CSS Valido!

BASEBALL PAOLO 2 G F
 

 

 

Mordecai Brown

Mordecai Peter Centennial Brown

Nickname : "Miner", "Three Finger", "Brownie" o "Mort"

Nato: 19 Ottobre 1876 a Nyesville, IN
Morto: 14 Febbraio 1948 a Terre Haute, IN
Debutto: 19 Aprile 1903
Batte:
Switch-hitter / Tira: Destro

Mordecai Brown nacque a Nyesville, in Indiana, nel 1876. Era conosciuto anche come "Miner", avendo lavorato nella parte occidentale dell'Indiana nelle miniere di carbone, un pò prima di iniziare la sua carriera professionistica di baseball. Per gli appassionati era meglio conosciuto come "Brownie". I suoi parenti e amici stretti, lo avevano soprannominato "Mort". Le tre parti del suo nome derivano, rispettivamente, dal nome dello zio, da quello di suo padre, e dal centenario degli Stati Uniti (anno della sua nascita). Mosse i suoi primi passi nel baseball professisionistico nella piccola squadra di Terre Haute nel 1901, prendendo parte al campionato minore della Illinois-Indiana-Iowa League (detta "Lega delle tre I"). Raggiunse la Major League solo nel 1903, alla relativamente tarda età di 26 anni, nelle file dei St. Louis Cardinals. Pitcher fra i più celebri della sua epoca, e membro della Baseball Hall of Fame, è rimasto famoso, oltre che per le sue doti atletiche e di lanciatore, per una sua caratteristica fisica: era infatti rimasto privo, a causa di un incidente, di buona parte del dito indice della mano destra, quella con cui lanciava. A 7 anni, Mordecai Brown si procurò la menomazione che gli valse il soprannome a seguito di un incidente avvenuto mentre armeggiava con un macchinario agricolo; il dito indice gli venne troncato di netto all'altezza della prima falange. In seguito, mentre era ancora in via di guarigione da questo infortunio, cadde malamente rompendosi anche il medio; le ossa non vennero sistemate correttamente e si saldarono in maniere anomala. Malgrado la doppia menomazione, Brown riuscì, con una costante pratica nel lancio, a possedere un controllo ottimale della palla; inoltre, proprio grazie al peculiare modo in cui era costretto ad afferrarla, divenne in grado di apportare alla stessa un notevole effetto, che lo rese un ottimo lancatore di curveball e di changeup. Queste particolarità contribuirono a renderlo un eccellente lanciatore professionista, le cui palle effettate erano difficili da battere. Dopo aver lanciato per Terre Haute per due stagioni (record 23-8 nel 1901 e 27-15 nella stagione successiva), Brown fu ingaggiato dai St. Louis Cardinals nel 1903. Dopo un anno, Brown fu ceduto ai Cubs, perché i Cardinals temevano che la sua mano mutilata gli avrebbe impedito di raggiungere lo status di star come lanciatore. I Cubs videro, invece, un grande potenziale e il manager Frank Chance disse "il lanciatore che non abbiamo mai avuto ma che farà la differenza nel gioco". Quell'anno ottenne un record di 15-10, con una ERA di 1.86 e fu leader dei pitcher di rilievo della National League con 2 vinte e 0 sconfitte. Rimase con i Cubs fino al 1913, in quello che fu il suo periodo migliore, durante il quale raggiunse molti successi personali e di squadra, vincendo per due volte più di 20 partite per stagione (nel 1906 e 1911) e giungendo a disputare due World Series. Il manager John McGraw, dei New York Giants, considerava il suo Christy Mathewson e Brown, come i due migliori lanciatori della National League. In realtà, Brown spesso sconfisse Mathewson negli scontri diretti, e la più significativa fu quella disputata nella partita finale della regular season nella stagione 1908. L’8 ottobre del 1908 si giocò, a New York, la partita della vita tra i Cubs e i Giants per la vittoria del pennant, essendo le due formazioni alla fine della regular season in perfetta parità. Con il grande Mathewson partente per i Giants, i Cubs avevano schierato lo starter Jack Pfiester, che ebbe un avvio difficile, e fu ben presto sostituito da Brown. "Three Finger" tenne in scacco i Giants e i Cubs vinsero 4-2 e il pennant. I Cubs poi vinsero, per la seconda volta consecutiva le World Series, e fu anche la loro ultima. Brown vinse 13 volte e perse 11 partite contro Mathewson, con una no-decision nei loro 25 classici scontri. Dopo aver lasciato i Cubs, nel 1913, giocò con i Cincinnati Reds; l'anno successivo passò in Federal League (un campionato professionistico alternativo alla MLB, esistito effimeramente tra 1914 e 1915) vestendo le maglie di St. Louis Terriers, Brooklyn Tip-Tops e Chicago Whales. Nel 1916 tornò ai Chicago Cubs per disputare un'ultima stagione, alla fine della quel si ritirò all'età di 40 anni. La sua ultima partita ebbe luogo il 4 settembre 1916 fra la sua squadra ed i Cincinnati Reds, in cui militava Christy Mathewson, da molti considerato il suo più grande rivale. La partità finì con la vittoria della squadra di Mathewson. Alla fine della sua carriera, Brown poteva vantare un record personale di 1375 strikeout, 239 vittorie e 130 sconfitte ed una media ERA di 2.06, al terzo posto nella storia della Major League Baseball, dopo quelle di Ed Walsh e Addie Joss. Brown era un switch-hitter, veramente insolito per un lanciatore. Aveva qualità anche in battuta e una buona media per un lanciatore, sempre vicino ai .200. Dopo il suo ritiro dal professionismo, continuò comunque a giocare in leghe minori nella natia Terre Haute, e ad esibirsi in incontri di esibizione per un'altra decade. In seguito lasciò definitivamente il baseball mettendosi a dirigire una stazione di servizio in Indiana, pur non disdegnando di apparire in vari incontri e commemorazioni con altre vecchie glorie della MLB. Negli ultimi anni della sua vita ebbe dei problemi con il diabete, ed infine morì nel 1948. Venne eletto membro della Baseball Hall of Fame nel 1949, un anno dopo la sua morte. Nel 1999, 83 anni dopo la sua ultima partita e 51 anni dopo la sua morte, venne nominato come finalista per la Major League Baseball All-Century Team. Tra Brown e Antonio Alfonseca, i Cubs possono vantare di aver aver  avuto, nel loro roster di tutti i tempi, due pitcher caratterizzati da "tre dita" (tecnicamente Brown ne aveva quattro, compreso il pollice) e “sei dita”.

La mano di Mordecai Brown

 

Warren Spahn

Warren Edward Spahn

Nickname : "Spahnie" o "The Invincible One"

Nato: 23 Aprile 1921 a Buffalo, NY
Morto: 24 Novembre 2003 a Broken Arrow, OK
Debutto: 19 Aprile 1942
Batte:
Sinistro / Tira: Sinistro

Edward Warren Spahn nacque il 23 aprile 1921, a Buffalo, in una famiglia numerosa composta da ben sei fratelli. Suo padre, un venditore di carta da parati, che aveva giocato a baseball da giovane come terza base nei Buffalo Lake City Athletic Club, gli trasmise il suo interesse per il gioco. Al liceo Spahn giocò inizialmente in prima base, ma la sua squadra era già coperta in quel ruolo, e divenne un lanciatore. Warren Spahn è stato un  grandissimo lanciatore mancino della Major League Baseball e giocò per 21 stagioni, tutte nella National League. Vinse un minimo di 20 partite per 13 stagioni, tra cui ottenne un record di 23-7, all'età di 42 anni. Spahn nel 1957 si aggiudicò lo Cy Young Award, e si classificò al secondo posto per altre tre volte, tutte nel periodo in cui veniva assegnato un solo premio. E’ stato eletto nella Hall of Fame del baseball nel 1973, con l'83% dei voti totali (La sua ammissibilità fu ritardata, secondo le regole del tempo perché per 2 anni giocò nella Minor League). Spahn vinse 363 partite, più di ogni altro lanciatore mancino nella storia, e più di ogni altro lanciatore che ha giocato tutta la sua carriera nel post "live-ball era", dopo il 1920. Spahn è il sesto lanciatore vincente nella storia della MLB, dietro a Cy Young (511), Walter Johnson (417), Grover Cleveland Alexander (373), Christy Mathewson (373) e Pud Galvin (364). Dal suo nome deriva il prestigioso riconoscimento "Warren Spahn Award", che viene assegnato a migliori lanciatori mancini della Major League. Era considerato un lanciatore intelligente e astuto, amava ingannare battitori, e una volta descrisse il suo approccio sul monte: "Colpire è il tempo. Lanciare è sconvolgere i tempi". La sua carriera in Major League iniziò nel 1942 con i Braves e terminò nel 1965 con i New York Mets e i San Francisco Giants. Spahn ottenne due no-hitter, e vinse 3 titoli media ERA. E’ apparso in 14 All-Star Game, più di qualunque altro lanciatore nel 20° secolo. Spahn fu soprannominato "Hooks", non tanto a causa del suo modo di lanciare, ma a per la forma del naso prominente. Una volta fu colpito in faccia da una palla tirata che non si aspettava, e il naso si ruppe e rimase deformato a forma di "gancio". Nella sua ultima stagione con i Mets, Yogi Berra già anziano ricevette 4 partite, una delle quali con Spahn sul monte. Yogi più tardi disse ai giornalisti: "Non credo che siamo la batteria più vecchia, ma siamo sicuramente la più brutta". Spahn era noto perché lanciava molto in alto la gamba destra mentre effettuava il passo verso casa base, superato solo, forse, da Juan Marichal, suo compagno di squadra ai Giants. Spahn fu anche un buon battitore, colpendo almeno un home run in 17 stagioni consecutive, e terminando con un record per i lanciatori nella NL, di 35 home run. Wes Ferrell, che trascorse la maggior parte del suo tempo nell’American League, detiene il record di fuoricampo dei lanciatori, con 37. Firmò per i Boston Braves prima della stagione 1940, ma raggiunse la Major League nel 1942 all'età di 21 anni. Si scontrò subito con il manager dei Braves, Casey Stengel, che lo mandò nelle Minor dopo che Spahn si era rifiutato di colpire un battitore in una partita dimostrativa. Spahn aveva lanciato in sole 4 partite, concedendo 15 punti (10 guadagnati) in 15 inning e 2/3. Stengel successivamente disse che fu l'errore peggiore che avesse mai fatto da allenatore. I Braves nel 1942 finirono penultimi, e Stengel fu licenziato l'anno successivo. Spahn si ritrovò con il suo manager 23 anni più tardi, per l'ancor più dolente ultimo posto dei New York Mets, e scherzando disse: "Sono probabilmente l'unico uomo che ha lavorato con Stengel prima e dopo che lui venisse considerato un genio". Insieme a molti altri importanti giocatori, Spahn scelse di arruolarsi nell'esercito degli Stati Uniti, dopo aver terminato la stagione 1942 nelle Minor. Si distinse e fu insignito della Purple Heart e della Bronze Star al valore. Partecipò alla battaglia delle Ardenne e alla conquista del Ponte di Ludendorff.  Spahn ritornò in Major League nel 1946 all'età di 25 anni, dopo aver saltato 3 stagioni piene. Se avesse giocato, è possibile che avrebbe finito la sua carriera con un numero di vittorie superiore e magari dietro solamente a Cy Young. Spahn rispose a queste affermazioni con molta intelligenza e una vena filosofica: "La gente dice che la mia assenza dai campionati può essermi costata la possibilità di vincere 400 partite. Io non lo so. Sono maturato molto in questi tre anni, e penso di essere stato in grado di gestire meglio i battitori della Major League a 25 anni che a 22. Inoltre, ho lanciato fino a 44 anni. Forse non sarei stato in grado di farlo altrimenti". Nel 1947, Spahn fu leader della National League per media ERA con un record di 21-10. Fu la prima delle sue tredici stagioni con un minimo di 20 vittorie. Spahn vinse anche altri due titoli per la media ERA, nel 1953 e 1961. L’11 giugno 1950, Spahn e il lanciatore Bob Rush, dei Cubs, si rubarono ciascuno una base contro l’altro; questa impresa non si ripetè mai più fino al 3 maggio 2004, quando Jason Marquis e Greg Maddux riuscirono nell’intento. Nel 1951, Spahn concesse la prima valida in carriera a Willie Mays, un home run. Mays aveva iniziato la sua carriera con un terrificante 0 su 12, e Spahn ci scherzò sopra: "Non potrò mai perdonarmi. Avremmo potuto eliminare per sempre Willie, se lo avessi messo strike out" (Nel 1962, un altro Hall of Fame colpì il suo primo fuoricampo contro Spahn: Sandy Koufax, che ne colpì in carriera solo un altro). Il compagno di squadra Johnny Sain, era stato l'asso dello staff dei lanciatori dei Braves nella vittoria delle World Series del 1948, con un record di vittorie/sconfitte di 24-15. Spahn ne aveva vinte 15 e perse 12, mentre i compagni di squadra Bill Voiselle (13-13) e Vern Bickford (11-5) si erano comportati altrettanto bene. In onore dei due lanciatori, l’editore del Boston Post sports, Gerald V. Hern, scrisse questa poesia, che alla fine i media  condensarono in "Spahn and Sain and Pray for Rain":
First we'll use Spahn
then we'll use Sain
Then an off day
followed by rain
Back will come Spahn
followed by Sain
And followed
we hope
by two days of rain.

