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La 59a edizione del Midsummer Classic venne disputata per la seconda volta al Riverfront Stadium di Cincinnati, il primo stadio con il fondo in Astro Turf. La prima volta fu nel 1970 dopo un mese che la nuova casa dei Reds era stata inaugurata. Fu soprattutto una battaglia di lanciatori (vennero utilizzati otto pitcher da ciascuna league) come era già accaduto in varie edizioni precedenti, confermando l'epopea del dominio dei pitcher sui grandi sluggers. Il pubblico accorso numeroso potè assaporare il grande pathos di una partita in equilibrio fino all'ultimo out. Fu una prestazione straordinaria da parte di un singolo giocatore, Terry Steinbach, ma anche un grande sforzo del team dell'AL per garantire un'altra vittoria. Molti fans e le League furono soddisfatti di come la NL e l'AL si fossero spartite le vittorie negli ultimi quattro All-Star Game per rompere la monotonia dei decenni precedenti e il dominio da parte di una o dell'altra league.

Il Riverfront Stadium nel momento della presentazione delle due All-Star

Partita numero 59
Data 12/07/1988
Stadio

Riverfront Stadium - Cincinnati

Spettatori 55837
M.V.P.

Terry Steinbach

League
A.L.
N.L.
Pitcher partente

Frank Viola

Dwight Gooden

Managers

Tom Kelly

Whitey Herzog
Coaches

Tom Trebelhorn

Roger Craig

Bobby Valentine

Buck Rodgers

Capitani onorari

Bobby Doerr

Willie Stargell

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Terry Steinbach con il trofeo dell'MVP

League
1
2
3
4
5
6
7
8
9
R
H
E
American
0
0
1
1
0
0
0
0
0
2
6
2
National
0
0
0
1
0
0
0
0
0
1
5
0

WP: Frank Viola (1-0) LP: Dwight Gooden (0-1) S: Dennis Eckersley (1)

HR: AL - Terry Steinbach (1)

La partita

Il più improbabile degli All-Stars, un giocatore al suo secondo anno in MLB, realizzò la più grande performance di qualsiasi giocatore al suo debutto nell'All-Star. Il ricevitore degli Oakland Terry Steinbach colpì un fuoricampo e una volata di sacrificio per spingere l'American League alla vittoria. La partita rimase sullo 0-0 per due inning. I due partenti Frank Viola e Dwight Gooden non faticarono molto in queste due riprese incontrando rispettivamente 6 e 7 battitori, con una sola valida concessa dal pitcher della NL a Wade Boggs. Nella parte alta del terzo ritornò sul monte Gooden ad affrontare il leadoff della ripresa e numero otto nel lineup Terry Steinbach. Il giovane ricevitore degli A's sparò la palla oltre la recinzione per il punto del vantaggio dell'AL. Il line sfuggì di poco dal guanto dell'esterno Darryl Strawberry, che vide la palla uscire dal suo guanto mentre cercava di tirarlo indietro sopra la recinzione. Nonostante il colpo inferto Gooden lo accusò bene e riuscì a chiudere l'inning senza ulteriori danni. Il fuoricampo di Steinbach entrò negli annali del Baseball Trivia: E' l'unico giocatore a colpire un home run sia al suo primo at-bat nelle major che nel suo primo at-bat in un All-Star Game. All'inizio del quarto inning Bob Knepper, lanciatore di esperienza degli Astros, prese il posto di Gooden. L'impatto non fu dei più semplici e dopo aver eliminato Canseco al volo, subì il doppio di Dave Winfield, concesse la base a Cal Ripken Jr. e subì un'altra valida da Mark MCGuire per riempire le basi. Alla battuta tornò Steinbach con un solo out. La sua volata di sacrificio lunga sul sinistro fu ancor più cruciale e permise a Winfield di segnare il 2-0. La palla venne presa a circa dieci metri dalla recinzione e avrebbe potuto diventare il secondo grand slam nella storia dell'All-Star. Nella parte bassa del quarto Mark Gubicza, pitcher dei Royals, salì sul monte per l'AL. Il leadoff Vince Coleman colpì un singolo e rubò la seconda per poi raggiungere la terza sull'errore di tiro del ricevitore in seconda. Mise strikeout Ryne Sandberg e alla battuta si presentò Andre Dowson. Un lancio pazzo permise a Coleman di segnare e di portare lo svantaggio ad un solo punto, con un solo out. Dowson colpì una valida e Strawberry lo seguì con un'altra base hit. Prima e seconda occupata, un out, e alla battuta lo slugger Bobby Bonilla. Gubicza mantenne i nervi saldi e riuscì ad eliminare il potente battitore dei Pirates su un lineout e a chiudere l'inning facendo battere un groundout a Will Clark. Il risultato acquisito nel quarto inning rimase fino alla fine grazie alla grande prova dei pitcher dell'AL che si alternarono: Dave Stieb, Jeff Russell, Doug Jones, Dan Plesac e il closer Dennis Eckersley. L'American League vinse 2 a 1 e Terry Steinbach meritatamente venne eletto MVP della 59° Midsummer Classic.

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Il saluto alla fine tra i vincitori dell'AL: Di spalle Gary Gaetti, Mark McGuire e Terry Steinbach che si danno il cinque, Cal Ripken Jr. e Mark Gubicza

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Il Midsummer Classic del 1989 è ricordato per il mostruoso fuoricampo di Bo Jackson da lead-off al centro del campo contro Rick Reuschel. Bo Jackson fu un giocatore stellare nella National Football League, così come nella Major League Baseball e molti ritengono che se la sua carriera non fosse finita così presto, avrebbe potuto essere uno dei più grandi in entrambi gli sport. "Quando la palla colpì la mazza", disse il manager della National League Tommy Lasorda, "suonò come avesse colpito una pallina da golf". La palla volò in alto e lontano, superò la recinzione al centro-campo e atterrò a circa 137 metri dal piatto di casa base. Jackson fu autore anche di altre prodezze nel corso della partita e venne nominato meritatamente MVP della partita. L'All Star inoltre vide la presenza dell'ex presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan, nelle vesti di commentatore condividere la cabina di trasmissione della NBC con Vin Scully nel primo inning. Le cerimonie pre-partita furono caratterizzate dalla presenza dei personaggi Disney che accompagnarono i giocatori durante la presentazione dei due lineup. Doc Severinsen con la band del Tonight Show suonò gli inni nazionali canadesi e statunitensi. La performance di Doc Severinsen e della Tonight Show Band fu l'ultima esecuzione non cantata all'All-Star Game fino ad oggi. Il primo lancio cerimoniale fu eseguito dal vecchio manager degli Angels, Jimmie Reese.

Partita numero 60
Data 11/07/1989
Stadio

Anaheim Stadium - Anaheim

Spettatori 64036
M.V.P.

Bo Jackson

O' Canada

Doc Severinsen (Orchestra Leader on Tonight Show)

The Star Spangled Banner

Doc Severinsen (Orchestra Leader on Tonight Show)

1st Pitch

From To

Jimmie Reese

Terry Steinbach

League
A.L.
N.L.
Pitcher partente

Dave Stewart

Rick Reuschel

Managers

Tony LaRussa

Tommy Lasorda

Coaches

Joe Morgan

Jack McKeon

Doug Rader

Buck Rodgers

Capitani onorari

Carl Yastrzemski

Don Drysdale

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Bo Jackson alza il trofeo di MVP

League
1
2
3
4
5
6
7
8
9
R
H
E
National
2
0
0
0
0
0
0
1
0
3
9
1
American
2
1
2
0
0
0
0
0
X
5
12
0

WP: Nolan Ryan (1-0) LP: John Smoltz (0-1) S: Doug Jones (1)

HR: AL - Bo Jackson (1), Wade Boggs (1)

La partita

La NL diede il via alle danze con due punti nella parte alta del primo inning contro il partente degli A's, Dave Stewart. Due singoli RBI di Kevin Mitchell e Howard Johnson portarono i Nationals in vantaggio. L'AL contrastò in maniera spettacolare e con la stessa moneta l'avvio degli avversari nella parte bassa dell'inning iniziale, quando Bo Jackson colpì il primo lancio di Rick Reuschel, un sinker basso, con uno swing simile a un colpo di golf mandando la palla profonda oltre la recinzione nel centro dell'Anaheim Stadium. Wade Boggs lo seguì con un homer da solista per pareggiare. L'American League prese il comando nell'inning successivo, quando Jackson colpì un grounder in doppio gioco, facendo segnare Ruben Sierra. Jackson poi rubò la seconda, diventando l'unico giocatore (ad oggi) a realizzare un home run e una base rubata nello stesso All-Star game. Gli Americans ampliarono il loro vantaggio, 5-2, nel terzo con i singoli RBI di Harold Baines e Sierra. La National ridusse lo svantaggio segnando un punto nell'ottavo, quando Von Hayes con un singolo portò a casa Glenn Davis. Il pitcher degli Indians, Doug Jones, spense nella parte alta del nono le ultime speranze di rimonta della National e l'American League vinse il suo primo back to back All-Star Game dal 1957-58. Le League erano in estasi dalla varietà delle emozionanti e imprevedibili partite che avevano fornito gli anni '80 e si auspicavano che questa tendenza potesse durare anche negli anni '90. Jackson mostrò tutta la sua potenza e velocità. Aveva rubato una base ed aveva corso dalla sua posizione a sinistra fino al centro sinistra per prendere un line di Pedro Guerrero con due corridori in posizione di punto e due fuori nel primo inning della partita. I due inning shutout di Nolan Ryan gli valsero la vittoria e divenne il più vecchio lanciatore della storia a vincere il Midsummer Classic.

