuta di .273, 38 fuoricampo e 563 RBI. Fu Most Valuable Player dell'American League nel 1950, ma ci furono due giocate che si verificarono in un mese nel 1951, che i fans regolarmente identificano con Rizzuto. La prima giocata è relativa alla partita del 17 settembre 1951 contro i Cleveland Indians, che dal primo posto assieme agli Yankees scesero dopo questa sconfitta al secondo posto. Il punteggio era in parità, 1 a 1, nella parte bassa del nono inning, nel bel mezzo della corsa per il pennant. Con un out, Joe DiMaggio aveva battuto una rimbalzante alta sul terza base. Al Rosen tentò di prendere la palla sul rimbalzo basso, la maneggiò e poi la lasciò cadere, con DiMaggio che raggiungeva salvo la prima su un singolo infield. Gene Woodling lo seguì con una difficile palla a terra sul lato destro tra la prima base Luke Easter e la seconda base Bobby Avila, con DiMaggio che corse in terza. Il manager degli Indians, Al Lopez, fece dare la base intenzionale a Bobby Brown per caricare le basi, e giocarsi Rizzuto, che era descritto dai giornalisti sportivi come "un battitore molto temuto e pieno di risorse in tali situazioni". Rizzuto, battitore destro, affrontò il pitcher destro Bob Lemon, lasciando passare il primo lancio per uno strike. Subito dopo protestò con l'arbitro per la chiamata afferrando la mazza da entrambe le estremità e questo era il segnale a di DiMaggio che il lancio successivo sarebbe stato uno squeeze. DiMaggio si rivolse al terza base Al Rosen dicendogli: "Sai Al, credo che stia per fare il bunt". Rosen rispose: "So che lo farà". Ma DiMaggio partì troppo presto, sorprendendo Rizzuto.Lemon, vedendo ciò che stava accadendo, lanciò alto, puntando contro Rizzuto. Ma con Joe che piombava su di lui, Rizzuto riuscì ad alzare la sua mazza in tempo per effettuare il bunt. DiMaggio segnò il punto vincente.
Phil Rizzuto (a sinistra) corre verso la prima, dopo aver effettuato lo squeeze mentre Joe DiMaggio (di spalle # 5) va a segnare il punto della vittoria "Se non avessi fatto il bunt, il lancio mi avrebbe colpito in pieno alla testa", disse Rizzuto, "Ho fatto il bunt con entrambi i piedi alzati da terra, ma l'ho indirizzata verso la prima base". Il manager degli Yankees, Casey Stengel, la definì "la più grande giocata che abbia mai visto". La seconda giocata di Phil Rizzuto avvenne al Polo Grounds, in Gara 3 delle World Series del 1951. Gli Yankees giocavano contro i New York Giants, che avevano appena vinto il pennant grazie al drammatico HR di Bobby Thomson nella terza partita di spareggio contro i Dodgers. Questa giocata fu forse il suo momento più imbarazzante in difesa. Con un out nel quinto inning, Eddie Stanky dei Giants ricevette la base su ball da Vic Raschi. Il battitore successivo era Alvin Dark, e gli Yankees intercettarono il segnale di batti e corri. Il catcher Yogi Berra segnalò un pitchout, e il suo tiro a Rizzuto in seconda base aveva battuto Stanky di dieci metri. Ma Stanky scivolando calciò la palla fuori dal guanto di Phil che finì al centro del campo. Stanky continuò la corsa in terza sull'errore di Rizzuto.
La pallina uscita dal guanto di Phil Rizzuto (# 10) dopo la scivolata contestata di Eddie Stanky (#12) corre verso l'esterno centro Casey Stengel corse fuori dalla panchina per protestare dell'azione di Stanky, ma l'arbitro Bill Summers dichiarò che il gioco di Stanky era legale. In quell'inning i Giants segnarono cinque punti, non conquistati, nel loro cammino verso la vittoria, 6-2, e presero un vantaggio di 2-1 nelle Series. Ma, gli Yankees vinsero le successive tre partite e alzarono il terzo trofeo di quelle che sarebbero state le cinque vittorie consecutive delle World Series. "L'ho presa con nonchalance", ammise timidamente Rizzuto, "Stavo guardando la telecamera". Ma nella clubhouse, Rizzuto si lamentò della chiamata arbitrale e di Stanky. "Stanky non aveva ancora toccato la seconda. Sinceramente, non avrebbe potuto raggiungere la base. L'avevo bloccato troppo bene. Lui è astuto. Si è allontanato abbondantemente da quella. Summers non era in grado di vedere il gioco. Gli dissi 'Anche se tu non chiami per aver calciato la palla dalla mia mano, e questa è interferenza, era necessario che chiamassi perchè non aveva toccato la seconda base". Eddie Stanky rivendicò la sua innocenza. L'ex giocatore di calcio, che non aveva perso le sue abilità di calciare, disse ai giornalisti: "Voi scrittori mi avete tutti etichettato male. Voi attribuite ulteriori motivi a tutto ciò che faccio. Eppure io sono un ragazzo del tutto innocente, del tutto privo di astuzia". Rizzuto non perdonò mai Stanky, ma non dovette aspettare a lungo per vendicarsi. Il giorno successivo non giocarono per la pioggia, permettendo a Allie Reynolds di recuperare ciò di cui aveva bisogno per iniziare Gara 4. Gli Yankees vinsero in sei partite, e Rizzuto fu votato l'MVP delle Series. Fu un bell'anno per il giocatore che è considerato il secondo miglior interbase della storia degli Yankees.
Jimmy era malato di mente Jimmy Piersall è stato uno dei giocatori più colorati e controversi nella storia del baseball. E' stato anche uno dei pochi a cui fu effettivamente diagnosticato un disturbo bipolare maniaco depressivo. Nato a Waterbury, Connecticut, nel 1929, divenne una leggenda locale a 14 anni quando si distinse in un campionato con i giocatori che avevano il doppio della sua età. Sua madre soffriva di malattia mentale e rimase in una casa di cura per dieci anni. Suo padre, un imbianchino e giocatore di baseball semipro, aveva allenato lui stesso il figlio. Alla Leavenworth High school, Jimmy aveva lettere in tre sport. Come senior, con i suoi 29 punti condusse la squadra di basket alla New England Championship al Boston Garden. Dopo la laurea, firmò con i Red Sox. Dopo diverse stagioni come esterno centro nelle minor, debuttò con i Red Sox nel 1952. Dal momento che Dom DiMaggio giocava all'esterno centro, il manager Lou Boudreau portò Jimmy all'interbase. Dopo aver fatto nove errori in 30 partite, venne spostato all'esterno destro. Durante tutta la stagione, il suo comportamento fu del tutto imprevedibile. Si scontrò con i fans e gli arbitri e aveva richiamato l'attenzione su di sé abbassando la testa, come un artista dopo una performance, dopo quasi ogni presa. Si guadagnò rapidamente la reputazione di un pagliaccio, e gli appassionati accorrevano alle partite per vedere cosa avrebbe fatto. Stufi, il management di Boston lo mandò in triplo A a Birmingham il 28 giugno. Lì il suo comportamento divenne ancora più bizzarro. Tra le sue buffonate in quella stagione ci furono questi episodi: • Istigò una rissa con Billy Martin degli Yankees prima di una partita, poi si azzuffò con il compagno di squadra Mickey McDermott. • Si arrampicò sulla rete di protezione dietro casa base. • Stese le braccia, imitando il volo di un aereo, durante la corsa sulle basi. • Mollò la sua mazza e imitò il movimento del lanciatore. • Lasciò il piatto e corse in prima a parlare, sussurrando abbastanza forte, al corridore. • Quando un arbitro gli chiamò uno strike, tirò fuori una pistola ad acqua e spruzzò il piatto in modo che l'umpire potesse vedere meglio. • Fece il verso del suino contro il pitcher dei St. Louis Browns, Satchell Paige. Dopo solo tre settimane a Birmingham, entrò allo Westborough (Massachusetts) State Hospital per sei settimane, dove ricevette trattamenti d'urto e il litio per la sua depressione maniacale. Nel 1955, fu pubblicata la sua autobiografia Fear Strikes Out. Due anni più tardi, fu tratto un film interpretato da Anthony Perkins. (Jimmy odiò il film perché Perkins era così non atletico e dipingeva suo padre come ossessivo e prepotente. "Il libro era la verità. Il film non era la mia storia", disse Jimmy).