La poesia fu ispirata dalle prestazioni di Spahn e Sain durante la corsa al pennant dei Braves nel '48. Il team dei due pitcher spazzò un doubleheader nel Labor Day, con Spahn che lanciò un complete game di 14 inning vincendo la gara di apertura, e Sain che lanciò una shutout nella seconda partita. Dopo due giorni di riposo, venne la pioggia. Spahn vinse il giorno dopo, e Sain vinse il giorno successivo. Tre giorni dopo, Spahn vinse nuovamente. Sain vinse anche lui il giorno successivo. Dopo un giorno di riposo, i due lanciatori ricominciarono, e vinsero un altro doubleheader. Spahn e Sain avevano vinto 8 partite e perse 0 in 12 giorni. Nel 1957, Spahn divenne l'asso dei Milwaukee Braves, neo campioni del pennant della NL. Spahn fu uno dei lanciatori vincenti in altri due pennant dei Braves, nel 1948 e nel 1958. Aveva raggiunto quota 2.583 strikeout, nel momento del suo ritiro ed era il record per un lanciatore mancino nella storia del baseball. Spahn condusse la NL in strikeout per quattro stagioni consecutive, dal 1949 al 1952 (alla pari con Don Newcombe nel 1951), che include una singola partita con ben 18 strike out (record nella NL) in 15 inning lanciati, il 14 giugno 1952. Per diversi decenni, sulla sua targa nella Hall of Fame rimase impresso per errore 2.853 strikeout. Spahn disse che: "Il mio lancio preferito è sempre stato quello che ha ottenuto un out. Ho mantenuto il mio record sui battitori qui (nella mia testa). E' stato un sesto senso per me, come la palla che stavo per lanciare - Mi sono  sempre detto - alta e stretta, bassa e via, non dar loro qualcosa da colpire, e non dargli la base". Fu così in grado di mantenere la sua posizione al top del gioco fino alla sua 19a stagione. Questo concetto è magistralmente spiegato con quanto successe il 2 luglio 1963. Di fronte i San Francisco Giants, il 42enne Spahn, con la casacca dei Braves, lottò in un duello storico tra lanciatori contro il 25enne Juan Marichal. Il punteggio era ancora sullo 0-0 dopo oltre quattro ore in cui Willie Mays colpì un fuoricampo "game-winning" da un punto contro Spahn, con uno out nella parte inferiore della 16 ripresa. Il manager di Marichal, Alvin Dark, gli fece diverse visite sul monte nel 9°, 10°, 11°, 13° e 14° inning, e si parlava di rimozione del pitcher ogni volta. Durante la visita del 14° inning, Marichal disse a Dark, "Hai visto quell'uomo che lancia per gli altri? Sai che ha 42 anni? Io ne ho solo 25. Se lui resta sul monte, nessuno mi verrà a prendere per farmi uscire". Marichal finì per lanciare 227 lanci nel complete game vinto per 1-0, mentre Spahn ne lanciò 201, concedendo nove valide e una base su ball. L’Hall of Fame, Carl Hubbell, che era presente quella notte, disse di Spahn, "Warren deve dare il suo corpo alla scienza medica". Spahn lanciò la sua prima no-hitter nel 1960, quando aveva 39 anni. E la sua seconda no-hitter arrivò l'anno successivo. Con le ultime due stagioni della sua carriera, Spahn divenne il giocatore più anziano in attività. Perse questo record per un solo giorno il 25 settembre del 1965, quando Satchel Paige, a 58 anni, lanciò tre inning. Alla fine della stagione del 1964, dopo 25 anni con la franchigia dei Braves, Spahn fu ceduto ai New York Mets. Il manager dei Braves, Bobby Bragan, aveva previsto un futuro non proprio roseo per l’ex lanciatore: "Spahnie non vincerà sei partite, con i Mets". Spahn assunse il doppio ruolo di lanciatore e pitching-coach. Vinse quattro partite e ne perse 12 e a quel punto i Mets revocarono il contratto il 15 luglio 1965 che fu ufficializzato il 22 luglio 1965. Firmò immediatamente con i San Francisco Giants, con i quali finì la stagione. Spahn diresse i Tulsa Oilers per cinque stagioni, vincendo 372 partite dal 1967 al 1971. Nel 1968 il suo club vinse il campionato della Pacific Coast League. Allenò i Mexico City Tigers, e lanciò anche una manciata di partite. Fu pitching coach con i Cleveland Indians, nelle Minor League con i California Angels, e per sei anni, con la formazione giapponese Hiroshima Toyo Carp. Spahn morì per cause naturali, il 24 novembre del 2003, nella sua casa di Broken Arrow, Oklahoma. È sepolto nel cimitero di Elmwood in Hartshorne. Dopo la sua morte venne intitolata una strada nella sua città natale a Buffalo, New York, che collega Abbott Road con Seneca Street, attraverso Cazenovia Park, nel cuore di South Buffalo. La strada è vicino alla South Park High School, frequentata da Spahn. Pochi mesi prima della sua morte, Spahn partecipò all’inaugurazione di una statua  fuori del Turner Field di Atlanta. La statua raffigura Spahn nel bel mezzo di uno dei suoi alti calci con la gamba. La statua è stata creata da Shan Gray, che ha scolpito numerose altre statue di atleti che si trovano a Oklahoma, tra cui un’altra di Spahn, che è collocata nel Oklahoma Sports Hall of Fame. Spahn è stato selezionato per la "all-time All-Star baseball team", dalla rivista Sports Illustrated nel 1991, come il lanciatore mancino. Le altre selezioni comprendono: gli esterni Ty Cobb, Babe Ruth e Willie Mays; ll'interbase Cal Ripken, il terza base Mike Schmidt, la seconda base Jackie Robinson, la prima base Lou Gehrig, il catcher Mickey Cochrane, il lanciatore destro Christy Mathewson, il lanciatore di rilievo Dennis Eckersley e il manager Casey Stengel.

 

Carl Yastrzemski

Carl Michael Yastrzemski

Nickname : "Yaz" o "Captain Carl"

Nato: 22 Agosto 1939 a Southampton, NY
Debutto: 11 Aprile 1961
Batte: Mancino / Tira: Destro

Carl Michael Yastrzemski nasce a Southampton, New York, il 22 agosto 1939, da Carl Yastrzemski Sr. e Hattie Skonieczny. Entrambi i genitori erano di origine polacca, e il giovane Carl parlò indifferentemente le due lingue fin dalla tenera età. Allevato nella fattoria della famiglia, Carl giocò con il padre nelle squadre di baseball sui campetti della cittadina, ed egli sostenne sempre, che il genitore era un atleta migliore di lui. "Yaz" entrò nell’Università di Notre Dame con una borsa di studio per il basket prima di intraprendere la carriera del baseball. Firmò con l’organizzazione dei Red Sox, che lo mandò nel 1959 nella formazione dei Raleigh Capitals nella Minor League, dove guidò il campionato con una media battuta di .377, e poi fu mandato con i  Minneapolis Millers per la post-season e la stagione 1960. Yastrzemski, che aveva studiato business a Notre Dame, soddisfò la promessa fatta ai suoi genitori di laurearsi al Merrimack College a North Andover, Mass., nel 1966. Iniziò nel 1961, la sua importante carriera nella Major League. Fin dall'inizio la pressione fu enorme anche perché doveva sostituire il leggendario giocatore dei Sox, Ted Williams. Avrebbe dimostrato nel corso degli anni di essere un degno successore sia al piatto, e un giocatore di gran lunga superiore nel ruolo difensivo, con un braccio forte e esperto nel giocare sul campo sinistro del Fenway Park con alle spalle il famoso "mostro verde". Nei 12 anni come esterno sinistro, Yastrzemski vinse sette Gold Gloves e fu il leader negli assist per sette volte. Mentre i suoi primi due anni sono considerati molto solidi ma non spettacolari, esplose come una stella nascente nel 1963. Vinse la media battuta dell’American League con .321, e fu leader della Lega nei doppi e basi su ball, finendo al sesto posto nella votazione del Most Valuable Player. Yastrzemski ebbe la sua stagione migliore nel 1967, quando vinse la Triple Crown dell'American League, con una media battuta di .326, 44 fuoricampo (alla pari di Harmon Killebrew) e 121 RBI. E’ l’ultimo battitore ad aver vinto la Triple Crown fino alla fine della stagione 2009 (mentre sono otto il lanciatori che hanno invece vinto questo prestigioso trofeo dal 1967 ad oggi). Venne votato MVP quasi all'unanimità (solo un elettore scelse César Tovar dei Twins). Il 1967 fu la stagione "The Impossible Dream" per i Red Sox (riferendosi alla famosa canzone del popolare musical "Man of La Mancia"). Fu una stagione tra le più esaltanti della storia del baseball con quattro squadre in gara nell’AL fino quasi all'ultima partita per il pennant. I BoSox avevano terminato la stagione del 1966 al nono posto, ma in quella stagione ritrovarono una nuova vita con Yastrzemski, e la squadra vinse il pennant e andò alle World Series (la prima dal 1946) proprio nell'ultimo giorno della stagione. Yaz collezionò 13 valide in 21 presenze alla battuta (con una media battuta di .619) nel corso delle ultime sei partite della stagione, con i Sox che finirono per una sola partita davanti ai Detroit Tigers e ai Minnesota Twins. I Red Sox persero le World Series con i St. Louis Cardinals per quattro partite a tre, e tre volte contro Bob Gibson. In quella stagione, Yastrzemski vinse il “Hickok Belt” come atleta professionista all'inizio dell'anno, il premio "Hutch Award" e la rivista Sports Illustrated lo insignì dello "Sportsman of the Year Award”. In un articolo scritto a quattro mani, anche da “Yaz”, nel novembre del 1967 sullo Sport Magazine accreditava la straordinaria stagione dei Boston al manager Dick Williams e a un gruppo di giovani, tra cui Rico Petrocelli e Tony Conigliaro. Riferendosi a Williams, Yastrzemski scrisse: "Dick si è liberato di tutte le individualità, ci ha fatto diventare una squadra, ci ha dato uno stimolo e ci ha fatto venir voglia di vincere". Nel 1968 Yaz vinse ancora una volta la classifica dei battitori dell’AL. A causa dei vantaggi competitivi che i lanciatori avevano goduto tra il 1963 e il 1968 (prima dell'abbassamento del monte di lancio), Carl ottenne una media battuta di .301, nel "The Year of the Pitcher", che è la media più bassa di qualsiasi campione di battuta nella storia della Major League, tuttavia, è stato il solo battitore nell’American League a colpire più di .300 contro i formidabili lanciatori della League, nonché leader dell'American per gli arrivi in base e basi su ball. Fu ancora più forte in molte altre stagioni, finendo nei primi dieci della League in molte altre classifiche. Nel 1969, Yastrzemski ottenne la prima delle due consecutive stagioni con 40 fuoricampo, e i Red Sox finirono per due volte al terzo posto nei due campionati. Nell’All Star Game del 1970 battè quattro valide e vinse l'MVP, anche se l’American League perse. La sua media battuta in quella stagione fu di .329, la più alta in carriera, ma arrivò secondo dietro a Alex Johnson, dei California Angels,  per un millesimo di differenza. Nel 1970 vinse la classifica degli slugging e degli arrivi in base, finendo terzo nei fuoricampo. Nel corso dei successivi quattro anni (dal 1971 al 1974),  colpì 61 fuoricampo, e come i Red Sox finì due volte secondo e due volte terzo, entrando nella top 10 dei battitori, e nella top dei tre per gli arrivi in base e le basi su ball nel 1973 e nel 1974, e fu leader della League nei punti segnati nel 1974. Nell’All Star Game del 1975 venne utilizzato come pinch-hit nel sesto inning, con due uomini sulle basi e l’American League in svantaggio 3-0. Senza indossare il casco di battuta, colpì il primo lancio di Tom Seaver per un fuoricampo che pareggiò l’incontro. Il fuoricampo da tre punti fu l'unico exploit dell’American League in quella sera, poi persa per 6 a 3. Yastrzemski e i Red Sox vennero sconfitti nelle World Series del 1975, dai Cincinnati Reds per 4 partite a tre. Yaz, in gara 7, con una valida sull’esterno sinistro portò a casa il primo dei tre punti nel terzo inning che diede il vantaggio ai Sox. Per coincidenza, fu anche il risultato finale del tie-breaker del 1978 dell’American League East  con un pop in foul sul terza base. Questa partita fu caratterizzata dal celebre fuoricampo di Bucky Dent (anche se il fuoricampo di Reggie Jackson diede il punto della vittoria). All'inizio della partita, però, Yaz iniziò le marcature con un home run sul lanciatore mancino Ron Guidry, che stava suggellando un anno straordinario (25 vittorie, 3 sconfitte e un ERA  di 1.74). Fu il solo fuoricampo, di tutta la stagione, concesso, su una curva a sinistra, per il vincitore del Cy Young Award. Nel 1978 Yastrzemski, con i suoi 39 anni, divenne uno dei cinque giocatori più vecchi del campionato. Nel 1982, giocando soprattutto come battitore designato, iniziò la stagione con una striscia di valide che lo inserì tra i battitori leader della League e si meritò la copertina di Sports Illustrated, giocando meritatamente la sua ultima All-Star game. Yastrzemski chiuse la sua carriera nel 1983 all'età di 44, anche se dichiarò, nella sua autobiografia, che aveva, inizialmente, in programma di giocare la stagione 1984, ma che era stanco a causa da uno slump durato circa mezza stagione. Dichiarò, inoltre, che se avesse saputo che i Sox avevano preso Roger Clemens, avrebbe continuato nel 1984 a prescindere, per la possibilità di giocare con lui. Nessun giocatore ha avuto una carriera così lunga con una sola squadra, per 23 stagioni, un record che condivide con Brooks Robinson dei Baltimore Orioles. Le sue statistiche finali in carriera comprendono 3308 partite giocate (la seconda di tutti i tempi), 646 doppi (settimo di tutti i tempi), 452 home run, 1844 RBI (12° di tutti i tempi), e una media battuta di .285. Aveva 1845 basi su ball (sesta di tutti i tempi) e 1157 valide da base extra (nona di tutti i tempi). Yaz è stato il primo giocatore di sempre a raccogliere oltre 3.000 valide e 400 home runs esclusivamente nell’American League, impresa che da allora è stata ottenuta solo da Cal Ripken Jr. Per ben 18 volte fece parte dell'All-Star Game. Yastrzemski era noto per la sua posizione in battuta, perchè teneva la mazza eccezionalmente alta, con un largo swing e una grande potenza. Tuttavia, nei suoi ultimi anni, modificò la sua posizione e abbassò la mazza. Era noto anche per modificare il suo casco di battuta allargando il buco dell’orecchio destro (per comodità) con la rimozione di parte del lembo dell' orecchio destro (per una migliore visione del lancio). Il numero 8 di Carl Yastrzemski venne ritirato dai Boston Red Sox il 6 agosto 1989. Fu eletto nella Hall of Fame del baseball nel suo primo anno di ammissibilità, con il sostegno del 94% degli elettori. Nel 1999, Yastrzemski si classificò al numero 72 nella lista dei migliori 100 giocatori di baseball da Sporting News. Nella stessa stagione, fu nominato finalista per la Major League Baseball All-Century Team. Attualmente è un istruttore di battuta dei Red Sox, ed è stato recentemente onorato di lanciare la prima palla nelle gare 1 delle World Series, sia nel 2004 e nel 2007. Nel mese di agosto 2008, Yaz ha subito un intervento chirurgico di triplo bypass al cuore nel Massachusetts General Hospital, riuscito con successo. Nel mese di giugno del 2009, i Boston Red Sox hanno preso durante il draft,  al 36° round, il nipote di Yaz, Carl Michael, dal St. John's Prep (Danvers). Il nipote che gioca esterno, pure lui, saprà ripetere le gesta del grandissimo zio …. lo vedremo nei prossimi anni?

 

Hank Greenberg

Henry Benjamin Greenberg

Nickname : "Hammerin' Hank", "Hankus Spankus" o "The Moses of Basebal"

Nato: 1 Gennaio 1911 a New York , NY
Morto: 7 Settembre 1986 a Beverly Hills, CA
Debutto: 14 Settembre 1930
Batte:
Destro / Tira: Destro