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Jeffrey Leonard, da sinistra, Kirby Puckett, Bo Jackson e Julio Franco prima dell'inizio dell'All-Star Game 1989

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Bo Jackson dopo aver colpito il fuoricampo nel primo inning

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Bo Jackson nella sua corsa a casa dopo il fuoricampo congratulato dal coach di terza Doug Rader

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Bo Jackson riceve le congratulazioni di Ronald Regan

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Ronald Regan commentatore d'eccezione con Vin Scully della NBC

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Il primo Midsummer Classic del 1990 rischiò di non iniziare e finì a stento per le infinite sospensioni, grazie a Madre Natura. Il gioco venne periodicamente fermato dalla pioggia per un totale di ottantacinque minuti, tra cui 68 minuti di sospensione per il monsone nel settimo inning. Ciò impedì ad entrambe le All Stars di prendere il ritmo e fu eccezionalmente duro per i lanciatori. Questo fu il terzo Midsummer Classic (il primo nel 1947 e il secondo nel 1962), giocato al Wrigley Field e il primo sotto le luci. Questa fu anche la prima partita - e finora l'unica - caratterizzata da due giocatori che avevano lo stesso nome: Greg Olson. Uno era il lanciatore dei Baltimore Orioles dell'AL, con tre G nel nome, e l'altro era il catcher degli Atlanta Braves della NL con solo due G. L'Home Run Derby fu uno degli eventi più attesi ed entrambi gli attori coinvolti e i fans (in particolare i Wrigley ballhawks) erano molto eccitati circa le possibilità di colpire e raccogliere decine di palle da baseball oltre le recinzioni. A differenza di oggi, l'HR Derby si disputava nel pomeriggio. Purtroppo per tutti gli interessati, un fronte freddo aveva soffiato su Chicago la sera precedente e il 9 luglio 1990 spuntò il sole e l'aria era piacevole - ma un forte vento soffiava dritto sul Wrigley Field. Alcuni dei migliori battitori di fuoricampo dell'epoca: Cecil Fielder, Ken Griffey Jr., Bobby Bonilla e Darryl Strawberry - non riuscirono a colpire una singola palla oltre il muro del Wrigley. Matt Williams e Jose Canseco ne colpirono una ciascuno e l'evento venne vinto da Ryne Sandberg dei Cubs, che ne colpì tre.

Partita numero 61
Data 10/07/1990
Stadio

Wrigley Field - Chicago

Spettatori 39071
M.V.P.

Julio Franco

1st Pitch

From To

Ernie Banks

Mike Scioscia

League
A.L.
N.L.
Pitcher partente

Bob Welch

Jack Armstrong

Managers

Tony LaRussa

Roger Craig

Coaches

Jim Lefebvre

Jim Leyland

Frank Robinson

Don Zimmer

Capitani onorari

Al Lopez

Juan Marichal

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Bret Saberhagen

League
1
2
3
4
5
6
7
8
9
R
H
E
American
0
0
0
0
0
0
2
0
0
2
7
0
National
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
2
1

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Julio Franco alza il trofeo di MVP

WP: Bret Saberhagen (1-0) LP: Jeff Brantley (0-1) S: Dennis Eckersley (1)

La partita

La gara fu quasi un disastro come l'HR Derby. I meteorologi avevano avvertito che il tempo soleggiato e fresco del 9 luglio non avrebbe retto il giorno successivo e che il gioco poteva essere interrotto dalla pioggia. Ciò si rivelò vero, la partita rimase a secco di punti con due corridori dell'AL in base nella parte alta del settimo quando un grande temporale si abbattè sul campo e ci fu l'ennesima sospensione per oltre un'ora. Quando si riprese, Rob Dibble dei Reds entrò a lanciare per la NL e prontamente concesse un doppio a Julio Franco, dei Texas Rangers, che fece segnare entrambi i corridori. Franco fu poi eliminato al piatto cercando di segnare su una volata di Canseco a destra. E questo risultato rimase fino alla fine. La NL realizzò solo due singoli - uno di Lenny Dykstra e l'altro di Will Clark, che è il minor numero di valide di un team nella storia dell'All-Star Game. Barry Bonds e Tony Gwynn ricevettero la base su ball e furono gli unici altri corridori della NL. Barry Larkin, pinch runner per Gwynn, rubò la seconda e fu l'unico corridore della NL che arrivò oltre la prima base. Fu probabilmente la più noiosa partita nella storia della serie. Il Most Valuable Player fu meritatamente assegnato a Julio Franco. Questa fu anche la prima volta che l'American League iniziava un nuovo decennio con una vittoria dagli albori degli anni '40.

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Julio Franco eliminato a casa base su toccata del catcher Mike Scioscia nel 7° inning

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Ryne Sandberg, Will Clark e Matt Williams

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Cecil Fielder, Jose Canseco, Mark McGuire e Ken Griffey Jr. durante la presentazione

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I coach Jim Leyland, Don Zimmer e i manager Tony LaRussa e Roger Craig

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Barry Bonds e Ken Griffey, Jr.

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Il 62° Midsummer Classic venne giocato il 9 luglio 1991 allo SkyDome di Toronto, Ontario, la casa dei Toronto Blue Jays dell'American League. Era solo la seconda volta che questa manifestazione veniva disputata al di fuori degli Stati Uniti, il precedente era stato nel 1982 all'Olympic Stadium di Montreal, Quebec. Prima dell'All-Star, Cal Ripken partecipò all'Home Run Derby assieme ai compagni dell'American League Cecil Fielder dei Tigers, Joe Carter dei Blue Jays, Danny Tartabull dei Royals, e agli sluggers della National League Paul O'Neill e Chris Sabo dei Reds, George Bell dei Cubs e Howard Johnson del Mets. Ripken non era lo slugger più prolifico nella competizione, ma colpì un totale di dodici fuoricampo, vincendo il derby. O'Neill arrivò secondo con soli cinque fuoricampo. Dopo aver dominato l'evento, Ripken continuò a farlo nel Midsummer Classic. Fu la più grande stagione della sua carriera, e alcuni dicono che sia stata una delle migliori stagioni di sempre. Fu così eccellente durante la stagione regolare che vinse l'MVP, nonostante il fatto che gli Orioles concludessero al 6° posto nell'AL East con un record di 67-95. Nello stesso anno vinse il Gold Glove, lo Silver Slugger, e giustamente l'All-Star MVP.

"Cal Ripken incarna tutto ciò che gli Orioles rappresentano, tutto ciò che è sinonimo di Baltimora e, in realtà, tutto ciò che questo paese è in termini di dedizione e di etica del lavoro" (Peter Angelos - Proprietario dei Baltimore Orioles)

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Cecil Fielder, Cito Gaston e Tony LaRussa prima dell'AllStar-Game

Partita numero 62
Data 9/07/1991
Stadio

Skydome - Toronto

Spettatori

52383

M.V.P.

Cal Ripken Jr.