Piersall giocò 15 stagioni in AL: Red Sox 1953-1958, Cleveland Indians 1959-1961, Washington Senators 1962-1963, Los Angeles/California Angels 1963-1967. I suoi anni migliori furono il 1956 con Boston (.293/14 HR/87 RBI) e 1960 con Cleveland (.282/18 HR/66 RBI). Si guadagnò la reputazione di uno dei migliori esterni centro del gioco, giocando poco profondo a causa della fiducia che riponeva nel prendere qualsiasi palla venisse colpita sopra la sua testa. Vinse Gold Gloves nel 1958 e 1961 e fece parte dell'All-Star Team nel 1954 e nel 1956. Casey Stengel disse di lui: "Ho pensato che Joe DiMaggio fosse il più grande outfielder che abbia mai visto, ma devo dire che Piersall era migliore". Il suo comportamento migliorò dopo il ricovero, ma fece ancora delle cose "folli". • Si sedeva in cima alla recinzione del Municipal Stadium di Cleveland. • I compagni di squadra lo portarono via quando sfidò fisicamente degli spettatori seduti allo Yankee Stadium. • Durante un doubleheader di domenica davanti ad una grande folla allo Yankee Stadium, due fans adolescenti lo caricarono, chiamandolo coglione. Piersall si difese dai loro pugni fino a quando un compagno di squadra e la polizia lo salvarono.
• Quando colpì il suo 100° HR nel 1963, durante una breve stagione con i Mets, corse sulle basi al contrario. Il manager Stengel lo rilasciò due giorni dopo.
• Confessò che aveva giocato meglio quando era arrabbiato, e aveva provocato arbitri, manager, giocatori, tifosi e giornalisti. Gli piaceva far adirare gli avversari per distrarli. Dopo il ritiro, Piersall divenne un commentatore, in coppia con Harry Caray agli White Sox. Come ci si poteva aspettare, i suoi occasionali commenti oltraggiosi durante le partite lo misero nei guai fino a quando non venne licenziato nel 1983. Lavorò anche come istruttore degli esterni per i Cubs. Jimmy conduce un talk show sportivo sulla radio WSCR di Chicago, dove può sbraitare quanto vuole. Una serie di immagini che ripercorrono la vita e la carriera di Jimmy Piersall
Cinque vittorie, due No-Hitters Virgil "Fire" Trucks Virgil "Fire" Trucks visse nel 1952 una delle stagioni più insolite di qualsiasi lanciatore nella storia della MLB. Il trentacinquenne lanciatore destro vinse solo cinque partite per i Detroit Tigers, all'ultimo posto, ma due di queste furono no-hitters e una one-hitter! • Giovedi, 15 maggio 1952: Poichè i Tigers stavano giocando veramente male, c'erano solo 2215 tifosi nell'enorme Briggs Stadium per vedere Trucks che affrontava gli Washington Senators. Il pitcher dei Senators, Bob Porterfield, tenne testa a Trucks in un susseguirsi di 0-0 (anche se concesse alcune valide) fino in fondo al nono inning. Vic Wertz colpì un HR nella piattaforma superiore delle tribune dell'esterno destro per vincere la partita. Trucks saltò nel dugout e battè la testa contro il soffitto. "Non è uscito sangue, ma di sicuro ho visto le stelle", quando si unì al resto della squadra per festeggiare Wertz al piatto. Virgil era anche grato ad un altro compagno di squadra, il lanciatore destro Art Houtteman, che gli prestò i suoi spikes, perché i suoi erano stretti e gli tormentavano i piedi. "Mi si adattano perfettamente per il resto dell'anno", disse Trucks, "Art continua a cercare di volerli indietro, ma io non lo farei".
• Martedì, 22 luglio: I Senators erano di nuovo gli avversari al Briggs Stadium. Trucks concesse al leadoff Eddie Yost l'unica valida e poi eliminò 27 giocatori di fila per un altro 1-0. • Lunedi 25 agosto: La seconda no-hitter, allo Yankee Stadium, fu controversa. Nel terzo inning, Phil Rizzuto colpì una rimbalzante alta sull'interbase Johnny Pesky che ebbe difficoltà a tirare la palla fuori dal suo guanto. Il tiro in prima arrivò troppo tardi. Lo scorer ufficiale John Drebinger del New York Times classificò prima un errore, poi cambiò in una valida. Intanto che il gioco progrediva senza un'altra valida degli Yankees, i giornalisti nella sala stampa importunarono Drebinger perchè cambiasse la decisione. Infine, chiamò il dugout, e Pesky gli disse che aveva manipolato la palla e avrebbe dovuto fare la giocata. Quando la modifica in un errore fu annunciata nel settimo, la folla applaudì calorosamente. Trucks in seguito disse: "La cosa che mi preoccupava di questa giocata era che Rizzuto era davvero out in prima. Eravamo tutti a discutere con l'arbitro di prima, e per poco non mi espelleva dalla partita". Nella parte bassa del nono, Trucks mise strikeout Mickey Mantle e poi Johnny Groth fece un presa eccezionale all'esterno centro. Hank Bauer colpì un proiettile con un solo rimbalzo sul seconda base Al Federoff, che lo eliminò. I tifosi di New York si profusero in una standing ovation a Trucks e i suoi compagni di squadra lo assalirono.
Trucks terminò la stagione del 1952 con un record di 5-19 e una ERA di 3.97. Nelle cinque vittorie, concesse solo nove valide. I Tigers finirono ultimi per la prima volta nella storia della franchigia. Nel mese di dicembre, mentre si stava riprendendo da un intervento chirurgico alla cistifellea in ospedale, la moglie di Virgil gli portò il giornale con un grande titolo che diceva che era stato ceduto ai Browns come parte del programma di ricostruzione di Detroit. Si ritirò dopo la stagione 1958 con un record di 177-135. Virgil "Fire" Trucks con la casacca dei St. Louis Browns "In '52 Virgil Trucks Won Only Five Games, But Two Were No-Hitters", The Best of Baseball
Ascesa e caduta di Karl Spooner Il ventitreenne Karl Spooner fece un debutto folgorante in Major League il 22 settembre 1954 per i Brooklyn Dodgers all'Ebbets Field contro i leader della League dei New York Giants. • Il mancino Spooner, alto un metro e novanta per 84 kg., mise strikeout 15 Giants, un record per i lanciatori che avevano fatto il loro debutto in major league.
Karl Spooner festeggia i suoi 15 strikeout • J. R. Richard eguagliò il record di Spooner lanciando per gli Houston Astros il 5 settembre 1971, contro i San Francisco Giants.