Henry Benjamin Greenberg nacque il 1° gennaio del 1911, nel Bronx a New York City, da una famiglia di ebrei ortodossi. Henry mancava di coordinamento a causa dei piedi piatti che gli impedivano di correre veloce, ma lavorò diligentemente per superare le sue inadeguatezze. Frequentò la James Monroe High School nel Bronx, dove fu uno straordinario atleta a tutto tondo. Il suo sport preferito era il baseball, e la sua posizione preferita era quella del prima base. Divenne una stella del basket al liceo, aiutando la Monroe a vincere il campionato della città. Nel 1929, fu contattato dai New York Yankees, che avevano già uno straordinario prima base titolare che era famoso per non aver saltato una partita: Lou Gehrig. Henry rifiutò e invece frequentò la New York University per un anno, dopo di che firmò con i Detroit Tigers per 9000 dollari (11476 $ dollari attuali), giocando una sola partita il 14 settembre del 1930. Henry giocò per tre anni nelle Minor League. Nel 1930 disputò 17 partite per Hartford, e poi giocò a Raleigh, North Carolina, dove colpì 19 fuoricampo con una media battuta di .314. Nel 1931, andò a Evansville nella Illinois-Indiana-Iowa League (.318, 15 homer, 85 RBI). Nel 1932, gicocò a Beaumont nella Texas League, dove battè 39 homer con 131 RBI, vinse il premio di MVP e portò la squadra al titolo della lega. Durante la stagione, uno dei suoi compagni di squadra (Jo-Jo White) cominciò a fissarlo e a camminargli lentamente intorno. Greenberg gli chiese che cosa stesse guardando. White disse che non aveva mai visto prima di allora un ebreo. "Il modo in cui lo disse - raccontò poi Greenberg - poteva anche significare: Non ho mai visto una giraffa - e io lo lasciai che continuasse a cercare per un pò e poi gli dissi: Vedi qualcosa di interessante? Forse guardava se avevo le corna e non trovandole disse: Sei proprio come tutti gli altri". In sette dei nove anni in attività nella Major League, Greenberg fu uno dei giocatori dominanti del gioco. Detiene la settima percentuale di slugging vita di ogni giocatore di baseball nella storia della Major League, con .605, davanti a sluggers come Mark McGwire e Joe DiMaggio. Nel 1930, quando cominciò a giocare in prima a 19 anni, fu il più giovane giocatore della Major. Nel 1933 rientrò con i Tigers battendo .301 con 87 RBI. Allo stesso tempo, era al terzo posto nel campionato per strikeout (78). Nel 1934, la sua seconda grande stagione dell’AL, ottenne una media in battuta di .339 e contribuì a far arrivare i Tigers alla loro prima World Series in 25 anni. Fu leader della League per i doppi, con 63 (il 4° più alto di tutti i tempi in una sola stagione). Era terzo nell’AL per la percentuale slugging (.600) e con 139 RBI - dietro a Jimmie Foxx e a Lou Gehrig, ma prima di Babe Ruth. Nella seconda parte della stagione del 1934, annunciò che non avrebbe giocato per il "Rosh Hashanah" (il Capodanno ebraico) e per lo "Yom Kippur" (giorno dell'espiazione). I fans in massa mormorarono: "Rosh Hashanah viene ogni anno, ma i Tigers non vincono il pennant dal 1909". Henry cercò una soluzione dentro il suo animo, e discusse la questione con il suo rabbino, infine cedette per giocare il Rosh Hashanah, ma rimase fermo nel non giocare lo Yom Kippur. Drammaticamente quel giorno, Greenberg colpì due home run per la vittoria decisiva dei Tigers nella corsa al pennant, per 2 a 1. Il giorno successivo, sul Detroit Free Press venne stampata la scritta in ebraico a tutta pagina: "Happy New Year". L’editorialista e poeta Edgar A. Guest espresse l'opinione generale in una poesia intitolata "Speaking of Greenberg" (A proposito di Greenberg). Il poema termina con queste parole: "Ci  mancherà in difesa e in battuta. Ma lui è fedele alla sua religione e io lo rispetto per questo!" (Il testo completo del poema si trova alla fine della pagina della biografia di Greenberg e sul sito dell'International Jewish Sports Hall of Fame). Henry nel 1935 fu leader dell’AL in RBI (170) e basi totali (389), alla pari con Foxx per il titolo dei fuoricampo (36), 2° nei doppi (46) e percentuale slugging (.628), e 3° nei tripli (16) e punti segnati (121). Trascinò anche Detroit alla conquista della loro prima World Series (disgraziatamente, si ruppe il polso nella seconda partita). Fu votato all'unanimità per l'American League's Most Valuable Player. Stabilì un record (ancora imbattuto) di 103 RBI alla pausa per l’All-Star – ma, ironia della sorte, non fu selezionato per il roster dell'All-Star Game. Nel 1936, Greenberg si ruppe il polso in uno scontro con Jake Powell degli Washington Senators, nel mese di aprile dello stesso anno. Si pensi che aveva già accumulato 16 RBI al 17 aprile. Nel 1937 fu votato per l'All-Star Team. Il 19 settembre 1937, colpì per la prima volta un fuoricampo nelle tribune del campo centrale dello Yankee Stadium. Fu leader dell’AL con 183 punti (il 3° di tutti i tempi, dietro a Hack Wilson nel 1930 e a Lou Gehrig nel 1931), con una media battuta di .337 con 200 valide. Fu 2° nel campionato in home run (40), doppi (49), basi totali (397), percentuale slugging (.668), e basi su ball (102). Ancora una volta arrivò solamente 3° nella votazione per l'MVP. Era un battitore prodigioso di fuoricampo, e sfiorò il record di Babe Ruth nella stagione del 1938, quando fu ancora una volta votato per l'All-Star Team e colpì 58 home run, leader della Lega per la seconda volta. Nello stesso anno, stabilì il record della Major League con 11 multi-homer in una stagione (Sammy Sosa uguagliò il record di Greenberg nel 1998). Dopo essere stato scartato per la squadra dell’All-Star nel 1935 e di essere stato lasciato in panchina per la partita del 1937, Greenberg rifiutò di partecipare all’edizione del 1938. Nel 1938 spedì la palla oltre la recinzione in quattro consecutive volte che andò alla battuta in più di due partite. Uguagliò il record stagionale di fuoricampo per battitori destri detenuto da Jimmy Foxx (1932) - il record sarebbe resistito per altri 66 anni fino a quando non fu superato da Sammy Sosa e Mark McGwire. Greenberg ne avrebbe totalizzati 59 di fuoricampo se uno non fosse stato spazzato via a causa di una partita rainout. Sì è a lungo ipotizzato che a Greenberg siano state date intenzionalmente delle basi su ball, nella stagione avanzata, per impedirgli di rompere il record di Ruth, ma il grandissimo giocatore  respinse queste speculazioni, definendole "storie pazzesche". Nel 1938, Greenberg condusse la Lega in punti segnati (144) e alla battuta per home run (9,6), per basi su ball (119), è stato il secondo in RBI (146), percentuale slugging (.683), e basi totali (380), e terzo in OBP (.438), costruendo ancora un nuovo record della Major League di 39 fuoricampo nel suo stadio, il Briggs Stadium appena rifatto. Ciò nonostante, arrivò ancora terzo nella votazione per l'MVP. Greenberg nel 1939 fu votato per il terzo anno consecutivo nell'All-Star Team. Fu il secondo nell’American League in home run (33) e strikeout (95), e terzo nei doppi (42) e percentuale slugging (.622). Appena conclusa la stagione 1939, gli fu chiesto dal direttore generale Jack Zeller di accettare una decurtazione dello stipendio di 5.000 dollari a causa del suo anno non esaltante per potenza e realizzazione di punti. Per finire, gli fu chiesto di trasferirsi all’esterno sinistro per accogliere Rudy York, che era uno dei migliori giovani battitori della sua generazione, ma era stato provato come catcher, terza base e all’esterno e si rivelò un mediocre difensore in qualsiasi dei ruoli provati. Greenberg, a sua volta chiese un bonus di $ 10000 dollari per spostarsi in campo esterno, affermando che correva il rischio di dover ricostruirsi un nuovo ruolo. Alla fine gli fu riconosciuto il suo bonus durante lo spring training. Nel 1940, Greenberg venne nuovamente votato per l’All-Star per il 4° anno consecutivo. Guidò la Lega in home run (41, per la terza volta in 6 anni), RBI (150), doppi (50), basi totali (384), e la percentuale slugging (.670 - 44 punti di vantaggio su Joe DiMaggio). Fu secondo nell’AL dietro a Ted Williams in punti segnati (129) e OBP (.433), con una media battuta di .340 (al 5° posto nell’AL). Trascinò i Tigers alla conquista del pennant, e vinse il suo 2° MVP dell’AL, diventando il primo giocatore a vincere l’MVP in due posizioni diverse. Allo scoppio della guerra, l’Ufficio Reclutamento di Detroit classificò, inizialmente, Greenberg come un “4F” (piedi piatti). Si mormorò che avesse corrotto il consiglio e la preoccupazione di essere paragonato a Jack Dempsey, che aveva ricevuto una pubblicità negativa per il mancato servizio nella Prima Guerra Mondiale, indusse Greenberg a chiedere il riesame, che risultò idoneo a servire. Sebbene reclutato nel 1940, fu congedato con onore, il 5 dicembre 1941, dopo che il Congresso degli Stati Uniti deliberò che gli uomini di età compresa tra 28 anni in su non dovevano prestare servizio, due giorni prima che il Giappone bombardasse Pearl Harbor. Greenberg si arruolò volontario nella United States Army Air Forces. Conseguì  i gradi di primo tenente USAAF alla Officer Candidate School. Alla fine servì oltremare nell’operazione "Cina-Birmania-India Theater" e vi rimase fino all'estate del 1945. Nella prima partita che giocò il 1° luglio 1945, Greenberg battè un fuoricampo. Senza i benefici dello spring training, tornò ai Tigers, è venne nuovamente votato per l'All-Star Team, e contribuì a conquistare il pennant dell’American League, aggiudicandosi un grand slam nella partita di finale della stagione. Nel 1946, ritornò in spendida forma, e fu leader della League in home run (44) e RBI (127), per la 4a volta consecutiva. Era 2° nella percentuale slugging (.604) e nelle basi totali (316) dietro a Ted Williams. Nel 1947, Greenberg e i Tigers ebbero una lunga controversia per lo stipendio. Quando Greenberg decise di ritirarsi piuttosto che giocare di meno, Detroit cedette il suo contratto ai Pittsburgh Pirates. Per convincerlo a non ritirarsi, Pittsburgh offrì a Greenberg più di $ 80000 ($ 763169 dollari attuali) - primo giocatore nella storia del baseball a guadagnare una tale somma in una stagione. Il co-proprietario dei Pirates, Bing Crosby registrò una canzone, "Goodbye, Mr. Ball, Goodbye" con Groucho Marx e Greenberg per celebrare il suo arrivo. I Pirates ridussero le dimensioni del Forbes Field sul lato sinistro, rinominandolo la sezione "Greenberg Gardens"  per accogliere la sua zona di battuta ideale. Giocò per i Pirates in prima base nel 1947 e fu uno dei pochi giocatori che diede pubblicamente il benvenuto a Jackie Robinson nelle Major. Nello stesso anno divenne mentore di un giovane futuro  Hall-of-Fame, il 24enne Ralph Kiner. Greenberg disse: "Ralph ha uno swing naturale per il fuoricampo. Tutto quello di cui aveva bisogno era qualcuno che gli insegnasse il valore del lavoro duro e l’autodisciplina. Al mattino presto, e in ogni occasione, abbiamo lavorato sulla battuta" (Kiner avrebbe battuto 51 home runs nello stesso anno e fu leader della National League). Nella sua ultima stagione del 1947, fu leader della in lega per le basi su ball (104). Ottenne un .408 sulla percentuale di arrivi in base e fu anche 8° per i fuoricampo e 10° nella media sluggin. Greenberg divenne il primo giocatore della Major League a colpire 25 o più fuoricampo in una stagione nelle due League (Johnny Mize fu il secondo nel 1950). Nessun giocatore si era mai ritirato dopo una stagione finale in cui aveva battuto così tanti fuoricampo. Da allora, solo Ted Williams (1960, 29), Dave Kingman (1986, 35), Mark McGwire (2001, 29), e Barry Bonds (2007, 28) hanno battuto un maggior numero di fuoricampo nella loro ultima stagione. Greenberg, che era alto 193 cm, fu un giocatore difensivo goffo e insicuro di sé all'inizio della sua carriera, ma prese dimestichezza con la prima base attraverso innumerevoli ore di pratica. Nel corso della sua carriera, ottenne sempre un’alta percentuale di media fielding e divenne uno straordinario prima base. Quando gli fu chiesto di passare all’esterno sinistro nel 1940, per fare spazio a Rudy York, lavorò instancabilmente per primeggiare nella nuova posizione così che ridusse i suoi errori nel campo esterno da 15, nel 1940, a 0, nel 1945. Greenberg riteneva che gli RBI erano più importanti degli home run. Usava dire ai suoi compagni di squadra, "pensate ad arrivare in vase che al resto ci penso io". Hank Greenberg giocò solo 9 stagioni complete. Ne perse tre di stagioni piene e la maggior parte di altre due nella seconda guerra mondiale. Se non ci fossero stati questi anni di interruzione, si è spesso detto che avrebbe colpito tra i 500 e i 600 home run e fatto segnare tra i 1800 e 2000 punti. Così come è, il suo totale in carriera ammonta a 331 home run e 1276 RBI, che sono notevoli per aver giocato 1394 partite. Greenberg chiuse anche con una considerevole media battuta vita di .313. L'anno seguente al suo ritiro, Greenberg divenne il direttore delle farm dei Cleveland Indians e due anni più tardi, fu nominato direttore generale e co-proprietario insieme a Bill Veeck. Durante il suo mandato, sponsorizzò più giocatori afro americani rispetto a qualsiasi altro dirigente della Major League. Contributi alla crescita di Cleveland riportando successi con la squadra per tutto il 1950, anche se Bill Jamesonce scrisse che la caduta degli Indians, alla fine del 1950, erano attribuibili anche a lui. Quando Veeck cedette la sua parte, Greenberg rimase come direttore generale e co-proprietario fino al 1957. Egli era stato la mente per lo spostamento della franchigia a Minneapolis, ma fu posto il veto da parte del resto della proprietà all'ultimo minuto. Greenberg furioso vendette la sua quota subito dopo. Nel 1961, l'American League annunciò l'intenzione di mettere una squadra a Los Angeles. Greenberg divenne immediatamente il favorito per diventare il primo proprietario della nuova squadra e convinse Veeck, che aveva venduto la sua partecipazione di maggioranza negli White Sox a causa delle cattive condizioni di salute, ad unirsi a lui come suo partner. Quando il proprietario dei Dodgers, Walter O'Malley, ebbe sentore di questi sviluppi, minacciò di affondare l'intera faccenda, invocando il suo diritto esclusivo di gestire una squadra della Major League nel sud della California. In verità, O'Malley non voleva nessun inserimento nella proprietà di un maestro come Veeck, anche se era solo un partner di minoranza. Greenberg si tirò fuori dalla corsa e investì i suoi interessi in quella franchigia che sarebbe diventata i Los Angeles Angels (ora Los Angeles Angels of Anaheim). Greenberg divenne in seguito un banchiere di successo con un breve ritorno nel baseball, come un partner di minoranza con Veeck quando quest'ultimo riacquistò i Chicago White Sox, nel 1975. Sposò Carol Gimbel (che apparteneva alla famosa famiglia proprietaria di catene di negozi di New York) il 18 febbraio 1946, tre giorni dopo aver firmato un contratto di $ 60000 ($ 654564 dollari attuali) con i Tigers. Il numero 5 di Hank Greenberg venne ritirato dai Detroit Tigers nel 1983, in occasione del "Greenberg Gehringer-Day" al Tiger Stadium, onorando sia Greenberg, che l'ex compagno di squadra Charlie Gehringer con il ritiro del suo numero 2, entrambi i giocatori erano presenti alla cerimonia. Fu il primo giocatore ebreo eletto nella National Baseball Hall of Fame, nel 1956 con  l'85% dei voti. Nel 1999, nonostante gli infortuni e il servizio in tempo di guerra, che essenzialmente limitarono la sua carriera, venne inserito al numero 37 nella lista dei 100 migliori giocatori di baseball da Sporting News e fu nominato come finalista per la Major League Baseball All-Century Team. Venne eletto membro del National Jewish Sports Hall of Fame (1996), membro della International Jewish Sports Hall of Fame (1979) e membro del Jewish American Hall of Fame (1991). Nel 2006, l’immagine di Greenberg fu impressa su un francobollo degli Stati Uniti. Il timbro fa parte di una  serie di di quattro francobolli che onora i "baseball sluggers", gli altri sono Mickey Mantle, Mel Ott, e Roy Campanella. Greenberg morì di cancro a Beverly Hills, California, nel 1986 e le sue spoglie furono sepolte a Hillside Memorial Park Cemetery di Culver City, California. Nella sua vita dovette sopportare varie forme di antisemitismo, inclusi i giocatori che gli si rivolgevano con grossolani epiteti tipo "Mo Hey!" (riferendosi al patriarca Mosè) o "Tiragli una braciola di maiale – così non può batterla!" (riferendosi alle leggi del Kashrut). Greenberg dichiarò, quanto si ritirò: "Quando giocavo, sono stato continuamente indicato come il giocatore di baseball degli ebrei. Volevo essere invece conosciuto come un grande giocatore di baseball, fine! Non so perché o quando ho cambiato, perché io non sono una persona particolarmente religiosa. Ultimamente, però, voglio essere ricordato non solo come un grande giocatore di baseball, ma ancor più come un grande giocatore di baseball degli ebrei".