League
A.L.
N.L.
Pitcher partente
Jack Morris

Tom Glavine

Managers

Tony La Russa

Lou Piniella

Coaches

Cito Gaston

Art Howe

Tom Kelly

Jim Leyland

Capitani onorari

Rod Carew

Hank Aaron

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Cal Ripken vincitore del MVP Award

League
1
2
3
4
5
6
7
8
9
R
H
E
National
1
0
0
1
0
0
0
0
0
2
10
1
American
0
0
3
0
0
0
1
0
X
4
8
0

WP: Jimmy Key (1-0) LP: Dennis Martinez (0-1) S: Dennis Eckersley (1)

HR: AL - Cal Ripken (1); NL - Andre Dawson (1)

La partita

Nella parte alta del primo inning la NL aprì le danze segnando un punto. Tony Gwynn, da leadoff, colpì un singolo e andò in terza sulla valida di Will Clark. Bobby Bonilla, con un out, mise a segno l'RBI singolo che portava a punto Gwynn. Il partente dell'AL Jack Morris riuscì a chiudere l'inning senza altro spargimento di sangue. L'AL ebbe la possibilità di pareggiare nella parte bassa del primo inning. Con un out, Wade Boggs prese la base su ball e Ripken lo spinse in seconda con un singolo. Alla battuta il quarto, Cecil Fielder, e il quinto, Danny Tartabull, del lineup. Il partente dei Nationals, Tom Glavine, bloccò ogni velleità di rimonta mettendoli ambedue strikeout. La partita rimase sull'1 a 0 per la NL fino alla parte bassa del terzo inning. Con un out, Rickey Henderson e Wade Boggs realizzarono una valida ciascuno e alla battuta si prentò Cal Ripken ad affrontare il nuovo pitcher Dennis Martinez, entrato a sostuire Glavine all'inizio dell'inning. L'asso degli Orioles colpì il lancio di Martinez e lo spedì oltre la recinzione per dare all'AL il vantaggio di 3 a 1. Nella parte alta del quarto il leadoff Andre Dawson ridusse il gap colpendo un fuoricampo solitario contro Roger Clemens, schierato in quell'inning dal manager Tony LaRussa. La partita rimase invariata grazie anche al tournover di 14 lanciatori, 7 per parte, fino alla parte bassa del settimo inning. Il leadoff dell'AL, Joe Carter, colpì un singolo contro il nuovo entrato sul monte per la National, John Smiley, e andò in seconda sulla prima interferenza chiamata ad un ricevitore, che era Craig Biggio. Con seconda occupata e Paul Molitor in prima per interfenza e zero out, il manager Lou Piniella sostituì Smiley con Rob Dibble. Ozzie Guillen mise in campo un bunt di sacrificio per portare Carter e Molitor in terza e seconda. A Rafael Palmeiro venne data la base intenzionale e si giocarono il pinch hitter Harold Baines che colpì una volata di sacrifico per far segnare Carter per il 4 a 2. Dennis Eckersley chiuse il nono inning senza concedere nulla alla National League e per la quarta volta consecutiva l'American League vinceva l'ambito Midsummer Classic. Con questa salvezza Dennis Eckersley, divenne il primo lanciatore con tre salvezze in carriera nella storia del Midsummer Classic. Ancora una volta, la National League aveva mostrato un anemico attacco incapace di trasformarsi al piatto. Con questa vittoria l'American League tornava, dopo diversi decenni di delusioni, a dimostrare che non era solo fortuna e che non erano ancora finiti.

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Il 63° All-Star Game del 1992 fu giocato il 14 luglio al Jack Murphy Stadium di San Diego, California, la casa dei San Diego Padres della NL. Nonostante avesse dominato la maggior parte dei decenni precedenti, la National League era ormai diventata la perdente. Alcuni giornalisti sportivi avevano scherzato sul fatto dei "cleat was on the other foot" (gli spike sono sui piedi degli altri), e dopo quattro sconfitte consecutive, la National League entrò nel Midsummer Classic del '92 determinata a riconquistare il rispetto a cui era abituata. Sfortunatamente per loro, l'American League aveva piani diversi e non ci volle molto tempo per mettere i "rookie underdogs" al loro posto. Un simpatico aneddoto che descrive bene l'andamento della partita è quello raccontato da Buck Showalter (manager degli Yankees al suo primo anno in MLB). Showalter venne selezionato per il team dell'AL del '92 dal manager Tom Kelly, ma fu il capitano onorario Jimmie Reese - compagno di stanza Babe Ruth con gli Yankees negli anni '30 - che disse che sarebbe stato Showalter il coach di terza. Gli dissi, "Jimmie, sono un po' preoccupato per questo, non ho fatto il coach di terza per un lungo periodo di tempo", e lui mi rispose, "Oh ragazzo, non ti preoccupare. Questa partita finirà 1-0, 2-1, starai lì per nove inning, un tizio colpirà un fuoricampo, e gli dirai vai a casa". Non andò proprio in questo modo. L'AL colpì sette valide consecutive nel primo inning, segnando quattro punti e dando un sacco di lavoro a Showalter nell'hot corner. "Ragazzi volavano da tutte le parti", disse Showalter, "Guardai Jimmie in panchina e lui rise così forte di me che si piegò dallo sforzo". Alla fine, tutto si risolse per Showalter. Nessuno fu eliminato in terza o a casa in una vittoria dell'AL per 13-6. Una volta che Showalter prese confidenza con i segnali il team utilizzò il bunt, la rubata e il batti e corri, anche in un All-Star Game - si divertì nello splendido clima di San Diego durante la sua prima esperienza nell'All-Star. "E' stato un onore essere lì", disse Showalter, "Ero scioccato di come sono stato fortunato ad essere lì".

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Ken Griffey Jr. MVP dell'All-Star Game del 1992

Partita numero 63
Data 14/07/1992
Stadio

Jack Murphy Stadium - San Diego

Spettatori 59372
M.V.P.

Ken Griffey, Jr.

League
A.L.
N.L.
Pitcher partente

Kevin Brown

Tom Glavine

Managers

Tom Kelly

Bobby Cox

Coaches

Hal McRae

Roger Craig

Buck Showalter

Joe Torre

Capitani onorari

Jimmie Reese

Willie Mays

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I fratelli Roberto e Sandy Alomar prima dell'inizio dell'ALl-Star Game

League
1
2
3
4
5
6
7
8
9
R
H
E
American
4
1
1
0
0
4
0
3
0
13
19
1
National
0
0
0
0
0
1
0
3
2
6
12
1

WP: Kevin Brown (1-0) LP: Tom Glavine (0-1)

HR: AL - Ken Griffey (1) Ruben Sierra (1); NL - Will Clark (1)

La partita

Bobby Cox, scelse come partente per il team della NL Tom Glavine. L'ace mancino degli Atlanta Braves - che fu leader della NL con 20 vittorie nell'anno precedente e che avrebbe ripetuto l'impresa alla fine della regular season del 1992 - non fu molto fortunato nel suo avvio. Dopo aver eliminato il leadoff, Roberto Alomar, Glavine venne letteralmente sommerso da una sfilza di sette singoli consecutivi che portarono a segno quattro punti pesantissimi. Riuscì a chiudere l'inning con lo strikeout sul pitcher Kevin Brown e grazie all'eliminazione di Cal Ripken che aveva tentato di allungare in seconda il suo singolo. Per il partente dell'AL, Kevin Brown fu una passeggiata: tre battitori, tre eliminazioni. Glavine ritornò sul monte nella parte alta del secondo inning e dopo aver concesso ancora due valide e un punto venne sostituito da Greg Maddux, altro famoso pitcher dei Braves, che chiuse finalmente la ripresa, ma con la NL sotto 5 a 0. Anche per Jack McDowell, che aveva sostituito Brown, fu una passeggiata eliminando il 4°, 5° e 6° battitore del lineup della NL. Il bottino dell'AL si fece pesante quando al terzo Ken Griffey Jr. esplose un fuoricampo, la sua seconda valida in due at-bat, contro Maddux per il 6 a 0. Il risultato rimase con questo parziale fino all'inizio del sesto inning. Bob Tewksbury, pitcher dei St. Louis Cardinals, che era entrato al quinto per la NL e lo aveva passato indenne eliminando i tre battitori che affrontò, vide svanire le sue speranze di superare senza danni anche l'inning successivo. Dopo aver concesso un doppio allo scatenato Ken Griffey Jr. eliminò due battitori ed affrontò Carlo Baerga che aveva sostituito Roberto Alomar al quarto inning. Il seconda base degli Indians colpì un doppio per il settimo punto. Robin Ventura lo imitò con un altro doppio e Rube Sierra fece cappotto con un fuoricampo che dava il vantaggio a due cifre all'AL. Sul 10 a 0, la NL tentò di segnare almeno il punto della bandiera e nella parte bassa del sesto riuscì a realizzarlo, grazie al doppio di Barry Bonds e al singolo di Fred McGriff, contro il nuovo rilievo dell'AL, Mark Langston. All'ottavo l'American League mise a segno altri tre punti con i tre singoli di Charles Nagy, Robin Ventura, Travis Fryman e al doppio di Roberto Kelly. A nulla valsero i tre punti messi a segno dal fuoricampo di Will Clark nell'ottavo contro il pitcher Rick Aguilera e i due punti nel nono contro il closer Dennis Eckersley, perchè l'AL chiuse il 63° Midsummer Classic incassando la quinta vittoria consecutiva per 13 a 6. L'AL utilizzò una rotazione di 10 lanciatori mentre la NL ne usò 8. Tom Glavine stabilì il record di valide subite in un singolo inning nell'All-Star Game con sette (nel primo) e il record di valide durante una partita con nove dopo un inning e due terzi. Kevin Brown fu il primo lanciatore partente di un All-Star Game dell'espansione dei Texas Rangers, che ebbero il loro ultimo partente della franchigia (erano gli Washington Senators allora) durante l'All-Star Game del 1962 (Dave Stenhouse). Ken Griffey Jr. fu eletto MVP della partita grazie alla sua straordinaria perfomance in attacco con 3 su 3. Quando chiesero a Ken Griffey Jr. nel 1999 se avrebbe preferito tre giorni di riposo durante la fermata per l'All-Star del 1992, rispose: "Avevo avuto 73 giorni di riposo per una mano rotta, una ventina di giorni di ferie l'anno successivo. Ho avuto abbastanza tempo libero".