J. R. Richard • Spooner concesse solo tre valide e tre basi su ball nella vittoria per 3-0. • Con i Giants che avevano conquistato il pennant con 7 partite e ½ dai Dodgers al secondo posto con solo quattro game da giocare, ci furono solo 3256 tifosi che poterono assistere al gioiello di Spooner. • Spooner colpì un doppio contro il pitcher mancino dei Giants, Johnny Antonelli, nel suo primo at-bat in MLB. Quattro giorni più tardi, l'ultimo giorno della stagione, Spooner lanciò un'altra shutout. • I Pittsburgh Pirates, all'ultimo posto, furono le vittime, della vittoria per 1-0 all'Ebbets Field. • Questa volta Spooner mise strikeout "solo 12" battitori mentre diede di nuovo tre basi su ball. Concesse ai Bucs quattro valide, due delle quali dell'esterno sinistro Dick Hall, che in seguito diventò un pitcher a tempo pieno. • I 27 K di Spooner rimangono il numero massimo di un pitcher nelle sue due prime partite in ML. Il catcher Roy Campanella in seguito disse "il più grande giovane pitcher che abbia mai visto". • I fans dei Dodger in rima "Spooner should have come up sooner" (Spooner avrebbe dovuto venire prima). Sarebbe bello raccontare che Spooner continuò una lunga carriera produttiva. Purtroppo, non è questo il caso. • Karl aveva subito un infortunio al ginocchio nel mese di giugno del 1954, durante la pratica di pepper. Quando tornò due settimane dopo, lanciava senza windup e con un passo più corto. Questo causò dei problemi di controllo che produssero 112 basi su ball. Con il suo nuovo movimento aveva vinto 21 partite e stabilito un record di 262 K per guadagnasi la convocazione da parte del club di major. • Nell'off-season, subì un intervento al ginocchio destro. Allo spring training del 1955, Spooner disse che il suo ginocchio operato non lo preoccupava, nonostante il suo aumento di peso a 87 kg. Tuttavia, accusò un dolore al braccio durante lo spring training, presumibilmente perché era entrato in una partita senza scaldarsi correttamente. • Nonostante il suo braccio infortunato, trascorse l'intera stagione del 1955 con Brooklyn. Andò 8-6 con una ERA di 3.65 in 29 partite, 14 delle quali furono partenze. • Il 29 agosto, lanciò una partita gioiello, battendo i Cardinals, 6-1. Concesse solo sei valide mentre mise strikeout nove battitori e diede una base su ball. Nella sua successiva partenza Spooner vinse contro i Pirates, ma realizzò solo tre strikeout. • Karl apparve in due partite nelle World Series del '55 contro gli Yankees. ◦ Lanciò tre innings senza punti come rilievo in Gara 2 allo Yankee Stadium, nella sconfitta di Brooklyn per 4-1. ◦ Iniziò Gara 6, ancora allo Yankee Stadium, ma durò solo 1/3 di inning, concedendo tre valide, due basi su ball, e cinque punti. Gli Yankees vinsero 5-1 per andare alla famosa Gara 7, in cui Johnny Podres shutout i Bronx Bombers per dare ai Brooklyn la loro unica vittoria nelle World Series a New York. Quando si presentò allo spring training nel 1956, Spooner si lamentò di un dolore al braccio.
Karl Spooner (nel riquadro in alto il braccio dolorante) • I Dodgers lo mandarono nelle minor e negli anni successivi scese fino alla classe D. • Non lanciò mai più un altro inning in major league e si ritirò dopo la stagione 1958. Karl Spooner morì nel 1984 all'età di 52 anni nello stato di New York, dove era cresciuto.
Durocher su Rhodes
Dusty Rhodes Ancora una straordinaria storia tratta dal libro Nice Guys Finish Last, scritto da Leo Durocher con Ed Linn. Dusty Rhodes, eroe dei New York Giants nelle World Series del 1954, aveva un problema con l'alcol. • Alla fine della stagione del '53, che era la seconda di Dusty nella NL, i Giants fecero un tour in Giappone. Arrivarono a Tokyo il giovedi e avrebbero dovuto giocare la loro prima partita il venerdì. • Durocher trovò Dusty nella hall dell'hotel il venerdì mattina appena in grado di stare in piedi. "Dove diavolo sei stato?" gli chiese lo skipper. "Ero andato a trovare mia sorella", biascicò Rodi. Leo pensò, "Sì, certo. L'autobus parte tra un paio di minuti. Salta su!". • Leo: "Lo misi a destra nel lineup e mi sedetti a guardarlo soffrire". Dusty "soffrì" per i numerosi HR. • Dopo la partita, Durocher andò di filato nella suite del proprietario dei Giants, Horace Stoneham, esigendo che si sbarazzasse di Rhodes. C'era solo un problema - Dusty era già lì con un drink in mano con il capo. Dopo che Leo ottenne che il suo miscredente andasse via da lì, fece la sua richiesta: "E' una mela marcia". Quando Horace esitò, The Lip fece un'ulteriore richiesta: "Durocher o Rhodes, deciditi. Io non lo voglio in questo club!". • I Giants cercarono di scambiare Rhodes, ma la sua fama lo aveva preceduto e nessun'altra squadra l'avrebbe preso, anche per il prezzo di rinuncia di 1 $. Così Leo dovette tenerlo e Rhodes ebbe il suo più grande anno come pinch-hitter. • Ogni volta che il manager abbisognava di una battuta chiave, Dusty diceva con la sua strascicata pronuncia del sud: "Che cosa stai aspettando, skipper? Io sono il tuo uomo!". • In soli 164 at-bat, Rhodes colpì .341, 15 fuoricampo e 50 RBI. • "Prima dell'estate eravamo fuori, lo stavo portando in giro per i bar a comprare whisky", disse Leo.
Dusty Rhodes e Leo Durocher Le regole di formazione? Sono state dimenticate quando Dusty Rhodes era coinvolto. Non ha mai portato un altro giocatore con lui, e non ha mai mentito. Se chiedevo a che ora era rientrato, ed era arrivato alle quattro, lui mi diceva le quattro. E lui il giorno dopo era sempre il primo a vestirsi e pronto a giocare. Oltre a tutto il resto, era il tipo di buffone che manteneva il club fiducioso e felice. Durocher ricordava una partita in particolare quando Dusty lo salvò. • I Giants giocavano contro i Dodgers il 29 giugno davanti a 51464 tifosi al Polo Grounds. Brooklyn segnò nella parte alta del 13° per prendere il vantaggio di 3-2. • New York caricò le basi contro Billy Loes, con due out. Il catcher Ray Katt era pronto per andare a battere. Poiché Katt aveva sostituito il catcher partente Wes Westrum quando quest'ultimo era stato sostituito dal pinch runner Ruben Gomez nell'11° inning, Durocher non aveva un altro catcher da sostituirlo, se avesse dovuto continuare per un altro inning.
Billy Loes • Ciò nonostante, Leo chiamò Dusty contro le proteste dei suoi coach: "Non puoi farlo, Leo. Non hai catcher". Al che Rhodes rispose: "Non hai bisogno di un catcher. Non ti preoccupare. Farò vincere proprio qui". Il manager minacciò il suo PH con una multa di 200 $ se avesse preso la base su ball o fosse stato colpito da un lancio. • Sul secondo lancio, Dusty colpì un proiettile al centro che fece segnare due punti e vincere la partita. • I giornalisti erano dappertutto e accerchiarono Leo. "Che cosa sarebbe successo se avesse preso la base su ball o fosse stato colpito? Non avevi più catcher - non pensavi a questo?". Leo spiegò: "Preferisco essere al 14° inning senza un catcher che nella clubhouse con una sconfitta. Una volta che mi trovo nella clubhouse, non posso vincere. Finché io sono fuori su quella roba verde, là fuori, troverò qualcuno che riceve". Post scriptum di Leo: "Ho saputo in seguito che Dusty aveva una sorella in Giappone. Era sposata con un militare che era di stanza lì".