 

Paul Waner

Paul Glee Waner

Nickname : "Big Poison"

Nato: 16 Aprile 1903 a Harrah, OK
Morto: 29 Agosto 1965 a Sarasota, FL
Debutto: 13 Aprile 1926
Batte:
Sinistro / Tira: Sinistro

Paul Glee Waner nacque a Harrah, Oklahoma, il 16 aprile 1903, dalla madre Etta e dal padre Ora, di origini tedesche. Paul era il terzo di cinque fratelli, Lloyd che divenne anche lui un famoso giocatore di baseball, Ralph, e due sorelle, Alma e Ruth. I fratelli Waner crebbero in una grande fattoria, dove impararono a giocare a baseball dal padre. I bambini battevano utilizzando palline di pannocchia e mazze fatte con rami d’albero o manici di scopa. Le palle erano costituite da una mezza pannocchia messa in ammollo in acqua per renderla più dura. Se i bambini potevano colpire la palla pannocchia, potevano certamente battere una palla da baseball regolare. Paul iniziò la sua carriera come catcher mancino nella scuola elementare, ma ben presto venne utilizzato come lanciatore. Waner frequentò la East Central State Teachers College di Ada, Oklahoma e, per volontà del padre, studiò per diventare insegnante. Ma nel 1923, Waner abbandonò il college, dopo che alcuni scouts lo avevano visto giocare e lo ingaggiarono nella squadra di San Francisco nella Pacific Coast League. Emerse subito il suo grandissimo talento alla battuta e Paul, stesso, disse: "Così loro lanciavano e io battevo. Appena loro mi lanciano io batto, batto e batto, e veramente batto valido ... diamine ho appena sventolato, e la palla se n’è andata via". Nei suoi tre anni a San Francisco, Waner ottenne una media battuta straordinaria .369, .356, e .401 nel 1925 con 280 valide in 174 partite, di cui 75 doppi. Nel 1926, a 22 anni, Paul firmò con i Pittsburgh Pirates per € 40000. Poiché batteva in maniera straordinaria nelle Minor League, i Pirates pensarono di utilizzarlo come esterno e non come un lanciatore Nel suo primo anno di gioco per i Pirates, battè .326 e fu il leader del campionato nei tripli. L'anno successivo, il fratello di Paul, Lloyd si unì alla squadra di Pittsburgh. Divennero famosi come "Big Poison" e "Little Poison", rispettivamente. Lo scrittore di baseball Red Smith spiegò che i soprannomi significavano persona in "brooklynese". Un tifoso nello stadio di New York disse che era andato lì per vedere con i suoi occhi ” big person and little person” dei Pittsburgh, cioè Paul e Lloyd Waner , ma a causa del suo accento, “person” suonò come "poison" (veleno). I Pirates di Pittsburgh vinsero il pennant nel 1927, con i fratelli Waner che assieme totalizzarono 460 valide, e Paul fu nominato MVP della National League. Nelle World Series del 1927 contro gli Yankees, perse dai Pirates, Paul ottenne una media battuta di .333, con tre RBI. Waner fu un bevitore leggendario. Suo fratello Lloyd disse: "Pensavo che Paul giocasse meglio quando si rilassava, e bere era un buon modo per rilassarsi". E Paul spiegava come funzionava: "Quando ci si può rilassare al piatto, si ha un vantaggio incredibile. La vostra stance risulta più naturale, il braccio e i muscoli della spalla sono sciolti e liberi, il tuo occhio è chiaro ed è possibile prendere il timing del tuo swing". Per Waner, essere rilassati al piatto voleva dire bere uno o due bicchieri di whisky prima di andare a battere. "Quando entrai nel box del battitore, con una mezza pinta di whisky fresca in pancia, vedevo la palla che si avvicinava come un pallone da basket - diceva - Ma se non avessi scolato la mia mezza pinta al 100 %, so che la palla sarebbe arrivata come una compressa di aspirina". Quando nel 1938 il management dei Pirates chiese a Waner di rinunciare a bere, perché puntavano alla conquista del pennant, accettò senza discussioni ma battè solo .280. Il manager dei Boston Braves, Casey Stengel, disse di lui: "Doveva essere un giocatore molto aggraziato perché poteva scivolare senza rompere la bottiglia che aveva sul fianco". Questo fu l’unico anno nella sua carriera, fino a quel momento, con i Pirates in cui ottenne una media battuta inferiore ai .300. Si dice che Pie Traynor, quando divenne manager nel 1934, chiamò da parte Waner, durante lo spring training, e gli chiese di eliminare i superalcolici perché avrebbe potuto ottenere una media battuta, alla sua portata, di .400. Waner acconsentì. Per la prima volta in tutto il campionato, Waner battè un anemico .240. Quando i Pirates arrivarono a disputare una serie a New York, Traynor prese Waner e gli disse: "Paul, so che hai mantenuta la promessa. Sei stato veramente meraviglioso e ammiro la tua determinazione. Ma non c'è bisogno di dirti che sei stato terribile come giocatore, e non ci hai aiutato molto. Così adesso io voglio che tu mi faccia un favore. Siamo in una buona città per avere del tempo libero e voglio che tu esca e che ti diverti. Non devo dirtelo io cosa devi fare. Vai, amico mio, e se non ti senti come tornare a casa al mattino, non tornare a casa per tutte le altre mattine". Il giorno dopo, Waner battè 4 su 4, e alla fine della regular season fu leader della NL con una media battuta .362. Guidò la League in valide (217) e punti segnati (122), mentre finì secondo nei tripli (16) e sulla percentuale degli arrivi in base (.429). Uno dei metodi che Waner utilizzava per smaltire la sbornia prima di una partita era quella di effettuare vari back-flip (salti con capriole all’indietro) sul campo esterno. Waner era anche miope, un dato di fatto che la gestione dei Pirates venne a sapere solo verso la fine della sua carriera. Durante uno spring training a Sanford, Florida, il manager Stengel chiese a Waner di battere una palla sul tabellone della pubblicità del whisky. "Quale?" chiese Paul. Stengel era stupito che Waner non vedesse la pubblicità nel settore dell’esterno centro-destra. "Qui c’è uno dei più grandi battitori di tutti i tempi che non riesce a leggere un cartello del genere", disse Stengel. Quando gli chiesero se poteva dire chi era il battitore dalla sua posizione in campo destro, rispose che non gli era chiaro e che aveva difficoltà a leggere il tabellone segnapunti alla sinistra pure. Paul era sempre stato miope! Aveva cercato di portare gli occhiali temporaneamente nel 1940, ma se ne sarebbe ben presto disfatto. Stengel lo portò da un ottico per ottenerne un paio di nuovi. Waner disse che la palla sembrava un pompelmo, senza occhiali, mentre diventava più piccola e più chiara quando gli indossava. Paul Waner continuò a giocare per i Pittsburgh Pirates fino al 1940. In otto, dei quindici, anni con Pittsburgh ottenne una percentuale slugging superiore a .500. Paul Waner, non solo fu uno battitore eccezionale ma aveva abilità difensive pure. E’ stato spesso considerato come il braccio più forte degli esterni nella storia della franchigia fino a quando arrivò a Pittsburgh Roberto Clemente. Nel 1941 giocò con i Brooklyn Dodgers e i Boston Braves. Nel 1942, fu ancora con i  Braves, e nel '43 e '44, tornò ai Dodgers. Paul Waner disputò qualche partita con i New York Yankees nel 1944 e il 1945. Forse uno dei momenti più memorabili della carriera di Paul Waner fu nella stagione del 1942, quando stava avvicinandosi al record delle 3000 valide in carriera. Waner, con la casacca dei Boston Braves, stava giocando il 17 giugno contro i Cincinnati al Braves Field. Waner colpì un line drive, e l’interbase Eddie Joost, non fu in grado di giocare la palla e di tirare in prima per eliminarlo. Avrebbe potuto, e tecnicamente avrebbe dovuto, considerarlo un successo, ma Waner insistette sul fatto che lo score ufficiale, Jerry Moore, desse un errore all’interbase, perché non voleva che il sua 3000a valida potesse essere "macchiata". Tirò, letteralmente, giù il mondo e se la prese con lo scorer ufficiale, scacciò via l’arbitro Beans Reardon e i suoi compagni di squadra che erano accorsi per congratularsi. Finalmente lo scorer cambiò la sua decisione e caricò Joost dell’errore. Due giorni dopo, in una partita in casa contro i Pittsburgh, Waner battè una valida pulita contro il pitcher Rip Sewell nel quinto inning. Aveva finalmente battuto la sua 3000° valida e Waner divenne il settimo giocatore ad entrare nel club delle 3000 hit (dopo Ty Cobb, Tris Speaker, Honus Wagner, Eddie Collins, Nap Lajoie, e Cap Anson). "Volevo che la mia 3000a valida fosse una pulita" disse, poi, Waner. Paul si ritirò dal baseball nel 1945 dopo 21 anni nella Major League, di cui 19 con la NL e 2 con l'AL. Nel 1946, divennne un giocatore/manager e co-proprietario per il team di Miami nell'International League. Fu un forte sostenitore delle macchine lanciapalle. Waner possedeva una gabbia di battuta a Harmarville, a est di Pittsburgh, e lavorò lì con il  rookie shortstop dei Pirates, Dick Groat. Dick ricordava la pazienza e la gentilezza di Waner come insegnante. "E 'stato divertente stare con lui, mi piaceva molto Paul Waner. Non avrebbe potuto essere più gentile con me in ogni modo. Mi ha aiutato a costruire la fiducia, e ho finito per diventare leader dei Pirates nella battuta quell'anno come rookie. Era molto paziente, molto comprensivo ed aveva una grande filosofia nella battuta. Anche alla sua età, poteva ancora colpire le palle lanciate da questa macchina e batteva veramente duro". Si racconta che Waner quando si ritirò definitivamente fece una giro in India, come parte di un tour OSU per intrattenere i militari americani. Un giorno in una mensa, un pipistrello volò dalle travi. Subito le persone presenti impaurite si chinarono sotto i tavoli o scapparono, mentre Waner rimase in piedi a guardare. Paul arrotolò un giornale, si preparò, e sventolò contro il pipistrello colpendolo in pieno. Quando qualcuno gli disse che avrebbe potuto non colpire il pipistrello, mettendo in dubbio la sua reputazione di grande battitore, Paul si strinse nelle spalle e disse: "E allora? Avevo ancora due strike per colpirlo". Tra i tanti record di questo straordinario giocatore primeggia sicuramente la sua media battuta vita di .333 (al 26° posto nella storia del baseball) oltre alle 4 volte nella All Star della NL, 3 volte leader della media battuta della League, 2 volte per punti segnati, 2 per valide, 2 per doppi e due per tripli. Nel 1952, Paul Waner venne eletto nella Hall of Fame. Paul scomparve il 29 agosto del 1965, a Sarasota, in Florida, all'età di 62 anni. Nel 1999, fu eletto al nr. 62 nella lista dei 100 migliori giocatori della storia del baseball da Sporting News e fu nominato finalista nella Major League Baseball All-Century Team. Si è spesso detto che Paul Waner non ha ricevuto, come invece avrebbe meritato, il giusto credito per le sue realizzazioni. Nel 1953, nonostante Paul fosse già stato eletto nella Hall of Fame, il giornalista sportivo Frank Graham dichiarò: "Era lì ogni giorno, a battere il cervello dei lanciatori avversari, ma non ha mai avuto molta considerazione al di fuori di Pittsburgh, dove ha avuto i suoi giorni più grandi". Ma il riconoscimento di Paul  Waner sarebbe venuto poi. Durante la partita contro gli Astros del 21 luglio 2007, nell'anniversario della elezione di Paul Waner nella Hall of Fame, i Pittsburgh Pirates finalmente ritirarono la sua casacca nr.11, il giusto tributo ad uno dei più grandi giocatori di baseball.

 

Bill Dickey

William Malcolm Dickey

Nickname : "Man Nobody Knows"

Nato: 6 Giugno 1907 a Bastrop, LA
Morto: 12 Novembre 1993 a Little Rock, AR
Debutto: 15 Agosto 1928
Batte:
Sinistro / Tira: Destro