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Il 64° Midsummer Classic, tra le all-star dell'American League e National League, fu giocato il 13 luglio 1993 allo Oriole Park at Camden Yards di Baltimore, Maryland, la casa dei Baltimore Orioles dell'American League. La partita vide imporsi ancora una volta l'American League che sconfisse la National League 9-3. La presentazione pre-partita fu fatta dai soldati della United States Naval Academy di Annapolis, Maryland. Geddy Lee, cantante dei Rush, successivamente cantò l'inno nazionale canadese, mentre James Earl Jones recitò l'inno nazionale americano, accompagnato dal coro della Morgan State University. Al termine dell'inno nazionale, i fuochi d'artificio esplosero dal Fort McHenry, mentre gli aerei della Andrews Air Force Base sorvolarono Camden Yards. Per commemorare il 35° anniversario dell'All-Star Game del 1958, che era stato giocato al Memorial Stadium, l'Hall-of-Famer e nativo di Baltimora Al Kaline effettuò il cerimoniale primo lancio. A far parte delle cerimonie c'era l'Hall-of-Famer giocatore degli Orioles Brooks Robinson.

Partita numero 64
Data 13/07/1993
Stadio

Oriole Park at Camden Yards - Baltimore

Spettatori 48147
M.V.P.

Kirby Puckett

League
A.L.
N.L.
Pitcher partente

Mark Langston

Terry Mulholland

Managers

Cito Gaston

Bobby Cox

Coaches

Sparky Anderson

Jim Fregosi

Johnny Oates

Tommy Lasorda

Capitani onorari

Jim Palmer

Bob Gibson

Frank Robinson

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Kirby Puckett MVP

League
1
2
3
4
5
6
7
8
9
R
H
E
National
2
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0
0
1
0
0
0
3
7
2
American
0
1
1
0
3
3
1
0
X
9
11
0

WP: Jack McDowell (1-0) LP: John Burkett (0-1)

HR: AL - Kirby Puckett (1) Roberto Alomar (1); NL - Gary Sheffield (1)

La partita

La National League segnò nel primo inning contro il lanciatore partente Mark Langston grazie al doppio di Barry Bonds e al fuoricampo di Gary Sheffield che lo seguì per il 2-0. L'American League ridusse il gap nel secondo, quando Kirby Puckett mise la palla oltre la recinzione con un out contro il partente della NL, Terry Mulholland. Roberto Alomar pareggiò nel terzo inning, con un home run solitario, contro Andy Benes. Nella parte alta del terzo inning con due out accadde un simpatico siparietto che è rimasto nella storia del Midsummer Classic. John Kruk entrò nel box di battuta per affrontare Randy "Big Unit" Johnson. La prima palla lanciata fu un missile che si alzò sopra la testa dell'impaurito Kruk e andò a colpire violentemente la rete di protezione dietro casa base. Johnson disse poi che la palla gli era scivolata a causa dell'umidità, ma Kruk con gli occhi sbarrati finse delle palpitazioni cardiache. Subito dopo Big Unit gli lanciò due slider che Kruk sventolò allontanandosi dal piatto intimorito che la palla potesse colpirlo e con tre lanci andò a sedersi. Dopo la partita, Kruk disse ai giornalisti che avrebbe preferito avere i suoi "testicles pulled off" piuttosto che affrontare di nuovo Johnson. Promise di porre il veto su tutte le trade dell'American League se questo significava che avrebbe dovuto battere contro Johnson. "Se fosse stato il nono inning della settima partita delle World Series ed era il mio turno alla battuta contro lui, non avrei giocato", disse Kruk, "Mi spiacerebbe sventolare contro quel ragazzo lassù. Ehi, la vita è troppo preziosa. Quel ragazzo lancia troppo forte e lui è troppo selvaggio. Potrebbe uccidere qualcuno". L'AL passò in vantaggio con tre punti nel quinto. Jon Burkett era il nuovo lanciatore della NL nella parte alta dell'inning, e il primo battitore Ivan Rodriguez colpì un doppio e poi segnò su un singolo di Albert Belle, che andò in seconda grazie all'errore di Justice. Ken Griffey Jr., con un singolo spinse a casa Belle e andò in seconda sul tiro dell'esterno a casa. Cecil Fielder fu colpito e Kirby Puckett con il suo doppio lo portò a casa per il terzo punto dell'inning e un vantaggio di 5-2 per l'AL. Steve Avery rilevò Burkett per fare l'ultimo out dell'inning. La NL realizzò un punto nella parte alta del sesto. Il nuovo pitcher Jimmy Key concesse un doppio a Bonds, seguito da un singolo di Sheffield e da una volata di sacrificio di Barry Larkin, portando il punteggio sul 5-3. L'AL diede una nuova scossa al risultato realizzando altri tre punti nella parte bassa del sesto inning. Con due out, Carlos Baerga raggiunse salvo la prima su un errore dell'interbase Jeff Blauser, e poi Albert Belle ricevette la base su ball. Devon White con un doppio portò a casa Baerga e subito dopo John Smoltz rilevò Avery. Belle segnò e White andò in terza su un lancio pazzo. Juan Gonzalez prese la base su ball, e poi Smoltz effettuò il secondo lancio pazzo dell'inning, permettendo a White di segnare il terzo punto e aumentare il vantaggio dell'AL a 8-3. Smoltz eguagliò il record dell'All-Star con due lanci pazzi, ma era il primo a lanciarli nella stesso inning. L'AL ottenne l'ultimo punto della partita nel settimo inning grazie a Greg Vaughn che colpì un singolo e segnò, con due out, sul doppio di Terry Steinbach, entrambe le valide contro Rod Beck, portando il risultato finale a 9-3. Nell'ultimo inning il manager dell'American League, Cito Gaston, fu contestato per non aver fatto entrare il lanciatore degli Orioles Mike Mussina. L'ace degli Orioles si era alzato nel nono inning per riscaldasi (start workout) nel bullpen. Mussina dichiarò in seguito che stava semplicemente facendo riscaldamento, ma alcuni lo interpretarono come un tentativo di forzare Gaston a metterlo in gioco. I fans arrabbiati rimasero sgomenti e increduli che Gaston non utilizzasse il popolare giocatore locale e credevano che Mussina fosse stato mandato a scaldarsi per niente. La folla fischiò e cantò - le due frasi più udibili erano "We want Mike" e "Cito sucks". Gaston invece consentì al lanciatore dei Blue Jays, Duane Ward, di chiudere la vittoria per l'AL. Ai fans di Baltimore non piacque questo affronto percepito, e durante la seconda parte della stagione furono vendute delle t-shirt al di fuori del Camden Yards recanti la scritta "Will Rogers never met Cito Gaston" (Will Rogers non ha mai incontrato Cito Gaston) facendo riferimento alla famosa frese di Will Rogers (eclettico attore dei primi del '900) che diceva "I never met a man yet that I didn't like" (Non ho mai incontrato finora un uomo che non mi piacesse). Durante il Midsummer Classic del 1993, Barry Bonds eguagliò il record per il maggior numero di doppi (2) durante un singolo All-Star Game. Questo fu anche il primo All-Star Game per le franchigie dei Florida Marlins - con Gary Sheffield e Bryan Harvey - e dei Colorado Rockies con Andres Galarraga. Kirby Puckett - premiato come MVP - che non aveva mai realizzato extra-basi nei sette precedenti All-Star Games, colpì un homer a basi vuote nel secondo e un doppio per portare a casa il terzo punto nel quinto inning e aiutare l'American League a vincere la loro sesta vittoria consecutiva. La National League continuò ad aumentare il proprio record di sconfitte consecutive, ma la striscia stava per finire.