Qualsiasi cosa per fermare un doppio gioco Don Hoak dei Cincinnati Reds approfittò di una scappatoia del regolamento per evitare un doppio gioco. I Reds giocavano contro i Milwaukee Braves nel 1957, Hoak era in seconda e Gus Bell in prima. Wally Post colpì un rasoterra verso l'interbase Johnny Logan. Don sorprese tutti prendendo la palla con le mani nude prima che potesse essere raggiunta da Logan. Venne chiamata la sua interferenza con la palla battuta ma impedì un sicuro doppio gioco di Post che non era un corridore veloce. La sua azione fu il motivo per cui la Commissione per il Regolamento modificò la regola per consentire all'arbitro di chiamare out anche il battitore nella situazione in cui il corridore intenzionalmente si fa colpire dalla palla battuta.
Johnny Logan Hoak era meglio conosciuto come il terza base dei Pittsburgh Pirates, vincitori delle World Series del 1960.
Don Hoak in azione con la casacca dei Pirates nel 1960 Baseball Digest, giugno 2007
La notevole striscia di Ted Il trentottenne Ted Williams si avvicinò alla stagione del 1957 con determinazione. Voleva mostrare al mondo del baseball che valeva i 100000 dollari che i Red Sox stavano pagando e che lui era ancora il miglior battitore dell'American League nonostante l'ascesa di Mickey Mantle. Durante l'inverno, si esercitò con pesi da 25 chili per i polsi e gli avambracci e fece flessioni sulle punte delle dita per mettersi nella sua forma migliore. Da sinistra, Ted Williams, Yogi Berra e Mickey Mantle Ted cominciò con sicurezza e continuò caldo. A due settimane dall'inizio della stagione, stava colpendo .474 con nove fuoricampo, di cui tre in una partita al Comiskey Park. Il 13 giugno, la sua media battuta era .392 con altri tre fuoricampo in una partita. Ma, andò in slump dopo il break dell'All-Star, spingendo il giornalista di Boston, Bob Holbrook, a commentare così: "segni rivelatori che il numero 9 ha raggiunto la fine del percorso". Era tutto l'incentivo di cui Ted aveva bisogno per contrattaccare, colpendo 13 valide in 19 at-bat per rialzare la media fino a .367. Entro la fine del mese di agosto, era a .377, che era solo un punto di vantaggio su Mantle in crescita. A quel punto, Ted cadde preda di una grave infezione delle vie respiratorie superiori - una delle peggiori della sua carriera - e perse la metà di settembre. Ancora una volta, i giornalisti ipotizzarono che era finito. Egli si sforzò di tornare e dimostrare di nuovo il contrario. • 17 settembre: colpì un HR da pinch-hitter al Fenway per aiutare Boston a vincere 9-8 sui Kansas City. • 18 settembre: ricevette una base su ball come pinch-hitter. • 19 settembre: colpì un altro HR da pinch-hitter, questo contro Whitey Ford allo Yankee Stadium nel nono inning della prima partita di un doubleheader. Nella seconda partita, giocò esterno sinistro e battè un grand slam contro Bob Turley e ricevette tre basi su ball. • 20 settembre: nell'ultima partita della serie con gli Yankees, colpì un fuoricampo, un singolo, e prese una base su ball. • 23 settembre: battè un singolo, ricevette la base su ball per tre volte, e fu colpito da un lancio contro i Senators. Aveva raggiunto la base 16 volte consecutive dopo il ritorno da una grave malattia: sei valide, tra cui quattro fuoricampo, nove basi su ball, e un hit by pitch. Dopo il groundout che pose fine alla striscia, colpì un altro fuoricampo. Questo gli diede cinque HR in otto at-bat ufficiali.
Dalla metà di settembre alla fine della stagione, "the Splendid Splinter" colpì .647 per alzare la sua media finale a .388, comodamente davanti al .365 di Mantle (la media più alta di Mantle di tutte le sue stagioni). La malattia probabilmente costò a Ted il titolo degli HR. Concluse con 38, ma non bastarono, e neppure a Mickey che ne aveva battuti 34, perchè Roy Sievers dei Senators ne spazzolò 42.
Ted Williams riceve il premio Louisville Slugger Silver bat award per il titolo di battuta dell'AL del 1957. Da sinistra, il presidente dell'AL Will Harridge, Ted Williams, Bud Hillerich, Curt Gowdy
Roy Sievers vincitore del titolo dei fuoricampo del 1957 Ted Williams: A Baseball Life di Michael Seidel (1991)
La fine dell'Ebbets Field e del Polo Grounds L'ultima gloriosa partita allo Yankee Stadium nel settembre del 2008 richiamava alla mente scenari decisamente diversi 51 anni prima, quando i Brooklyn Dodgers giocarono l'ultima partita all'Ebbets Field e i New York Giants diedero l'addio al Polo Grounds prima che entrambe le franchigie si trasferissero sulla costa occidentale. Ebbets Field Ray Caldwell lancia nella prima partita all'Ebbets Field il 5 aprile 1913 • Martedì 24 settembre, 1957: Soli 6702 tifosi videro i Dodgers, al terzo posto, sconfiggere i Pittsburgh Pirates 2-0. L'organista Gladys Gooding suonò "Am I Blue?", "Memories", "So Long, It's Been Good to Know You" e "Auld Lang Syne". Il manager dei Brooklyn Walter Alston schierò questa formazione:
◦ Pee Wee Reese entrò in partita al 5° inning in terza base, con Hodges che si spostò in prima. Joe Pignatano entrò in partita al 5° inning come catcher al posto di Campanella. I Dodgers richiamarono 1.028.258 spettatori (al quinto posto per affluenza tra le otto squadre della NL) nella loro ultima stagione a Brooklyn.
Polo Grounds • Domenica 29 settembre 1957: Una folla (leggermente più numerosa di quella dell'ultimo giorno dei Dodgers all'Ebbet Field) di 11606 fans assistette all'ultima partita al Polo Grounds contro gli stessi Pirates. Bob Amico lanciò gli ospiti ad una vittoria per 9-1. I Giants terminarono al 6° posto e finirono all'ultimo posto nella League per affluenza, attirando solo 653.923 tifosi. Lo skipper di New York Bill Rigney iniziò con questo lineup:
◦ Curt Barclay sostituì Antonelli all'inizio del 3° inning. Ray Crone rimpiazzò Barclay al 6° inning. Ray Jablonski entrò come pinch-hitter per Crone nella parte bassa del 6°. Stu Miller entrò a lanciare e sostituì Jablonski nella parte alta del 7°. Hank Sauer entrò come pinch-hitter per Westrum e Ray Katt andò a battere per Stu Miller nella parte bassa dell'8°. Ramon Monzant entrò a lanciare e sostituì Hank Sauer e Ray Katt andò a ricevere.
Herb e St. Jude Herb Score Herb Score morì nel novembre del 2008 all'età di 75 anni. Esplose sulla scena dell'AL nel 1955, quando venne eletto Rookie of the Year. Tuttavia, egli non fu più lo stesso dopo essere stato colpito all'occhio il 7 maggio del 1957 da un line drive battuto da Gil McDougald degli Yankees. Eppure Score affrontò "miracolosamente" le avversità prima e molto tempo dopo l'incidente.