William Malcolm Dickey nacque il 6 giugno 1907, a Bastrop, Louisiana, da Laura e John Dickey. La coppia, con i sette figli, si trasferì a Kensett, Arkansas, dove John lavorò come frenatore per la Missouri Pacific Railroad. I Dickey erano una famiglia di baseball; il padre John era stato un pitcher e ricevitore per Memphis in una lega semipro, il fratello maggiore, Gus, giocò come seconda base e lanciatore nella East Arkansas Semipro League, il fratello minore George "Skeet" divenne un giocatore di Major League disputando sei stagioni con i Chicago e Boston nell’American League.
Da ragazzo, Bill giocò seconda base nella squadra cittadina di Kensett e lanciò per la Searcy High School. Dopo il diploma, si iscrive al Little Rock College, dove giocò come guardia nella squadra di football e lanciò con la formazione di baseball. Jimmy Froley, un amico di Dickey, era il catcher ufficiale per una squadra semipro a Hot Springs, Arkansas. Un week-end che Froley non poteva giocare nelle partite in programma esortò Dickey a prendere il suo posto. Bill era riluttante, ma ne parlò con il manager Roy Gillenwater. Non ci volle troppo per fare impressione su Gillenwater, grazie al suo forte braccio, ma attirò anche l'attenzione di Lena Blackburne, manager dei Little Rock Travelers della Southern Association. Blackburne era venuto a Hot Springs per visionare un outfield, Paul Philips, ma fece firmare Bill Dickey , in sostituzione di un contratto, sul retro della sua carta di associato Elks perché giocasse per i Travelers nel 1925. Little Rock aveva firmato un accordo di lavoro con i Chicago White Sox e i giocatori di interesse giocavano a Muskogee, Oklahoma, nella Classe C della Western League e a Jackson, Mississippi, nella classe D della Cotton States League. Il dicottenne Dickey seguì questo sentiero. Giocò in sole tre partite per Little Rock nel 1925. Si trasferì a Muskogee nel 1926, battendo una media di .283 in 61 partite, e tornò a Little Rock, verso la fine della stagione, colpendo un frizzante .391 in 17 partite. Giocò in 101 partite con i Jackson Senators nel 1927, colpendo .297 con tre fuoricampo, e una media difesa straordinaria di .989. Effettuò 84 assist e commise solo nove errori. Ma Jackson rinunciò ai suoi diritti su Dickey, e i New York Yankees, sotto la spinta dello scout Johnny Nee, lo ingaggiarono. Nee era così innamorato di Dickey, che lo sponsorizzò oltre misura al general manager Ed Barrow rivelando: "se questo ragazzo non farà bene, mi toglieranno il lavoro". Gli Yankees pagarono il prezzo di 12000 dollari di rinuncia. Dopo un breve ritorno a Little Rock, dove colpì .300 in 60 partite, Dickey fu promosso a Buffalo nella International League. Dopo aver giocato solo tre partite, Dickey fu mandato nel Bronx a casa degli Yankees. Dickey fece il suo debutto nella Major League allo Yankee Stadium il 15 agosto 1928, sostituendo Benny Bengough. Mise a segno la sua prima valida nove giorni dopo, il 24 agosto, con un triplo su George Blaeholder dei St. Louis Browns. Dickey giocò in dieci partite della regular season e rimase in panchina come spettatore quando gli Yankees vinsero il loro terzo pennant consecutivo e spazzarono i Cardinals per vincere le loro seconde World Series di fila. Nella stagione 1929 iniziò la metamorfosi del team dai famosi Murderers Row, che avevano dominato l’American League nel 1920, all'era dei Bronx Bombers degli anni '30. Così grandi erano stati gli Yankees nel periodo soprannominato Murderers Row, e così relativamente deboli lo furono in una posizione difensiva, come quella del catcher. Benny Bengough, John Grabowski e Pat Collins condivisero il ruolo di ricevitore, ma nessuno dei tre risultò dominante i questa posizione. Con l’arrivo di Dickey cambiò tutto, e tutti e tre lasciarono il roster degli Yankees nei due anni successivi. "Sta per diventare un grande" così predisse il manager Miller Huggins. Infatti, a partire dal 1929, Dickey giocò in almeno 100 partite per le successive 13 stagioni. Come giovane battitore, Dickey non poteva non essere influenzato dai grandi sluggers degli Yankees. Spesso i giovani battitori mancini cercavano di emulare Babe Ruth, Bob Meusel, Lou Gehrig o Tony Lazzeri. Così Huggins consigliò Dickey : "Stop a sbottonarsi la casacca su ogni lancio”. Paghiamo un giocatore qui per colpire gli home run e questo è Babe Ruth". Dickey smise ben presto di cercare di tirare la palla e invece si concentrò sul solido contatto. Battè per la maggior parte della sua carriera come settimo nell’ordine di battuta. Nel 1929 colpì .324, 10 fuoricampo e 65 RBI, numeri impressionanti per un rookie con la pronuncia strascicata della contea di Ozark nella sua voce. Giocò in 130 partite, e fu leader di tutti i ricevitori con 95 assist e 13 doppi giochi. Come aveva predetto Huggins, Bill era sulla buona strada per diventare un grande giocatore. Gli Yankees, invece, non furono in grado di duplicare il successo dell’anno prima. I Philadelphia Athletics, di Connie Mack, per tre anni consecutivi dominarono l’AL, vincendo il pennant  nel 1929 con 18 partite su New York. La stagione finì tragicamente per gli Yankees. Il 20 settembre, durante una gara allo Yankee Stadium  fu rilevata a Huggins una brutta macchia rossa sotto l'occhio sinistro. Venne portato in ospedale e morì cinque giorni dopo da erisipela; una malattia infettiva acuta della pelle. Bob Shawkey, ex pitcher, per quattro volte vincitore di oltre 20 partite con gli Yankees e allenatore in seconda di Huggins nel 1929, prese le redini della squadra nel 1930. Offensivamente gli Yankees, nel 1930, furono potenti come non mai. Ruth e Gehrig combinarono 90 fuoricampo e, insieme con Tony Lazzeri, ottennero 448 RBI, e ogni giocatore titolare battè minimo .289. Dickey colpì .339, dimostrando che non sarebbe stato un fuoco di paglia. Gli Yankees ottennero una media di 6,9 punti a partita. Ma nessuno dei lanciatori partenti aveva una media ERA sotto i 4.00. Finirono al terzo posto, dietro di 16 partite agli  Athletics e Shawkey venne licenziato. Joe McCarthy assunse il compito di raddrizzare la nave Yankees. McCarthy aveva diretto i Cubs nelle World Series del 1929, perdendole in cinque partite proprio con gli Athletics (Le Series saranno ricordate per gara quattro, in cui i Cubs, che conducevano 8 a 0, concessero 10 punti nel settimo inning agli avversari, perdendo 10 a 8). Nel 1930, a seguito delle voci che si sarebbe licenziato, con ancora quattro partite da giocare nella stagione, venne sostituito da Rogers Hornsby e lui, alla fine, fu assunto dagli Yankees. I New York arrivarono secondi nel 1931 e Dickey continuò a giocare splendidamente. Commise solo tre errori dietro il piatto e continuò ad essere caldo con la mazza, conseguendo una media in battuta di .327 e 78 RBI. Venne premiato con la prima delle sei nomination come catcher nell’All Star Team da The Sporting News. Dickey era conosciuto come un buon compagno di squadra dentro e fuori dal campo. Ma sul campo da baseball, fu un giocatore forte e freddo. Queste caratteristiche esplosero il 4 luglio del 1932, nella prima partita di un doubleheader a Washington. In fondo al settimo inning, l’esterno destro di Washington, Carl Reynolds, in terza base, corse a casa su uno sqeeze play. Quando il bunt venne mancato, Reynolds tornò in terza in modo sicuro e il terza base Joe Sewell sbagliò il tiro di Dickey sul sacchetto. Reynolds si diresse nuovamente verso casa e travolse Dickey, che lasciò cadere il tiro di ritorno di Sewell. Come Reynolds ritornò a toccare il piatto non convinto di averlo toccato, Dickey gli sferrò un pugno alla mascella, rompendola. Dickey era convinto che Reynolds avesse deliberatamente cercato di fargli del male. Il presidente dell’American League Will Harridge multò Dickey di 1000 dollari e lo sospese per 30 giorni. Il proprietario degli Yankees, Ruppert, e il general manager, Ed Barrow, fecero appello per l'ammenda e la sospensione, che venne accolta. Il proprietario degli Washington, Clark Griffith, voleva che Dickey fosse sospeso per lo stesso periodo di tempo in cui Reynolds non avrebbe potuto giocare per i Senators. Reynolds rientrò il 14 agosto e nove giorni dopo Dickey potè riprendere a giocare. Anche con Dickey fuori dal roster, sostituito da Arndt Jorgens, gli Yankees non faticarono molto a rimanere al primo posto. Dickey era molto pentito per la sua azione tanto che disse: "Non sono mai stato così dispiaciuto per una cosa nella mia vita. Sembrava che i Senators avessero gridato a Carl di ritornare a toccare il piatto. C’erano state molte frizioni tra i due club. Ho pensato che sarebbe tornato a colpirmi. Mi aveva colpito per primo. Mi sono sentito malissimo per quello che ho fatto e meritavo la punizione che è stata considerevole". Gli Yankees vinsero il pennant con 13 partite sui Philadelphia, e spazzarono i Cubs nella World Series. Dickey ottenne un'altra bella stagione, colpendo .310, con 15 fuoricampo e 84 RBI. Ma brillò davvero nella sua prima apparizione nelle World Series. Al piatto battè 7 su 16. Ricevette tre basi su ball, battè quattro RBI e segnò due punti. Dietro il piatto, non commise nessun errore. Il 5 ottobre, tre giorni dopo la conclusione delle Series, Dickey sposò Violet Arnold, una showgirl di New York e nel 1935 nacque la figlia, Lorena. Passarono altri tre anni prima che gli Yankees conquistassero un altro pennant , terminando secondi ogni anno. Nel 1933, Dickey era ancora su standard eccellenti sia in battuta che dietro il piatto. Fu nominato nell’All Star Team da The Sporting News per il secondo anno consecutivo, dopo aver colpito .318, con 97 RBI e solo sei errori. La prima All Star Game si giocò nel 1933 e fu organizzato un sondaggio nazionale di tifosi per aiutare i manager Connie Mack e John McGraw a scegliere il proprio roster. Come catcher dell’American League, Dickey fu scelto dai tifosi davanti a Mickey Cochrane dei Philadelphia di quasi 124.000 voti (297.382 voti a favore contro i 174.530 ottenuti da Cochrane). Né Dickey, né Cochrane giocarono nella partita, e Rick Ferrell dei Boston Red Sox, l'unico rappresentante della franchigia, ricevette tutti i nove inning e l'American League vinse per 4 a 2. Dopo che Joe Sewell, compagno di camera di Lou Gehrig durante le trasferte, si ritirò alla fine del 1933, Dickey prese il suo posto. Sembrò a tutti una coppia improbabile, uno era della East Coast e parlava con un accento di New York. e l'altro era un uomo del Sud dalla parlata strascicata. Uno laureato alla Columbia University, l'altro in un piccolo college a Little Rock. Dopo un anno, Dickey rivelò che con Lou aveva condiviso un sacco di interessi. "Sono stato un amico intimo di Gehrig, molto tempo prima che Joe Sewell se ne andasse e diventassi il suo compagno di stanza" - disse Dickey - "Ci piaceva fare le stesse cose. Ci piacevano i film, gli stessi cibi, gli stessi orari. Ci piaceva parlare di baseball, abbiamo avuto idee simili, abbiamo guardato la vita in modo molto simile". Fu scelto nuovamente per l'All Star Game nel 1934, e questa volta giocò. Colpì un singolo nel secondo inning contro Carl Hubbell che aveva ottenuto cinque strikeout consecutivi sui futuri membri della Hall of Fame (Ruth, Gehrig, Jimmie Foxx, Al Simmons, e Joe Cronin). Cochrane sostituì Dickey dietro dietro il piatto nel settimo inning, con l’American League che vinse per 9 a 7. La stagione di Bill si concluse durante una partita contro i Cleveland il 22 agosto, quando si ruppe il secondo dito della mano destra. Gli Yankees finirono al secondo posto dietro a Detroit, nel 1934 e 1935. Questo fu un periodo di transizione nel Bronx. Ruth giocò il suo ultimo anno con gli Yankees nel 1934, Earle Combs si ritirò nel 1935, Ben Chapman venne relegato in un ruolo di riserva, Frank Crosetti, George Selkirk e Red Rolfe erano entrati nei ruoli titolari. Ma nel 1936, con l'arrivo di Joe DiMaggio, i Bronx Bombers risorsero, vincendo le World Series per sette volte nei dieci anni successivi. Nel 1936 Dickey colpì un ottimo .362, e fu terzo nell'American League dietro a Luke Appling (.388) e Earl Averill (.378). Con 22 fuoricampo e 107 RBI, iniziò una serie di quattro anni consecutivi con almeno 20 home run e più di 100 RBI. Il suo lavoro dietro il piatto continuò ancora ad essere spettacolare durante questo periodo. Fu leader della League nei putout (1937-1939), assist (1937-1938) e nella percentuale fielding (1939). Gli Yankees finirono con un record di 102-51 nel 1936, vincendo il pennant su Detroit con un distacco di 19 partite e mezzo. I Bronx Bombers superarono i concittadini Giants nelle World Series in sei partite. Dickey non fu devastante in attacco rimediando 3 valide su 25 con una media battuta di .120. Battè 2 su 5, con un home run e cinque RBI, in gara due, ma ottenne 1 valida su 20 nelle altre cinque partite. "Credo che i lanciatori di Bill Terry (manager dei Giants) sono stati semplicemente molto bravi", disse Dickey. Gehrig sentì il commento di Bill e confidò ai giornalisti un segreto: "Bill non vi ha detto che aveva un osso rotto della mano. Non poteva stringere la mano intorno alla mazza. E' rimasto tranquillo, perché non voleva che Terry sapesse che non era la solita minaccia al piatto". Gli Yankees vinsero le World Series nei successivi tre anni contro i Giants (1937), Cubs (1938) e Reds (1939), spazzando le ultime due. McCarthy, utilizzò per la maggior parte i suoi lanciatori come parti intercambiabili: i partenti facevano i rilievi e viceversa. Dickey divenne ancora più prezioso come manager in campo. Con la sua leadership e la sua influenza tirò fuori il massimo dai lanciatori. Raramente un lanciatore che lasciasse gli Yankees migliorava le sue prestazioni. Charlie Devens, un pitcher poco utilizzato dai New York dal 1932 al 1934, disse: "Sono stato fortunato a lavorare con il catcher Bill Dickey, che è sempre stato un lancio avanti i battitori. Egli non solo chiamava una grande partita, ma aveva il braccio migliore che avessi mai visto". Nel 1937 ottenne i suoi migliori numeri in battuta con 29 fuoricampo, 35 doppi, 176 valide, 133 RBI, i più alti in carriera. In sette giorni, dal 29 luglio al 4 agosto, concorse a eguagliare la potenza di Ruth. Il 29, colpì a Detroit un fuoricampo a basi vuote in fondo alla nona ripresa portando gli Yankees alla vittoria per 7 a 6. Il 31, battè a casa due punti per la vittoria sui Browns per 9 a 6. Il 3 e il 4 agosto, realizzò due grand slam contro John Whitehead e Vern Kennedy, degli White Sox. I due slam eguagliarono il record di Ruth per Grand Slam in giorni consecutivi. Nonostante fossero incappati in un ciclo di sei sconfitte consecutive, a metà settembre del 1938, i Bombers conquistarono ancora il pennant con un comodo cuscino di 9 partite e ½ sui Red Sox. Spazzarono i Cubs nelle World Series con Dickey che realizzò 6 valide su 15. Il mondo stava cambiando per gli Yankees. Il Col. Jacob Ruppert morì il 13 gennaio 1939. Lou Gehrig a St. Petersburg, in Florida, nello spring training del 1939 cominciò a manifestare i primi segni della malattia. Dickey vedeva che il suo compagno di stanza era sofferente, ma sperava che potesse tornare alla gloria del passato. "Non badate se Lou è lento nella preparazione" - disse Dickey - "Il suo ritmo, il suo timing sta venendo fuori e quando cominceremo a Boston, tra una settimana, lui sarà lo stesso vecchio Iron Horse. Se c'è qualcuno in questo club che lo sa davvero, è Lou". Gehrig non ritornò sui suoi solito elevati standard. Andò da McCarthy e gli chiese di essere sostituito nel lineup poiché non era di alcun aiuto alla squadra. Gehrig morì nel 1941. Nonostante la perdita di Gehrig, gli Yankees continuarono nella loro corsa che li portò a vincere il pennant sui Boston con 17 partite di scarto. Dickey colpì .302, l'ultima volta che superò la media di .300. Dei suoi 24 home run, tre arrivarono il 26 luglio contro i St. Louis Browns. Dickey li colpì nei suoi primi tre turni alla battuta. Nelle World Series, battè due fuoricampo e cinque RBI, con gli Yankees che spazzarono Cincinnati. Nel 1940, gli Yankees persero il pennant in una gara molto contestata a Detroit. Anche se vinsero10 delle ultime 12 partite, finirono al terzo posto, due partite dietro ai Tigers e una partita dai Cleveland, giunti secondi. Dickey, a 33 anni, realizzò la sua peggiore stagione in battuta, e la sua media battuta scese a .247. Colpì solo nove fuoricampo e 54 RBI. Alcuni si chiesero se l'età avesse cominciato a pesargli. Era nella sua 12a stagione da ricevitore con più di 100 partite, eguagliando il record Schalk Ray e Gabby Hartnett. La sua battuta non aveva più la stessa potenza e nitidezza. Andò  in panchina a favore di Buddy Rosar, ricevitore e battitore destro, quando gli avversari utilizzavano un lanciatore mancino. Gli Yankees risorsero nel 1941, e così fu anche per Bill. Fu una stagione dura e giocò in 109 partite. Bill fu leader della League nella difesa, per l'ultima volta, con una media di .994. Fu anche l'ultima volta che venne inserito nell'All Star Team da The Sporting News. Dickey colpì .284 nella regular season con 71 RBI. Conseguì una striscia di 21partite consecutive in cui battè valido, nella prima parte della stagione. Gli Yankees vinsero il pennant sui Boston, con 17 partite di distacco, e le World Series su Brooklyn in cinque partite. A dispetto della loro realizzazione, la stagione si tinse di nero, quando il 2 giugno Gehrig perse la sua battaglia con SLA. McCarthy e Dickey rappresentarono la squadra ai funerali di New York, mentre il resto degli Yankees stavano giocando a Cleveland e a Detroit. Un mese dopo, allo Yankee Stadium, davanti a più di 60.000 tifosi si rese omaggio al monumento commemorativo di Gehrig. Dickey iniziò il suo discorso: "Questa commemorazione di Lou Gehrig è un omaggio al più grande prima base degli Yankees nella storia del gioco" … e poi Dickey crollò. Due mesi più tardi, i giapponesi attaccarono Pearl Harbor e gli Stati Uniti entrarono in guerra. Il Presidente Franklin Delano Roosevelt, sottolineò che i giocatori di baseball sarebbero stati trattati come gli altri uomini che erano utili alla causa. Dickey rimase con gli Yankees nel 1942 e nel 1943, ma perse il 1944 e il 1945, le stagioni in cui prestò servizio militare. New York prese il catcher Rollie Hemsley, dai Cincinnati, nel bel mezzo della stagione 1942. Bill  giocò in meno di 90 partite in ciascuno dei successivi due anni, con meno di 300 presenze alla battuta in ogni stagione. In 242 volte alla battuta nel 1943, ottenne una media di .351. I Bombers vinsero il pennant sia nel 1942 che nel 1943, trovandosi di fronte nelle World Series, nei due anni, i St. Louis Cardinals. I Cardinals vinsero nel 1942 e gli Yankees nel '43. Ogni serie si chiuse in cinque partite, e Dickey li ricevette tutte. Il suo homer da due punti in gara cinque della serie del 1943 fu decisivo, con gli Yankees vittoriosi per 2 a 0. Dickey entrò in Marina il 3 giugno del 1944, con il grado di tenente. Servì nel Pacifico e diresse la squadra di baseball della Marina che vinse, nel 1944, alle Hawaii le Service World Series. Nel 1946, gli eredi di Jake Ruppert cedettero gli Yankees per 2.8 milioni di dollari a Del Webb, Dan Topping e Larry MacPhail. Gli Yankees erano diventati un team con un'età media molto elevata, e mostrarono i segni del tempo terminando al terzo posto, a 17 partite dietro i Red Sox. Joe McCarthy rassegnò le dimissioni a maggio e Dickey venne scelto per guidare la squadra per il resto della stagione e il 1947. Come manager, lasciò al catcher Aaron Robinson il compito di dirigere la squadra da dietro il piatto. Gli Yankees navigavano con 57-48 e Dickey fu messo in discussione dal nuovo proprietario Larry MacPhail. Bill si dimise con 14 partite ancora da giocare nella regular season e venne sostituito da uno dei suoi coach, Johnny Neun. "Non ho nessun rancore perché non dirigo" - disse Dickey - "Non mi piace". Dickey andò ad allenare la sua vecchia squadra nel 1947, i Little Rock Travelers della Southern Association. Fu una stagione terribile e il team chiuse all'ultimo posto con un record di 51-103. MacPhail si dimise dagli Yankees, dopo aver vinto la World Series nel 1947. George Weiss divenne il nuovo general manager e riportò Dickey all'ovile. "Non ho mai dimenticato l'emozione che ebbi quel giorno, quando squillò il telefono e George M. Weiss mi disse: "Bill, ti piacerebbe tornare agli Yankees come coach di Stengel? E' stato uno dei momenti più soddisfacenti della mia vita". Divenne il coach di prima base, ma gli fu anche chiesto di prendere il giovane Berra sotto la sue ali. Più tardi, quando Berra fu spostato in campo esterno, Dickey divenne il tutor del ricevitore Elston Howard. "Devi lavorare con Bill per capire quanto ti può aiutare - disse Howard. - L'anno in cui sono venuto agli Yankees da Toronto, non ero buono neppure per una squadra di semipro. Bill mi prese da parte e mi parlò. Poi ha lavorato con me. Andavamo in un angolo ad allenarci. Senza Bill, io non sono nessuno. Niente di niente. Ha fatto di me un catcher. Ora, quando comincio a sbagliare e diventare disattento, c'è il vecchio Bill a darmi una mano". Dickey venne  eletto nella Hall of Fame nel 1954, e disse "che era la cosa più bella che gli fosse mai successa". Dickey si ritirò dopo aver prestato servizio come scout per gli Yankees nel 1959. Fece un breve ritorno nel 1963 per aiutare Casey Stengel a dirigere i New York Mets, facendo da tutor ai ricevitori per un breve periodo durante lo spring training. Tornò allo Yankee Stadium qualche volta per degli eventi speciali, tra cui il ritiro della sua casacca numero 8, nel 1972, e la scopertura della sua targa al Monument Park, nel 1988. Dopo il suo ritiro dal baseball, Bill lavorò per suo fratello George nella società di assicurazioni Stephens Inc. a Little Rock fino al 1977. Dickey morì il 13 novembre 1993 a Little Rock. Era sopravvissuto alla sua seconda moglie, Marie Jess Long Dickey, a suo figlio, Robert, e alle due figlie, Mary Louise e Violet Lorraine. Nel suo 17 anni di carriera, Dickey giocò in otto World Series, vincendone sette. È stato nominato per l'All Star Team 11 volte, e ha giocato in otto partite. Nelle 1708 partite da ricevitore, la sua percentuale di Fielding fu di .988. La sua media battuta in carriera è stata di .313, con una percentuale di arrivi in base di .382. Su 6.300 volte alla battuta era stato messo strikeout solo 289 volte. Ha battuto più di .300 in 11 delle sue 17 stagioni. Dickey fu nominato, nel 1999, al numero 57 dei 100 migliori giocatori della storia del baseball da Sporting News, dietro a Bench (16), Josh Gibson (18), Berra (40) e Campanella (50), tra i catchers. Bill è stato nominato anche per la Major League Baseball All-Century Team, ma il ballottaggio dei fan scelse Berra e Bench, per i due ricevitori della squadra. Forse il complimento più grande che possa essere fatto a un giocatore è quello che viene da un uomo della Hall of Fame. "Bill Dickey è il migliore catcher, che io abbia mai visto - disse il lanciatore Bob Feller, dei Cleveland - Era buono come nessun'altro dietro il piatto, e meglio con la mazza. Ce ne sono altri ma sono proprio dietro a Dickey, lui era il miglior catcher di tutti, a tutto tondo. Credo che avrei potuto vincere 35 partite, se Bill Dickey fosse stato il mio catcher".