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Il Camden Yards prima dell'inizio del Midsummer Classic

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I due team schierati per ascoltare gli inni nazionali

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Barry Larkin, a destra, con il compagno di squadra Roberto Kelly posano prima dell'All-Star Game

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Alcune istantanee del primo lancio di Randy Johnson alla testa di John Kruk nel terzo inning

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Il 65° Midsummer Classic venne giocato il 12 luglio 1994 al Three Rivers Stadium di Pittsburgh, Pennsylvania, la casa dei Pittsburgh Pirates della NL, eguagliando così il record degli Indians per il maggior numero di All-Star Games ospitate da una franchigia. Infatti i Pirates avevano ospitato anche i Midsummer Classic del 1944, 1959 e 1974 (e poi di nuovo lo faranno nel 2006). Prima della partita, Margo Timmins, voce del gruppo Cowboy Junkies, cantò l'inno nazionale canadese e il complesso rock dei Meat Loaf quello degli Stati Uniti. Entrambi vennero accompagnati dalla Penn State ROTC Color Guard. L'eroe di casa Willie Stargell effettuò il primo lancio cerimoniale.

Partita numero 65
Data 12/07/1994
Stadio

Three Rivers Stadium - Pittsburgh

Spettatori 59568
M.V.P.

Fred McGriff

1st Pitch
From
To
Willie Stargell
Mike Piazza
League
A.L.
N.L.
Pitcher partente

Jimmy Key

Greg Maddux

Managers

Cito Gaston

Jim Fregosi
Coaches

Mike Hargrove

Dusty Baker

Gene Lamont

Don Baylor

Capitani onorari

Phil Rizzuto

Buck Leonard

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Gli ex sluggers dell'American League Mickey Mantle, New York Yankees, e Harmon Killebrew, Minnesota Twins, ridono durante l'Upper Deck Heroes of Baseball All-Star game a Pittsburgh l'11 luglio 1994. Killebrew partecipò a 11 All-Star, e i suoi 573 home run in carriera lo collocano all'11° posto nella storia della major league

League
1
2
3
4
5
6
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8
9
R
H
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American
1
0
0
0
0
3
3
0
0
7
15
0
National
1
0
3
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0
1
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0
2
8
12
1

WP: Doug Jones (1-0) LP: Jason Bere (0-1)

HR: NL - Marquis Grissom (1) Fred McGriff (1)

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Il vincitore dell'MVP Award, Fred McGriff

La partita

L'AL segnò rapidamente il primo punto della partita contro il pitcher partente Greg Maddux. Boggs colpì un singolo con un out e andò in terza sul doppio al centro del campo di Griffey. Frank Thomas colpì un forte line al centro che uscì dal guanto di Tony Gwynn e Boggs segnò mentre Griffey andò in terza. Ma Maddux uscì dalla situazione diventata critica prendendo al volo il line al centro di Joe Carter e tirando in prima per eliminare Thomas che si era staccato dalla prima. Nella parte bassa del primo la NL pareggiò il conto contro lo starter dell'AL, Jimmy Key, con un doppio nell'angolo a sinistra di Gregg Jeffries dei Cardinals e una volata di sacrificio di Barry Bonds, che venne fischiato a squarciagola dai suoi ex fans di Pittsburgh. La NL, che era stata dominata nelle ultime due All Star Games, sembrò decisa a reagire nel terzo inning contro il vincitore del Cy Young Award dell'AL David Cone (dei Royals). Il pinch hitter Jeff Bagwell colpì un singolo con un out, Jeffries venne colpito da un lancio, e Tony Gwynn piazzò un doppio verso l'angolo destro del campo facendo segnare entrambi i corridori (Jeffries segnò schivando la toccata del catcher Pudge Rodriguez). Dopo, Bonds andò strikeout, e Mike Piazza dei Dodgers mise a segno un singolo con due out portando a punto Gwynn e aumentare il vantaggio a 4-1. Il pitcher Ken Hill, degli Expos al primo posto nella league, tenne il lineup dell'AL a secco per due inning. Ma al 6°, il lineup dell'AL sfondò contro Doug Drabek. Singolo di Roberto Alomar al centro, rubata in seconda, e punto su una valida di Griffey (il suo secondo RBI della notte). Nonostante Griffey fosse stato eliminato in ballerina dopo la sua valida, l'inning proseguì con un grande recupero nonostante due out pesanti. Frank Thomas colpì un singolo, e segnò grazie ad un tiro sbagliato di Matt Williams su una rimbalzante di Joe Carter. Carter poi andò a casa su una valida dell'MVP dell'All Star Game dell'anno precedente, Kirby Puckett. Con la partita in parità, 4-4, la NL si vendicò immediatamente nel successivo inning quando Marquis Grissom, degli Expos, colpì un home run a destra contro il lancio di Randy Johnson. Poco dopo nell'inning, con un corridore in base e un out, la folla di Pittsburgh urlò e poi sospirò quando il lancio colpito dal veterano Ozzie Smith contro Big Unit per poco non finì fuori - mancò il palo del foul di sinistra di pochi metri. Tutto sembrò sgretolarsi per la NL nel 7°, quando l'AL ruppe il fragile vantaggio e ritornò prepotentemente in vantaggio. Il closer degli Astros, John Hudek, rapidamente concesse un singolo a Pudge e una base su ball a Mickey Tettleton. Poi Chuck Knoublach, dei Twins, sembrava avesse piazzato una valida sicura sull'AstroTurf nel lato sinistro, ma Ozzie Smith fece una presa spettacolare in tuffo e sparò in seconda per il gioco forzato. La giocata fermò solo temporaneamente la rivolta dell'AL quando il veterano Danny Jackson entrò per sostituire Hudek e venne colpito duro dalle mazze ospiti. Concesse un doppio al terza base dei Red Sox, Scott Cooper, e un singolo a Kenny Lofton degli Indians per il 7 a 5. La NL sembrava essere a corto di tempo grazie alla grande prova dei pitcher dell'AL, Pat Hentgen dei Blue Jays e Wilson Alvarez degli White Sox, che non concessero punti nel 7° e 8° inning. Nel 9° l'AL mise il veterano closer Lee Smith che era resuscitato in quella stagione con gli Orioles. Marquis Grissom andò in base su ball. Poi Craig Biggio colpì un rasoterra tagliente sulla terza base Scott Cooper che non riuscì a completare il doppio e Biggio arrivò salvo in prima. Questo permise al manager Fregosi di tentare la carta del pinch hitter e slugger Fred McGriff, che aveva il compito di cercare di tenere la NL ancora in partita. "The Crime Dog" prontamente rispose alla fiducia del manager colpendo la splitter di Smith oltre la recinzione al centro del campo per pareggiare la partita in maniera drammatica. Nella parte bassa del 10° la NL affrontò il relievo dell'AL, Jason Bere degli White Sox. Gwynn colpì un singolo con zero out. L'Expos Moises Alou poi mise a segno un doppio che rimbalzò sulla parete sinistra del campo. Gwynn corse a casa e scivolò salvo poco prima che Pudge Rodriguez lo toccasse per terminare la partita. Era la prima vittoria della National League dal 1987. La Senior League riprese un certo slancio che sarebbe durato per i prossimi due anni. Dopo la partita, il presidente della NL, Leonard Coleman, fece la storia dell'All-Star diventando il primo capo afro-americano di qualsiasi Major League a presiedere la presentazione del premio dell'MVP, quando consegnò il premio a Fred McGriff al posto del commissioner del baseball, che non sarebbe stato nominato fino al 1998 (Quell'anno Bud Selig, allora presidente del Comitato Esecutivo, prese ufficialmente le redini di Commissioner of Baseball). Coleman avrebbe presieduto la presentazione dell'All-Star Game MVP Award anche l'anno seguente.

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Tony Gwynn esulta dopo la scivolata vincente a casa base al 10° inning

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L'11 luglio del 1995 andò in scena l'All-Star Game numero 66 al Ballpark in Arlington, Texas, la casa dei Rangers dell'American League. Fu il primo Midsummer Classic che si teneva nell'area tra Dallas e Fort Worth, ma non il primo ospitato dalla franchigia (Gli Washington Senators, avevano ospitato la manifestazione nel 1962 e 1969). A causa dello sciopero della MLBPA, che aveva cancellato la postseason e le World Series senza coronare le due squadre vincitrici ufficiali, le League scelsero di designare i manager delle franchigie con il miglior record al momento dell'abbandono della stagione. I manager dell'All-Star Game furono Buck Showalter degli Yankees e Felipe Alou degli Expos. Due Color Guard parteciparono alle cerimonie pre partita. La Royal Canadian Mounted Police di Ottawa, Ontario, portò la bandiera canadese, mentre la Del Rio (TX) High School ROTC portò la bandiera americana. La country singer Michelle Wright poi cantò "O Canada", mentre il cantante country di origine texana Lyle Lovett cantò "The Star-Spangled Banner". Nolan Ryan effettuò il primo lancio cerimoniale. L'entusiasmo pregame fu centrato sulla figura del rookie dei Dodgers, Hideo Nomo. Nomo, il primo giocatore giapponese ad apparire in un'All-Star Game, fu anche il primo partente rookie da Fernando Valenzuela nel 1981. Gran parte della sua terra natale smise di lavorare (erano le 09:00 in Giappone) per guardare e gioire delle prestazioni di Nomo quando concesse una sola valida in due inning e mise strikeout Kenny Lofton, Edgar Martinez e Albert Belle.