Sport Illustrated del 30 maggio 1955 • Il secondo nome di Herb era Jude. All'età di tre anni, le sue gambe vennero schiacciate da un camion di un panificio. La sera prima che fosse sottoposto all'intervento chirurgico, il parroco diede alla mamma di Score una medaglia di St. Jude. Quando suo figlio si svegliò la mattina dopo, le sue gambe erano guarite al punto che l'intervento chirurgico non fu più necessario. • Il maggior numero di malattie e infortuni Score li ebbe dai 20 anni: l'appendicite, due caviglie rotte, borsiti, coliti, polmonite, febbre reumatica (che gli costò un anno di scuola), e una separazione della spalla (o lussazione dell'articolazione AC: Acromion-Clavicolare). Eppure, firmò un contratto da pro e, all'età di 20 anni realizzò 330 strikeout in triplo A. In quel momento, i Reds offrirono agli Indians 500000 $ per lui. Herb giustificò la fiducia riposta da Cleveland nella stagione successiva da rookie stabilendo un record per gli strikeout. Dopo il suo secondo anno con gli Indians, i Red Sox raddoppiarono l'offerta dei Reds. • Mentre giaceva sul campo dopo il grande colpo di McDougald, Herb pregava: "Resta con me, St. Jude", in coincidenza con l'appello lanciato dall'annunciatore che chiedeva l'intervento di un medico presente. McDougald promise di ritirarsi dal baseball se Score avesse perso la vista. Il vice presidente Richard Nixon, tra i molti altri, inviò un messaggio di auguri di pronta guarigione in ospedale. I giornali di Cleveland pubblicarono aggiornamenti sulle sue condizioni sotto grandi titoli in prima pagina.
Herb Score subito dopo essere stato colpito dal line drive all'occhio destro
Herb Score riceve l'assistenza dal catcher Jim Hegan
• Score riacquistò la vista e tornò sul monte per la stagione del 1958. La vittoria per shutout con tre-hit e 13K a Chicago nel mese di aprile diede speranza che fosse ritornato forte come prima. Ma così non fu. Il lanciatore e compagno di squadra, Bob Lemon, disse che un line sparato al centro riporta vecchi ricordi. Score stesso sostenne che il vero problema fu un infortunio al gomito, subito poco dopo la shutout Chicago. Qualunque fosse la ragione, non ritornò mai più nella forma del suo anno da rookie e si ritirò dopo il 1961.
Herb Score festeggia la vittoria sui Chicago White Sox il 23 aprile 1958. Le tre dita della mano destra rappresentavano le tre valide concesse, le due dita della mano sinistra, indicavano la sua seconda vittoria dopo il ritorno dall'infortunio subito nel 1957 • Ma Herb non si allontanò in nessun modo dal baseball. Si unì al team dei commentatori TV degli Indians per le stagioni 1964-1967, e poi passò alla radio dal 1968 fino al suo pensionamento nel 1997. L'ultima partita che commentò fu Gara 7 delle World Series del 1997 in cui gli Indians si fecero soffiare il vantaggio nel nono e persero nel 11° inning. Sembrava una fine tristemente appropriata alla sua vita nel baseball nata sotto una cattiva stella.
Herb Score annuncia il suo ritiro come commentatore in una conferenza stampa al Jacobs Field nel 1997 • Anche in tarda età, ebbe bisogno di St. Jude. Nel mese di ottobre del 1998, mentre tornava a casa in Florida dopo essere stato inserito nella Broadcasters Hall of Fame, finì contro un camion rimorchio nell'Ohio. Riportò un trauma al cervello, al torace e ai polmoni. Ruppe un osso orbitale, tre costole e lo sterno. Trascorse più di un mese in terapia intensiva. Si riprese dopo aver combattuto attraverso un difficile recupero ed effettuò il primo lancio nell'opening day del 1999 a Cleveland.
La vettura di Herb Score dopo l'incidente dell'8 ottobre 1998 Il Pitcher più veloce di sempre Steve Dalkowski Steve Dalkowski fu un lanciatore mancino delle minor league, per lo più nel sistema degli Orioles, dal 1957 al 1966. Più di un osservatore, tra cui Ted Williams, dissero che Steve era il più veloce lanciatore che avessero mai visto. • Alcuni scout pensavano che Dalkowski lanciasse oltre le 100 mph. Alcuni dissero che raggiungeva le 110 ma i più lo collocavano nella gamma delle 105 mph. Per contro, egli non riusciva a controllare la sua roba. • Al liceo nel Connecticut, Dalkowski mise strikeout 18 battitori in una partita, senza concedere valide e punti. Per contro, concesse la base su ball a 18 battitori. • Nella sua prima stagione professionistica (1957), lanciò 62 inning per Kingsport nella classe D. Mise strikeout 121 battitori, per una media di 18 a partita. Ma, vinse solo una partita, perché regalò 129 basi su ball ed effettuò 39 lanci pazzi. • Il 31 agosto 1957, eliminò 24 battitori dei Bluefield. Ma 18 basi su ball, 6 lanci pazzi, e 4 HBP contribuirono ad una sconfitta per 8-4. • Steve colpì il futuro major leaguer Rick Monday (allora con un bonus baby da 104000 $) quattro volte in una partita. Monday, naturalmente, ebbe una lunga carriera in Major League, mentre Dalkowski non fece mai parte del big show. • Earl Weaver era il suo manager a Elmira, NY. Il test IQ, a cui furono sottoposti tutti i giocatori, rivelò che Steve era inferiore alla media. Così Earl mantenne le cose semplici con lui: bastava che lanciasse fastballs e sliders. Il concetto era: mirare la fastball nel mezzo, e se si muoveva, si poteva prendere l'angolo. In base a tale regime, Steve realizzò la sua migliore stagione nel 1962, vincendo 7 partite e perdendone 10 con una ERA di 3.04. In 160 innings, realizzò 192 strikeout e concesse "solo" 114 basi su ball. • L'esterno centro degli Orioles, Paul Blair disse di Dalkowski: "Lanciava più veloce di chiunque avessi mai visto. Era il più selvaggio che avessi mai visto". Ted Williams affrontò Steve in una partita dello spring training. "Il più veloce di sempre. Non voglio affrontarlo di nuovo". L'alcolismo uccise ogni chance di Dalkowski di inserirsi in un progetto e di raggiungere la major league. Alla fine, si fece male al gomito lanciando nella primavera del 1963, mentre era al camp degli Orioles, e perse 15 mph sulla sua palla veloce. Rilasciato da Baltimora nel 1964, giocò ancora due stagioni con le organizzazioni dei Pirates e degli Angels. Le sue statistiche in carriera: 46-80 record, 5.38 di ERA, 1396 K e 1354 BB in 970 innings. Baseball Eccentrics di Bill "Spaceman" Lee
La 3000a valida di Stan
Stan Musial A Stan "The Man" Musial quando iniziò la stagione del 1958 mancavano solo 43 valide per raggiungere il magico record delle 3000. A quel tempo, solo sette giocatori avevano raggiunto il traguardo. L'ultimo era stato Paul Waner dei Pirates, un idolo d'infanzia di Musial, che era cresciuto a Donora, Pennsylvania. Prima della stagione, Stan stimò che avrebbe raggiunto il prestigioso record a fine maggio. Però, ebbe un inizio frizzante tanto che sembrò potesse accelerare i tempi. • Domenica 11 maggio, Stan colpì cinque valide come DH per battere i Cubs a St. Louis. • A questo punto aveva realizzato 2998 valide e alzato la sua media battuta a .494. Grazie ad una strana programmazione del calendario, i Cards avrebbero seguito i Cubs a Chicago per una serie di due giornate al Wrigley Field prima di tornare allo Sportsman's Park. • Stan avrebbe preferito battere il record in casa. Ma nel caso in cui avesse ottenuto la valida # 3000 a Chicago, sua moglie, Lil, e diversi amici erano già nella Windy City. • Lunedì 12 maggio Stan colpì solo un doppio in quattro at-bat. Mancava una sola valida.