 

Rod Carew

Rodney Cline Carew

Nickname : "Sir Rodney"

Nato: 1 Ottobre 1945 a Gatun, Canal Zone, Panama
Debutto: 11 Aprile 1967
Batte: Mancino / Tira: Destro

Rod Carew vide la luce il 1 ottobre del 1945. La madre Olga Carew, incinta, salì su un treno a Gatun, Panama, sperando di raggiungere la clinica a Gamboa in tempo utile per far nascere il suo bambino. In piena segregazione razziale, il treno forniva ai passeggeri bianchi le migliori carrozze davanti, mentre i non-bianchi, come la madre di Carew, erano costretti ad ammassarsi sulle carrozze posteriori. Quando cominciò il travaglio, un medico in viaggio sul treno, il Dr. Rodney Cline, l'aiutò a partorire e il bambino fu chiamato, per riconoscenza, Rodney Cline Carew. Da ragazzo, Carew stette spesso male e contrasse la febbre reumatica all'età di 12 anni. Suo padre lo rifiutò e lo zio Joseph French, che era un coach della Little League a Panama, tentò di riempire il vuoto. Joseph lo iniziò al baseball incoraggiandolo a sviluppare le sue capacità atletiche, nonostante la malattia. Per le sue eccellenti giocate nella locale Little League, gli venne regalata una mazza di Ted Williams, un bene pregiato che spesso portava con sé, anche a letto, dove sognava di viaggiare verso gli Stati Uniti e di diventare un grande giocatore della Major League. All'età di 14 anni, Rod emigrò, con la madre e il fratello, negli Stati Uniti e visse nella zona di Washington Heights del distretto di Manhattan, New York City. Anche se Carew frequentò la George Washington High School (come l'esterno sinistro Manny Ramirez), non giocò mai a baseball per i Trojans, la squadra della scuola, poiché lavorava part-time in un negozio di generi alimentari per contribuire a sostenere la famiglia. Invece, Carew giocò a baseball con i Bronx Cavaliers al Macombs Dam Park, vicino allo Yankee Stadium. Qui venne scoperto dallo scout dei Minnesota Twins, Monroe Katz. Quando i Twins vennero in città per una serie con gli Yankees, Carew andò allo Yankee Stadium per un provino. Una volta dentro la gabbia di battuta, il diciottenne dimostrò una potenza impressionante colpendo così tante palle in tribuna che il manager dei Twins, Sam Mele, per paura  che gli Yankees potessero offrirgli un contratto più elevato, fermò il tryout. Un mese dopo il provino, Carew firmò un contratto amatoriale free agent con i Minnesota Twins un giorno dopo la laurea, per un bonus di 5000 $. A differenza di molti giocatori che avevano bisogno di diversi anni nelle Minor League per sviluppare le proprie abilità, Carew trascorse solo tre anni nel farm system, prima che il proprietario dei Twins, Calvin Griffith, lo portasse nel club della big league. Rod entrò nel lineup dei Twins come seconda base all’inizio della stagione del 1967. Anche se alcuni all'interno dell'organizzazione, compreso Mele, non credeva che il ventunenne proveniente da una squadra di singolo A fosse pronto per le Major, Carew mise a tacere gli scettici colpendo .292 nella sua prima stagione e vincendo l’American League Rookie of the Year Award. Mentre diventava rapidamente uno dei battitori più importante del gioco, Carew abbagliò anche i fans con la sua velocità sulle basi, stabilendo un record con sette rubate di casa base. Il 18 maggio del 1969 rubò la seconda, terza e casa base nello stesso inning (una prodezza eseguita solo una volta nei precedenti quattro decenni). Nonostante il suo successo sul campo, Carew nei suoi primi anni aveva la reputazione di essere un tipo solitario che faceva amicizia lentamente ed era un po’ permaloso, secondo il Time Magazine. Gran parte del cambiamento, però, fu merito di Marilynn Levy, una donna bianca ebraica. In un primo momento Marilyn non era interessata al giocatore di baseball nero da Panama, ma i due cominciarono a frequentarsi e si sposarono nell'ottobre del 1970. Mentre Carew venne rapidamente accolto nella famiglia Levy, ricevette una serie di minacce di morte e insulti da parte dei seguaci dei Twins. I due non lasciarono che il razzismo impedisse loro di stabilirsi a Minneapolis, dove ebbero tre figlie. Anche se Carew vinse quattro titoli di battuta tra il 1972 e il 1975 e mancò il quinto consecutivo per .002 punti, non ricevette l'attenzione dei media concessa ai giocatori di gran lunga inferiori. Ciò era dovuto in parte al fatto che Carew colpiva singoli piuttosto che fuoricampo. Nel 1972, Carew fu leader della media battuta dell’American League, colpendo .318, e incredibilmente, senza battere un home run, l’unica volta nella sua carriera. Rod è a tutt'oggi l'unico giocatore dell’American League o nella "modern era" a vincere il titolo di battuta senza home run. Nel 1975, Carew eguagliò il record di Ty Cobb, Stan Musial e  Honus Wagner, i soli giocatori a vincere la media battuta per tre stagioni consecutive in entrambe le League. Carew realizzò l'impresa nel 1973, 1974 e 1975. Carew rubò, nella sua carriera, 17 volte casa base. Originariamente seconda base, fu utilizzato in prima base, la prima volta nel settembre del 1975. Nel 1975, il proprietario dei Twins, Griffith, respinse la richiesta di Carew per un modesto aumento di stipendio, sostenendo che il futuro Hall of Fame non aveva colpito abbastanza fuoricampo per meritarsi l'aumento. L'arbitrato si schierò con il management dei Twins e fissò lo stipendio di Carew a soli 120000 $, veramente modesto per gli standard della League per un giocatore delle sue capacità. A dimostrazione che i suoi criticoni avevano sbagliato, Carew colpì 14 home run nella stagione successiva. Furono le prestazioni di Carew del 1977, tuttavia, che gli riservarono un posto nella Hall of Fame e si guadagnò il rispetto dei media nazionali. Carew, proiettato nel suo tentativo di diventare il primo giocatore, dopo 36 anni, a battere .400 (Ted Williams dei Boston Red Sox battè .406 nel 1941), apparì sulla copertina di Time come pure su diverse pubblicazioni sportive e venne anche raccontato su Newsweek. Dopo una fiammeggiante striscia di valide alla fine di giugno che portarono la sua media a .411, Carew dichiarò a Peter Bonventre, di Newsweek: "ogni lancio che arrivava al piatto durante la stagione lo vedevo come un pallone da basket". Quando Bonventre chiese a Gaylord Perry, un lanciatore Hall of Fame dei Texas Rangers, che cosa lanciava a Carew, rispose: "Greaseball, greaseball, greaseball. Tutti questi gli lancio, e lui li continua a colpire. E' l'unico giocatore di baseball che colpisce sempre il mio grease. Vede la palla così bene, che credo possa individuare la parte asciutta". Anche se la sua media aleggiò bene sopra il record durante la stagione, Carew terminò a .388. Ma con 100 RBI e 100 punti segnati assieme alla sua alta media, era ancora in fuga per vincere il Most Valuable Player dell'American League. Nello stesso anno vinse anche il prestigioso Roberto Clemente Award. Nonostante le singolari prestazioni di quella stagione, non potè raggiungere un accordo contrattuale con il management e venne ceduto ai California Angels, due anni più tardi. Trascorse sette anni in California, dove colpì più di .300 per cinque stagioni. Il 4 agosto 1985, Carew entrò nel Club delle 3000 valide quando ottenne la sua hit decisiva contro il mancino Frank Viola dei Minnesota Twins all'Anaheim Stadium. In coincidenza, nello stesso giorno il lanciatore destro Tom Seaver, dei Chicago White Sox, vinse la sua 300 partita in carriera. La stagione 1985 sarebbe stata l'ultima. Dopo questa stagione, Rod Carew, come free agent, non ricevette nessuna offerta di contratto da altre squadre. I media di Minneapolis condussero una campagna senza successo per riportarlo in Minnesota per una stagione d'addio nel 1986. Nessuno era più deluso di Marilynn Carew per il tentativo fallito: "Sono ancora arrabbiata per questo - disse al St. Paul Pioneer Press-Dispatch - Con la regola del DH, Rod dovrebbe essere ancora in attività. Avrebbe fatto molto per [Minnesota]". Carew sospettava che i proprietari delle squadre si fossero deliberatamente messi d’accordo per impedirgli di giocare. Il sospetto fu giustificato e il 10 gennaio del 1995, quasi un decennio dopo il suo ritiro forzato, il giudice dell’arbitrato, Thomas Roberts, stabilì che i proprietari avevano effettivamente violato le regole di baseball secondo un accordo di collusione, che avevano in precedenza accettato di rispettare. A Rod Carew venne assegnato un risarcimento equivalente a quello che probabilmente avrebbe ricevuto nel 1986: 782036 $. A Carew fu diagnosticato un tumore alla bocca dovuto al tabacco da masticare che iniziò ad usare dal 1964 fino al 1992. Gli anni di utilizzo avevano gravemente danneggiato sia i denti che le gengive, ma l’intervento, fortunatamente riuscì perché preso in tempo. Nel settembre del 1995 alla figlia Michelle fu diagnosticata la leucemia. Non ci fu la possibilità di trovare un donatore compatibile per un trapianto di midollo osseo, a dispetto degli appelli accorati di Carew. Michelle Carew morì il 17 aprile 1996 all'età di 18 anni. Una sua statua venne eretta all'Angel Stadium di Anaheim. Carew finì la sua carriera con 3053 valide, una media battuta vita di .328, fu sette volte leader della battuta e diciotto volte consecutive nella formazione dell’All Star dell’American League. Divenne batting coach per gli Angels e i Milwaukee Brewers e contribuì a sviluppare dei giovani battitori come Garret Anderson, Jim Edmonds e Tim Salmon. Venne eletto nella Hall of Fame del baseball nel 1991, al suo primo anno di eleggibilità, il ventiduesimo giocatore così eletto. Il suo numero 29 di casacca fu ritirato sia dai Twins che dagli Angels.  Nel 1999, fu inserito al 61° posto nella lista dei migliori 100 giocatori della storia del baseball da The Sporting News, e venne nominato come finalista per il Century's Team della Major League Baseball. Carew è stato anche eletto nella Hall of Fame dell'Hispanic Heritage Baseball Museum. Il 19 gennaio del 2004, il National Stadium di Panama City è stato ribattezzato "Rod Carew Stadium". Nel 2005, Carew è stato eletto come seconda base nella Major League Baseball Latino Legends Team. Nel 2010, Carew è diventato co-fondatore e presidente del Rod Carew Baseball (www.rodcarewbaseball.com). La società si dedica all’insegnamento dell'arte e alla scienza della battuta.