Partita numero 66
Data 11/07/1995
Stadio

The Ballpark in Arlington - Arlington

Spettatori 50920
M.V.P.

Jeff Conine

1st Pitch

From

To

Nolan Ryan

Ivan Rodriguez

League
A.L.
N.L.
Pitcher partente

Randy Johnson

Hideo Nomo

Managers

Buck Showalter

Felipe Alou
Coaches

Phil Garner

Terry Collins

Johnny Oates

Jim Riggleman

Capitani onorari

Nolan Ryan

Fergie Jenkins

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Jeff Conine alza il trofeo dell'MVP

League
1
2
3
4
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9
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National
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American
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0
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0
0
2
8
0

WP: Heathcliff Slocumb (1-0) LP: Steve Ontiveros (0-1) S: Randy Myers (1)

HR: AL - Javy Lopez (1); NL - Jeff Conine (1)

La partita

La National League era ancora sulla cresta dell'onda dopo aver interrotto, l'anno precedente, la striscia di sei vittorie consecutive dell'American League. Ma nonostante la loro fiducia, la NL realizzò solo tre valide durante l'intera partita. Purtroppo per l'American League, tutti i punti segnati per la prima volta nella storia dell'All-Star, per entrambe le squadre, furono dovuti a homeruns. I tre della NL furono battuti da Craig Biggio, Mike Piazza e Jeff Conine, nonostante una prestazione fantastica sul monte dell'American League. Per oltre cinque inning, i tre lanciatori dell'AL avevano tenuto la NL senza valide: Randy Johnson, Kevin Appier e Dennis Martinez assieme lanciarono la più lunga no-hitter per aprire un All-Star Game. Il partente dell'American League, Randy Johnson, risultò efficace e impressionante con tre strikeout e una sola base su ball, a Len Dykstra, nei suoi due inning. Il partente della NL, Nomo, effettuò 25 lanci - 10 ball e 15 strike. Il catcher dei Dodgers, Mike Piazza, lo ricevette ed era la prima volta che due compagni di squadra costituivano la batteria di partenza nell'All-Star Game da Terry Mulholland e Darren Daulton dei Philadelphia Phillies due anni prima. Questa volta l'attacco dell'American League fu anemico in quanto mise a segno otto valide e con corridori in posizione punto ma solo una volta nel quarto inning riuscì a segnare grazie al fuoricampo di Frank Thomas contro John Smiley, dopo il singolo di Carlos Baerga che portò la Junior League in vantaggio. Dopo 5 inning e 2/3 inning non sembrava che la NL potesse ripetere il trionfo del 1994, ma con due out Craig Biggio colpì un fuoricampo solitario contro Martinez e la NL raccolse la prima valida, dimezzando lo svantaggio. Mike Piazza pareggiò nel settimo inning con il secondo fuoricampo solitario della NL contro il rilievo dell'AL, Kenny Rogers. Nell'ottavo inning Jeff Conine, entrato per il DH Ron Gant, colpì il terzo e decisivo fuoricampo contro Steve Ontiveros, che era appena entrato in partita. Il ventinovenne Conine colpì un fuoricampo distante 125 metri a sinistra. Fu tutto quello che servì alla National League per vincere - e Conine si guadagnò gli onori dell'MVP. La NL si aggiudicava per 3 a 2 il loro trentanovesimo Midsummer Classic. Dopo la partita, il presidente della National League, Len Coleman, premiò Jeff Conine con l'All-Star MVP Award al posto del Commissioner del Baseball, per il secondo anno di fila. Randy Johnson elogiò Nomo dopo l'incontro: "La pubblicità è stata tutta per Nomo, e questo è il modo in cui dovrebbe essere". Nomo, che aveva anche fatto una buona impressione sulla folla quando diede il cinque a circa 100 giocatori della Little League che avevano formato una linea attorno al diamante durante le cerimonie del pre-partita, alla domanda se fosse stato coinvolto nel trambusto, disse: "Sì, più di quanto mi aspettassi".

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Hideo Nomo mentre lancia nel primo inning dell'All-Star Game del 1995

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Foto ricordo prima dell'inizio del 66° Midsummer Classic (da sinistra a destr): Mike Piazza, Tony Gwynn, Todd Worrell, Jose Offerman, Raul Mondesi, Barry Bonds, Hideo Nomo

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Il 67° All-Star Game si tenne il 9 luglio del 1996 al Veterans Stadium di Philadelphia, in Pennsylvania, la casa dei Philadelphia Phillies della National League. La National League ebbe la meglio sull'American Legue ma non avrebbe vinto un altro All-Star Game fino al 2010. La stella della serie televisiva Frasier, Kelsey Grammer, cantò l'inno nazionale mentre la cantante canadese Sarah McLachlan cantò quello canadese. Il Midsummer Classic del 1996 fu comunque più di un'insolita partita di lanciatori in un anno dominato dai battitori. Per gli appassionati del baseball di Philadelphia, fu l'occasione per celebrare il vecchio e il nuovo - questo era il quarto All-Star Game giocato a Philadelphia - e la possibilità di rivedere alcuni degli uomini che avevano riempito la storica città con innumerevoli indimenticabili momenti di baseball nel corso degli anni. Cinque dei più grandi ex giocatori di Philadelphia Richie Ashburn, Jim Bunning, Steve Carlton, Robin Roberts e Mike Schmidt effettuarono i lanci cerimoniali. In un gesto che ricordava a tutti il ​​motivo per cui Philadelphia è chiamata la Città dell'Amore Fraterno, due dei più grandi shortstops del baseball - Ozzie Smith, che aveva tormentato i Phillies per quasi due decenni e che si sarebbe ritirato dopo la stagione 1996, e Cal Ripken Jr., l'uomo d'accaio che aveva gestito l'ultima chance nelle World Series del 1983 perse dai Phillies con i Baltimore Orioles - furono accolti calorosamente dalla folla di casa. Anche il giocatore di Toronto, Joe Carter, il cui home run nella sesta partita delle World Series del 1993 chiuse le porte ai Phillies nel più recente Fall Classic, fece un ampio sorriso quando l'annuncio del suo nome venne accolto con un coro di fischi dalla folla di Philadelphia.

Partita numero 67
Data 09/07/1996
Stadio

Veteran Stadium - Philadelphia

Spettatori 62670
M.V.P.

Mike Piazza

1st Pitch

From

To

Richie Ashburn

Indefinito

Jim Bunning

Indefinito

Steve Carlton

Indefinito

Robin Roberts

Indefinito

Mike Schmidt

Mike Piazza
League
A.L.
N.L.
Pitcher partente

Charles Nagy

John Smoltz

Managers

Mike Hargrove

Bobby Cox

Coaches

Terry Bevington

Jim Fregosi

Bob Boone

Tommy Lasorda

Capitani onorari

Earl Weaver

Johnny Podres

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Mike Piazza vincitore dell'MVP

League
1
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American
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National
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6
12
1

WP: John Smoltz (1-0) LP: Charles Nagy (0-1)

HR: NL - Ken Caminiti (1) Mike Piazza (1)