Fred Hutchinson • Il manager Fred Hutchinson chiamò Stan nella sua stanza d'albergo quella sera per dirgli che lo avrebbe utilizzato il giorno seguente solo come pinch-hitter, se necessario. Hutch disse a un giornalista: "Detesto vedere che il ragazzo realizzi il big one davanti a 3000 o 4000 fans quando il suo pubblico di casa può averne la possibilità il giorno dopo". Stan iniziò martedì la partita prendendo il sole nel bullpen all'esterno destro come i 5692 fans presenti che guardavano i Cardinals nel tentativo di vincere la loro sesta partita consecutiva, dopo aver iniziato la stagione con un pessimo record di 3-14. • I Cubs avevano un vantaggio di 3-1 nella parte alta del sesto. • Gene Green colpì un doppio, ma rimase in seconda, quando Hal Smith venne eliminato su una rimbalzante. • Il lineup prevedeva che il pitcher Sam Jones andasse a battere. Hutchinson chiese a Stan di entrare come pinch-hitter. La sparuta folla fece un sacco di rumore quando Musial entrò nel box contro il pitcher destro dei Cubs, Moe Drabowsky.
• Dopo aver preso un ball, Stan colpì in foul i successivi due lanci. Poi un altro ball portò il conteggio sul 2-2. • Mo lanciò una breaking ball esterna che Stan colpì sulla linea dell'esterno sinistro per un doppio RBI.
13 maggio del 1958 - Il momento in cui Stan Musial colpì il doppio per la sua 3000a valida • L'arbitro Frank Dascoli recuperò la palla e la diede a Stan. • Hutchinson andò a stringergli la mano e lo sostituì con il pinch runner, Frank Barnes. • Quando Stan lasciò il campo, andò a baciare sua moglie seduta dietro la panchina dei Cardinals ed entrò nella clubhouse. • La maggior parte dei media lasciò la partita e andò verso la clubhouse per intervistare e scattare foto a Stan. • In seguito, Hutch entrò nella clubhouse e sorprese Stan scusandosi di averlo utilizzato come un pinch-hitter: "Mi dispiace. So che volevi farlo a St. Louis, ma avevo bisogno di te". Ma Stan non era dispiaciuto. La sua valida aveva contribuito a far vincere la partita.
Il boxscore del The Sporting News I Cardinals presero il treno che li portò attraverso l'Illinois a St. Louis. Stan ricordava così le folle alle diverse fermate: • A Clinton, Illinois, cantavano "Vogliamo Stan, vogliamo Stan". • Un'altra folla si riunì a Springfield.
Stan Musial mostra la palla della 3000 valida, ai tifosi che lo accolgono al suo arrivo da Chicago nella Union Station di St. Louis. • Quando il treno entrò a St. Louis a mezzanotte, più di 1000 tifosi lo salutarono e Musial fece un breve discorso. "The Day I Got My 3,000th Hit" da un'intervita di George Vass a Stan Musial per Baseball Digest del 1973
Castro ospita le World Series A partire dal 1905, le "Little World Series" (così chiamate fino al 1932) o "Junior World Series" (dal 1932 in poi) vedevano scontrarsi ogni anno alla fine della stagione i vincitori di due delle minor league di alto livello. Fino al 1931, le serie furono al meglio delle nove partite, poi cambiarono al meglio delle sette. L'ultima stagione in cui si svolsero fu il 1975. Senza dubbio la più interessante delle Junior World Series si verificò dopo la stagione 1959 e i concorrenti erano: • I Minneapolis Millers, campioni dell'American Association, un farm club dei Boston Red Sox allenati da Gene Mauch, futuro skipper MLB. Il team vantava i futuri major leaguers Chuck Tanner (OF), Pumpsie Green (IF e il primo giocatore nero dei Red Sox), Earl Wilson (P), Lu Clinton (OF), Roy Smalley (IF) e Tommy Umphlett (OF). • Gli Havana Sugar Kings, vincitori dell'International League, diretti da un altro futuro manager della big league, Preston Gomez. Il roster della formazione affiliata ai Cincinnati Reds includeva Mike Cuellar (P), Luis Arroyo (P), Leo Cardenas (IF), Elio Chacon (IF), Cookie Rojas (IF), e Tony Gonzalez (OF), tutti futuri major leaguers. Quando le due squadre si affrontarono era passato meno di un anno da quando Fidel Castro aveva rovesciato il dittatore cubano Fulgencio Batista, e le serie furono molto drammatiche per le condizioni del clima non idilliaco tra le due nazioni, soprattutto per le partite a Cuba. "Sono state in assoluto le uniche Junior Series in cui i fucili mitragliatori superavano per numero le mazze" (Bob Beebe, Sporting News). La serie iniziò il 27 settembre, una volta che gli spareggi all'interno di ogni league furono completati. Le prime tre partite erano state programmate al Metropolitan Stadium di Minneapolis (che presto sarebbe diventata la casa dei Twins e dei Vikings), ma ne furono giocate solo due, ed entrambe afflitte dal maltempo. • Gara 1: La pioggerella costante mantenne la folla della domenica a solo 2486 spettatori e Havana vinse 5-2. La squadra ospite in realtà aveva più sostenitori vocianti rispetto ai padroni di casa. I nativi cubani che vivevano a Minneapolis acclamarono a gran voce con maracas e bandiere cubane dietro il dugout dei Kings. • Gara 2: Il tempo freddo ridusse ulteriormente il pubblico a 1062 spettatori. I Miller pareggiarono le serie con il walkoff HR di Ed Sadowsky, vincendo 6-5. Durante la fredda giornata, i giocatori cubani avevano bevuto caffè caldo e si erano raccolti attorno a un fuoco che avevano acceso in panchina.
I giocatori degli Havana Sugar Kings, da sinistra a destra, il catcher Enrique Izquierdo, il lanciatore Raul Sanchez e l'infielder Octavio Rojas mentre cercano di scaldarsi durante le partite contro i Minneapolis Miller nelle Junior World Series del 1959 al Metropolitan Stadium, Bloomington, di Minnesota • Il giorno dopo, cominciò a nevicare. Di conseguenza, la commissione delle minor league annullò la partita e decise che il resto della serie sarebbe stata giocata nell'afosa Havana. L'atmosfera del baseball era decisamente diversa a Cuba - e non solo per il clima tropicale. Mentre i 25000 fans all'interno del Grand Stadium de L'Havana accolsero calorosamente entrambe le squadre, quasi 3000 soldati armati erano tra la folla allo stadio, lungo le linee di foul, e alcuni erano addirittura seduti nei dugout. Il motivo di così tanto dispiegamento di forze era dovuto alla presenza di Fidel ad ogni partita. Castro, un grande appassionato di baseball ed ex lanciatore, entrò in campo dal cancello all'esterno centro e subito i tifosi cantarono il suo nome e sventolarono dei fazzoletti. Si sedette in diverse parti delle tribune in ogni partita, e trascorse anche un po' di tempo nel dugout de l'Havana. Di sicuro, il fattore di intimidazione influenzò i Millers. • Mauch in seguito disse: "I nostri giocatori erano veramente impauriti da quello che sarebbe potuto accadere se avessimo vinto, ma abbiamo provato lo stesso a fare del nostro meglio, cercando di capire che rischi avremmo corso, se avessimo vinto". • Una volta, quando Umphlett fece una bella presa alla fine di un inning, un soldato nel dugout dei Millers fece il gesto con la mano sul collo ad indicare il taglio della gola quando lui rientrò. • I giocatori erano stati avvertiti di non lasciare l'hotel tra le partite e si sentivano spesso dei colpi di arma da fuoco.