 

Pete Gray

Peter Wyshner

Nato: 6 Marzo 1915 a Nanticoke, PA
Morto: 30 Giugno 2002 a
Nanticoke, PA
Debutto: 17 Aprile 1945 (30 anni)
Batte:
Sinistro / Tira: Sinistro

Pete Gray nacque il 6 marzo 1915 da Antonietta e Peter Wyshner Sr., immigrati lituani, nella città mineraria di Nanticoke, Pennsylvania. All'età di 6 anni perse il braccio destro scivolando nei raggi della ruota, mentre guidava il carro di un contadino. Il braccio venne amputato al di sopra del gomito. Sette anni dopo ever completato la sua educazione formale, andò a lavorare come ragazzo d’acqua al Colliery Truesdale. Nato destrorso, dovette cominciare ad usare la sinistra e grazie alla sua passione per il baseball imparò a battere e a difendere con una mano sola, prendendo la palla col guanto per poi rapidamente rimuovere il guanto e prendere la palla con la mano in un unico movimento (vedere foto allegata). La sua velocità e la capacità di battere fece di lui un outfielder di successo nelle minor league. All'età di diciannove anni, Pete era abbastanza abile per giocare esterno per Hanover Lits Baseball Club nella Wyoming Valley Anthracite League. Poi giocò per la squadre  di Pine Grove e di Scranton, in Pennsylvania e a Brooklyn, New York. Per evitare la discriminazione etnica e migliorare le sue possibilità di giocare per un club professionistico, Wyshner cambiò il suo cognome in "Gray". Dopo aver fallito i tryouts con i St. Louis Cardinals e i Philadelphia Athletics, firmò nel 1942 con i Trois Rivieres Renards della Canadian-American League. Ottenne una media battuta di .381 in 42 partite, e con le sue prestazioni eccezionali catturò l'attenzione dei Memphis Chicks della Southern Association, con cui firmò l'anno successivo. Gray arrivò ad ottennere una media battuta di .333, con 5 fuoricampo e un record di 68 basi rubate, tanto da meritarsi nel 1944 il Southern League Most Valuable Player. I St. Louis Browns acquistarono il suo contratto nel 1945 dai Chicks Memphis. Indossando la casacca numero 14, Gray giocò all’esterno sinistro e al centro per i Browns. Gocò in 77 partite, battendo .218 con una percentuale difesa di .959, come esterno centro. Mise a segno la sua prima valida, un singolo, il 17 aprile 1945 contro i Detroit Tigers. Il 19 maggio, giocò in un doubleheader allo Yankee Stadium, battendo cinque valide e due RBI con i Browns che spazzarono gli Yankees. Gray dimostrò di essere un bunter eccellente. La tecnica del suo bunt era perfetto e rapidissimo, mentre appoggiava il pomello della mazza contro il fianco, faceva scivolare la mano a circa un terzo della stessa smorzando con abilità. Nel corso della stagione, però, emerse che Gray non poteva colpire i lanci ad effetto. Una volta che iniziava il suo swing, non poteva cambiare la sua tempistica perché non aveva di seconda mano per controllare lo swing. I pitcher avversari, scoperto il tallone d’Achille, gli lanciavano curve e breaking ball. Gray divenne un esempio ispiratore per i militari disabili di ritorno dalla seconda guerra mondiale, come si vede in un  cinegiornale dell'epoca. Visitava gli ospedali militari e i centri di riabilitazione, parlando con i reduci  amputati e rassicurandoli sul fatto che anche loro potevano condurre una vita produttiva dicendo: "Ragazzi, io non riesco a combattere, e quindi non c'è coraggio in me. Il coraggio appartiene al campo di battaglia, non al diamante da baseball". La carriera di Gray nella Major League si concluse il VJ Day (Victory over Japan Day, 15 agosto 1945), quando molte delle stelle del baseball tornarono dal fronte. Dal 1946 al 1949, giocò come un "operaio a giornata" nelle Minor League con i Toledo Mud Hens, Elmira Pioneers e i Dallas Stars. Chiedendosi se avesse giocato nelle major per le sue abilità o per il suo unico braccio, Gray tornò a Nanticoke, accolto come un eroe locale, ma lottò con il gioco d'azzardo, l’alcol e le condizioni di povertà della zona. Gli chiesero una volta come sarebbe stato se non avesse perso un braccio e Pete rispose così: ''Chi lo sa? Forse non avrei fatto quello che ho fatto. Probabilmente non sarei stato così determinato''. Non si sposò mai e morì il 30 giugno 2002, all'età di 87 anni, in una casa di cura a Sheatown, Pennsylvania. Nel 1986, venne prodotto un movie per la televisione intitolato “A Winner Never Quits” interpretato da Keith Carradine, e fu dato alle stampe la biografia di Gray dal titolo “One-Armed Wonder: Pete Gray, Wartime Baseball and the American Dream”, scritto da William C. Kashatus e pubblicato nel 1995 da McFarland & Company, rinnovando l'interesse del pubblico per Gray. Pete Gray giocò in settantasette partite per i St. Louis Browns. Colpì cinquantuno valide, otto per extra basi, con una media battuta di .218. Come Esterno, realizzò 162 put-out, tre assist, e sette errori per una media difesa di .959. In una prima analisi, questo può apparire un record poco incisivo. Ciò che le statistiche non dicono, tuttavia, è che Gray ottenne questi numeri come l'unico uomo con un solo braccio a giocare nella storia della Major League Baseball. La maggior parte dei giornalisti sportivi e degli storici di baseball accreditarono la carriera professionistica di Gray al fatto che tutti i migliori giocatori erano in servizio nelle forze armate Usa durante la Seconda Guerra Mondiale. Per mettere in campo le squadre durante la guerra, i proprietari della Major League furono costretti ad assumere i giocatori che erano stati esentati: grandi ex giocatori, giovani e coloro che erano risultati inabili alle visite di leva come "F-4", a causa di un qualche tipo di disabilità. Alcuni hanno sostenuto che i St. Louis Browns acquistarono Gray come un’attrazione o uno stratagemma di pubbliche relazioni per deviare l'attenzione della nazione da una guerra estenuante. Qualunque sia la ragione, Gray non godeva l’incoraggiante rispetto dei suoi compagni di squadra, molti dei quali credevano che la sua presenza nel lineup impedisse ai Browns la possibilità di ripetere la vittoria del pennant dell’American League.

Tecnica di Pete per raccogliere e tirare

Pete Gray alla battuta il 18 Aprile 1945

 

Tom Seaver

George Thomas Seaver

Nickname : "Tom Terrific" o "The Franchise"

Nato: 17 Novembre 1944 a Fresno, CA
Debutto: 13 Aprile 1967
Batte: Destro / Tira: Destro

George Thomas Seaver nasce a Fresno, California, il 17 novembre 1944 da Betty Lee Cline e Charles Henry Seaver. Lanciò per la Fresno High School, compensando la sua mancanza di dimensioni e di forza attraverso lo sviluppo di un grande controllo sul monte. Pur essendo un ottimo giocatore di basket della città, sperava di giocare a baseball in un college. Si arruolò nella United States Marine Corps Reserves il 28 giugno 1962. Servì nella AIRFMFPAC 29 Palms, California, fino al luglio del 1963. Dopo sei mesi di servizio attivo nelle Riserve, Seaver si iscrisse al Fresno City College. Era molto più forte e lanciava con maggiore velocità, ma aveva ancora il suo fine controllo dei lanci. In previsione della stagione successiva, venne reclutato per lanciare nella University of Southern California del leggendario allenatore dei Trojan, Rod Dedeaux. Incerti se Seaver fosse degno di una borsa di studio, fu inviato nel 1964 a lanciare per Alaska Goldpanners of Fairbanks, in California. Dopo una stagione stellare - in cui lanciò e vinse una partita nel torneo nazionale con un grande slam - fu accettato per una borsa di studio USC. Come studente del secondo anno, Seaver ottenne un record di 10-2 e nel giugno 1965, fu contattato dai Los Angeles Dodgers. Tuttavia, quando Seaver chiese uno stipendio di 70000 $, i Dodgers non acconsentirono. Nel 1966, firmò un contratto con gli Atlanta Braves, che lo avevano preso nel draft come prima scelta. Tuttavia, il contratto venne annullato dal Commissioner William Eckert, perché la sua squadra di college aveva giocato due partite dimostrative (anche se Seaver non aveva partecipato). Seaver era destinato, quindi, a finire la stagione del college, ma poichè aveva firmato un contratto pro, la NCAA lo dichiarò non eleggibile. Dopo che il padre di Seaver presentò una denuncia a Eckert per l’ingiustizia della situazione, minacciando una querela, Eckert dichiarò che altre squadre potevano corrispondere un'offerta ai Braves. I Mets acquisirono i diritti mettendolo sotto contratto dopo aver vinto una lotteria tra tre squadre (Philadelphia Phillies e Cleveland Indians erano le altre due), che erano disposte a corrispondere il prezzo ai Braves. Era solo una questione di tempo prima che Tom guadagnasse il suo primo soprannome di "Tommy Two Guns". Seaver trascorse una stagione con i Jacksonville Suns nell’International League, per poi andare a New York nel 1967. Vinse 16 partite per l'ultimo posto dei Mets, con 18 partite complete, 170 strikeout e una media ERA di 2.76, tutti record dei Mets a quel punto, e fu nominato Rookie of the Year della National League. Venne anche nominato per l’All-Star Game del 1967 e ottenne la salvezza, al 15° inning, senza concedere punti. Nel 1968, vinse nuovamente 16 partite, e registrò oltre 200 strikeout per la prima delle nove stagioni consecutive, ma i Mets salirono di un solo posto in classifica, al nono posto. Nel 1969, Seaver e i Mets completarono una stagione straordinaria, provenienti dalle profondità della National League per vincere la loro prima World Series. Seaver vinse nella regular season 25 partite e il suo primo National League Cy Young Award. Il 9 luglio, davanti a una folla di oltre 59000 spettatori allo Shea Stadium di New York, Seaver lanciò 8 inning e1/3 perfetti contro i Chicago Cubs, leader della division. Poi, il rookie outfielder Jimmy Qualls colpì l’unica valida sulla sinistra, rompendo il perfet game di Seaver. Nella prima partita della NLCS, Seaver battè Phil Niekro degli Atlanta con una sciatta vittoria per 9 a 5. Seaver fu anche il partente per i Mets della prima partita delle World Series, ma perse una decision per 4-1 contro Mike Cuellar dei Baltimore Orioles. Seaver poi lanciò un complet game, vincendo in 10 inning gara quattro, mettendo i Mets in dirittura d’arrivo al loro primo campionato del mondo. Alla fine dell'anno, Seaver vinse sia la Hickok Belt come atleta professionista dell'anno, e lo "Sportsman of the Year" award della rivista Sports Illustrated. Il 22 aprile 1970, Seaver stabilì un record della moderna major league mettendo strikeout gli ultimi 10 battitori della partita dei San Diego Padres. In aggiunta ai suoi 10 strikeout consecutivi, Seaver uguagliò il record della major league di Steve Carlton con 19 strikeout in nove inning di gioco (il record fu poi superato dai 20 strikeout di Kerry Wood, Randy Johnson e dalle due volte di Roger Clemens). Nella metà di agosto, il record di Seaver era di 17-6 e sembrava sulla buona strada per la seconda volta consecutiva con 20 vittorie in stagione. Ma vinse solo una delle sue ultime dieci partite da partente, di cui quattro a breve riposo, e alla fine totalizzò 18-12. Tuttavia, Seaver fu leader della National League in ERA e strikeout. La stagione del 1971 fu senza dubbio la sua migliore, quando guidò la Lega in ERA (1.76) e strikeout (289 in 286 inning), mentre vinceva 20 e perdeva 10 partite. Tuttavia, terminò al secondo posto nel ballottaggio per il Cy Young vinto da Ferguson Jenkins dei Chicago Cubs, che fu leader per le 24 vittorie, 325 inning lanciati e eccezionali numeri di controllo. Seaver stesso disse che il 1971 era stata la sua migliore stagione. Seaver ottenne quattro stagioni con più di venti vittorie (20 nel 1971, 21 nel 1972, 22 nel 1975 e 21 nel 1977). Vinse ancora due Cy Young Awards nel 1973 e nel 1975, entrambi con i Mets. Tra il 1970 e il 1976, Seaver fu leader della National League per strikeout in cinque delle sette stagioni, arrivando secondo nel 1972 e terzo nel 1974. Seaver ha vinto anche tre titoli ERA, come Met. Una famosa citazione su Seaver è attribuita a Reggie Jackson: "giocatori ciechi vengono allo stadio giusto per sentirlo lanciare". Seaver è stato forse il più importante esponente degli ultimi tempi di "drop and drive" con rilascio overhand, ma le sue gambe potenti hanno protetto il braccio, assicurando la sua longevità. Nel 1977, nel periodo dei free agent, erano iniziate le trattative contrattuali tra la proprietà e Seaver ma non andarono bene. Seaver voleva rinegoziare il suo contratto per portare il suo stipendio in linea con gli altri migliori lanciatori, ma il presidente del consiglio Donald M. Grant, a cui era stata data carta bianca da parte della direzione, rifiutò di accordarsi. Da molto tempo il columnist Dick Young, del New York Daily News, regolarmente scriveva colonne negative sulle avide richieste di Seaver. Quando il giovane scrisse un pezzo sostenendo che Seaver era stato spinto dalla moglie a chiedere più soldi, perché era gelosa della moglie di Nolan Ryan, Tom ne aveva abbastanza e chiese di essere scambiato lontano da New York. In quello che i giornalisti sportivi di New York soprannominarono "the Midnight Massacre", Grant spedì Seaver ai Cincinnati Reds, il 15 giugno 1977 in cambio di Pat Zachry, Steve Henderson, Doug Flynn, e Dan Norman. Finì la stagione del 1977 con 21 vittorie, ottenendo 14-3 con Cincinnati, tra cui un emozionante 5 a 1 conquistato contro i Mets nel suo ritorno al Shea Stadium. Mise strikeout 11 Mets e colpì un doppio. Seaver, che era stato immensamente popolare a New York, ricevette una lunga ovazione nell’All-Star Game del 1977, che si tenne allo Yankee Stadium. La sua partenza da New York, suscitò subito la reazione negativa dei tifosi, e contemporaneamente i Mets divennero la peggiore squadra della lega. Gli spettatori si abbassarono nel 1978, e precipitarono nel 1979. In un riferimento sardonico al direttore generale, lo Shea Stadium prese il nickname di "Tomba di Grant". Dopo aver lanciato cinque one-hitters per New York, incluse tre no-hitter che vennero rotte al 9° inning, Seaver finalmente registrò una no-hitter per 4-0 contro i St. Louis Cardinals il 16 giugno 1978 al Riverfront Stadium. E’ stata l'unica no-hitter della sua carriera professionale. Seaver aveva un record di 75-46 durante la sua permanenza a Cincinnati. Era in corsa con Fernando Valenzuela per il Cy Young Award nel 1981, anno in cui aveva ottenuto 14-2, ma finì  al terzo posto e fu quarto in altre due stagioni. Soffrì terribilmente durante la stagione del 1982, terminando 5-13. Il 16 dicembre del 1982, Seaver ritornò ai Mets, in cambio di Charlie Puleo, Lloyd McClendon e Jason Felice. Il 5 aprile del 1983, uguagliò il record della major league di Walter Johnson dei 14 opening day come partente, con una shutout in 6 inning sui Philadelphia Phillies per la vittoria dei Mets per 2 a 0. (battè il record con altre due partenze con i Chicago White Sox nel 1985 e nel 1986 per un totale di 16 assignement nell’opening day). Nonostante un record di 9-14 in quella stagione, Seaver aveva grandi aspettative nel corso del 1984 deciso a terminare la sua carriera dove l'aveva iniziata. Seaver e i Mets furono storditi, il 20 gennaio 1984, quando venne richiesto come free-agent in un draft di compensazione da parte dei Chicago White Sox. La squadra (in particolare il GM Frank Cashen) aveva erroneamente dato per scontato che nessuno avrebbe dato un elevato compenso al trentanovenne lanciatore partente, e lo lasciò fuori dalla lista protetta. Nella scelta tra accasarsi con gli White Sox o ritirarsi, Seaver scelse la prima. Il risultato permise ai Mets un'apertura per Dwight Gooden a far parte della squadra. Seaver lanciò due stagioni e mezzo a Chicago, costruendo la sua ultima shutout il 19 luglio 1985 contro gli Indians in visita. Per una anomalia, Seaver vinse due partite il 9 maggio 1984, lanciando il 25° inning finale di una partita sospesa il giorno prima e raccogliendo la vittoria come rilievo, prima di iniziare e di vincere la partita regolarmente a calendario. Questa inaspettata vittoria costituì uno dei momenti più memorabili di Tom Seaver. Dopo la vittoria 298 di Seaver, un giornalista fece notare al catcher Carlton Fisk, degli White Sox, che dopo l’imminente partita con Boston in cui sarebbe stato il partente, la prossima in cui Seaver sarebbe di nuovo salito sul monte era quella a New York, e che esisteva la possibilità che potesse ottenere il record proprio là. Fisk enfaticamente affermò che Seaver avrebbe vinto a Boston, e poi avrebbe vinto la sua 300a. Il 4 agosto 1985, Seaver registrò la sua 300a vittoria a New York contro gli Yankees, lanciando un complete game. Per coincidenza, veniva festeggiato il Phil Rizzuto Day - Seaver in seguito sarebbe diventato partner di Rizzuto nel commentare le partite degli Yankees. E’ stato anche il giorno stesso in cui Rod Carew (American League Rookie of the Year come Seaver nel 1967 per la National) raccolse la sua valida numero 3000. Seaver fu sul punto di ritornare ai Mets nel 1986, con Frank Cashen pronto ad effettuare il trasferimento, ma il manager Davey Johnson mise il veto all'idea. Tom Seaver concluse la sua carriera con i Boston Red Sox nel 1986, scambiato a metà stagione per Steve Lyons. La 311a vittoria e ultima, Seaver la ottenne il 18 agosto 1986 contro i Minnesota Twins. Al momento del suo ritiro Seaver era terzo nella lista di tutti i tempi per strikeout (3640), dietro solo a Nolan Ryan e a Steve Carlton. La sua ERA vita di 2.86 è stata la terza tra i lanciatori partenti nella post "live-ball" era, dietro solo a Whitey Ford e a Sandy Koufax. (Pedro Martínez da allora ha registrato un ERA inferiore.) Seaver detiene anche il record di 200 strike-out in nove stagioni consecutive (1968-1976). Un infortunio al ginocchio gli impedì di apparire contro i Mets nelle World Series, ma Seaver ricevette le più forti ovazioni durante le presentazioni prima di gara 1. I Red Sox non offrirono a Seaver un contratto di suo piacimento per la stagione 1987. Il suo stipendio del 1986 era stato di 1 milione di $, e i Red Sox ne offrirono 500000, che Seaver rifiutò. Quando non fu raggiunto un nuovo contratto, Seaver divenne free agent il 12 novembre 1986. Con la loro rotazione dei parteti decimata da infortuni, i Mets cercarono l’aiuto di Seaver. Anche se non venne firmato un effettivo contratto, Tom rientrò nel club il 6 giugno, e venne colpito duramente in una partita dimostrativa contro i Tides Tidewater, Triplo-A, l’11 giugno. Allo stesso modo, dopo altre due prove deludenti il 16 e il 20, annunciò il suo ritiro, dicendo: "Ho sfruttato tutti i lanci competitivi del mio braccio!". I Mets ritirarono il suo numero 41 nel 1988 in una speciale cerimonia del Tom Seaver Day. A partire dal 2010, Seaver resta il solo giocatore dei Met ad avere il suo numero ritirato. Gli altri numeri ritirati sono quelli di Casey Stengel e di Gil Hodges, come manager dei Met, e Jackie Robinson, che non ha mai giocato per i Mets, ma la cui eredità è stata fortemente sostenuta dalla proprietà e il suo numero è stato ritirato da tutte le squadre. I loro numeri 14 (Hodges), 37 (Stengel), 41 (Seaver) e 42 (Jackie Robinson) furono inseriti sul recinto all’esterno allo Shea Stadium, e sono affissi sul muro di sinistra del Citi Field. Seaver venne eletto nella Hall of Fame del baseball il 7 gennaio 1992, ricevendo la più alta percentuale di voti mai ottenuta con il 98,84% (425 su 430 voti), superiore a Nolan Ryan 98,79% (491 su 497) e Ty Cobb 98,23% (222 su 226). Si dice che, tre delle cinque schede elettorali, che non avevano preferito Seaver erano bianche, espressione dei giornalisti per protesta alla decisione della Hall di non ammettere alla eleggibilità Pete Rose. Seaver è l'unico giocatore inserito nella Hall of Fame, con un berretto Mets sulla sua targa. Seaver è stato inserito nella New York Mets Hall of Fame nel 1988, nella Marine Corps Sports Hall of Fame nel 2003 e nella Cincinnati Reds Hall of Fame nel 2006. Nel 1999, Seaver è stato classificato 32° nella lista di Sporting News dei 100 migliori giocatori della storia del baseball, l'unico giocatore della lista ad aver trascorso la maggior parte della sua carriera con i Mets. Quell'anno, fu anche un candidato per la Major League Baseball All-Century Team. I puristi del baseball spesso lo paragonano a Christy Mathewson per la sua combinazione di pura potenza, il controllo puntuale, l'intelligenza, e, forse più di tutti, un intenso controllo della propria prestazione, così come quella dei suoi avversari. Seaver ha sempre riconosciuto che le sue prestazioni sono da imputare alla preparazione ricevuta nell'organizzazione dei Mets, citando la lunga carriera di Jerry Koosman suo compagno di squadra, Nolan Ryan e Tug McGraw come un'ulteriore prova del suo valore. Fu un buon battitore, e un bunter esperto. Seaver colpì 12 fuoricampo nel corso della sua carriera, anche se la sua media di vita fu solo di .154. Hank Aaron disse di Seaver che fu il lanciatore più duro che avesse mai affrontato. Ironia della sorte, Seaver avvicinò Aaron prima dell’inizio della sua prima All-Star Game nel 1967, chiedendogli l’autografo. Seaver sentì il bisogno di presentarsi ad Aaron, perchè era sicuro che "Hammerin Hank" non sapesse chi fosse. Aaron rispose a Seaver: "Ragazzo, so chi sei, e prima che la tua carriera finisca, ti garantisco che tutti in questo stadio, lo saparanno". L’ESPN in un sondaggio tra i suoi coetanei, Bob Gibson, Juan Marichal, Jim Palmer, Nolan Ryan, Steve Carlton, Bert Blyleven e Don Sutton sono stati tutti d'accordo che Seaver è stato "il migliore" della loro generazione di lanciatori. Il 28 settembre 2006, Seaver è stato scelto come "Hometown Hero" per il franchigia dei Mets da ESPN. Seaver ha fatto un ritorno allo Shea Stadium in occasione dello "Shea Goodbye", la cerimonia di chiusura del 28 settembre 2008, dove ha effettuato il lancio finale nella storia dello stadio a Mike Piazza. Lui e Piazza hanno poi inaugurato con il lancio cerimoniale il 13 aprile 2009, il Citi Field, la nuova casa dei Mets, Dal suo ritiro, Seaver è stato a volte un color commentator della televisione, lavorando in vari modi per i Mets, i New York Yankees, e con Vin Scully nel 1989 per la NBC. Seaver sostituì Joe Garagiola, leader dei color commentator, nella NBC. Egli è uno dei tre annunciatori che regolarmente commentano i Mets e gli Yankees, gli altri sono Fran Healy e Tim McCarver. Ha lavorato anche come scout part-time, e come pitching coach nello spring training. Attualmente, vive a Calistoga, California, dove cura i suoi vigneti.