La partita

Lo starter John Smolz, ace degli Atlanta Braves, non faticò molto a chiudere la parte alta dell'inning iniziale concedendo un singolo al leadoff Kenny Lofton e nessun punto. Il partente dell'American League, Charles Nagy, ebbe meno fortuna perchè il doppio del leadoff Lance Johnson consentì ai Nationals di segnare il primo punto. Lance avanzò in terza sul groundout di Barry Larkin e segnò su un altro groundout di Barry Bond. L'inning terminò con lo strikeout guardato di Fred McGriff. Smolz concesse un doppio nella parte alta del suo secondo inning e niente più. Che non fosse giornata per Nagy lo si vide subito dal fuoricampo concesso al leadoff dell'inning, Mike Piazza. Poi, con due out e corridore in seconda, Nagy concesse un altro singolo al pinch-hitter Henry Rodriguez per il 3-0. Kevin Brown sostituì Smoltz sulla pedana per la NL e nuovamente l'attacco dell'American League non riuscì a bucare la difesa dei padroni di casa. Nella parte bassa del terzo inning, il manager Mike Hargrove mise sul monte Chuck Finley, degli Angels, e anche lui cominciò in salita. Due singoli back to back a Larkin e Bond e poi un doppio gioco, strikeout di McGriff e eliminazione di Bond nel suo tentativo di rubare la seconda, sembrò farlo uscire dalla marmellata. Al piatto si presentò Mike Piazza e la stella dei Dodgers lasciò il suo segno in questo Midsummer Classic colpendo un doppio per portare a casa il quarto punto dei Nationals; per questa performance Piazza venne eletto MVP dell'All-Star Game del 1996. Era diventato il primo giocatore a battere fuoricampo in due All-Star Game consecutivi dopo Fred Lynn nel 1979-80. Per la combinazione del suo fuoricampo nel suo ultimo at-bat nel 1995, divenne anche il primo a realizzare il record nell'All-Star Game di homer in at-bat consecutivi, da Gary Carter nel 1981. Negli inning successivi il turnover dei lanciatori di entrambi i team fermò i rispettivi attacchi e il punteggio rimase sul 4-0 fino alla parte bassa del sesto inning. Il pitcher Roger Pavlik, dei Texas Rangers, che aveva passato indenne il quinto inning, non ebbe la stessa fortuna e venne colpito subito dal fuoricampo di Ken Kaminiti. Poi, con un out e un corridore in terza e prima base, subì il secondo punto dell'inning su un groundout che non venne completato in un doppio gioco. La National, avanti 6-0, potè gestire i tre ultimi inning grazie alla rotation dei pitchers che si successero e a quelli che fino a quell'inning avevano ammagliato le mazze dell'American League (Tom Glavine, Ricky Bottalico, Pedro Martinez, Steve Trachsel, Todd Worrell, Mark Wohlers e Al Leiter). Nessuno dei due pitching staff concesse una base su ball, un nuovo record dell'All-Star Game. Gli Americans alla fine misero a segno solo sette valide, e i sette giocatori dell'AL con 20 o più home run prima della pausa avevano combinato 3 su 14 (0.214). E nonostante la NL avesse trionfato con un risultato di 6-0, anche i lanciatori dell'American League avevano fatto un grosso lavoro mettendo strikeout otto battitori, quattro per mano di Chuck Finley. La partita avrebbe avuto un ulteriore valore aggiunto, se non fossero mancati a causa di infortuni Ken Griffey Jr., Tony Gwynn, Frank Thomas e Matt Williams. Era la terza vittoria consecutiva della National League che estese il suo vantaggio nelle serie a 40-26-1. La storia più toccante della serata, però, apparteneva a Mike Piazza. Il ventisettenne, nativo di Norristown, da bambino era un grande fan dei Phillies, e aveva ricevuto il primo lancio inaugurale dal suo eroe d'infanzia, Mike Schmidt. Spinto da questo incontro emozionante, Mike Piazza colpì subito il fuoricampo e poi il doppio che gli fecero guadagnare gli onori di MVP di fronte ai fan della sua città natale. "Le parole sono difficili da esprimere", disse Piazza emozionato dopo la partita, "Che una cosa del genere accada a Philadelphia è semplicemente incredibile."

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La presentazione dei due team dell'All-Star Game del 1996 al Veterans Stadium

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John Smoltz sta per effettuare il primo lancio dell'All-Star Game del 1996 al Veterans Stadium

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Il 68° Midsummer Classic venne giocato l'8 luglio 1997 al Jacobs Field di Cleveland, Ohio, la casa dei Cleveland Indians dell'American League. La più forte ovazione da parte dei 44916 tifosi presenti fu riservata, durante la presentazione dei giocatori, a Kenny Lofton, che gli Indians avevano scambiato con gli Atlanta Braves prima dell'inizio della stagione 1997. Lofton era nel roster della National League ma non giocò perchè infortunato. Invece Albert Belle, che vestiva la casacca dei Chicago White Sox, fu fischiato per aver lasciato gli Indians come free agent l'inverno precedente. A differenza degli anni passati, l'esecuzione di "O Canada", cantata dai McAuley Boys, non fu trasmessa perchè la rete Fox, che produceva il suo primo All-Star Game, andò in pausa pubblicitaria, con conseguente telefonate rabbiose dei telespettatori canadesi. L'inno nazionale canadese fu mostrato dopo la partita nella zona di Cleveland. La star del country, LeAnn Rimes, cantò l'inno nazionale dopo la pausa pubblicitaria. Per commemorare il 50° anniversario della rottura della barriera del colore, il primo lancio cerimoniale venne effettuato dall'ex Indians Larry Doby, il primo giocatore afro-americano nell'American League. Questo All-Star Game fu l'ultimo dei Milwaukee Brewers come squadra dell'American League. I Brewers furono inseriti nella National League per la stagione 1998 a causa delle franchigie di espansione in Arizona e Tampa.

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Larry Doby pronto ad effettuare il primo lancio

Partita numero 68
Data 08/07/1997
Stadio

Jacobs Field - Cleveland

Spettatori 44916
M.V.P.

Sandy Alomar Jr.

1st Pitch

From

To

Larry Doby Ivan Rodriguez
League
A.L.
N.L.
Pitcher partente

Randy Johnson

Greg Maddux

Managers

Joe Torre

Bobby Cox

Coaches

Mike Hargrove

Dusty Baker

Johnny Oates

Bruce Bochy

Capitani onorari

Larry Doby

Frank Robinson

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Sandy Alomar con il trofeo dell'MVP

League
1
2
3
4
5
6
7
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9
R
H
E
National
0
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1
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0
American
0
1
0
0
0
0
2
0
0
3
7
0

WP: Jose Rosado (1-0) LP: Shawn Estes (0-1) S: Mariano Rivera (1)

HR: AL - Edgar Martinez (1) Sandy Alomar (1); NL - Javy Lopez (1)

La partita

Giocando di fronte al pubblico di casa, Sandy Alomar condusse l'American League alla vittoria per 3-1 colpendo un fuoricampo da due punti nel settimo inning. La vittoria dell'AL concluse la serie di tre sconfitte consecutive. Questa edizione fu la copia del Midsummer Classic del '95, in cui i battitori della NL realizzarono solo tre valide contro gli otto lanciatori dell'AL. Entrambe le squadre realizzarono punti solo su fuoricampo. Nel primo anno in cui i fans avevano eletto il battitore designato titolare, Edgar Martinez dei Seattle Mariners iniziò le marcature con un fuoricampo da solista nel secondo inning. Il secondo lo colpì Javier Lopez dei Braves contro José Rosado, dei Kansas City, nel settimo inning diventando l'undicesimo giocatore a battere un homer al suo primo at-bat nell'All-Star Game. Prima della valida di Lopez, la NL era riuscita a realizzare solo un singolo con Jeff Blauser dei Braves, contro l'asso dei Toronto, Roger Clemens. David Cone, Justin Thompson, e Pat Hentgen assieme eliminarono otto battitori consecutivi per l'AL prima che Lopez colpisse il fuoricampo su Rosado. Nella parte bassa del settimo, Bernie Williams con un out prese la base su ball, dal rilievo dei Giants Shawn Estes. Un out dopo, Alomar divenne il primo a guadagnare l'onore di ricevere il massimo dei voti per il Most Valuable Player nel suo stadio quando spedì un lancio di Estes oltre la recinzione nelle gradinate di sinistra del Jacob Field. Mariano Rivera degli Yankees lanciò un perfetto nono inning ottenendo la salvezza e l'American League era finalmente tornata e questo era solo l'inizio. La folla presente si godette nel secondo inning un highlight che rimarrà nella storia, quando Larry Walker dei Colorado Rockies si presentò nel box per affrontare il minaccioso mancino Randy Johnson. Walker, che guidava le major con una media di .398, e che si era volutamente seduto in panchina in una partita di Interleague contro Johnson all'inizio della stagione, questa volta non poté nascondersi. In una scena che ricordava la performance del 1993 contro John Kruk, Johnson effettuò il primo lancio sopra la testa di Walker. In risposta, Walker rise, girò il suo casco all'indietro spostandosi sul lato destro del piatto, e prese il secondo ball. Walker alla fine strappò la base su ball al fireballer di Seattle. Dopo la partita, il Major League Baseball CEO Paul Beeston consegno ad Alomar l'All-Star MVP Award al posto del Commissioner of Baseball, che sarebbe stato nominato solo dopo il prossimo All-Star Game, quando l'allora Presidente del Comitato Esecutivo Bud Selig venne ufficialmente nominato Commissioner.