Fidel Castro con i giocatori Millers e direttore Mauch (a destra di Fidel) • Gara 3: Il giovane seconda base Carl Yastrzemski, che si era unito a Minneapolis per i playoff, colpì un fuoricampo da 120 metri per pareggiare all'ottavo ma poi Havana vinse al decimo 3 a 2. • Gara 4: Il bullpen Miller sperperò un altro vantaggio, accusando il punto del pareggio nella parte inferiore del nono su un singolo di Danny Morejon che colpì anche l'RBI vincente con un altro singolo nell'11° inning. La partita terminò 4 a 3 per i Kings.
Danny Morejon • Gara 5 e 6: Minneapolis vinse entrambe le gare, 4-2 e 5-3, per giocarsi la settima partita decisiva. • Gara 7: Quando Castro effettuò i suoi giri prima della partita per prendere il suo posto, disse ai lanciatori dei Miller nel bullpen: "Questa sera, vinciamo noi", e contemporaneamente batté la mano sulla pistola alla cintura. Eppure, i Miller colpirono due HR per condurre 2-0 nella ottavo. Chacon aprì con un singolo. Con un out, Morejon punse nuovamente colpendo un doppio per regola lungo la linea dell'esterno sinistro. Dopo uno strikeout, il pinch-hitter Larry Novak colpì un singolo per spingere a casa i punti del pareggio. Nella parte inferiore del nono, si presentò al piatto il caldissimo Morejon con corridori in prima e seconda e due out. Ancora una volta, si rivelò fondamentale colpendo il primo lancio al centro per far segnare il punto vincente. Tutti all'Havana celebrarono il loro titolo delle Junior World Series. I Millers rimasero delusi, ma sollevati. "Eravamo solo felici di aver finito e di uscire dalla città con la nostra pelle", disse il pitcher Ted Bowsfield. L'anno successivo, Castro nazionalizzò tutte le proprietà delle industrie e delle aziende USA. Di conseguenza, il commissioner Ford Frick spostò i Sugar Kings nel New Jersey l'8 luglio del 1960, rinominandoli Jersey City Jersey.
Il Mese di Piersall Questo articolo potrebbe essere chiamato "un mese tipico nella carriera di baseball di Jim Piersall". Qui di seguito sono descritti alcuni incidenti, che lo hanno visto coinvolto nei mesi di maggio/giugno del 1960 mentre giocava con i Cleveland Indians. • 13 maggio 1960 - Il primo si è verificato durante una partita contro i Chicago White Sox. Nel quinto inning, in attesa nell'on deck, Piersall ebbe una discussione con l'arbitro di casa base Frank Umont su uno strike chiamato a Johnny Temple. Quando entrò nel box per battere, Jim rinnovò le proteste, poi si fermò e si preparò a colpire. Spazzolò il primo lancio di Billy Pierce oltre la recinzione all'esterno sinistro. • 14 maggio 1960 - Il giorno dopo con due out, Jim colpì un lungo drive verso l'esterno centro. L'esterno Jim Landis effettuò la presa ma colpì la recinzione e la palla cadde. Dal suo punto di vista, Piersall non aveva visto cadere la palla oltre la recinzione. Così si fermò in prima, gettò il suo casco di battuta verso il dugout, e aspettò che qualcuno gli portasse il guanto. Quando capì quello che era successo, corse intorno alle basi a capo scoperto alla massima velocità (che era come correva dopo ogni HR). • 29 maggio 1960 - A Detroit, Piersall provocò i tifosi, che considerava i peggiori della League. Nel 1954, giocando per Boston, fece una grande presa. Quando la folla lo fischiò, mostrò loro i denti. I fans gli gettarono giornali, bottiglie di whisky, e altri rifiuti. Questa volta, sei anni dopo, colpì un HR da tre punti nel nono per portare in vantaggio Cleveland. Quando andò nella sua posizione all'esterno centro nella parte inferiore dell'inning, venne accolto con cubetti di ghiaccio e giornali (Ricordate: Detroit è la città dove lanciarono i rifiuti a Ducky Medwick durante le World Series del 1934). Jim disse all'arbitro di seconda Larry Napp che il gioco avrebbe dovuto essere fermato e vinto per forfait, ma lui si limitò a ridere. Come la partita finì, qualcuno tirò un petardo, avvolto nel filo per farlo viaggiare di più, che fece rumore e fumo.
30 maggio 1960 - Jim Piersall vine espulso dall'arbitro Call Drummond per proteste • 30 maggio 1960 - Il giorno successivo, Cleveland tornò a Chicago per un doubleheader. Nella prima partita, Piersall al suo secondo at-bat cominciò a lagnarsi rumorosamente per le chiamate che Napp aveva fatto su Harvey Kuehn (Un altro caso di espulsione per il suo modo di provocare gli arbitri). L'arbitro di seconda base, Cal Drummond, gli disse di tacere e, quando Piersall si girò contro, lo epulse dalla partita. Una volta tornato in panchina, Jim gettò caschi, mazze e guanti sul campo, perché aveva realizzato 15 partite consecutive senza essere espulso. • 30 maggio 1960 - Nella partita della sera, come Piersall prese al volo l'out finale all'esterno centro, un arancio lo colpì alla testa. Così lo raccolse e lo tirò contro il nuovo gigantesco tabellone segnapunti che il proprietario Bill Veeck aveva installato. Poi tirò pure la palla. Dopo la partita, Veeck chiamò Piersall e gli diede un cazziatone. Jim fu multato di 250 $. Piersall disse "Me lo sono meritato". Tuttavia, molti dei suoi compagni di squadra espressero ammirazione per quello che aveva fatto. "Veeck ha speso 300000 $ per il tabellone", disse un giocatore, "ma non spende un centesimo sullo spogliatoio dei visitatori, il peggiore della League".
5 giugno 1960 - Jim Piersall parla con l'arbitro Ed Hurley che sorride quando si presenta alla battuta indossando il caschetto usato dalla Little League • 5 giugno 1960 - Una settimana dopo, Detroit era di nuovo l'avversaria. Il manager dei Tigers, Jimmy Dykes, chiese agli arbitri di far indossare il casco di battuta a Piersall nell'on deck. Così Jim iniziò la partita gridando con Dykes. Poi, nel 3° inning, indicò le tribune all'esterno sinistro con la sua mazza, alla Babe Ruth. Ed ecco, che colpì il primo lancio giusto dove aveva indicato. Jim dopo aver battuto cominciò a ridere e mentre girava sulla terza base, si tolse il cappello verso Dykes. Aspettandosi di venir colpito al prossimo turno, Piersall indossò un caschetto utilizzato dalla Little League quando si presentò al piatto nel quinto inning. "A Hero of Many Moods", Sports Illustrated, 20 giugno 1960
Che cos'ha da applaudire? L'All Star Game del 1961 fu giocata al San Francisco Candlestick Park. E' ricordato soprattutto per il balk commesso da Stu Miller dei Giants nella parte alta del nono quando il vento che soffiava molto forte, gli fece perdere l'equilibrio sulla pedana. Ma si verificò un divertente incidente nel primo inning, che non fu capito in quel momento. • Whitey Ford degli Yankees era il partente per l'AL. Dopo aver ottenuto due ground out, mise strikeout l'eroe locale Willie Mays. Questo spinse Mickey Mantle a saltare e applaudire mentre correva dall'esterno centro.