 

Babe Herman

Floyd Caves Herman

Nickname : "Pride of the Flatbush"

Nato: 26 Giugno 1903 a Buffalo, NY
Morto: 27 Novembre 1987 a Glendale, CA
Debutto: 14 Aprile 1926
Batte:
Sinistro / Tira: Sinistro

Floyd Caves "Babe" Herman nacque a Buffalo, New York, il 26 giugno del 1903 da genitori immigrati di origine tedesca. Suo padre andò ad ovest per cercare lavoro, e Herman, soprannominato Babe perché era il più giovane del clan Herman, crebbe nel sud della California, a Glendale. Herman eccelleva in più sport e firmò un contratto professionale per la high school per giocare a baseball. Si racconta che abbia perso la possibilità di giocare a football al college, perché fu dichiarato ineleggible per aver preso soldi per giocare a baseball. Herman firmò con una squadra di Minor League ad Edmonton all’età di 18 anni, unendosi al collega slugger Heinie Manush nel campo esterno. Trascorse cinque anni giocando per sei squadre diverse, incluse delle incursioni nelle farm dei Boston Red Sox e Detroit Tigers. Lui e Manush giocarono in una partita dello spring training del 1922, e Herman fu utilizzato come pinch hitter per Ty Cobb. Pur battendo un lungo fuoricampo, non impressionò il manager Cobb e lo rimandarono nelle minor, dove colpì .416. Manush invece, rimase nella farm dei Detroit ed entrò nella squadra nella primavera seguente. Firmò per i Brooklyn nel 1925 e lo scout che lo mise sotto contratto disse di lui: "E’ un tipo divertente sul campo, ma quando vedo un ragazzo che batte 6 su 6, devo fare qualcosa per lui". Fece il suo debutto nella major league come prima base con i Brooklyn Robins nel 1926, sostituendo l’infortunato Jack Fournier. Colpì .319 come rookie, arrivando quarto nella NL nei doppi (35), settimo in home run (11) e percentuale slugging (.500). Nel 1928 fu quinto nella NL con una media battuta di .340. Il 1929 fu un anno straordinario per Herman perché stabilì il record della squadra con una media battuta di .381 e una media slugging di .612 (rompendo il record del club di Willie Keeler di .379, per la media battuta, e quella di Jack Fournier di .588 per la media slugging), mentre raccoglieva 217 valide, 105 punti e 113 RBI; ma la NL era nel massimo della sua esplosione offensiva, e finì dietro a Lefty O'Doul (.398) per il titolo della battuta e solo settimo nello slugging. Il 5 giugno aveva battuto due doppi e due tripli, e fu solo ottavo nella votazione del MVP 1929. La sua progressione offensiva migliorò con gli anni diventando più spettacolare e migliorando il record di battuta e di slugging con il suo BA di .393 che gli consentì di arrivare solamente al secondo posto nella National League dietro a Bill Terry, che colpì .401 (l'ultimo giocatore della NL ad ottenere una media battuta uguale o superiore a .400). Herman fu anche terzo nella NL per slugging, dietro a Hack Wilson e a Chuck Klein; la League nel suo complesso aveva battuto mediamente .303 nel 1930, mentre le valide di Herman furono 241 e fu solo terzo nella NL dietro a Terry e Klein. Herman superò il record del club di Fournier del 1924 dei 27 fuoricampo con 30, e pareggiò il suo record del 1925 colpendo 130 RBI. Gil Hodges avrebbe stabilito un nuovo record di squadra di 40 fuoricampo nel 1951 e Roy Campanella battè 142 RBI nel 1953; Duke Snider fu il primo battitore mancino dei Dodger a superare il record di HR e RBI di Herman. Però non fu scelto come MVP nel 1930. Herman era un battitore superlativo, ma nettamente al di sotto della media in difesa. Come prima base guidò la NL per gli errori nel 1927 e ciascuno dei successivi due anni all’esterno destro. Fresco Thompson, un compagno di squadra del 1931, disse: "Portava un guanto per un motivo: perché era una consuetudine della League". Herman sviluppò un autoironico atteggiamento circa le sue carenze, quando venne informato da una banca locale che qualcuno spacciandosi per lui aveva incassato degli assegni a vuoto, disse: "Lui ha battuto alcuni flyballs. Se ha afferrato qualche cosa, non sono di certo io". Il suo stile di gioco, insieme a quello di tutta la squadra, portò i Brooklyn ad essere soprannominati "The Daffiness Boys", con il giornalista sportivo Frank Graham che fece notare: " Normalmente non erano di carattere clownesco, e alcuni di loro sono stati anche dei buoni ballplayers, anzi , ma venivano avvolti dall'atmosfera in cui si trovavano non appena si mettevano le divise dei Brooklyn". Il nome di Herman è associato ad una gaffe come corridore durante il suo anno da rookie che è rimasta nella storia. Il 15 agosto 1926, durante un double-header contro i Boston Braves, all’Ebbets Field, Herman cercò di allungare un doppio battuto sulla lato destro del campo in un triplo con un out e le basi cariche; Chick Fewster, che era in prima, avanzò fino alla terza base - che era già occupata da Dazzy Vance, partito dalla seconda base; Herman preso dalla foga a testa bassa arrivò in terza. Tutti e tre i corridori erano a contatto della terza base, e il difensore di terza, Eddie Taylor, toccò con la palla tutti e tre per essere sicuro di ottenere, il maggior numero di out possibili. La corsa lenta di Vance era stata una delle principali cause di questa situazione, ma secondo le regole, Vance (era il primo corridore, non forzato ad avanzare) aveva diritto alla base, e l’arbitro Beans Reardon chiamò Herman e Fewster out. Così, a Babe Herman gli dissero di avere "battuto un doppio in un doppio gioco", e più tardi si lamentò che nessuno, invece, non si ricordasse che lui aveva battuto il punto vincente della partita. (Hank DeBerry era in terza, Vance in seconda e Fewster era in prima, quando Babe battè la valida che consentì a DeBerry di segnare). Ciò fece nascere  la seguente battuta popolare:
"I Dodgers hanno 3 uomini in base!"
"Ah, sì? Su quale base?"

In due occasioni, nel 1930 - il 30 maggio e il 15 settembre - Herman si fermò a guardare un home run mentre correva sulle basi facendosi superare dal battitore, così che l’homerun diventò solamente un singolo. E il 20 settembre dell'anno successivo, fu eliminato cercando di rubare casa base contro i St. Louis Cardinals, anche se il catcher avversario era il quarantottenne manager dei Cardinals, Gabby Street, che appariva nella sua prima partita (come sostituto di emergenza) dal 1912. Il pitcher Vance lo soprannominò, per i suoi vari errori, "the Headless Horseman of Ebbets Field". Nel 1931 la media battuta di Herman scivolò a .313, e sebbene avesse guidato la NL con 77 valide da extra base e terzo nelle basi totali, colpendo un cycle sia il 18 maggio che il 24 luglio, fu ceduto ai Cincinnati Reds prima dell’inizio stagione del 1932. Babe mise a segno un solido anno, fu leader della NL con 19 tripli e pareggiò il record di squadra ottenuto da Sam Crawford nel 1901 per i battitori mancini di 16 home run; Ival Goodman ne avrebbe colpiti 17 nel 1936. Herman continuò a giocare per i Chicago Cubs nel 1933 e 34, battendo .304 in quest'ultima stagione. Il 20 luglio del 1933 colpì tre fuoricampo, e il 30 settembre battè un cycle per la terza volta, una prodezza che soltanto lui e Bob Meusel hanno realizzato a partire dal 1900. Dopo un breve periodo con i Pittsburgh Pirates nel 1935, fu scambiato e tornò ai Reds, rimanendo con loro attraverso il 1936. Il 10 luglio 1935, battè il primo fuoricampo della storia in una partita in notturna. Giocò brevemente per i Tigers nel 1937, colpendo .300 in 17 partite, e poi andò nelle minor league. Nove anni dopo, nel 1945, rifirmò per i Brooklyn all'età di 42 anni, e giocò le ultime 37 partite della Major League con la sua prima squadra. Ricevette una grandissima standing ovation dalla folla presente all’Ebbets Field nel suo primo turno di battuta, e inciampò in prima base dopo aver colpito un singolo. Dopo il ritiro, lavorò come scout per diversi team fino al 1964. Herman concluse la sua carriera di major league con una media battuta di .324, 1818 valide, 181 home run, 997 RBI, 882 punti, 399 doppi, 110 tripli e 94 basi rubate in 1552 partite. Herman è stato tra i soggetti intervistati per il libro del 1966 “The Glory of Their Times”. Morì a Glendale, in California, all'età di 84 anni a seguito di un attacco di polmonite e da una serie di problemi cardiovascolari. E’ sepolto nel Forest Lawn Memorial Park Cemetery.