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Larry Walker con il caschetto girato pronto ad affrontare Randy Johnson

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Il pitcher Pat Hentgen parla con Sandy Alomar nel 6° inning

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Il 69° Midsummer Classic fu giocato il 7 luglio del 1998 per la prima volta al Coors Field di Denver in Colorado, costruito nel 1995 e casa dei Colorado Rockies della National League. La partita vide l'American League sconfiggere la National League 13-8, il più alto punteggio ancora oggi dell'All-Star Game nella storia della MLB. La cerimonia di pre-partita, fu onorata dalle bandiere portate dai cinque militari della Color Guard della United States Air Force Academy e accompagnati dalla fanfara dei Blue Knights. La cantante di musica country Faith Hill cantò lo US National Anthem, nel momento del passaggio della pattuglia di caccia, e precedentemente l'attrice Gloria Reuben cantò l'inno nazionale canadese. Il dodicenne Elias Kurts ebbe l'onore di effettuare il primo lancio cerimoniale, diventando il primo delle "non celebrità" nella storia dell'All-Star Game. L'Home Run Derby, giocato il giorno prima (6 luglio 1998) fu vinto da Ken Griffey Jr. (che non colpì nessun fuoricampo durante il Midsummer Classic). Roberto Alomar per le sue tre valide, tra cui un fuoricampo, una base rubata, una base per ball e il superbo gioco difensivo fu nominato All-Star Most Valuable Player, esattamente un anno dopo che suo fratello Sandy Alomar Jr. catturò il primo All-Star MVP della famiglia.

Partita numero 69
Data 07/07/1998
Stadio

Coors Field - Colorado

Spettatori 51267
M.V.P.

Roberto Alomar

1st Pitch

From

To

Elias Kurts Mike Piazza
League
A.L.
N.L.
Pitcher partente
David Wells

Greg Maddux

Managers

Mike Hargrove

Jim Leyland

Coaches

Art Howe

Don Baylor

Joe Torre

Gene Lamont
Capitani onorari

Lee MacPhail

Vera Clemente

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Roberto Alomar vincitore dell'MVP

League
1
2
3
4
5
6
7
8
9
R
H
E
American
0
0
0
4
1
3
1
1
3
13
19
2
National
0
0
2
1
3
0
0
2
0
8
12
1

WP: Bartolo Colon (1-0) LP: Ugueth Urbina (0-1)

HR: AL - Alex Rodriguez (1) Roberto Alomar (1); NL - Barry Bonds (1)

La partita

Le palle volarono in tribuna per i fuoricampo. I rimbalzi uscirono dai guanti, come al gioco dei dadi. I grandi lanciatori Greg Maddux, Roger Clemens e Tom Glavine improvvisamente diventarono molto umani. Ventuno punti totali. Trentuno valide. Cinque basi rubate. Un lancio pazzo. Una palla mancata. Non c'era mai stato un All-Star Game come questo. Ma soprattutto, non ce n'era mai stato uno stranamente in alta quota come al Coors Field. "Questo è stato un tipo diverso di All-Star Game", disse Roberto Alomar martedì notte dopo che l'American League aveva battuto 13-8 la National, "Quando si guarda il punteggio a Denver, si vedono sempre grandi numeri, da 13 a qualsiasi altra cosa". Alomar, ripetè l'impresa di suo fratello maggiore dell'anno prima, vincendo l'All-Star MVP award. Anche Alex Rodriguez colpì un fuoricampo e l'AL eguagliò il record di punti e valide (19). Le due squadre realizzarono un record per l'All-Star per i punti combinati e pareggiarono il record della manifestazione per il numero di valide. L'AL realizzò almeno una valida in ogni inning e superò il deficit di 2-0 nel quarto e di 6-5 nel sesto. "Nessun vantaggio è sempre buono in questo posto", disse Mark McGwire, "Devi giocare fino all'ultimo out". La NL era sotto 5-3 prima che Barry Bonds colpisse un fuoricampo da tre punti lungo 138 metri contro Bartolo Colon nel quinto, un palla che andò a sbattere contro uno striscione appeso dei San Francisco sul ponte superiore a destra. La palla mancò di poco (di un metro o giù di lì) un segno che avrebbe fatto vincere ad un fan 1 milione di $ . "Forse è l'aria leggera che c'è qui in Colorado", disse Cal Ripken. McGwire e Ken Griffey Jr. non riuscirono a battere nessun fuoricampo, ma la folla di 51267 spettatori, un record per il Coors Field, ebbe modo di vedere il tipico gioco per cui è conosciuto lo stadio. Maddux, il quattro volte vincitore del premio Cy Young, che conduceva le major con una ERA di 1.54, fu colpito duro nel primo inning, concedendo singoli a Kenny Lofton e Alomar. Maddux riuscì a chiudere con due inning shutout, ma sei dei successivi sette lanciatori della NL concessero punti. C'è un motivo perché i lanciatori odiano tanto questo posto. Clemens, dopo aver concesso due punti, indicò verso il cielo nel terzo inning, quando Bonds colpì una volata alta che Lofton prese sullo warning track. "Sono stato un po' nervoso per un momento", disse Clemens. Wells tenne l'AL fuori dai guai con un buon inizio, lanciando due innings senza punti. Alomar e Ivan Rodriguez ognuno andò 3 su 4, e 10 giocatori colpirono RBI per l'AL. L'RBI singolo nel nono di Rafael Palmeiro rappresentò il 21° punto, battendo il record stabilito nella vittoria dell'AL per 11-9 nel 1954. La partita fu sul punto di cambiare all'ottavo, quando Greg Vaughn portò a casa due punti con un singolo contro Tom Gordon e avvicinando la NL, 8-10. Devon White - autore di tre valide - lo seguì con un altro singolo, ma l'esterno sinistro Paul O'Neill pur calcolando male il line eliminò Fernando Vina al piatto, e l'interbase Omar Vizquel girò un ingegnoso doppio gioco sulla battuta di Andres Galarraga. Forse l'aria leggera aiutò O'Neill, un esterno destro titolare che non aveva familiarità con l'altro lato del campo. "Sono sicuro che non ho fatto male", disse poi. Alla fine, Colon fu il pitcher vincente, nonostante avesse concesso il fuoricampo a Bonds. "Ha dovuto concedere un fuoricampo da tre per ottenere la vittoria", disse il manager dell'AL Mike Hargrove, "E' stata una specie di spada a doppio taglio". Ugueth Urbina fu il pitcher perdente in una partita che durò 3 ore e 38 minuti - la più lunga All-Star Game di nove inning di sempre. McGwire, leader delle major con 37 homers, andò 0 su 2. Juan Gonzalez, primo nelle major con 101 RBI, andò a battere con nove corridori in base e ne portò a casa uno solo. Griffey, che aveva realizzato 35 fuoricampo, era 2 su 3 con un RBI, ma non mostrò nessuna potenza. "Avete alcune grandi lanciatori sul monte", disse Griffey, "Quando si hanno grandi lanciatori, la palla non vola molto". Il lineup dell'AL prese il volo nel sesto, ma non necessariamente per le loro battute. Javy Lopez mancò un lancio pareggiando il punteggio, un lancio pazzo di Urbina mise l'AL avanti e Ivan Rodriguez seguì con un RBI singolo. "E' stata una partita tipica del Coors Field", disse il manager della NL Jim Leyland, "Avete visto vari blooper, valide anomale, ragazzi che hanno dovuto giocare in profondità. Poi hanno colpito alcune palle fuori del campo". L'interbase degli Atlanta Walt Weiss realizzò due valide e ricevette gli applausi di suo figlio Brody, di tre anni, da poco dimesso dall'ospedale fuori pericolo dopo aver combattuto per la vita a causa di un ceppo di Escherichia coli. "Sembra che sarà un lieto finale", disse Weiss. "Il mio ragazzo sta andando bene". Ripken superò il record di Willie Mays con la sua 15a partenza consecutiva, e poi colpì un doppio per pareggiare la partita nella parte alta del quarto inning contro Tom Glavine. Il rilievo della NL Jeff Shaw, festeggiava il suo 32° compleanno, e lanciò nell'ottavo inning. Era stato scambiato da Cincinnati a Los Angeles il sabato prima, facendo di lui il primo All-Star di sempre a cambiare casacca da quando fu selezionato a quando giocò nel Midsummer Classic. Indossava la divisa dei Dodgers per la prima volta. L'AL rubò cinque basi stabilendo il nuovo record. Barry Bonds e Bobby erano, al momento, gli unici padre e figlio che avevano battuto fuoricampo in un All-Star Game.

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La squadra dell'American League del 1998 includeva (da sinistra a destra) Alex Rodriguez, Ivan Rodriguez, Cal Ripken e Roger Clemens

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I giocatori Ken Griffey Jr. dei Seattle Mariners (AL) e Mark McGwire dei St. Louis Cardinals (NL) con il premio per il maggior numero di voti ricevuti dai fans per l'All-Star Game del 1998

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