Whitey Ford, a sinistra, e Mickey Mantle nel 1960 • Come Ford passò davanti a Mays, Willie chiese: "Che cos'ha da applaudire quel pazzo bastardo?". Ford diede alcune spiegazioni, sapendo che Willie era stato sconvolto dal fatto che Mantle lo avesse manifestato così evidentemente. In quei giorni divampava il perenne dibattito di chi era il migliore esterno centro. Willie non aveva capito che la manifestazione di Mickey non era rivolta a lui ma era nata a seguito di un incidente della sera prima.
Da sinistra, il proprietario dei Giants, Horace Stoneham, Willie Mays e Leo Durocher nel 1951 • Il proprietario dei Giants, Horace Stoneham, come anfitrione dell'All-Star Game, aveva organizzato per Mantle e Ford di giocare a golf il giorno prima nell'esclusivo Olympic Country Club. Però, nessuno dei due Yankees aveva portato l'attrezzatura da golf e così dovettero acquistare i bastoni. Dal momento che il negozio non accettava pagamenti in contanti, accettarono di farsi pagare i loro acquisti da Stoneham con l'intenzione di restituirgli i soldi il giorno successivo alla partita. • Come poi si scoprì, i tre si incontrarono a una festa quella sera. Ford aveva cercato di pagare quello che doveva, ma Stoneham lo fermò proponendo una scommessa. Se Whitey avesse messo strikeout Mays la prima volta che lo affrontava, tutto il debito sarebbe stato condonato. Tuttavia, se Mays avesse realizzato una valida, i pagamenti sarebbero raddoppiati a 800 $ ciascuno. Horace si sentiva sicuro di Willie che era andato 6 su 7 contro Ford nelle competizioni dell'All-Star. • Contro il consiglio di Mickey, Whitey accettò la sfida. I compagni di squadra poi fecero quello che facevano spesso - festa tutta la notte e arrivare allo stadio rapidamente in condizioni ottimali. • C'era un altro aspetto divertente dell'incidente, a parte la scommessa. Mays colpì il primo lancio di Whitey, una curva, oltre i 122 metri, ma in foul. Quando Whitey provò un'altra curva, Willie la colpì in foul ancora più forte. Ford decise che l'unico modo per vincere la scommessa era quella di ricorrere ai trucchi. Così sputò sulla mano di lancio e fece finta di pulirla sulla sua casacca. Questa volta, la sua palla curva iniziò alla testa di Mays prima di cadere "dal mento alle ginocchia", come la descrisse Whitey. L'arbitro Stan Landes chiamò lo strikeout. • Quando Mantle raggiunse il dugout, il suo amico sottolineò che Willie non aveva gradito la sua reazione. "Non mi era venuto in mente subito come dovevo apparire a Willie e alla folla", disse Mantle molto più tardi. "Sembrava che fossi tutto contento dello strikeout di Mays a causa della nostra grande rivalità. Quando Whitey menzionò la mia reazione, mi diedi una pacca sulla fronte: Che cosa ho fatto? Che cosa stupida". Whitey poi spiegò l'intero incidente a Mays, che rise quando seppe la vera ragione dei salti di gioia di Mantle. The Baseball Codes: The Unwritten Rules of America's Pastime, Jason Turbow
Un altro playoff tra Giants & Dodgers Nel 1962, i San Francisco Giants ritrovarono nella West Coast i loro rivali, i Los Angeles Dodgers, in un playoff al meglio delle tre partite dopo la regular season per assegnare il pennant della NL. La terza partita aveva molte somiglianze con l'ultimo incontro di spareggio avvenuto tra i due club undici anni prima dall'altra parte del continente. • Le squadre erano in parità 1-1, e si rese necessaria la terza e ultima partita di playoff. • La terza partita venne giocata il 3 ottobre, la stessa data del famoso fuoricampo di Bobby Thomson nel 1951. • L'interbase dei Giants nel '51, Alvin Dark, era ora il loro manager. Alvin Dark • Il manager dei Giants nel '51, Leo Durocher, era ora coach dei Dodgers sotto Walter Alston. Leo era stato manager dei Dodgers dal 1939 al '48. Walter Alston • Willie Mays giocava ancora esterno centro per i Giants, e Johnny Podres lanciava ancora per i Dodgers. • Questa volta, la partita decisiva sarebbe stata giocata in casa dei Dodgers al Chavez Ravine. La strana somiglianza, tuttavia, avvenne nel modo in cui la partita si concluse. • I Dodgers erano 4-2 in cima al nono inning. Questo era lo stesso punteggio che i Dodgers avevano in fondo al nono al Polo Grounds nel 1951. • Alston venne pesantemente criticato dopo la partita per aver tenuto il rilievo Ed Roebuck, che aveva lanciato tre innings senza concedere punti, piuttosto che iniziare l'inning con il suo asso del bullpen, Ron Perranoski, con 20 salvezze nella regular season.
• Alston lasciò battere Roebuck nella parte bassa dell'ottavo con le basi piene e due out. Ed colpì un groundout per terminare un promettente inning. Non ci fu un HR drammatico, ma i Giants avrebbero vinto il pennant con un altro recupero nel 9° inning. • Il pinch-hitter, Matty Alox, ricevette la base su ball da Roebuck. • Harvey Kuehn colpì una rimbalzante per l'out forzato in seconda. • Willie McCovey, che non era entrato come titolare a causa di un infortunio, andò nel box di battuta come pinch hitter per Chuck Hiller. Sembrava il momento ideale per Alston di far entrare il mancino Perranoski, ma non lo fece. Roebuck diede la base su ball a McCovey mettendo il punto del pareggio in prima. Il pinch-runner Ernie Bowman entrò per McCovey. • Altra base su ball a Felipe Alou che riempì le basi. Ancora nessun cambio di pitcher. • Mays colpì un valido che portò a punto Kuehn dalla terza. Alston finalmente sostituì Roebuck ma con il destro Stan Williams, non con Perranoski. Stan Williams • Orlando Cepeda pareggiò con una volata di sacrificio all'esterno destro. Alou andò in terza. • Dopo un lancio pazzo Mays andò in seconda, i Dodgers diedero la base intenzionale a Ed Bailey per caricare le basi. • Williams concesse la base su ball a Jim Davenport e i Giants passarono in vantaggio, 5-4. Alla fine, Alston mise sul monte Perranoski. • Jose Pagan arrivò salvo in prima su un errore da parte del seconda base Larry Burright e Mays segnò il punto della sicurezza. • Perranoski finalmente chiuse l'inning con lo strikeout su Bob Nieman, ma era troppo tardi. • I Dodgers si spensero contro il mancino Billy Pierce nella parta bassa del nono. • Don Larsen, il pitcher del perfect game delle World Series del '56, fu il lanciatore vincente dopo aver lanciato l'ottavo inning senza punti. I Giants andarono alle World Series, dove, sempre seguendo il copione del '51, incontrarono i New York Yankees. Persero, questa volta in sette partite, piuttosto che in sei. |
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